CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Il funerale è sempre stato un tabù, un momento triste e doloroso. Certo, come potrebbe avere una connotazione diversa dal nero dal momento che è direttamente connesso al concetto di morte?
Il giorno del suo funerale non trovai la forza per entrare in chiesa, non ce la facevo, mi tremavano le gambe, non mangiavo da giorni, avevo in continuazione una sensazione di vomito ma soprattutto ero sola. Come potevo affrontare un momento così devastante da sola? I miei genitori neanche mi calcolavano, non lo facevano prima, quando Skye era ancora in vita, perché avrebbero dovuto farlo adesso? Penso che se fossi morta io per loro non sarebbe cambiato niente, ero semplicemente Ali, non Skye.
Per questo motivo decisi di rimanere fuori, dietro l'auto che avrebbe poi trasportato la sua bara verso il cimitero. Guardavo tutte le persone che entravano ed uscivano, e non potevo far altro che sentire una rabbia dentro di me che probabilmente mai sentii.
Viviamo in un'epoca in cui l'ipocrità e' alle stelle .
C'è gente che viene al suo funerale che non ha mai conosciuto Skye ed è venuto solo per il semplice motivo che:
- E' l'amico dell'amico;
- E' il fidanzato della ex di una sua compagna;
- E' il cugino di terzo grado del cugino di secondo grado di una sua amica;
- Alle medie gli aveva prestato 20 centesimi per la merenda;
- La conosceva di vista;
- All'asilo avevano giocato a nascondino insieme;
- L'ha visto nei " suggerimenti amici " su Facebook o su Instagram;
- Hanno pregato insieme al catechismo 10 anni fa;
- L'ha vista attraversare le striscie pedonali oppure in centro.
Poi vengono qui , improvvisano una finta faccia triste e dicono :
- Era una brava ragazza... un'amica , una di noi... Una di famiglia !
Una volta gli ho prestato dei soldi e oggi non può piu' ridarmeli.
Era una campionessa di nascondino e rimpiango di non averla aggiunto come amico su facebook .
Ricordo ancora quando pregavamo al catechismo il Nostro Signore...
Ridicoli, oltre al suo nome, non sapevano altro.
Credo che molta gente vada ai funerali perchè non abbia niente da fare, forse per fare bella figura, ma non ha senso. Una volta finito il funerale, qualche ora dopo si saranno già dimenticati dell'accaduto, mentre noi, persone che veramente la conoscevano non possiamo far altro che convivere con questa perdita.
Continuavo a guardare gente mai vista d'ora, cercavo però una persona in particolare, Ethan, il suo ragazzo, o meglio il suo ex ragazzo. Era venuto molto spesso nell'ultimo periodo a casa, soprattutto nel periodo in cui io e Skye avevamo iniziato a legare.
L'ho sempre trovato interessante, ma era pur sempre il ragazzo di mia sorella, poi erano perfetti insieme, non facevamo che dire come fossero la coppia più bella della scuola. Lui è un ragazzo dai capelli tanto lunghi e mossi, sempre scompigliati; un po' come quando ci si sveglia e non si ha voglia di sistemarsi. Sono castani, un castano non chiaro, ma nemmeno tanto scuro, che al sole riescono ad avere dei bellissimi riflessi di tonalità da far impazzire chiunque.
Il viso è ricoperto da lentiggini, proprio comeil mio. Gli occhi non sono tanto grandi, ma profondi, come quelli di una persona di cui non si conosce il passato, i quali hanno tanto da raccontare e quel verde scuro non fa altro che approfondire la curiosità.
La bocca non è tanto sottile, ma nemmeno troppo accentuata; non pare quella di un principe azzurro, ma di un ragazzo che sorride poco e ha le labbra screpolate dai morsi. In poco tempo eravamo persino diventati amici, ci alleavamo contro Skye per farla arrabbiare, ridevamo, scherzavamo e mi chiedeva persino consigli su cosa regalare a Skye per l'anniversario, era davvero il ragazzo che tutte le ragazze sognavano.
Tuttavia, questo ragazzo tanto perfetto non c'era, non lo vedevo, non capivo il perché, era il suo ragazzo cavolo. Speravo in un suo arrivo, sentivo che mi sarebbe stato accanto eppure non arrivó mai. Delusa mi accorsi che non c'erano nemmeno Lily e Grace, le sue due migliori amiche, qualcosa mi puzzava, ma scorsi in un angolo un ragazzo, alto, impostato, con un paio di jeans neri aderenti, una maglietta bianca con sopra una giacca di pelle, molto misterioso. Mi avvicinai per vederlo meglio e riconobbi quella cicatrice sul volto, proprio sotto l'occhio, era Austin. Non entrava, rimaneva fuori vicino un cespuglio. L'ultima volta che lo vidi fu il giorno prima della morte di Ali, sotto casa nostra mentre litigavano, non ho mai capito il loro rapporto, sapevo solo che era il ragazzo di Grace.

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