6.


"Se dovessi tornare indietro mi salveresti di nuovo, Koko ?"

Hajime, a sentire quelle parole, sgranò quei bellissimi occhi scuri; erano neri, ma nonostante ciò riuscì a intravede in essi cosa stesse provando in quel momento. Hajime era meravigliato, non se lo aspettava. Ma Seishu era anche stanco di tenersi dentro tutto quello.

"Inupi."
Quelle parole sospirate a bassa voce gli fecero percorrere un brivido lungo la schiena, violento: quel dannato soprannome che gli aveva dato da piccoli. Lo distruggeva, quando gli parlava in quel modo. Si stava avvicinando ma gli occhi di Seishu si sgranarono maggiormente, i denti stretti in una morsa e scoperti come il ghigno di un cane pronto ad attaccare.
"Ma che domande sono ?"
Quella nota di irritazione nelle parole del corvino era stata messa maggiormente in risalto nel momento in cui corrugò lo sguardo e le sue sopracciglia scure si inclinarono in basso.
Così come le sue labbra.

"Rispondi cazzo! Te ne penti ? Mi salveresti di nuovo ?!"
Ripeté il biondo, questa volta con un tono di voce più alto, si avvicinò all'altro e lo afferrò leggermente per le spalle nude. Le mani gli si strinsero intorno alla pelle così forte che non ebbe nemmeno paura di fargli male; in quel momento la paura che l'altro avesse potuto scegliere, ancora una volta, sua sorella Akane era molto più grande della preoccupazione che avrebbe potuto provare nel fargli del male.
"Rinunceresti a salvarla ?"
Koko si era chiuso in un silenzio di tomba mentre gli occhi di Inui erano aperti e le pupille dilatate dalla rabbia.
Sentiva ogni singola cellula del corpo ribollire dalla rabbia, mentre le dita erano un fremito continuo e lui aveva una grandissima voglia di tirargli un pugno. La risposta che avrebbe dato l'altro era palese ma voleva sentirlo dalle sue labbra. Voleva che Koko glielo dicesse chiaro e tondo che non fosse interessato a lui, almeno avrebbe preso le distanze da lui e si sarebbe messo l'anima in pace; non lo avrebbe più invitato nel nel suo letto. Avrebbero preso le distanze; ognuno sarebbe andato per la propria strada. Anche se gli faceva male pensare una cosa del genere.
Koko si era zittito, non riusciva a dire una parola. Inui aveva ancora più voglia di prenderlo a pugni. I due si guardarono; il biondo aveva la gola che gli bruciava di tante cose che avrebbe voluto dirgli ma non risusciva. Voleva sputare fuori tutto ciò che aveva dentro, perché gli faceva male, eccome se gli faceva mal male.

"Rispondimi Koko ! Ritorneresti indietro per salvare la donna che amavi ?!?"
Disse alzando di più la voce.
La sua voce tremava, così come le sue gambe ormai.
"Salveresti di nuovo la mia ?"
Continuò, con un filo di voce.

Il viso di Koko ormai era pallido, come una distesa di marmo; gli occhi spalancati e le labbra sottili strette in due fessure.

Il biondo, togliendo le mani dalle sue spalle, si sentì rollare piano piano su se stesso ma non demorse. Non voleva crollare davanti a quella persona che probabilmente non lo aveva mai amato.
Koko pensava solo ai soldi, lo sapeva. Però non pensava che lui fosse così tanto arido dentro. Lui ci sperava. Sperava che almeno un minimo di sentimento ci fosse dietro quella facciata di uomo d'affari. Sperava tanto che Koko li potesse vedere con gli stessi occhi, con quello sguardo, che molte volte aveva dedicato ad Akane.
Avrebbe voluto farsi ammazzare per poi rinascere lei e godere almeno una volta di quello sguardo. Ma tutto quello non era possibile.

"Non ti senti in colpa ?"
Gli chiese.
Aveva finito tutte le parole. Si sentiva male; percepiva un freddo terribile, da pelle d'oca, ma anche un calore così tanto forte da fargli strappare la pelle di dosso.
Sentiva che un minuto un più e sarebbe crollato sulle sue stesse gambe.
Aveva il fiato corto, respirava con affanno. Sentiva il cuore implodere nel petto, martellava così forte che ne sentiva i rimbombi perfino nelle orecchie.
La pelle era umida, gli occhi due pizze di lacrime; non gli importava più di nulla.

Koko lo osservava. Sembrava il protagonista di un film messo in pausa; era così bello, e tutta la sua figura eterea era illuminata dalla luce della notte che entrava dalla finestra.

Fece per aprire bocca; non lo voleva vedere più. Doveva andare immediatamente via.
Aveva bisogno di stare da solo, di piangere e sfogarsi di tutto.

Ma non successe.
L'altro subito lo bloccò.

"Inupi..."
Fece un passo in avanti, la mano alzata verso la sua direzione.
Il biondo chiuse gli occhi, pronto a tutto; mentre una serie di immagini si fecero spazio nella sua testa.

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