Episodio 2 ( 🔴)

Quello stesso pomeriggio, Alec potè tornare a casa e io lo misi nel suo letto, intimandogli di riposare e mettendomi accanto a lui.

Ma feci male.

Lui avvicinò il mio corpo a sé e cominciò a baciarmi; sentivamo montare la passione come un  fuoco dentro i nostri corpi e i nostri cuori battevano più o meno alla stessa velocità. Ci spogliammo dei nostri indumenti e del nostro intimo e ricominciammo a baciarci sempre più appassionatamente.

Poi Alec si spostò verso i miei seni, mordendoli delicatamente,  e poi sempre più in basso,arrivando alla mia intimità che baciò dolcemente; io mugulavo sempre di più e sentivo la sua erezione crescere e alzarsi sul mio corpo. La presi tra le mani e l' avvicinai alla mia bocca succhiandola, mentre lui emetteva dei dolci orgasmi dal fondo della sua gola, fino a quando il suo dolce liquido seminale scivolò giù per la mia cavità orale. Poi lui uscì dalla mia bocca e mi penetrò dolcemente facendo avanti e indietro fino a quando venimmo insieme.

Fu l'amplesso più bello di sempre e io fui felice di essermi donata a lui.

Mi svegliai che era l'ora di cena e notai che lui stava ancora dormendo beatamente ed era veramente bellissimo; andai in camera mia e presi un paio di mutande, un reggiseno e mi rimisi la mia maglietta e i pantaloni per poi andare in cucina a preparare la cena per noi due.

Una volta pronta andai a svegliare Alec:

- Ehi dormiglione, è pronta cena -

- Dai, ancora cinque minuti - si lamentò lui come un bambino.

Io allora usai la mia tattica segreta: il solletico.

Iniziai dal collo e lui incominciò a ridere implorando pietà: amavo vederlo ridere perché la sua risata era così bella e spensierata.

Una volta sveglio cenammo insieme:

- Anna, volevo proporti una cosa -

- Cosa? - domandai curiosa.

- Ti va di andare in vacanza a Broadchurch, un piccola città scozzese? -

- Una vacanza solo per noi due? -

- Sì, solo noi due e nessun mistero da risolvere, che ne pensi? -

- Che è una bellissima idea. Quando avevi intenzione di partire? -

- I primi di giugno -

- Perfetto, non vedo l'ora - dissi felice.

Durante le ultime settimane di maggio vidi che il ciclo stava facendo un grandissimo ritardo perché di solito mi ritornava a fine mese; inoltre iniziai ad avere strani sintomi come nausea, stanchezza, umore variabile e soprattutto il mio seno si ingrossò particolarmente e durante l'atto sessuale mi doleva molto.

Fui molto preoccupata perché l'arrivo di un bambino non fu nei nostri progetti e non sapevo neanche se Alec avrebbe accettato quella cosa.

Alec infatti notò quella mia preoccupazione e cercò di capire, in tutte le maniere, a cosa fosse dovuta ma io, testardamente, non gli rivelai niente.

Siccome quei sintomi non sparirono nei giorni seguenti ma aumentarono decisi, la sera prima della partenza, di fare un test di gravidanza.

Andai in farmacia e tra tutti i test disponibili acquistai quello più attendibile: Clearblue.

Tornata a casa andai immediatamente in bagno e lo feci. Quei cinque minuti sembrarono un eternità. Attesi con il cuore che correva come un forsennato fino a quando sul test non venne la scritta...

Incinta di quattro settimane.

In quel momento il mio cuore smise di battere e non riuscii ancora a crederci.

Incinta di quattro settimane?! Com'è possibile?! Come potrebbe reagire Alec a questa notizia? Se non volesse tenere il bambino? Se mi chiedesse di abortire perché non si sente ancora pronto? Io non avrei mai ucciso questa creatura! Oddio cosa posso fare? Sono incinta.

Incinta.

Ancora non ci credo che diventerò mamma!

Quelli furono i miei pensieri così aggrovigliati nella mia mente così confusa.

Per tutto il giorno stetti sovrappensiero sapendo che dentro di me viveva una piccola creatura e con la parola scritta sul test nella mia mente: " incinta".

Il giorno seguente partimmo per Broadchurch per allontanarci dalla vita frenetica di Londra.

Broadchurch si trovava vicino al mare ed era l'ambiente ideale per la salute cagionevole di Alec, però non sapevamo che in essa sarebbe successo qualcosa che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre.

Era il 9 giugno 2017.

Quel giorno Alec fu particolarmente ansioso e io ne capii il motivo fino a quando, quella stessa sera, dopo la nostra cena in un piccolo ristorante lui si inchinò:

- Anna Beckham, tu sei la donna più caparbia, orgogliosa, determinata e cocciuta che abbia mai incontrato, ma queste tue caratteristiche mi hanno stregato. Abbiamo passato tanto tempo insieme ma non eravamo una coppia quindi ora ti chiedo vuoi diventare la signora Hardy? -

Io ebbi le lacrime agli occhi dalla felicità ma esclamai immediatamente il mio " sì" senza nessuna esitazione.

Una volta a casa ci amammo fino a tarda notte.

La mattina successiva avevamo in mente di fare una piccola passeggiata sulla spiaggia e quello che ci trovammo ci spiazzò: la polizia stava indagando sul corpo di un bambino riverso per terra. Non c'era né sangue né qualsiasi altra cosa, ed era strano.

Avevamo in mente di passare una vacanza tranquilla senza lo stress del lavoro, ma invece quest'ultimo ci aveva seguiti anche qui.

- Che è successo? Chi è quel bambino? -

- Ciao Anna, anche tu qui? - mi salutò allegramente Ellie.

Ellie portava sempre una coda alta sulla testa e aveva un abbigliamento formale.

- Sì, avevamo in mente di passare una breve vacanza e anche sposarci ma a quanto pare sembra che dovremo lavorare - spiegai sconsolata.

- Mi dispiace, comunque il bambino era Danny Latimer, aveva undici anni, la sua famiglia vive qui, il padre è un idraulico mentre la madre si chiama Beth Latimer ed era il migliore amico di mio figlio Tom -

- È un posto dove vengono a suicidarsi? - chiesi indicando il luogo.

- No, ci sono altri punti, uno è a 5 chilometri a Ovest e un altro è all'interno, ma non lo avrebbe mai fatto - rispose addolorata.

- Come fai a conoscerlo? -

- Vendeva giornali in città, era veramente un bravo bambino -

All'improvviso arrivò di corsa una donna con dei corti capelli marroni e un lungo vestito rosso, Ellie la riconobbe subito: sicuramente era la madre del piccolo Danny, Beth.

I miei pensieri si rivelarono esatti quando Ellie provò  ad allontanarla per evitare che vedesse il corpo ma purtroppo non vi riuscì; la donna, vedendo il corpo di suo figlio, iniziò ad urlare e a piangere disperatamente.

Compresi immediatamente il suo dolore, un dolore devastante che ti distrugge dentro facendoti sentire inutile.

Dopo che ci allontanammo dalla spiaggia andammo a indagare su quel promontorio:

- Permettono che si passeggi qui senza alcuna protezione? - domandò Alec.

- È un sentiero lungo costa, si sa che bisogna stare attenti - gli rispose Ellie.

- È pericolosissimo -

Più avanti trovammo una squadra di ricercatori e Alec si rivolse a uno di loro:

- Che cosa abbiamo qui? -

- È una ricostruzione, sembra che la caduta di sassi intorno al corpo sia una messinscena - gli spiegò uno di loro.

- Che vuol dire? - domandò Ellie.

- L'angolazione del corpo non coincide con la caduta da quassù, qui non ci sono segni di erba calpestata né di scivolate, niente capelli né impronte e la traiettoria non coincide con il ritrovamento -

- Quindi non è caduto? - si informò Ellie.

- Magari si è buttato - suggerì Alec.

Io risposi prima del ricercatore:

- Improbabile perché la posizione del corpo non corrisponde con la traettoria del ritrovamento -

- Visto? Non è da Danny - disse Ellie.

- Penso che qualcuno stia cercando di farlo sembrare un incidente - comunicai io mentre le rotelle del mio cervello erano in funzione.

Mentre scendevamo Alec riferì ad Ellie:

- Vai dal patalogo e digli di sbrigarsi la casa è solo un esame preliminare -

All'improvviso arrivò verso di noi un ragazzo con dei corti capelli neri, una giacchetta blu sopra una camicia rossa. Immediatamente mi parve un giornalista stronzo come tanti altri che avrebbe venduto la notizia della morte di quel bambino senza rimpianti.

- Detective Miller, Ellie -

Si rivolse poi  verso noi presentandosi come Oliver Stevens, una specie di giornalista, come intuii.

- Mi hanno detto che ti avrei trovata qui, perché avete chiuso la spiaggia? -

- Non possiamo dire niente adesso - gli rispose Alec.

- Ho sentito che c'è un cadavere. È stato identificato? -

- Ci sarà una dichiarazione, Oliver - gli comunicò Ellie chiudendo il discorso.

Ci dirigemmo verso la casa dei Latimer e, nel mentre la mia mente studiò tutte le possibili alternative alla morte di Danny ma fui sempre più sicura del fatto che qualcuno l'aveva ucciso, ma chi poteva essere il colpevole?

Una volta arrivati, Ellie si propose per parlare lei alla famiglia ma Alec si oppose perché, sapendo che era una loro amica, avrebbe addolcito la pillola e non si poteva, inoltre le avrebbe detto che molto probabilmente era stato rapito e se fosse stato così dovevamo scoprire chi fosse stato.

Entrammo in casa e ci presentammo alla famiglia che era sconvolta dal dolore:

- Il corpo di un bambino è stato ritrovato sulla spiaggia... -

- È Danny, vero? - domandò Beth ancora sconvolta dal dolore.

- Crediamo che sia il corpo di Danny -

A quella rivelazione Beth cominciò a piangere disperatamente e io avrei voluto abbracciarla e dirle che la comprendevo perfettamente ma lo sguardo serio di Alec mi bloccò: non si poteva alleggerire la pillola, dovevo essere professionale e non farmi prendere dall'empatia.

Una volta che lei si calmò,domandò:

- È caduto, è stato un incidente? -

- Ancora non lo sappiamo con certezza  - le risposi.

- Avete idea del perché sia stato sulla scogliera ieri sera? - si informò Alec.

- Non ne ho idea - rispose Beth.

- Sì, ma era lì - ribatté il signor Latimer.

- Non c'era alcun motivo - ci comunicò Beth.

- Come stava Danny negli ultimi giorni? - mi informai. 

- Non si è suicidato, se è questo che sta pensando - mi rispose il padre di Danny.

- Si comportava normalmente - disse Beth.

- Non lo avrebbe mai fatto, questo è poco ma sicuro -

- E quando lo avete visto l'ultima volta? - indagai.

- L'ultima volta era stato intorno alle nove di ieri sera, era a letto e leggeva - spiegò Beth.

- Non l'ha visto nessuno stamattina? -

- No, lui si alza prima di tutti perché consegna i giornali porta a porta. Ma non si è presentato oggi, ho parlato con Jack è lui che gestisce l'edicola -

- Per caso ci sono segni di effrazione o qualcosa di rotto in casa? -

- No, niente - rispose  il padre per poi chiedere di vedere il corpo per essere sicuro che non fosse lui.

Mentre Ellie e il padre di Danny, che scoprii che si chiamava Mark, si  diressero alla scientifica io e Alec andammo nella cameretta del bambino per studiarla:

- Sei stata brava -

- Grazie, ma avrei voluto abbracciarla. Perché si dev'essere così professionali in questo lavoro? Non possiamo trattarli come degli oggetti, non lo trovo giusto -

- Da che pulpito, ti devo ricordare che tu mi hai trattato alla stessa maniera se non peggio? -

- Sono cambiata ok? Non mi ricordare i miei errori -   ribattei.

Mi misi dei guanti per non lasciare tracce e nel mentre osservai  le varie foto di famiglia:

- A te un giorno piacerebbe avere dei figli o un figlio? - chiesi pronta alla possibile reazione di Alec alla mia gravidanza.

- Cosa? Perché mi fai questa domanda? Non sarai incinta? - chiese sorpreso.

- Sai, ci sposeremo e creare una famiglia è il sogno di chiunque, e poi anche se lo fossi, ne saresti felice? - il mio cuore correva una maratona mentre lo guardai non sapendo come interpretare la sua reazione.

Lui rimase un po' in silenzio a pensare e io fui sempre più ansia per quello che avrebbe potuto dire.

- Non vorrei far pesare la mia malattia anche lui o lei dopo quello che hai dovuto fare te da bambina - disse infine.

Ecco. Questo spiega il suo silenzio, non vuole diventare padre. Dovrei abortire, secondo lui, ma è un progetto che non metterò mai in atto.

- Quindi se fossi incinta dovrei abortire? -

- Non ho detto questo -

- Ma era sottointeso. Sai, ho un ritardo - gli rivelai.

- Sei seria? Di quanto? -

- Quattro settimane precise -

Lui rimase in silenzio e in quegli occhi marroni riuscii a leggere emozioni diverse: paura, sorpresa ma anche un po' di felicità.

Alec dì qualcosa! Lo so che è una notizia inaspettata ma dì qualcosa!

- Allora non dici niente? - chiesi con il cuore che ancora batteva forte.

Alec non disse nulla per un bel pezzo e io fui preoccupata che quella notizia lo avesse fatto sentire male. Ma poi parlò.

- Diventerò padre, ma se non fossi tagliato per questo ruolo? - chiese con il sorriso sul volto. Un sorriso di pura felicità ma anche di preoccupazione.

Io tirai un sospiro di sollievo sapendo che accettò la mia gravidanza.

- Alec Hardy, lo sarai e questo bambino ti amerà come ti amo io -

Alec mi avvicinò a sé e ci unimmo in un tenero bacio.

Tornammo alla centrale e Alec spiegò  a tutti loro le sue ipotesi:

- Nel caso in cui Danny Latimer fosse stato rapito, qualcuno è entrato in casa e se fosse così, come? -

- Se non c'è stata effrazione chi altri ha le chiavi? - riflettei.

- Meglio controllare le telecamere di sorveglianza nel raggio di un paio di kilometri dalla casa. Miller, a te la famiglia. Chi sono e dov'erano -

- Beth ha avuto la più grande, Chloe, a quindici anni, Mark ne aveva diciassette. Madre e figlia erano a casa a guardare la TV e dicono di essere uscite per andare a scuola la mattina dopo. Il padre era fuori per una chiamata d'emergenza, è un idraulico, è tornato a casa verso le tre. Nessuno ha controllato se c'era Denny. La nonna vive lì vicino non si è mossa per tutta la sera l'altra nonna è nel Galles - spiegò.

- Finché non sapremo altro tutto questo deve rimanere riservato. Niente pettegolezzi, avete capito? - avvertì i suoi colleghi Alec.

Poi, una volta che li lasciammo liberi, uscimmo con una nostra collega:

- Vista la natura del caso è meglio affidarlo a qualcun altro -

- No - rispose deciso Alec.

- Non si discute sulle sue capacità, è che non vogliamo che Sandbrook venga tirato in ballo ed è venuto qui per stare lontano dai riflettori -

- No, noi siamo venuti qui per una vacanza, nient'altro questo caso, è capitato all'improvviso - ribattei  senza però citare il nostro matrimonio visto che qui i pettegolezzi volavano.

- Agli occhi del pubblico potrebbe essere vulnerabile, le do un'opportunità per fare un passo indietro. Nessuno la criticherà per questo -

- Il fatto è successo proprio qui vicino, ho conosciuto la sua squadra, nessuno è qualificato quanto me. Sandbrook non mi rende vulnerabile, anzi, mi rende il più adatto per questo caso. Se vuole fermarmi si accomodi pure - obiettò  Alec.

Uscimmo con Ellie che volle sapere di Jenkinson, il capitano, ma lui cambiò argomento:

- Miller, tuo figlio andava a scuola con Danny, lo sa già? -

- No -

- Gli voglio parlare -

- Domani, stasera glielo dico e poi potresti smetterla di chiamarmi Miller? - chiese lei stanca di sentire sempre il suo cognome.

- Perché? -

- Beh, non mi piace usare il cognome, preferirei Ellie -

- Guarda, succedeva anche a me, soltanto di recente ha cominciato a chiamarmi con il mio nome - dissi ridendo.

- Davvero? E perché? -

- Non lo so, è successo quando lui si  sentì male , e all'improvviso mi ha chiamata con il mio nome, vuol dire forse che mi ha perdonata -

- È successo proprio perché ti ho perdonata, Anna - mi rispose lui.

Andammo poi all'edicola per interrogare Jack.

Jack era un edicolante abbastanza anziano con pochi capelli in testa e un abbigliamento piuttosto quotidiano e nemmeno troppo formale.

- Jack, dobbiamo farti alcune domande. Danny, si era presentato questa mattina? - chiese Ellie.

- Ho pensato che fosse malato -

- E succedeva spesso? -

- Succede a tutti di ammalarsi -

- Come stava Danny, ieri? -

- Come al solito -

- Ha notato qualcosa di strano nelle ultime due settimane? -

- Lo vedevo solo quindici minuti la mattina e non sono uno psichiatra -

- Lei è sposato? - domandò improvvisamente Alec.

- No, e lei? -

- Mi stavo per sposare -

- Cosa? - esclamò sorpresa Ellie.

- Sì, Ellie la sera prima lui mi ha chiesto di essere sua moglie e poi stiamo per diventare genitori - le rivelai toccandomi il ventre poco evidente.

- E lo devo sapere così? Quando me lo avreste detto? Sono una tua cara amica, Alec! - dichiarò turbata.

- Non è stata colpa nostra, se non ci fosse capitato questo caso tra capo e collo te lo avremmo detto, però ora, possiamo concentrarci su Danny, per favore. Bene, continui Jack -

- La prima volta che lo avevano portato qui era appena nato, aveva solo tre giorni. Non è giusto! -

Andammo alla scientifica per studiare il corpo del bambino:

- Che cosa abbiamo qui? - si informò Alec.

- Dei tagli superficiali e delle escoriazioni sul viso. Ci sono tracce di liquido per pulizie domestiche sulla pelle. La causa della morte è dovuta ad asfissia, è stato strangolato. Abbiamo escoriazioni sul collo, sulla trachea e all'inizio della spina dorsale la tipologia delle escoriazioni indica delle mani grandi, io penserei a un uomo. È stata una morte brutale, l'angolazione suggerisce che fosse faccia a faccia con il suo aggressore, quindi si è reso conto di tutto - ci spiegò lo scienziato.

- Segni di violenza sessuale? - domandai.

- Grazie al cielo no -

- Ora della morte? - chiesi.

- Tra le ventidue di giovedì e le quattro di venerdì mattina -

Ritornammo a casa dei Latimer per fargli sapere quello che avevamo saputo:

- Noi abbiamo preso visione dei primi indizi e consideriamo la morte di Danny sospetta. Pensiamo che possa essere stato ucciso - comunicai.

- Avrei dovuto controllare prima di andare a letto, se lo avessi fatto... - disse turbata Beth.

- Beth, non è stata colpa tua, tu non  avresti potuto fare niente per Danny - ribadì cercando di rassicurarla.

- Vi prometto che faremo il possibile e troveremo il colpevole, avete la mia parola - aggiunse Alec.

Dopo andammo a mangiare un boccone:

- Alec, vuoi qualcosa? -

- No -

- Devi mangiare, invece, visto che sei magro come un grissino - ribattei.

Entrammo in quel piccolo bar e scegliemmo le nostre ordinazioni che mangiammo in silenzio riflettendo su quanto scoperto oggi.

Rientrati in ufficio avevamo saputo che la morte di Danny venne resa pubblica su Twitter:

- For God's sake , bloody Twittah! - urlò Alec.

- La vita di queste persone è distrutta e a loro la vostra incompetenza ha fatto ancora peggio! Ora che cosa dovremo fare per riguadagnarci la loro fiducia?! Chi l'ha detto al giornalista? - continuò arrabbiato.

Subito la mano, insicura di Ellie, si alzò:

- Temo di essere stata io -

- Tuo nipote - disse Alec.

- Ha visto la sorella di Danny portare qualcosa in spiaggia, io non gli ho detto niente l'ha pubblicato perché è uno stronzo. Lo striglierò e spiegherò tutto alla famiglia - spiegò lei.

Io fui sconvolta e Alec deluso:

- Vattene - disse quest'ultimo ritirandosi nella sua stanza.

Dopo che Ellie uscì dalla stanza, Alec lasciò una dichiarazione all'esterno dell'edificio dov'era già radunata una folla di giornalisti:

- È solo una breve dichiarazione per confermare che questa mattina il cadavere di un bambino di undici anni è stato ritrovato sulla spiaggia di Broadchurch. Il cadavere successivamente è stato identificato e corrisponde a Daniel Latimer che viveva in città. Consideriamo la sua morte sospetta. Le indagini sono in pieno svolgimento e questa sera rilasceremo ulteriori dichiarazioni. Chiediamo ai media di rispettare il dolore e la privacy della famiglia, grazie mille -

Tornammo al nostro hotel dove ci aspettavano, all'angolo bar, quel giornalista da strapazzo e una signora con corti capelli biondi sui cinquant'anni:

- Ho sbagliato a divulgare la notizia, mi dispiace - disse dispiaciuto il ragazzo.

- Dovrei solo strozzarlo con le mie mani. D'ora in poi tutte le notizie verranno vagliate da me. L' " Eco" di Broadchurch collabora con la polizia, parlerò io stessa con la famiglia Latimer e presenterò le mie scuse -

Una volta tornati in ufficio Ellie ci informò che trovò qualcosa nella videocamera di sorveglianza: Danny uscì di nascosto con lo skateboard.

- Ma accanto al suo corpo non c'era lo skate e neanche il cellulare - dissi.

Quel caso stava diventando sempre più interessante.

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