19. Pensieri notturni
Harry raccontò al piccolo Marco tutto lo svolgimento della battaglia di Farsalo, da lui combattuta e il piccolo pendette letteralmente dalle sue labbra per tutta la durata del racconto.
Al termine del discorso, il bambino sorrise emozionato e guardò con occhi incantati quell'uomo che era il padre dei suoi fratelli, ma che mai, prima, gli aveva rivolto la parola.
" Adesso dovresti tornare a dormire, però. Lo so che non hai sonno, ma è ancora presto per alzarsi " disse Harry, riprendendo un po' della serietà che di solito manteneva con il bambino.
Marco annuì come sempre ubbidiente e, dopo aver ringraziato il nobile per avergli raccontato la storia della battaglia, uscì dalla stanza e ritornò nella propria camera.
Harry rimase solo e si sedette sul letto, capendo subito che non avrebbe più dormito.
Riflettè sull'aggressione che aveva subito, ma non vi diede peso, anche perché il responsabile era uno squilibrato convinto di essere il figlio di Giove e non aveva nessun legame con la sua carriera politica.
Nel giro di qualche mese sarebbe stato eletto imperatore e tutto procedeva bene, grazie soprattutto alla nascita dei suoi bambini.
Avrebbe dovuto, a breve, rivelare a tutti la loro venuta al mondo, ma non sapeva in che modo farlo, perché, fondamentalmente, non sapeva che ruolo dare a Louis e che cosa dire di lui.
Scosse la testa nel tentativo di schiarirsi le idee, ma le ingarbugliò ancora di più.
Provò a sdraiarsi nuovamente e a chiudere gli occhi, nel tentativo di riprendere sonno e, in quel momento, gli venne un'idea.
Avrebbe portato Louis e i gemelli al Campo Marzio alla fine del mese e avrebbe iniziato a farli vedere in pubblico senza dire nulla, se non che i piccoli erano suoi figli, poi avrebbe pensato a come comportarsi.
Un passo per volta, questo era il giusto modo di procedere!
Confortato da questa idea, chiuse gli occhi e, inaspettatamente, si addormentò.
Chi invece non riuscì più a chiudere occhio fu il piccolo Marco, che riviveva nella sua mente il racconto della battaglia che Harry gli aveva fatto.
Sorrise tra sè, stringendosi nelle coperte e sognò di diventare un famoso soldato, amato dal proprio esercito e temuto da quelli nemici.
Si immaginò su un bianco cavallo, con un'armatura lucente e poi il sogno finì, perché si ricordò chi, in realtà, fosse.
Allora, sospirò sconfitto e si rannicchiò su se stesso, riprovando a dormire.
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