.46.

I vestiti che misi furono del tutto semplici, ma allo stesso tempo comodi.

quella mattina avevo una voglia di gonna. Così mi presi quella a righe che mi aveva regalato mia sorella un po di tempo fa, insieme a una maglietta grigia, che essendo troppo lunga, feci un nodo al lato, in modo che la gonna si potesse intravedere.

i capelli decisi di lasciarli sciolti. Mi truccai un pochino, e scesi sotto.

-Dove vai? non sono neanche le nove!?- esclamò mia sorella appena aprì la porta di casa.

-Vado a prendermi un frappè al cioccolato, e poi vado dritta a casa di Cara - risposi, acchiappando al volo la borsetta nera che era appesa all'attaccapanni.

- Uno, la gonna e quella che ti ho regalato io? ti sta da schianto. due ricordati che oggi parti.-

ed ecco come una giornata stupenda come questa, poteva diventare una giornata orrenda, al sol pensiero che fosse l'ultima giornata a Sydney.

-Tranquilla, alle 16 sarò qui, e mi potrai accompagnare con Al all'aereoporto.- risposi acida.

-Alcatraz..se vuoi puoi non partire, davvero. Rinuncio al mio lavoro e stò qui con te a Sydney, mentre mamma e papà possono andare a Londra.- disse lei avvicinandosi a me.

mi spostò una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

-Ti prego non chiamarmi più così. Quel nome non è mio. è un nome che non si adatta a me.- feci un respiro profondo, spostando la mano di mia sorella che si trovava sulla mia guancia ora.

-Eh lo sai, che mamma non mi lascerebbe mai qui con te, anche se sei maggiorenne. E poi ho deciso voglio andare in Inghilterra, ho già avuto il trasferimento con la scuola. E tutto pronto. e io non vedo l'ora di partire.- mentì. prima che mia sorella potesse aggiungere altro mi girai e mi avviai verso la gelateria che distava pochi passi da casa di Cara.

arrivata in gelateria presi un frappè al cioccolato. ( anche se di prima mattina non ne avevo tanta voglia, ma volevo fare una cosa diversa dagli altri giorni)

Prima di entrare bussai alla porta, attendendo che qualcuno mi aprisse la porta, ma nessuno venne.

così presi le chiavi sotto lo zerbino, dove Cara le nascondeva spesso ed entrai.

Prima che potessi fare un passo avanti un piatto volò e si infranse contro il muro.

-Ash ti prego smettila!- gridò la voce di Cara. Stava piangendo, perchè quelle parole furono dette a scatti.

Feci per entrare in cucina e vedere che stava succedendo ma due mani mi presero dall'avambraccio e mi spinsero fuori casa.

-Luke!- esclamai abbracciandolo appena il ragazzo si fermò sui gradini dell entrata.

il suo viso, era contorto in una smorfia di disapprovazione, e i suoi occhi non erano azzurri, ma erano di un blu che mi fecero sobbalzare. Allungai una mano per accarezzargli la guancia, lui accettò il gesto, ma poi mi posò le sue mani sulle mie guance costringendomi ad abbassarle.

-Che succede?- tentai di chiedere.

-Cara e Ash... stanno litigando di brutto... non sono i soliti litigi di una coppia, che poi finiscono con baci e abbracci, questo litigio finirà con un grosso addio.- rispose lui senza guardarmi direttamente negli occhi.

Mi staccai da lui cercando di correre in casa ma Luke, fu più veloce di me e mi bloccò tirando la borsetta nera.

-No... peggiorerai le cose- disse, ritirandomi verso di lui.

appoggiò la sua fronte contro la mia e chiuse gli occhi.

Sentì altre urla e altri piatti infrangersi. -Luke io entro.- esclamai staccandomi.

-hey!- esclamò una voce. Mia sorella ci aveva raggiunti per mano con Mikey. quando si sentirono altre urla, sia Aspen che il ragazzo al suo fianco, si incuriosirono.

-Che succede?!- esclamò Aspen evidentemente spaventata.

Luke portò il suo sguardo su mia sorella, senza lasciarmi la mano.

-Ashton ha scoperto che Cara lo tradisce con Jace Royan- rispose, il biondo riportando lo sguardo su di me.

La mia pancia sprofondò, mi sentì come strattonata. Non riuscivo a credere a quelle parole. Cara sembrava pazza di Ashton, come poteva averlo tradito con uno come quel ragazzo che tra l'altro era fidanzato?...

ma certo che poteva. Jace le avrà teso una trappola, l'avrà manipolata come ha cercato di fare con me, ma senza riuscirci.

mi liberai dalla presa di Luke e corsi in casa. Arrivai in cucina, e un piatto volò nella mia direzione, sfiorandomi il braccio, e si ruppe contro il muro dietro le mie spalle.

-BASTA!- gridai a pieni polmoni, e nella stanza calò il silenzio. Cara mi guardò con i sui occhioni pieni di lacrime, e Ashton con un viso pallido, e disgustato.

mia sorella mi raggiunse con Luke e gli altri alle spalle, mi oltrepassò ed andò al fianco di Cara stringendosela in un abbraccio.

-Hai cercato di spiegargli?- gli sussurò Aspen all'orecchio della castana, che scose la testa.

-Ash posa quel piatto, e ascoltami.- disse Aspen con foce fredda. Sentì le dita di Luke posarsi sulla mia spalla.

il castano obbedì e posò il piatto sul bancone della cucina.

-Piantala di fare il gelosone. Cara non ti ha tradito con Jace. Cara non ti ha detto un pezzo importante della sua storia.- continuò la bionda.

tutti gli occhi stavano guardando la scena, soltanto i miei guardarono Luke al mio fianco.

-Jace è suo fratello.-

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

Mi trovavo al parco con Luke al mio fianco. seduti su una panchina, mano nella mano. Ciò che successe dopo la rivelazione di mia sorella scosse un po' tutti, ma portò alla conclusione che io e Luke, essendo i più piccoli in quella casa, dovevamo andarcene a farci una passeggiata mentre gli altri discutevano.

-Tutta quella litigata ci ha portato via tutta la mattinata..- sbuffò il biondo.

-lo so, ma meglio che quella cosa si chiarisca prima che io parta- risposi, guardandolo negli occhi.

lui sciolse le nostri mani intrecciate e sbuffò.

-la puoi piantare di parlare di sto cavolo di viaggio!? Tu non riesci proprio a capire quanto sto male che tu partirai oggi e che forse non ti vedrò mai più!?- ringhiò lui, guardando un punto dietro di me.

-Scusami se mi preoccupo per il mio viaggio! ma io non sono mai salita su un cavolo di aereo! e ora lo sto per fare con mio fratello, e il viaggio mica dura un ora ma ben sì 10 ore- ringhiai alzandomi dalla panchina.

-Lo so quante ore sono! Sono andato in Tour e ti assicuro che ho fatto più ore di viaggio che tu farai. Scusa, ma io non ho per niente voglia di pensare che tra 4 ore te ne andrai a casa per prepararti perchè alle 19 hai il volo e alle 5 di mattina tu arriverai lì a Londra.mentre io sarò qui, più solo che mai.- rispose lui alzandosi in piedi e prendendo le mie mani tra le sue.

-hai ragione. io tra 4 ore devo essere a casa. Ma sai una cosa? io me ne vado ora a casa. Non ho voglia di stare qui, e sentirmi come se il mondo mi cadesse addosso se abbandono questa città! Io voglio essere felice di andarmene!- ringhiai , ritirando di scatto le mie mani tra le sue.

-Hahhah. se è così allora dimostrami cosa vuoi come ultimo ricordo.- rise lui, in modo acido.

lo stomaco mi fece un balzo. e mi accorsi solo in quel momento di star piangendo.

-Ti rendi conto che stiamo litigando per una cavolata?- chiesi, asciugandomi le lacrime.

-Non è una cavolata e la realtà.- rispose lui. si avvicinò a me, ma io indietreggiai.

-Ci vediamo all'aereoporto.- risposi, prima di girarmi e correre a casa.

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