.4.

-Perché mi chiami Alcatraz è non Astrid com'è il mio vero nome?!- ringhia mentre tornavo alla fermata del bus con Luke.
-Perché... senti non ho voglia di dirti il perché!- sbuffó lui rincorrendomi.
-Astrid Castellani!- ringhió una voce dietro di me e del mio amico.
Ci girrammo contemporaneamente.
-Janis!- dissi rivolgendo un sorriso alla mia migliore amica.
-Va al diavolo! Sei una zoccola! - ringhió lei.
Sia io che Luke sgranammo gli occhi.
-Janis... cosa?- blaterai.
-Hai sentito benissimo cara! Come hai potuto!- ringhió con le lacrime agli occhi.
Non capivo cosa mi stava dicendo.
-Cosa...?- chiesi.
Una voce sorridente e acuta arrivó al fianco della mia migliore amica.
-Carelli- ringhiai a denti stretti appena la ragazza mise un braccio attorno alle spalle della mia migliore amica.
-Ma, é un gesto molto crudele da una come te.. sai?- rise la ragazzaccia.
-Va ad attaccati ai pali Carelli.... o preferisci che dica a tutti il tuo vero nome?- ringhió Luke, venendo in mio aiuto.
-Calmati tesoro, qui la colpevole non è solo lei ma anche tu.- rise.
-Come scusa?- chiese Luke corrugando la fronte.
-Andiamo Carelli, lasciamo stare.-Disse Janis ascigandosi gli occhi.
-Bella collana.- pianse Janis, abbracciando Carelli.
Mi toccai il petto e capì tutto.
Janis mi aveva rivelato di essere innamorata di un ragazzo più grande di lei. Ma non sapevo che quel ragazzo fosse Luke. E di sicuro Carelli lo sapeva e ha riempito la testa di Janis con un mucchio di cavolate.
-Ti riaccompagno a casa- disse Luke, distogliendomi dai miei pensieri.
-Perché? - chiesi girandomi.
Ma mi accorsi in quel momento che il bus se n'era appena andato.
-Okay- acconsentì incamminandomi verso casa.
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-Vuoi sapere perché ti chiamo Alcatraz?- mi chiese tutto d'un tratto Luke.
-Si- risposi.
-Va bene. Alcatraz è un'isola a 2,4 km dalla terraferma situata nella baia di San Francisco, (California, negli Stati Uniti), famosa perché sede, un tempo, dell'omonimo carcere di massima sicurezza.

L'isola di Alcatraz (in spagnolo significa "Sula", un uccello marino) porta questo nome perché era popolata da questo genere di animali. È da sempre soprannominata The Rock (ovvero "la roccia"), poiché un'alta percentuale dell'isola è costituita da roccia. Un altro soprannome è The Bastion (ovvero "La Fortezza"), poiché sembrava impossibile ipotizzare una fuga. Ma un giorno qualcuno riuscì ad evadere da quel carcere, e non so dirti come, ma posso dirti chi evase quella prigione, tu le assomigli molto, davvero. Ho letto varie notizie su di lei. - disse lui,giochicchiando con il piercing.
-Chi?- chiesi curiosa.
-Astrid Alcatraz. Per questo l'isola si chiama Alcatraz, e per questo io ti chiamo così. Perché tu sei come quella ragazza che è uscita ad evadere con l'astuzia- rispose lui con un sorriso.
Non sapevo da dove sapeva tutte quelle cose, ma sapevo che per lui era molto importante quel soprannome.
-Sai, non è male Alcatraz, chiamami pure così- dissi facendo un sorriso.
-Mi dispiace per Janis...- disse lui, dopo una lunga pausa.
-Oh. Anche a me.- risposi.
Non sapevo come mai, ma Janis era da sempre stata la mia migliore amica e ora, c'è l'ha a morte con me, per che cosa? Per un errore.
-Carelli le avrà riempito la testa di cazzate su cazzate- brontoló lui, tirandosi il piercing al labbro.
-Sì... ma come mai quando l'hai minacciata di dire il suo nome lei, ha reagito così? - domandai guardandolo in faccia.
-Beh... siamo stati insieme io e lei, e pensavo che io mi potevo fidare di lei e lei di me, difatti mi ha confidato il suo nome. Fin da quando era piccola minacciava tutti se pronunciavano il suo nome.- rispose lui facendomi un debole sorriso.
-Perciò... se io ti chiedo il suo nome me lo dici?- domandai speranzosa.
Lui storse le labbra. -Dipende, belle mutande- ghignó lui.
Affampai immediatamente.
-Senti non è colpa mia!- ringhiai.
-Comunque perché non vuole che si pronunci il suo nome?- chiesi cambiando argomento.
-Perché per lei è un nome ridicolo e non vuole che si sappia.- rispose lui.
Attraversammo la strada.
-Ti va di passare a casa mia?- mi chiese lui.
-Mh... si.- risposi. Non avevo per niente fretta di tornare a casa a litigare con mia sorella per tutto l'accaduto.
-Bene. Vieni- disse lui prendendomi per mano.
Mi trascinò tra svariati giardini delle.case, fino ad arrivare a una casa enorme.
Spuntammo evidentemente da dietro della casa, perchè c'era una piscina enorme. Anzi non sembrava neanche una casa, ma un hotel.
-Luke tu abiti qui!?- chiesi sorpresa.
-Sì, dai che se fai la brava facciamo un bagno in piscina- rispose lui trascinadomi dentro.
-Ma... I tuoi sono a casa?- chiesi guardandomi intorno.
-No. Siamo soli.- rispose lui.
Entrata dentro, la casa era più bella, eravamo nella cucina. Era molto bella e ornata di mobili antiquariati, ma allo stesso momento moderni.
-Saliamo di qui.- disse lui indicandomi le scale che c'erano appena uscivi dalla cucina.
Saliti al secondo piano, c'era un lungo corridoio con tante stanze. Io mi sarei già persa.
Luke mi trascinò nella stanza più lontana di tutte, e prima di entrare notai che al fianco della stanza c'era una sala cinema.
Aprí la porta e mi spinse dentro.
-Lascia stare il disordine- disse lui buttando lo zaino, dove gli pareva.
La sua stanza era grande, quanto la cucina, o forse poco di più. Era blu e verde acqua, col al centro un enorme letto, tutto sfatto.
Aveva la scrivania piena di libri vestiti e videogiochi.
Sulla porta notai un poster, stano, che lui appena notò che lo fissavo lo tolse.
-Roba da maschi- rispose.
Mi sedetti sul suo letto, e immediatamente Sprofondai.
-O mio dio!- esclamai.
-Già! - confermò lui buttandosi sul letto.
Era ad acqua. E soprattutto era caldo.
-Luke ti amo!- esclamai.
Lui rizzó il capo. E io capii subito cosa avevo detto e mi corressi -Di bene! Questa casa è stupenda!-
-Ah!- fece lui con un sorriso.
Lui si buttó sopra di me. -E non hai visto ancora niente- bisbiglió al mio orecchio.
La porta si aprí di scatto e io per la sorpresa lo buttai giù dal letto.
-LUKE!- ringhió la ragazza dai capelli castani, raccolti in una coda di cavallo.
I suoi occhi verdi correvano da me a lui.
-COSA CAVOLO CI FAI A CASA!?- gridó lui rialzandosi.
-Hahah io?! Piuttosto tu che ci fai con questa?- rise la ragazza.
-Genia dell'asino questa è Astrid Castellani.- rispose lui facendo un sorriso falso.
La ragazza si immobilizó come se avesse appena visto un fantasma.
-Aspen...?- brontoló.
-Sì è la sorella.- rispose lui.
-E ora esci!- gridó buttando il cuscino in faccia e chiudendo la porta.
-Scusa ma mia sorella è una rompi.- disse lui ritornando da me.
-Hai sorelle?- chiesi.
-Sì certo. Una per fortuna. lei è Twinky. Conosce molto bene tua sorella, andavano a scuola insieme.- rispose lui.
-O bene- dissi facendo un sorriso. -Dove siamo rimasti?- ghignó lui tornando da me.
Mi Alzai in fretta e furia. -Luke... ho 14 anni.- borbottai mettendo una mano sul suo petto.
-Ah... aspetta ma tu che pensavi?- ghignó lui.
-Mh... che tu ... beh...- ero in imbarazzo e anche tanto.
-Parla su dai.- rispose incrociando le braccia.
Guardai l'ora sul mio polso. -Oh mio dio! Si è fatto tardi devo andare! Ci vediamo domani mattina!- dissi prendendo il mio zaino e mettendomelo sulle spalle.
Iniziai a correre ma lui mi afferró dallo zaino, e mi tiró verso di lui.
-Sta tranquilla, non ti farò mai del male- rise, e mi diede un bacio sulla guancia per poi lasciarmi andare.
Prima che chiudessi la porta lui esclamò. -A dopo e non a domani. Aspettarmi sta notte. E ti prego metti delle mutandine più sexy- ghignó.
Presi il cuscino che aveva tirato a sua sorella in faccia e glielo lancia dentro per poi chiudere la porta e andarmene a casa mia.

N. A
Bella gente. Un favorino vi chiedo. Passate alla storia di GrazyO1 Nives.
Grazie tesori.
jackihungergames.
Spero che vi piaccia la storia.
PS. Luke in realtà ha 2 fratelli ma io ho inserito una sorella.

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