Il leone
Pov Davina
È strano veder sospendere la lezione d'allenamento, ma credo proprio che hanno fatto bene. Ormai questo luogo è distrutto e non possiamo fare più niente, quindi è meglio se vado ad equitazione, o meglio a cavalcare il mio dolce lupo dal manto nero. Si chiama Lucky e ha cinque anni. Il suo nome ha un significato, poiché è nato dall'accoppiamento di due lupi molto diversi: il lupo mannaro e il lupo classico che noi conosciamo, quello che sta a contatto con gli umani. Non è un lupo come tutti gli altri, bensì lui è più grande, più intelligente e molto veloce.
Sento un verso che proviene da Lucky, vuole correre un po'. È da tanto che non lo vedo, sono nata qua e poi mi sono trasferita in un altro villaggio.
Ancora penso a come ci siamo conosciuti, lui era in pericolo perché degli umani lo avevano intravisto e volevano catturarlo affinché potessero prelevare il suo DNA, ma io lo avevo protetto con tutta me stessa, anche se ero una bambina, e mi sono procurata una cicatrice nel polso, causata da un umano col coltello, che porterò per sempre con me. All'improvviso qualcuno mi fa ritornare nella realtà e vedo che tutti gli alunni del primo anno sono arrivati e noto vicino a me Krystal che osserva con stupore Lucky. Lei ancora non ha un compagno di viaggio ma presto lo troverà, ne sono sicura.
Krystal
Oggi Davina mi sembra strana, non riesco a parlare molto con lei ormai. È un po' turbata da quello che ho fatto io durante l'allenamento, ma dovevo difendermi in qualche modo. Dopo aver visto il lupo di Davina continuo a camminare, mentre intravedo da una parte una tigre, bianca e nera, dall'altra una strana creatura gialla piena di piume.
Cerco di toccare una di queste magnifiche creature, ma nessuna vuole una mia carezza. All'improvviso vengo bloccata da delle mani gelide e fredde, che mi impediscono di muovermi.
<<Dove credi di andare, portatrice del caos?>> Chiede con una voce severa. Io giro la testa e noto una faccia familiare, lui è il capo della fazione Aind e devo dire che è un gran figo.
<<Per una settimana verrai isolata da questo villaggio e sarai portata in una foresta piuttosto pericolosa.>> Ok, ora mi sembra uno stronzo.
<<Non ti preoccupi della mia morte? Sono una Liósálfar, perciò sono molto debole caro.>> Adesso non so proprio alzare la voce davanti a questo bestione, dovrò sfidare la natura a quanto pare.
<<Non mi interessa, non devi usare i tuoi poteri per questi scopi distruttivi, ma per scopi benevoli, devi aiutare i tuoi simili.>> Da come ragiona sarà pure lui un Liósálfar, ma non mi interessa. Ad un tratto mi viene un sonno tremendo, quindi chiudo gli occhi e cado nel vuoto.
~~~~~~~~~
Apro gli occhi e vedo attorno a me solo alberi e un serpente accanto a me. UN SERPENTE? OH DIO!
Cerco di alzarmi ma non ho le forze per far ciò, di conseguenza cerco di usare i miei poteri per sfuggire ad un suo eventuale morso, ma sono troppo debole pure per questo.
Devo aspettare la mia fine adesso? Che brutta situazione.
<<Vuoi farmi del male ma non puoi per le tue ragioni. Cosa ti ho fatto?>> Il serpente parla? No, aspetta, sto sognando.
<<Non voglio farmi vedere, però tu mi vedi a metà. Percepisco grande confusione e delusione in te.>> Questa voce credo che rimbomba solamente nella mia testa, il serpente non sta muovendo bocca.
<<Non posso farti niente, perché non ti fai vedere?>> Domando con un po' di curiosità. Il serpente fa un accenno con la testa e pian piano lo vedo allontanarsi e al suo posto entra in scena un leone dal pelo bianco, seguito dal serpente. Un leone con la coda da serpente. Ho visto questa creatura da qualche parte, nel libro di storia, ma essa aveva sul dorso pure la testa di una capra. <<Se te lo stai chiedendo, io sono l'unione tra la chimera e il drago dell'aria.>> Ora si spiega il manto bianco, ma non la sua presenza.
<<Cosa vuoi da me?>>
<<Semplicemente un aiuto. Gli umani vogliono catturarmi ma tu sei un elfo e mi potresti aiutare. Vorrei venire con voi, poiché così posso stare libero nel vostro villaggio e non aver paura di essere catturato.>>
Lui non sa della mia natura evidentemente e io preferisco stare zitta.
<<Chi tace acconsente, portami dentro il villaggio quindi.>> Dice con un tono entusiasto.
<<Sono stata cacciata dal villaggio per una settimana, se vuoi arrivare la dentro devi aiutarmi a sopravvivere.>> La mia non è una domanda, ma un'affermazione. O mi aiuta o non verrà aiutato.
<<Ma io conosco il tuo segreto, umana.>> Ah ottimo, ora mi dovrebbe incenerire. <<Sento che dentro di te scorre il sangue da elfo, sei un'unione tra due specie differenti, come me.>> Ha ragione, siamo simili dopotutto.
<<Conosco un gruppo di cacciatori, ci puoi fare amicizia se vuoi.>> Mi sembra un'ottima idea, quindi accenno un sì con la testa e mi faccio accompagnare verso questo gruppo.
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Siamo nascosti dietro un cespuglio e davanti a me ci sono delle tende. Fuori ci sono tre ragazze e dentro le tende suppongo che ci sono altre persone. Ho paura ad avvicinarmi, ma devo farlo per il bene mio e del leone, perciò esco dal cespuglio e vedo gli occhi di queste persone puntati su di me, e non puntano solo gli occhi ma pure dei fucili. Come se non bastasse loro stanno chiamano i rinforzi e vedo che dalla tenda escono altri quattro ragazzi. Dovrò cercare di ragionare insieme a loro, ma sarà un'impresa difficile raccontare tutto l'accaduto.
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