XXXVIII - Lacrime sul Greto

Lacrime sul Greto

Di gente in gente, tra anguste strade di pura follia, io amalgamerò il pensiero, in nomine della voce mia, alcun sentir della tua mano io non oserò toccare, e non saprò ove fino a quando mi porterà questa povertà d'animo.
Spazzi via persino gli angeli che intorno rendono gloria la poesia che muta tra la mia bocca e l'aria, in una sera d'Ottobre, dinnanzi a pietre antiche, il cui arco assume una postura indegna, la cui passione s'avvale del passato, non riuscendo a credere come può un nobile orologio fermarsi coerente tra la voglia di andar via e rimanere lì seduto, in frantumi, per il resto della mia tristezza.

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