XXXI - Impassione

Impassione

L'aria è funesta, ed io amalgamo nel ricordo che i sogni m'hanno lasciato.
Perché confrontarsi col flusso della notte che mi rese immobile?
Tacciano i rumori, prevale ogni ritmo di esistenza,
perché qui il tutto tace, il tutto rammarica l'unico respiro che tiene veglia i contorni dell'oscurità che ci ingombra.
Essere solitario che dall'alto si commuove, abbi cogniti i dolori che ti resero un uomo,
al tempo stesso richiamala,
i suoi baci caldi riscaldavano il tuo cuore,
e lei lo vide nel tempo al passato in cui le porgesti i tuoi più cari saluti,
se l'una delle tue migliori armi è innocua,
la più inabissata delle tue sofferenze non avrà riparo al sentir beato dell'illusione più passiva; come i tocchi sulla schiena, come il calice da cui bevesti e dal vino che ella ti versò prima di confondere i suoi occhi con la più impulsiva percezione di dover nascondere a te stesso la sua impresenza innata e dissipata nel rovere ove colei celebrò il vostro primo tocco, il vostro primo bacio.

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