LXXXIV - Questo Cielo in una Stanza

Mi hai stordito più delle altre volte.
Quando osservo il mare non punto all'orizzonte,
ma alle sue profondità.
C'è qualcosa che richiama l'armonia nell'aria; "un rumore meno assordante" - fu proprio questa la tua risposta. Ma io continuo a portare con me il tuo miscuglio di cose, la tua illuminazione.
Un rumore docile, cauto e, catastrofico.
Avresti dovuto dirmelo, sai ?
Non si ha piena cognizione degli avvenimenti, ma questa pena, questa non meno eleganza di accendermi una sigaretta mentre il mondo dorme, per me non è altro che un rumore interno, diretto all'addome, all'incapacità di descrivere lo spazio intorno e mille altre cose, le verità che fuggono ed io che le slego per far sì che fuggano, verità scomposte, esposte in queste profondità distorte.

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