LXIX - Malinconia Innevata
Ed erano così fredde,
le lenzuola prima che partissi,
non ho che giorni dispari,
infarti di mancanza.
Il tuo eco mi è rimasto in testa,
e quando non si fa sentire
ho spesso crisi di astinenza,
l'assenza non è più mancanza
in questa solitudine bastarda.
Erano due occhi impavidi,
i suoi così lucidi erano dentro ai miei,
"La bellezza passa" disse lei,
ma ora non ho che la malinconia
in questi giorni pari,
drammi alcolizzati, baci trapassati,
ed io continuo a convincermi che verrai domani,
guardandoti nei riflessi invecchiati
in questa bottiglia degli anni ottanta,
sempre più convinto di stringerti domani,
e qui son già passati dieci anni,
tu che sei la mia luce fissa,
in quelle meraviglie che ora osservo in lontananza.
Quante volte nei miei occhi ha nevicato,
e ti scioglievi senza che chiudessi le mie palpebre,
e quante volte nel mio inverno tu hai cantato,
la voce mi ricostruiva impoverendomi da queste tenebre, la cui notte mi ha imprigionato.
Sempre più vere sono le sue braccia,
non so per quanti anni io lo faccia,
ma chiudo gli occhi solo per sentirne la mia faccia calda,
in questa primavera che tanto scolpiva
il suo sorriso,
ed io che morivo,
ed io che mai più avrei sentito il suo rumore appartenere al mio.
Ed erano così fredde,
le tue lacrime prima che sparissi,
non ho che giorni dispari,
foglie di ricordi
che dalla finestra cadono nella mia stanza.
Il tuo eco che ancora mi è rimasto in testa,
io che giudicavo le tue crisi di astinenza,
là dove l'eco tuo si placa,
sola e distratta è questa malinconia innevata.
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