LIV - Mio Signore
Mio Signore
C'è un'altra stanza
che ci aspetta
una doccia fredda
lividi sul volto
ed una mente acerba
mi raffiguri
sono la venere
di questa merda
riempita dai vostri vomiti
saranno gli unici colori
a ricordarvi
dopo la vostra deturpante assenza
maledetta tempesta,
ah, maledetta tempesta !
-
"Paul, mi sta ascoltando?
Le ho solo chiesto un parere riguardo l'innocenza di questa "poesia" affamata di vergogna ... vergogna ... VERGOGNA".
AH, VERGOGNA!
-
A voi lettori,
voi che insanguinate più di me,
voi che divorate più di me,
la prigionia del mondo,
la non libertà mentale di esporsi
troppo alle mura dell'universo.
Ho fatto del mio dramma la vostra pietanza,
ed ora fatto di sostanza,
aspettatevi di vomitare polvere
su questa carne putrefatta.
Zero cristi
cedo questi sguardi tristi
che mi incollano
su questa sedia
a far fuoco alle parole
su sorrisi finti
si frantuma alla mia vista
potessi mostrarti
quanto l'ho vista
col sangue
a tagliarsi nel freddo
ogni pezzo
strappato dal vento
è per questo
che ho spento
il cielo
nel confidarsi con una stella
nauseato dal dolore
ispirando
questa gente a costringerlo
nel mangiare con l'orrore
sulle loro facce
riempite da questo sporco
come il cuore che c'ho dentro
ho solo un sogno da regalarvi
ma è riempito di cemento.
Maledetta stella, la poesia è infetta.
Infetta come questa mela,
più la guardi
è più la sbrani
dall'interno
come questo inverno,
che ci accarezza e ci trascina
ad un passo dal gelo,
ad un passo dal suicidio
diglielo
chiudi gli occhi e diglielo
quanto soffri
prima di questo incontro
la mia mente ha fatto un viaggio corto
ero in cima
in crisi d'astinenza
gridavo dall'alto
e l'unico indumento
era il foglio che scolpiva
il rimorso in questi sensi fermi
battevo gli occhi
ma restavo a perdermi
per il troppo freddo
l'ultimo respiro
ho pregato Dio, ho pregato Dio,
ho pregato Dio, ho pregato Dio.
Paul c'è qualcosa che in te non riesco a dipingere,
come se un colore dal mio pennello divenisse nero nel toccare questo volto così illuminato...
È una luce celestiale!
Hai chiamato tu, tutti questi angeli ?
Sono tutti in fila, aspettano il loro turno per osservarti,
ma ognuno di loro tende con la loro mano a cercarti dentro.
Ti aprono la bocca ed è come se volessero iniziare a cercare da lì, riescono addirittura ad infilarci anche loro braccia.
A me sembra tutto così vuoto... così vuoto... COSÌ VUOTO.
È tutto così vuoto vero?
lo speravi davvero?
È tutto così vero?
Vero, vero, vero.
Ferma questa melodia, mi sta opprimendo,
io non voglio più morte, il volto in questo volo attratto dallo schianto.
Cammino, cammino, ma pur camminando dov'è che sto andando ?
M'è stata data una speranza, ma io cammino a piedi scalzi su queste rocce bruciate anch'esse dalla mia stessa infanzia.
Appariva una figura su di uno strato, era forse un matto anch'egli ?
Aveva splendide ciocche di capelli così biondi, colui era un uomo, era una statua eretta, ma il suo cuor così vibrante, alterava in me la consolazione di chiedergli un perdono.
E così fu.
Ero inginocchiato dinnanzi ai suoi piedi, sporchi di oscurità come la terra di questo posto.
- Dove sono, è colui a condurmi qui?
- Faccia questa domanda ad altri esseri che sono stati qui.
Sono tutti sepolti ed invecchiati, cremati anch'essi dal caldo consono di questa stanza.
- È un panorama stupendo, ma chi sono quelle vite?
Le ha viste tutte schiantarsi da quella cima?
- Sì, mio caro uomo, questa è la stanza di coloro che hanno visto Albe Strazianti.
Ora però voglio chiederti di fare una cosa, forse quella più importante, al fine che tu proverai a riaccendere quel lume che ti è stato negato.
Vai da loro, ne vedranno ne udiranno i tuoi passi.
Spogliali dai loro indumenti e guarda le loro mani.
Risalirai questa cima a piedi scalzi, ma spogliati quanto loro, tenderanno a macchiarti, dal sangue insidiato, grida di sconforto ti confonderanno.
Tu risali in cima, a piedi scalzi,
ora vai, e non voltarti indietro.
È proprio la pena, a chieder pena della tua sgretolante anima.
Non sono il tuo angelo mio caro Paul,
sei stato tu a mandarmi qui,
mi hai rigettato più volte nel fiume di Acheronte,
pensando di non rivedermi,
ora persino non mi riconosci.
Io sono la tua ragione, e quei maledetti corpi sono pezzi d'anima che tu hai solennemente distrutto.
Ora marciscono per te e tu l'hai finalmente visti.
L'ultimo pezzo d'anima dannata stava ora andando perso, ma hai pregato Dio sino all'ultimo respiro.
Ed io ora sono qui, meriti anche tu di essere salvato.
Hai mai provato a descrivere le note estese della tua felicità?
Tu nuoci nel limbo da quando qualcuno provò a mostrartelo.
Di cosa ti nutrivi?
Cos'è mai la resa di un uomo?
E le tue lacrime pensavi davvero andassero perse in quel torrente?
Io le ho viste tutte,
la ragione ha pianto per te.
I mari più sommossi ti imploravano di smettere.
Le nubi più oscure imploravano te di arrestare qualsiasi tempesta.
Siamo tutti con te, non voltarti indietro.
Udirai ancora quelle voci, il tormento immediato che ti riporterà ancora una volta qui, a commemorare questi corpi stanchi quanto te nell'aver creato forse uno dei panorami poetici più maledetti e dannati che io abbia mai visto.
Ora non voltarti indietro,
qualcuno ci sta inseguendo,
non voltarti indietro,
quel nome sarà per sempre dentro di te,
la salvezza è nel tuo senno,
ed il calore è la ragione che non t'ha mai perso.
Il Dio a cui tanto pregavi ti sta aspettando,
ora non voltarti indietro.
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