1.
A Barkersville la notizia si sparse in fretta: William Orwan e Mike Sulley scomparvero nell'autunno del 2007 senza lasciare tracce.
«E proseguono le ricerche per i due giovani scomparsi nei nostri boschi, ma di loro non c'è traccia. Se qualcuno ha informazioni per aiutare le indagini, è pregato di recarsi dalla polizia il prima possibile» disse la telecronista.
Amanda Fall singhiozzò e spense la TV. Nel pomeriggio, lei e il gruppo di ricerca sarebbero tornati nei boschi per un ultimo tentativo. Lo sceriffo non aveva intenzione di dedicare più di un paio di giorni a quello che lui giudicava come un'avventura giovanile. Era convinto che si sarebbero fatti vivi nel giro di una settimana. Amanda, che riteneva di conoscere Mike come le sue tasche, sapeva che lui non si sarebbe mai messo in testa di fare scherzi simili.
Si asciugò le lacrime, prese il suo zaino e uscì di casa, il piatto ancora intatto sul tavolo. Come avrebbe potuto mangiare quando il suo fidanzato era dato per scomparso?
Al raduno incontrò Betty, John e Dean. Ridevano tra loro come se niente fosse.
«Oh, eccoti, Amy! Mancavi sol tu all'appello» le gridò Betty, andandole in contro. «Dean, vai a dire allo sceriffo che possiamo partire se vuole.»
Erano una trentina in tutto. Il terreno da battere era molto, perciò si divisero in gruppi e partirono. I quattro ragazzi, che rimasero insieme, dovevano arrivare fino al limitare del bosco, dove iniziava la vera e propria montagna.
«Ragazzi, attenti a dove mettete i piedi. Le foglie cadute nascondono buche e spine a non finire.» John, come a confermare le sue stesse parole, inciampò e, se Dean non lo avesse afferrato in tempo, sarebbe rovinato a terra in malo modo.
«Ecco, appunto.»
Nessuno rise, sebbene in una situazione diversa sarebbe risultata una situazione divertente.
«Hey, Amy, stai tranquilla. Sono certa che li troveremo. Mike e Willy sono ragazzi in gamba, staranno bene.» Amanda guardò Betty con gli occhi lucidi.
«Devi farti forza e reagire! Dobbiamo trovarli, ma per farlo ci serve concentrazione o finiremo per perderci anche noi tra tutti questi alberi.» La voce di Betty era gentile. Amanda pensò fosse la stessa che si rivolge a una bambino piccolo o a un animale domestico. Accennò un sorriso, poi si distaccò dal gruppo e camminò poco distante da loro.
Aveva l'impressione che il bosco fosse infinito, con i suoi alberi alti, gli insetti colorati e i funghi che sbucavano sotto qualche foglia. Lei lo aveva sempre amato grazie a suo nonno che la portava a raccogliere i finferlì, i porcini e foglie particolari da far essiccare tra le pagine dei libri.
In quel momento lo detestava con tutto il suo cuore.
Qualcosa di inusuale attirò la sua attenzione sul terreno brullo che stava percorrendo: una piuma. Amanda si piegò a raccoglierla. Era enorme. Era certa si trattasse della piuma di un gufo, ma non ne aveva mai viste di così grandi. Mettendo la sua mano lì vicino, strabuzzò gli occhi nel vedere che era il dubbio del suo palmo.
«Amy, hai trovato qualcosa? Stai bene?» gridò Dean, accorgendosi di lei. Il gruppo le si avvicinò subito. Lei fece appena in tempo a nascondere la piuma nella borsa prima di vedere i suoi amici intorno a sé.
«Credevo di aver trovato un indizio, ma mi sono sbagliata. Io... vorrei tornare a casa, se per voi non è un problema. Sento le forze venire meno.»
«La accompagno io» si propose Betty.
I quattro amici si guardarono, si abbracciarono e in men che non si dica il gruppo si divise.
Amanda pensava che sarebbe stato più difficile e che avrebbero insistito un po' di più. Forse non se la sentivano di avere Amy nel gruppo di ricerca, forse pensavano che avrebbe rallentato i due ragazzi. Betty era visibilmente sollevata per il ritorno a casa. D'altronde, non era mai stata una ragazza da passeggiate nel bosco. Lei, che indossava i tacchi pure per andare a prendere un caffè o che si sentiva a disagio senza fondotinta, di scarponi per la montagna non ne voleva sapere. Amy, al contrario di lei, a mala pena conosceva la parola "tacchi" o "fondotinta". Ogni tanto si chiedeva come mai fossero arrivare a diventare amiche e come facessero ad andare d'accordo.
Poco lontano da loro, i due ragazzi continuavano a battere terreno e a chiacchierare del più e del meno. Come Amy, John e Dean amavano il bosco. Non avevano seguito i due dispersi qualche giorno fa solo perché entrambi dovevano lavorare. Forse, per una volta, il cantiere aveva fatto loro un favore.
Forse.
«Hey, John. Guarda là.» Dean indicò alcune strisce gialle della polizia tra gli alberi. «Siamo vicini alla casa di Willy. Ci conviene provare a guardare dentro per vedere se troviamo qualche suggerimento.»
«Non pensi che la polizia abbia già trovato il necessario per le ricerche? Avranno ribaltato tutta la casa.» il cipiglio scettico di John non fermò Dean.
«Allora se tu non vuoi entrarci, andrò da solo. Tu potresti fare un giro nei dintorni. Magari sul serio qualcosa è sfuggito qualcosa alla polizia. Dopotutto, sono pur sempre uomini.»
John, dubbioso, fece un cenno con il capo. Un urletto stridulo spaventò Dean. «Che diavolo è stato?». Si girò nella direzione dell'amico con un'espressione interrogativa. John sghignazzava come un ragazzino.
«Se i fantasmi di Willy e Mike verranno a cercarmi, urlerò così.» Ridacchiò ancora. «Almeno saprai che li ho riconosciuti.»
«Guarda che non c'è niente da ridere, idiota! Ora va a scodinzolare tra gli alberi che è meglio.»
Dean estrasse dalla tasca le chiavi della baita. Una volta varcata la soglia, John rimase solo con natura. Sospirò , sconsolato. Se proprio doveva starsene là fuori da solo, tanto voleva fare un giro.
Non si allontanò di molto. Procedeva a passi lenti tra il fogliame. John amava godersi il suono che quello scalpiccio provocava. Inoltre, non se la sentiva di schiacciare qualche coleottero o cerco volante. Sentire gli scricchiolii di un insetto calpestato gli provocava brividi di orrore.
Si fermò vicino a un albero per una piccola sosta: qualche ciocca di capelli gli era sfuggito dalla coda e gli ricadevano sugli occhi. Non erano abbastanza lunghi da tenerli sempre scelti, ma neanche troppo corti da riuscire a legarli bene.
Proprio lì, in quel punto, tra il fogliame qualche striatura biancastra attirò la sua attenzione. Era frequente trovare i peveracci, i funghi piccanti che lui amava, vicino ai tronchi. Li raccoglieva ogni volta che poteva e questa non faceva eccezione. Si piegò sulle ginocchia e scostò le foglie cadute. Dei funghi non c'era traccia. John trovò solo una piuma. E che piuma! Era lunga, morbida e più grande che avesse mai visto in quel bosco. Era la piuma di un gufo, ma poteva anche sbagliarsi vista la dimensione. Eppure... eppure i colori coincidevano: le striature bianche e marroncine erano inconfondibili.
Crack.
Crick. Crack. Silenzio.
«Dean, che ti avevo detto! Nella casa non avresti trovato nulla. Dovevi darmi ascolto quando...»
John si girò. La sua espressione cambiò da sorpresa, a sbigottita a impaurita in un attimo.
«W...Willy, sei tu?» chiese, balbettando. John vide il sangue che macchiava i vestiti dell'amico perduto e vide il suo volto emaciato, orrido. Gli occhi erano di un giallo acceso innaturale.
«Che ti è successo?»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top