Un senso di colpa infinito
Correvano e respiravano profondamente, non capendo cosa stesse succedendo. Tutto così in fretta. Tutti così confuso. Albus non poteva crederci, il suo sogno s'era avverato un'altra volta, e aveva permesso al ladro di interagire con lui tramite il pensiero.
La Sala Grande era affolata di studenti, alcuni addirittura feriti. Albus non capiva il motivo di tutto.
"Ron! Albus!" La McGonagall andò dai due, parlando col fiatone.
"Come state? Era lui, mi hanno avvertito, stanno venendo degli Auror per spegnere le fiamme..."
Rose si mise a piagnucolare sulla spalla di Scorpius.
Luna curava le ferite di Ron, aveva un taglio profondo sulla guancia.
Alcuni alunni si curavano a vicenda, o con l'aiuto di un professore.
Lo sguardo di Al indugiò su un velo bianco, sotto doveva esserci una persona, pensò. Non poteva essere....
"Professoressa, c-cosa c'è lì sotto?" Domandò timidamente.
La preside non parve convinta di rispondergli, ma poco dopo, con le lacrime agli occhi, disse "Godys McDonald"
"È... è... m-morto?" Albus balbettava.
La McGonagall non parlò, e quel silenzio fece capire ad Albus che il suo compagno di stanza era veramente morto.
Dopo alcuni minuti, ritrovò la forza di parlare.
"Cos'era quell'urlo?"
"Roxanne Weasley... è morta poco dopo l'arrivo dell'uomo"
Albus, senza dire niente, uscì dalla Sala Grande, lo sguardo perso nel vuoto. Oltrepassò la soia del portone di quercia e si mise seduto, scoppiando in lacrime.
Non poteva accettare tutto questo... Non poteva. Una tranquillissima giornata ad Hogsmeade era stata tragicamente rovinata dal ladro della Bacchetta di Sambuco, portando la morte del suo compagno di stanza e sua cugina.
Si strinse le gambe, la testa appoggiata sulle ginocchia. Voleva chiudersi in un buco nero, aveva quella sensazione di vuoto.
La cosa ancora più grave era che del sogno non ne aveva parlato con nessuno, e rimpianse questo, doveva dirlo, forse non sarebbero andati ad Hogsmeade.
Ma il dolore della perdita di Godys e Roxanne era incrontrollabile. Aveva la stessa sensazione dopo aver visto la Umbridge uccidere Neville.
Gli Auror stavano arrivando, e il ladro? Era scappato? Dove?
"Albus" Luna Lovegood si mise seduta accanto ad Albus, le lacrime agli occhi.
"Albus..."
"L-Luna" Non la chiamò nemmeno professoressa, non aveva voglia di rispettare nessuno.
"Tu non sai cosa è successo nella Seconda Guerra, Albus... Io l'ho vissuta e l'ho combattuta, ho visto persone morire davanti ai miei occhi, ho visto Lord Voldemort torturare il ragazzo che quasi mi piaceva... e lo sai cosa ho fatto per avere la forza di andare avanti?"
Albus la guardò negli occhi, si asciugò le lacrime con la manica della veste e balbettando disse "C-co-s-sa?"
"Ho capito"
"Non afferro... "
"Devi capire tutto questo, capire è il primo passo per accettare, e solo accettando si può andare avanti"
Albus la fissò negli occhi.
"E se non capisco?"
"Rimani intrappolato in questo crudele presente"
"Luna... hai mai sentito quella sensazione di avere un indizio fondamentale per risolvere una cosa, e tu quell'indizio te lo tieni per te, non dicendolo a nessuno? Ma che sto dicendo? Nessuno può provare questa sensazione..."
"Spiegati meglio"
"I-io ho sognato tutto questo, ho sognato l'urlo e l'esplosione ad Hogsmeade, e non l'ho mai detto a nessuno, e non so il perché" Altre lacrime invasero il suo viso.
Luna, delicatamente, gliele asciugò col dito, passandogli la mano sulla guancia.
"Forse non volevi creare altri problemi"
"Non lo so... Non ne ho parlato nemmeno con i miei due migliori amici"
"E perché ora me ne hai parlato?"
"Perché giuro, qualunque cosa direi, non mi farebbe né bene né male, perché ora mi sento malissimo, e più di così, non si può"
Luna cercò di dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono soltanto parole incomprensibili.
"Potevo salvare due vite, potevo evitare tutto questo! È tutta colpa mia!" La rabbia di Albus era alle stelle, stringeva talmente i pugni che le sue unghie affondarono nella carne.
Si alzò, Luna lo imitò.
Si abbracciarono, e i due percepirono quasi i sentimenti dell'uno e dell'altra.
Entrarono in Sala Grande, e l'atmosfera era la stessa di pochi attimi prima: tristezza, paura e confusione.
Elly andò in contro ad Albus, e, dopo essersi guardati per un paio di secondi dritti negli occhi, si abbracciarono.
"Mi dispiace" Sussurrò lei al suo orecchio.
"Anche a me" Albus la strinse a sé, adorava gli abbracci in queste situazioni.
Dopo alcuni minuti, una decina di Auror fecero irruzione nella Sala Grande. Uno di questi era Harry Potter.
"Minerva!"
"Oh, Harry!"
"Dobbiamo sbrigarci, dei centauri hanno avvistato un uomo Smaterializzarsi su sulle montagne" Disse lui frettolosamente.
"È lui, stavamo ad Hogsmeade per una giornata di riposo... Si è presentato su una scopa e ha incendiato delle case con l'Ardemonium, io ho portato la maggior parte degli studenti al sicuro nel castello, Ron, Albus ed alcuni professori sono rimasti a combattere"
Harry non mosse un sopracciglio al nome di Albus, in fin dei conti, avrebbe anche potuto aspettarsi che suo figlio avesse avuto coraggio per lottare contro il ladro.
"Qualche morto?" Chiese lui, mentre degli Auror controllavano la Sala Grande.
La McGonagall indicò il velo bianco di Godys McDonald a due passi da loro, e, poco più lontanto, un'altro velo.
"Posso vedere?"
La preside annuì debolmente.
Dopo aver scoperto il velo che copriva Roxanne, Harry si alzò di scatto, ed Al poteva giurare di vedere delle lacrime scendergli sulla guancia.
"La sitazione si è calmata, Minerva, degli Auror stanno sorvegliando il castello" Disse Paul Bigassy, il padre di Luxurum Bigassy.
"Tre dei nostri colleghi sono stati pietrificati, eccoli quì" Aggiunse.
I tre Auror che stavano sorvegliando Hogsmeade entrarono in Sala Grande, sembravano confusi.
La McGongall si avvicinò a loro.
"Cos'è successo? Come avete fatto a distrarvi?!"
"N-non r-ricordiamo n-niente" Sibilò uno di loro.
"Merda! Gli hanno tolto anche la memoria!" Sbraitò la preside.
"Minerva, noi andiamo, potrebbe essere ancora nei dintorni" Disse Harry, la tristezza in volto.
Se tutto questo era terribile, non era niente in confronto alla disperazione di George.
Sua figlia era morta, e il dolore era paragonabile alla morte di Fred. Aveva gli occhi enormi, lucidi, fissi sul corpo della giovane.
"C-chi ha portato il corpo?" Chiese Scorpius. "Il professor Frigan, credeva che fosse svenuta" Sibilò Patrick Finnigan gelido "Godys è... è... morto d-diss.. dis-dissanguato" Patrick era il migliore amico di Godys, non piangeva e non parlava, ma Albus pensò che il suo cuore stesse facendo un casino assurdo.
Secondo lui, era tremendamente in colpa per tutto ciò, la rabbia e la tristezza si trasformarono in lacrime infinite.
Le fiamme furono spente in pochissime ore: cinque.
Al non disse niente a Scorpius e a Rose, fino a quel momento del sogno ne aveva parlato solamente con Luna.
Il giorno seguente la McGonagall fece un discorso di parecchi minuti nella Sala Grande - le rughe di tristezza di tutti quegli anni e le lacrime che le solcavano il viso - in memoria di Godys McDonald e Roxanne Weasley. Annunciò che Hogwarts sarebbe stata chiusa, e sarebbe stata riaperta solamente quando la situazione si sarebbe calmata, settimane, mesi, anni, Albus questo non lo sapeva, ma l'unica cosa di cui era certo, fu che di tutto questo la colpa era, indipendentemente dal ladro, solamente sua, sua e sua.
***
Ps. Scusate per eventuali e probabili errori ortografici.
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