Tutto in un'ora

Albus sentì qualcosa di metallico toccargli la schiena mentre ruotava a tutta velocità. Stringeva la mano di Connor, fregandosene degli affilati artigli che premevano sui suoi polpastrelli. Sentì lo stomaco restringersi e poi si lasciò andare: vomitò. Non seppe dove il vomito andò a finire, e nemmeno lo voleva sapere. Dopo quelli che avrebbero potuto essere dieci secondi, atterrarono violentemente su della terra umida e fresca. Il loro volto era rivolto verso il cielo cosparso di stelle. Quel posto era pieno d'alberi...

"Aaaaaaaahhhhhh" Connor stava urlando e ululando dal dolore, mentre i suoi peli diminuivano sul suo corpo. Anche la sua massa corporea diminuì, e gli artigli sparirono, lasciando spazio a delle semplicissime unghie umane. Dopo alcuni secondi di urla e spavento per Albus, Connor ritornò umano, sospirando in una maniera pazzesca.

"La Smaterializzazione... mi fa tornare... normale..." Disse tra un profondo respiro e l'altro.

Albus lo guardò, poi si rimise a guardare le stelle, sperando che tutto quello che era accadutto fosse solamente un sogno.

"Dovete spiegarmi tutto... come cavolo siete arrivati lì?... E come sapevate che io ero lì? Sapete che posto era quello?"

Il volto di Connor, che pochi attimi prima era stanco e un po' addolorato, come tre anni prima nell'aula di Pozioni, diventò gelido, come quello di sempre.

"Scorpius..." Albus lo chiamò, visto che ancora non aveva parlato. Si udirono solamente i pesanti sospiri dei ragazzi.

"Scorpius" Si mise su a sedere, cercando di vederlo bene.

"SCORPIUS!" Si alzò di scatto e si mise in ginocchio accanto a lui, guardando terrorizzato il coltello del ladro infilzato nel punto in cui ci avrebbe dovuto essere il cuore.

"Oh no... Oh Scorpius... Andiamo!" Lo strattonò con forza, prendendolo a pizze e agitando la testa per vedere se ci fosse qualcuno che lo potesse aiutare.

"Oh no! Non respira!" Le lacrime in volto lo stavano divorando.

"Connor... Connor... No... Aiutami... Ti prego. Scorpius... non morire... no..."

Connor, con una calma incredibilmente inquietante, si alzò e si mise in ginocchio accanto a Scorpius. Borbottò qualche incantesimo, e il coltello, metà infilzato nella carne e metà fuori, si staccò, come una foglia si staccava da un albero. Levitò per alcuni centimetri finché lo prese e lo buttò da una parte. Mentre Albus ripeteva "Scorpius" sottovoce per quelle che avrebbero potute essero cento volte, il Serpeverde toccò delicatamente il polso di Malfoy. Rimase quasi venti secondi fermo in quella posizione.

"Allora, cosa c'è? Cos'hai scoperto?" Chiese rapidamente Albus disperato.

Connor si alzò, levò la bacchetta a mezz'aria ed evocò un Patronus, che ovviamente era un bel lupo. La figura argentea prese la rincorsa e poi sparì dietro gli alberi, verso Hogwarts. E proprio in quel momento Albus capì che si trovavano nella Foresta Proibita.

"CONNOR! COSA STAI FACENDO?" Albus stava per svenire: si sentiva malissimo. Gli importava solamente di Scorpius, una grande macchia rossa che colorava la sua maglia grigia, sulla parte del petto.

"Albus..." Connor mantenne sempre quel viso gelido, ma i suoi occhi si stavano colorando di un grigio spettrale e il volto di un giallastro inquietante "Scorpius è morto"

Sentì qualcosa dentro di sé cadere, cadere e attraversare la terra, lasciarlo per sempre. Il suo volto si imbiancò all'improvviso, i suoi occhi si gonfiarono ancora di più di lacrime, e in quel momento voleva morire anche lui. Il suo cuore sembrava battere a rallentatore, mentre posava dolcemente gli occhi sulla sagoma senz'anima di Scorpius Hyperion Malfoy, la bocca e gli occhi chiusi, come se fosse caduto in un lungo sonno. Le sue braccia erano spalancate, come in segno di arresa: ma Scorpius Malfoy non si era arreso, aveva combattuto, aveva salvato Albus.

Sembrava alla presa con concetti troppo complicati: Scorpius morto... Impossibile. E invece era vero, era tutto vero, incredibilmente vero. Sentì una scossa che gli percorse tutto il corpo, poi si sdraiò a terra, scoppiando in lacrime silenziosamente, trattenendo uno sfogo che avrebbe fatto allontanare anche un gruppo di Centauri.

"Albus..." Connor si alzò "Devo dirti una cosa, una cosa che cambierà tutto questo, almeno credo, e forse spero"

Albus lo guardò, scrollandosi di dosso la terra che lo ricopriva.

"Dopo avranno tempo le spiegazioni. Sta arrivando Rose, possiamo cambiare tutto"

Albus non capiva, peraltro aveva in mente solamente il volto di Scorpius, un guerriero che non meritava per niente la morte.

"Quando arriverà ti spiegherà" Finì gelido.

I secondi si dilatavano velocemente, e poi lo udì: un rumore proveniente dal castello, come un forte fruscio di vento. Albus si alzò lentamente a guardò nella direzione da cui proveniva il rumore: era Rose in sella ad una scopa. Atterrò accanto ai tre, poi guardò Scorpius. Lo fissò per quella che sembrava un'eternità, gli occhi gonfi di lacrime.

"Elly mi ha detto tutto. A-Albus possiamo c-cambiare tutto questo... p-possiamo tornare indietro e far si che S-scorpius non muoia" Disse asciugandosi le lacrime.

"C-cosa stai dicendo?" Albus era confuso e spaventato.

Rose lo guardò per alcuni secondi, poi fissò la ferita sul collo. Scosse la testa e posò lo sguardo sulla sua veste, poi frugò dentro la tasca del jeans; ne tirò fuori una catena d'oro molto lunga e sottile.

"Un giro dovrebbe andar bene" Sussurrò. "Connor, Albus, venite qui" Disse in tono febbrile.

Preso da una confusione pazzesca, si avvicinò alla cugina, perplesso. Rose teneva la catena tesa davanti a sé, dove penzolava una piccola clessidra scintillante, sempre d'oro.

"In tre non c'entriamo, andate voi due, io vi aspetto qui"

Passò la catena attorno al collo di Albus e poi a quello di Connor.

"Siete pronti?" Disse Rose mentre si asciugava le lacrime dagli occhi.

"Per cosa? Cos'è quest'aggeggio che ci hai messo?" Chiese Albus confuso. Connor fece girare la clessidra una volta, delicatamente. Il buio si dissolse, ed Albus ebbe la sensazione di volare all'indietro, a grandissima velocità, nuotando in un mare di colori oscuri. E poi eccoli di nuovo lì, nello stesso punto di prima, esattamente dove si erano Materializzati, ma non c'era né Scorpius, né Rose: c'erano solamente Albus e Connor.

"Ma cosa..."

"Siamo tornati indietro nel tempo" Sibilò gelido Spartamus sfilando la catena d'oro dal collo di Albus "Di un'ora esatta"

Albus cercò a tentoni il proprio braccio e lo pizzicò forte. Gli fece parecchio male, il che parve escludere la possibilità che si trattasse di un sogno alquanto strano.

"Questo è un GiraTempo, è di Rose, credo che glielo abbia dato la McGonagall. Non parlarne con nessuno"

Albus, che voleva prendere la situazione in mano, scosse la testa e disse "Bene"

Ma come faceva Connor Spartamus a sapere che quello era un GiroTempo? Perché aveva chiamato proprio Rose? Si conoscevano?

"Un 'ora fa ti trovavi in Sala Comune..."

"Un'ora fa..." Cercò di ricordarsi "In Sala Comune... sì... ma come fai a saperlo e... Connor, c'è la luna piena, non dovresti..."

"No, sono sempre il Connor che si è Smaterializzato, e nella Smaterializzazione torno normale. L'altro Connor si trova ad Hogwarts, e non si trasformerà finché non si è Materializzato in quel salotto, perché io mi sono trasformato in silenzio in quel salotto mentre tu e il ladro lottavate... è un po complicato, ma ora dobbiamo prendere una Passaporta"

"La Passaporta che ho preso io... quel rubinetto?"

"Esatto. Dobbiamo raddoppiarla. Una volta dentro il salotto, dobbiamo aspettare che l'altro-me si Smaterializzi insieme agli altri-voi e impedire al ladro di lanciare il coltello, poi noi ci Smaterializzeremo tranquillamente e torneremo nella foresta"

Se si poteva fare, Albus non lo sapeva, e qualcosa dentro di lui diceva di fidarsi di Connor, anche dopo tutto quello che avevano passato.

"Ok... Ma tu e Scorpius... Come avete fatto a raggiungermi?" Avevano oltrepassato il limite della Foresta Proibita, e ora si dirigevano verso il castello.

"Non farti vedere da nessuno, o siamo nei guai fino al collo" Sussurrò Connor "Oh, peggio di così" Albus ironizzò toccandosi il collo.

"Come ti abbiamo raggiunto? Beh, Elly ti ha seguito e ti ha visto prendere la Passaporta, poi è corsa a chiedere aiuto disperata fuori dalla Sala Comune dove c'eravamo io e Rose..."

"Tu e Rose?"

"Sì, non c'è tempo ora. Poi abbiamo incontrato Scorpius, e abbiamo deciso di raggiungerti, ma c'era un problema: le Passaporte possono fare solamente un unico viaggio. Quindi siamo tornati indietro nel tempo di qualche minuto e, assicurandoci che Elly non raggiungesse Albus -sennò Elly ci avrebbe visto-, abbiamo preso la Passaporta insieme a te e ci siamo nascosti in un angolo mentre tu eri sdraiato con il ladro che avanzava verso di te nel salotto. Siamo rimasti fermi in un angolo per vari minuti, ti abbiamo visto che ti torturava... E durante il viaggio nella Passaporta la tua bacchetta mi si è infilata nella mia tasca. Quindi ho fatto il possibile per mostrartela quando il ladro si distraeva"

"Sei stato tu a farmela vedere!"

Erano entrati, ora dovevano solamente raggiungere la Sala Comune Grifondoro.

"Poi la luna piena ha illuminato tutto il salotto, ed io mi sono trasformato dolorosamente in silenzio, tanto era tutto buio. Avevamo deciso che ti saremmo corsi in aiuto quando più necessario"

"Eravate lì tutto il tempo..."

"Sì. Ma ora noi non possiamo prendere quella Passaporta. La duplicheremo..."

"Si può fare?" Chiese meravigliato Albus.

"Sì. Duplichiamo la Passaporta, la prendiamo e ci mettiamo in qualche posto nascosto. Aspettiamo che il pezzo del rubinetto si illumini e andiamo nel salotto. Una volta lì ci mettiamo in un angolo e accadrà qualcosa di stupendo: la nostra Passaporta ci capulterà in un altro punto della stanza, lontano da quello di Albus, che si presenterà con l'altro-me e Scorpius, che si nasconderanno immediatamente, lasciando l'altro-te in ginocchio. Noi due invece rimaniamo fermi in un angolo buio e aspettiamo. Credo che non abbia capito niente, però tu segui i miei movimenti e niente andrà storto"

"Ho capito un po' di cose, altre invece no" Stavano salendo le scale che portavano al quadro della Signora Grassa quando videro l'altro-Albus con Elly oltrepassare il ritratto.

"Corri, andiamo!" Connor ed Albus raggiunsero il ritratto e passarono.

"La Signora Grassa non se ne è nemmeno accorta" Disse Connor."Bene, noi dobbiamo andare al bagno, prima che l'altro-te si senta male sulla poltrona"

"Come facciamo a passare? Ci vedranno!" Sussurrò mentre finivano di percorrere il piccolo tunnel.

"Seguimi" Connor corse fino alle scale a chiocciola cercando di non far rumore, con Albus alle calcagna.

"Primo ostacolo superato" Albus vide sé stesso parlare con Elly.

Andarono al bagno camminando sulle punte. Una volta arrivati davanti al rubinetto, Connor borbottò qualche incantesimo e il pezzo di metallo, improvvisamente, si duplicò. Lo presero ed Albus seguì Connor in un dormitorio che sembrava deserto.

"Bene, ora aspettiamo che si illumini, in quel momento l'altro-te la starà toccando nel bagno"

"Capito" Albus si mise a girovagare per la stanza, pensieroso. Davvero stava accadendo tutto quel casino? Mentre lui era sotto tortura Scorpius e Connor stavano lì, in un angolo buio, aspettando il momento giusto per sarvarlo. Erano tornati indietro nel tempo, ma veramente? Il cervello di Albus ronzava, pensando a quel coltello infilzato nel cuore del suo migliore amico. Dovevano solamente impedire al ladro di lanciarlo mentre si Smaterializzavano. Era tutto così confuso... E cosa c'entrava Connor con tutto questo? Era amico di Rose? Albus non gliel'avrebbe mai perdonato, ma ora non contavano le litigate o i fatti passati: voleva solamente salvare il suo migliore amico.

"Abbiamo fatto un casino con il tempo..." Sussurò Connor mentre guardava il pezzo del rubinetto.

"Sì, concordo. Quindi quando sono atterrato nel salotto voi eravate con me? Io avevo sentito qualcosa... nel viaggio... qualcosa che mi toccava"

"Era Scorpius, voleva dirti di tirare fuori la bacchetta, che poi, come ti ho detto, si è infilata nella tasca del mio jeans"

"Pazzesco... Oh, ho sentito dei passi nel corridoio, dovrei essere io che sto andando al bagno"

"Sì..."

E poi sentì quel pensiero invaderlo...

"Connor... Ma... Quando siete tornati indietro nel tempo, non potevate impedirmi di prendere la Passaporta?" E aveva ragione. Se Scorpius e Connor erano tornati indietro nel tempo per salvarlo, valeva la pena non fargli prendere la Passaporta.

"Non abbiamo fatto in tempo. Scorpius ha fatto qualche impiccio e siamo rimasti un po' più del dovuto sulle scale. Quando ti abbiamo visto stavi mettendo la mano sul rubinetto e pensavamo che fosse troppo tardi: ma abbiamo corso e l'abbiamo presa con te. Fra qualche secondo nel corridoio dovremmo arrivare io e Scorpius, visto che io e te siamo tornati nel momento in cui io e Scorpius eravamo già tornati indietro nel tempo"

La loro porta dava sul corridoio, che portava al bagno.

"Capisco... La Passaporta!" Toccarono il pezzo del rubinetto e vennero improvvisamente scagliati in un tornado di colori oscuri. Viaggiarono per quelli che avrebbero potuti essere dieci secondi, e poi urtarono violentemente i piedi in un luogo oscuro, dove c'erano un lungo tavolo, delle finestre, ed un camino che non illuminava per niente.

"Corri, nascondiamoci!" Sussurrò Connor ad Albus. Corsero lentamente dietro il tavolo, circondato da una ventina di sedie.

"Siamo arrivati prima, strano" E proprio in quel mentre, ad una decina di metri dai due, sbucarono tre ragazzi.

"Ora io e Scorpius ci nascondiamo lì dietro, e invece tu rimani imbambolato lì sdraiato" Sussurrò ancora.

"Non si vede nien..." Il suo mormorio venne interrotto da un lampo di luce verde che avanzava verso l'altro-Albus. Il vero Albus guardò meravigliato la deviazione dalla Maledizione Mortale che aveva compiuto, e aggrottò le sopracciglia.

Era tutto così strano, in quella stanza si trovavano due Connor, due Albus e Scorpius ancora vivo.

"E ora aspettiamo..." Sussurrò di nuovo gelido Connor mentre si metteva seduto.

"E ora aspettiamo..." Ripeté sbuffando Albus.

"Sapevo che non saresti morto subito. Avrei dovuto aspettarmelo, sei un Potter" L'uomo avanzò verso l'altro-Albus.

Aguzzando gli occhi nell'oscurità, Albus vide sé stesso cercare la bacchetta nel jeans, ma, come ben ricordava, non c'era.

"Ce l'avevate voi..." Disse il vero Albus fissando il ladro avanzare verso l'altro sé. Era sempre una strana sensazione vedere sé stesso, sembrava come guardare un ricordo nel Pensatoio, ma qui i sé passati potevano vedere i loro sé futuri.

"Sai, sei un ragazzo molto intelligente, anche un po' fortunato, se vogliamo dirla tutta" La gamba dell'uomo toccò l'altro-Albus.

"Dove siamo?" Chiese l'altro-Albus sussurrando.

"Oh, allora sai parlare. Siamo in un posto dove... non può trovarci nessuno"

"Perché sono qui?" Domandò ancora mentre cercava di alzarsi in piedi.

"Stai giù! Non osare ad alzarti! Tutti devono sapere come Albus Severus Potter è morto implorando la salvezza a me, l'uomo più forte" Gli mise il piede sulla schiena e spinse giù. Il vero Albus chiuse gli occhi, ricordandosi il dolore che aveva provato.

"Tu non sei forte! Sei solo un mago con la Bacchetta di Sambuco che va in giro a spaventare la gente! Guardami negli occhi e fammi vedere chi sei" Ulrò l'altro-Albus.

"Non è il momento" La voce del ladro faceva rizzare i peli sulle braccia al vero-Al. Era una voce che avrebbe fatto paura anche Lord Voldemort. Albus vide il ladro prenderlo e legarlo a delle funi al muro.

"Perché non siete intervenuti prima? Potevate darmi un segnale!"

"Non potevamo... era troppo pericoloso" Gli rispose Connor.

"Sai cosa penso? Possiamo ucciderlo ora. Ci alziamo e gli lanciamo un incantesimo" Parlavano così a bassa voce che si capivano a stento.

"Non possiamo, gli altri-noi ci vedrebbero e... è un bel casino. Stiamo infrangendo una miriade di regole, non che a me importi, e stiamo infrangendo una delle leggi magiche più importanti. Sai, nessuno dovrebbe cambiare il tempo... nessuno. Sono successi un casino di cose orribili ai maghi o streghe che hanno interferito col tempo... tantissimi hanno finito per uccidere i loro sé passati o futuri per errore. Questo è quello che mi ha detto Rose"

"Va bene ma..." Connor gli fece un cenno e gli indicò il punto dove l'altro-Albus e il ladro si trovavano.

"Crucio!"

"Aaaaaaaaaaaaahhhh" Al vide sé stesso soffrire in una maniera troppo ingiusta.

"Fa male, vero?" Il ladro rise.

"Vorrei tanto ucciderlo" Disse il vero Albus a Connor. Non aveva mai detto una cosa del genere, e non si pentì di averlo fatto: voleva uccidere l'assassino di sua cugina Roxanne, del suo amico Godys, del suo professore Neville, del suo amico Elliot e di tante persone innocenti che meritavano la vita più di chiunque altro.

"S-stai usando un coltello? Arma rozza"

Albus vide sé stesso essere torturato, farsi fare quelle ferite sotto il collo. Era una scena disgustosa, e si ricordava benissimo tutto il dolore che aveva provato.

"Tieni. Guardati allo specchio. Lumos" Il ladro diede un pezzo di vetro all'altro-Albus, che urlò "C-cosa mi hai fatto? COSA MI HAI FATTO!!?" mentre gaurdava tramite lo specchietto la scritta 'FECCIA'.

Spartamus se ne stava in silenzio, ed Albus voleva tanto vedere i visi degli altri-Scorpius e Connor dall'altra parte della sala.

"Vuoi vedere una cosa?" Chiese il ladro.

L'altro-Albus non rispose.

"Vuoi vedere una cosa?"

Non rispose.

"CRUCIO... Ho detto... CRUCIO... vuoi... CRUCIO... vedere... CRUCIO... una cosa?" Al vide sé stesso dimenarsi con tutta la forza che aveva, anche se le funi glielo impedivano.

"Sì! FAMMI VEDERE QUESTA CAVOLO DI COSA, PER MERLINO MALEDETTO!" Sbraitò.

"Ora io dovrei lanciare la bacchetta sotto la finestra" Disse Connor, e in effetti dopo due secondi esatti la bacchetta fece la sua comparsa.

Era come un'altra tortura vedere tutto quella che aveva passato il quel salotto.

"Lo vedi questo?" Chiese il ladro tornando.

"Il Mantello dell'Invisibilità! Sei stato tu! Come osi..."

"Crucio! Sì, sono stato io. L'ho rubato io. E sai perché?" Mise la Bacchetta di Sambuco sopra il Mantello. "Che bell'immagine... Due Doni della Morte... Io diventerò il Padrone della Morte, sarò invincibile. La mia forza non avrà eguali, il mio potere sovrasterà tutto e tutti, perfino la morte mi temerà"

"Non troverai mai la Pietra"

"Quel mezzosangue di tuo padre..."

E rivide quella fantastica scena: il suo corpo si sciolse, come l'acqua, poi diventò vapore e volò come fumo, slegandosi dalle funi.

"Come ci eri riuscito? Scorpius non smetteva di dirlo" Mormorò Connor.

"Non lo so... Io non ho fatto niente"

Albus vide sé stesso prendere la bacchetta.

"Exscindo!"

"Protego!"

"E poi..." Gli mostrò la bacchetta "Devo impossessarmene del tutto. Devo uccidere tuo padre, e lo farò. Come farò con te tra poco"

"Sai, è la bacchetta che sceglie il mago, forse questo particolare ti è sfuggito. Bombarda Maxima!" E il lampadario crollò.

"Expelliarmus!"

"Avada Kedavra!"

Albus e Connor videro la scia verde-rosso fluttuare nell'aria, sgorgare infinitamente dalle bacchette del ladro e dell'altro-Albus, che, dopo alcuni secondi, alzò la mano per scagliare il fiotto di luce contro il soffitto, che crollò.

Anche i veri-Albus e Connor dovettero spostarsi di qualche metro.

Albus vide sé stesso venire schiacciato da un gran pezzo di cemento.

"Io mi sto trasformando, guarda lì" Connor indicò un'angolo della stanza, dove c'era una figura che cresceva a dismisura "... è dolorosissimo trasformarsi in silenzio"

E poi lo vide. "Scorpius... è ancora vivo" Disse Albus sorridendo.

"Sì. Ora attacco il ladro"

"AVADA KEDAV..." Il vero-Albus vide il ladro preparare la Maledizione Mortale sull'altro sé, e, come un ululato di vento, un lupo alto tre metri lo placcò.

"Albus..." Scorpius avanzò verso l'altro-Albus, che stava cercando disperatamente la sua bacchetta.

"SCORPIUS?! Cosa..."

"Elly ti aveva seguito! Poi è corsa a chiedere aiuto! Trova la bacchetta!"

"Ma una Passaporta può fare solamente un viaggio!"

"Non c'è tempo per le spiegazioni! Dài, ti aiuto"

E improvvisamente uno zampillo di luce blu sfiorò loro gli occhi. Il ladro stava avanzando verso di loro.

"Mi aveva lanciato una Fattura..." Disse Connor mentre guardava Scorpius e il ladro combattere.

"Avada Kedavra!"

"Giù!" Scorpius placcò l'altro-Albus, e in quel mentre fece comparsa l'altro-Connor, che attaccò nuovamente il ladro. Ed Albus ebbe un flashback: quella notte... con suo padre... nella foresta... Connor che li seguiva... il naso rotto... il suo primo Schiantesimo.

"Scorp, dobbiamo Smaterializzarci. Sbrigatevi a cercare la bacchetta, io penso a lui" Disse il lupo, che quando si girò fu colpito da una scia rossastra.

"Maledetto, ce l'avevo in pugno" Si lamentò il vero-Connor con Albus.

Scorpius e il ladro stavano combattendo, mentre l'altro-Albus stava cercando la bacchetta, spostando i grossi massi di macerie che alzavano una grande quantità di polvere.

"Ok Albus, tieniti pronto. Tra poco dovremmo Smaterializzarci. In quel momento scagli un qualsiasi incantesimo al ladro per evitare che lanci quel coltello, capito?" Si trovavano ancora dietro al tavolo, che era posto in un angolo della stanza.

"Capito"

"Scorpius, Albus, al mio tre! Lascia la presa al mio due Scorpius!" Il mezzo Lupo Mannaro fece di nuovo la sua comparsa.

"UNO..." Scorpius stava lanciando fatture e Schiantesimi al ladro, cercando di distrarlo mentre Albus cercava la bacchetta. Il vero-Albus cominciava a mettersi in ginocchio, sfilando la bacchetta dal jeans. Sentiva l'ansia divorarlo.

"DUE..." Scorpius alzò la mano verso il soffitto e con lui anche il raggio verde-rosso, che si andò a infrangere su una parete alla loro destra. Malfoy prese la mano dell'altro-Connor. L'altro-Albus non aveva ancora preso la bacchetta.

"AVADA KEDAVRA!" L'uomo scagliò la Maledizione Mortale contro l'altro-Albus, che finalmente trovò la bacchetta. Si accasciò a terrà, deviò il lampo verdastro e afferrò la mano del Lupo Mannaro, che si girò sul posto per Smaterializzarsi.

Il vero-Albus vide il ladro prendere il coltello...

Il vero Connor si alzò...

"VAI ALBUS!" Urlò.

"STUPEFICIUM!" Il lampo di luce rossa colpì la schiena del ladro, che stava con la mano alzata per lanciare il coltello. Cascò, il pugnale in mano. Albus e Connor videro sé stessi Smaterializzarsi del tutto con Scorpius: ce l'avevano fatta.

"Albus prendi la mia mano!" Albus si girò e prese la mano del Serpeverde. Cominciarono a roteare velocissimi, ancora. Quella notte aveva vorticato troppo, e si coprì la bocca, cercando di non vomitare di nuovo. E poi...

Atterrarono di nuovo sulla terra fresca e umida, dove c'erano Rose e Scorpius.

"Sei vivo! Oh Scorpius!" Albus lo abbracciò e sorrise.

Connor abbracciò Rose, ed Albus non poté credere ai suoi occhi: si stavano baciando. Ma di quello non gliene importava, l'importante era aver salvato la vita a Scorpius.

"Certo che sono vivo, cosa mi sarebbe dovuto succedere, oltre che a combattere contro il ladro?"

"Oh... Niente... Proprio niente Scorp"

"Sei strano, bibby. Forse siamo io e Connor che dobbiamo dirti a te 'Oh, sei vivo!'"

"Albus, fai il vago, Scorpius non sa di essere morto e che noi lo abbiamo salvato viaggiando nel tempo" Gli sussurrò Connor all'orecchio.

"Oh... Emh... Allora, ditemi come avete fatto a trovarmi!"

E Scorpius cominciò a parlare e a spiegare. Ma Albus già sapeva tutto. Si stava mordicchiando le labbra per cercare di nascondere la felicità che lo stava divorando. Lui e Connor gli avevano salvato la vita, e questo bastava.

"E tu, Rose, cosa ci fai qui?" Chiese Scorpius aggrottando le sopracciglia.

"Oh... Eh, me l'ha detto Elly. Mi aveva detto che... Al ritorno vi sareste Materializzati nella Foresta. E mentre vi cercavo, vi ho trovato" Si incamminarono nel castello, sorridendo, lasciandosi alle spalle tutto quel trambusto che aveva creato un rubinetto.

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