Strani comportamenti
Albus passò gran parte dell'ultima settimana di vacanze rimuginando sull'attacco dei Fedeli in casa sua. Ciò che più lo turbava era il fatto che il ladro sapeva che la Pietra della Resurrezione ce l'aveva proprio lui: cosa quasi impossibile, visto che nessuno aveva sperperato il fatto. Ma forse, pensò Al, il ladro non sapeva che la Pietra si trovava proprio all'interno della sua bacchetta. Forse sapeva che ce l'aveva Albus e basta, senza sapere se l'avesse nascosta o meno.
"Au revoir, Albù!" gorgogliò Fleur con voce roca, salutando con un bacio lui, James e Lily.
"Ciao Albus! Stai attento, e guardati sempre alle spalle. A presto!" La signora Weasley gli stropicciò i capelli e fece un sorriso senza allegria.
Lui, James, Harry, Ginny e Lily salirono in macchina di fretta, prima di lasciare Notting Hill e addentrarsi nel centro della città. Avevano deciso di andare a King's Cross senza scorte del Ministero: avrebbero attirato un po' troppo l'attenzione. Albus continuava a guardare fuori il finestrino, gli occhi spalancati e le orecchie pronte a cogliere il minimo rumore che non fosse stato il motore di una macchina. Sul cruscotto era attaccato uno Spioscopio che lampeggiava solamente in caso se ci fosse stata Magia Oscura nelle vicinanze. La macchina di Harry era stata allargata magicamente ai sedili posteriori, che avrebbero potuto essere in grado di ospitare una decina di persone. Elly teneva per mano Albus, che ora fissava l'asfalto umido di quella mattina del 1 settembre. Svoltarono in Euston Road e proseguirono diritto. Albus si accorse che erano arrivati solamente dopo aver visto il logo del ristorante babbano McDonald's, che amava fin da piccolo. Parcheggiarono l'auto e scesero, di fretta. Harry girava la testa a destra e a manca, assicurandosi che non ci fosse nulla di sospetto.
"Svelti, svelti, oltre la barriera" disse Ginny un po' confusa quando furono dentro la stazione.
Albus spinse il carrello direttamente contro la massicia barriera, e un attimo dopo si ritrovò sul binario nove e tre quarti, dove l'Hogwarts Express rosso scarlatto eruttava vapore sulla folla. Notò subito due figure alte, pelle olivastra e identici capelli biondo platino. Draco e figlio avanzarono verso la famiglia Potter, guardandosi intorno.
"Come sei arrivato qui, Draco?" Chiese sussurrando Harry mentre Albus salutava Scorpius con la felicità che colava dalla sua pelle.
"Metropolvere... Siamo finiti in un camino di un Café nella stazione, e voi?"
"In macchina" Disse calmo Harry.
"Novità?" Chiese ancora Draco mentre avanzavano verso i vagoni centrali della locomitiva.
"Non una. Dopo l'attacco niente traccia di lui o loro" Disse mentre si guardava ancora intorno.
Le gemelle Alamon raggiunsero i Weasley, riuniti tutti in un cerchio. Albus vide il suo compagno di stanza Patrick Finnigan col padre, il suo professore di Incantesimi, Seamus. Harry e Draco si addentrarono in una fitta conversazione, ed Al spinse il carrello con in cima Snow sul marciapiede. Avanzò lento, guardando furtivamente i visi che lo fissavano. Il cielo cominciò ad incupirsi, e grossi nuvoloni neri fecero la loro comparsa.
C'erano una decina di auror barbuti fare avanti e indietro sul binario, passi lenti e occhi ridotti a fessure. Perfino dentro i vagoni c'erano un paio d'Auror.
"Albus, a cosa stai pensando? Dai, su, saliamo a bordo" Spuntò dal nulla una fantastica Rose, più bella che mai: i suoi capelli sembravano volare a ogni minimo movimento. Albus scosse la testa e la guardò. Era bellissima. Qualcosa dentro di lui ardeva ferocemente... ma non sapeva cosa, ma era certo che il petto gli si era rimpicciolito di qualche centimetro alla vista di sua cugina.
"Io? No, a niente..." E, perplesso più che mai, caricò il baule sul treno, che cominciava a tremare e buttare vapore sulla folla come se fosse panna. Salirono Margarit ed Elly, poi tutti i Weasley. Albus, che aveva uno sguardo assente e del tutto pensieroso, salutò rapido Harry, Ginny, Ron, Hermione e Draco, che seguirono con lo sguardo il treno finché non sparì dietro la curva.
"Albus, cos'hai? Ti vedo un po'... strano" Gli disse Rose mentre si sedevano comodi in uno scompartimento completamente vuoto. Albus la fissò a bocca aperta, la fronte aggrottata e le guance rosse. La cugina gli sbatté le mani davanti agli occhi, cercando di farlo tornare nel mondo reale.
"Sì, sì" Annui con forza e premette la testa contro il finestrino. Elly gli reggeva la mano. Nello scompartimento c'era anche Scorpius, che stava masticando a bocca aperta delle bacchette alla liquirizia.
"Oh, eccoti, Connor" E con grande dispiacere di Al, fece irruzione Connor Spartamus, il volto baciato da un sorriso che provava a nascondere. I suoi occhi blu mare indugiarono per alcuni istanti su Albus, poi su Rose. Indossava una camicia bianca sbottonata così tanto che aveva il petto di fuori, coperto da enormi cicatrici. Aveva più graffi sul volto di quanti non ne avesse mai avuti: Al si chiese se le sue prede notturne si difendessero prima di essere squartate in mille pezzi. In quello scompartimento era il più alto di tutti, e questa la diceva lunga, visto che Scorpius superava il metro e novanta.
Connor si mise seduto accanto a Rose. I suoi occhi penetravano quelli di Albus come due pugnali affilatissimi. Diede un bacio alla Weasley e le accarezzò dolcemente la guancia; in quel momento Albus sentì le viscere contorcersi dalla rabbia. Sentiva un liquido bollente bruciargli il petto e diventò rosso, sforzandosi di non prendere a pugni quella bestia. Perché provava quelle fastidiose sensazioni quando vedeva Rose, la sua cugina preferita?
Elly, che stava guardando i due con aria indifferente, strinse ancora di più la mano di Al. Scorpius se ne stava lì, scrutando torvo Rose e Connor che avevano iniziato a diventare un'unica cosa.
Un silenzio impenetrabile dominò su quello scompartimento gelido, tranne per lo schioccare dei baci di Rose e Connor. Albus strinse ancora la mano di Elly, che sussultò dolcemente.
"Dove vai, Scorp?" Chiese la Alamon quando vide Malfoy alzarsi rosso in viso.
"A prendere un po' d'aria" Mormorò più a sé che ad Elly. Ma Albus aveva notato che gli occhi del suo migliore amico, ridotti a due piccole fessure, erano puntati su Rose e Connor, prima di sparire oltre la vetrata.
Elly alzò le spalle e si mise seduta sopra Al, riempiendolo di baci su tutto il viso. Forse Scorpius dentro quel vagone non c'entrava proprio nulla: era il quinto inconveniente? Albus allungò l'angolo della bocca in un innocente sorriso e prese a baciare più intensamente Elly, pensando al suo migliore amico: non doveva prendersela.
"Dandato...rpius?" Chiese Rose. Aveva le labbra circondate dalla lingua del Serpeverde.
"Prend...npdaria" Rispose Elly mentre era alle prese con un complicato bacio con Albus.
E in quel mentre la portiera di vetro dello scompartimento si aprì, mostrando delle ragazze che rimasero pietrificate alla vista di Elly ed Albus, ignorando del tutto Rose.
"S-state ancora insieme?" Sibilò una ragazza altissima con gli occhi a mandorla. La sua amica accanto sussultò.
"Ma cosa volete? Andate via... Non vedete? Abbiamo da fare" Elly fece scattare la vetrata con un rapido tocco di bacchetta e si mise seduta.
"Pff... Anche l'anno scorso! E tutto il tempo a inseguirti, e tutto il tempo a chiederti se stiamo ancora insieme! Ma si facessero i cavoli loro..."
Rose riemerse dalle grinfie di Connor con tutti i capelli spettinati. Connor si mise seduto e prese a far levitare una Cioccorana con la bacchetta.
"Be', è ovvio. Il mio cuginetto si è fatto davvero un bel ragazzo" Esclamò Rose sorridendo.
Connor la guardò rapidissimo, Elly anche.
Rose si colorò di un rosso sgradevole, ma poi sorrise. "In senso che per le altre ragazze si sta facendo bello, no? E poi mentirei se dicessi che Albus è un brutto ragazzo" Rise ancora.
Lo sguardo di Connor si posò su quello di Albus.
"Impegnato quest'estate, eh, Spartamus?" Chiese facendo un ghigno maligno.
"Molto più di quanto non lo sei stato tu" Rispose gelido. Se Albus avrebbe dovuto rappresentare in una parola il lupo mannaro che aveva lì davanti avrebbe ovviamente scelto 'gelido'. In effetti lo sguardo di Connor era sempre gelido: lo era stato anche quando Scorpius era morto.
"Hai saputo tenere a bada i tuoi artigli?" Chiese ancora divertito.
Il Serpeverde lo guardò incuriosito per un attimo, poi aprì la bocca e la richiuse subito. Poi la riaprì. "Mi so controllare, Potter"
"Sì, è vero. Ti sai controllare, Spartamus" Albus trafisse gli occhi di Connor con uno sguardo sinistro, quasi da Lord Voldemort.
"Quante prede ti sei fatto quest'estate, eh? Quante persone innocenti hai ucciso?"
Albus avrebbe potuto giurare di aver visto la mano di Connor scivolare dentro la tasca del jeans nero.
"Non rispondi?" Continuò sorridendo "Rose, tu ti senti veramente al sicuro stando con una bestia del genere? Non hai paura che ti sbrani da un momento all'altro? Che magari mentre pomiciate lui ti stacchi un pezzo di viso?"
Ed Albus vide la bacchetta del Serpeverde materializzarsi davanti ai suoi occhi. Elly gemette.
"Ah ah ah, cosa vorresti fare, Spartamus? Non aspetti la luna piena per attaccare i nemici? In fondo è così che funziona tra voi bestie, no?"
Le labbra di Connor si mossero appena. "Sectumse..."
"No!" Rose lo afferrò per il braccio e salvò Al da quella che avrebbe potuto essere un emorragia infinita.
Connor si alzò di nuovo e puntò la bacchetta sul cuore di Albus, quasi uccidendolo con gli occhi.
"Se tu non tieni a bada quella boccaccia che ti ritrovi, Potter, aspetto la prossima luna piena solo per sbranarti vivo, pezzo per pezzo, goccia di sangue per goccia di sangue" Sussurrò con forza.
Albus sospirò. Lo guardò intensamente diritto negli occhi, come per sfidarlo. "Tanto lo stavi già per fare no? Devo raccontare quella bella storiella nella foresta cinque anni fa, Spartamus?"
La bacchetta del mezzo lupo mannaro si abbassò lentamente, ma i suoi occhi continuavano a lanciare maledizioni su quelli di Albus. Ripose la bacchetta in tasca e si mise seduto, stavolta cercando di non incrociare lo sguardo del suo rivale.
"Bene. Molto bene. Che materie avrete ai M.A.G.O.?" Chiese allegramente Rose cercando di alleviare la tensione. Elly rispose immediatamente, dicendo che, visto i suoi ottimi voti ai G.U.F.O., avrebbe portato ai M.A.G.O. un sacco di materie.
Cercando di non pensare a Connor, anche se avercelo davanti non aiutava la situazione, Albus prese dalla tasca un pezzo di pergamena vecchio di due anni e lesse.
GRADO UFFICIALE DI FATTUCCHIERE ORDINARIO
Voti di promozione: Eccezionale (E), Oltre Ogni Previsione (O), Accettabile (A)
Voti di bocciatura: Scadente (S), Desolante (D), Troll (T)
ALBUS SEVERUS POTTER HA CONSEGUITO
Ars Amatorie: O
Astronomia: A
Cura delle Creature Magiche: O
Incantesimi: E
Difesa contro le Arti Oscure: E
Divinazione: A
Erbologia: O
Storia della Magia: D
Pozioni: O
Trasfigurazione: O
"Io continuo con tutto tranne Storia della Magia -che è alquanto inutile-, Astronomia e Divinazione... tanto non servono per diventare un Auror. Volo non lo facciamo più... Ma già avevamo discusso di questa cosa, no?" Disse Albus freddo rivolto a Rose.
Elly gli si avvicinò all'orecchio e sussurrò "Era per riscaldare l'ambiente, idiota"
"Aaah" Si chiese a mente se fosse davvero così stupido. Rose cominciò a parlare con Connor e Elly, mentre Al si rannicchiò sul sedile e poggiò la fronte sul finestrino. Si chiese dove fosse andato Scorpius. Le vaste colline aldilà del finestrino erano coperte di alberi e alcuni fiumi vi scorrevano sopra, riflettendo la luce del sole che da lì a qualche ora sarebbe stata inghiottita dall'oscurità. La sua mente fu completamente invasa dai ricordi dei due anni precedenti, ricordi tranquilli e beati. Furono due anni senza inconvenienti, che Scorpius definiva 'costanti e minacciosi'. In effetti quegli 'inconvenienti' avevano fatto visita ad Albus -e non solo- al primo e quarto anno, lasciando scorrere il secondo, il terzo, il quinto e il sesto completamente tranquilli. E forse il quinto e il sesto avrebbero potuto essere i più belli che Albus avesse mai vissuto: la relazione con Elly andava a gonfie vele, ed Al, ogni volta che la vedeva, sentiva una piccola spada bollente trafiggergli il cuore. L'amicizia con Scorpius era più concreta della relazione di Connor e Rose, e, finalmente, il Quidditch aveva fatto ritorno: Albus si era guadagnato il ruolo di Cercatore, proprio come suo padre e suo nonno. Al quinto anno la Coppa delle Case fu assegnata a Serpeverde, che, meritatamente, aveva vinto il campionato di Quidditch. Ma al sesto anno Grifondoro vinse sia la Coppa delle Case sia il campionato di Quidditch: Albus prese il Boccino d'Oro a tutte le partite, guadagnandosi la gloria di tutta la casata rosso-oro e aggiudicandosi record che nemmeno Victor Krum avrebbe potuto superare.
'Tutto merito della Quickfire' Pensò allungando un angolo della bocca leggermente. Nell'ultima di campionato prese il Boccino solamente dopo sette secondi: nessuno si fece la doccia dopo la partita, tanto non avevano sudato.
Cosa si sarebbe potuto aspettare da lì a qualche settimana? Sarebbe diventato Capitano? Luna Lovegood, la sua professoressa di Erbologia, gli aveva detto che poteva cominciare ad interessarsi ad una carriera da giocatore professionale di Quidditch. Il solo pensiero di lui in sella alla scopa più veloce del mondo in una Finale della Coppa del Mondo gli fece venire la pelle d'oca. Ma la pelle d'oca non era causata solo da quel pensiero, anzi, dopo alcuni istanti scomparve del tutto, e la sua mente si annebbiò... come se qualcuno avesse spruzzato del vapore sul suo cervello. E poi...
Vide un'alta figura incappucciata avanzare verso quello che sembrava un pub affollato di gente. I bicchieroni di birra giravano qua e là mentre la gente cominciava a fissare l'uomo incappucciato con un misto di paura e inquietudine. L'uomo levò la Bacchetta di Sambuco e urlò la Maledizione Mortale per ben dieci volte. Dopo alcuni istanti, dieci figure giacievano lì, a terra, gli occhi vuoti.
Sentì il treno vibrare e si alzò in piedi, come se qualcuno lo avesse spinto da sotto. Si guardò intorno: Elly lo fissava, la bocca aperta, come se si fosse appena interrotta nel parlare; Rose lo guardò abbozzando un sorriso e Connor guardava oltre il finestrino, ignorandolo.
"Qualcosa non va?" Gli chiese Elly incuriosita.
Albus la fissò, incapace di risponderle. Poi, dopo lunghissimi istanti di attesa, nella quale Al si sarebbe aspettato che qualcuno gli dicesse che era tutto uno scherzo, parlò. "Cosa stavo facendo?"
"Come cosa stavi facendo? Ti sei coricato qui accanto a me" Rise Elly.
Allora era stato un sogno. Ma che razza di sogno poteva essere? Perché avrebbe dovuto sognare una cosa del genere?
"Albus, ma che cos'hai?" Chiese spazientita Rose mentre affondava la mano nella tasca del jeans per prendere delle monete.
"No, niente. Niente... Mi rimetto a dormire" E si afflosciò sul sedile, le tempie che gli dolevano come non lo avevano mai fatto.
'Non stai sognando' Sentì una voce tuonargli nelle orecchie. Si girò: Elly stava nuovamente parlando con Rose. Non era lei.
'Non stai sognando' Disse ancora una voce di un uomo, rauca, pesante, sinistra, come se colui che la produceva avesse le corde vocali deformate o tagliate.
'Uccido... sem... Babbani... fare niente... innocen..." La voce si bloccava appena dopo aver pronunciato mezza parola. Albus si guarò intorno: non c'era nessuno oltre a Rose, Connor ed Elly. La voce gli tuonava forte dentro la testa. Dedusse che solamente lui la potesse sentire, visto che gli altri tre se ne stavano buoni e tranquilli a parlare di scuola.
'Ericolo... ccidere...angue versato'
"BASTA!" Urlò, e per la prima volta in vita sua vide Connor guardarlo preoccupato, ma sempre coperto di una maschera sottile di gelo.
"Albus!" Rose si alzò e gli posò una mano sulla fronte. Elly la guardò rossa in volto. Connor prese a giocare di nuovo con la Cioccorana, come se non fosse successo nulla. "Cos'hai? Stai bene? Perché hai urlato? Cosa..."
Non voleva dire che aveva appena sentito una voce dentro la sua testa parlare di uccisioni di Babbani e sangue versato di innocenti. Scosse la testa violentemente e cercò di tornare in sé, l'eco della voce che gli tuonava in testa, come una piccola e fastidiosa tortura...
"Vado a prendere un po' d'aria" Uscì senza dire una parola e raggiunse Scorpius, la testa fuori al finestrino in fondo al vagone.
"Hanno smesso quei due?" Chiese Malfoy gelido, i capelli biondi smossi dalla potenza dell'aria.
"Quei due? Cosa... Ah! Sì, hanno finito"
"Non riesco a stare lì davanti..."
"Fammi spazio. E ora che ci penso... invece di startene alle Filippine con tua madre potevi anche venire al mio compleanno" Disse Albus sorridendo, ma ancora confuso. Infilò la testa fuori dal finestrino e provò la piacevola sensazione di freschezza che provava solamente quando andava in montagna. Poi guardò l'orologio che teneva attorno al polso sinistro. Era un orologio d'oro che aveva anche suo padre e suo zio Ron: aveva le stelle al posto delle lancette. Gliel'aveva regalato sua madre, Ginny, per i suoi diciassette anni.
"Se fossi venuto avrei ammazzato tutti quei Fedeli in un colpo solo"
"Signori e signore qui abbiamo Merlino in carne ed ossa!" Mise le braccia sotto il mento e guardò il panorama fuori, cercando di non pensare al sogno che aveva fatto nello scompartimento.
Ma il pensiero gli premeva come un piccolo Doxy con i denti affilati. Non sapeva perché aveva fatto quello stranissimo sogno e aveva udito la voce del ladro. L'uccisione di quei Babbani era solo un sogno o era un fatto realmente accaduto? L'ipotesi del legame mentale col ladro assalì Albus, come se si fosse immerso in un'acqua troppo gelata per cercare di uscirne.
'Ricordati che io e te abbiamo un legame mentale' Ricordò le parole del ladro mentre lo torturava nel salotto.
L'aria gli sferzava il viso, e chiuse leggermente gli occhi che lacrimavano. L'immagine della bacchetta levata dal ladro e puntata contro quelle persone che reggevano i bicchieri di birra sovrastava qualunque cosa avesse in mente, o chiunque persona avesse in mente...
"...studenti del primo anno devono ricordare che l'accesso alla foresta qui intorno è proibito a tutti gli alunni, soprattutto in questi tempi stranamente silenziosi e scorrevoli... E alcuni degli alunni più anziani farebbero bene a ricordarlo anche loro" Lo sguardo della McGonagall indugiò sul tavolo Grifondoro e Serpeverde.
"Come ben sapete -lo avrete letto, spero- la sicurezza qui ad Hogwarts è stata aumentata notevolmente. Come tutti ben sapete non si hanno tracce del ladro da ormai due anni, ma questo non vuol dire che non potrà riapparire in futuro, quindi giuste precauzioni devono sempre avere la meglio in questo luogo. Non si può uscire dalle mura del castello dopo le otto di sera e per i corridoi dopo le dieci di sera... Chi verrà sorpreso in questi luoghi dopo l'ora prevista verrà punito" E puntò il suo sguardo su Albus, Rose e Scorpius, che giurarono di aver visto la Preside far loro un occhiolino.
"Ci saranno delle pattuglie di Auror ben addestrati intorno al perimetro del castello, un alto numero di incantesimi difensivi e una gamma di contromaledizioni che farà di questo castello il luogo più protetto di tutta la Gran Bretagna"
Albus aggrottò le sopracciglia: Hogwarts non era un luogo sicuro anche al primo anno? E proprio al primo anno non erano morti due studenti di undici anni?
La Preside trasse un bel sospiro. "Non possiamo non difenderci. Sapete, anche sei anni fa il ladro scomparve improvvisamente, ma poi ricomparve due anni dopo uccidendo, come ben sapete, l'alunno Serpeverde Elliot Flynn. Vi prego di attenervi alle regole della scuola, a meno che desideriate fare una fine molto dolorosa"
Gli alunni del primo anno, bassi e spaventati, si guardarono tra loro, terrorizzati al pensiero del ladro.
"Noi mica eravamo così bassi, vero? Questi sono minuscoli" Bisbigliò Scorpius.
"Sì, vero" Gli rispose Al mentre le immagini della Cerimonia dello Smistamento di sei anni addietro riaffiorarono nella sua mente: a sua insaputa, dietro di lui, il professor Longbottom aveva messo a posto il Cappello Parlante, visto che la Umbridge, sotto la Maledizione Imperius, aveva Confuso il Cappello con l'intento di far smistare Al in Serpeverde.
"Le nuove norme di sicurezza eliminano qualsiasi attività sportiva in questa scuola" Tuonò velocemente la Preside.
Un grande e rumoroso "Noooo" si levò dai lunghi quattro travoli.
"Un'altra volta! No!" Brontolò Albus.
"Non dirà mica sul serio?" Disse Fred II mettendo il broncio.
La McGonagall alzò di qualche ottava la voce, cercando di sovrastare quelle degli alunni arrabbiati "Il Quidditch è uno sport meraviglioso, il più bello! Io tengo per il Puddlemere United... Ma quest'anno la sicurezza deve prevalere su tutto, e giocare partire là fuori non aiuterà la situazione!"
"Non capisco questa improvvise norme di sicurezza... Ma non lo potevano fare anche l'anno scorso?" Tuonò Patrick Finnigan.
Albus si chiese se la Preside sapesse dell'attacco a casa sua, e si chiese anche se la Presdie facesse parte dell'Ordine. Ma tanto Harry aveva detto a Kingsley di avvertire il Profeta, no? Però la notizia dell'attacco non dominava ancora sulle bocche delle persone. Sull'Hogwarts Express nessuno aveva fatto parola dell'attacco: forse nessuno lo sapeva ancora, forse il Profeta non ne aveva parlato.
"E adesso, è ora di andare a letto. Via di corsa!" La Preside si girò e si perse in una fitta conversazione con Horace Lumacorno. Albus, Scorpius ed Elly salirono insieme, mentre Rose salutò Connor con un bacio che avrebbe potuto essere un bacio tra piovre assassine.
"In sette anni dentro questa scuola, solamente due con il Quidditch! Ma è pazzesco! Non so come possano pretendere che non accettiamo questa cosa!" Disse Albus sconvolto: il Quidditch era lo sport più bello che avesse mai giocato, anche più del calcio, uno sport babbano in cui i giocatori - 11 - si lanciavano la palla con i piedi e dovevano segnare dentro un rettangolo.
Mentre salivano le scale, videro un paio d'Auror barbuti appostati su delle scalinate più in là. I quadri del castello, almeno secondo Albus, erano aumentati notevolmente e la presenza di fantasmi era spaventosa. Il Barone Sanguinario, che di solito se ne stava sulla Torre d'Astronomia con le sue lunghe catene, fluttuava per i corridoi e Peeves il Poltergeist continuava a guardarlo, ansante e spaventato.
"Scarafaggi a grappolo. Adoro il Banchetto d'inizio anno, gli elfi giù nelle cucine devono darsi proprio da fare!" Bofonchiò Scorpius ad Al mentre superavano il ritratto della Signora Grassa, una donna molto grassa con indosso un abito di seta rossa.
"Sono stato giù nelle cucine con James e Louis una miriade di volte! Avevo chiesto una tazza di tè e mi avevano portato un vassoio pieno di biscotti e... oh... ricordo quel giorno come se fosse ieri. Abbiamo mangiato come fa zio Ron alle cene natalizie" Disse a Malfoy. Diede un rapido bacio ad Elly, e ricordò che, tre anni prima, nel piccolo tunnel, stava per darle il primo bacio, ma Scorpius li aveva interrotti.
I loro baldacchini erano circondati dalle tende di velluto color rosso scuro, e sopra le coperte c'erano i loro bauli. Albus lo aprì e lo disfò. Prese la Mappa del Malandrino, gli diede una rapida occhiata e la ributtò in fondo al baule. Poi prese la fialetta di Felix Felicis, che era riempita a metà: la usò quando tre creature spaventose assalirono lui e il suo migliore amico alla fine del quarto anno. Poi prese il pigiama e se lo infilò così in fretta che si mise il pezzo di sotto sul corpo, e il pezzo di sopra sulle gambe.
Si mise sdraiato e, con un misto di sollievo e felicità, chiuse gli occhi. Forse aveva mangiato un po' troppo, perché fece un sogno molto strano. Lui indossava un lungo abito nero col cappuccio, e teneva in mano la bacchetta più potente al mondo. Non sapeva dove si trovava. Non vedeva bene: sembrava che qualcuno gli avesse spruzzato del vapore sugli occhi. Camminava barcollando, la baccheta stretta in pugno. Poi, davanti a sé, a qualche decina di metri di distanza, vide un altro uomo in nero, il cappuccio che gli copriva il volto. Era sdraiato, le braccia rigide. Albus avanzò verso l'uomo. Gli puntò la bacchetta contro e borbottò uno strano incantesimo che non riconobbe. Improvvisamente, l'uomo a terra cominciò a vibrare, e poi...
Albus si destò, madido di sudore. Si girò dall'altra parte e riprese sonno, e quando si svegliò, il mattino seguente, la testa gli doleva così tanto che dovette andare in infermeria per alleviare un po' il dolore.
***
Ciao a tutti ragazzi, era un bel po' che non scrivevo alla fine dei capitoli. Siamo al settimo anno ed è l'ultimo di Albus e company. Non svelo niente, ma in quest'anno succederanno cose che nemmeno Silente si aspetterebbe! Spero che il capitolo vi piaccia, e state attenti a queste 'visioni', saranno importantissime per Albus. Grazie per la lettura, votate e commentate :)
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