Strani baci e creature
"Albus, signor Malfoy! Mica volete perdervi il Procedimento Avanzato! Potrete levarvi ti torno un sacco di cose!" Il professor Lumacorno fece un gran sorriso ai due mentre scriveva goffamente delle cose sulla lavagna. Albus e Scorpius stavano bisbigliando così forte che anche Devon Morgan -che si trovava dall'altra parte dell'aula di Pozioni- si girò guardandoli aggrottando le sopracciglia.
"Bene, il Procedimento Avanzato è una certificazione scolastica che vi permette di eliminare al G.U.F.O. gli esami di Pozioni"
Rumorosi borbottii eccitati si levarono dall'aula.
"Magnifico" Disse contento Albus.
"Per ottenere il Procedimento Avanzato, dovrete però preparare venti pozioni di livello intermedio -potrete trovare la lista delle pozioni a pagina duecentouno di Giocare con le Pozioni- entro un tempo stabilito che verrà deciso e discusso insieme a me durante l'iscrizione al corso. Di solito le trenta pozioni possono rubarvi due tre giorni, col massimo di sei ore di riposo"
I borbottii, che pochi secondi prima esprimevano eccitazione e felicità, ora esprimevano delusione e perfino un po' di oziosità.
"Perché scegliere il Procedimento Avanzato? Oltre a farvi saltare gli esami di Pozioni ai G.U.F.O., nel vostro Marrigulum risulterà che avrete questa certificazione, e vi permetterà di avere più occasioni col lavoro" Lumacorno strizzò l'occhio ad alcuni studenti mentre si sistemava un bottone della camicia a quadri, da cui si era sganciato.
"Per le iscrizioni sono disponibile il mercoledì subito dopo pranzo, quì, in aula. Vi aspetto in numerosi"
Il suono della campana fece capire ad Albus che era mezzoggiorno: doveva andare da Hagrid. Anche se erano passate un bel po' di settimane da quando Dumbledore aveva unito la Pietra della Resurrezione con la sua bacchetta, ancora non lo aveva riferito al guardiacaccia. Buttò libri e penne d'oca dentro la borsa, uscì dalla classe e salì varie scalinate con Scorpius fino alla Sala d'Ingresso. Percorsero i lunghi prati che costeggiavano il Lago Nero e scesero la piccola collina, che era pattugliata da un paio di Auror. Quando entrò dentro il capannone -intasato di profumi alquanto sgradevoli per i suoi gusti-, Albus raccontò tutto, mentre Scorpius beveva della Burrobirra.
"Grand'uomo... Silente... anche da morto" Disse Hagrid fiero "Spero solo che abbia fatto la cosa giusta" Concluse.
Il pomeriggio scivolò come una goccia di Veritaserum nella gola di un criminale. Quel mese (maggio) il tempo era più asciutto, ma venti crudeli mordevano le mani e il viso degli studenti tutte le vole che uscivano dal parco. Era una cosa abbastanza bizzarra, visto che maggio era un mese che precedeva l'estate. Ma quella sera faceva molto caldo, e l'aria era umida, così Albus decise di portare Elly a fare un giro intorno al lago.
"Ron? Cosa ci fai qui?" Disse sorpreso Albus mentre si trovava con la Alamon su una collinetta coperta di fiori.
"Ciao Al! Ciao...?"
"Elly" Disse frettolosa lei.
"Ciao Elly. Comunque, sono qui perché la McGonagall vuole che pattugli con maggiore frequenza la zona... Quando ho delle ore libere vengo qui. Sai, non avevo mai visto i Maridi così strani..." E indicò il lago.
I due si girarono e videro tritoni e Maridi salutarli ed emettere suoni che Albus non riconobbe, e videro anche un lungo tentacolo uscire dall'acqua.
"Quando finirà il Ministero di riempire d'Auror il perimetro di Hogwarts?" Chiese Albus.
"Non so... Ma da quando... sai... il tuo mantello... be', da quella notte il numero di Auror si è moltiplicato qui in zona... meglio essere prudenti, no?"
"Hai ragione" E filarono via, percorrendo un piccolo e stretto sentiero al limitare della foresta.
"Cosa credi che ci sia, là sotto?" Chiese Elly incuriosita mentre guardava sospettosa le acque profonde sottostanti ad Hogwarts.
"Mio padre mi ha detto che ci sono Avvincini, Sirene, e strane creature che si sono costruiti una città tutta loro, strano, no? Chissà cosa intendeva mio zio con 'non avevo mai visto i Maridi così strani' "
"Non so... Ma non mi piacerebbe per niente immeggermi in quell'acqua" Confessò lei rabbrividendo.
"Hai paura?" Chiese Al diverito. Gli mise la mano intorno al collo e poggiò la testa sulla sua spalla.
"Caso mai dovrei io metterti la testa tua sulla spalla, e poi... sì, ho paura. Sono una ragazza, mica un eroe muscoloso con abilità eroiche"
"Hai saputo tener fermo un Lupo Mannaro" Albus rise, mentre si ricordava quei momenti di tre anni addietro.
"Ma io ho paura del lago, non dei Lupi Mannari" E mise il broncio, ma nascondendo un piccolo e dolce sorriso che la ingannò.
"Sei maledettamente favolosa" E la baciò. Le avvolse la vita con le braccia. E quando le stava mordendo il labbro inferiore, lo sentì... quel calore proveniente dalla bacchetta... lo sentiva aumentare... sempre di più... come se qualcuno avesse lanciato delle fiamme all'interno della sua tasca.
"Attento!" Elly lo spinse a terra mentre guardava terrorizzata qualcosa che avanzava verso di loro alle spalle di Albus. Chiunque fosse, o qualunque cosa fosse, emanava un suono che sembrava un urlo di una bambina in preda al panico, come se stesse per morire. Era maledettamente inquietante e terribilmente spaventoso.
Albus si alzò e sfilò la bacchetta dal jeans, gli occhi chiusi a causa della terra che gli copriva il viso. Elly era rimasta lì seduta, ad un paio di metri da lui.
"Stupeficium!" Sparò alla cieca; ma il suo sporco tentativo gli riuscì perfettamente: quella che avrebbe potuto sembrare una creatura di forma umana cascò sulla terra umida con un tonfo sordo. Al fece scivolare la terra che aveva sul viso giù sulle foglie ed esaminò da più vicino l'essere. Pareva che già l'avesse visto da qualche parte recentemente...
Ansante, si sistemò la giacca e si inginocchiò accanto la creatura, che era sdraiata con la pancia in su, le braccia spalancate e le gambe rigide: sembrava morta. E quando gli guardò il viso la riconobbe.
"Ci sono Auror?" Chiese rapidamente Albus.
"No... non vedo nessuno"
"Ok... Elly... questa creatura... l'ho affrontata alla Corsa dello Zoppo" Disse mentre scrutava il viso biancastro dell'essere: aveva solamente una grande bocca, esattamente come un Dissennatore.
"Alla Corsa? Ma che... che creatura è? Mette i b-b-brividi" Balbettò.
"Sì, lo so, li avevo messi K.O. con Elliot..." Ricordò quegli attimi in sella alla scopa, nel bel mezzo di una tempesta. "Non so cosa siano di preciso, ma possono volare, hanno delle ali, da cui possono moltiplicarsi in qualche secondo" E le immagini di quel duello lassù nel cielo riaffiorarono nella sua mente.
"Assomigliano tanto ad una creatura leggendaria che esiste tra noi Babbani... lo smoking... il viso bianco... alto"
"Sì, ne ho sentito parlare" La butto lì Albus che fissava preoccupato la creatura. Che cosa ci faceva una creatura del genere ad Hogwarts? E soprattutto per quale motivo avrebbe dovuto attaccare due studenti al limitare della foresta? Lo aveva mandato qualcuno?
"Lo sai, Al, nella foresta ci sono creature di tutti i tipi! Dai Lupi Mannari ai ragni giganti, dagli Unicorni ai Thestral" Disse tutto ad un fiato Rose dopo che Albus aveva raccontato a lei e a Scorpius l'accaduto. Malfoy era pallido e preoccupato, invece Rose l'aveva presa con leggerezza, giustificando 'l'innumerevole presenza di creature mostruose nella foresta'.
Quando salì su al dormitorio con Scorpius alle calcagna, Albus non poté che rivivere quegli attimi alla Corsa con Elliot, che lo aveva salvato da quella creatura che, l'aveva detto Rose, sembrava non aver un nome. Si sfilò i vestiti e si infilò frettolosamente il pigiama.
"Credi che il ladro abbia usato quella creatura per attaccarti di nuovo?" Ipotizzò improvvisamente Scorpius a bassa voce, cosa alquanto inutile poiché Fred II e Patrick russavano rumorosamente.
"Non lo so... Non può sempre c'entrare questo cavolo di ladro! Insomma, non è il centro dell'universo!" Disse sforzandosi di non alzare troppo la voce.
Il giorno dopo Albus si svegliò così stanco che avrebbe voluto dormire altre due ore. Ma alla prima ora aveva Trasfigurazione, e la professoressa McGonagall non tollerava i ritardatari. Per farlo alzare dal letto, Scorpius gli lanciò qualche incantesimo.
"Ma che cosa..." Albus, che credeva fosse nel bel mezzo di un combattimento, prese di fretta la bacchetta sul comodino e sparò scintille rossastre dappertutto. I fiotti di luce rossa colpirono le tende del suo baldacchino, che prese totalmente fuoco.
"Bravo idiota!" Gli urlò Scorpius applaudendo ironicamente.
"Sta' zitto e spegni queste fiamme" Disse lui in preda al panico, in mezzo alle fiamme che non avevano ancora raggiunto il materasso.
"Tu non lo puoi fare?"
"Oh, è vero..." E dalla sua bacchetta sgorgarono quelli che avrebbero potuto essere una decina di litri d'acqua. Era talmente stanco che si era dimenticato di avere in mano una bacchetta magica.
La mattina filò via a grandi blocchi. La prima ora, a Trafigurazione, dovevano Trasfigurare delle penne d'oca in recipienti per carammelle, e, per quanto avesse potuto risultare strano, Patrick Finnigan riuscì a trasformare la sua penna d'oca in un mobile di ciliegio: distrusse parecchi banchi e ferì al volto il suo migliore amico, Fred II. Nella seconda ora, invece, i Grifondoro e i Tassorosso avevano insieme la lezione di Ars Amatorie. Quel giorno, il professor Lupin aveva dei capelli color verde pisello che, secondo Margarit, lo rendevano ancora più attraente (McLaggen lo scrutava con un'espressione abbastanza gelosa). Ma quello che successe in quell'ora, almeno secondo Albus, fu una delle cose più strane mai successe ad una lezione tenutasi ad Hogwarts.
"Bene bene. Ora, chiamerò uno alla volta uno di voi. Vi farete avanti e vi posizionerete qui, accanto alla cattedra, capito?" Disse Ted con un gran sorriso stampato in volto. Gli studenti borbottarono tra di loro, chiedendosi cosa avrebbero dovuto fare accanto alla cattedra davanti a tutta la classe.
"Bene bene bene. Cominciamo da... te! Con i capelli color paglia, fatti avanti... su!" Ted incoraggiò una ragazza di Tassorosso seduta in fondo all'aula, che in quel momento si stava nascondendo per non farsi notare.
"Com'è che ti chiami?" Le chiese il professore.
La ragazza rimase lì impalata, mentre fissava Ted con la bocca aperta e gli occhi sognanti.
"Signorina... Stai bene?" Chiese ancora, preoccupato.
"Oh, sì, mi chiamo Vanessa Podger" Disse lei scuotendo la testa.
"Bene, Vanessa, vieni qui" E la ragazza eseguì; si mise accanto alla cattedra, mostrando la sua imponente altezza. Era più alta di quanto non lo dimostrasse da seduta: le sue gambe erano lunghe e magrissime, e il suo viso era così angelico che Albus si chiese per un momento se fosse una Fata. Aveva le spalle piccole ed era così magrolina che avrebbe fatto concorrenza con un dito di Hagrid. Le sue labbra erano finissime, e la sua pelle così liscia...
"Quello che faremo oggi è un esperimento che... spero vi farà trovare un nuovo io all'interno di voi. Ora, guarda attentamente la classe, ogni singolo viso di ciascun alunno, moro o bruno, vecchio o piccolo, e scegline uno che dovrai baciare!"
La tensione che aveva riempito la classe per l'ansia di dover scoprire cosa fare si ruppe imprivvisamente. Quasi tutti scoppiarono a ridere, e Ted ridacchiò in tono soddisfatto.
"Non sto scherzando" I suoi capelli si colorarono di un nero intensissimo. Tutte le risate si spensero, e tutti i presenti fissarono i capelli del professore.
"Ok, era per attirare l'attenzione" Aggiunse in fretta "Stavo dicendo" E i suoi capelli si colorarono di nuovo di verde pisello "che non sto scherzando. Ebbene sì, ognuno di voi dovrà baciare il più carino o la più carina di questa classe, sempre se avete già dato il primo bacio" Un piccolo sorriso aleggiò sulle sue labbra carnose.
I visi dei Grifondoro e dei Tassorosso, che poco prima erano schiavi di sorrisi a non finire, ora si erano chiazzati sgradevolmente di rosso. Ma Albus la trovava un'idea divertentissima.
"Vanessa, fai il tuo dovere" Disse Ted guardandola.
Vanessa ci mise un po' a capire quello che doveva fare, e, un po' esitante e perplessa, avanzò verso Malfoy. Scorpius rimase lì, imbambolato, come se non sapesse parlare. I suoi occhi erano prigionieri di quelli della Tassorosso, che si chinò un po' più del dovuto per afferrargli le labbra. Albus si stava piegando in due dalle risate, e se avesse continuato a ridere, suppose, le sue due costole si sarebbero rotte.
"Benissimo! Wow! Vanessa e Scorpius! Ora tocca a te, Nicolas!" McLaggen si alzò e, senza nemmeno dover andare accanto alla cattedra, si avvicinò a Margarit e la baciò.
"Alla grande! Vai, Susanne!" Urlò sorridendo Lupin. La Tassorosso si alzò e baciò Fred II, che rimase pietrificato al suo posto, come se qualcosa di pesante lo avesse colpito in pieno volto.
"Jimmy Bones!" Chiamò di nuovo il professore. Una bellissima ragazza di Tassorosso si alzò e mostrò la sua bellezza infinita a tutti i presenti; i suoi capelli nero corvino erano lunghi e lisci, e il suo corpo aveva delle forme tutt'altro che piccole. Avanzò verso un ragazzo Tassorosso abbastanza alto e dai capelli spettinati; almeno da quanto aveva detto Scorpius, quello se la tirava un po' troppo, e il fatto che lui ignorasse le ragazze che lo salutavano sempre per i corridoi la diceva tutta.
Altri dieci alunni procedettero con il bacio, sorridendo e rimanendo sbalorditi. Alcuni si vergognavano, ma altri prendevano in mano la stuazione e si facevano avanti.
"Tocca a te, Albus" Disse allegramente il professor Lupin. Albus si alzò sorridendo. Dietro il suo banco, c'era quello di Rose ed Elly. Tutti stavano guardando la Alamon. Si girò e le andò in contro. Lei già allungava il collo, ma lui stava fissando sua cugina. Passò dietro Elly, fregandosene di Scorpius che lo stava chiamando. Si chinò su Rose, le prese il viso dolcemente con la mano non monca, e allungò le labbra sulle sue. Un attimo dopo la stanza si riempì di voci... vide Elly alzarsi ed uscire dalla stanza... e Scorpius che la rincorreva... la testa gli doleva così forte che per un momento si dimenticò quello che aveva appena fatto.
Scosse la testa e tornò in sé. Non seppe perché l'aveva fatto. Sembrava aver volato per tantissimi chilometri sopra il cielo. Il suo volto si chiazzò di un rosso intenso, e un gran punto interrogativo gli galleggiò accanto, minaccioso, mentre tutti lo fissavano a bocca aperta. Ma che cosa aveva fatto? Era un sogno o era realtà? Non poteva crederci... non poteva aver fatto una cosa del genere... non era possibile.
Si alzò dalla sedia rumorosamente ed uscì di corsa, rischiando anche di inciampare, con il volto di Elly che dominava nella sua testa. Appena uscito dall'aula di Ars Amatorie, girò la testa di scatto a destra e a sinistra: non c'era nessuno. Guardò dritto a sé, e vide Elly con Scorpius seduti in un angoletto; lei piangeva, e Scorpius la stava abbracciando mentre provava ripetutamente ad alzarle il viso. Albus camminò a punta di piedi, cercando di non farsi sentire: dove sarebbe andato a mirare Scorpius?
Ma poi capì che doveva sbrigarsi. Avanzò verso i due, con aria decisa: doveva affrontare la situazione.
"Elly..."
"Vattene! Non osare..."
"Elly..."
"Ti lancio una Fattura se non ti levi di mezzo"
"ELLY DAMMI RETTA UN ATTIMO!"
La Alamon, che aveva il viso nascostro dietro le mani, lo guardò, con aria di sfida, le lacrime agli occhi.
"Non ho intenzione di rivolgerti la parola dopo quello che..."
"Alzati!" Sibilò lui paziente.
"Albus è meglio che te ne vai" Disse Scorpius guardando Elly, triste. Anche lui sembrava sul punto di piangere.
"Chiudi il becco! Elly, vorrei parlarti. Scorpius, sparisci" Ordinò, rosso in viso. Malfoy, un po' esitante, si mise su in piedi e sgaiattolò dentro l'aula, fissando fino all'ultimo secondo Albus ed Elly.
"Dì al professore che arriviamo subito" Aggiunse in fretta prima che Scorpius chiudesse la porta. Al si mise a sedere accanto ad Elly, che si coprì di nuovo il viso con le mani, mentre dai suoi occhi sgorgavano lacrime che esprimevano solamente dolore ed incredulità.
"Elly... non so cosa mi è preso... te lo giuro... non ero in me... mi sentivo stranissimo... come se fossi stato... comandato"
"Non dire sciocchezze! Ho visto il modo in cui la guardavi!" Sbraitò lei nascondendosi ancora di più "Mi hai fatto fare la figura della..."
"Ti posso giurare che non ero in me! Mi sentivo un'altra persona, e non ho la minima idea perché diavolo l'ho fatto! Non ne avevo regione... Rose è mia cugina! Posso assicurarti che non era Albus quello di prima" Disse lui abbassando sempre di più la voce, accompagnando i gemiti di Elly che man mano diminuivano.
"Non posso crederci... è tua cugina! La mia migliore amica!" Disse lei riaffiorando dall'oscurità.
"Ripeto che non ero in me... ero troppo... strano" Spiegò prendendole una mano e cominciando ad accarezzarla dolcemente.
"Strano? Strano! Con questo ti giustifichi? Eri strano?" Ringhiò ferocemente.
"Senti..." Gonfiò il petto "Guardami"
Lei obbedì; girò lentamente il viso e lui la baciò. La baciò come non lo aveva mai fatto, come se si stessero dando un addio, come se non l'avrebbe mai più rivista. Il calore delle lacrime di lei riscaldavano delicatamente le guance di lui. La baciò così appassionatamente che quando si staccarono lei disse, esitando "Ti perdono".
Ce l'aveva fatta, stranamente, anche se doveva chiarire la questione anche con Rose.
"Sono più dispiaciuto di te, Elly, giuro" Confessò.
"Come dicevi che ti stavi sentendo? Comandato?" Domandò lei improvvisamente. E in effetti, quando Albus aveva baciato sua cugina, si sentiva vuoto, senza pensieri, libero da tutti e da tutto, come se le sue azioni fossero comandate da qualcun'altro, qualcun'altro che forse aveva usato la Maledizione Imperius. Ma era un'ipotesi troppo azzardata... troppo esagerata.
"Se stai pensando quello che sto pensando io, ci sbagliamo di grosso, vero?" Sibilò Albus mentre ragionava confuso. Chi mai avrebbe dovuto scagliare una Maledizione Senza Perdono su Albus solo per far baciare una ragazza che non fosse stata la sua fidanzata? Era una cosa un po' troppo assurda.
"Ci sbagliamo, è impossibile, no?"
"Non lo so Elly, ma l'unica cosa che interessa me ora è che... tu mi creda" Non la voleva perdere, per nessuna ragione al mondo. Stava così bene quando si trovava con lei... Ma non seppe ancora perché aveva baciato Rose al suo posto. Che situazione!
La giornata fu abbastanza scossa: Rose era rimasta meravigliata dal bacio (Albus si scusò con lei e con tutta la classe, accanto alla cattedra ed esprimendosi come meglio poteva) e ovviamente non voleva dirlo a Connor, che come minimo avrebbe aspettato la seguente luna piena per sbranare vivo Albus (era veramente capace di farlo?). Ma quando un gran mantello nero trapunto di stelle sommerse completamente Hogwarts, la pace regnò su Albus, Rose ed Elly. Nessuno era più arrabbiato. Quella pace era fin troppo sospetta, e i mesi che seguirono cullarono Albus ed Elly in quello che sembrava amore, anche se ogni tanto Albus si chiedeva come gli fosse venuto in mente di baciare sua cugina, e decise che l'ipotesi che qualcuno avesse scagliato contro di lui la Maledizione Imperius doveva andare diritto al cestino.
I mesi scorrevano così velocemente che ad Al servì un po' di tempo per capire che scuola stava per finire. Una volta al mese si allenava in incantesimi con suo fratello, duellando e, a volte, ferendosi. E ancora una volta al mese, c'era la lezione di Ars Amatorie. La lezione di maggio fu segnata dal bacio di Albus con Rose, ma le due che seguirono furono allegre e interessanti. L'ultima lezione, però, ciascuno studente doveva portare una pergamena dove dovevano definire per iscritto che cos'era l'amore, come aveva detto Ted all'inzio dell'anno, pensando anche ad esperienze personali. Albus scrisse due pergamene, e si meravigliò di tutto il lavoro che fece. Scorpius, invece, non scrisse nemmeno dieci centimetri di pergamena, e Rose, molto stranamente, scrisse poche righe ma, a lezione, Ted rimase meravigliato dal lavoro dei suoi alunni.
Le ultime lezioni si svolsero tranquillamente, ed agli esami tutti ne uscirono gloriosi, visto la piccola mole di studio assegnata dai professori. Albus, che odiava un po' Storia della Magia, ne uscì con un misero Accettabile.
La sera prima del suo ritorno a Londra, preparò il baule. Le finestre erano aperte, e un'arietta fresca lo pizzicava ogni tanto sul corpo. Prese i libri, le pergamente, le penne d'oca, la fialetta di Felix Felicis (Albus si chiese quando l'avrebbe usata) e altra roba a cui non fece tanta attenzione. Buttò tutto dentro il baule. Prese la Quickfire e la poggiò sul baldacchino, poi prese la gabbia di Snow. "Politio" Cacche e piume sparirono. Snow era di sicuro fuori a caccia, e sarebbe tornata a notte tarda. Mise un paio di Biscotti Gufici all'interno della sua gabbia e tornò a pensare al baule.
"Credi che il prossimo anno avremmo a che fare con altri inconvenienti, bibby?" Domandò Scorpius mentre riponeva le scarpe dentro il baule.
"Cosa intendi?" Albus non capiva.
"Col ladro" Disse gelido mentre chiudeva la porta. Nel dormitorio c'erano solamente loro due.
"Oh... il ladro..." Si era perfino dimenticato che esistesse un ladro "Non lo so... Quest'anno ne abbiamo passate così tante che potremmo stare a posto per una vita intera"
"Ben detto" E sorrise. Ma il suo sorriso svanì all'istante. Il suo volto esprimeva terrore puro... Al non capiva.
"Cosa c'è Scorp?" Chiese mentre guardava il punto che stava fissando Malfoy, che avanzò verso la finestra, ansante e sospirando rumorosamente. Sembrava che gli avessero tolto le corde vocali.
"C-c'era q-qualcuno lì" E indicò la finestra, tremando. "Proprio lì"
Albus prese la bacchetta sul comodino e avanzò anche lui verso la finestra. Chi c'era? Il cuore gli cominciò a galoppare fino alla gola.
E accadde tutto in un secondo: qualcosa di lungo, molto lungo e nerastro aveva afferrato il piede di Scorpius, che ora si dimenava come un pazzo. La cosa che lo stava strattonando somigliava ad un serpente enorme... Poi Albus guardò verso la finestra, dove fluttuavano nell'aria due grandi ali nere. Sbattevano violentemente, ed Albus avanzò ancora di più verso la finestra per vedere a cosa erano aggrappate: un uomo alto, vestito di smoking nero, il viso biancastro con una grande bocca aperta al centro, da cui usciva il serpente che stava stritolando la gamba di Scorpius.
Albus si girò e puntò la bacchetta sul serpente, spaventato.
"Expelliarmus!" L'incantesimo di Disarmo funzionò a dovere. Il serpente mollò la presa, e Scorpius fu libero: prese la bacchetta e cominciò a scagliare scintille dappertutto.
Più lanciavano incantesimi, più la creatura diventava più forte, come se fosse stimolata. Entrò dalla finestra, chiudendo le imponenti ali, e quando entrò del tutto, queste si staccarono, dando vita ad altre due creature, con smoking e un gran serpente al posto della lingua. Cominciarono ad urlare e a spaccare qualunque cosa gli capitasse davanti: mobili, letti, scrivanie, comodini.
"Stupeficium!!"
"Impedimenta!"
"Vipera Evanesca" Il serpente che usciva dalla bocca di una creatura scomparve.
"Insieme il Disarmo, Scorp!" Urlò Albus.
"Expelliarmus!" Urlarono insieme. La creatura senza lingua barcollò all'indietro e cascò pesantemente sul pavimento. Ora ne mancavano due.
Le creature continuavano ad urlare e ad attaccare, e dalla loro bocca uscivano grandi e lunghi serpenti neri, che aiutavano i loro padroni ad attaccare i due amici.
"Vipera Evanesca" Scorpius mancò per un pelo la creatura che stava lottando contro di lui. Albus, invece, stava guardando l'altra creatura volare per la stanza. Poi, improvvisamente, si ritrovò a testa in giù, il collo circondato dalla mano dell'essere e il serpente che lo colpiva alla testa. Non poteva fare niente, anche se aveva la bacchetta. Non riusciva a capire niente: udiva solamente gli incantesimi di Scorpius infrangersi contro le pareti. Il serpente strattonava Albus così forte che sembrava che qualcuno gli stesse dando dei pugni. E poi, come un lampo di genio, gli venne l'idea.
"Accio Felix Felicis!" La fialetta gli comparve sulla mano, diede un calcio in viso all'essere e cercò di stare lontano da tutto quel casino per ingerire una goccia della pozione. Lo fece. Ora si sentiva maledettamente felice. La creatura lo stava fissando, mentre Scorpius cominciava a non farcela più.
"Libro Locomotor" Disse Al puntando la bacchetta contro il libro Gironzolare con Pozioni velenose, di Albert Hokwink. Il libro volò a mezz'aria per alcuni secondi, poi cadde sul piede della creatura, che si dimenò dal dolore, urlando a squarciagola e rompendo quasi i timpani di Albus e Scorpius. Spalancò le alì nerastre e colpì in pieno viso l'altra creatura, che smise di attaccare Scorpius e cascò per la botta. Malfoy si accasciò a terra, sospirando. Albus guardava la scena col sorriso stampato in volto. E poi, la creatura che aveva colpito col libro, aprì la bocca di colpo: il serpente che ne fuoriuscì, invece di colpire Albus, si contorse e si impigliò su se stesso, e colpì l'altra creatura sul cuore a bocca aperta: i denti si infilzarono rumorosamente nella carne, e l'essere ululò dal dolore, prima di cadere a terra privo di sensi. Il serpente, però, invece di ritornare al suo posto dentro la bocca, cominciò a mordere una chiappa del proprio padrone, che dopo alcuni lunghissimi istanti, morì.
"Vipera Evanesca!" Il serpente di dissolse nell'aria come fumo, accompagnato da una piccola e innocua esplosione.
"Cosa diavolo..." Disse Scorpius a bocca aperta, mentre ansimava e si reggeva su una parete coperta di muffa.
"Felix Felicis, eh" Spiegò Albus sorridendo.
"Amico... c-cosa erano quei cosi orrendi?" Chiese Scorpius con un espressione abbastanza allarmata. Era ovvio che era scosso, insieme ad Albus, che in quel momento si stava chiedendo cosa ci facessero quelle creature nel suo dormitorio. Anche due mesi prima una di quelle creatura lo aveva attaccato mentre si trovava con Elly al limitare della foresta proibita, ma, quella volta, ce n'era solamente una, e non aveva ricorso alla Felix. Scorpius continuava a scrutare la creatura.
"Le ho affrontate alla Corsa... ricordi, Scorp? Due mesi fa una di loro aveva attaccato me ed Elly"
"Oh, sì, ricordo" Disse Scorpius con l'aria di chi capisce qualcosa all'improvviso.
Albus sbuffò. Cominciò a marciare per la stanza, guardando ovunque tranne che verso le tre creature distese a terra.
"Due attacchi in due mesi, non credo sia una coincidenza. Qualcuno mi vuole morto" Disse mentre misurava la stanza a grandi passi. E poi qualcuno bussò fortemente alla porta.
"Tutto bene Albus? Abbiamo sentito dei rumori, cosa state facendo?" Era la voce di Patrick Finnigan.
"Oh, ehm... Sì, alla grande... ehm... si è smontato il mio baldacchino" Mentì in preda al panico.
"D'accordo... Scendo giù che Fred II ha delle Merendine Muscoloistantaneo"
"A dopo" Albus si accertò che la porta fosse chiusa e poi si avvicinò alle creature.
"Dobbiamo farle sparire" Aggiunse in fretta.
"Ci penso io, tu metti in ordine la stanza, però" Lo rassicurò Scorpius armato di bacchetta.
Albus puntò la sua verso il pavimento, che era pieno zeppo di pezzi di cemento e di legno. Le schegge del lampadario scintillavano lì vicino. I cuscini giacevano sgonfi, con le piume che traboccavano dagli squarci.
"Reficio" Tutti gli oggetti smarriti tornarono al proprio posto, i pezzi del lampadario galleggiarono a mezz'aria e si unirono al soffitto delicatamente; i letti a baldacchino si montarono in pochi secondi, le piume schizzarono dentro i loro cuscini e tutta la polvere scomparve in quelli che avrebbero potuto essere dieci secondi. Ora la stanza era come prima, e, senza quelle alte e spaventose creature, nessuno avrebbe mai sospettato di nulla. Ma il pensiero di quei serpenti che uscivano da quelle bocche che somigliavano tanto a quelle dei Dissennatori fece rabbrividire Albus, che continuava a chiedersi 'perché sempre a me?'.
Quella sera stessa, verso mezzanotte, Albus, Scorpius, Rose (che, prima di essere richiamata da Cornelius Creevey, si stava sbaciucchiando con Connor accanto al ritratto della Signora Grassa) ed Elly si incontrarono alla Sala Comune Grifondoro, e quelle sarebbe stata l'ultima sera ad Hogwarts del loro quarto e scombussolato anno. I sospetti di Rose erano un po' troppo esagerati per i gusti di Scorpius. Rose aveva ipotizzato che qualcuno stesse cercando di attaccare Albus tramite quelle creature (tralasciando l'ipotesi delle molte creature presenti nella foresta), ma chi avrebbe potuto essere? Di certo una creatura mostruosa non si intrufolava dentro un dormitorio per attaccare degli alunni così per coincidenza, e poi una cosa del genere non era mai capitata.
"Se fosse il ladro questo significherebbe che si trova qui ad Hogwarts" Disse seccamente Elly.
"Non so... O quelle creature..."
"Ma non hanno un nome, queste... cose orrende?" Domandò impaziente Scorpius.
"No, che io sappia, no" Rispose Rose come se si trovasse ad un interrogazione di Storia della Magia.
"Dicevo" Riprese Albus "O quelle creature ce l'hanno con me, o qualcuno le comanda"
"Dobbiamo denunciare il fatto alla McGonagall, lei odia che creature mostruose si trovino fuori luogo quando invece dovrebbero trovarsi all'interno della foresta!" Disse Scorpius.
"Non penso che le creature escano dalla foresta per attaccare uno studente per ben due volte, non sembra troppo assurdo? Sono del parere che qualcuno le comandi, o almeno che qualcuno dice loro di attaccarmi. Ma ora non mi preoccupo più, scuola è finita" Disse Albus mentre Rose annuiva.
Era vero. Non c'era niente di cui avrebbe dovuto preoccuparsi. Il suo quarto anno era finito, e, con un gran sollievo, avrebbe passato quattro settimane con Harry, Ron, Hermione, e tutti i Weasley, che amava. Il mistero delle creature sarebbe stato risolto in un altro momento, anche se il pensiero premeva contro Albus come un fastidioso e piccolo Doxy.
La mattina seguente Albus si alzò alle sei, i capelli arruffati e rosso in volto, poiché aveva dormito con la testa sotto il cuscino. Sentiva Rose lamentarsi giù in Sala Comune dicendo che non avrebbe potuto dar retta al Procedimento Avanzato e che avrebbe dovuto fare semplicemente gli esami di Pozioni ai G.U.F.O., come avrebbe fatto la maggior parte degli studenti. Stava discutendo animatamente con Lucy Weasley, la figlia di Percy, che in quell'anno era diventato, per la sua grande e immensa gioia, Direttore dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia.
Al si alzò, e, senza nemmeno sfilarsi il pigiama, si affacciò alla porta e disse di fare meno rumore, visto che era mattina presto. Ma non riprese sonno: rimase sul suo letto, le braccia spalancate e i capelli in disordine (come sempre), assaporando con la mente il suo quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La Corsa... Elliot Flynn... Weddy Monsie... Il Mantello dell'Invisibiltà... La Passaporta... Il salotto... la Pietra. Era tutto così strano, ma allo stesso tempo era tutto così meraviglioso: essere un mago e finire nei guai era centomila volte meglio che essere un babbano che aveva tutta la felicità del mondo.
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