Spada e pugni

Vista e udito si spensero, l'oscurità lo sommergeva; sentiva solo la mano di Rose mentre veniva strizzato fra spazio e tempo, lontano dall'isola di Bouvet, lontano da Akator... Per un momento pensò di ritrovarsi in una foresta, ma poi prese a vorticare di nuovo: sentì il sangue che colava dalle ferite bagnargli il viso. Aveva la nausea.

"Dove siamo?" chiese la voce di Scorpius.

Albus aprì gli occhi. L'improvviso cambio di temperatura parve scioglierlo. L'aria fresca gli premette contro le ferite sanguinanti. Era notte.

"Hungerford Bridge" rispose Rose, affannata, spedendo un Patronus. "Cammina e basta, dobbiamo trovare un posto dove ci possiamo cambiare. Albus, sei ridotto malissimo"

"Bella spada! Dove l'avete presa?" Chiese di colpo un passante dietro i tre. Al notò che il ponte era pieno di gente.

"Hamleys!" Rispose d'istinto Rose cercando di nascondere le braccia zuppe di sangue.

"Oh... ci devo andare, in quel negozio" Borbottò più a sé che ai tre. "Caspita, ragazzo! Ti sei truccato bene, eh? Peccato che sia Natale, non Halloween. Be', ciao!"

Albus non aprì bocca: aveva una nausea tremenda e vedere il London Eye girare lentamente gli fece venire i brividi. Attraversarono di corsa il ponte, e lo sferragliare dei treni a pochi metri da lui lo irritava molto. La gente lo fissava sconcertata.

"Bella idea, Rose, venire nel cuore di Londra con Al che sembra un polmone e tu con una spada che... che... che razza di spada è quella?" Sospirò Malfoy mentre scendevano delle scale. Un uomo in giacca a cravatta scrutò Albus così tanto che per un attimo parve essere un mago.

"SCORPIUS HYPERION MALFOY! Se non te ne fossi reso conto, siamo arrivati qui dall'Isola di Bouvet, che si trova in cu..."

"Sì... sì. Ho capito, ma non potevamo andare in una zona di periferia, o almeno in Pytchley Road?" La interruppe scrollando le spalle. Percorsero Craven Street e svoltarono a destra, verso un centro commerciale babbano.

"C-i-s-o-n-o-i-F-e-d-e-l-i" Scandì bene le parole la Weasley. "Ci siamo Smaterializzati prima in una foresta dell'Italia, credo. Poi siamo venuti qui" Spiegò mentre si guardava intorno ansante. Le ferite di Albus perdevano un sacco di sangue, e lasciò piccole pozze rossastre sui marciapiedi che percorse. Un bus a due piani avanzò rombando e un gruppo di allegri bevitori li guardò ammiccando. La gente non smetteva di scrutare il ragazzo-polmone e la ragazza-guerriera.

"Cercate di non dare troppo nell'occhio..." Sussurrò Scorpius.

"Oh, sì, contaci Hyperion, contaci proprio" Rispose asciutta e fredda Rose, mentre infilava la spada verde-argento nella borsa di perline.

"Starbax... Cos'è Starbax?" Chiese accigliato Malfoy ignorando Rose e leggendo un gran cartello dall'altra parte della strada.

"Starbucks, idiota! È una catena babbana di caffetterie!" Disse distrattamente lei mentre li guidava in una stradina laterale, poi al sicuro in un vicolo poco illuminato.

"Oooh, capisco"

Albus si afflosciò a terra, appoggiando la schiena contro un muro. Accanto a lui giaceva un sacco dell'immondizia, e di fronte i suoi due amici cominciarono a cambiarsi.

"Al, se stai fermo posso toglierti tutto questo sangue"

"Devo prendere la pozione... la pozione... per la Feremort... no? Devo... o morirò..."

"Calmo. Eccola! La vedi?" Lo interruppe sua cugina, estraendo dalla borsetta di perline una bottiglietta contenente un liquido marroncino poco invitante. La stappò e la ficcò in gola al cugino, che quasi non vomitò: la pozione sapeva di cacca di Troll. Si sforzò nel buttare giù tutta la dose.

"Come... come fai ad avercela?" Chiese mentre osservava confuso il sangue smettere di colare dai profondi buchi sulla pelle. Lo strano sapore della pozione gli asciugò la bocca.

"È un semplice Antidoto alle Maledizioni Oscure da taglio o alle Fatture Pungenti" Rispose lei sfilandosi la t-shirt bianca coperta di sangue. Rimase per alcuni secondi solamente in reggiseno, e Scorpius fece di tutto pur di non guardarla.

"Ehm... Albus, la spada... come... dov'eri andato? Credevi stessi scappando..."

"Una cerva. È stata una cerva d''argento a mostrarmela mentre combattevamo. Era un Patronus. Ma non ho idea a chi appartenesse"

Rose si infilò un maglione a pois leggero e prese a parlare.

"Una cerva d'argento?"

"Sì. Per caso conosci qualcuno che ha un Patronus così?"

"No" Rispose pensosa. "Oltre a te no..."

"Qualcuno ci ha aiutato! Qualcuno ha messo la spada... dov'è che l'hai trovata, Al?" Chiese di nuovo Malfoy infilandosi un giaccone viola.

"Nel ghiaccio. Ho fatto esplodere tutto e ho preso la spada e..." Solamente ora pensò a quello che sua cugina aveva fatto. "Rose, tu hai... lo hai... ucciso, l'altro lui! Con la spada!"

Rose fece un sorrisino timido e si afflosciò a terra, accanto ad Al.

"Be', manca solamente quello vero, no?"

"Sì..."

"Ottimo lavoro" Si congratulò con la cugina. Provava una forte attrazione verso Rose: si sforzò per cercare di non darle un bacio sulla guancia. Sarebbe parso strano, impertinente perfino.

"Secondo voi lui lo sa? Sa che abbiamo ucciso l'altro lui?" Domandò Scorpius bevendo dell'acqua da una bottiglietta di vetro.

"Akator si sarà già Materializzato da lui..."

"Akator! Quell'impostore del cavolo! Credevo fosse Rolf! Dovevo accorgermene subito..."

"Non è colpa tua, Rose. Non abbiamo colpe, noi. Ha giocato la sua carta quel Weddy Monsie. Ci ha portati in quell'isola e tu hai ucciso l'altro lui. Ha fatto lo sbaglio più grande della sua vita quel mostro. Però... non capisco come abbia fatto a trasformarsi in quel... mostro"

"Al, ci sono magie che nemmeno io conosco. Oscure, molto Oscure. Con la magia si possono fare tante cose" Disse Rose.

"Ma è scappato da Azkaban, non..."

"Certo che è scappato da Azkaban! Tutti sono usciti da Azkaban! Il ladro ha in mano il Ministero!" Esclamò convinto Malfoy.

"Albus... riguardo quella... visione del pub? Non me ne hai mai parlato" Mormorò Rose.

Albus se ne era perfino dimenticato: era l'ultima cosa a cui avrebbe dato peso.

"Non importa ora. C'è stata d'aiuto per capire che ci trovavamo nel posto giusto, tutto qui"

"Cos'era quel vortice?!" Chiese bruscamente Malfoy. La testa di Albus smise di dolergli, e provò una piacevole sensazione di leggerezza. C'erano mille domande da fare. Mai i perché e i come erano stati così tanti.

"Non lo so... Magia Oscura, credo. Non ho mai visto una cosa del genere"

"Praticamente ci ha Smaterializzati e Materializzati nell'altra parte del mondo, no?" Intervenne Albus, la bocca asciutta.

"Sì, in effetti sì. Ma... la fortuna è stata dalla nostra" Commentò Rose.

I pensieri di Albus erano tutti catapultati su quello che aveva vissuto pochi minuti prima. Aveva visto tutti i momenti di pericolo di suo padre e di sua sorella, mentre era in uno stato in bilico tra la vita e la morte. Era stata una sensazione alquanto strana, visto che lui credeva di essere morto. Vedere di nuovo la morte di Lily gli congelò il cuore.

"Ma perché ci ha portati lì?!" Domandò duro Scorpius guardandosi intorno: in fondo alla viottola poco illuminata c'erano due artisti di strada e un paio di bevitori.

Rose lo guardò per un momento: sembrava pietrificata.

"Non ne ho idea. Forse voleva farci uccidere tutti quanti, no? Poi avrebbe consegnato Albus alla copia e..."

"Copia Omogena, si chiama" Intervenne Albus. Rose gli scoccò un'occhiata severa e confusa.

"Copia Omogena, ok... e ti avrebbe tolto la bacchetta"

"Può essere un'idea, sì" Sospirò Malfoy.

"Va bene ragazzi, questo non importa. Quello che importa è che abbiamo ucciso la Copia, e che ora ci resta solo un lui. Ora, quello di cui dobbiamo preoccuparci è: di chi era quella cerva?"

"Non conosco nessuno con la cerva come Patronus, cuginetto..."

"Chi mai avrebbe potuto aiutarci? Doveva essere nell'isola insieme a noi. Qualcuno ha pur messo la spada, no?"

"A proposito di spada... che razza di spada è questa? Non è di Grifondoro, vero?" Convenne Malfoy avvicinandosi ai due e prendendo l'oggetto dalla borsetta.

"Se fosse di Grifondoro l'elsa sarebbe incastonata di rubini rossi, no? Questa invece ha smeraldi verdi..."

"E queste sfere con 'sto liquido dentro" Aggiunse assumendo un'aria decisamente confusa Scorpius.

"Sembra la spada di Serpeverde. Verdastra, no? Peccato che non esiste..." Rise Albus. Rose trasse un profondo sospiro e si mise una mano sulla fronte.

"Questa è la spada di Serpeverde, ladies and gentleman! Ma... è scomparsa nel decimo secolo, è impossibile che sia questa..."

"Esiste una spada di Serpeverde? E da quando? Non era solamente Grifondoro..."

Ma Rose lo zittì con un cenno della mano. Frugò dentro la borsetta e ne estrasse un piccolo libro rilegato in pelle di Troll, che aprì frettolosamente. Sfogliò alcune pagine e poi saltellò debolmente, come se avesse appena visto qualcosa di bello.

"Secondo la leggenda, la spada di Salazar Serpeverde è una spada forgiata da Gobrak il Grande, il goblin più intelligente che sia mai esistito nella sua specie. Creò la spada per il suo padrone, appunto Salazar Serpeverde, che schiavizzò il goblin torturandolo e procurandogli gravi perdite di dita dei piedi e di un orecchio. La causa della costruzione della spada fu l'imminente potenza di Godric Grifondoro, che già possedeva una sua spada. Per questo motivo Salazar voleva rendersi superiore usando una spada forgiata dal goblin più intelligente del mondo. La spada, a differenza di quella di Grifondoro, si diceva contenesse al suo interno un miscuglio di veleni di serpente, dal Taipan dell'entroterra al Krait cinese. Inoltre, la spada di Serpeverde avrebbe potuto uccidere una persona soltanto con un piccolo graffio sulla pelle. Il presunto duello tra Godric e Salazar avvenne intorno alla fine del X secolo, ed ebbe la meglio Grifondoro. Salazar non riuscì a sfiorare nemmeno una volta Grifondoro, che uscì dal duello illeso e soddisfatto delle sue abilità. Dopo la morte di Salazar, la spada non venne trovata in nessun luogo di Hogwarts. La leggenda è poca conosciuta nel mondo magico, e soltanto pochi maghi ne sono a conoscenza. Inoltre, stando alle fonti del X secolo di alcuni stregoni, essendo stata forgiata dai folletti, la spada è indistruttibile" Lesse di finire e poi sorseggiò dell'acqua.

Albus rimase a bocca aperta.

"Non ne ho mai sentito parlare, io"

"È persa, quindi?" Chiese Scorpius.

"Sì... Non si hanno tracce della spada dall'inizio del XI secolo"

"Ma... Rose! È persa. P-E-R-S-A. è impossibile che si sia mostrata a me dopo tutto questo tempo!"

Esisteva davvero una spada di Salazar Serpeverde? Salazar aveva davvero schiavizzato il goblin più intelligente del mondo per sconfiggere Grifondoro in un duello?

"Concordo con te, cuginetto. Ma come spieghiamo queste sfere con dentro del veleno?"

"Secondo te è veleno di serpente, ci credi? Ma quella era solo una leggenda, Rose! L-e-g-g-e-n-d-a" Scandì bene la parole a denti stretti. Non credeva affatto che esistesse una spada di Serpeverde. E poi lui era un Grifondoro!

"E allora di chi è questa spada?"

"Non lo so... Ma aspetta un momento..." Al prese l'oggetto dalle mani di Scorpius e avvicinò la punta agli occhi. Scintillava ancora ed era sporca di sangue.

"Qui ci sono incise due S! S e S. Salazar Serpeverde!" Ora cominciò ad assecondare l'idea di non dar retta alla leggenda. Forse le ipotesi di sua cugina erano vere... forse lui si sbagliava... forse quella non era soltanto una leggenda.

Gliela passò a Rose, che la guardò con vivo interesse.

"È vero!" Esclamò mentre sfiorava con le dita le due piccole S. "Quindi... sì. Questa dovrebbe essere la spada di Salazar Serpeverde! Avevo ragione" Sorrise la Weasley. Scorpius la guardò con occhi sognanti.

"Dobbiamo credere alle leggende, perché a volte sono più realistiche della vita" Sussurrò Al. "E poi le leggende sono più belle, no?"

"Giusto ma... perché l'hai trovato dopo tutti questi anni dalla sua scomparsa?"

"Non lo so... davvero. E poi io sono un Grifondoro, non un Serpeverde"

"Dovresti essere il secondo uomo che possiede la spada dopo Serpeverde" Commentò Rose eccitata. Un passante li guardò accigliato e proseguì abbassando il capo.

"Ma qualcuno deve aver messo la spada, no?! Qualcuno era lì, nell'isola. Ha messo la spada nel ghiaccio e ha evocato il Patronus, affinché andasse da te e ti mostrasse la spada!" Aggiunse Malfoy pensoso mentre riponeva l'oggetto nella borsetta. L'aria cominciò a farsi più fredda.

"Rose, hai avvertito l'Ordine?"

"Sì, appena ci siamo Materializzati sull'Hungerford Bridge. Ho detto che abbiamo ucciso l'altro lui, ma non ho detto della spada e della cerva... Ci sarà tempo..." E spedì un altro Patrone. Albus si chiese come facesse la cugina a produrli così belli: il leone scosse la testa e corse verso il cielo, lasciandosi dietro un alone azzurrino.

"Va bene, va bene" Ora Albus si sentiva molto bene rispetto a qualche minuto prima. Le ferite erano ancora aperte e sfumate di un rosso acceso, ma non perdevano più sangue. I muscoli erano un po' indolenziti, ma infondo riusciva a muovere gli arti con una certa facilità. Si sorprese della velocità dell'antidoto nel guarire le ferite. Ma poi una lettura di Una costellazione di Forze Oscure gli piombò dentro la testa.

"Rose... ma le ferite e i... tagli Oscuri, insomma, non erano impossibili da guarire?"

"Oh sì, lo erano. Mio zio infatti non ha potuto riparare l'orecchio, ma dal 2010 sono stati introdotti negli antidoti contro le Maledizioni Oscure da taglio o Fatture Pungenti estratto di Bezoar misto a Polvere di Cuore. Praticamente due elementi essenziali per la guarigione di..." Ma si bloccò. Tutti e tre fecero lo stesso movimento: sfilarono fuori le bacchette. A pochi metri da loro si era appena Materializzato qualcuno. Il cuore di Al parve salire fino alla gola, e il suo corpo venne scosso da un forte tremito. Alzò ancora di più la bacchetta e borbottò "Lumos".

Una maschera di ghiaccio si disegnò sul suo volto. I suoi occhi cominciarono a elettrizzarsi e a scagliare maledizioni su Connor Spartamus. Era vestito di una giacca nera in pelle con un jeans alquanto stretto strappato in alcuni punti. La giacchetta era aperta, e mostrava un ampio petto che sembrava di ferro. Il volto era totalmente ricoperto da cicatrici e graffi.

Rose, che per un momento parve non crederci, corse da lui e lo abbracciò così forte che lui sussultò dal dolore.

"Ehi, piano... piccola" Le sussurrò all'orecchio. Le viscere di Al si contorsero dalla rabbia e un liquido bollente e fastidioso gli bruciò il petto. Scorpius si era colorato totalmente di rosso e cercò di distrarsi: si slacciò i lacci delle scarpe, molto lentamente, e se li allacciò di nuovo.

"Amore, o Merlino... stai bene" E lo baciò. "Credevo che il Patrone non ti sarebbe mai arrivato..."

"Stai tranquilla, sono qui" La rassicurò. "Ero solo, in una foresta su in Galles. Il ladro ha scoperto che sono una spia" Confessò debolmente.

Rose lo guardò sconcertata, mentre Al e Scorpius rimasero indifferenti.

"COSA? Ma... si è... arrabbiato? Come ha fatto a scoprirlo...?"

"Non lo so, veramente. Non ne ho la più pallida idea. Mi inquieta quell'uomo: sa sempre tutto. Ha cercato di uccidermi, ma sono scappato appena in tempo. Sono giorni che sono da solo..."

"Oh, amore! Mi dispiace... è così assurdo..."

Connor, per la prima volta in quei minuti, scorse Al. I suoi occhi blu mare incontrarono quelli verdi chiaro, e parvero entrambi scurirsi.

"Allora, lo avete ucciso? L'altro lui?"

Albus non voleva parlargli. Anche se era un po' merito suo se avevano scoperto del Duplicamento, cercò di non guardarlo e di non rivolgergli parola: infondo quando era un lupo mannaro lo attaccava spesso.

Rose guardò suo cugino e il suo migliore amico per alcuni secondi, come se attendesse che dicessero qualcosa. Ma poi puntò di nuovo lo sguardo sul fidanzato e prese a parlare. "Sì, con una spada, io"

"Co-con una spada? Che spada?"

Rose si chinò sulla borsetta di perline e la estrasse: il suo bagliore parve accecarla.

"Questa spada. Supponiamo che sia quella di Serpeverde" La sua voce era così bassa che avrebbe potuto essere un soffio di vento.

Connor la prese e la esaminò, gli occhi ridotti a fessure. Albus notò che le ferite della Feremort erano ancora visibili sul petto quasi nudo del Serpeverde. Allora anche lui, Al, si sarebbe tenuto quelle orrende ferite per chissà quanto tempo...

"Questa è la spada di Serpeverde. Il veleno... le S... gli smeraldi. Sì, e lei. Ho sempre creduto alla leggenda" E la consegnò a Rose. "Dove l'avete presa?"

Albus, sebbene di malavoglia, gli rispose. "Un Patronus – non so di chi – me l'ha mostrata mentre stavamo combattendo contro il ladro e un Fedele"

"Un Patronus?" Ripeté confuso Connor. "Che Patronus?"

"Una cerva"

"Una cerva? Qualcuno vi ha aiutato"

"Ma non mi dire" Rispose asciutto Al penetrandolo con gli occhi. Cercando di fare qualcosa, strappò dalle mani di Rose la borsetta di perline e ne tirò fuori dei vestiti puliti e dell'acqua fresca. Si cambiò così distrattamente che si infilò la parte di sopra nella parte di sotto.

"Novità sul ladro? Sei riuscito a..." Tentò di chiedere Rose.

"No. Sono sempre stato insieme al branco, e il ladro non ha dato ordini o checchessia. Non sapete quanti lupi mannari ci sono..."

Albus si meravigliò nel sentire 'non sapete'. Era rivolto a tutti e tre...

"Per fortuna tu stai bene, è questo che conta. Hai mangiato? Hai freddo? Ho dei vestiti, se vuoi. Ma credo che quelli di Al ti stiano un po' stretti. Be', hai sete? Cosa ti preparo?" Disse Rose frettolosamente.

"Acqua. Soltanto acqua. Accio acqua!" Disse puntando la bacchetta sulla boccetta che aveva Al in mano. Questa si levò a mezz'aria e si diresse nelle mani di Spartamus. Se la ficcò in bocca e la svuotò in un paio di secondi. Albus si chiazzò di uno sgradevole rosso scuro, mentre il lupo mannaro lo guardava allungando un angolo della bocca.

'Brutta bestia' Pensò Al.

'Ti farei fuori subito'

'Come osi togliermi l'acqua che sto bevendo'

'Lupo mannaro del cavolo'

Finì di offendere a mente Connor e si rimise seduto, ora vestito bene e pulito.

"Cosa dobbiamo fare, allora? Perché siamo venuti a Londra?" Chiese Malfoy distogliendo lo sguardo dal volto di Albus, la cui testa ricominciò a pulsare.

"Be', siamo vicini a quelli dell'Ordine, no? Qui almeno il ladro non può attaccarci. Ci sono troppi Babbani"

"E ora quelli dell'Ordine? Abbiamo ucciso l'altro lui, no? Devono uscire dalla casa di Amarog. Avevano detto così. Stavano aspettando che finissimo la ricerca. Ora possono combattere" Ragionò Albus, la vena sulla tempia che pulsava fortissima.

"Non ti preoccupare, Albus... Ho mandato un Patronus. Loro sanno che fare"

"Spero solo che escano da quella casa! Non possono rimanere rinchiusi lì dentro per mesi!"

"Ma... Al! Ogni tanto uno alla volta escono per comprare il cibo e per spiare i Fedeli!"

"Sì ma i miei genitori! I tuoi! Elly! Hugo, James, Lil..." Si bloccò. Non poteva finire di pronunciare il nome. Lei era morta. Non era in Pytchley Road.

"Lo so, Albus. Ma usciranno di lì, non ti preoccupare. Preferisci che escano e che vengano uccisi?!"

Questo Al non lo capiva. Il compito dell'Ordine non era combattere? Perché non uscivano da quella maledetta porta e non finivano quei quattro Fedeli sulla stradina? Nell'Ordine c'era suo padre, Harry Potter, che era finito perfino sulle carte delle Cioccorane, insieme a Ron e Hermione! C'era Quercia, che era abilissimo nel combattere, come aveva visto Albus al Ministero. C'era sua madre, che se avesse dovuto farlo, avrebbe ucciso cento Fedeli con un pugno.

I suoi pensieri vennero interrotti dal corpo massiccio di Connor, che si avvicinò a Rose sorridendo.

"Mi sei mancata" Le sussurrò.

"Anche tu, ovviamente... credevo fossi in pericolo con i lupi..."

Ma non parlò più. Le sue labbra ormai erano circondate dalla lingua di Spartamus, che la prese e la sollevò da terra. Rose gli buttò le braccia intorno al collo, mentre Albus sentiva il cuore accelerare. I suoi nervi parvero riscaldarsi e il solito liquido bollente gli bruciò il petto, come se non potesse sopportare di vedere sua cugina col lupo mannaro.

"BASTA!" Urlò scagliandosi contro di lui e atterrandolo a terra. Non seppe da dove riuscì a tirare fuori tutta quella forza, ma si mise in ginocchio sopra di lui e cominciò a sferrargli pugni sol volto. Strinse ancora di più le ginocchia per cercare di rompergli qualche costola, ma il corpo di Connor sembrava fatto d'acciaio. Continuò a dargli pugni e ceffoni, urlando e liberandosi da un peso enorme: stava aspettando quell'occasione da anni. Provava una forte gelosia nei confronti di sua cugina. Voleva farlo fuori, a volte. Stava provando una rabbia incontrollabile, spaventosa, furiosa, quasi non del tutto sua.

"NON... TOCCARE... MIA... CUGINA... BESTIA!" Urlò così forte che un paio di bevitori in fondo alla stradina oscura si voltarono. Gli artisti di strada raccolsero gli strumenti e se ne andarono.

Connor riuscì a liberarsi da Albus. Lo afferrò per le mani e lo sbatté contro il muro, dandogli pugni sullo stomaco: gli venne la nausea.

"Oh... CONNOR! NO! LASCIALO!" Trillò Rose con le lacrime agli occhi, le labbra lucide. Ma Spartamus non finì: cominciò a sferrargli calci sugli stinchi e a sbattergli la testa contro il muro. Albus sentì parecchio sangue colargli dal collo e il respiro mancargli. E poi...

Fu baciato dalla fortuna: abilmente, si abbassò, lo afferrò per le gambe e lo buttò a terra, cercando di fargli male il più possibile.

Scorpius non disse niente. Se ne stava lì, zitto e osservando i due.

"ALLONTANATI... DA MIA... CUGINA..." Prese la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il lupo mannaro. "Cru..."

Ma prima che potesse scagliare la Maledizione Senza Perdono, un lampo di luce rossa lo colpì in pieno volto: Connor aveva preso la bacchetta prima di lui.

Albus volò all'indietro per alcuni metri, poi andò a sbattere violentemente contro un cassonetto dell'immondizia.

"VAI VIA! NON TOCCARE ROSE! BRUTTA BESTIA..."

Si udì un'esplosione e Al fu scagliato indietro: batté di nuovo a terra, e questa volta la bacchetta gli volò via di mano.

"Possumy!" Urlò Connor. Lo zampillo di luce gialla colpì Al in pieno volto: sentì gli occhi bruciargli come se qualcuno vi avesse appiccato sopra un piccolo fuoco.

Albus si era tuffato per recuperare la bacchetta; Spartamus la colpì con una fattura e quella volò a parecchi metri di distanza e sparì nel buio. Rose stava imprecando il suo ragazzo di smetterla, mentre Scorpius era rannicchiato tranquillo accanto al muro, la testa piegata da un lato.

"VAI DAI TUOI SIMILI!" Urlò sputando a terra mentre si rialzava. "VAI! NON PROVARE AD AVVICINARTI A..."

Connor sferzò l'aria: Al sentì come una frusta incandescente colpirlo in volto e fu scaraventato di nuovo a terra. Macchie di luce gli esplosero davanti agli occhi e per un attimo rimase senza fiato.

"NOOOO!" L'urlò di Rose sovrastò i sibili del vento e l'urlo di dolore di Al, poi corse da Connor e lo afferrò per un braccio, dandogli un ceffone in pieno volto.

Connor guardò per un attimo Albus disteso a terra, i duri lineamenti a suggerire disgusto. I suoi occhi erano fissi sul corpo del ragazzo come se fossero legati a delle catene. Poi si girò, lentamente.

"Rose, credo che sia arrivato il momento di farglielo vedere. Ora" Disse freddo mentre premeva con la mano sul naso per fermare il sangue. Albus si mise a gattoni, sospirando profondamente: una ferita sul braccio della Maledizione Feremort cominciò a eruttare sangue caldo.

Rose annuì, ancora le lacrime in volto.

Cosa doveva far vedere ad Albus? Riguardava Connor?

"Tornerò. Per il momento è meglio che me ne stia lontano. Forse dopo aver visto capirà" E senza nemmeno salutare Rose, percorse la stradina, superò i due bevitori che ora erano addormentati a terra e sparì svoltando a destra, nell'immensità di Londra.

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