Sotto la ruota
Il terrore gli lacerò il petto e i suoi lineamenti furono modellati del tutto dall'incredulità. Non è vero; non può essere vero.
L'urlo di spavento non lo lasciò mai: rimase lì, in ginocchio, ai piedi di Draco Malfoy, senza dire una parola.
"Hai recitato molto bene la tua parte, figlio" Le labbra secche e giallognole dell'uomo si mossero appena e i suoi occhi grigi penetrarono quelli verdi di Albus.
"Un gioco da ragazzi, padre" Rise beffardo Scorpius in risposta. Teneva la bacchetta levata puntata contro il petto di Albus.
Non è vero, stai solamente sognando. Sei morto, sei solamente morto, è tutto finto.
L'ampia, pallida fronte dell'uomo era imperlata di sudore e i suoi capelli erano unticci e raccolti tutti quanti all'indietro.
Sei morto; stai immaginando tutto.
I due Malfoy gli parvero due Maledizioni Mortali. Il più basso nascondeva un ghigno e fissava Albus con una ferocia che avrebbe potuto far invidia a Fenrir Greyback. Il più grande era ancora lì, immobile e la Bacchetta di Sambuco stretta in pugno.
Non può essere vero. Scorpius non farebbe mai una cosa del genere. Il tuo migliore amico non ti tradirebbe mai.
Sette anni di scuola corsero da una parte all'altra nel cervello di Albus, come se viaggiassero sopra un piccolo Hogwarts Express, e lui, sopraffatto da un migliaio di emozioni indescrivibili, scosse la testa.
"Tu... no... Draco... non puoi essere..."
"Smettila di meravigliarti ed alzati in piedi, feccia" Vide improvvisamente la mano di Scorpius afferrarlo per il colletto del giacchetto e tirarlo su. Si meravigliò di tutta la forza che ora mostrava il suo... cos'era? Come avrebbe potuto definire Scorpius? Chi era veramente? Non può essere vero.
Il suo sangue fu infettato dalla verità che ormai sembrava concretizzarsi col passare dei secondi: tutto tornava. Tutto era successo perché era così stato stabilito. Era tutta una messa in scena. Era tutta una recita. Draco era sempre stato informato. Il suo cuore sembrava appartenere ad un altro corpo, o addirittura ad un morto, forse ad un Infero.
"Siamo giunti alla fine, Albus" Flautò Draco mentre la luce rossa della ruota panoramica alla sua sinistra gettava raggi infuocati sul posto, unendosi alla già accesa luce del fuoco alle spalle di Albus.
La lingua del ragazzo sembrava essersi legata in un nodo lunghissimo: non riusciva ad emettere alcun suono.
Ora Scorpius aveva cominciato di nuovo a puntare la bacchetta contro Albus, il cui cuore pareva un grande animale rinchiuso in una gabbia troppo piccola per le sue dimensioni.
Tutto torna. Scorpius è stata la spia di sempre. Scorpius mi ha tradito per sette anni.
E come se fosse comandato da qualcuno, Al parlò. "S-Scorp... Tu? Lui... cos... n-no. Come hai potuto..."
"È stato facile" Lo interruppe Scorpius. Sulle sue labbra aleggiava un senso di malvagità, qusi perfino di derisione.
Perché Albus non era ancora morto? Credeva che lo sarebbe stato a momenti. Credeva che avrebbe raggiunto i suoi nonni e sua sorella. Ma era ancora vivo, davanti a quella verità che ormai lo aveva ucciso dentro, nel profondo di tutto se stesso.
Tutto torna, si ripeté a mente mentre fissava gli occhi grigi schizzati di rosso di Draco Malfoy. È sempre stato così.
Le parole gli scorticarono la gola. "Scorpius... Tutto questo tempo... Tu, tu sei stata la spia. Tu gli hai rivelato i nostri piani. Tu, tu... tu sei suo figlio..."
Dirlo gli sembrava ancora più assurdo che pensarlo.
"Draco... tu... tu sei dell'Ordine. Hai sempre saputo tutto..."
"Sì, Albus, ho sempre saputo tutto. Sempre" Disse riassumendo il suo tono di voce normale. La sua pelle olivastra sembrava morta. Poi piegò la testa di lato e, continuando a fissare un Albus che avrebbe potuto essere un Infero, si rivolse al figlio. "Ottimo, Scorpius. Veramente ottimo. Perché prima di ucciderlo non gli raccontiamo come sono andate veramente le cose?"
"Mi sembra una buonissima idea, padre" La voce di Scorpius si fece d'un tratto cavernosa.
Albus rimase pietricato. La sua bacchetta era a terra e sentiva il collo sudato bruciare a causa delle fiamme che stavano inghiottendo tutto alle sue spalle. Il tuo migliore amico non può averti fatto questo. Non può.
"E invece sì, Albus, l'ho fatto" Continuò il diciassettene.
Come ha fatto? Come ha fatto a leggermi il pensiero?
"Vedi, Albus, ci sono cose che non ti ho mai detto, ovviamente" Albus rabbrividì nel sentire il tono di voce che stava usando Scorpius. "Sono un Legilimens, insieme a mio padre. Forse siamo i due Legilimens migliori in circolazione. Imparai la disciplina prima di arrivare ad Hogwarts e migliorai anno dopo anno. Un ragazzino di undici anni che sa usare la Legilimanzia? Strano, o meglio dire... impossibile. Ma vedi, Albus, mio padre mi ha Fortificato. Doloroso, sì, ma nella magia tutto è lecito. Perfino manipolare un ragazzo per sette, lunghi anni"
"Per sette lunghi anni. Sette" Intervenne Draco sussurrando e sorridendo. Le sue labbra si strinsero e la pelle intorno a loro si contorse.
"Devo dire" Proseguì il figlio mentre urla echeggiavano per il posto, ma che Albus non riusciva a sentire "che mio padre mi ha Forticato abbastanza per riuscire a non cadere ai piedi dei Grifondoro e per non smetttere di continuare a recitare la mia parte. Non mi sono mai affezionato ad uno di voi, mai, nonostante il tempo trascorso insieme"
Tutto taceva. Nelle orecchie di Albus penetravano solamente le voci di Draco e figlio, tutt'e due con dei lineamenti duri e a mostrare odio. Le urla della battaglia alla sua sinistra erano ormai ridotti a sibili. Il cuore di Al pareva morto e vivissimo allo stesso tempo: credeva che avrebbe smesso di battere di lì a qualche secondo, ma continuava a battere, fortissimo, più forte del dovuto.
"Albus, tu non sei mai stato il mio migliore amico"
Cercando di non piombare di nuovo giù in ginocchio, Albus morì dentro. Sentì gli organi come riscaldarsi e le gambe marcire col passare dei secondi. Una fitta allucinante gli attraversò tutto il corpo, come se qualcuno d'invisibile lì davanti gli avesse tagliato in due il corpo con una spada di ghiaccio. Come poteva essere tutto vero? Scorpius, quasi un fratello per Albus...
"Ma..." Borbottò Al mentre le lacrime gli solcavano le guance coperte di sangue. "Perché...?"
Tutto il suo corpo stava tremando, il viso di un pallore scialbo che faceva risaltare gli occhi umidi e rossi come macchie di sangue sulla carta.
"Meglio che risponda io a questa domanda" Convenne Draco mentre i suoi occhi luccicarono di rosso come quelli di un serpente.
"Per la prima volta, Albus, ti chiedo di non reagire e di non fare niente" Sussurrò ancora assumendo un'espressione tutta d'un tratto seria.
"Devi morire sapendo" Aggiunse Hyperion. Gli occhi sfumati d'azzurro della madre parevano essersi gettati in un lago d'inchiostro nero. Perché nessuno della battaglia si era accorto dei tre sotto la ruota?
"Quando cominciò il primo anno ad Hogwarts" Ora era di nuovo Draco a parlare "Confusi il Cappello Parlante tramite Dolores Umbridge, cosicché Scorpius capitasse in Grifondoro insieme a te. Ma quel Neville Longbottom disse che Dolores era intenzionata a farti smistare in Serpeverde. Sbagliato, sbagliatissimo. Io non ero mai intenzionato a farti smistare in Serpeverde, mai. Tu dovevi capitare nella stessa casata di mio figlio. Ma il Cappello ti stava smistando in Serpeverde: neanche il mio Incantesimo Confundus è riuscito a fermare la verità. Tu sei un Serpeverde nato, Albus, e sei stato smistato in Grifondoro solamente perché Neville lo aveva ordinato al Cappello Parlante"
Albus sprofondò giù. Sentì qualcosa uscire dal suo corpo e scappare via, lasciarlo per sempre.
Sono sempre stato un Serpeverde.
"Ripeto. Se non fosse stato per Neville, tu saresti capitato in Serpeverde, e il mio piano sarebbe fallito. Insomma... Neville mi ha fatto un enorme favore, ma a sua insaputa. Credo che lui l'abbia fatto perché non sopportava il fatto di un Potter smistato in Serpeverde" Scandì bene le parole. "Il mio Incantesimo Confundus funzionò solamente su Scorpius e non su di te: il Cappello Parlante è un gran bell'oggetto magico, ed è potentissimo. Racchiude magia oltre le nostre aspettative"
Cercando di formulare una frase, Albus parlò. "Quindi... Io avrei dovuto essere un Serpeverde?"
"Sì, Albus, avresti dovuto essere un Serpeverde. Il mio piano era farti smistare insieme a Scorpius in Grifondoro - perché quella era la Casa in cui avrei potuto svolgere i miei piani con molta più calma - ma fallì momentaneamemte. Come ben ricordi, stavi per essere smistato in Serpeverde, ma poi ti sei rifiutato - anche Scorpius doveva capitare in Serpeverde -. Ed ecco il punto. Quando ti sei rifiutato Neville confuse il Cappello, e tu finisti in Grifondoro. Devo solo che ringraziare Neville..."
"Tu l'hai ucciso..."
"Errore. Non volevo ucciderlo: era Minerva McGonagall che volevo fare fuori. Solamente in quel modo mi sarei garantito il posto di Preside"
"Ma di che cosa stai parlando..."
"Se fossi diventato Preside di Hogwarts - avevo le possibilità ed anche, diciamo, le forze politiche - sarebbe stato più facile interagire con te. Ma Neville si infrappose tra la Maledizione Mortale e la preside, e morì. Peccato, mi aveva fatto un grandissimo favore facendoti smistare in Grifondoro. La McGonagall rimase viva e decisi di abbandonare il piano di diventare Preside della scuola. Inoltre, non potevo lasciare uccidere Minerva da mio figlio e mi accorsi poi che diventare Preside era una grandissima responsabilità"
Ma Albus non lo stava più ascoltando. Le immagini del sogno del primo anno, in cui uccideva Draco, gli annebbiarono il cervello. Non ci aveva pensato da molto tempo. Qualcosa doveva pur c'entrare quel sogno. Decise, con un misto di paura e confusione, di parlare.
"Il sogno che feci..."
"Il sogno che feci. Il sogno che feci al primo anno, Albus, fu solamente quello che voleva fare il tuo subconscio. Il tuo subconscio sapeva tutto. Ricordati che abbiamo un legame mentale..."
Ma Albus fece segno di non aver capito. Il suo cuore ormai era un terremoto.
"Il tuo subconscio sapeva fin dall'inizio che esisteva un uomo che aveva rubato la Bacchetta di Sambuco e che quello ero io, grazie al nostro legame. Tu hai sempre saputo tutto, nel tuo profondo, fin da quando avevi undici anni. Quel sogno ne è stata la dimostrazione: il tuo subconscio ha riconosciuto una persona da uccidere e nel tuo sogno l'ha uccisa. Il tuo subconscio sapeva che io ero il tipo da far fuori"
Cosa diavolo avrebbe voluto dire che Albus sapeva tutto fin dal primo anno? Le informazioni riguardanti il ladro erano ammucchiate in un angolo del suo cervello, intrappolate dal subconscio?
"Vedi" Continuò Draco mentre alle sue spalle dei Dissennatori avanzavano lenti verso la battaglia. "come aveva detto tua cugina, quello che penso io pensa il tuo subconscio. Bizzarro, vero? Tutto quello che so io, tutto quello che penso è dentro di te, senza che tu te ne accorga. A volte mi meraviglio di quanto sia complesso il nostro cervello"
"Come la Maledizione Feremort..."
"Vedo che inizi a ragionare, Albus. Quella sera il tuo subconscio ha passato delle informazioni al tuo conscio. Purtroppo io non posso farci niente" Disse ancora come se stesse annunciando le previsioni del meteo.
"Io, invece, essendo un grandissimo Legilimens, posso estrarre i tuoi pensieri dal mio subconscio e leggerli, ma è molto, molto difficile. Forse è una delle pratiche più complicate che esistano, anche perché non uso contatti visivi"
"E allora io come facevo a estrarre i tuoi pensieri dal mio subconscio?" Chiese tremando Al.
"Casualmente e accidentalmente" Rispose gelido l'uomo, il mento appuntito impregnato di sudore. "Ma il tuo conscio non sarebbe mai stato in grado di catturare l'informazione della mia identità: quella era un'informazione troppo... grande. Il tuo subconscio, però, ti ha passato informazioni meno rilevanti , come la Feremort, il luogo della Copia Omogenea..."
"E cosa ti è servita una spia come S-Scorpius se potevi leggermi nella m-mente?" Chiese con i pugni talmente stretti che sentì qualche ossa scricchiolare.
"Ti ho detto che estrarre pensieri dal subconscio altrui è una delle pratiche più complicate al mondo. Non sarei riuscito a compiere tutte le Estrazioni. Scorpius è stato utilissimo, e mi sorprendo del fatto che lui sia riuscito a compiere cose che io non sono riuscito a compiere alla sua età. Scorpius mi ha detto tutto, tutto. Mi ha sempre aggiornato sulle parole d'ordine del ritratto della Signora Grassa per eventuali piani. Mi ha detto che avevi un Mantello dell'Invisibilità..."
"Perché non lo hai fatto prendere a lui direttamente al primo anno?" Lo interruppe alzando il mento. I suoi occhi erano ancora spalancati come una grande finestra.
"Perché non volevo far sopraffare la fretta. La fretta fa sbagliare, e in quel periodo non potevo permettermi errori. Ho fatto passare un po' di tempo affinché Scorpius potesse rubarti il Mantello..."
"Sei stato tu..." Sussurrò rivolto al giovane Malfoy. Il suo cuore venne perforato di nuovo. Le immagini della notte in cui il suo Mantello sparì gli apparirono in mente di colpo.
"Ricordi, Albus?" Parlò Scorpius. "Qualcosa di invisibile aveva toccato tua cugina. Quella cosa invisibile ero io sotto il Mantello. Ero io, diretto da mio padre: stavo scappando. Poi sono tornato da te e Rose meravigliato e sconcertato. Inutili le ricerche degli Auror qualche minuto dopo: mio padre era già tornato a Londra col Mantello e nessuno avrebbe mai potuto sospettare del migliore amico della vittima"
"Deve essere stato per forza un Grifondoro. Solo i Grifondoro sanno la parola d'ordine, e nessun studente di un'altra casata può entrare, anche perché la Signora Grassa se ne accorgerebbe" Rose stava camminando senza meta nella stanza, facendo avanti e indietro, come se l'aiutasse nel ragionare.
"Un Grifondoro? Ma sono tutti giù!" Disse Albus furioso.
E proprio in quel mentre, una decina di studenti salirono le scale a chiocciola, e, dopo aver detto a Scorpius, che era appena entrato, di non far entrare Fred II, i quattro chiusero la porta, con Elly appoggiata su di essa per evitare che qualcuno entrasse.
"Ma che cosa avete fatto?" L'espressione di Scorpius era stupefatta e meravigliata di fronte a tutto quel casino.
"Per il disordine non c'è problema. Il vero problema è che qualcuno ha..." Albus non riuscì a finire quella maledetta frase.
"Rubato il Mantello dell'Invisibilità" Completò Elly.
L'espressione di Scorpius diventò ancora più meravigliata e stupefatta, e quasi si strozzò con una Bacchetta alla liquirizia che stava masticando con ferocia.
"C-COSA? IL TUO Mantello dell'Invisibilità?!"
"Esatto..." Albus si coprì il viso con le mani.
"Chi è stato?" Scorpius si alzò le maniche e sfilò rapidamente la bacchetta, come se volesse aggredire il ladro del mantello in quel momento.
Rose rise.
"Non lo sappiamo, quello che aveva il Mantello mi è passato accanto ed è scappato"
"Ma solamente un Grifondoro può essere stato!" Sbraitò Malfoy rosso in volto.
Albus voleva cadere in ginocchio, urlare, mordersi le dita, sbattere la testa sulla roccia, morire.
"Volevo assicurarmi che tu e Scorpius avreste approfondito nei minimi dettagli la vostra amicizia. Il quarto anno era il periodo giusto per compiere il furto del Mantello" Convenne Draco passandosi una mano fra i capelli. Il suo mantello nero svolazzava all'indietro come una bandiera Oscura.
"Ho aspettato molto, ma avevo comunque fatto le cose per bene. Quando al primo anno, nella battaglia ad Hogsmeade, tutto era in fiamme, quel tuo zio di un Weasley mi lanciò una Maledizione a me sconosciuta: rimasi malato per più di venti mesi" Continuò come se stesse leggendo un articolo della Gazzetta del Profeta.
"Tornai al tuo quarto anno carico e più forte di prima. Dopo il furto, ordinai a Scorpius di mettere una Passaporta nel bagno del tuo dormitorio, e così fece: trasformò il rubinetto. Quella notte tu la toccasti, e venisti nel salotto di casa mia: Malfoy Manor. I miei genitori si erano trasferiti a Stanraer un anno prima. Tentai di ucciderti, ma quello Spartamus arrivò tornando indietro nel tempo e prendendo la Passaporta con Scorpius, che mi avvertì con la Legilimanzia. Quando tu eri sotto tortura e andai a prendere il Mantello dell'Invisibilità, comunicai con Scorpius sempre con la Legilimanzia e gli dissi di eseguire tutti gli ordini che gli avrebbe dato Spartamus: non poteva permettersi errori e doveva cercare di salvarti. Tornai da te e Spartamus mi attaccò. Scorpius fece di tutto pur di stare dalla tua. Ti salvò e lottò contro di me: era tutta una messa in scena. Era anche una finzione la sua morte: durante lo scontro gli lanciai un Incantesimo Langiturno, una mezza specie di scudo protettivo. Il pugnale lo colpì ma la ferita che causò fu superficiale. Inoltre, durante la Smaterializzazione, Scorpius scagliò la Maledizione Imperius a Spartamus, e gli ordinò poi di dire che era morto e di avvertire Rose per tornare indietro nel tempo"
Draco stava scandendo ogni parole con un accento accattivante e sinistro: se avesse parlato veloce Albus non ci avrebbe capito nulla. Ma la verità ora gli era chiara come un Patronus.
"Scorpius era vivo. Era sempre rimasto vivo. Connor, sotto la Maledizione Imperius, tastò il polso di Scorpius e ti disse che era morto. Tu credetti a tutto, a tutto. Solamente con quella falsa, momentanea morte mi assicurai che tu e i tuoi amici non pensaste che il ladro fossi io: chi mai al mondo ucciderebbe il proprio figlio?"
"Fingere di essere morto fu un gioco da ragazzi" Intervenne Scorpius, la bacchetta ancora levata. "Tu e quel lupo tornaste indietro nel tempo inutilmente. Salvarmi dal pugnale... pff..."
"Ma prima di tutto questo trambusto, caro Al, ci fu la Corsa dello Zoppo. Be', che dire? Usai il primo, agilissmo Fedele in assoluto: Weddy Monsie. Scorpius doveva prepararsi a quello che poi sarebbe accaduto nel salotto di casa mia e quindi non lo feci partecipare per aiutarmi. Il mio obiettivo fu ucciderti, ma non ci riuscì. Uccisi inutilmente quel tuo amico di un Flynn..."
No. Non puoi farmi questo, urlò Albus nella sua mente. Il ricordo del volto sorridente di Elliot gli strappò un'enessima, dolorosissima lacrima. Poi pensò al salotto di Malfoy Manor. Come aveva fatto a non riconoscerlo? Ci era stato tante di quelle volte...
"Purtroppo Weddy venne rinchiuso ad Azkaban e persi un buon Cercatore nella mia 'partita' " Il suo ghigno sembrava eruttare derisione.
"Padre, perché non gli dici di come fu stupido quel fantasma di Dumbledore a non accorgersi che io ero tuo figlio..."
"Ottimo punto, Scorpius" Flautò nascondendo un'ombra di un sorriso Draco. "Dopo la Corsa e dopo i fatti accaduti nel mio salotto, ci fu il trasferimento della Pietra della Resurrezione nella tua bacchetta. Scorpius era presente quella notte nell'ufficio della Preside, e mi riferì immediatamente il fatto. Io feci finta per un po' di non sapere nulla, ma feci finta di sapere solo che la Pietra ce l'avevi tu. Fu allora che mandai a darti la caccia dai miei cari Possicriti. Rischiai molto, vista la presenza degli Auror intorno ad Hogwarts, ma tentai lo stesso. Eri con quella Babbana di una Alamon sul limitare della Foresta Proibita, quando un Possicrito ti attaccò. Il suo compito era di sottrarti la bacchetta, ma non ci riuscì. Provai più tardi con due di loro nel vostro dormitorio: quella volta, però, c'era Scorpius. Gli ordinai di fare finta di lottare insieme a te contro i due Possicriti, ma grazie alla tua stupida Felix tu riuscisti ancora a farli fuori"
Albus non poteva crederci. La storia di Connor, la morte di Margarit, la battaglia di Westminster, le figure di fuoco sopra lo Shard e la momentanea morte del padre erano niente in confronto al tradimento di Scorpius. Forse il suo tradimento era peggio della morte di sua sorella. Ma poi si schifò di quello che aveva appena pensato, e pensò per un attimo a Lily. Lei come avrebbe reagito vedendo il volto di Draco sotto il cappuccio? Cosa avrebbe fatto nella battaglia? Sarebbe morta?
Ma Albus non capiva una cosa. Se Draco gli aveva mandato tre Possicriti a sottrargli la bacchetta, non valeva la pena farlo fare direttamente al figlio?
"Perché non l'hai fatta prendere a Scorpius?" Domandò dopo trenta secondi di silenzio. Ormai i rumori della battaglia e degli elicotteri babbani non gli penetravano più le orecchie. Draco sembrava attendere quella domanda da minuti, ma non fu lui a rispondere.
"Sarebbe parso troppo strano" Disse Scorpius. "Rose ci avrebbe pensato un po' su insieme alla McGonagall e al fantasma di Dumbledore. Non potevo rubare la tua bacchetta. Prima di tutto, saresti venuto a conoscenza del fatto che mio padre sapeva che la Pietra era nella tua bacchetta al quarto anno. Non dovevamo far trapelare sospetti. Dovevo resistere e rimanere tuo amico fino alla fine, fino all'ultimo"
"Ma allora perché hai rubato il Mantello...?"
"Ma non capisci? Il Ministero si sarebbe fatto due domande se anche la tua bacchetta fosse sparita. Avrebbero puntato sull'unica persona più vicina a te a scuola: o me o tua cugina.
La spada di emozioni indescrivibili era ancora incastrata nel petto di Albus. Era come se la sua vita fosse stata rovesciata: tutto quello in cui aveva creduto se ne era andato, sparito. Era sempre stato controllato e spiato...
"Ho anche provato con i 'sentimenti' " Proseguì il diciassettenne ruotando la bacchetta tra le dita lunghe e rigide, come quelle del padre. "Alla fine del quarto anno cercai di farti rompere con la Alamon. Usai la Maledizione Imperius e ti feci baciare Rose. La Alamon uscì piangendo e io la consolai. Ma lei ti perdonò e Rose pure. Abbandonai il piano delle 'emozioni'. E ricordi quando ti lanciai la Maledizione Imperius mentre ci stavamo allenando nella Foresta, poco prima la Corsa? Be', tu credi ancora che sia stato un errore?" Finì di parlare.
Lily. Dove sei? Vienimi a prendere. Sono qui, sotto il London Eye. Sto morendo lentamente, e io voglio fare in fretta. Fa male, Lily, scoprire tutte queste cose in un colpo solo.
Si meravigliò di quando fosse forte il suo cuore. Credeva che si sarebbe spento.
"Voi non potete aver fatto tutto questo..."
"E invece sì, feccia" Ringhiò Scorpius. "Quanto sei stupido e fiducioso a riporre la tua salvezza negli amici..."
"Scorpius... tu non puoi... Per sette anni..."
"Sono un Malfoy, posso fare tutto" Sibilò gelido in risposta. La sua bacchetta nerastra era ancora levata.
"Ben detto, figlio. Possiamo fare tutto. Al tuo quinto e sesto anno, Albus, io sparì. Almeno questo è quello che credette tutto il Ministero, forse tranne tuo padre. In quegli anni accumulai potere, più di quanto osassi sperare qualche anno prima. Andai in giro per il mondo e riunii i vecchi Mangiamorte di Lord Voldemort insieme alle creature più orripilanti che esistano. Viaggiai e viaggiai, e provai nuove esperienze di torture, uccisioni e catastrofi. Provocai tsunami in Cina e in India, insieme ad alcuni terremoti in Italia e in Marocco. La Bacchetta di Sambuco mi ha funzionato a meraviglia..."
"Come può...?"
"Può essere che ha riconosciuto un... suo vecchio proprietario. Non lo so, ma mi ha sempre dato soddisfazioni questa bacchetta. Girò la voce che io dovetti uccidere tuo padre per impossessarmi totalmente di lei, o disarmarlo. Ma non ne avevo motivo"
Uno scoppio che provenì dalla battaglia fece sussultare Albus: un intero edificio di vetro stava volando a mezz'aria come un Troll Volante.
"Noi Malfoy possiamo fare tutto, Albus, come, per esempio, cercare di fare fuori due famiglie intere durante una festa di compleanno"
Il cuore di Al stava resistendo, ma Albus stesso no.
"Creai i Fedeli e li addestrai. Gli ex-Mangiamorte pure: dovevano apprendere più cose possibili. La notte del 24 agosto..."
"Quella magica notte ero alle Filippine con mia madre Astoria. Mi sarebbe piaciuto però fare un po' di casino a casa tua" Intervenne Scorpius ridendo.
Albus, per la prima volta in quella notte, avrebbe voluto uccidere Scorpius, buttando finalmente in un angolo l'incredulità e la debolezza. Ma qualcosa dentro di lui lo teneva ancora aggrappato ai bei momenti passati con lui...
"...mandai una ventina di Fedeli a casa tua, ordinando di sottrarti la bacchetta. Paul Emerson, però, rimase bloccato un po' più del dovuto e confessò parte dei miei piani. Grazie a Merlino ho inventato l'Anti Veritaserum..." Stiracchiò le labbra secche in un sorriso. "Tuo padre prese subito in mano la situazione: fondò di nuovo l'Ordine della Fenice. Ma nell'Ordine c'ero anche io, e tutti i vostri sforzi, tutti i vostri piani, furono inutili. Nessuno ha mai sospettato di me"
"E di me" Bofonchiò Scorpius leccandosi le labbra, come se stesse assaporando qualcosa di inesistente.
"Lavorando al Ministero e partecipando alle riniuoni dell'Ordine sono sempre stato ben informato, anzi, perfettamente informato. Ho sempre saputo dove si trovava Pytchley Road e come andava avanti la situazione dalla vostra parte. Uccisi Arnold Sword e, verso Novembre, mandai tre Fedeli al Ministero: Blaise Zabini, Marcus Flint e Theodore Nott. Rapirono Kingsley e avvertirono altri cinquanta Fedeli: distrussero il Ministero e uccisero la maggior parte degli adetti. Fecero esplodere Uffici e Sale e quel giorno mi impossessai del Ministero della Magia. Tutti i Fedeli andarono ad Azkaban e i Dissennatori non ci rifletterono due volte a stare dalla nostra. Rinchiusero dentro famiglie innocenti e Babbani e tutto, e dico tutto, fu nel palmo della mia mano. Mi impossessai di Hogwarts e tu scappasti insieme a tua cugina e Scorpius, che ovviamente mi avvertì. Andasti a Pytchley Road e io mandai delle immagini nella tua mente di tua sorella mentre veniva trascinata con la forza verso l'Atrium. Arrivasti pochi secondi dopo, e combattemmo. Arrivò poi l'Ordine e alla fine morì tua..."
Albus, ancora sopraffatto dall'incredulità, provò ad abbassarsi e a prendere la bacchetta. Sentì come se delle catene di ferro invisibili lo avessero legato e tirato all'insù con forza. Ritornò in piedi e udì delle ossa della schiena scricchiolare rumorosamente: Scorpius lo stava tenendo a bada con la bacchetta.
Albus lo guardò un attimo negli occhi. Non poteva crederci. Non poteva e non voleva. Ma era vero. Era tutto maledettamente vero. Scorpius lo aveva tradito. Per tutto quel tempo... Continuava a ripeterselo in mente, e ogni volta suonava come un fruscio di vento che crea una Maledizione Mortale.
"Vedi, Albus, le persone che sono morte, dopotutto, sono morte a causa tua"
Albus provò a replicare, ma era come se le sue labbra fossero stanche e troppo pesanti per muoversi. Una goccia di sudore mista a sangue gli scivolò dalla guancia e cadde a terra, sul pavimento di pietra. Albus avrebbe potuto giurare di sentirne il piccolo rumore.
"Quando scappaste nelle Isole Svalbard Scorpius mi disse tutto. Viaggiaste per isole e isolotti, finché due giorni fa non vi mandai il mio fedelissimo Akator sotto l'effetto della Pozione Polisucco. E poi... e poi la sera scorsa... Scorpius si è fatto torturare da Akator, che ovviamente fece piano con lui. Poi è comparsa quella cerva d'argento, e qui la mia fantastica mente si inchina con tanto di cappello. Non so chi l'abbia evocata, e non so nemmeno come sia possibile il ritrovamento della Spada di Salazar Serpeverde. Una leggenda, mi dicevano che era, ma che la sera scorsa è diventata realtà..."
"Quello che vuole dirti mio padre, feccia, è che l'ho informato su tutto, su ogni nostro minimo passo. Quando tu e Rose dormivate, io usavo la Legilimanzia per comunicare con mio padre..."
"Comunicare con la Legilimanzia...?" La voce di Albus era ormai ridotta a sibili.
"Una pratica che ha inventato mio padre. Dodici anni, ci ha messo, ma ne è valsa la pena" Disse a mo' di spiegazione Scorpius mentre delle urla si levarono dalla battaglia. Era morto qualcuno, pensò Albus, e quello non era di sicuro un Fedele.
"Dicevo... Dopo che hai trovato la spada, tua cugina ha ucciso la mia Copia Omogenea, e io sono diventato un comune mortale... perdonami, ma credevate veramente che uccidendo l'altro me avreste potuto sconfiggermi? Vi ho mandati nell'Isola di Bouvet tramite Akator per farvi fuori, tranne ovviamente Scorpius. La tua mente ha riconosciuto il posto, e Akator ha subito reagito. Scorpius ha ancora recitato benissimo la sua parte, facendovi credere che stesse dalla vostra. Un ottimo attore, veramente. Ma Akator e la mia Copia Omogenea non sono riusciti ad ammazzarti, e io fallì un'altra volta"
"Perché non mi hai ucciso tu, Scorpius?" Chiese Albus con un fil di voce spostando gli occhi sul giovane. "Perché non mi hai preso la bacchetta? Potevi benissimo prendermi la bacchetta e scappare mentre io e Rose dormivamo nella tenda. Perché avete mandato Akator? Poteva fare tutto Scorpius..."
"Non posso far sporcare l'anima di mio figlio con degli omicidi. Con dei furti, sì... ma lui non può uccidere. Non glielo permetterei mai" Rispose Draco.
"Un tradimento durato sette anni sporca l'anima più di trenta omicidi, Draco" Sibilò Al gelido. I suoi muscoli erano diventati di cemento.
"Non presi la tua bacchetta e non scappai dalla tenda perché Rose non aveva solamente messo delle semplici protezioni, ma aveva imposto anche degli scudi che impedivano a me - e anche a te e a lei - di andarcene in caso qualcuno ci avesse rapito. E non te la rubai nemmeno quando eravamo a scuola perché non ne valeva la pena: mio padre te la voleva prendere con l'attacco dei Fedeli ad Hogwarts"
Albus si ricordò della necessità di respirare. Non voleva ascoltare più nulla. Voleva morire.
"Quando prima, Connor ti stava attaccando, ho provato un po' di compassione nei suoi confronti e frustazione per te. Non ti ho aiutato. Me ne sono rimasto lì, seduto a terra, godendomi la lotta"
Albus si portò le mani alle orecchie, come un bambino che non vuole ascoltare la mamma. Sentì un vento fresco colpirgli il collo bruciacchiato e un senso di rabbia invaderlo da capo a piedi, come un virus mortale. Scorpius era una persona cattiva, e questo Albus lo doveva accettare. Nella sua mente pareva echeggiare ancora lo stridulo e affettuoso "Bibby" dettogli da... non riusciva nemmeno definirlo con un nome. Ex migliore amico? Traditore? Spia? Doppiogiochista? Ladro? Falso? Ipocrita? Sapeva solamente una cosa: il mondo si era rovesciato del tutto.
"Rispondimi, Albus: come credi la Umbridge abbia saputo che eri lì con tuo padre e tuo fratello per liberare Kingsley? Sono stato ovviamente io a dirlo a mio padre, che l'ha subito riferito alla Umbridge" Continuò Hyperion deridendo il ragazzo davanti a lui, gli occhi infossati e il sangue che gli colava da quasi tutto il corpo: le ferite della Maledizione Feremort che gli aveva lanciato la Copia Omogenea si erano aperte di nuovo.
"Dolores è sotto la Maledizione Imperius da ormai un mese, e tiene sotto controllo Azkaban e le famiglie innocenti magiche e non chiuse dentro" Spiegò Draco "Povera, mi fa un po' pena, quella donna. Prima viene arrestata per quindici anni, poi viene liberata e viene usata da me, poi viene arrestata nuovamente e poi usata ancora nuovamente da me"
"Sciocche, le persone, padre, come questa feccia che ci ritroviamo davanti" La voce di Scorpius suonò di nuovo nelle orecchie di Albus come una tortura. Come poteva essere vero? Era una verità troppo assurda.
I pensieri di Albus si catapultarono per un istante sulla battaglia. Ricordò di aver visto Scorpius e Draco nel fiume, mentre il Westminster Bridge crollava. Ricordò di aver visto Draco combattere contro i Fedeli...
Draco scosse il capo, chiudendo gli occhi. Forse lo aveva letto nel pensiero: ora che Draco aveva un contatto visivo usare la Legilimanzia su di lui era un gioco da ragazzi. Albus si pentì per un momento di non aver mai imparato l'Occlumanzia.
"Io ho visto nella mia mente che eri in volo come fumo mentre combattevo... ma poi ti ho visto combattere... i vestiti bagnati e stracci... e poi sulla ruota eri completamente asciutto e... non hai ferite..."
"Vedi, Albus, io, in un certo senso so sfruttare la distrazione altrui e la mia velocità. Per pulire e asciugare qualche capo d'abbigliamento non ci vuole Merlino..."
Albus lo fissò con aria incredula, quasi morta. La sua fronte pareva bruciare. Sentiva la morte vicina, così vicina che per un istante volle allugare la mano e immaginarsi la mano della morte che lo prendeva e lo trascinava giù... o forse su. Non sapeva quale fosse stata la direzione, ma a lui non importava. Provava un dolore non solo fisico, ma anche mentale. Pensò che forse sarebbe stato meglio non scoprire l'identità del ladro, perché era così assurdo...
"N-non capisco una cosa..."
"Ponimi la domanda, Albus. Prima che muoia voglio che tutto ti sia chiaro" Disse con voce quasi serpentesca Draco. Scorpius fissava Albus con gli occhi che sputavano fuoco.
Sembrava che migliaia di parole vorticassero nella mente di Al. Lui le prese alcune e, assicurandosi di aver formato una frase di senso compiuto, parlò.
"Il... il... il legame... il legame mentale... perché...?"
"Perché abbiamo un legame mentale, Albus? Intendevi chiedermi questo?" Chiese quasi sorridendo l'uomo. La sua pelle, nonostante la luce rossastra del London Eye alla sua sinistra, sembrava assumere una sfumatura grigiastra.
Albus annuì, incapace di aggiungere alcunché. Ormai aveva finito le parole ed era sicuro che quella fosse stata la sua ultima domanda della sua vita. Nessuno della battaglia si era ancora accorto che Albus era di fronte al vero volto del ladro di due Doni della Morte, e lui desiderava tanto che qualcuno venisse in suo aiuto, come lui aveva fatto con Luna, con suo padre ad Azkaban e con tante altre persone. Ma nessuno sembrava aver notato Draco, Scorpius ed Albus ai piedi della ruota panoramica.
"Prendi la bacchetta, prima, Albus. Ti concedo questo onore" Disse ancora l'uomo. Albus non esitò: si abbassò di nuovo e, rimanendo in ginocchio per una manciata di secondi, afferrò la bacchetta d'ebano. Stavolta non sentì nessuno scossone.
"Diglielo, padre" Convenne il giovane facendo un passo verso Albus, la cui pelle prese a vibrare incontrollabilmente, più di quanto non lo stesse facendo alcuni minuti prima.
Albus moriva dalla voglia di saperlo, e se ne accorse solamente adesso. In realtà, non si era mai posto la domanda perché avesse un legame mentale con il Mago Oscuro più forte di quel tempo. Ora la voglia di sapere ardeva dentro di lui come un fuoco selvaggio, come un Ardemonio. Strinse ancora di più la bacchetta. Poteva usarla in qualsiasi momento, Schiantare i due e chiamare rinforzi, ma era come se la sua mano fosse stretta da una catena incastrata nel pavimento sottostante.
"Ti spiegherò tutto dopo averti detto l'essenziale" Sibilò Draco imitando il figlio: fece un passo verso Al.
Un esplosione proveniente dalla battaglia fece sussultare Albus ancora di più, e Scorpius cominciò a sudare.
"Avanti, padre! Ora!"
Albus sarebbe morto. Questo era certo: sentiva il cuore uscire dalla bocca. Voleva sapere la causa del legame. Ora o mai più.
"Albus" Sussurrò Draco. Nei suoi occhi grigi iniettati di sangue avrebbe potuto esserci un terremoto. Mai qualcos'altro oltre ai suoi occhi aveva attirato l'attenzione del ragazzo. La Bacchetta di Sambuco ora era stretta in pugno nella mano levata dell'uomo. Ma non fu lui a pronunciare la formula.
La bacchetta d'ebano di Albus parve un'eternità a dirigersi verso la mano destra di Scorpius. Al rimase pietrificato, il cuore ormai pronto a volare via e i capelli scompigliati dal fruscio di vento creato dall'Incantesimo di Disarmo del traditore.
L'ultimo battito di ciglia sembrò sincronizzato con l'ultimo battito di cuore. Ora Albus aveva spostato gli occhi sulla Bacchetta di Sambuco, puntata diritto nel suo petto. Si sentì mancare il respiro, e già sapeva quale sarebbe stata la formula che avrebbe pronunciato il padre del traditore. Chiuse gli occhi, indifeso. Non poteva fare nulla.
"Avada Kedavra!"
Uno zampillo di luce verde schizzò dalla punta della Bacchetta di Sambuco. Gli occhi verdi di Lily Evans e di Harry Potter seguirono il movimento della luce verde, che colpì il petto del ragazzo. Albus Severus Potter cadde di colpo all'indietro, come una bambola di pezza, mentre tutto svaniva.
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