Nell'aula di Pozioni
Le vacanze natalizie passarono come il Nottetempo attraversa il Westminster Bridge.
Albus passò il Natale a Notting Hill Gate, dove abitavano Molly e Arthur Weasley. La casa era una villetta a schiera, l'interno magicamente amplificato e centinaia di oggetti sparsi qua e là. C'erano tutti i Weasley, che ormai erano una ventina, e tutti i Potter.
Albus ricevette il nuovo I-Phone 7, il suo 5c era vecchio e tutto rovinato. Ovviamente lo lasciò a casa: ad Hogwarts gli ingegni elettronici non funzionavano.
Nei periodi di noia totale scorreva il feed di Instagram, dove ogni tanto Scorpius pubblicava qualche foto con la famiglia. Sembrava così contento...
Dolores Umbridge era su tutte le prime pagine del Profeta insieme al faccione di Neville Longbottom. Erano stati pubblicati tantissimi articoli su di lui.
In quel poco tempo in cui era solo, Albus pensò ai suoi primi quattro mesi ad Hogwarts, così strani e difficili. Erano stati quattro mesi di punti interrogativi, di lotte continue e di furti. Lui aveva solo undici anni, e già aveva visto una persona morire; strana la vita, ogni tanto ti mette davanti a situazioni le quali non puoi fare niente.
"Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti, caro Al" Disse Harry ad Albus, prima che ritornasse ad Hogwarts. L'Espresso per Hogwarts eruttava vapore fuligginoso lungo un marciapiede affollato di studenti in partenza e delle loro famiglie. Albus inspirò l'odore che aleggiava intorno a lui e sentì il morale decollare... tornava davvero a Hogwarts.
"Promettimi che te la caverai, in qualsiasi situazione"
"Promesso" Annuì sorridendo.
Harry baciò il figlio prima che salisse nella locomitiva scarlatta, che poi piano piano sparì nella nebbia invernale.
Era maggio. Fu il primo del suo dormitorio a svegliarsi. Rimase disteso a guardare la polvere vorticare nel raggio di sole che passava dalle tende del baldacchino, e assaporò il pensiero che era sabato.
Non aveva ancora fatto sogni strani o altamente pericolosi dopo quello di Hogsmeade: e che fortuna! Non voleva mai più vedere a che fare con la Legilimanzia, sempre se ad Hogwarts ci fossero altri Legilimens.
"Ciao" Elly lo salutò mentre si dirigeva nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, dove il nuovo professore era un uomo abbastanza alto, robusto e dei capelli rossi: Ronald Weasley. Sì, proprio lui, ex Auror. Ultimamente aiutava il fratello George nel negozio di quest'ultimo a Diagon Alley, ma durante il periodo invernale e primaverile il negozio stava ad Hogsmeade, e, visto la vicinanza, aveva colto l'occasione di 'insegnare' una delle materie più affascinanti. Ronald era molto bravo nella Magia Oscura. Ovvio, aveva combattuto nel Ministero nel quinto anno contro i Mangiamorte, aveva accompagnato Harry ed Hermione nel viaggio della ricerca degli Horcrux, aveva distrutto il Medaglione di Salazar Serpeverde con la spada di Godric Grifondoro e aveva visto suo fratello Fred morire.
"Buongiorno ragazzi" Li salutò, un'ombra di un sorriso che gli aleggiava sulle labbra.
"Buongiorno professor Weasley"
"Ciao papà" Sussurrò Rose abbozzando un sorriso.
"Fuori le bacchette!" Ron aveva un sorriso a trentadue denti, anche se a volte spariva al solo pensiero di Neville. "Bene, ora voglio che prendiate i vostri libri e li mettiate sul tavolo" Ordinò marciando per la stanza.
Gli studenti obbedirono.
"Benissimo" Sussurrò eccitato. "Date loro fuoco"
Gli alunni si guardarono con una certa meraviglia e con un'aria del tipo ma-cosa-sta-dicendo?
"Cosa? Bruciarli?" Rise Alexander Pritting sovrastando i borbottii che si stavano levando dall'aula.
"Sì, bruciarli, ora, qui" Ripeté calmo.
"Ma perché?" Chiese Godys McDonald.
"Perché i libri sono noiosi, avanti! Dai, fuoco! Ma cosa aspettate?!"
Scorpius fece fuoriuscire delle scintille dalla sua nove pollici e il libro si incendiò.
"Bravissimo Scorpius! Dieci punti a Grifondoro!" Urlò cercando di farsi sentire da tutta la classe.
"Se li bruciamo ci aggiunge dei punti?" Chiese una ragazzina dal volto pallido di Grifondoro.
"Ovvio"
Improvvisamente, tutti i libri sui tavoli presero fuoco. L'aula si riempì di fumo nero.
Dopo un Incantesimo Acquatico del professore, i fuochi si spensero. Albus fissò il suo: era completamente incenerito.
"Ma ora come faremo a studiare?" Disse Rose, ancora incredula del suo orribile gesto nel bruciare un libro.
"Studiare? Scherzi?" Ron cominciò a scrivere sulla lavagna delle frasi.
"Non studieremo?" Intervenne Albus.
"Oh, no. Bene, ora statemi bene a sentire" Ordinò mentre posava il gessetto dentro un piccolo contenitore.
Ron accennò le basi dell'Incantesimo di Protezione: Albus cercò di apprendere più cose possibili. I suoi incantesimi aumentavano sempre di più, e non c'era cosa migliore d'osservare le sue proprie abilità aumentare di giorno in giorno.
Dopo la lezione, Albus, Rose, Scorpius e le gemelle Alamon andarono a pranzare nella Sala Grande. Di solito il sabato si mangiava pesce, e sul tavolo ce n'era di tutti i tipi.
"Oh, Rofe, tu che hai l'affonamento fer la Gaffetta del Fofeta pefché il fuo gufo non è ancora arrifafo?" Chiese Scorpius con la bocca piena, mostrando una povera e indifesa acciuga.
"Parli dei gufi, spuntano le piume" Disse Rose, che guardava delle piume davanti a lei cadere lentamente. Poi, dal nulla, un gufo planò sul tavolo, lasciando il giornale.
Rose fissò la prima pagina, senza dire una parola. Ci volle una gomitata sulle costole per farla ritornare nel mondo umano.
"Cosa c'è?"
Rose senza parlare girò il giornale, mostrandolo ad Albus e Scorpius.
STRAGE AL MINISTERO, 34 MORTI
Albus lo strappò dalle mani di Rose e lesse.
Ieri sera, alle diciannove e quarantatré, un'irruzione del ladro della Bacchetta di Sambuco all'interno dell'Atrium del Ministero della Magia ha creato panico e paura in tutto il paese inglese. Sono trentaquattro i morti, di cui dodici Auror. Harry Potter è riuscito ad allontanarlo, senza uscirne ferito. Il ladro aveva una benda nera che gli copriva il viso. Un'udienza disciplinare, che si svolgerà il giorno sei di Maggio all'interno del Ministero con tutti i membri del Wizengamot e tutti gli Auror, deciderà se chiudere la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e, sicuramente, di mettere al sicuro tutte le famiglie magiche e non (per ulteriori notizie vai a pagina 2).
Bacchetta di Sambuco: pericolo nazionale?
Avvistato ladro della bacchetta a Earl's Court: 12 babbani morti.
"Basta!" Albus accartocciò il giornale e lo sbatté sul tavolo. Leggere certe cose gli facevano contorcere le viscere, ma aveva anche paura per il padre e il resto della sua famiglia.
"Una strage!" Aggiunse Scorpius.
"Cosa è successo?" Chiese Elly incuriosita mentre sorseggiava del succo di zucca.
"Il ladro ha ucciso trentaquattro maghi al Ministero e dodici babbani a Earl's Court!"
"Al Ministero? È entrato al Ministero?" Chiese ancora incredula la Alamon posando il calice.
"Sì..." Albus abbassò il capo.
"Quando si fermerà?" Chiese Margarit.
"Oh, credo che oggi farà un piccolo break e domani smetterà, ma credo che prima si farà una partita a Gobbiglie" Albus aveva questa specialità: ironizzare su fatti tragici. Per fortuna Malfoy non replicò, e tornò a concentrarsi sulle acciughe accumulate sul suo piatto.
Albus aveva troppi pensieri in testa, troppi... Scosse la testa nel tentativo si scacciarli un po'. Il ladro aveva ucciso un'altra volta... L'ultima apparizione risaliva a molti mesi prima... Harry lo aveva allontanato, doveva saperne di più, doveva scrivergli... Un'udienza? Un'udienza per valutare la situazione ad Hogwarts? Chiuderla? Rintanarsi nelle proprie case fino alla cattura del ladro? Se solo lui, Al, avesse potuto fare qualcosa, per esempio aiutare: non voleva rimanere fermo, ma aveva solamente undici anni...
"Vado a dormire" Albus si alzò di scatto e si diresse nella Sala Comune. Aveva le pupille dilatate e sudava, immagini offuscate si susseguivano nella sua mente.
"Nargilli" Disse la parola d'ordine alla Signora Grassa e salì nel suo dormitorio.
Scrisse al padre. Voleva e doveva saperne di più, era lui che aveva combattuto contro il ladro.
Si mise sul baldacchino e, volendosi distrarre da tutti quei pensieri, prese la Mappa del Malandrino. Connor Spartamus si trovava nell'aula di Pozioni.
Hogwarts era un luogo dove si diceva 'sono andato al bagno' nel capannone di Hagrid e cinque minuti dopo lo sapevano nel bagno delle ragazze. Le voci giravano, e come se giravano, il giorno dopo la notizia del Ministero fece discutere anche tutti i fantasmi. La chiusura della scuola era sulle bocche di tutti. Non potevano chiuderla: Hogwarts era la seconda casa di tutti i giovani maghi.
"Buongiorno Al" Rose spuntò da dietro un'armatura.
"Oh, ciao"
"Presa a male ieri sera, eh" Sbuffò mentre si metteva la borsa in spalla.
"Già" Rispose asciutto.
I due si diressero nella serra numero due, dove il sostituto di Neville era una donna dai capelli disordinati, lunghi fino alla vita, di un biondo sporco, sopracciglia molto pallide e occhi sporgenti che le conferivano un'espressione di perenne sorpresa.
"Buongiorno professoressa Lovegood" Dissero in coro gli alunni.
"Buongiorno ragazzi" Rispose lei con un tono abbastanza passionale.
Luna era quel tipo di ragazza che, se un suo amico parlava di Lord Voldemort, lei conveniva parlando appassionatamente di Gorgosprizzi. I suoi anni ad Hogwarts furono abbastanza difficili, ma quando iniziò a frequentare l'Esercito di Dumbledore, cominciò a sentirsi 'circondata da amici'. Aveva partecipato alla Battaglia del Ministero al suo quinto anno, e alla Battaglia di Hogwarts. Dopo gli studi approfondì la sua passione per la natura, e sposò Rolf Scamandro, da cui ebbe due figli: Lorcan e Lisandro.
Nella lezione mostrò a quelli del primo anno, che erano Grifondoro e Corvonero, gli Orcumpli, lo stesso fungo che stava trattando Neville nella sua ultima lezione ad Hogwarts.
Quando Al salì nel dormitorio per prendere il libro dimenticato di Storia della Magia, vide sul suo letto la risposta del padre. Diede un Biscotto Gufico a Snow e lesse.
Caro Albus, non ti preoccupare, sto benissimo, nemmeno un graffio. Non abbiamo potuto vedere chi fosse, aveva una benda in faccia e gli occhi si vedevano a malapena... ma era alto, questo è sicuro (non è niente su cui basarci). Mi ha provato a disarmare e viceversa. Rivedere quella bacchetta mi ha fatto tremare. Sì, sono morte molte persone, come Mafalda Hopkirk e alcuni Auror. È stato un attacco a sorpresa, nessuno se l'aspettava. La famiglia sta bene, Lily ti saluta. Indaga sul lupo.
Tuo, Harry.
Albus mise in un cassetto la pergamena e rifletté per alcuni minuti sulle parole appena lette.
Scese di corsa nell'aula di Storia della Magia, dove il professor fantasma Curthbert Rüf parlò della vita di Corinna Corvonero.
Albus non prestò molta attenzione alla lezione: preferiva girovagare nei suoi più strani pensieri.
"Signor Potter, mi sa dire la data di nascita di Priscilla Corvonero?" Gli domandò Rüf.
Albus ritornò nel mondo umano, scuotendo la testa e guardandosi intorno con aria decisamente innocente.
"Oh, cosa?"
"Quando è nata Priscilla Corvonero?" Ripeté paziente il professore.
"Ehm..."
Passarono dieci lunghissimi secondi.
"Dieci punti in meno a Grifondoro. Le consiglio di ascoltare, Potter. La Storia della Magia è la materia più bella al mondo"
Albus dovette subire e stare zitto. Scorpius aggrottò le sopracciglia. Mise le braccia conserte e fece finta di ascoltare, immergendosi di nuovo nelle sue fantasticherie.
Pensava solamente al ladro e al lupo. Qualcuno doveva pur essere quel Lupo Mannaro. Un professore? Uno studente? Un abitante di Hogsmeade? Un estraneo ad Hogwarts? Doveva scoprirlo. Le stesse domande per il ladro della Bacchetta di Sambuco. Un pazzo? Un incosciente? Uno che non sapeva quello che faceva? O era tutto studiato? E se questa persona volesse avere sotto il proprio dominio l'intera comunità magica? Cosa avrebbe fatto negli anni a venire?
Dopo una rigorosa cena con Rose e Scorpius, Albus salì nel dormitorio. Voleva dormire, ma Godys e Patrick stavano provando a mangiare degli oggetti del negozio di George. Rimase qualche ora immobile, sospirando profondamente e pensando al ladro. La luna piena illuminava lievemente la stanza, colorandola di un blu-grigio. Dopo aver trascorso due ore sul letto nell'oziosità, Al prese la Mappa del Malandrino. Scorpius lo salutò prima di addormentarsi. La maggior parte degli studenti girovagavano per i dormitori. Hagrid si trovava nei lunghi giardini che costeggiavano il Lago Nero, il professor Frigan era sulla Torre di Astronomia. La Torre di Astronomia... Albus pensò ad un uomo qualunque: Dumbledore.
Rose stava ritornando dalla biblioteca. "Anche di sera" mormorò abbozzando un sorriso. Poi eccolo lì, Connor Spartamus, che camminava frettolosamente nell'aula di Pozioni. Stava cercando qualcosa... Che cosa? Erano mesi ormai che andava spesso lì, ma cosa stava facendo nell'aula di Pozioni? Albus era sempre troppo stanco per alzarsi ed andare a curiosare, ma questa volta no: doveva e voleva assolutamente scoprirlo.
Si alzò, si vestì, prese la Mappa e si coprì col Mantello dell'Invisibilità. Controllando che nessuno lo stesse osservando, uscì dalla Sala Comune e si diresse giù nelle segrete. Ci impiegò ben dieci minuti, rischiando anche di andare a sbattere contro Filch il custode. Lì sotto faceva sempre freddo e l'aria era abbastanza umiditiccia. L'oscurità lo divorò.
"Lumos" Consultò di nuovo la mappa: Spartamus era sempre lì.
Arrivò davanti alla porta di ciliegio dell'aula e la aprì, delicatamente.
"Nox" Spense la bacchetta sperando che Connor non lo avesse visto.
Spartamus si girò di scatto, sudato e col fiatone.
"Chi va là?" Chiese tremando. Albus notò un pizzico di timore nel timbro della sua voce. Cercò di fare meno rumore possibile. Entrò e si mise in un angolo della stanza, respirando a stento.
Connor si avvicinò alla porta e la chiuse, guardandosi intorno ansante. Ritornò davanti allo scaffale dove cercava probabilmente delle pozioni. Dall'unica piccola finestra entrava un po' d'aria: e menomale, Albus stava soffocando sotto il Mantello. Si chiedeva ripetutamente in mente cosa stesse facendo Connor. Di sicuro cercava delle pozioni, ma quali? A cosa gli servivano? Era anche mezzanotte passata. Perché non le aveva chieste direttamente al professor Lumacorno? Erano proibite o pericolose?
D'un tratto un raggio della luminosissima luna piena passò attraverso la finestra e colpì il corpo di Connor. Si girò e guardò fuori la finestra, respirando rumorosamente. Il suo battito cardiaco aumentò, e ad Albus sembrava di sentire un cavallo galoppare. I suoi occhi diventarono rossi e il suo corpo crebbe, mostrando degli enormi muscoli. La testa raggiunse il soffitto. Il viso gli si allungò di qualche centimetro. I vestiti si strapparono e caddero a terra con tonfi morbidi. Dei lunghi peli grigi coprirono il corpo di Connor Spartamus e un ululato tremendo fece irrigidire Albus dalla paura.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top