Le tre scuole
Mancava solamente una settimana all'estrazione dei nomi dei tre Campioni dal Calice di Fuoco, ed Albus era immerso in un profondo lago di incertezze e dubbi, di paure ed emozioni indecifrabili. La sua mente lavorava così intensamente, pensava troppo, soprattutto quando si svegliava nel suo baldacchino e realizzava di essere un mago, che era tutto vero. I suoi sogni erano ormai tranquilli e innocenti, quasi fanciulleschi. Il ladro avrebbe potuto interagire con lui in qualsiasi momento, e sarebbe potuto apparire davanti Hogwarts quando meno se lo aspettavano. Quel pensiero era davvero un dolore straziante ed indelebile nel cervello di Albus. Chissà se il Ministero prevedeva un attacco improvviso, sarebbero stati preparati al momento giusto?
Le lenzuola bianche lo avvolgevano dolcemente mentre i primi raggi di sole penetravano nella stanza, stuzzicando innocentemente i piedi scoperti di Al. Erano le sei a qualcosa, non riusciva a mettere a fuoco l'orologio. Scorpius ronfava forte, Patrick era rannicchiato sotto il piumone rosso-oro e Fred II Weasley teneva la testa sotto il cuscino per i raggi che lo colpivano sul viso.
Tutto taceva, e una sensazione di pura tranquillità abbracciò Al. Non riusciva a non pensare al ladro, non ci riusciva, era più forte di lui. Dov'era? Con chi? Aveva aiuto? Perché dopo l'attacco ad Hogsmeade non si era fatto più vedere? La bacchetta gli funzionava bene? Era la bacchetta che sceglieva il mago, non il contrario.
Ricordò che con suo fratello James si era messo d'accordo nell'imparare più incantesimi possibili per un eventuale attacco del ladro. Albus era uno dei più bravi in Difesa Contro le Arti Oscure ed Incantesimi. Suo fratello, quinto anno, era velocissimo nel deviare qualunque scia magica, era abile ed era veloce nel contrattaccare. Chissà se un giorno i due fratelli avrebbero combattuto contro l'assassino di Roxanne e Godys.
Dopo essersi lavato, scese giù in Sala Comune per ripassare Astronomia, dove, con sua grande sorpresa, vide Elly seduta in una delle poltrone imbottite rosse.
"Oh, buongiorno Elly, cosa ci fai qui?"
"Potrei farti la stessa domanda"
Aggrottò la fronte "Mi sono svegliato presto, oggi abbiamo il compito di Astronomia, devo ripassare, e tu?"
"Stesso motivo" Guardò il fuoco scoppiettare davanti a lei "Siediti"
Cominciarono a ripetere le posizioni dei satelliti di Giove e i gradi di ogni stella del Grande Carro. Mentre Elly parlava delle stelle, Albus pensò per qualche secondo che stesse descrivendo se stessa. Sarebbe rimasto ore intere ad ascoltarla.
"...e quindi Amalthea si trova a migliaia di chilometri da Ganimede... Al! Mi stai ascoltando?!" Il monologo di Elly sembrava destinato soltanto alle orecchie della propria Alamon.
"Oh, si... si. E Ananke si trova tra Carme ed Elara, facile!" La buttò lì distrattamente.
Elly lo fissò incuriosita, studiando bene ogni suo piccolo movimento.
"Perché mi fissi?"
Sembrava che Elly stesse per dire qualcosa ogni tre secondi, ma si bloccava.
"N-non lo so" Mormorò timida.
"C'è qualcosa che devi dirmi?" La domanda uscì spontaneamente dalla bocca di Albus, cogliendo di sorpresa Elly, che diventò paonazza.
"No, perché me lo chiedi?"
"Semplice domanda"
"Oh eccovi, andiamo!" Dalle scale a chiocciola apparve Scorpius.
"Aspettiamo Rose" Elly sembrava aver trovato un'ancora a cui aggrapparsi, scappando dall'imbarazzante conversazione creatasi con Al.
La mattinata si svolse con sguardi dolci di Elly rivolti ad Albus, che sorrideva tra sé e sé.
Nella Sala d'Ingresso c'era un manifesto grande quanto un'automobile babbana:
Alle quattro di questo pomeriggio tutti gli studenti sono pregati di recarsi in Sala Grande per l'annuncio dei nomi delle due restanti scuole Europee che parteciperanno alla Corsa dello Zoppo.
Quell'ora raggiunse Albus, Scorpius e Rose in men che non si dica, la Sala Grande era affollata, e c'erano gli addetti dei Giochi e gli Sport Magici ed alcuni giornalisti. Appoggiati sul muro di tutto il perimetro della Sala, c'erano degli uomini e delle donne che sembravano uscire dal Medioevo, con accanto una bandiera sospesa magicamente. "Oh, Scorp! Guarda, tutti i presidi di tutte le scuole magiche d'Europa! Sono tantissimi!"
I presenti nella Sala attendevano i nomi delle due scuole Europee che avrebbero partecipato alla Corsa dello Zoppo insieme alla già scelta in riunione Hogwarts. L'evento si sarebbe svolto tre settimane dopo, l'estrazione dei tre Campioni di Hogwarts invece una sola, e l'ansia cresceva.
"Bene bene bene, ragazzi, attenzione"
"Ufficializziamo che le due scuole verranno estratte, quindi diamo il caso alla sorte, e non verranno decise in riunione" Annunciò la McGonagall, mentre alcuni giornalisti prendevano appunti con penne che facevano tutto da sole.
Dopo alcuni brevissimi discorsi della preside e di Rebastan Pick, degli uomini avanzarono davanti il lungo tavolo degli insegnanti: trasportavano un cilindro di vetro grande quanto una gamba di un uomo, contenente una trentina di pergamene arrotolate.
I giornalisti erano pronti nel scattare foto a raffica quando gli addetti avrebbero estratto il foglio.
"E nella Corsa dello Zoppo, ad accompagnare Hogwarts ci sarà..." Un uomo afroamericano prese un foglietto dal cilindro, lo aprì e disse "... il Collegio Magico di Brujacerdo, Spagna!" Applausi educati si levarono dai lunghi quattro tavoli. La scuola spagnola avrebbe affiancato Hogwarts nella competizione.
"Wow, ho sentito parlare degli spagnoli, sono tipi in gamba" Borbottò Rose ad Al e Scorpius.
"Bene, e ora, la terza ed ultima scuola partecipante alla Corsa..." Lesse un altro foglio e annunciò "... La Scuola di Arti Magiche Italiane, nonché l'AMI! Bene bene! Due ottime scuole! Scuole a livello internazionale!"
Tutti i presenti applaudirono di nuovo educatamente.
"Gran Bretagna, Spagna e Italia, ecco le tre partecipanti alla Corsa dello Zoppo!" Esclamò contento Pick.
"Wow, Italia! Devono essere molto bravi! Nel 1678 un campione italiano vinse la Coppa Tremaghi!" Disse Rose fissando il tavolo degli insegnanti.
Il cervello di Albus cominciò a ronzare, due scuole di ottimo livello. La sua autostima diminuì, era ovvio che ci sarebbero stati Campioni più forti di lui a Brujacerdo e all'AMI (Arti Magiche Italiane): questo era poco ma sicuro.
I giornalisti erano presi nell'intervistare gli addetti dei Giochi e Sport Magici e i presidi delle scuole magiche d'Europa. Alcuni erano davvero strani, perfino buffi, quello tedesco era un uomo abbastanza corpulento, capelli ricci e molto avanti con l'età. Quello svedese era basso quanto Al, e aveva dei lunghi capelli unticci biondi. Ma a catturare la sua attenzione e quella di Scorpius e Rose furono i presidi delle scuole di Brujacerdo e AMI: quello spagnolo era alto circa due metri, la bandiera che fluttuava accanto alla spalla sinistra, portava una camicia bianca di lino e un lungo mantello da viaggio, aveva i capelli neri alla Severus Snape; quello italiano era meno alto del precedente, era magro e non parlava, aveva un'aria cupa e concentrata e studiava ogni persona che gli passava davanti, aveva dei lunghi capelli bianchi che gli cadevano lungo la schiena e aveva dei duri lineamenti, sembravano disegnati, anche lui molto vecchio.
Il preside di Brujacerdo stringeva la mano felice a tutti i passanti, mentre quello della Scuola delle Arti Magiche Italiane scrutava tutti, non dando confidenza a nessuno, come se si stesse proteggendo da qualcuno che gli rubasse qualcosa di prezioso.
Dopo alcune parole di Rebastan Pick, alcuni studenti e presidi se ne andarono, mentre Al, Scorpius, Rose ed Elly rimasero seduti, guardando con educata curiosità i due presidi appena chiamati dalla McGonagall. C'erano ancora giornalisti alle calcagna dei due uomini, mentre scattavano fotografie. La preside di Hogwarts strinse la mano ai due con un bel sorriso tirato sul viso, mentre cominciava a parlare di date ed estrazioni di Campioni. Il lungo mantello del preside di Brujacerdo era nero, con strani simboli rossi che coprivano quasi tutto l'indumento. Ascoltava sorridendo la McGonagall. Il preside dell'AMI fissava la preside, senza muovere un sopracciglio, sembrava una statua.
"Bene, il Calice verrà prestato alle vostre scuole fra una settimana precisa, vi consiglio di avvertire oggi stesso i vostri alunni, per evitare inconvenienti. Bene, signor Palcos, signor Ambraconi, è stato un vero piacere, e ancora congratulazioni, a presto" La McGonagall salutò i due presidi, quindi uscirono dalla Sala Grande e sparirono.
La preside si sedette ed echeggiarono di nuovo centinaia di borbottii. Al, Rose, Scorpius ed Elly cominciarono a parlare di Palcos, preside di Brujacerdo e Ambraconi, preside della Scuola di Arti Magiche Italiane. Con quelle tre nazioni, sarebbe stata una Corsa dello Zoppo alquanto impegnativa ed interessante. Erano tre scuole di livello internazionale "...ma Hogwarts prevale su tutte" esclamò Scorpius orgoglioso.
Tre giorni passarono così veloci che Albus non ebbe tempo per decidere se mettere il suo nome nel Calice. Aveva un sacco di compiti, e, se non ci fosse stata la mano di Rose, di sicuro avrebbe fatto togliere a Grifondoro alcuni punti.
Mancavano quattro giorni all'estrazione dal Calice ed Al, in una sera abbastanza fredda di novembre, scrisse al padre.
Ciao papà,
volevo informarvi che sto per mettere il mio nome nel Calice. Ho deciso, spero che siate felici della mia decisione.
Ps. Ora sta al Calice la scelta.
Arrotolò la pergamena alla zampa di Snow e scese le scale a chiocciola.
Era quasi mezzanotte, doveva sbrigarsi se non voleva farsi vedere da Filch il custode.
'Bene, sto andando, sono deciso. Non sono sicuro di farcela però, ci sono moltissimi studenti che hanno messo il nome nel Calice, mi do buona fortuna"
Attraversò la Sala Comune e nel tunnel, praticamente buio, andò a sbattere contro...
"Lumos!" Disse per illuminare il piccolo spazio. Non ci mise che un secondo per riconoscere quel viso.
"Albus!"
"Dove vai a quest'ora?" Chiese lui interrogativo.
"Oh, stavo girovagando per i corridoi, e tu? Dove vai? Oh, davvero?" Prima che Al potesse dire qualcosa, Elly notò il pezzetto di pergamena nelle sue mani. "Vuoi veramente mettere il tuo nome là dentro?" Sorrise divertita.
"Be', si, ho deciso, ma non è detto che il Calice scelga me"
"Oh, se lo metti, sono sicura che ti sceglierà"
"Lo pensi davvero?"
"Be', si, sei bravo"
Albus tossicchiò in senso di disapprovazione.
"Perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?"
Al la guardò intensamente, sentiva il cuore accelerare, il corpo vibrare. I suoi occhi si posarono sui suoi capelli, lunghi, lisci e castani, le punte arrotondate, poi sulle sue labbra, carnose e rosse.
Elly fece per avvicinarsi, mentre Albus la fissava ipnotizzato.
"Be', vado a mettere il nome nel Calice, è molto tardi. Buonanotte Elly" Le sorrise e scappò, oltrepassando il quadro della signora Grassa. Cosa stava facendo Elly? Perché si stava avvicinando? Perché era così bella? Queste domande attanagliarono la mente di Al, mentre camminava frettolosamente nella Sala d'Ingresso per mettere quel nome, sperando nel meglio.
(CAPITOLO SUCCESSIVO: L'ESTRAZIONE)
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