La stanza in soqquadro

Se Elly Alamon era una brutta ragazza, Lord Voldemort era risuscitato ed era felicemente sposato con Hagrid. Quella fu una delle settimane più belle della vitadi Al, senza sguardi puntati sempre su di lui o borbottii che lo accompagnavano ovunque andasse in quel castello. Inoltre Elly era un'ottima compagnia, e il tempo con lei passava a fiotti. Non riusciva a calcolare la nozione del tempo, e anche se avesse avuto davanti un orologio, che fosse stato da polso o appeso, non avrebbe riuscito a dinstinguerne i numeri, oppure avrebbe scambiato le lancette per bacchette magiche, che in quel tempo andavano a ruba nei negozi di Diagon Alley. Il 2021 era scoccato da abbondanti tre quarti d'ora, e mentre gli ultimi Super Razzi Biliori scoppiavano in quel cielo freddo trapunto da infinite stelle, Albus stava seduto in una delle poltrone rosse della Sala Comune con Elly poggiata sopra le sue gambe.

"Starei qui sopra con te per decenni" Gli sussurrò all'orecchio.

Albus le sorrise, e, vedendo la sua espressione delusa, che di certo si aspettava una risposta altrettanto dolce, la baciò. Rimasero quasi dieci minuti incollati l'uno con l'altra, uniti da un amore che stava nascendo e che forse nessuno avrebbe potuto notare, visto che il professor Lupin aveva detto che nell'adolescienza non ci si innamora, ma ci si prende solamente una cotta. Ogni volta che Albus vedeva Elly o la pensava era come se un cavaliere lo infilzasse con una spada di ghiaccio, al centro del cuore, e quest'ultimo fosse scoppiato.

"Dov'è tua sorella?" Chiese a bassa voce mentre lei lo riempiva di baci sul collo.

"Sarà con Nicolas, le avevo detto di lasciarmi la Sala Comune"

"Quindi te l'hai prenotata per noi due?" Albus rise, mentre con la mano non monca le accarezzava il viso.

"Non dovevo?"

"Lo dovresti fare sempre"

Elly si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Quest'estate ci vedremo, vero?" Chiese lei fingendo di essere triste.

"Tutti i giorni"

"Dovrò andare a Marsiglia da mio padre per un mese" Sorrise, ed Albus si arrese. Le afferrò la testa e la baciò ripetutamente, ed era l'unica cosa che avrebbe voluto fare, finché non si fossero addormentati mano con la mano.

Un'altra settimana passò, ed un'altra ancora, regalando il periodo più bello che Albus avesse mai trascorso. L'unico pensiero che lo rattristiva era il viso pieno di allegria di Elliot. Avrebbe voluto trascorrere il Natale con lui.

"Albus! Elly! Come state?" Rose abbracciò i due, un bel sorriso padrone del suo viso trapunto da lentiggini.

"Meglio che tieni lontana quella bacchetta dal mio corpo, o ti appendo ad un albero, e tutti noi sappiamo quale albero" Ringhiò scherzando Scorpius, che pochi attimi prima era stato sottoposto ad un incantesimo di Louis.

Una volta che il treno si svuotò, tutti gli alunni rientrarono al castello, e sembravano tutti più felici rispetto a quando se n'erano andati.

"Albus, questo te lo manda papà. Non mi ha voluto dire cosa fosse, ho provato ad aprirlo sul treno ma ci avrà buttato qualche incantesimo che lo farà aprire solo a te" James diede un piccolo pacchetto bianco a suo fratello. Lo guardò per alcuni istanti, poi se lo fece scivolare nella tasca del jeans.

"Come va a casa?" Chiese Albus mentre osservava delle enormi bolle d'aria salire sulla superficie del lago nero.

"Non c'è male, dopo quello che è successo papà e mamma volevano averti a casa"

"Ma Lily dov'è?"

"Cosa? Ah, Lily... Sul treno ha lanciato una fattura sul viso di una Serpeverde, quella ragazzaccia di Charlotte Grey"

"Vorresti dire la mitica Charlotte Grey. Nel secondo anno ha riempito di vomito di Troll il calice della McGonagall..."

"Sì, esatto, ma ha un caratteraccio... Sembra... un maschio" Risero, ma cessarono immediatamente.

"Parlavate di me?" Grey si avvicinò ai due strattonando quelli del secondo anno. Era alta quanto Rose, era magrolina e i suoi occhi erano inconfondibilmenti uguali a quelli Al. Aveva dei duri lineamenti, anche se Albus pensava che con un po' di parole dolci la si poteva far smielare. I suoi capelli nero corvino erano raccolti in una corta coda, e non sembrava affatto un maschiaccio.

Al la guardò un po' più del dovuto.

"Tu? Cosa vuoi?" Fu la migliore interpretazione di Albus, visto che la trattò come se non l'avesse mai nominata, aggrottando le sopracciglia.

"Mi è sembrato di sentire il mio nome"

"Oh no no. Ti sei sbagliata di grosso" Albus affrettò il passo e, una volta raggiunto il grandissimo portone principale di Hogwarts, entrò, insieme a tutti gli altri studenti.

Quella sera si sarebbe svolto un banchetto di rientro, e il giorno dopo subito le lezioni.

Scorpius ed Al se ne stavano distesi su un letto a baldacchino, e non sapevano nemmeno di chi fosse.

"Com' andata con Elly?" Chiese capelli-biondo-platino allungando le labbra in un sorriso.

"Oh, benissimo. Noi... ci siamo baciati" Sorrise, pensando velocemente a tutti gli attimi passati con lei durante le vacanze.

"Cosa? Bibby si è baciato? Ah ah ah!"

"Non chiamarmi bibby"

"Sennò lo dici a mammina?"

"No, ti faccio solamente un incantesimo così potente che ti appendo con le mutande in una cima di una delle montagne là fuori e ti brucio tutti i capelli"

Il volto di Scorpius, solo un attimo prima roseo per aver preso in giro Albus, si chiazzò sgradevolemente di rosso.

"Sto scherzando!" Albus rise, e, dopo aversi goduto la sua piccola vendetta, chiese a Scorpius com'erano andate le vacanze a Malfoy Manor. La serata volò via così rapidamente che i due non si accorsero nemmeno che avrebbero dovuto andare al banchetto. Rimasero a parlare di Quidditch, dello sport dei babbani che chiamavano calcio, e di come Albus si fosse affezionato al Chelsea.

Era cresciuto così in fretta, più del padre quando andava a scuola. Era alto quasi quanto Scorpius, e i suoi capelli, neri come il buio, facevano da contrasto sulla sua pelle chiara, liscia e coperta da piccoli graffietti. Il naso quasi perfetto, e poi gli occhi, quei famosi occhi da Lily Potter.

Il giorno dopo, quando si alzò dopo una notte tranquilla e serena, si accorse che era talmente in ritardo che avrebbe dovuto saltare la lezione d'Erbologia. Scorpius stava dormendo a petto nudo, mostrando il suo fisico scolpito e una lunga cicatrice sul petto. Dopo averlo preso a cuscinate, e dopo essersi vestiti in un battibaleno, i due andarono ormai alla lezione di Ars Amatorie, che seguirono con interesse.

"La professoressa Lovegood ha chiuso un occhio per voi due" Li rimproverò Rose mentre si sedeva con Elly in un banco vicino a quello dei ritardatari.

"Buongiorno a tutti ragazzi" Il giovane Lupin entrò con eleganza nell'aula e si mise seduto sulla cattedra. Tutti gli occhi dei presenti andarono a finire sui suoi capelli.

"Oh... Sì... Posso deciderlo io. Guardate" Da turchese, diventarono rosso sangue.

"No, troppo volgari" Scosse la testa velocemente e diventarono blu mare.

"Bene ragazzi, come state?"

Tutti recitarono la parola bene come se fossero in un coro.

Dopo alcune rapide domande, Ted cominciò a parlare dell'accaduto nella Gara, spiegando "l'atto d'amicizia" di Albus compiuto nei confronti di Elliot. Albus pensò a suo fratello James, che aveva un buon rapporto con Ted, ma i suoi pensieri furono interrotti da una frase del professore "L'amicizia è la cosa più bella che possa capitare a qualcuno, meglio dell'amore".

"E quindi zio Ron ha preso il bicchiere e l'ha scagliato sul muro" Rose si stava piegando in due dalle risate.

"E poi?" Albus voleva sapere di più.

"Ha preso il pollo... ah ah ah... e ha incominciato a lanciargli... ah ah ah... maledizioni" Non riusciva a smettere di ridere. Elly la stava guardando stupefatta "Poi si è levato la maglietta ed ha strozzato il pollo, perché diceva... ah ah ah... che le vere sfide si combattono senza bacchetta!"

"Grandi citazioni di Ronald Bilius Weasley" Albus avvicinò le mani al fuoco scoppiettante della Sala Comune Grifondoro deserta.

"Dieci e ventinove, di già. Gli altri staranno a metà cena" Elly diede un'occhiata furtiva all'orologio appeso al muro dietro di lei.

"Domani ricominciamo Astronomia, Difesa contro le Arti Oscure e Divinazione. Poi io ho Babbanologia e Antiche Rune" Disse Rose leggendo l'orario delle lezioni che portava sempre con sé. "Ma avete saputo di Weddy Monsie?" Chiese Rose di scatto.

"Sì. La McGonagall ci ha fatto vedere l'interrogatorio. Era scontato che fosse lui, sudava ed era strano" Albus si mise sdraiato sulla poltrona, poggiando i piedi su quella di Rose.

"Ha spiato per ben quattro anni il Ministero. Nessuno poteva mai sospettare di lui" Rose scosse la testa, come se non volesse credere a tutto quello che era successo.

"Chissà quanti altre spie o scagnozzi avrà quel ladro... Da Natale hanno messo venti Auror intorno al castello, i Dissennatori ci hanno creato un po' di problemi... intendo a me e a James, ricordate?"

"Sì. Spero tanto che questi Auror siano qualificati al cento per cento... Alla gara sono stati così attenti che hanno fatto uccidere un partecipante" Ironizzò Rose.

"Non capisco cosa aspetti a farsi avanti... Doveva attaccare mio padre. Voglio che lo faccia. Almeno mio padre lo prende, di certo non può farsi sottomettere da quell'essere. Mio padre è Harry Potter"

"In effetti è vero... La Bacchetta di Sambuco non dovrebbe funzionargli tanto bene. Però nel frattempo uccide gente innocente" Aggiunse Elly.

"Io credo che prima o poi ci sarà una lotta, ci sarà qualcosa di grave, qualcosa che coinvolgerà tutta la comunità magica inglese... Credo che prima o poi si debba fare avanti. Vi ricordate al primo anno quando ha schiantato mia madre? Non capisco perché l'abbia fatto. Io so che deve dare segnali a mio padre, ma sono passati tre anni, e in quest'arco di tempo solo una volta si è fatto vivo"

"Meglio così"

"No, non è meglio così. E se stesse escogitando una catastrofe? Se stesse radunando i suoi servi, sempre se ce l'abbia? I suoi attacchi sono discontinui, e non è una cosa a nostro favore, perché potrebbe attaccare in qualsiasi momento" Albus aveva ragione.

"Con mio fratello una volta al mese mi sto allenando con Incantesimi, Fatture, Maledizioni. Non vogliamo essere impreparati" Aggiunse di nuovo Albus.

Elly annuì, Rose invece lo guardò con un'espressione del tipo 'cambiamo discorso'.

"Ve la siete passata bene voi due eh, soli soletti" Si morse le labbra nascondendo una risatina che sarebbe stata di sicuro fuori luogo.

"Già, ci siamo fidanzati" Elly guardò Albus, che annuì.

"Sono felice per..." Un rumore improvviso fece irrigidire i tre dalla paura, che voltarono di scatto la testa verso le scale a chiocciola che portavano nel dormitorio di Albus.

"Ma cosa?!" Albus si alzò, e in quel mentre udirono altri rumori, come se qualcuno stesse mettendo in soqquadro la stanza. Rose ed Elly si alzarono, guardando la porta di quercia del dormitorio.

"Non dovrebbe esserci nessuno! Sono tutti giù al banchetto serale!"

"E peraltro ho visto Scorpius, Fred II e quell'altro tuo amico che andavano giù" Elly ragionò, fissando con paura la porta.

Un'altra sequenza di rumori padroneggiò sul silenzio.

"Fuori le bacchette, dietro di me" Albus, lentamente, si avvicinò alle scale a chiocciola, il cuore in gola. Chi o cosa c'era lì sopra? E perché faceva tutto quel rumore?

Elly e Rose presero saldamente le bacchette, concentrate e gli occhi fissi sulla porta di quercia del dormitorio. Albus cominciava a sudare, chiedendosi ripetutamente cosa ci fosse dentro la sua stanza. Un vago pensiero lo invase per alcuni istanti, ma era impossibile.

I suoi passi erano geometricamente misurati. Si passò una mano nei capelli, sperando che fosse solamente una creatura mingherlina, magari Folletti della Cornovaglia scappati da chissà dove.

Poi il rumore cessò, improvvisamente, come se colui o colei avesse avvertito la presenza dei tre dietro la porta. Rose ed Elly avevano la bacchetta stretta in pungo.

Albus, con una lentezza incredibile ed inquietante che fece sussultare Elly, girò la maniglia della porta, chiudendo per due secondi gli occhi. Quando li riaprì la porta era del tutto spalancata: lenzuola e piumoni sparsi a terra, cuscini strappati, piume di oca che svolazzavano dappertutto, i mobili aperti e messi in disordine.

Albus guardò sconcertato per alcuni istanti tutto il disordine creato da chissà chi.

Elly e Rose fecero un passo avanti per entrare dentro la stanza.

"No, aspettate! Devo controllare se c'è qualcuno... Homenum Revelio!" Sospirò profondamente. "Sì... C'è qualcuno" Alzò la bacchetta ancora di più, e si guardò intorno, le gambe che tremavano.

"Sei di questa stanza?" Disse Albus sperando che qualcuno dicesse di sì. Nessuno rispose, e si sentì tremendamente stupido.

Camminando lentamente, quasi strisciando, si avvicinò ad un mobile alla sua destra che era chiuso. Lo aprì con un incantesimo. L'anta si mosse leggermente, scricchiolando. Il cuore gli batteva fortissimo, credeva che avesse raggiunto la gola. L'anta si aprì del tutto. Nessuno. Si girò, guardò velocemente sotto ai letti e poi in un'altro armadio.

"Devi essere qui, per forza. Esci fuori" Disse tremando mentre coraggio e paura lo divoravano.

Sentì un piccolo, sinistro e fastidioso rumore alle sue spalle, dietro una tenda.

Ci si incamminò, concentrato, le gocce di sudore che gli rigavano il viso, la bacchetta puntata sulla tenda rossastra da cui proveniva quel rumore.

Era ad un metro... mezzo metro... Allungò la mano, e, pronto a lanciare qualche incantesimo, tirò la tenda tutta a sinistra, e non vide altro che la finestra. Chiuse gli occhi per qualche secondo. Guardò Rose, poi Elly. E improvvisamente, come un ululato di vento, Rose, che si trovava sulla soglia della porta, si sentì spingere da qualcosa, da qualcosa di invisibile. Il pensiero che qualcosa di trasparente la stesse toccando la fece spostare di scatto.

"Homenum Revelio!... Niente... Ora non c'è nessuno. Credo che..."

"Colui che ha messo in soqquadro questa stanza mi è appena passato davanti, e in aggiunta era... invisibile!" Lo interruppe Rose.

"Invisibile... Invisibile..." E come un bolide colpiva una testa distratta, Albus si girò di scatto, chinandosi sul suo baule, che era aperto.

Spalancò gli occhi. Non poteva crederci. Si mise a cercare per tutta la stanza. Ci impiegò ben cinque minuti. Correva, come se qualcuno lo stesse inseguendo. Controllò sotto le coperte, sotto i letti, negli armadi, e fece pi disordine di quando lo si poteva notare prima. Poi si alzò, nervosissimo, mettendosi le mani nei capelli.

"Albus! Cosa c'è? C-cosa stai cercando?" Chiese preoccupata Elly.

"Quella persona, o q-qualunque cosa fosse era invisibile... e sapete il perché?"

Rose spalancò la bocca, mentre posava gli occhi sul baule di Albus, dove di certo mancava qualcosa.

(PROSSIMO CAPITOLO: CONFUSE IPOTESI)

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