L'incontro ravvicinato
Albus, che credeva di essere finito, si scansò di scatto, deviando la Maledizione: sembrava aver volato. In effetti era rimasto fermo, ma qualcosa lo aveva scansato, come un ululato di vento fortissimo. Si ritrovò in ginocchio, e non seppe come. Guardò i suoi piedi, dove fluttuava una nebbiolina argentea simile a quella di un patrono. Le sue gambe sembravano sciolte. Ma dov'era? Come era arrivato lì? Ricordava di aver aperto il rubinetto del bagno e poi... "Una Passaporta" Sussurrò con un fil di voce mentre sentiva le tempie esplodere. Quel luogo non faceva assolutamente parte del castello di Hogwarts, pensò sicuro.
"Sapevo che non saresti morto subito" Una voce rauca, sinistra e pesante gli fece girare la testa di scatto, e riconobbe subito la figura che stava avanzando di nuovo verso di lui, il cappuccio che gli copriva il viso che tanto non si sarebbe visto lo stesso, vista l'oscurità che regnava in quel salotto. Ma la luce della luna piena illuminava una piccola parte della stanza, ed aguzzando gli occhi nell'oscurità, poté vedere un lungo tavolo circondato da una ventina di sedie.
"Avrei dovuto aspettarmelo, sei un Potter" L'uomo era ad un metro da Al. Non aveva forze, non riusciva ad alzarsi. Fece scorrere lentamente la mano monca verso la tasca del jeans: la bacchetta non c'era.
"Sai, sei un ragazzo molto intelligente, anche un po' fortunato, se vogliamo dirla tutta" Ormai la gamba dell'uomo toccava la spalla di Al, che non riusciva a capire niente. Era terrorizzato: non sapeva dove si trovava, non aveva la bacchetta ed era solo con il criminale più ricercato della comunità magica inglese.
"Dove sono?" Trovò il coraggio di parlargli.
"Oh, allora sai parlare. Sei in un posto dove... non può trovarti nessuno"
"Perché sono qui?" Domandò ancora mentre cercava di alzarsi in piedi.
"Stai giù! Non osare ad alzarti! Tutti devono sapere come Albus Severus Potter è morto implorando la salvezza a me, l'uomo più forte" Gli mise il piede sulla schiena e spinse giù con violenza. Al sbatté di nuovo la faccia contro il pavimento duro e gelido.
"Tu non sei forte! Sei solo un mago con la Bacchetta di Sambuco che va in giro a spaventare la gente!" Era sdraiato a pancia in giù, con il ladro a pochi centimentri da lui. Albus suppose che lo stesse guardando, e per questo girò la testa, cercando di catturare il suo sguardo.
"Guardami negli occhi e fammi vedere chi sei" Disse Albus.
"Non è il momento" L'uomo prese per le braccia Al e lo legò strettamente con funi apparse dal nulla, assicurandolo da capo a piedi al muro vicino al camino acceso.
Albus pensò alla visione che aveva fatto pochi minuti prima in Sala Comune: era un fatto futuro che si stava per avverare?
"Sei stato tu! Sei stato tu a farmi vedere quelle cose" Disse Albus con voce molto più decisa mentre l'uomo controllava che le funi fossero ben strette.
"Ma certo. Ricordati che io e te abbiamo un legame mentale" La voce del ladro penetrava nei timpani di Albus come delle spade affilatissime. Una volta sicuro che il ragazzo fosse legato così bene da non potersi muovere di un centimetro, il ladro fece un passo indietro.
"Sai cos' questa?!" Fece scorrere la bacchetta su tutto il volto di Al.
"S-sì" Sibil gelido.
"Non ho sentito"
"Sì!"
"Tre anni, tre lunghi anni ci ho messo per escogitare il mio piano. Ho rubato la bacchetta in quell'agosto, mentre voi vi preparavate per andare ad Hogwarts. L'aiuto della professoressa Umbridge è stato quasi inutile, le avevo detto di farti smistare in Serpeverde..."
"Sei stato tu! Tu volevi farmi smistare lì!"
"...e quel Neville Longbottom durante lo Smistamento ha rimesso a posto il Cappello Parlante. Per questo l'ho fatto uccidere. L'ho controllato usando l'Imperio. Non si sarebbe mai buttato per salvare la professoressa McGonagall"
Albus non aveva parole: rimase lì immobile, come una pietra.
"La professoressa Umbridge era sotto la Maledizione Imperius durante tutto il periodo ad Hogwarts. Ho potuto controllarla mentre usava la Legilimanzia su di te, e mentre ha ucciso Neville. Io mi trovavo lì, sai, quando lo ha ucciso? Poi tu l'hai rincorsa... ha fatto male quel Sine Ossa, vero? Una notte senza ossa nel braccio eh, doloroso... e mentre vedevo gli Auror con Kingsley portarla via ho pensato 'Cavolo, sarebbe stata un'ottima serva' "
Albus non poteva crederci.
"E poi Hogsmeade... Ho fatto torturare Roxanne da degli Auror sempre sotto la Maledizione Imperius. Urlava e urlava... Poi ho infiammato il villaggio e ho lottato contro di voi. Quel Ronald Weasley... mi ha lanciato non so quale Maledizione... sono rimasto malato per due anni. Ogni tanto andavo su per le montagne intorno al castello. E poi la Corsa dello Zoppo, che emozionante! Ho visto che rincorrevi quel sudiciume di Elliot Flynn morto..."
Albus si stava dimenando con tutta la sua forza, ma non riusciva a liberarsi dalle funi che lo imprigionavano.
"Crucio!"
"Aaaaaaaaaaaaahhhh" Il dolore era insopportabile, e peraltro non poteva dimenarsi. Era intrappolato, prigioniero, destinato a chissà quale fine orribile.
"Fa male, vero?" E rise. La sua risata era intrisa di malvagio piacere.
"Torturi un r-ragazzo di quattordici anni senza bacchetta eh... S-sei coraggioso" Albus allungò le labbra in un sorriso.
L'uomo fece uno scatto nella sua direzione e gli prese i capelli; glieli tirò all'indietro, così anche la testa.
Albus sentì un rumore metallico, poi un dolore straziante sul collo. Si mosse, cercando di fermare qualunque cosa stesse facendo l'uomo.
"Stai fermo! Non costringermi a usare la Maledizione delle Pastoie Total-Body"
"S-stai usando un coltello?" Chiese Albus facendo uno sforzo enorme. "Arma rozza"
L'uomo finì quello che stava facendo sul collo di Albus con il coltello e lo buttò a terra con una violenza pazzesca, poi sparì. Albus abbassò la testa, e quasi non vomitò per il dolore che le ferite del coltello gli avevano procurato. Gocciolava sangue, troppo sangue.
"Tieni. Guardati allo specchio. Lumos" L'uomo porse un pezzo di vetro ad Al mentre con la bacchetta illuminava il suo collo. Albus guardò le ferite, che erano parole.
FECCIA
"C-cosa mi hai fatto? COSA MI HAI FATTO!!?" Sbraitò urlando Albus. Stava per vomitare, e il suo corpo stava per collassare: non ce la faceva piùSe solo avesse avuto la bacchetta.
"Crucio!" Albus urlò di nuovo, più forte che mai: non aveva mai provato un dolore simile, nemmeno quando il Doxy gli morse il braccio e il fuoco dell'Ironbelly Ucraino gli fece scomparire l'indice della mano.
"Vuoi vedere una cosa?" Chiese il ladro.
Albus non rispose.
"Vuoi vedere una cosa?"
Non riusciva a parlare.
"CRUCIO... Ho detto... CRUCIO... vuoi... CRUCIO... vedere... CRUCIO... una cosa?"
Era un dolore al di là di quanto Albus avesse mai provato. Perfino le ossa erano in fiamme; la testa stava per spaccarsi; gli occhi gli roteavano folli nella testa; voleva che finisse... che si spegnesse... voleva morire.
"SÌ! FAMMI VEDERE QUESTA CAVOLO DI COSA, PER MERLINO MALEDETTO!" Sbraitò di nuovo Al.
"Bravo Albus, così mi piaci" E sparì di nuovo. L'oscurità regnava su tutto. Girò la testa a sinistra, dove c'era il camino, poi a destra, dove c'erano tre enormi finestre che davano su dei lunghi prati, e davanti a lui il buio più totale. Guardò a terra, dove vide un bastoncino di legno... "La mia bacchetta!" Se solo avesse potuto prenderla...
L'uomo tornò. Albus voleva tanto scoprire chi si svelasse dietro quel cappuccio.
"Lo vedi questo?" Chiese.
"Il mio Mantello dell'Invisibilità! Sei stato tu! Come osi..."
"Crucio!" Le sue ossa stavano per disintegrarsi.
"Sì, sono stato io. L'ho rubato io. E sai perché?" Mise la Bacchetta di Sambuco sopra il Mantello. "Che bell'immagine... due Doni della Morte... io diventerò il Padrone della Morte, sarò invincibile. La mia forza non avrà eguali, il mio potere sovrasterà tutto e tutti, perfino la morte mi temerà"
"Non troverai mai la Pietra" Albus tremava, e le funi che lo legavano gli stavano solcando la pelle.
"Quel mezzosangue di tuo padre..."
Improvvisamente, Albus sentì il corpo sciogliersi, come acqua. Poi diventò vapore, un vapore argenteo, lo stesso colore di un Patronus. Si liberò dalle funi e volò, volò come fumo. Non aveva tempo per meravigliarsi: prese la bacchetta da terra e, con una velocità incredibile, la puntò contro il ladro. Sembrava aver recuperato le forze.
"C-cosa?" Il ladro era stupefatto, la sua voce meravigliata.
"Exscindo!" Albus doveva fargliela pagare. Il sangue gocciolava ancora dal collo e il corpo era pieno di lividi.
"Protego" L'abilità dell'uomo era pazzesca: muoveva le braccia così velocemente che sembravano stassero ferme.
"E poi... " Mostrò la bacchetta ad Al, che era a circa dieci metri di distanza.
"Devo impossessarmene del tutto. Devo uccidere tuo padre, e lo farò. Come farò con te tra poco"
"Sai, è la bacchetta che sceglie il mago, forse questo particolare ti sfuggito. Bombarda Maxima!" Un'esplosione fece staccare il lampadario dal soffitto. Il ladro si scansò appena per deviarlo.
"AVADA KEDAVRA!" Sembrava una scena al rallentatore: la morte stava per avvicinarsi ad Al, mentre lui la guardava terrorizzato; si buttò a terra, e sentì la Maledizione passargli accanto alle gambe ed infrangersi contro una parete.
"Expelliarmus!"
"Avada Kedavra!"
Un fiotto di luce verde sgorgò dalla bacchetta del ladro mentre un fiotto di luce rossa esplodeva da quella di Albus: s'incontravano a mezz'aria, ed Albus poteva avvertire l'energia sprigionata dalle due bacchette. La mano di Al prese a tremare, come se percorsa da una corrente elettrica, e, seguendo il raggio verde-rosso con sguardo attonito, vide che anche le mani giallognole del ladro tremavano. Il salotto sembrava non volersi illuminare anche se sommerso da tutti quei colori.
Albus fece un movimento brusco con la mano verso l'alto, e il lungo raggio colorato andò a scagliarsi contro il soffitto, che crollò tutto.
Un pezzo di cemento grande quanto un'automobile babbana andò a infrangersi su di Albus, che cadde a terra stordito. La bacchetta gli scivolò di mano. Si sentì soffocare da tutta quella polvere che stava aspirando. Era sdraiato a terra, con la pancia rivolta al soffitto. Poi sentì un piede calpestargli la mano monca, e sentì un dolore atroce.
"Guarda cos'hai combinato alla mia dimora..."
Albus gli sputò, fregandosene delle conseguenze.
"T-tu o-o-osi..."
"S, io oso"
"AVADA KEDAV..."
Di colpo, l'uomo col cappuccio fece un salto di diversi metri, come spinto da qualcuno con violenza. E in effetti qualcuno lo aveva spinto. Sentì un ululato che lo fece irrigidire, e poi sentì vari morsi. Non poteva essere quello che stava pensando...
Preso dal panico più totale, cercò la bacchetta in mezzo alle macerie, mentre un Lupo Mannaro attaccava violentemente l'uomo incappucciato. Chi era?
Albus stava cercando disperato la sua bacchetta. La luna piena ora illuminava del tutto il salotto, ed Al riconobbe il lupo. Non poteva essere lui, era assolutamente impossibile, come ci era arrivato lì? C'era un'altra Passaporta? Nella mente aveva una confusione pazzesca.
"Albus!" Qualcuno lo stava chiamando, e riconobbe immediatamente la voce. Si sentì un po' sollevato.
"SCORPIUS?! Cosa..."
"Elly ti aveva seguito! Poi è corsa a chiedere aiuto! Trova la bacchetta!" Malfoy aveva il fiatone e guardava preoccupato il ladro che combatteva contro il Lupo Mannaro.
"Ma una Passaporta può fare solamente un viaggio!" Continuava a spostare pezzi di cemento ovunque.
"Non c'è tempo per le spiegazioni! Dài, ti aiuto"
E improvvisamente uno zampillo di luce blu sfiorò loro gli occhi.
Albus si girò, e vide il ladro avanzare verso di loro, la bacchetta in mano.
"Oh, miseriaccia!" Scorpius prese la bacchetta "Sine ossa!"
"Protego!" Era a cinque metri dai due.
"Impedimenta!"
Boom. Una parete alla loro sinistra esplose.
"Scorp, dimmi una cosa, ma quello è Connor?"
"Expelliarmus! Sì... Ma non mi sembra il caso che faccia domande"
"Avada Kedavra!"
"Giù!" Scorpius placcò Albus. Andarono a finire in mezzo alle macerie. Al aveva la testa praticamente spaccata. Le ferite sotto il collo si stavano coprendo di polvere e il sudore gli appiccicava i capelli alla fronte.
Un altro ululato e l'uomo finì schiantato contro il camino.
"Scorpius, dobbiamo Smaterializzarci" La voce di Connor era simile a quella del ladro. Si reggeva a due zampe, e i suoi denti erano macchiati di sangue. Era più alto di quanto Al si aspettasse. Il suo pelo grigio era liscio e i suoi muscoli incredibilmente gonfi. E da quanto Connor e Scorpius erano amici? O erano solamente i primi due che aveva visto Elly per chiedere aiuto?
"Sbrigatevi a cercare la bacchetta, io penso a lui" E quando si girò fu colpito in pieno da una scia rossastra. Il suo corpo si schiantò contro le macerie con un tonfo assordante.
"Avada Kedavra!" L'uomo urlò con tutta la sua potenza.
"Stupeficium!" Il movimento della mano di Scorpius fece meravigliare Albus. Due fiotti di luce verde e rossa si unirono, mentre Albus cercava la bacchetta. Scorpius si stava sforzando tantissimo, e lo si poteva notare dal viso, rosso e sudato. Il suo corpo era in posizione obliqua, e questo fece pensare ad Al che l'energia sprigionata dai due era moltissima.
"Scorpius, Albus, al mio tre!" Il mezzo Lupo Mannaro fece di nuovo la sua comparsa, gli occhi puntati sul ladro.
"Lascia la presa al mio due Scorpius!" Disse ancora. Albus non aveva ancora trovato la sua bacchetta: non poteva andarsene senza di essa. Il ladro e Malfoy continuavano ancora a sprigionare luce ed energia dalle loro bacchette, velocissimi.
"UNO..." Cominciò Connor. Albus era terrorizzato e sentiva l'ansia divorarlo da capo a piedi.
"DUE..." Scorpius alzò la mano verso il soffitto e con lui anche il raggio verde-rosso, che si andò a infrangere su una parete alla loro destra. Malfoy prese la mano di Connor. Albus non aveva ancora preso la bacchetta.
"AVADA KEDAVRA!" L'uomo scagliò la Maledizione Mortale contro Albus, che finalmente trovò la bacchetta. Si accasciò a terra, deviò il lampo verdastro e afferrò la mano di Connor, che girò sul posto per Smaterializzarsi. Mentre vorticavano nel buio, Al ebbe un'ultima visione del salotto: i centinaia pezzi di cemento infranti sul pavimento, il camino acceso che non emanava luce, il ladro che prendeva qualcosa da terra e poi vide una macchia d'argento in volo, il coltello dell'uomo che sfrecciava per la stanza verso il punto in cui si stavano Smaterializzando...
Saparirono nell'ignoto, mentre un vortice di colori oscuri inghiottiva i tre...
***
(PROSSIMO CAPITOLO: TUTTO IN UN'ORA)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top