Il piano di Dumbledore
"C-cosa?" Era impossibile. Assoultamente impossibile. Il suo volto si chiazzò di un rosso intenso, e anche quello di Rose e Scorpius. La sua mano stava tremando incontrollabilmente. Il suo corpo era prigioniero di una sensazione indescrivibile e il suo cuore sembrava esplodere.
Fissò per lunghi istanti la Pietra della Resurrezione, e quei momenti avrebbero potuto essere ore, giorni, mesi...
Nessuno parlò per un giro d'orologio, lasciando padroneggiare il battito del cuore che sembrava un cavallo.
"N-non può essere..." Scosse la testa, incapace di aggiungere alcunché.
"Ma è impossibile! La Pietra ce l'ha la McGonagall, e quel pacchetto Harry te l'ha dato dopo le vacanze di Natale... La McGonagall la deve nascondere, questo vuol dire che ce l'ha lei ora, ed è impossibile che sia lì dentro..."
Albus sembrava troppo scosso per ragionare.
"Hai ragione! E poi... come faceva tuo padre ad averla? E perché l'ha data a te? Hagrid aveva detto che si trovava ad Hogwarts, no?" Aggiunse Scorpius parlando così velocemente che Al capì a stento.
"Infatti! Forse la teneva lui nascosta, e ha deciso di dartela. Forse la McGonagall sa del pacchetto, e anche Hagrid, ecco perché ti ha detto che è ad Hogwarts... proprio perché si trova in quel pacco"
"Non-ci-sto-capendo-un-bel-niente" Disse Albus a denti stretti. "Dobbiamo andare dalla McGonagall" Si alzò e, senza dire una parola, oltrepassò il ritratto della Signora Grassa. Udì qualcosa come "Inseguiamolo" e poi spuntarono Rose e Scorpius dietro di lui, come se si fossero Materializzati. Scesero una decina di scalinate, in silenzio.
Albus era troppo confuso per dar retta a Louis e James che lo chiamavano dicendogli di accompagnarli sotto il Platano Picchiatore, dove dicevano che c'era un passaggio segreto che avrebbe portato diretto ad Hogsmeade.
I tre cominciarono ad affrettare il passo, poi voltarono a destra e percorsero un lungo corridoio.
Al sentiva la Pietra nella tasca rimbalzare da una parte all'altra, come un piccolo e semplice giocattolo.
Mille punti interrogativi galleggiavano nella sua testa già occupata da pensieri passati.
"Ma dove è finito... Professor Dumbledore! Professor Dumbledore! Si nasconde là dietro? Ma dove... Oh, ragazzi, non sono dell'umore adatto per ricevere visite" Disse la McGonagall mentre camminava a passi svelti davanti il quadro di Albus Dumbledore, che si trovava esattamente dietro la sua enorme scrivania di legno.
Albus, che si stava chiedendo cosa stesse facendo, oltrepassò la soglia della porta, fregandosene di aver appena ignorato la preside di Hogwarts, e tirò fuori dalla tasca la Pietra. La alzò e la mise sotto la fioca luce di una candela lì vicino, mostrandola chiaramente alla McGonagall.
"MI VENISSE UN COLPO!" La preside si mise una mano sul petto e avanzò verso i tre, gli occhi fuori dalle orbite. Era sconcertata.
"Dove l'avete presa? Quando? Perché ce l'avete voi?" Domandò velocemente.
"Professoressa... Noi non abbiamo fatto un bel niente. Mio padre mi ha m-mandato questo pacchetto alla fine delle vacanze natalizie e... l'ho aperto oggi e..."
"... ed ha trovato questa dentro" Concluse Rose a denti stretti. Sembravano aver paura di finire in un bel pasticico, anche se sapevano che non avevano fatto nulla di grave.
"Merlino bollito..." Girò la testa di scatto e avanzò velocemente verso un gran mobile di ciliegio. Allungò la mano verso il Cappello Parlante, ma all'ultimo istante girò a sinistra, verso quello che sembrava un piccolo baule d'oro. Lo prese e lo mise su una sedia lì accanto. Poi lo aprì borbottando qualche strano incantesimo e ne mostrò il contenuto: niente.
"Questo è impossibile..." Sibilò con un fil di voce.
"Professoressa... La pietra si trovava lì dentro?" Domandò Scorpius preoccupato.
"Sì, signor Malfoy. La Pietra della Resurrezione si trovava in questo baule d'oro da ben ventitré anni, sotto gli occhi di tutti i ex presidi di questa scuola" E guardò furtiva i quadri appesi per le pareti. "La Pietra è stata ritrovata un mese dopo la Battaglia di Hogwarts..."
"Sì, lo sappiamo" La interruppe Rose assumendo un'aria da sapientona, ma cercando di non aggiungere alcunché; di certo non potevano dire che lo avevano scoperto da Hagrid: sarebbe passato nei guai, e loro tre non lo volevano affatto.
"Non mi meraviglio... Per delle menti come le vostre non sapere una cosa è peccato" Levò la bacchetta a mezz'aria e lanciò un bellissimo gatto soriano argentato oltre la vetrata dell'ufficio.
"Mi spieghi una cosa professoressa. Mio padre mi ha dato il pacchetto a Gennaio... quindi la Pietra si trovava lì dentro da Gennaio... e tutto questo tempo, lei non si è accorta che dentro quel baule mancava?"
"Questo è il punto, Albus. Ieri sera ho aperto il baule e la Pietra si trovava al suo interno, intatta. Questa cosa è... inspiegabile"
Albus spalancò gli occhi. Come poteva essere vero? Due Pietre della Resurrezione in due posti diversi? Esisteva una copia?
"Mi sta dicendo che esistono due Pietre... o la Pietra si è Materializzata nel mio pacchetto nell'arco delle passate ventiquattro ore?" Disse ragionando.
"Una copia? Impossibile. Che si sia Materializzata da sola no... Ma che qualcuno ce l'abbia messa... sì"
Un'altra volta? Chi avrebbe potuto prendere un Dono della Morte dall'ufficio della preside di Hogwarts e riporlo dentro un semplice pacchettino dentro un cassetto di un dormitorio?
"Stesso discorso del Mantello e della Pass..."
"Emh emh. Del M-a-n-t-e-l-l-o" Albus corresse Scorpius, che stava dicendo la parola 'Passaporta'. Nessuno sapeva del rubinetto tranne Connor, Rose, Scorpius, Albus ed Elly, e l'ultima persona che avrebbe dovuo saperlo sarebbe stata proprio la McGonagall.
"Sì... del Mantello. Stavo dicendo... stesso discorso... deve essere stato per forza un Grifondoro. Nessun'altro sa le parole d'ordine del giorno" Concluse Malfoy rosso in viso.
"Gli Auror hanno controllato, come sapete. Non c'è nessuna spia o qualcuno che vuole farti uno scherzo, Albus" Disse chiudendo gli occhi la McGonagall.
"Ma qualcuno deve essere! Insomma, non è che un Mantello dell'Invisibilità si Smaterializza da solo..." Mentì Albus: ovviamente la McGonagall non sapeva dello scontro col ladro nel salotto "...e una Pietra della Resurrezione si Materializza all'interno di un maledetto pacche..."
Crac!
I quattro si girarono improvvisamente verso la finestra che dava sul Lago Nero, dove si era appena Materializzato un uomo alto che portava dei grandi occhiali tondi e aveva sulla fronte quella che sembrava una cicatrice a forma di saetta.
"Papà!" Albus si alzò e gli andò incontro. Lo abbracciò, e per Al non ci fu cosa migliore di stare con suo padre. Con lui si sentiva sempre al sicuro. Ma cosa ci faceva lì? E veramente si era Materializzato nell'ufficio della McGonagall? Harry sembrava avere un'aria stanca, e lo si poteva notare dalle borse sotto gli occhi. Albus pensò che non avesse dormito per giorni.
"Stai bene... sono contento" E baciò il figlio sulla fronte. Harry era abbastanza nervoso anche dal fatto che a Natale Al aveva preferito rimanere ad Hogwarts, invece di tornare a Londra dalla sua famiglia. E poi, dopo tutto il trambusto della Corsa, Harry voleva sicuramente passare un po' di tempo con suo figlio, visto che stava per morire in quel dannatissimo e lunghissimo volo.
"Minerva, ho ricevuto il tuo Patronus, mi stavo occupando del caso di Weddy Monsie"
"Qualcosa non va con Weddy?"
"No, è che si trova accanto alla cella di Dolores Umbridge e... va be', poi ti spiegherò tutto" Albus abbassò lo sguardo: la Umbridge non meritava affatto di stare rinchiusa dentro Azkaban per colpa del ladro.
"Allora, cos'è questa storia?" Disse assumendo un tono professionale.
"Albus ha trovato la Pietra della Resurrezione dentro il pacchetto che lui dice che tu gli hai mandato a Gennaio"
"Impossibile... Ci avevo messo un Dorcomanco" Disse diretto e gelido. "Avete saputo della Pietra allora..." Continuò rivolgendosi al trio.
"Un Dorcomanco?" Chiese confuso Al. Non aveva mai sentito una parola del genere.
"Liquido velocitizzante per scope altamente professionali" Spiegò velocemente "Fammi vedere il pacchetto, Al" Prese una sedia e si mise seduto. Al gli diede la scatolina bianca avvolta da due laccetti marroncini.
"Chiunque abbia scambiato la scatola, si è dimenticato di comprarla da Tiri Vispi Weasley" Disse.
"Cosa?" Dissero all'unisono Al, Rose, Scorpius, e perfino la McGonagall.
"Il pacchetto lo avevo comprato dal negozio di George, e aveva su incisa una piccola scritta a mano, chiaramente leggibile. Questo invece, non ha nessuna scritta. Questo vuol dire che, come ho detto prima, la scatola è stata scambiata, e non so perché qualcuno abbia scambiato un pacchetto contenente un Dono della Morte con un pacchetto contenente un Dorcomanco che un padre ha dato come regalo di Natale a suo figlio"
Quindi le scatole erano state scambiate. Qualcuno aveva rubato la Pietra che si trovava nel baule d'oro e l'aveva messa in un qualsiasi pacchetto bianco simile a quello che aveva Albus, per poi scambiarlo con quello vero contenente un Dorcomanco. Ma il punto era che avrebbe potuto essere solamente un Grifondoro, come il discorso del Mantello. Ma chi? Solamente in pochi sapevano che Harry aveva dato un pacchettino ad Al. La notte del furto del Mantello gli Auror avevano interrogato tutti i Grifondoro sotto effetto del Veritaserum, e nessuno aveva confessato. Ma la storia della Pietra c'entrava col ladro?
"Se si trattasse ancora del ladro?" Chiese Scorpius ansante.
"Be', ragiona. Perché mai rubare la Pietra e metterla dentro un pacchettino se il ladro vuole solamente rubarla?" S'intromise Rose.
"Giusto..." Dissero all'unisono Harry ed Albus, arrendendosi alla semplice intelligenza della Weasley.
"E se volesse che la gente pensi che tu sia il ladro?" Disse improvvisamente Rose di nuovo.
Albus rifletté alcuni secondi, ripetendo a mente la domanda di Rose per circa tre volte.
Anche la McGonagall ed Harry rifletterono, abbassando il capo ed aggrottando le sopracciglia.
"Vuoi dire che... se la gente verrebbe a sapere che ho la Pietra mi scambierebbe per il ladro?"
"Ma è impossibile, perchè farlo? Non lo penserebbero mai! Il ladro vuole la Pietra e sta cercando di rubarla! Se io fossi il ladro, non mi metterei a sprecare tempo con giochetti del genere" Disse Scorpius convinto.
"Infatti" Approvò Albus mentre fissava il quadro di Severus Snape. Il suoi occhi neri, che sembravano due lunghi tunnel oscuri, fissavano un angolo della stanza.
"E se fosse stato qualcuno che vuole che la Pietra ce l'abbia Albus, ma non per dimostrare alla gente che lui sia il ladro, ma perché pensa che nelle mani di Al sia al sicuro?" Rose ragionò di nuovo. Ma non finiva mai di fare ipotesi?
"La Pietra della Resurrezione al sicuro nelle mani di Albus? E chi mai lo penserebbe?" Scorpius allungò un angolo della bocca in un innocente sorriso.
"Io" Disse una voce gelida alle loro spalle.
Alla professoressa McGonagall le bastò muovere gli occhi di qualche centimetro. Al, Rose e Scorpius invece si girarono di scatto, chiedendosi a chi appertenesse quella voce, anche se ad Al sembrava familiare. Harry girò leggermente la testa, ansante.
Un uomo molto anziano stava in piedi davanti alla porta di quercia dell'ufficio. Era alto e magro, e aveva la barba e i capelli talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura. Indossava una tunica e un mantello color grigio spettrale. Aveva degli occhiali e mezzaluna, che coprivano due bellissimi occhi azzuro chiaro, appoggiati su un naso lungo e ricurvo. Il suo corpo però pareva trasparente, ed era grigio, sembrava un fantasma, o forse lo era davvero.
"P-professor Dumbledore?" Sibilò la McGonagall.
"Oh, cara Minerva, vedo che state discutendo riguardo la Pietra" Disse lui tranquillamente.
Al era rimasto paralizzato. Rose aveva la bocca aperta e Scorpius cercava di capire se fosse tutto un sogno o no, mentre Harry non aveva mosso sopracciglio, ma il suo volto dava l'impressione che stesse pensando a qualcosa, a qualcosa di profondo, forse troppo profondo.
L'ex preside di Hogwarts avanzò verso la cattedra, fluttuando nell'aria, e proprio in quel momento Al si accorse che i piedi dell'uomo non toccavano a terra: era decisamente un fantasma. Da quel che sapeva Al, Dumbledore era solamente un quadro, e non un fantasma.
"P-Professore... La stavo cercando da più di mezz'ora nel quadro..."
"Oh, Minerva, mi sono stancato di quel rettangolo, che voi definite 'quadro'. Sono uscito per immeggermi nei posti dove sono cresciuto, qui ad Hogwarts. Be', il passaggio segreto del sottoscala quarantadue del secondo piano non è mica male. Oh, Hogwarts..."
"Mi ha fatto prendere uno spavento... non la trovavo più" Disse la McGonagall scrutando il corpo dell'uomo, che era quasi trasparente. "Ma come diavolo ha fatto a diventare... così?"
"Me lo ricordavo più piccolo quest'ufficio, alquanto... sgombro" Dumbledore ignorò la domanda della professoressa e sorrise mentre spostava lo sguardo su Albus.
"Professore, stavamo parlando..."Continuò la preside.
"Sì, della Pietra. Mi è molto utile dirvi che sono stato io a scambiare il pacchetto, affinché la Pietra si trovasse nelle mani giuste" E guardò furtivamente Al. Poi spostò lo sguardo su Harry, e un lungo sorriso gli si stampò in volto. Rose e Scorpius stavano ancora a bocca aperta.
"Professor Dumbledore..." Harry lo fissò per alcuni istanti. Harry aveva visto Dumbledore negli ultimi ventitré anni solamente nel quadro di quell'ufficio. I suoi occhi erano paralizzati. Aveva tantissime domande da fargli, come una volta. Sembrava ancora quel ragazzino di diciassette anni in cerca di risposte che non avrebbe mai trovato da solo. Il suo corpo sembrava sciogliersi, e sentiva una strana sensazione, come se l'uomo che gli stava davanti fosse colui che gli avrebbe risolto la vita, ma che intanto aveva risolto dilemmi dalla quale lui, Ron ed Hermione, non sarebbero mai scappati.
'Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?' Chiuse gli occhi pensando a quei momenti.
"Harry Potter" Sorrise.
"Quindi...è stato lei a scambiare il pacco?" Chiese con un fil di voce. Il suo viso lo ingannava: sembrava pensare a tutt'altro.
"Oh, sì, sono stato io. Se non saresti venuto quì, Albus, sarei venuto io" Confessò di nuovo diverito.
"Ma perché mai avrebbe dovuto farlo?" Chiese Albus mentre poggiava la Pietra sulla scrivania della preside.
"Perché, come tutti ben sappiamo, il ladro la sta cercando, e non la Gringott, e non l'Egitto, sono il posto dove deve essere custodita. Solo tu, hai la forza di possederla, Albus. Diciamo che il ladro un po' di timore nei tuoi confonti ce l'ha" E gli strizzò l'occhio. Albus pensò subito che forse lui sapeva che aveva combattuto con il ladro nel salotto: ma come, se era solamente un quadro?
L'ex preside di Hogwarts mosse le labbra leggermente, ed Al lesse il labbiale in quello che avrebbe potuto sembrare ad un 'io so tutto'.
"Professore... Cosa sta dicendo? Il ladro teme Albus Potter?" Chiese la McGonagall agrottando le sopracciglia così tanto che Al pensò che si stesse sforzando per farlo.
"Cose oscure accadono ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Nel tempo tutto accade, e tutto non accade nel tempo, se lo si può maneggiare. In questi ultimi mesi, e soprattutto dopo la Corsa dello Zoppo, credo che Albus abbia imparato cos'è la vera paura, che non hanno provato tutti. Credo che abbia passato esperienze, che non nomino, davvero degne di un mago potentissimo. Ho un piano, un piano che può far vincere il bene, e non il male, parlando del ladro" Avanzò verso la cattedra di legno e con un leggero movimento della mano rivolta verso la Pietra, la fece levitare. Il Dono galleggiò a mezz'aria per alcuni secondi, mentre Harry, la McGongall, Albus, Rose e Scorpius la fissavano con gli occhi ridotti a piccole fessure.
"Albus, ti prego di poggiare la tua bacchetta sulla scrivania" Disse dolcemente.
Al, un po' esitante, sfilò la bacchetta dalla tasca del jeans e la poggiò sul piano di legno.
"Ebano e piume di fenice, strabiliante"
Harry stava fissando la scena attentamente più di chiunque altro in quella stanza.
Dumbledore allungò la mano sinistra, tesa. Poi la girò, cossicché il polpastrello sfiorasse la bacchetta. Poi sfiorò con l'altra la Pietra, e accadde tutto in qualche millesimo di secondo: con un rapidissimo movimento di entrambe le mani, Dumbledore aveva unito la bacchetta di Albus con la Pietra della Resurrezione.
Albus fissò la bacchetta, aspettandosi di vedere qualcos'altro. Rose, invece, si guardava intorno confusa.
"Ho appena messo la Pietra al centro della tua bacchetta, Albus. Se mai qualcuno dovrà rubarla, dovrà spezzare la tua bacchetta" Spiegò Dumbledore mentre fissava il bastoncino di legno, concentrato.
La McGonagall guardava la bacchetta con la stessa intensità dell'ex preside.
"Non essendo un gran esperto di bacchette magiche non posso dire quali funzioni in più avrà la tua bacchetta da questo momento in poi, ma credo che... si sia rafforzata"
Albus allungò la mano sinistra monca verso la bacchetta e la prese. Avvertì un lieve calore in tutto il braccio e chiuse gli occhi.
"Ora la Pietra è al sicuro, credo che nessuno, né oggi né domani, la troverà. Se mai qualcheduno dovrà farlo, dovranno passare anni"
"Professor Dumbledore... Perché proprio a me?" Domandò Albus levandosi un gran peso dallo stomaco: avrebbe dovuto chiederlo prima.
"Perché sei l'unico che egli abbia mai temuto" Sibilò.
Al lo guardò con un'espressione del tipo 'ma che sta dicendo?'. Veramente il ladro lo temeva? Come faceva Dumbledore a saperlo? Il criminale più ricercato dalla comunità magica inglese temeva un ragazzino di quattordici anni?
Harry e l'ex preside parlarono per alcuni minuti, mentre la McGonagall riponeva il baule d'oro in cima al mobile. Albus, Rose e Scorpius rimasero in silenzio, pensando agli attimi che avevano appena vissuto.
"Professore... Crede sia saggio porre un Dono della Morte dentro una bacchetta di uno studente?" Chiese la McGonagall preoccupata.
"Oh, sì. Ne sono più che certo. Solamente spezzando la bacchetta la si può estrarre" E si girò verso Al "Mi aspetto grandi cose da te, Albus, grandissime"
Harry guardò il figlio e sorrise.
"Professor Dumbledore... Devo chiederle una cosa" Disse improvvisamente Al con uno sguardo del tipo 'non qui'.
"Sì... credo che una paseggiatina fuori faccia bene ad entrambi"
Al salutò Harry con un rapido bacio sulla guancia, quando quest'ultimo disse "Minerva, mica ti dispiace se vado un attimo da James, no?"
"Oh, faccia pure, Potter" E l'uomo con la piccola cicatrice sbiadita si Smaterializzò, prima di strizzare l'occhio al figlio.
"Rose, Scorpius, ci vediamo dopo" Albus salutò velocemente i suoi due amici.
"Sì, a dopo" E i due salirono nella Sala Comune borbottando parole che Al non comprese.
Andò insieme a Dumbledore verso la Sala d'Ingresso, prima di uscire sul lungo ponte dove tre anni prima Connor lo stava per uccidere.
"Meglio uscire, sai, è pieno di orecchie pronte a cogliere il minimo rumore là dentro. E poi, se ti vedessero con un fantasma cosa andrebbero a pensare?"
La felicità sprizzava da Dumbledore come luce, come fuoco.
"Professore... Vorrei sapere una cosa"
"Tutto quello che vuoi, Albus"
Esitò. Mise la bacchetta nel jeans e si guard intorno.
"Lei sa della Pass..."
"Oh, sì. Be', credo che sia saggio dire e ripetere che un Grifondoro è stato quella notte a metterla. Se fossi un fantasma per sempre, darei un'occhiatina maggiore in giro, ma dentro quel quadro non posso fare niente. Però, se voglio, posso saltare da un quadro all'altro, e vedere tutto. Ho visto cose strabilianti, come quel Troll volante al tuo second... no, terzo anno. Hogwarts è un posto magnifico, Albus. Tuttavia, quella notte non ho potuto vedere chi fosse l'artefice di quella Passaporta, ma mi sono arrivate delle voci alquanto strane. Ma ogni cosa a tempo debito, Albus"
"Chi pensa chi sia il ladro?" Chiese improvvisamente Al.
"Domanda interessante... sai... ci ho riflettuto molto, da quel giorno in cui lui ha rubato la Bacchetta di Sambuco dalla mia tomba. Non ne ho la più pallida idea, ma chiunque sia, dev'essere qualcuno che ha stretti rapporti col Ministero e con Hogwarts. Preparare una Passaporta, rubare un Mantello dell'Invisibilità.. sono cose che devono essere preparate bene. Rubare un Dono della Morte impiega pazienza e concentrazione, Albus"
"Un'altra cosa..." Aveva mille domande da fare, ma poi forse avrebbe annoiato un po' Dumbledore.
"La Umbridge è innocente, lei non può fare qualcosa per scagionarla da Azkaban?"
"Aimé, povera Dolores. Nessuno può dimostrare che il ladro abbia usato la maledizione Imperius su di lei tutto quel tempo... quindi, lasciamo le cose al tempo, lui saprà cosa farne, invece, io, non posso fare niente, visto che sono morto"
Albus aggrottò le sopracciglia. Come faceva a sapere che il ladro aveva usato la Maledizione Imperius sulla Umbridge? Aveva una sfera di cristallo?
"E... professore... Perché pensa che il ladro mi tema?"
"Credo sia saggio dirti le cose per filo e per segno. Il ladro, in quest'ultimi anni, ha combattuto le maggior parti delle volte con te, Albus. E tutte quelle volte, tu l'hai allontanato in modo... eroico... coraggioso... altamente professionale "E rise "Tu sei l'unico che l'ha allontanato più volte. Ma non è solo questa la ragione per cui ti teme... credo che poi ti dirò a lungo andare... la verità"
"E mio padre?"
"Il ladro vuole Harry, e purtroppo... vuole ucciderlo, come tu ben sai, poiché vuole impossessarsi della Bacchetta di Sambuco totalmente, anche se credo che non funzionerà, visto che è la bacchetta..."
"...a scegliere il mago" Concluse Albus distrattamente. "Quindi lei crede sia giusto mettere la Pietra nella mia bacchetta?"
"Ne sono altamente sicuro, Albus. Ne sono sicuro quanto è certo che i Cannoni di Chudley quest'anno finiranno in seconda divisione insieme ai Bubleteam. Poi, un giorno, ti dirò l'altra ragione per cui il ladro dovrebbe temerti"
Albus chiuse per un attimo gli occhi, pensando ad Hogsmeade, la Corsa, il salotto... Tutti quei momenti così... stranamente vicini alla morte.
"Ha intenzione di rimanere così per sempre o... ritornerà nel quadro?" Disse quando arrivarono alla fine del ponte.
"Sfortunatamente la seconda... Ma avrò occasione di vestirmi di nuovo di questi vestiti grigi spettrali"
"Come faceva a sapere del pacchetto?"
"Ti ho visto mentre salivi con la signorina Alamon su in dormitorio, e ce lo avevi tra le mani. Be'... speravo tanto che non lo aprissi subito, quindi... ho chiesto ad un mio... amico di farti scordare del pacchetto per un po'. L'ho messa precisamente stamattina, assicurandomi che la professoressa McGonagall non sarebbe andata a controllare dentro il baule d'oro"
E poi lo sentì. Sentì un piccolo calore proveniente dalla bacchetta, come se si fosse riscaldata improssivisamente.
La prese e se la girò tra le mani, guardandola con attenzione. Non poteva credere che proprio all'interno di essa si trovasse un oggetto la quale il ladro stava dando la caccia per diventare un Padrone della Morte.
"Cosa c'è che non va, Albus?" Chiese Dumbledore, che stava guardando oltre gli alberi.
"Mi sembra di aver sentito qualcosa... del calore, dalla bacchetta" Spiegò con un fil di voce. Spostò furtivamente gli occhi sull'ex preside, che era concentrato a fissare due enormi alberi a qualche metro dai due.
"Del calore?" E girò la testa verso la bacchetta. "Strano... Be', credo di dover andare, o finiremo sotto i denti di qualche Lupo Mannaro, o meglio: tu ci finirai"
Albus si girò di scatto verso gli alberi che stava fissando l'ex preside, dove vide qualcosa d'enorme che si stava muovendo. Poi guard su: una bellissima luna piena illuminava il castello, immergendolo in un colore misto tra il blu e l'argento. Albus sapeva benissimo chi era il Lupo Mannaro, o meglio dire, il mezzo Lupo Mannaro.
"Ciao ciao Albus" La sagoma di Dumbledore scomparve, dissolvendosi nell'aria come fumo.
Aveva altre domande da fargli...
Rimase lì, ignorando Connor, guardando le stelle, pensando ad Elly, a suo padre, alla Pietra, e alla sua bacchetta, che avrebbe contenuto un Dono della Morte per chissà quanto tempo.
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