Il pacchetto
Il tempo era una cosa strana, questo Al lo sapeva benissimo. Lo si poteva calcolare e non. Era assurdo, a volte scorreva rapidamente, a volte era innoquo, calmo, come un bambino dentro una culla. A volte era il nemico di qualcuno, ma a volte era l'angelo che con un'altalena ti afferrava e ti portava su nel cielo, nella dimensione dove tutto è infinito.
Quella di Al e Connor fu una delle avventure più strane vissute ad Hogwarts: viaggiare nel tempo. Al credeva che fosse impossibile, ma dopo aver provato il GiraTempo, non poteva che dire 'il tempo si pu modellare'; e come se si poteva modellare. Avevano modificato fatti passati, e se uno cambia i fatti passati, ne cambia anche le conseguenze.
Elly, Rose, Albus, Scorpius e Connor decisero di non parlarne con nessuno, a condizione di dire una cosa: la certezza che il ladro stesse radunando i Doni della Morte per diventare un Padrone della Morte. Non seppero se la gente avrebbe creduto ad una cosa del genere, ma, andando a vedere gli ultimi furti compiuti dal ladro, avrebbero dato loro un po' di ragione. E poi, la Pietra della Resurrezione era persa chissà dove. Dopo tutti quegli anni era del tutto impossibile che qualcuno l'avesse trovata.
I cinque discussero a lungo sul rubinetto-Passaporta. Chi l'aveva messa? Sicuramente il ladro o qualche sua spia, che non si sapeva se fosse Grifondoro o di qualche altra casata, ma intanto era stato proprio il ladro a rubare il Mantello ad Albus, come gli aveva detto nel salotto.
"Credi che ti abbia perdonato dopo tutto quello che hai fatto?" Disse Albus a Connor mentre gli altri continuavano a camminare davanti a loro e si guardavano intorno per controllare che non ci fosse Filch il custode.
Il Serpeverde allungò un angolo della bocca e fece un movimento strano con la testa.
"Non voglio che tu mi perdoni. Quello che accaduto stasera non l'ho fatto per te e per il tuo amico capelli-platino. L'ho fatto per Rose"
Al lo guardò un attimo, pensando cosa c'entrasse Connor con sua cugina.
"S-state insieme?" Non riuscì a credere alle sue parole.
Connor affrettò il passo e svoltò in un corridoio a destra, per poi scendere delle scale che portavano giù alla Sala Comune Serpeverde.
Anche Albus affrettò il passo, cercando di mettersi vicino a Rose, che era circondata dalle mani di Scorpius ed Elly.
"Rose, posso parlarti?"
"Spara"
"Emh... Elly, Scorpius, andatevene" Aggiunse mentre guardava divertito i loro sguardi incuriositi "Sì, sono un tipo diretto" Concluse. La Alamon e Malfoy affrettarono il passo, borbottando qualcosa che suonava come "Connor".
"Senti Rose, ma... Connor..."
"Sì, stiamo insieme"
Albus fece finta di vomitare.
"Cosa c'è di male?" Chiese lei interrogativa aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia.
"Avevi detto che non ti ci saresti mai messa!"
"Ma poi ho detto anche che si stava facendo carino. E poi a te cosa interessa?"
"Primo, sono tuo cugino. Secondo, ti ricordo che è un Lupo Mannaro e che tre anni fa mi ha procurato tante ferite quanto quelle che mi ha procurato il ladro stanotte"
"Senti, lui ... è cambiato. Tu non puoi immaginarti i problemi che ha..."
"Questo non giustifica l'inseguimento nella foresta, sul ponte, e sopra Hogwarts con la mia bacchetta"
"Sì ok, era un po' vivace..."
"Un po'? Per il codino di Voldemort! A causa sua mi sono rotto il naso, mio padre ha rischiato la vita, e l'ho rischiata anche io"
"Albus. Lui è un mezzo Lupo Mannaro, e questo vuol dire che mentre è un lupo ragiona come un umano, ma a volte perde il controllo e il suo conscio umano sparisce del tutto, lasciando spazio ad una mente assassina, come tutti i Lupi Mannari, ecco perché ti aveva inseguito"
"Ma quando l'ho visto trasformarsi nell'aula di Pozioni, dopo mi ha rincorso e... parlava con me... chiamandomi per cognome e... questo mi fa pensare che conscio o inconscio di essere un lupo, lui mi volesse attaccare"
"Al, a me piace. Ha un bruttissimo passato, e ha troppi problemi... non capiresti... tu... è troppo complicato..." Disse modellando la voce da 'disperata' a 'gelida'.
"Stai con una bestia assassina!"
E come la sua Quickfire volava velocissima nel cielo, Rose gli diede una pizza così veloce che Al nemmeno vide la mano. La sua guancia si colorò di rosso, e guardò sua cugina con un espressione del tipo 'ma cosa ho fatto?'.
Rose lo fissò per alcuni secondi, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime. Lo abbracciò, stringendoselo forte.
"Scusa piccolo..." Tirò su col naso "A me piace, la sua storia mi ha fatto commuovere, ed ha bisogno di una come me" Si mise ancora di più a piangere. Albus voleva tanto sapere quale fosse la 'storia commovente'.
Chiuse gli occhi e sospirò, accettando l'idea di doverla capire.
"Da quanto va avanti?" Sibilò.
"P-pochi giorni"
Albus la guardò negli occhi e poi avvicinò il naso al suo, che era ricoperto da lentiggini.
"Va bene... A-a-accetto che tu stia con lui ma... questo non cambia il mio giudizio su di lui, sappilo"
"D-d'accordo" Svoltarono a sinistra e fecero quelle che avrebbero potuto essere una decina di scalinate infinite, mentre i quadri appesi a casaccio per le altissime mura urlavano e discutevano su cosa ci facessero due ragazzi in giro in piena notte, di cui uno era ferito gravemente.
"Stai bene Al?"
"Abbastanza"
"E cosa ci fate in giro a quest'ora? E guardati ragazzo, sei pieno di tagli e sangue. Va a farti una doccia!" Lo rimproverò la Signora Grassa. "Ho fatto entrare gli altri due solo perché il biondino non era male"
Rose soffocò una risatina che, senza dubbio, sarebbe parsa strana, impertinente perfino.
"Dai, entrate" La Signora Grassa chiuse gli occhi e sbuffò, come se ogni notte avesse a che fare con certe cose.
"Cerva e spada" Albus pronunciò la parole d'ordine ed entrò insieme a Rose nella Sala Comune.
"Rose, ma... Connor sa Smaterializzarsi?"
"Oh sì... Anche se non ha la patente, è bravissimo. Ma cerca di Smaterializzarsi solo in casi eccezzionalmente gravi. Lo ha imparato quest'estate... Ma se lo beccassero finirebbe nei guai fino al collo"
"Ma non ci si puo..."
"Cugino mio, dicono sempre così, ma sai quanta gente si è Smaterializzata da Hogwarts?" Rose rise e salì le scale a chiocciola, slegandosi i capelli e scuotendo la testa.
"Elly..." La Alamon stava seduta su una delle tante poltrone rosse. Si stava arricciando una ciocca di capelli con le dita e fissava Albus. Sembrava stanca.
"Grazie di tutto, se non fosse stato per te..." Albus si avvicinò a lei, e in quel momento sentì una forte fitta alle gambe. Era stanchissimo.
"Non c'è di che"
Albus la prese per mano e l'alzò, delicatamente. La baciò per alcuni lunghissimi e istanti, esplorando con la lingua le sue labbra che erano così... morbide.
"Tu sapevi che Rose stesse con Connor?"
"Rose è la mia migliore amica, mi dice anche quante volte si soffia il naso" Rise.
"Pensi che sia un bel ragazzo lui?" Aveva un po' di paura che anche ad Elly piacesse: non lo avrebbe mai accettato.
"Non mi metterei mai con un Lupo Mannaro, o un Animagus, o chicchessia. Io ho te, e non m'importa niente e nessun'altro, tu sei il centro dell'universo, il centro di tutta questa magia che quattro anni fa mi ha preso d'assalto"
"Ricordi il nostro primo incontro? 'Un'ora a cercare uno scompartimento! Folle, veramente folle, e un'altra ora a spiegare alla gente chi è Margarit e chi è Elly... Io sono Elly, lei è mia sorella Margarit, primo anno' " Si ricordò le sue parole di quel primo settembre sull'Hogwarts Express, mentre si trovava con Rose.
"Ero abbastanza 'matta' quando ero piccola"
" 'Albus Potter? Oh! Il figlio di Harry Potter!' " E risero ancora insieme. Albus si sentiva sulle nuvole quando si trovava con Elly, stava troppo bene per pensare ad altro.
Dopo quelli che avrebbero potuto essere un centinaio di baci a stampo, Al salì nel dormitorio. Scorpius stava scrivendo una lettera al padre.
Nelle labbra di Al aleggiò un'ombra di un piccolo sorriso. Stava pensando a tutto il trambusto che avevano creato lui e Connor. Aveva scumbussolato il tempo, e Connor lo aveva fatto per ben due volte, una di queste a insaputa di Malfoy, che era momentaneamente morto.
"Stai bene?" Chiese mentre scriveva.
"Sì, ora mi vado a fare una doccia"
"Credi di andare in giro conciato così, domani?" E indicò le ferite sotto il collo.
"Oh..." Albus non ci aveva pensato. Se avessero visto la scritta sotto il suo collo di certo avrebbero sospettato di qualcosa. La McGonagall si sarebbe preoccupata più che mai, e lo avrebbe scritto al padre. Ma il punto era che quello che era accaduto quella notte non avrebbe dovuto saperlo nessuno, nemmeno Harry. Non voleva preouccupare nessuno, e preferiva contrastare il ladro personalmente che con l'aiuto di Auror.
"Tieni amico" Scorpius gli lanciò una piccola fialetta di vetro contenente un liquido trasparente, simile all'acqua.
"Cos'è?" Chiese lui mentre faceva roterare la fiala nel palmo della sua mano come un piccolo giocattolo.
"Lacrime di Fenice"
"Wow! Chi te le ha date?" Chiese meravigliato mentre cominciava a togliere il tappuccio minuscolo di sughero.
"Mio padre ne ha una piccola scorta"
"Ma sono rarissime!" Fece scorrere alcune goccie sulla scritta 'FECCIA'. Il sangue si era seccato, ed era un po doloroso versare le lacrime mentre alzava il collo.
"Lo so. Io ho un sonno tremendo, credo che questa notte ne abbiamo passate tante, bibby"
'Oh, anche io ne ho passate tante, sei morto e poi sono ritornato indietro nel tempo per salvarti. Poca roba eh' Pensò sorridendo.
E per Albus non ci fu cosa migliore di stare con il suo migliore amico, visto che pochi quarti d'ora prima lo aveva visto senza anima.
"Buonanotte" Posò la bacchetta sul letto e si spogliò, poi andò in bagno, riempì la vasca a zampe di leone e si immerse.
Albus si svegliò con la gamba sul cuscino e con la tenda del baldacchino arrotolata sulla testa. Si svegli di soprassalto, pensando che quel colore rosso fosse la maglia di Scorpius inzuppata di sangue. Erano passate un bel po' di settimane dal viaggio nel tempo. I lividi sul suo corpo lo tormentavano ancora, ma alla fine non gliene importava più nulla, visto tutto il dolore che aveva provato.
"Abbiamo avuto riscontri eccellenti sull'avanzata della Gringott sulle altre banche dell'Egitto... Non dobbiamo necessariamente nasconderla laggiù. La Gringott è il secondo luogo pi sicuro della Gran Bretagna, dopo Hogwarts. Possiamo fidarci dei folletti" Albus e Scorpius, che si dirigevano nell'aula di Storia della Magia, si bloccarono di colpo, cercando di origliare la conversazione della McGonagall con il professor Weasley e la professoressa Lovegood. I tre si trovavano in un corridoio secondario del secondo piano, e guardavano con ansia il territorio intorno a loro. Ma dopo aver visto uno sguardo assassino della preside, che aveva le braccia conserte e un viso stanco, i due se ne andarono affrettando il passo.
"Cosa devono nascondere alla Gringott?" Chiese Scorpius mentre si sedevano in un banco in fondo all'aula.
"Non lo so... Deve essere qualcosa di molto importante. Ma credo che dobbiamo tenerci fuori da..."
"E se si trattasse di qualcosa di importante? Va be', mio padro potrà dirmi qualcosa, visto che insieme al tuo è uno degli Auror più qualificati" Disse Malfoy.
"Mmh... Va bene" Albus rimase perplesso, pensando alle parole della preside pochi attimi prima. Presero, esitanti, alcune pergamene e piume d'oca. A cosa si riferiva la McGonagall? Cosa avrebbe dovuto nascondere? Qualcosa che riguardava il ladro? E poi un pensiero minaccioso e pesante lo invase...
"Mica riguarderà la Pietra della Resurrezione, no? Hai sentito? 'Non dobbiamo necessariamente nasconderla laggiù' " Sussurrò a Scorpius mentre il brusio nell'aula aumentava.
"Cosa? La Pietra? Ah ah ah, è praticamente impossibile, tuo padre l'ha sperduta nella foresta ventitré anni fa!"
"Ma allora... cosa vogliono nascondere?"
"Senti Al, io scrivo a mio padre, stasera. Tu scrivi al tuo, potremmo farci dire qualcosa, loro due sanno sempre tutto. Ma l'ipotesi che stiano nascondendo la Pietra ... insomma... è assurda! Si tratta di un oggetto piccolo quando un occhio, e peraltro è stato sperduto anni fa"
"Hai ragione"
Anche se avrebbe voluto stare fuori dalla faccenda, la sua mente cominciava a farsi strane idee, e durante la lezione non sentì nemmeno una parola di quella che diceva il professor Bakon, un uomo paffutello e divertente che amava scherzare e far sorridere.
Quando andò in Sala Grande, vide Rose e Connor abbracciati, seduti sulla lunga panca di legno Grifondoro, e in quel mentre si ricordò la pizza che aveva ricevuto da lei: ma a lui non gliene fregava niente, continuava a dire e ad affermare che si trattasse di un fidanzamento troppo assurdo, poiché sua cugina si era messa con un mezzo Lupo Mannaro che quasi non uccise Al tre anni prima.
Cercò di non pensarci e si diresse da Patrick Finnigan, Louis e James.
"Hai aperto il pacchetto che ti ha dato papà allora?" Gli chiese suo fratello.
"Oh..." Nemmeno si ricordava quale fosse.
"Quello che ti ho dato quando siamo tornati dalle vacanze"
"Oh! Emh... no... Me ne sono dimenticato" Confessò confuso.
"Porridge?" Louis gli mise sotto gli occhi un bel tazzone.
"Oh, sì" Sorseggiò piano piano la bevanda, finendola una ventina di minuti dopo.
"Andiamo a fare quella cosa?" Chiese James. "Ho due ore libere, ma stasera dovrò studiare per il G.U.F.O.
Il G.U.F.O. era il Grado Ufficiale di Fattucchiere Ordinario, il diploma che gli studenti di Hogwarts prendevano alla fine del quinto anno, e che Al avrebbe fatto l'anno successivo.
"Oh, sì... Andiamo" James si riferiva all'allenamento mensile di incantesimi che lui e suo fratello facevano per migliorare le loro abilità, che crescevano incredibilmente. Si addentravano sempre nella Foresta Proibita, cercando di non farsi vedere dagli Auror che aumentavano man mano.
"Eh, voi dove andate?" Hagrid li fermò sul limite della foresta, mentre teneva una grande balestra in mano che sarebbe potuta pesare quando un'automobile babbana.
"Ehm... noi... stiamo andando a farci una passeggiata" Disse buttandola l Al.
"Non vi conviene entrare là dentro... dopo quello che hanno visto due settimane fa" Disse lui poggiando la balestra sul muretto del suo capannone.
"Cos'è successo due settimane fa?" Chiese interessato James.
"Un centauro ha visto, da molto lontano, delle persone che si Materializzavano"
Il cuore di Albus ebbe un piccolo sobbalzo, come se percosso da una scossa elettrica.
"Delle persone? E chi erano?" Chiese ancora James.
"Non lo so... Fiorenzo ha detto di aver visto due persone Materializzarsi e altre due vicino a questi... Ma va be', dai, entrate, stavo preparando il tè" Hagrid entrò dentro casa e spense il bollitore, mentre Al e suo fratello entravano perplessi.
"Con questo 'ladro' in giro meglio non girovagare per la foresta o nei dintorni, soprattutto di notte. Come va Al? Ti dispiace per il Mantello? Non sai quanto mi dispiace a me, tuo padre con quell'oggetto ci ha fatto la storia"
"Sì... mi dispiace molto" Si mise seduto su una vecchia sedia di legno accanto ad un tavolino che sembrava troppo piccolo per le dimensioni di Hagrid.
"Spero che il Ministero affermi l'ipotesi che il ladro voglia riunire i Doni della Morte..."
"Allora tu ci credi?" Albus sorrise.
"Sì, ci credo e come. Quello vuole il potere, te lo dico io"
"Ma non ha la Pietra, è andata persa molti anni fa" Albus e James cominciarono e bere il tè, rifiutando i biscotti che il guardiacaccia aveva messo sul tavolino, duri come il cemento.
"Sì ma come ben sapete qualche mese dopo della sua scomparsa l'hanno ritrovata" Disse tranquillamente Hagrid.
Albus sputò il tè di colpo, bagnando la finestra e la tenda che la ricopriva. Tossì rumorosamente e diventò tutto rosso, come un enorme peperone. Ma cosa stava dicendo Hagrid? Sicuramente era sbronzo.
"Hagrid... cosa dici?"
"Oh... non lo sapevate? Emh... credevo che la McGonagall ve lo avesse detto... ma... emh... ok. Non ve lo dovevo dire... non ve lo dovevo dire" Ripeteva mentre si toccava la barba con le grosse e lunghe dita.
"La Pietra della Resurrezione è stata ritrovata? Ma è impossibile!" James alzò la voce di qualche ottava.
"Shhh, non urlare! Non vorrai mica farti sentire da qualche ficcanaso. Be' ragazzi, sì, è stata ritrovata da un centauro, si chiama Arcre, un mio amico, e appena ha visto quest'oggetto bizzaro è venuto da me, cercando di non farsi vedere dai suoi simili: lo avrebbero ucciso se lo avessero visto con un umano"
"Un Centauro l'ha trovata?" Albus diventòancora di più incredulo.
"Sì, e menomale che l'ha trovata Arcre, se l'avesse trovata qualcun'altro se la sarebbe tenuta per sé o fatto chissàcosa... Hogwarts è stata fortunata"
"Ma... ora dove si trova?" Chiese Albus perplesso, mentre pensava alla McGonagall, che, proprio quel giorno, stava discutendo con Ron e Luna su una cosa che forse avrebbero nascosto alla Gringott.
"Non posso dirvelo. Questione segreta. La McGonagall mi ha giurato di non dirlo a nessuno, ed è già tanto che vi ho detto che è stata ritrovata, anche se credevo che già lo sapeste, be', non ditelo a nessuno o ci rimetto il mio posto qui ad Hogwarts, chiaro?" Disse il mezzo gigante aggrottando le sopracciglia a mo' di raccomandazione.
"Tranquillo Hagrid. Ma... il Ministero sa che la Pietra è stata ritrovata?"
Hagrid si guardò intorno, soffermandosi sulle finestre, accertandosi che non ci fosse nessuno: non voleva che qualcuno li stesse spiando.
"No... ancora no... Ma ora che il pericolo del ladro si fa sempre più imminente dovranno spargere la notizia della pietra, e assicurandosi che non arrivi a lui"
"Hagrid, non vuoi proprio dirci dove si trova ora la pietra? A Hogwarts?" Albus tentò.
Il custode delle chiavi si guardò intorno di nuovo respirando profondamente. Chiuse gli occhi per qualche secondo e poi disse "Sì, ma vi ho detto troppo, troppo troppo troppo. Ora uscite, prima che vi venga qualche altra idea per farmi confessare"
I due, molto esitanti e confusi, uscirono dal capannone, e, invece di andare all'allenamento di incantesimi, corsero a cercare Rose e Scorpius.
Davvero la Pietra era stata ritrovata un mese dopo di quel lontano due maggio del 1998 da un Centauro di nome Arcre? La notizia era davvero spaventosa, assurda e incomprensibile. Centinaia di immagini del ladro con tutti e tre i Doni della Morte si susseguirono nella mente di Al, come una piccola tortura. Non voleva assolutamente che il ladro diventasse un Padrone della Morte.
"C-cosa? N-non ci posso c-credere..." Borbottò Rose sconcertata. Scorpius era pallidissimo ed Elly era rimasta a bocca aperta.
"Dovete crederci. Scorp, ecco a cosa si riferiva la McGonagall prima, alla pietra! Avevo ragione"
Si trovavano nel dormitorio di Al, tutti seduti sul suo letto, chi seduto e chi sdraiato.
"Credevo che fosse impossibile trovarla... insomma... la foresta è immensa"
"Sfortuna, semplice sfortuna" Disse Elly accarezzando la mano di Al.
"Rose, non dirlo a Connor..."
"Connor? Connor Spartamus? Cosa c'entra?" Chiese James sorridendo.
"Dopo ti spiego... Questa cosa deve rimanere tra noi, è segretissima, stiamo parlando di un Dono della Morte, e i nostri ci hanno fatto la storia con quegli oggetti, e se la notizia cominciasse a girare, il ladro lo verrebbe a sapere e per noi sarebbe una brutta, bruttissima faccenda"
"Ma dove si trova ad Hogwarts di preciso? L'avranno ben nascosta, no?"
"Nella Camera dei Segreti!" La buttò lì Malfoy.
"No, impossibile"
"Nel terzo piano, ecco perché non ci fanno quasi mai andare là sopra" Disse Rose mentre ragionava appassionatamente.
"Ma la staranno trasportando alla Gringott, forse. Stamattina ho sentito la McGonagall parlare di un trasferimento alla Gringott di qualcosa, e ora sono certo che si tratti della pietra. Si stanno rendendo conto che il ladro la sta cercando"
"Alla Gringott sarà al sicuro" Mormorò Scorpius convinto.
"Sì, anch'io lo penso" Albus approvò.
In quel momento entrò Fred II, una palla enorme in grembo.
"Oh, ciao Fred... cos'è quel..."
"Rimbasalvo, è una palla che appare quando stai per cascare, e ti fa rimbalzare invece che cascare. Infatti ora per salire le scale mi stavo quasi per rompere il naso, ma questa cosa mi ha salvato"
"Chi te l'ha data?" Chiese curiosa Rose.
"Me l'ha data mio padre dal negozio" Rispose sorridendo.
"Mitico... Purtroppo devo andare a studiare... Maledetti G.U.F.O." James si alzò e, mentre canticchiava un coro sulla squadra di Quidditch Bumbleton, uscì dal dormitorio di Albus.
"Ci vediamo Fred" Anche il trio uscì, insieme ad Elly, il pensiero della Pietra in testa.
La sera incombeva su Hogwarts come un grandissimo mantello oscuro. Albus e Scorpius se ne stavano su una delle poltrone della Sala Comune, mentre cercavano di studiare la rivolta dei Goblin del diciottesimo secolo. Tutti i ragazzi del quarto anno avevano constatato un notevole aumento nella quantità di lavoro richiesta quel trimestre. La professoressa McGonagall aveva smesso di riempirli di compiti, ma la Hatwick, una vecchia impostora dai lunghi capelli dorati e professoressa di Divinazione, non smetteva di caricarli di compiti. Una quarantina di minuti dopo, stavano portando a termine il riassunto di pagina trecentonovantaquattro di Svelare il futuro. Il tavolino di legno davanti a loro era ingombro di pezzi di pergamena coperti di conti e simboli, e la mente di Al era annebbiata e confusa.
"Non mi va da fare queste cose del cavolo... Sono inutili, nessuno sa prevedere il futuro!" Scorpius si lamentò buttando a terra una pergamena.
"E io non ho la più pallida idea di cosa dovrebbe significare questa roba" Ammise Al fissando la pagina del libro.
Rose era immersa nella lettura di Manuale degli Incantesimi: volume quarto, di Miranda Goshawk.
"Brutta cosa l'Infendo..." Disse Rose distrattamente mente fissava una pagina con gli occhi socchiusi.
"Che cos'è?" Chiese Al contento di doversi preoccupare di altro invece che il riassunto di Divinazione.
"L'Infendo ... un'incantesimo. La persona colpita rimane paralizzata a vita"
"Tipo un Petrificus Totalus Eternus Vitus..."
"Ah ah, non esiste quella roba" E girò la pagina, sbuffando, mentre Al saliva nel dormitorio.
Aprì il piccolo cassetto di legno del comodino accanto al suo baldacchino e, rovistando tra piume d'oca, carammelle, ed alcuni razzi Tira&Premi, prese il pacchettino bianco che suo padre gli aveva dato tramite James. Si stava chiedendo cosa fosse da tutto il giorno. Se lo girò tra le mani e gli fece fare qualche salto, poi lo scosse, e sentì nientaltro che un silenzio inquietante.
"Ancora lo devi aprire?" Chiese Scorpius spostando gli occhi verso di lui, che era tornato giù dai suoi due amici.
"Sì" Scartò il laccio e lo buttò via. Infilò un dito nella parte superiorie del pacco, dove una faccia si incastrava con un'altra. La tirò su e mise il pacchettino vicino all'occhio: non vide niente. Che cosa c'era dentro? Incoriusito, fece scivolare l'oggetto fuori dalla scatolina...
Si ritrovò sul palmo della mano una piccola pietra nera, con su inciso il simbolo che Albus mai si sarebbe aspettato di vedere.
Poi capì.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top