Il Fedele immobile

Tutto era sfocato, lento. Harry e Kingsley balzarono in piedi dalle sedie sfoderando le bacchette. Gli invitati cominciarono a nascondersi sotto il lungo tavolo. Hagrid rimase lì, come se fosse imbambolato, guardando le figure incappucciate che sparavano scintille colorate dappertutto. Il salotto di Casa Potter stava andando in frantumi. Molti si Smaterializzavano, almeno coloro che avevano bambini piccoli, schivando appena i fiotti di luce che illuminavano le pareti. I molti quadri che abbellivano la casa volavano a destra e a manca. Albus non stava capendo più niente, come se qualcuno gli avesse tappato le orecchie e bendato gli occhi con delle lenti sfocate. Vedeva la scena al rallentatore: suo padre e Kingsley lanciavano incantesimi e si difendevano da quelle che avrebbero potuto essere una quindicina di figure, alte, sinistre, incappucciate, mascherate, che si spostavano volando sottoforma di fumo nerastro. La maggior parte degli invitati erano scomparsi, ma Rose, le gemelle Alamon e signori Weasley stavano lì, coricati sotto il tavolo, tappandosi le orecchie e roteando gli occhi in modo frenetico. Bill e Fleur stavano cominciando a lanciare a loro volta incantesimi, ed Al vide una striscia di luce che sibilava sulla sua testa: impossibile dire se fosse un incantesimo di protezione o qualcosa di più sinistro...

Fatture e Schiantesimi rimbalzavano sul pancione di Hagrid, che era rimasto immobile sulle due sedie su cui era seduto. Ron e Hermione avevano creato uno scudo difensivo trasparente per loro due e Hugo.

Albus sentì una strana sensazione al petto, come se fosse stato appena pugnalato con un pezzo di ghiaccio affilato: James giaceva a terra a qualche metro da lui, privo di sensi. Scostò la sedia e, assicurandosi di schivare perfettamente le maledizioni che correvano qua e là per il salotto, strisciò sotto il tavolo verso il fratello, la bacchetta tesa davanti a sé.

Rose fece lo stesso con le gemelle Alamon e Lily, che si stava dimostrando più coraggiosa di quanto non lo fosse mai stata: aveva lanciato qualche fattura contro gli uomini incappucciati, che continuavano a diminuire.

Per il salotto girava gente ferita, ma le urla, che pochi attimi prima stavano dominando in quel salotto, erano diminuite, soppresse dai tonfi delle maledizioni infrante sulle pareti.

"Fratellone! Svegliati! Stai respirando! Oh, James!" Albus prese a schiaffeggiare il fratello maggiore, che era disteso a terra, gli occhi chiusi.

"Reinnerva!" Mormorò mentre puntava la bacchetta sul petto del fratello. Questi fece un piccolo scatto in su, come se percosso da una scossa elettrica, e cominciò a inghiottire aria.

"Non ho la più pallida idea di chi siano, James, ma dobbiamo farli fuori" Disse Albus con aria decisa mentre si alzava, la bacchetta stretta in pugno.

"Stupeficium!" Urlò lo Schiantesimo diritto in piena schiena ad un uomo incappucciato, che cadde e si Smaterializzò di colpo. Ma quello che vide un paio di secondi dopo gli fece salire il cuore alla gola: un altro uomo incappucciato stava puntando la bacchetta verso lo scudo protettivo di Rose, Elly e Margarit.

"Avada..."

Albus si tuffò sul pavimento e gli agguantò le gambe, atterrandolo e facendogli sbagliare la mira.

"Petrificus Totalus!" urlò Al, mentre lo stesso uomo incappucciato puntava la bacchetta su di lui, in basso. Braccia e gambe dell'incappucciato si bloccarono di colpo, facendolo cadere faccia in giù sul pavimento, rigido come un pezzo di legno.

Harry, Kinglsey, Bill e Fleur stavano scagliando qualsiasi tipo di incantesimo e fattura possibile, mentre Hermione e Ron non pensavano ad altro che a proteggere Hugo e a guardare ansanti Rose, che stava vedendo la scena con la mano sulla bocca. James si tuffò dietro una poltrona e lanciò dei piccoli ma efficenti incantesimi: un incappucciato si trasfigurò in un piccolo canarino rossastro, che prese ad uscire dalla finestra.

"Hagrid, cerca di placcare quello!" Gli urlò James indicando un uomo in nero che stava cercando di rompere lo scudo di Hermione e Ron.

Hagrid si alzò con tutta la sua imponente altezza e si tuffò in direzione dell'uomo, che era una mosca in confronto alla mole del custode delle chiavi di Hogwarts. L'uomo si divincolòdalla presa del mezzo gigante e si Smaterializzò di colpo.

"Expulso!" urlò un altro uomo in nero, e il tavolo esplose scagliando Ron, Hermione ed Hugo contro la parete. Il loro scudo protettivo si infranse. Le scegge di legno volarono per tutto il salotto.

"Exscindo!" La scia bluastra di Harry mancò per un pelo l'uomo che aveva fatto saltare in aria il grande tavolo di legno. Poi, sempre quest'ultimo, si Smaterializzò, insieme agli altri tre compagni incappucciati in un sonoro crac. Ora l'unico estraneo in quella stanza si trovava a terra, accasciato sul duro pavimento, immobile e con le orbite che si muovevano frettolosamente.

"Mi dispiace tanto, Albus!" Ginny, che si era nascosta tutto il tempo in cucina, corse ad abbracciare il figlio. Tutto quel casino era finito.

"Un'imboscata... credo. Da parte del ladro, me lo sento" Harry prese a controllare tutta la casa, assicurandosi che non ce ne fossero più. Il salotto era completamente distrutto; i quadri giacevano a terra spaccati a metà, le sedie avevano graffiato ripetutamente le pareti, che erano coperte da solchi abbastanza profondi.

"Del ladro? E quelli chi erano?" Ansimò Ron avanzando verso l'uomo incappucciato pietrificato da Albus.

"Uno dei tanti seguaci, ci scommetto tutto l'oro che ho. Vediamo chi..."

Ron scostò il cappuccio dal volto dell'uomo: era un ragazzo, sembrava aver una ventina di anni. I suoi corti capelli neri mostravano una grande, pallida fronte. I suoi occhi esprimevano disprezzo. Harry si inginocchiò e prese con forza la bacchetta che il ragazzo stringeva nella mano dura come una roccia.

"Lo sapevo... non è lui, non è la Sambuco" Ragionò "Avremo un nuovo criminale da sbattere dentro Azkaban, ma prima..."

"Ci facciamo dire chi è e che cosa avrebbe voluto fare insieme a quegli altri... E soprattutto per chi agisce" Aggiunse Albus raggiungendo la piccola folla davanti al ragazzo. Bill e Fleur stavano parlando con Rose e le gemelle Alamon. La signora e il signor Weasley continuavano a guardarsi intorno, spaventati.

"Ma chi diavolo erano?" Sbottò Fleur, i capelli spettinati.

"Non lo sappiamo..." Harry puntò la bacchetta contro il ragazzo, che iniziò a divincolarsi. Poi, di nuovo, levò la bacchetta a mezz'aria, da cui ne fuoriuscirono delle corde lucide e nerastre, che si andarono a impigliare attorno al ragazzo, costringendolo a rimanere pietrificato, quasi come lo era pochi secondi prima.

"Kreacher, vieni qui!" Urlò Harry rivolto al nulla.

Si udì un forte crac e apparve un elfo domestico, con il naso a grugno, orecchie giganti da pipistrello ed enormi occhi iniettati di sangue.

"Il padrone ha chiamato Kreacher?"

"Kreacher, portami la Pozione della Verità più potente che possediamo, muoviti!" Ordinò all'elfo, che si Smaterializzò di colpo dopo aver ascoltato il padrone. Hermione, anche dopo tutto quello che stava accadendo, fece una smorfia ad Harry: a lei non piaceva affatto la schiavitù degli elfi domestici.

Dopo alcuni secondi riapparve, ad alcuni passi da Harry. In mano aveva una fialetta contenente un liquido trasparente che traboccava dall'orlo scoperto.

Harry la prese e, aprendo la bocca al ragazzo che ora fissava Albus con occhi che esprimevano il più profondo disprezzo, fece scorrere il Veritaserum nella gola del criminale. L'elfo si Smaterializzò di nuovo.

"Chi sei?" Fu la prima domanda, che risuonò forte e chiara per tutto il salotto.

L'uomo si divincolò, cercando di sfuggire alle corde nerastre che lo imprigionavano da capo a piedi. Trasse un profondo respiro tremante, poi prese a parlare in tono piatto e inespressivo.

"Sono un suo seguace. Un suo amatissimo e fedele seguace. Collaboro con lui ormai da due anni. Ci chiamiamo Fedeli"

"Ha anche i seguaci..." Mormorò sconvolto James mentre si scrollava la polvere di dosso.

"Perché siete venuti qui? Quale motivo avevate?"

"Dovevamo u-uccidere, dovevamo compiere il compito che il nostro Signore ci ha assegnato. Dovevamo prendere un oggetto. Sapevamo che eravate tutti riniuti quest'oggi, dunque abbiamo approfittato dell'occasione. Ma il suo piano ha fallito, come abbiamo fallito noi. Sarà molto arrabbiato, oh, non lo accetterà. Lui non perdona"

"Chi dovevate uccidere? Quale persona?" Chiese Harry mentre scrutava il ragazzo con aria decisamente disgustata, ma anche spaventata.

L'uomo sbatté le palpebre ripetutamente. Poi spostò leggermente la testa verso Albus, gli occhi quasi fuori dalle orbite.

"COSA VOLETE DA MIO FIGLIO? COSA!?" Sbottò Ginny unendosi alla piccola folla.

"I piani del Signore non possono essere estratti dalle bocche di noi Fedeli con del semplice Veritaserum. Lui possiede armi migliori delle vostre. Ha un anti-Veritaserum che annulla parzialmente l'effetto del Veritaserum. Credete che si lasci ingannare da delle semplice pozioncine? Credete che sia impreparato?"

"Siamo noi qui a fare le domande, feccia" esclamò Kingsley, restando immobile sul suo posto. "Perché volete il ragazzo?"

"Perché possiede un'arma che il nostro Signore desidera animatamente da sei anni. Il ragazzo se n'è imposessato due anni fa, e noi oggi, oltre ad ucciderlo, dovevamo sottrargli l'oggetto"

Una ventina di occhi si spostarono su Al, che si sentì immediatamente schiacciato da un enorme mano invisibile.

"Albus, di quale arma sta parlando?" Chiese Kingsley piano.

Al si guardò con molto interesse i lacci delle scarpe. Quel ragazzo intendeva la Pietra della Resurrezione che era nascosta dentro la sua bacchetta. Forse sapeva che era nascosta proprio lì? Il ladro aveva teso un'imboscata a Casa Potter per cercare di sottrargliela? Impossibile, solo una cerchia molto ristretta lo sapeva, composta da lui, Harry, Rose, Scorpius, la professoressa McGonagall, Elly ed Hagrid. Poi spostò gli occhi sul padre, che lo stava implorando con lo sguardo di non dire niente.

"Non so a cosa si riferisce" Mentì alla fine, gelido, il cuore che galoppava all'impazzata.

Il Ministro si avvicinò ancora di più al ragazzo, che era sospeso a mezz'aria legato dalle corde.

"A quale arma ti riferisci? Non mettere in mezzo persone che non c'entrano nulla!"

"Questa è una risposta a cui non posso rispondere. Il nostro Signore ha i suoi motivi per non far sapere a tutta la comunità cosa vuole"

Ma il viso di Harry fece capire ad Al che lui, Harry, sapeva di quale oggetto parlava.

"Non possiamo farlo confessare, verò?" Chiese poi Fleur ad Harry.

"No... gli effetti dell'anti-Veritaserum svolgono bene il loro lavoro... non c'è niente che possiamo fare"

"Albus, sinceramente, hai qualcosa che lui vuole?" Chiese ancora piano Kingsley, che sembrava stordito.

"Ehm... no. Cosa potrei avere? Non ho niente che possa interessare un criminale" Mentì. Harry, seppur nervoso, gli strizzò l'occhio.

"Tu, ragazzo. Dicci quali sono i piani del ladro" Disse Bill rivolgendosi di nuovo alla figura galleggiante.

"Ladro? Ladro? Chiamate ladro il nostro Signore? Anche voi? Dopo il Ministero, anche voi? Come osate..."

"Sta' zitto e rispondi" Ordinò calmo Harry.

Gli occhi del Fedele -così aveva detto che si chiamavano i seguaci del ladro- si spostarono su Harry, e vi indugiarono a lungo.

"Non posso sperperarvi tutto. Il nostro Signore sta preparando la sua carta vincente, la carta che farà inchinare tutti. Ma ovviamente ha bisogno di quell'arma, e senza di quella l'atto finale non può essere compiuto. Noi stiamo cercando l'arma, anche se lui preferisce farlo in persona. Ma quest'oggi doveva sbrigare delle... faccende. Noi gli siamo fedelissimi, e siamo lieti di aiutarlo nel suo obiettivo"

"Perché usa voi?"

"Per espandere il potere. Siamo tantissimi. Noi gli siamo fedeli quanto lui lo è con noi. Possiede un esercito formato da Dissennatori, Giganti, Inferi, creature che possono farvi rizzare i peli anche sulla nuca, e noi. Cosa credete che abbia fatto in questi due anni che non si è presentato da voi? Credete che si sia nascosto all'estero, frignando dinanzi alla potenza del Ministero? Credete che sia sparito di nuovo così, a caso, giusto per creare un po' di suspence? Ha organizzato il tutto, ed ora è più potente di quanto voi non possiate immaginare. Il nostro Signore non è impreparato. Sta radunando forze spaventose"

Harry guardò tutti con aria spaventata, i capelli spettinati e gli occhiali scheggiati. Albus, invece, guardò furtivamente Elly, che aveva il fiatone e teneva per mano Margarit. Hermione aveva la mano sulla bocca, e Ron stringeva in pugno la bacchetta, come se da un momento all'altro gli fosse servita per scaraventare il Fedele contro la parete alle spalle di quest'ultimo.

"I Dissennatori stanno dalla parte del Ministero, ragazzo" Disse Kingsley.

"Ne sei sicuro, Ministro? Cosa può farti pensare che in questi due anni il nostro Signore non abbia escogitato metodi e piani 'sì altamente ingegnosi che voi, feccia, non avreste mai notato? Perché lui ha agito sotto i vostri stupidi occhi. In questi due anni ha avuto tutto il tempo di cui aveva bisogno per spiegare a noi Fedeli il tutto. Mostrarci le nostre future mosse" L'uomo in nero fece un ghigno maligno e si leccò le labbra. Sembrava un pazzo.

Shacklebolt levò la bacchetta a mezz'aria e spedì un Patronus. Albus si chiese dove fosse andato. Inoltre, Al notava una certa, esagerata agitazione da parte del Ministro, che sudava; non lo aveva mai visto così preoccupato. Ma in quel salotto di Casa Potter lo erano tutti.

"E cosa crede di fare lui con quest'esercito? Di quali mosse stai parlando?" Chiese Ron riemergendo dall'oscurità, dove Hermione rimase.

"Radere al suolo la comunità magica" Rispose sbattendo di nuovo le palpebre e ingoiando saliva.

La signora Weasley stava singhiozzando attraverso le dita mentre il marito la abbracciava. Albus era rimasto lì, in piedi, pietrificato, non credendo alle sue orecchie.

"Ci stiamo impadronendo del Ministero. Noi siamo i Fedeli"

E poi, come un uccello spicca il volo da un ramo d'albero, il ragazzo si slegò dalle corde con un movimento rapidissimo; Harry non ebbe il tempo di reagire, che questi gli afferrò la bacchetta dalle mani e -CRAC- si Smaterializzò, facendo padroneggiare per alcuni istanti sopra le teste dei presenti un alone nerastro.

"Merlino..."

Harry guardò Kingsley per un attimo, il cuore che batteva forte. Albus aveva stretto talmente i pugni che le unghie gli si erano infilzate dentro la carne, lasciando piccoli solchi. Nessuno avrebbe potuto fare qualcosa davanti a quel rapidissimo movimento del Fedele, che, non si sapeva come, era riuscito a scappare dalle corde dell'Incarceramus, le stesse che Elly aveva utilizzato per tenere a bada un lupo mannaro di tre metri.

"Ho un compito per tutti voi" Disse lentamente Harry, posando lo sguardo su ogni presente "Ora che il ladro è tornato di nuovo, voglio chiedervi un favore. Dobbiamo avvertire il Profeta, almeno si spargerà la notizia. Meglio essere preparati. Il ladro sta radunando un forte numero di seguaci, come sospettavo. Inoltre ha un'alto numero di creature. Non sta scherzando. Vuole la guerra. Ma ora dobbiamo solamente mantenere la calma. Bill, tu vai a Pytchley Road, lì troverai Amarog, digli di avvertire Mundungus Fletcher, Aberforth, Sturgis, Ambrius McKinnon, Hestia Jones... il vecchio gruppo di scorta, insomma. Hagrid, devi partire. Trova più giganti possibili e di' loro di non unirsi a lui. Signora Weasley, è inutile dirle che deve avvertire tutta la sua famiglia. James, avverti Cornelius e Draco. Albus, ti spiegheremo tutto, anche a te, Rose" Harry prese a marciare per il salotto, e per un attimo, almeno secondo Al, sembrava che tutto quello che aveva detto qualche istante prima risultasse strano anche a lui stesso. Ma quando parlò di nuovo, il suo tono sembrava decisamente convinto "L'Ordine della Fenice è pronto a tornare".

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