Eroi anonimi

"Cosa? Draco Malfoy? Il padre di Scorpius? " Albus non poteva crederci. Avrebbe voluto che la McGonagall gli urlasse che era tutto uno scherzo.

La Preside fissò il pavimento, incapace di parlare, gli occhi enormi.

"Sì..."

"Ma cosa c'entra lui? Cosa vuol dire? Perché ho sognato... "

"Albus, calma" Lo interruppe "Bi-bisogna solo scoprire se è un fatto già accaduto o un fatto che deve ancora avvenire"

"Come lo scopriamo?" La testa gli pulsava sempre più forte.

"Se Draco sta andando a lavoro" Rispose lei calma.

Albus aggrottò la fronte. Cosa intendeva la Preside?

"In che senso?"

"Dobbiamo sapere se il signor Malfoy oggi e nei scorsi giorni si è presentato al Ministero. Se non ci sta andando vuol dire che gli è capitato qualcosa" Disse a mo' di spiegazione mentre spediva altri Patroni.

"Ok... Professoressa, ma perché ho sognato..." Tentò di chiedere.

"Forse è un avvertimento" Lo interruppe di nuovo e prese a marciare per la stanza.

"Perché a me?!"

"Tuo padre è il proprietario della Bacchetta di Sambuco e il presunto ladro Legilimens vuole farti capire che Harry è in pericolo, ma non so cosa c'entri Draco... ti prego di non parlarne con Scorpius"

"Ma... "

"Chiaro? " La preside assunse un espressione seria, quasi severa.

"Professoressa, ma lui ha il diritto di sapere" Replicò contrariato. Se Draco era in pericole suo figlio avrebbe dovuto essere il primo a saperlo.

"Non oggi Albus, non oggi"

"E quando? " Chiese debolmente impaziente.

"Scriverò a tuo padre per sapere del signor Malfoy"

Albus si limitò a guardarla. Non riusciva a parlare... la testa gli faceva ancora male.

"Puoi andare" Disse la Preside preoccupata, ed Al avrebbe potuto giurare di averle visto due piccole lacrime scenderle lungo la guancia coperta dalle rughe. Si incamminò verso la porta, trascinandosi i piedi: aveva quello destro addormentato.

"Ah... professoressa, volevo chiederle se... insomma... se mi poteva insegnare..."

"Cosa?" Chiese curiosa.

"L'Expelliarmus"

La proposta di Albus era alquanto assurda: chiedere alla preside di Hogwarts di insegnargli un Incantesimo di Disarmo. Al si aspettava un "no" freddo e diretto. La McGonagall lo fissò per un attimo, quasi stupita, ma con un piccolo sorriso sulle labbra: le lacrime erano sparite.

"Oh, volentieri Albus" Rispose la McGonagall come se stesse approvando una proposta per un ballo ad una festa.

"Magnifico" Al non ci credeva. Avrebbe imparato l'incantesimo preferito di suo padre... L'incantesimo che lui, Harry, aveva usato contro Voldemort in quasi tutti gli scontri... La sua firma...

"Era l'incantesimo preferito di tuo padre" Disse contenta.

"Lo so" E se andò. Si aspettava almeno che la McGonagall gli dicesse 'Perché vuoi che te lo insegni?'. Ma non ci pensò molto, visto che era preso da una strana sensazione: un misto tra felicità e terrore.

Era diretto nel dormitorio. Pensò alla stranissima e pericolosa situazione creatasi in quei due giorni. Lui aveva sognato che uccideva Draco Malfoy con la Bacchetta di Sambuco, e forse quest'ultimo era in pericolo, in pericolo di vita, e il figlio di Draco era il migliore amico di Albus. Anche il padre di Al era in pericolo, visto che la Stecca della Morte apparteneva a lui, e il ladro doveva o ucciderlo o disarmarlo, sottraendogli la bacchetta di piuma di fenice, acquistata trenta anni prima da Ollivander. "Se disarmi un mago e gli prendi la bacchetta e questo mago ha anche un'altra bacchetta, quello che lo ha disarmato diventa proprietario d'entrambe le bacchette" Così aveva detto Rose in una cena di famiglia un anno prima.

'Il ladro ha anche schiantato mia madre' Pensò Albus. Be', di certo, era meglio partecipare ad un Torneo Tremaghi, anche se lui non poteva,visto che aveva meno di diciassette anni.

Ora Al voleva solamente dormire, riposare, dimenticare tutto per quelle ore di sonno che avrebbe fatto nel suo comodo, caldo baldacchino. Ma il pensiero che il ladro avrebbe potuto ferire il padre in qualsiasi momento non lo fece dormire. Decise di parlarne con James, suo fratello maggiore, che si trovava in Sala Comune a studiare Storia della Magia.

"Mi stai dicendo che questo ladro dovrebbe uccidere o disarmare papà per impossessarsi del tutto della Bacchetta di Sambuco?" Chiese sussurrando con forza James dopo aver ascoltato il racconto di Al.

"Sì... e vorrei fare qualcosa, aiutare"

"Vorrei? Vorremmo! Si tratta anche di mio padre!" Esclamò lui allargando il petto.

"Sì, giusto"

"Cosa potremmo fare?" James comiciò a far roteare la bacchetta fra le sue mani "Combattere!"

"Abbiamo solo undici anni" Sibilò gelido Al.

"Tu ne hai undici, io ne ho dodici" Replicò il fratello sorridendo.

"Sì undici o dodici non cambia niente. Non abbiamo le forze per combattere contro un mago che ha la Bacchetta di Sambuco"

"E chi lo dice? Siamo dei Potter, papà a dodici anni ha sconfitto un basilisco"

"Con una spada, non con una bacchetta" Disse muovendo la mano nell'aria, come se avesse una spada.

"Hai ragione" James parve un po' scosso. La testa di Al ricominciò a pulsare... come un cuore...

"Io pensavo di... visto che non conosciamo e non siamo tanto abili con gli incantesimi di... Imparare" La butto lì, ma con un tono serio.

"Imparare cosa?" Domandò James chiudendo il libro di Magia e Storia, i due nomi vanno d'accordo.

Albus lo fissò per alcuni istanti... Cosa avrebbero potuto imparare? Poi pensò più intensamente.

"Incantesimi, Schiantesimi..."

"Sì! Così ti voglio, fratello!" James sembrava felice.

"La McGonagall mi insegnerà l'Expelliarmus" Aggiunse arricciando le labbra in un sorriso.

"Ho un amico del quinto anno che sà fare lo Stupeficium, e indovina cosa, anche? L'Exscindo!" Esclamò contento.

Albus spalancò la bocca e lo guardò con occhi sognanti.

"James, quello sì che è un incantesimo! La Umbridge ci insegnerà l'Incanto Patronus"

"Bene, impariamo più che possiamo, poi vedremo cosa fare" Disse serio James, alzandosi dalla sedia, il libro in grembo.

"D'accordo... comunque papà mi ha mandato la Mappa del Malandrino via gufo"

"Cosa? A te? E perché non a me?" Sembrava offesso.

"Devo tener sott'occhio un po' di persone" Mormorò a mo' di scusa.

"Ma cosa... non è giusto... " James diventò paonazzo e le orecchie gli si colorarono di rosso.

Albus uscì dal dormitorio del fratello e si diresse nel suo, dove dormì per ben tre ore, dimenticandosi di fare la montagna di compiti di Storia della Magia.

Il giorno dopo Albus fece colazione con Rose, Elly, Margarit e Scorpius. Il cielo incantato della Sala Grande sparava raggi di sole sui lunghi quattro tavoli, che brillavano sotto quel bagliore immenso.

"Io non capisco perché non mettono i Cornecio!" Esclamò Scorpius mentre masticava dei wafer al cioccolato.

"Ti piacciono i Cornecio? Che schifo!" Gli disse Rose facendo finta di vomitare.

"Cornetti al gusto di lasagna... Li adoro!"

"Scorpius, non farmi passare la voglia di mangiare" Esclamò Elly, che stava sorseggiando del tè verde.

"Ok, sto zitto" Scorpius si concentrò sui wafer.

"Ehi ragazzi, guardate la Umbridge, è da mezz'ora che parla con la McGonagall" Notò Margarit.

I volti dei cinque si voltarono immediatamente sul tavolo degli insegnanti. "Saranno cose importanti" Rose diede un'occhiata furtiva ad Al.

"Sì, molto importanti" Approvò lui. Non poteva dire niente a Scorpius... Voleva tanto dire che la vittima del sogno era suo padre. Chissà quando lo avrebbe scoperto.

Ad una decina di metri dai cinque amici, James e Fish Munker, un ragazzo del quinto anno abbastanza alto e con dei capelli blu corvino, provavano degli incantesimi sulle tazze del tè, che si frantumavano e si ricompattavano con un leggero tocco di bacchetta.

Una settimana passò così velocemente che Albus si scordò di chiedere alcune cose importanti alla McGonagall.

"Professoressa!" La chiamò nella Sala Grande in un pomeriggio di forte pioggia. Il vento fuori batteva contro le mura, e gli uccelli in volo facevano fatica a spalancare le ali.

"Albus, caro. Dimmi"

"Notizie sul padre di Scorpius?" Voleva assolutamente saperlo.

"Tuo padre ancora non mi risponde, ed è l'unica persona del Ministero con cui posso parlare del sogno e di Draco" Gli rispose in tono febbrile. Il suono di un tuono echeggiò nella sala.

"D'accordo"

La McGonagall lo fissò. Poi prese a chiedere "Albus, con chi hai parlato del nostro discorso della settimana scorsa?"

"Solo con mio fratello James"

"Bene, e come mai non lo ha riferito anche alla signorina Weasley?"

"Oh, è vero, me ne sono dimenticato" In effetti non ne aveva parlato con la sua cugina preferita. Quei giorni la testa gli continuava a fargli male e a pulsare.

Al se ne andò e, dopo aver consultato la Mappa del Malandrino, si diresse da Rose nella Sala Comune, calda e piena di studenti.

"Rose! Vieni!" La chiamò mentre studiava Storia della Magia con un'alunna del secondo anno.

"Siamo pieni di compiti, che c'è?" Chiese lei sbuffando.

"Ti devo parlare!" Sussurrò guardandosi intorno.

Si misero seduti sulle soffici poltrone rosse e, sempre sussurrando, Albus spiegò tutto quello che aveva da dire.

"Draco?! Il padre di Scorpius!? Oh mio dio, per il rasoio di Hagrid che non usa mai! Ma... ma... Ora dov'è?"

"Chi? Hagrid? Nel capan..."

"Draco! Imbecille!"

"Ah, la McGonagall ha scritto a mio padre per sapere se il padre di Scorpius sta andando regolarmente al Ministero, ma non ha ancora risposto... Scorpius non lo deve sapere"

"Che guaio, bisogna sapere assolutamente sapere se Draco sta bene!"

"Ciao ragazzi, parlate di me?" Proprio quando i due non se lo aspettavano, spuntò Scorpius, la veste inzuppata di fango e un'espressione abbastanza arrabbiata e delusa.

"Oh no no, per niente, stavamo parlando delle fantastiche avventure di zio Harry" La buttò lì Rose fissando la veste sporca di Malfoy.

"Ah ok" Scrollò le spalle e si girò.

"Ma cosa hai fatto? Sei tutto sporco! "

"Oh, Spartamus e Luxurum mi hanno fatto inciampare mentre ero in giardino, stava cominciando a piovere" Confessò diventando rosso.

"E non ti sei difeso? " Domandò Albus incredulo. Se Scorpius aveva il coraggio di affrontare un alunno del quarto anno perché mai non avrebbe dovuto affrontare un alunno del primo?

"C'era il professor Longbottom" Disse abbassando lo sguardo "Mi vado a fare una doccia" E filò su per le scale a chiocciola.

"Si, mi sembra l'unica cosa che debba fare" Gli urlò Rose cercando di sovrastare le voci che echeggiavano nella sala di ritrovo Grifondoro.

La mattina seguente prevedeva Volo, Storia della Magia e Difesa contro le Arti Oscure.

"Buongiorno ragazzi"

"Buongiorno professoressa Umbridge" Risposero in coro mettendosi seduti.

Albus si mise seduto vicino a Scorpius, che fissava Connor in fondo all'aula, gli occhi ridotti a fessure.

"Via le bacchette" Ordinò la vecchia amante dei cardigan rosa.

Patrick Finnigan e altri ragazzi del primo anno Serpeverde sbuffarono.

La Umbridge scrisse sulla lavagna 'I principi dei Patroni'

"Innanzitutto vi chiederete cosa sia un Patrone, o Patronus" La Umbridge cominciò a parlare "È un incantesimo, si dovrebbe studiare nel sesto anno, ma, visto la notevole presenza di Dissennatori è cosa giusta insegnarvi l'Incanto Patronus. Dicevo, è un incantesimo molto complesso che richiede estrema concentrazione. Consiste nell'evocare con la bacchetta una figura argentea, che difenderà l'evocatore per tutto il tempo in cui quest'ultimo resterà concentrato sul proprio intenso ricordo felice. Il Patronus si può manifestare sotto forma di nebbiolina argentea, o sotto forma di una figura, in tal caso si parla di Patronus Corporeo. Vi prego di prendere appunti ragazzi" La Umbridge parlò per un'ora: un monologo, ma non un monologo noioso e stressante, un monologò che penetrò nelle orecchie degli studenti con leggerezza. Albus era rimasto affascinato da quella lezione e non vedeva l'ora di evocare un Patronus. Chissà se ci sarebbe riuscito.

A Storia della Magia Al fece sottrarre dieci punti a Grifondoro per non aver svolto i compiti: una ricerca sugli incidenti con la Metropolvere nel corso della storia. Il più famoso episodio, lesse Rose dalla sua pergamena, era stato quello di una donna di nome Violet Tillyman, che nel 1855, in seguito a una discussione con il marito Albert, presa dalla tristezza entrò tra le fiamme dicendo 'Voglio andare a casa di mia madre'. Poiché stava singhiozzando mentre pronunciava la frase, le cose non andarono come avrebbero dovuto. Albert, dopo due settimane, rendendosi conto che la casa stava diventando un po' sporca, si gettò tra le fiamme e raggiunse la casa della suocera, scoprendo che Violet non era lì. La donna non ricomparve per ben vent'anni, fino a dopo la morte di Albert, quando si ripresentò in pubblico raccontando che per sbaglio era finita a casa di Myron Otherhaus in Bury St Edmunds - un mago molto attraente- e che aveva avuto sette figli.

Nei seguenti giorni Albus e James, che avevano deciso di allenarsi con duelli nella Foresta Proibita, si esercitarono sull'Exscindo, un'incantesimo approvato dal Ministero nel 2005, che causava forti dolori alle ossa e dando una spiacevole sensazione di bruciore.

Albus levò la bacchetta contro un albero molto robusto "Exscindo!"

Non successe nulla, tranne che per un piccolo sbuffo bluastro che uscì dalla sua bacchetta.

"Ti faccio vedere io" James puntò la bacchetta sullo stesso albero "Exscindo!"

Niente.

"Fish dice che bisogna concentrarsi sull'oggetto o la persona che si vuole colpire. Bisogna immaginare l'incantesimo che fuoriesce dalla bacchetta prima che lo si pronunci" Disse James fissando l'albero intensamente.

Albus si concentrò, prese bene la mira e urlò "EXSCINDO!"

Dalla bacchetta fuoriuscì una scia bluastra che colpì l'albero e cadde con un tonfo pazzesco, alzando un nuvolone di polvere e terra.

"WOW! FENOMENALE! " James era entusiasta. Albus era soddisfatto.

"Menomale che l'albero si trova lontano dal castello, se ci avesse visto il professor Longbottom saremmo stati fregati. Spaccare un albero, assurdo no? " Albus rise, mentre i due si incamminavano nel castello. Era buio e cominciò a fare freddo. L'erba si ghiacciò e i due fratelli cessarono di ridere, tutta la felicità che pochi secondi prima avevano sembrava volata via. Il freddo aumentò. La tristezza invase Albus e le stelle sopra di loro sparirono... tutto diventò buio... troppo buio.

"No, non di nuovo" Sussurrò James.

Si girarono, lentamente. Dieci o quindici Dissennatori avanzavano diretti su di loro, le mani putrefatte, i mantelli malridotti, bucati e sporchi, e una grossa, spaventosa bocca al posto del viso. Erano così scheletrici...

Albus tentò di prendere la bacchetta e di pronunciare "Expecto Patronum" mentre pensava al suo smistamento in Grifondoro, ma dalla bacchetta non uscì nemmeno una scintilla argentea. Le orribili creature avanzarono lentamente su Albus e James, indifesi, incapaci di evocare un Patronus.

Dei passi dietro di loro fecero capire ad Al che non erano soli: c'era certamente qualcun'altro, e li stava osservando. Un Dissennatore lo toccò, facendolo tremare. Dietro i due Grifondoro sembrava esserci più di una persona, ma non capirono chi, non riuscivano a girarsi... la testa di Albus sembrava esplodere. I due caddero in ginocchio. Mentre venivano toccati da una quindicina di Dissennatori, un animale d'argento dietro i due si formò a mezz'aria, ma Al non riuscì a distinguerne la specie. Un altro animale argenteo si formò dietro Albus e James, attaccando i Dissennatori e facendoli allontanare. Ma Albus appena tentò di vedere le persone che avevano salvato lui e il fratello, si afflosciò a terra sull'erba ghiacciata e chiuse gli occhi, il cuore e la testa pulsanti.

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