Artigli e Patronus
"Lumos" Harry illuminò meglio il tronco.
Ora Albus riusciva a vedere il braccio dell'essere dietro l'albero. Era pieno di peli scuri e sulle mani aveva dei lunghi artigli. Non sembrava essere un umano. Albus spalancò gli occhi, terrificato. No, non poteva essere quello che stava pensando...
"Via papà! Un lupo mannaro! "
La mostruosa creatura uscì allo scoperto. Era spaventosamente enorme: alto circa due metri, i peli grigiastri, quasi sul nero. Era ricoperto da macchie di sangue sul largo petto e sui denti affilati. La corporatura era mostruosamente robusta: le sue gambe avrebbero potuto pesare quanto Al. Aveva degli occhi terrificanti, come se lanciassero delle maledizioni. Erano degli occhi malvagi, profondi, di un azzurro scurissimo. Ma non sembrava un vero e proprio lupo: si reggeva a due zampe, come gli umani. Il suo respiro profondo metteva i brividi ad Al, che rimase lì, immobile, fissando la creatura.
"CORRI!" Harry prese per il braccio il figlio e cominciarono a correre, velocissimi, senza una meta. L'unica destinazione era la salvezza. Il lupo li guardò per un istante, poi li rincorse: stavolta correva a quattro zampe, e ogni volta che sbatteva i piedi a terra un tonfo pesante echeggiava nella foresta. Corsero più che potevano, dando il massimo.
"Stupeficium!" Urlò varie volte Harry, la bacchetta stretta in pugno, ma il lupo respingeva gli Schiantesimi con la sola forza del braccio.
"Confingo!" Harry creò un'esplosione potente, che fece cadere un albero, ma che mancò il lupo. Svoltarono a sinistra, sperando di confondere l'essere. Si sentivano solamente i respiri affannati dei due Potter e gli incantesimi che uscivano dalla bacchetta e colpivano gli alberi.
"Exscindo! " Urlò Albus. Dalla sua bacchetta fuoriuscì un'enorme raggio bluastro, ma la creatura si proteggeva sempre con il braccio massiccio coperto di peli grigio scuro, sparando gli incantesimi contro gli alberi.
Le radici sotto i piedi di Albus e Harry uscivano di fuori, e diventavano sempre più grandi man mano che andavano chissà dove... Si stavano addentrando nel cuore della foresta... La luna piena illuminava a tratti i loro volti, ansanti e terrorizzati.
Ma successe quello che non avrebbe mai dovuto accadere: Albus inciampò. Sbatté la faccia sulla terra fresca e sentì il naso rompersi con un rumoroso crac. Fiotti di sangue gli colarono sulle labbra... Il lupo correva nella sua direzione... prima o poi l'avrebbe preso... l'avrebbe ucciso.
Venti metri... quindici metri... dieci metri... si avvicinava sempre di più. Harry, che stava continuando a correre, si voltò e, con un'espressione decisamente preoccupata, tornò indietro dal figlio, scagliando Schiantesimi contro il lupo mannaro, ma invano. Poi, una folle idea illuminò la mente di Al.
"Vitus Ogectum! " Puntò la bacchetta contro un albero, che si mosse all'improvviso, come se avesse un cervello. Si staccò dal suolo e colpì in pieno il lupo, che ululò dal dolore e si accasciò a terra.
Al si alzò da terra e cominciò a correre insieme al padre. Corsero più veloci di quanto non avessero mai fatto in vita loro, sperando che il lupo non li avrebbe più rincorsi. Dopo due minuti di lunga corsa, nemmeno una traccia di quel mostro. Cominciarono a rallentare il passo, prendendo fiato.
"Wow, bella mossa figliolo" Rise Harry asciugandosi il sudore sulla fronte con la manica del vestito.
"Uh, g-grazie papà" Albus riusciva a stento a parlare, aveva un fiatone assurdo e il cuore gli martellava forte sul petto.
"Incantesimo Vitale, te l'ha insegnato Seamus, vero?" Chiese il padre.
"Sì" Rispose mentre si guardava intorno: aveva sentito un rumore alquanto insolito.
"Bene. Credo che do... "
Sbam.
Il lupo apparve dal nulla, colpì Harry e lo trascinò con sé, nell'oscurità.
Albus si guardò intorno: non c'era nessuna traccia del padre. Tese le orecchie al massimo. Prese la bacchetta dalla tasca e la mise tesa davanti a sé. Il cuore gli batteva fortissimo... Dov'era Harry? Un silenzio impenetrabile calò sul posto. Ma poi, sussultando, sentì dei rumori dietro dei cespugli... come se qualcuno stesse lottando. Levò la bacchetta, pronto a scagliare qualsiasi incantesimo. Poi, un po' sporco di terra e una piccola ferita su una guancia, Harry si alzò da dietro il cespuglio e lo scavalcò.
"Ok, credo di averlo finito" Disse riprendendo fiato. Si avvicinò verso il figlio, scrollandosi la terra di dosso.
Ma Albus alzò gli occhi...
"Sì papà, CREDI! " Disse Albus fissando con le pupille dilatate il lupo che si rialzava mostrando il suo massiccio corpo.
"Stupeficium! " Lo schiantesimo di Albus colpì in pieno petto il lupo mannaro, che cascò a terra alzando una nuvola di polvere mista a terra.
Senza esitazioni, Harry cominciò a camminare. Albus lo imitò, ancora la testa girata verso la creatura a terra.
"Andiamo! Guidami" La bacchetta di Harry si mosse, come se il vento vi ci fosse soffiato sopra. "Incantesimo Quattro Punti, serve per orientarsi, vedi? La bacchetta si muove come l'ago della bussola, sempre al nord" Spiegò al figlio.
Si incamminarono a nord, in direzione del castello.
"Come va col naso?" Chiese a suo figlio rompendo quello strano silenzio.
"Oh" Albus l'aveva perfino dimenticato "Credo che sia rotto"
"Aspetta, stai fermo" Harry puntò la bacchetta sul naso di Al e, borbottando una formula che Al non comprese, lo rimise a posto: Albus si sentì improvvisamente più pulito. Il suo cuore batteva ancora forte, e la testa pulsava ininterrottamente.
"Folle! Attaccarci così! All'improvviso! Papà, chi era quel.. quel.. lupo mannaro?"
Harry lo guardò con un'aria decisamente preoccupata.
"Non ne ho la minima idea, e non so nemmeno perché c'ha attaccati"
"Ci stava seguendo! Ci ha seguiti per tutto il tragitto! Io..."
"Lo so, mentre andavamo alla quercia dove ci siamo esercitati mi pareva di aver visto una coda che sporgeva da un albero" Confessò distrattamente.
"Non me l'hai detto?" Chiese incredulo Al.
"Ho detto 'mi pareva di aver visto', non ne ero certo" E affrettò il passo, guardandosi ogni tanto alle spalle. L'oscurità della foresta diventava sempre meno fitta.
"Fatto sta che siamo stati attaccati da un lupo mannaro alto due metri, che respingeva quasi tutti i nostri incantesimi!" Urlò in un sussurro Al.
Harry si bloccò di colpo, e si massaggiò la cicatrice a forma di saetta, che, pur essendo sbiadita, era ben visibile sotto i pochi raggi della luna.
"Incredibile... tu..."
"Cosa?"
"Hai steso quel mostro con lo Stupeficium. Insomma, lo avevi appena imparato... è meraviglioso" Disse mentre riprendeva a camminare.
"Sì, veramente incredibile!" Albus ancora non ci credeva: aveva Schiantato un lupo mannaro nel bel mezzo della Foresta Proibita, con il naso rotto e il sangue sul viso.
"Al, non aprire bocca riguardo questa faccenda, ok? Nessuno lo deve sapere! Nemmeno Rose!" Esclamò Harry assumendo un'aria piuttosto seria.
"Perché?" Domandò curioso Al: a Rose diceva sempre tutto.
"Non vorrai dire in giro che c'è un Lupo Mannaro ad Hogwarts, no? Si creerebbe il panico..."
"Hai ragione, si spaventerebbero tutti" Approvò Albus pensoso.
Arrivarono davanti il capannone di legno di Hagrid, le cui luci sparavano raggi sui volti dei due.
"Bene. Al, sei stato magnifico stasera! Per il tuo primo combattimento niente male! Ma siccome sono un Auror, devo indagare di più su questa faccenda... non mi piace per niente quella bestia"
"Niente male? Ti ho salvato la vita!" Rise Albus. Harry lo imitò e sfilò la bacchetta di tasca. Solamente in quel momento Al notò quanto erano sporchi i suoi vestiti: di certo non poteva entrare ad Hogwarts così.
"Accio Mantello dell'Invisibilità!" Disse Harry alzando la bacchetta verso il castello. Dopo quelli che avrebbero potuto essere una cinquantina di secondi, il mantello avanzò verso di loro fluttuando nell'aria.
"Tieni Al, vai su nel dormitorio e fatti una doccia! Hai delle macchie di sangue sul viso. Albus, grazie e... qualsiasi cosa accada dimmelo, se c'è qualcosa di strano, insomma. Cercherò di scoprire chi era il lupo, ok? Vai, ci vediamo domani, io alloggio in un albergo ad Hogsmeade" Gli diede una pacca sulla spalla e, assicurandosi che fosse entrato dentro il castello, andò al villaggio magico.
Mentre Albus tornava nel dormitorio pensò alla magnifica, spaventosa serata: aveva combattuto contro un lupo Mannaro col padre, che, se non fosse stato per lui, sarebbe morto. Ma perché una creatura del genere avrebbe dovuto attaccare due persone? Aveva voglia di sbranare qualcuno? Cercava qualcosa? Chi era? Ma ora voleva solo lavarsi e poi dormire, immergendosi nei sogni più stravaganti.
"Buongiorno Al"
"Buongiorno Rose, Elly, Margarit" Rispose lui arricciando le labbra in un piccolo sorriso.
"Stai bene? Ti sei ripreso?" Domandò a raffica Margarit. "Sono davvero brutti quei Dissennatori... quando l'ho visti sul treno mi sono sentita..."
"Sì... sì, mai stato meglio" Disse lui. L'attacco dei Dissennatori lo aveva perfino dimenticato.
"Cos'hai fatto al naso?" Domandò la Weasley, gli occhi ridotti a piccole fessure.
Albus cercò di assumere un'espressione indifferente.
"Io? Cos'ho fatto?"
"Hai un graffio vicino al naso" Elly indicò una piccola riga rossastra.
"Oh, veramente?" Albus fece il vago.
"Sì, caro Albus" Rose si insospettì in un battibaleno: Al abbassò lo sguardo e sperò che non continuassero a fargli domande.
"Ciao ragazzi" Apparve Scorpius, i capelli spettinati e gli occhi verdi scintillanti alla vista di Rose.
"Oh, Scorpius, andiamo a lezione" Squittì Albus muovendosi goffamente. "Mi hai salvato da una situazione complicata" Gli sussurrò all'orecchio sorridendo.
Si diressero nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, che era addobbata con strani piattini rosa e quadri che ritraevano ferite e creature mostruose.
Quando il quintetto entrò nella classe, Connor Spartamus li squadrò, guardandoli con disprezzo. I suoi occhi indugiarono su alcuni secondi su Rose, poi si posarono su Albus, e parvero lanciare maledizione mortali.
"Ma cosa vuole?" Mormorò Scorpius ad Al sedendosi ad un banco coperto da scritte e piccoli disegni animati.
"Non chiederlo a me... Quanto lo vorrei affatturare"
"Buongiorno a tutti" Tuonò allegra la voce della professoressa Umbridge, che quel giorno indossava un cerchietto rosa e viola sui folti capelli color topo.
"Buongiorno professoressa Umbridge" La salutarono tutti in coro.
"Bacchette in mano, oggi pratica dell'Incanto Patronus!"
Ad Albus brillarono gli occhi: era entusiasta. Voleva subito dimostrare la sua ancora inesistente bravura nei Patronus... Chissà se ci sarebbe riuscito.
"Bene ragazzi, signor Rascuf la prego di prendere la bacchetta" Sicura che tutti avrebbero preso il bastoncino di legno, prese a parlare. Cominciò con un monologo di un minuto: un assaggio della pratica dei Patroni, mostrando il movimento della bacchetta e di quanto fosse importante la concentrazione mentale.
"Un ricordo felice ragazzi, un ricordo felice. Bene, ora, in perfetto ordine, vi voglio in fila, davanti a me"
Spintoni e risate invasero l'aula, tutti volevano essere primi. Albus era rimasto seduto, sicuro che sarebbe successo. Con calma si alzò e andò all'ultimo posto. L'aula era abbastanza grande.
"Bene, cominciamo dagli ultimi" Ridacchiò la Umbridge. Un "No!" e un "Cavoli" si levò dalla lunga fila Serpeverde-Grifondoro.
"Ricordate ragazzi, i primi saranno gli ultimi. Proverbio Babbano" Sghignazzò "Signor Potter, venga" I suoi occhi indugiarono sul ragazzo come se lo desiderasse...
Sotto gli sguardi di tutti, Al si fece avanti.
"Se avessimo anticipato questa lezione signor Potter, forse ieri non sarebbe andato in infermeria" Sussurrò la Umbridge guardandosi intorno.
"Lo pensavo anch'io, professoressa" Le rispose asciutto. Sfilò la bacchetta dalla tasca con aria di sfida e fissò un punto davanti a lui.
"Bene, arriviamo al dunque. 'Expecto Patronum', scandisca bene le parole. Un bel ricordo signor Potter"
Albus strinse la bacchetta. Un ricordo felice, cosa poteva pensare? Lo smistamento in Grifondoro.
"Ok, sono pronto!"
"Produca il suo Patrone ovunque" Squittì ridacchiando.
Albus puntò la bacchetta nel vuoto, pensò alla sua famiglia: per lui non c'era cosa più bella.
"Expecto Patronum!" Un piacevole calore si propagò per tutto il braccio, fino ad arrivare alla mano. Dalla punta della bacchetta uscì un puntino bianco, che poi crebbe fino a diventare una grande nebbiolina argentea, come una nuvola. Tutti guardarono la magnifica scena con gli occhi che roteavano su Al e sulla forte luce, come se stessero assistendo ad una partita di tennis. Partì perfino qualche applauso. Ce l'aveva fatta, ci era riuscito, dopo il fallimento del Patronus con i Dissennatori, quelle creature orrende. Per Albus saper fare quel tipo di magia molto complicata fu una soddisfazione enorme. Voleva rimanere a fissare il suo Patronus per ore, provando a guardare i suoi inesistenti dettagli, a ricordare il suo bel ricordo. Guardarlo era come guardare i suoi migliori ricordi impressi nella sua mente...
Anche la Umbridge era incredula, ma un vago sorriso continuava ad aleggiargli sulle labbra strette.
"O-ottimo signor Potter, veramente eccezionale. Di solito al primissimo tentativo non ci si riesce mai... sono lusingata"
Al smise di pensare ai bei ricordi con la sua famiglia e la nuvola argentea si dissolse nell'aria.
"Bravo Albus!"
"Sei forte Al!"
"Al primo tentativo!"
Scorpius, Rose e alri Grifondoro si complimentarono mentre si metteva seduto sul banco.
"Signorina Alamon" Chiamò la Umbridge scorgendo un'occhiata ad una pergamena giallastra.
"Sì?" Risposero le due gemelle in coro.
"Ehm... Signorina Margarit Alamon, venga" Ridacchiò la Umbridge. Posò la pergamena sul tavolo e i suoi occhi incontrarono per un attimo quelli di Albus.
Margarit non riuscì ad evocare il suo Patronus, e nemmeno i successivi cinque Serpeverde. Ogni persona provava almeno un paio di volte, illudendosi di farcela.
"Non vi allarmate ragazzi, è la prima volta! Questa è magia molto complicata, e al primo tentativo è difficile riuscirci, ma poco fa il signor Potter ci ha dimostrato che tutto è possibile, bisogna solo concentrarsi" Disse a mo' di spiegazione. "Signorina Weasley"
Rose avanzò verso la Umbridge, e le due, stranamente, risero, come se comunicassero con gli occhi.
La Weasley si posizionò immediatamente davanti la cattedra e levò la bacchetta.
"Expecto Patronum!" Al posto della nebbiolina ne fuoriuscì un leone argenteo: era magnificamente enorme. Quello era un Patronus corporeo. Rose rimase con la bacchetta in aria, e ammirava il suo splendido leone fluttuare per l'aula.
"La bravura della signorina Weasley ha appena fatto ricevere trenta punti a Grifondoro" Disse la Umbridge. Rose, ridendo felice e soddisfatta, si mise seduta al banco dietro di Albus.
"Signor Malfoy" Chiamò di nuovo la professoressa.
Scorpius camminò lentamente e dall'espressione che stava assumendo, Al capì che non gli andava per niente di fallire davanti a tutta la classe.
"Pronto Signor Malfoy?"
"S-si, Espeto Patronum!" Bofonchiò.
"Signor Malfoy, è Expecto Patronum" Lo corresse ergendosi in tutta la sua altezza la professoressa.
"Sì, giusto... ok" Trasse un profondo sospiro, poi "Expecto Patronum!" Disse convinto. Un fantastico ghepardo illuminò la stanza: era accecante. La luce illuminò tutti gli angoli della stanza e i volti stupiti degli alunni in fila. Malfoy non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto. Chissà a quale ricordo aveva pensato, si chiese Albus guardando sbalordito il suo amico.
Poi toccò a Connor Spartamus, e, sempre sotto gli sguardi meravigliati dei presenti, produsse una piccola nebbiolina argentea.
Tutti gli alunni restati fallirono.
"Benissimo ragazzi, eccellente! Quattro dei miei alunni sono riusciti ad evocare un Incanto Patronus, veramente un ottimo inizio per dei ragazzi del primo anno, eccezionale, non ci crederà nessuno! Sono lusingata"
"Ragazzi, siamo stati fenomenali!" Esclamò Scorpius mentre usciva dall'aula, la borsa in spalla.
"Be', io già lo sapevo fare... Complimenti a voi due" Commentò Rose legandosi i lunghi capelli in una cosa.
"È stato meraviglioso..." Albus fissava il pavimento che scorreva sotto di lui.
"Albus, Scorpius!" La voce di Harry Potter echeggiò per il corridoio. Al si voltò, e con sua grande sorpresa vide suo padre con Draco accanto.
"Papà" I due si avvicinarono ai loro padri "Ci vediamo dopo Rose!" Dissero all'unisono.
"Papà, ho appena evocato un Patronus!" Squittì contento Malfoy.
"Cosa?" Harry e Draco si diedero un'occhiata del tipo ma-di-cosa-sta-parlando?
"Anch'io papà!" Intervenne Albus imitando con la bacchetta il movimento per produrre un Patronus.
"Ma cos..."
"A Difesa Contro le Arti Oscure! La Umbridge ce l'ha insegnato per difenderci dai Dissennatori! Visto che Hogwarts è piena di quei mostri, la professoressa ha voluto insegnarci..."
"Avete undici anni! È magia avanzata!" Replicò Draco interrompendolo.
"Ah, quindi a te non importa di avere un figlio capace di evocare un Patronus?" Chiese aggrottando la fronte Scorpius.
"Oh, sì... certo!"
"Incredibile, apprendete così velocemente. Siamo orgogliosi di voi!" Disse contento, ma alcuni secondi dopo diventò serio. "Al, ho visto il tuo sogno. Confermo che la vittima è Draco, e siamo sicuri che sia in pericolo" Scorpius abbassò gli occhi "Tranquillo, proteggerò io tuo padre, avrà sempre una scorta che gli guarderà le spalle. Ovviamente anch'io sono in pericolo. Solo il Ministero è a conoscenza di tutta la storia, ho scritto a Kingsley"
"Papà, promettimi che finirà tutto" Disse Albus con un fil di voce.
"Figliolo, siamo solo all'inizio di quella che sarà una possibile, lunga guerra"
"E una lunga ricerca" Aggiunse Draco passandosi una mano tra i capelli color platino.
"Ho parlato con tutti i professori, e, questa è bella, hanno detto che Hogwarts è un luogo sicuro. Ma, caro Al, quando andavo io a scuola, dicevano questa frase ogni volta che accadeva qualcosa di strano. E indovina un po'? Dopo un paio di giorni giravano Basilischi e Mangiamorte per il castello"
"Harry, parlo un po' con Scorpius... ci vediamo dopo" Draco prese il figlio e si incamminarono fuori nei lunghi prati.
Harry si mise in ginocchio per parlare meglio con Albus. Si guardò un istante intorno e poi prese a parlare.
"Al, stasera ritornerò a Londra. Non sono riuscito a scoprire chi fosse quel lupo mannaro, cerca di investigare tu -gli fece l'occhiolino-, non credo che ci abbia attaccati per puro caso. Promettimi che ti saprai difendere, anche se sei ancora piccolo, tu sei un Potter e i Potter vanno avanti, non si arrendono mai, nemmeno davanti al mago Oscuro più forte di tutti i tempi. Vedrai, quando crescerai, sarai un vero eroe. Tieni sotto controllo la Umbridge, ora vai" Albus fece per andarsene "Ah, Al, di nascosto ho aggiunto venti punti a Grifondoro, non dirlo a nessuno" Harry rise e se ne andò. Albus rimase lì impalato per alcuni secondi, poi scosse la testa e si incamminò in Sala Comune. Svoltò in un corridoio e corse più che poté: Peeves teneva in mano dei gessetti.
"Oh, ciao Al!" Sbatté contro una delle tante cugine Weasley.
"Ciao Roxanne" Esclamò felice di doversi preoccupare ad altro che a correre da Peeves il Poltergeist.
"Come stai?" Domandò la Weasley. "Sei guarito? Ieri in infermeria continuavano a dire che vogliono cacciare i Dissennatori"
"Benissimo, mi sono subito ripreso... Penso anch'io che debbano cacciare quelle creature"
"Già..."
"Bene"
"Vado di fretta. Ci vediamo" Lo baciò sulla guancia e corse giù per una scalinata.
Al, invece, prese la lista dell'orario. Si arrampicò su una rampa di scale, percorse vari corridoi giù nelle segrete ed entrò nell'aula di Pozioni. Il professor Lumacorno, durante la lezione, lo scrutava con aria preoccupata, ed Al si chiedeva cosa volesse. Dopo aver preparato una pozione Restringi Mani, che Rose preparò a meraviglia, andò dal professore, che era seduto pensoso su una sedia malridotta.
"Oh Albus... volevo scambiare due parole con te"
"Mi dica professore" Disse un po' curioso.
"Mi dispiace molto per il tuo sogno, hai s-solo undici anni..." Bofonchiò mentre si lisciava i grossi baffi biancastri.
"Lo so professore"
"Ho parlato con tuo padre. Lo prenderanno, non temere"
"Lo spero" Fece per andarsene.
"Albus" Lo chiamò di nuovo, gli occhi contornati da una sfumatura nerastra.
"Sì professore?" Al lo guardò con educata curiosità.
"Stai attento... saranno molti i pericoli che affronterà il mondo magico"
"Lei che ne sa, professore?"
"Me lo sento" Sibilò.
Albus, abbastanza perplesso, se ne andò. Si diresse nella Torre dei Gridondoro.
"Patate e ragni" Sussurrò alla Signora Grassa.
"Se lo dici tu" E il quadro si aprì lentamente.
Entrò nella sala, dove si mise seduto su una soffice poltrona bucherellata e pensò. Pensò che ora la vita di Draco Malfoy era davvero in pericolo: non c'erano dubbi. Pensò che doveva scoprire di più, anzi, tutto, sul Lupo Mannaro con cui aveva lottato. Chi era? Perché aveva attaccato lui ed Harry? Ogni giorno ne spuntava una, e la testa di Albus era stracolma di punti interrogativi.
Quella sera fece capolino su in cielo una bella luna circondata da miriadi di stelle. Rose, Scorpius ed Albus si diressero nella Sala Grande per cenare: il soffitto incantato mostrava qualche nuvola nerastra.
"George mi ha mandato uno scatolone pieno di dolci e di oggetti per fare scherzi!" Disse Rose ai due, mentre mangiava la zuppa di zucca "Il suo negozio prima che iniziasse la scuola andava a gonfie vele"
"Bene, sarò ponto a fivorare fuffi i folci, e a fare scherzi a quelli fiù gradi... Fi comportano come fe foffero dei super sapienti" Disse Scorpius con la bocca stracolma di pollo.
"Avete visto Connor Spartamus?" Rose abbassò la voce per non farsi sentire da Molly Weasley Jr e Godys McDonald, che stavano mangiando animatamente del coniglio arrosto.
"Lo conosci? Allora?" Chiese interrogativo Albus.
"Questa notte è stato sorpreso da Filch il custode mentre rubava delle pozioni nella scorta del professor Lumacorno"
"Cosa? Delle pozioni? E perché mai avrebbe dovuto farlo?" Al si stava soffocando con un pezzo di pollo fritto.
"Non lo so!"
"A me quel tipo non piace!" Aggiunse Scorpius, che con Spartamus aveva avuto un inconveniente abbastanza irritante. "Pozioni... mah... starà elaborando qualcosa con quello stupido di Luxurum"
"Non lo so... ma la McGonagall era su tutte le furie, non l'ho mai vista così allarmata!" Sussurrò Rose.
"Sarà successo qualcosa che non ha preso bene, qualcosa di grave" Ragionò Albus sorseggiando del succo di zucca.
"Non so... Era tardi, le tre mi sembra..."
"Rose, ma tu come fai a saperlo?" Albus smise di mangiare, il suo stomaco non ne poteva più.
"Ho sentito alcuni Serpeverde nella Sala d'Ingresso che ne parlavano, e indovinate chi c'era? Luxurum. Aveva un espressione orribile e cercava in tutti i modi di trovare una scusa per andarsene via"
"C'è sotto qualcosa..." Albus guardò Elly, che stava mangiando un budino. Il suo stomaco gli si contorse, e sentì un liquido caldo bollirgli nella zona in cui avrebbe dovuto esserci il petto.
"Cosa c'è?" Il labbiale di Elly era chiaro e le sue guance diventarono rosse.
"Niente" Urlò in un sussurrò Albus. Imbarazzato più che mai, prese a fissare il soffitto.
In quel mentre, la grande porta di quercia della Sala Grande si spalancò. Harry Potter e Draco Malfoy avanzarono sorridendo verso il tavolo degli insegnanti.
"Al, c'è tuo padre!" Lo avvertì Rose dandogli una gomitata alle costole.
Tutti gli occhi della Sala Grande erano fissi su loro due, che camminavano lungo il tappeto rossastro con aria decisamente felice.
"Harry Potter!"
"Ma quello è Harry Potter!"
"Incredibile!" Esclamarono alcuni alunni che non sapevano ancora della visita di Harry e di Draco.
Arrivarono dalla McGonagall, che stava cenando insieme al professor Frigan e Lumacorno.
Parlottarono per una manciata di minuti e infine Harry si voltò verso gli alunni:
"Buonasera ragazzi!" Un applauso invase la Sala Grande "Ci sono delle cose che devo riferirvi..."
Raccontò che l'oggetto rubato ad Hogwarts era la Bacchetta di Sambuco, visto che la maggior parte degli studenti non lo sapeva. Raccontò che il ladro avrebbe potuto essere ovunque, e che avrebbe potuto compiere atti poco gradevoli...
Era tutto così folle: il ladro aveva la consapevolezza di avere in mano l'oggetto più potente al mondo? Sapeva che quella bacchetta si portava dietro una striscia di morti e di persone assassinate? Principalmente l'unica domanda nella mente di tutti era "Chi è il ladro?"
"Ma ora levate quei musi tristi e godetevi quest'anno!" Harry puntò la bacchetta sul soffitto e sparò centinaia di piccole sfere luminose, che si posizionarono sopra i quattro lughi tavoli. Con uno schiocco di dita le sfere esplosero, creando dei magnifici fuochi d'artificio colorati. Tutti guardarono lo spettacolo creato da Harry, sorridendo fra loro e borbottando felici.
"Albus, devo andare" La Sala Grande era deserta, e Harry ne approfittò per salutare Albus. Gli ultimi studenti Tassorosso uscirono dal portone di quercia.
"Ok papà..."
"Non cercare troppi guai!"
"Ma non sono io che..."
"... li cerco, sono loro che cercano me" Lo interruppe il padre "Lo so, anche per me 'il guaio' era pane quotidiano, ma Al, coi guai cresci, apprendi cose che ti serviranno in futuro, e se apprendessi tantissime cose ti esploderebbe il cervello" Rise goffamente "Ah, ho notato un Serpeverde che non mi piace, mi sembra che si chiama Connor Spartamus... tieni sott'occhio anche lui. E non ti dimenticare della Umbridge! Ora che tornerò a Londra lavorerò sodo per trovare quel criminale. Ti prometto che lo fermeremo"
"Papà, anche tu sei in pericolo!" Esclamò Al un po' preoccupato. La teoria della Bacchetta di Sambuco era alquanto inquietante: il ladro doveva o uccidere o disarmare Harry per impossessarsi del tutto della Bacchetta di Sambuco.
"Non preoccuparti, me la so cavare" Sorrise e sfiorò con la mano la cicatrice. "Be', ho salutato tutti... meglio che vada"
Albus sorrise, nascondendo la preoccupazione che provava per il padre. Si alzò dalla panca e lo accompagnò nella Sala d'Ingresso.
"Ah, usa bene il Mantello e la Mappa del Malandrino! Sono dei piccoli tesori"
"Li userò benissimo, non ti preoccupare"
Dal nulla spuntò Draco, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola.
"Bene, ho salutato Scorpius... possiamo andare. Ciao Albus, ci vediamo presto!"
Harry fece l'occhiolino ad Al, diede la mano a Draco e sparirono con un rumoroso crac.
"Cosa? Si sono Smaterializzati?" Albus parlò da solo.
Da dietro spuntò Rose, il sorriso stampato in volto. "Sì, si sono Smaterializzati"
"Ma non ci si può..."
"Albus, lo so. Ma una piccola eccezione per casi così particolari bisogna farla"
"Ma tu spunti sempre così? Dal nulla? Chi sei? Flash?"
Rose gli diede un bacio sulla guancia e i due salirono nella Torre dei Grifondoro. Albus oltrepassò il ritratto della Signora Grassa, salì nel dormitorio e si buttò bruscamente sul suo baldacchino, sperando che il giorno dopo non avrebbe combattuto con dei lupi mannari.
(Ps. Scusate per eventuali errori ortografici)
(PROSSIMO CAPITOLO: AVVISO. PROSSIMO CAPITOLO ANCORA: ANCORA IL CAPPELLO)
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