Ancora il cappello
Una settimana passò come una Maledizione Senza Perdono colpiva un innocente. Non ci fu nessuna novità e per Albus e compagni furono sette giorni di solo studio.
"Salve professoressa McGonagall"
"Oh, Albus. Ti stavo aspettando, tè?" Chiese con aria dolce.
"Ehm... No la ringrazio" Rispose un po' timido rimanendo in piedi sulla soia dell'ufficio della Preside.
"Bene, non posso mica insegnarti un Incantesimo di Disarmo qui nel mio ufficio, no? Seguimi"
La preside si alzò e, dopo aver riposto un libro su una mensola di legno, superò Al e camminò. Al la seguì, chiedendosi dove lo stesse portando. Fuori al parco? Ad Hogsmeade?
"Professoressa, dove andiamo?" Chiese mentre salivano una rampa di scale.
"Nella Stanza delle Necessità" Disse lei asciutta salutando il professor Frigan di Astronomia, vestito di un lungo mantello blu brillantinato.
"Ehm... E cosa sarebbe?" Non aveva mai sentito parlare di quella stanza. Forse era una stanza segreta o una stanza che usavano solamente i professori.
"Eccola" La McGonagall indicò ad Albus un enorme parete, bloccandosi di colpo.
Albus fissò la parete: non c'erano porte o passaggi secondari. Rimase per un paio di secondi immobile, poi chiese "Da dove si entra?" Di certo non potevano passarci di traverso, sarebbe parso assurdo.
"Oh, un secondo" Gemette lei.
Parve pensare intensamente, e all'improvviso, il cemento davanti ai due sparì, facendo spazio ad una grande porta di ciliegio. Albus rimase stupito.
"Come ha fatto?"
"La Stanza delle Necessità appare solo se si necessita di qualcosa di molto importante, in questo caso mi serve un luogo sicuro dove posso insegnarti l'Expelliarmus" Disse lei a mo' di spiegazione mentre abbassava la maniglia. Varcarono la soia e si ritrovarono dentro una stanza gigantesca.
Eccola, grande quanto una cattedrale, con migliaia di oggetti sparsi dappertutto. Le pareti erano occupate da librerie di legno e al posto delle sedie c'erano grandi cuscini di seta. In fondo alla stanza, una scaffalatura ospitava una serie di strumenti come Spioscopi, Sensori Segreti e un grande Avversaspecchio scheggiato
Dopo una decina di minuti di dimostrazioni e una piccola spiegazione, Albus era pronto.
"Bene Albus. Punta la tua bacchetta contro la mia, sii chiaro" Ordinò la Preside puntando gli occhi su quelli del ragazzo.
"Devo disarmare lei?" La proposta della preside era un pò rischiosa.
"Certo, avanti" Lo incoraggiò allungando un angolo della bocca in un sorriso.
Albus inforcò la bacchetta e prese la mira. Quello era l'incantesimo preferito del padre...
"Expelliarmus!"
Niente. Nemmeno un soffio d'aria. La delusione invase Albus da capo a piedi.
"Concentrati Al, questo incantesimo è uno dei più utili nel mondo magico. Al primo tentativo puoi sbagliare, come tutti gli incantesimi. Dai, su, riprova"
"Ok" Albus trasse un bel respiro, chiuse gli occhi pieni di speranza e senza guardare lanciò l'incantesimo.
Uno sbuffo rossastro fuoriuscì dalla sua bacchetta e quella della preside schizzò in aria; gli occhi di Al si riempirono di pura felicità: ce l'aveva fatta. Una vera soddisfazione. Avrebbe voluto scriverlo subito ad Harry. La McGonagall rimase stupefatta.
Più passavano i giorni e più Al imparava incantesimi, da quelli difensivi, a quelli d'attacco. Riuscì a fare l'incantesimo Confundus e quello d'Ostacolo.
"Stupeficium!" Un lampo di luce rossa e l'armatura di ferro andò in mille pezzi. Albus e James si trovavano non molto lontano dal capannone di Hagrid, a provare incantesimi su oggetti malridotti. Avere undici anni e saper fare certe cose era proprio una cosa da Albus Severus Potter e James Sirius Potter.
Dopo un'ora trascorsa fuori al parco, i due rientrarono nel castello, discutendo animatamente sulle loro nuove abilità.
Durante il pranzo Nick-Quasi-Senza-Testa fece piangere Margarit, spuntando dal piatto di patate che stava mangiando. Scorpius, invece, divorò ben nove cosce di pollo fritto. Ogni tanto la testa di Albus pulsava come un cuore...
"Il professor Frigan ci ha dato da studiare tutti i satelliti di Giove più la descrizione delle loro atmosfere, non ce la posso fare! " Si lamentò Scorpius gettando a terra una pergamena arrotolata.
"Io ho finito ieri, sono facilissimi" Si vantò Rose.
"Ma chi se ne frega?" Rise Malfoy.
Albus e Rose andarono a Volo, lasciando Malfoy a parlare con Fred II Weasley.
"Bene. In sella alle vostre scope ragazzi, oggi faremo un po' di corsa libera. Nelle ultime settimane ho visto delle lumache!" La voce di Madam Hooch echeggiò per il giardino che accostava le serre di Erbologia.
Quando stava sulla scopa, Albus si sentiva rilassato e forte come un leone allo stesso tempo. Sentire l'aria sferzargli il viso e scompigliargli i capelli era una sensazione piacevolissima.
Elly non riusciva proprio a volare, Albus e Rose invece sfrecciarono su e giù, permettendosi anche un doppio giro mortale.
"Potter" Albus, con sua grande sorpresa, udì la voce Connor Spartamus, che era spuntato dal nulla.
"Cosa c'è?" Disse Albus gelido scrutandolo da capo a piedi.
"È tua questa?" Aveva in mano un bastoncino di legno abbastanza lungo. Le sue labbra si arricciarono in un sorriso e Rose lo guardò con aria assente.
Albus sgranò gli occhi.
"Come fai ad averla?" Domandò rosso in volto.
"La tua stupidità e la tua scarsa attenzione sono complici della caduta della tua bacchetta mentre facevi uno stupido giro mortale"
"Ridammela! Ora!" Abbaiò Albus , che ovviamente voleva indietro la sua bacchetta. Non avrebbe mai permesso ad un arrogante Serpeverde di fregargli la bacchetta.
"E perché dovrei?" La voce di Spartamus era intrisa di piacere malvagio.
Senza esitazione, Albus fece uno scatto nella sua direzione e tese la mano aperta.
"Ridammela!" Disse per l'ultima volta cercando di mantenere la pazienza.
Connor si abbassò con la scopa, fischiò passando accanto a Rose e sfrecciò dietro le spalle di un incredulo Albus, che si girò e lo rincorse immediatamente. Una leggera pioggerellina cominciò a cadere sul castello.
"Signor Potter! Torni subito indietro!" Madam Hooch si era accorta che se n'era andato. Ma Albus voleva la sua bacchetta, e ignorò il richiamo della professoressa.
Connor sfrecciava intorno al castello, velocissimo, con Albus alle calcagna.
Voleva scagliargli tutti gli incantesimi che sapeva fare, ma non aveva la bacchetta. Perse di vista Spartamus e rimase sospeso a mezz'aria a guardarsi intorno, con una fitta pioggia che lo stava bagnando, inzuppandogli i capelli. Poi, in lontananza, lo vide: era sopra una torretta, seduto. Albus avanzò piano piano, cercando di non fare rumore: Connor era girato, e sarebbe stato un gioco da ragazzi sfilargli la bacchetta e ritornare dalla Hooch.
Era vicinissimo all'arrogante Serpeverde. Fece partire un pugno che lo colpì in pieno collo. Connor barcollò in avanti e cadde: la torretta era alta una trentina di metri. Al prese la bacchetta che Spartamus aveva lasciato sul cemento e guardò giù: di certo non poteva lasciarlo cadere, sarebbe morto, e lui sarebbe stato espulso o rinchiuso ad Azkaban... Scese in picchiata con la scopa, più veloce della luce. Mancavano circa cinque metri prima che Connor si schiantasse sull'erba umida. Albus allungò la mano. Lo afferrò. Lo prese e lo mise adagio a terra. Connor lo guardò con disprezzo e scappò via sotto la pioggia.
Cosa? Gli aveva salvato la vita e per ringraziarlo era scappato, senza dire una parola?
"Lo sapete che avete infranto un paio di regole, ignorato un richiamo di una professoressa e che siete scappati da una lezione?"
"Sì professoressa Umbridge" Risposero i due in coro, abbassando il capo.
"E sapete anche che la questione avrebbe potuto diventare ancora più pericolosa?"
"Sì, professoressa Umbridge"
"E lei, signor Potter, lo sa che ha messo in repentaglio la vita del signor Spartamus?"
"Professoressa, mi ha preso la bacchetta e non..."
"Silenzio! Per questo tuo pericoloso comportamento sottraggo cento punti a Grifondoro"
"COSA, CENTO?" Albus spalancò gli occhi, e Connor allungò un angolo della bocca in un sorriso malvagio. In quel momento la testa di Al cominciò a scoppiare: non aveva mai provato un dolore così atroce. Cercò di non mostrare segni di debolezza, e si erse in tutta la sua altezza.
"Non rida signor Spartamus, anche a Serpeverde sottraggo cento punti" Disse mentre distoglieva gli occhi da Al.
"Dolores" Fece irruzione la McGonagall, spuntando dal nulla. "Devo sottolineare che il signor Potter ha salvato la vita al signor Spartamus. Se non lo avesse preso, si sarebbe schiantato"
La Umbridge la fissò e si limitò a fare un finto sorriso.
"Quindi, per questo gesto eroico e coraggioso, do centocinquanta punti a Grifondoro e ne levo altri cinquanta a Serpeverde, per aver rubato la bacchetta di uno studente e scappato con essa"
Albus avrebbe potuto giurare di aver visto la preside fargli l'occhiolino.
"Bene" La Umbridge si sforzò ad apparire felice e soddisfatta.
"Albus, andiamo" La McGonagall lo esortò ad uscire.
"Grazie professoressa" Le sussurrò Albus mentre camminavano il più lontano possibile dall'ufficio della professoressa Umbridge.
"Oh, di niente" La McGonagall sorrise e gli diede una leggera pacca sulla spalla.
"È un cretino!" Rose era seduta su una morbida poltrona della Sala Comune, insieme ad Albus e Scorpius, mentre parlavano di Connor.
"Prepotente!" Aggiunse Scorpius.
"Non capisco perché si era messo seduto sulla torretta, girato e non controllando se lo stessi cercando"
"Lo dovevi lasciar cadere!" Ruggì Malfoy.
"Certo così sarebbe morto e mi aspettavano non so quanti anni ad Azkaban"
"E chi se ne frega! Vendetta, sai cos'è? "
"Ma Scorpius, quanto sei crudele! " Lo rimproverò la Weasley.
"Ciao Albus! " Lo salutò Elly che si dirigeva nel dormitorio. Al si limitò a salutarla con una timida mano.
"E poi bisogna scoprire cosa aveva combinato quella notte che l'hanno sorpreso nella classe di Pozioni, la McGonagall era davvero strana" Rose si mise a giocherellare con la sua bacchetta.
"I soliti guai notturni" La rassicurò Scorpius aprendo il libro di Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti.
"No... c'è qualcosa di più!"
Verso le undici e un quarto Albus salì nel dormitorio, stanco e con la rabbia che gli ribolliva nel petto.
Era mezzanotte e fiocchi di neve grandi quanto Boccini d'Oro.
"Lumos" Illuminò la stanza e prese la Mappa del Malandrino, preso da una disperata noia.
Tutti si trovavano nei loro dormitori o nelle loro Sali Comuni. La McGonagall si trovava in Sala Grande e c'era il professor Lumacorno che stava parlando con Neville. Poi, eccolo lì, Connor Spartamus nelle segrete. Si stava dirigendo nell'aula di Pozioni. Cosa cercava nell'aula di Pozioni per la seconda volta? Qualche rimedio per qualche ferita? Albus non lo sapeva. La voglia di scoprirlo era tanta, ma era stanchissimo. Chiuse gli occhi e si immerse nei sogni più stravaganti, o forse... più pericolosi.
Si trovava ad Hogsmeade, il villaggio magico che distava da Hogwarts un migliaio di metri. Numerose erano le persone per strada. Poi, un urlo. Un urlo che durò vari secondi, parevano non finire mai. In seguito al grido, una luce rossa, poi un'esplosione.
Albus si svegliò di scatto, madido di sudore. Respirava profondamente, come se avesse appena percorso cento metri in cinque secondi. Che cosa aveva sognato? Cosa voleva significare? Si rimise a dormire, non dando importanza, almeno per quella notte, a quel sogno.
Nei giorni seguenti decise di non parlarne con nessuno, per non creare tensione, ma dentro di lui sapeva che doveva parlarne almeno con i suoi due amici, Rose e Scorpius.
"Buongiorno ragazzi" Il professor Longbottom era in ottima forma. "Oggi affronteremo le Radiselle"
Cos'erano le Radiselle?
"Per chi non lo sapesse, sono delle piccole foglie volanti, non sono tanto simpatiche"
Neville prese un contenitore di vetro, contenenti un centinaio di foglie piccolissime: sembravano delle mosche. Svolazzavano dappertutto, urtando contro le pareti del contenitore.
"Appena vedono la luce impazziscono e vogliono uscire, e ora vi farò vedere perché non sono tanto simpatiche" Sorrise.
Con un lieve tocco di bacchetta, aprì il contenitore. Le Radiselle invasero la serra ed emanarono un suono simile ad un ronzio. Tutti cercarono di allontanarle con i guanti o con i libri. Si intrufolavano dentro le orecchie o dentro gli indumenti dei ragazzi. Roxanne Weasley urlò.
"Radicus" L'incantesimo del professor Longbottom fece ritornare tutte le Radiselle nel contenitore, che continuarono a sbattere contro il vetro.
"Odiano la luce e per questo vogliono ripararsi in luoghi bui, come le orecchie, la bocca o dentro i vestiti delle persone. Sì, sono abbastanza fastidiose"
"Concordo" Dissero in coro Albus e Scorpius riprendendo fiato.
La serata fu terribile, come l'annuncio che diede la Umbridge in Sala Grande.
"Ehm ehm... Studenti, studenti, un attimo di attenzione per favore" Aveva sempre quel sorrisino da ebete stampato in faccia "A causa di recenti avvenimenti, e dopo decisioni prese da tutto il corpo docente, annuncio che il campionato di Quidditch di quest'anno è stato abolito"
"Nooo" La risposta degli studenti in Sala Grande non era ovviamente gioiosa. Alcuni studenti del quarto e quinto anno sbatterono violentemente la mano sul tavolo.
"Cavolo! Il Quidditch! Non possono toglierlo!" Si lamentarono Scorpius e Louis Weasley.
"Ragazzi, non vorrei dirvi niente ma in giro c'è un pazzo con la bacchetta più potente al mondo!" Rose fece la sua parte da so-tutto-io.
"Volevi dire 'girava'! Non si sta facendo più vedere" S'intromise Albus, la tristezza in volto. L'occasione di essere un campione del Quidditch ad Hogwarts era stata rimandata all'anno successivo, forse.
Nella notte Albus rivide Connor sulla Mappa del Malandrino camminare nell'aula di Pozioni. Pensò a quel sogno di Hogsmeade, quella luce rossa... pensò al Lupo Mannaro... doveva scoprire chi era... ma in quel momento voleva solo dormire.
Il giorno dopo Al, Scorpius, Rose e le gemelle Alamon fecero colazione nella Sala Grande.
"Hanno messo i Cornecio!" Scorpius era entusiasta.
"Potrei vomitare" Rose era disgustata. Prese a mangiare un toast mentre leggeva un paragrafo di Mille erbe e funghi magici.
"Ma piantala, a me piacciono!"
"Mi dai Nicolas Flamel per Severus Snape?" Scorpius e Patrick Finnigan erano presi in un interessante discorso di Cioccorane durante la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
"Signor Malfoy, non distragga il signor Finnigan" Convenne gelida la professoressa.
"Sì, mi scusi professoressa Umbridge" Borbottò Malfoy infilandosi le Cioccorane in tasca di Alberta Toothill, Laverne de Montmoncery e Adalbert Waffling.
Dopo qualche minuto fece irruzione la McGonagall, il viso addolorato e i capelli bianchi legati in un'elegante coda.
"Potter, mi serve Potter, Dolores"
"Oh, Minerva, faccia pure"
"Seguimi Albus"
Albus, un po' perplesso, si alzò, fece una smorfia di paura a Rose e seguì la McGonagall nel suo bell'ufficio.
Ogni volta che entrava lì, il quadro di Dumbledore lo guardava e gli sorrideva dolcemente.
"Albus, dobbiamo discutere..."
Al guardò gli occhi della Preside e sembrava che anche quella volta avrebbero affrontato dei problemi.
"Riguardo cosa?" Al si mise comodo su una poltrona di pelle di drago.
"Dello Smistamento..." La McGonagall girovagava per tutta la stanza, come se volesse prendere una Radisella.
"La mia curiosità e la mia voglia di riscoprire i fatti passati, caro Al, mi hanno portato a rivedere la cerimonia dello Smistamento di quest'anno" Continuò marciando per l'ufficio.
"Mi scusi professoressa, non..."
"Non mi capisci... Sì..." Sussultò. "Tramite un mio ricordo, e utilizzando ovviamente il Pensatoio, ho rivisto la cerimonia di quest'anno"
"Oh, bene... e cos'è successo?"
"Te lo vorrei far vedere direttamente nel Pensatoio"
La McGonagall prese una provetta di vetro dalla tasca del lungo mantello verdastro ed estrasse, con la bacchetta, un filo argenteo dalla punta della fialetta; poi lo immerse nella sostanza né gassosa né liquida del Pensatoio.
Albus si incamminò verso il Pensatoio, esitò qualche secondo e infine immerse la testa, un po' curioso di sapere cosa avrebbe visto di così importante.
Cadde nel vuoto, era tutto buio. Sentì la testa scoppiare. Poi si ritrovò seduto su una sedia dietro lo sgabello sottostante al Cappello Parlante: vedeva tutti gli studenti di Hogwarts nell'immensa sala.
Vide se stesso, insieme a tutti quelli del primo anno, davanti ai scalini che portavano al tavolo degli insegnanti. Era una sensazione strana vedere se stesso. Ovviamente, il vero Albus, non lo poteva vedere nessuno.
"Rose Weasley!" Chiamò la Umbridge, la pergamena giallastra srotolata nelle sue mani.
"Che mente straordinaria! Corvonero potrebbe essere la tua casa, intelligente, molto intelligente.. vedo la tua mente lavorare freneticamente... Ma io ti vedo meglio in... GRIFONDORO!"
Rose allungò le labbra in uno splendido sorriso e marciò verso il tavolo Grifondoro.
"Pritting Alexander!"
"CORVONERO!"
"Malfoy Scorpius Hyperion!"
"Un Malfoy, tutta la tua famiglia è Serpeverde, ma, oggi, io posso metterti a... GRIFONDORO!"
La Sala Grande parve sommersa dall'oscurità. Tutti si ammutolirono mentre Scorpius si sedeva nel tavolo insieme a Rose, stiracchiando le labbra. Sembrava felice.
"Potter Albus Severus!"
Albus vide se stesso avanzare verso lo sgabello, era tesissimo. Tutta la Sala Grande lo stava fissando. Ricordò quegli attimi che avrebbero potuto essere ore...
"Mmh, un altro Potter. Sempre decisioni difficili smistare i Potter. Sai, ventisei anni fa, quanso smistai tuo padre, gli dissi che Serpeverde era la casa che faceva per lui, ma, a malincuore, lo smistai in Grifondoro, e tuo fratello James Sirius, lo scorso anno, lo smistai in Grifondoro a sua richiesta..."
"Sai" Lo interruppe Al "...mio padre e mio fratello hanno potuto scegliere" Il vero Albus si avvicinò all'Albus-ricordo per sentire meglio la conversazione. Sentì il cuore accelerare e vide per un attimo la professoressa Umbridge e la testa gli dolse in una maniera assurda.
"...ma ora ho un nuovo Potter, e non commetterò l'errore che ho commesso con i tuoi parenti, per questo..."
"No, ti prego, tutto, ma non Serpeverde" Sussurrò l'Albus-ricordo.
"Perché no? È una grande casa, dove si sono formati alcuni dei maghi più potenti, e tu lo sarai, per questo... SERP..."
"NO!" Urlò l'Albus-ricordo, e il vero Al indietreggiò, un po' impaurito.
"NO? Ti rifiuti? Ti rifiuti di essere un Serpeverde?" Il cappello parve minaccioso.
Il vero Al si girò, e vide il professor Longbottom fare qualcosa di inaspettato: di nascosto, tirò fuori la bacchetta e la puntò contro il Cappello. Borbottò qualcosa e il cappello riprese come se fosse stato colpito da un bolide.
"Ok, Potter, sarai un... GRIFONDORO!"
Urla e applausi riempirono la Sala Grande e l' Albus-ricordo, sorridente e soddisfatto, si mise seduto insieme a Scorpius e Rose.
Il vero Albus era rimasto seduto sulla sedia dietro lo sgabello sottostante al Cappello Parlante, e si domandava perché il Professor Longbottom avesse appena scagliato un incantesimo al cappello. Cosa aveva fatto? Era quello il momento che la Preside voleva fargli vedere...
Dopo qualche secondo tutta la sala sparì ed Al si ritrovò di nuovo nell'ufficio della Preside.
La McGonagall non parlò, forse stava aspettando che Albus dicesse qualcosa. Trasse un profondo sospiro e sprofondò nella poltrona accanto a lui.
"Cosa stava facendo il profe..."
"Ha Confuso il Cappello Parlante" Rispose asciutta, ma con aria decisamente preoccupata.
Albus sgranò gli occhi: il professor Longbottom aveva Confuso il cappello? Era impossibile. Forse era uno scherzo. Perché mai avrebbe dovuto farlo?
"E... e... per quale motivo?" Chiese Albus, la voce delicatamente modulata a suggerire incredulità.
"L'unica cosa è chiederglielo"
Albus pensò che allora la sua vera casa sarebbe stata Serpeverde, e non Grifondoro. Neville sapeva che il cappello lo avrebbe smistato in Serpeverde...
Una fitta di senzazioni tristi invase Albus, come una doccia troppo fredda per la sua pelle.
"Professoressa... ma allora... la mia vera casa..."
La McGonagall si avvicinò verso di lui e disse "Sì. Temo di sì"
Albus abbassò lo sguardo, la testa che gli scoppiava. Era un falso Grifondoro e se il professor Longbottom non avesse confuso il Cappello Parlante ora si troverebbe bello e comodo in una poltrona verdastra.
"Andiamo" La McGonagall e Albus andarono nella serra numero tre, dove Neville svolgeva una lezione con quelli del sesto anno Corvonero e Tassorosso.
"Neville, potresti uscire un attimo?" Tuonò gelida la Preside interrompendo la lezione.
"Minerva, finisco la lezione fra cinque minuti"
Uno sguardo assassino della Preside costrinse il professore a lasciare la serra.
"Ragazzi continuate a lavorare il terriccio per gli Orcumpli" Uscì. "Dimmi Minerva. Oh, ciao Albus" Lo salutò dandogli una pacca sulla spalla. Albus si limitò a guardarlo con aria assente.
"Dobbiamo parlare della cerimonia dello Smistamento" Disse diretta la McGonagall.
Il volto di Neville diventò paonazzo. Guardò per un attimo la serra alle sue spalle, poi domandò.
"Riguardo cosa di preciso?"
"Di un tuo comportamento che fraintende una miriade di regole"
Neville stiracchiò le labbra in un sorriso e prese a parlare. "Sapevo che la tua voglia di usare il Pensatoio ti abbia portato a notare il mio incantesimo Confundus sul Cappello Parlante"
"Perché?" Domandò la McGonagall senza girarci troppo intorno.
Neville si guardò intorno, accertandosi che non ci fosse qualcuno ad origliare.
"Ehm... Su quel cappello, non solo io ho evocato un Incantesimo Confundus"
"Spiegati meglio"
"Io... prima della cerimonia ho visto un'altra persona scagliare quell'incantesimo sul Cappello, forse voleva far capitare Albus in Serpeverde. Io ho semplicemente rimesso a posto il Cappello"
"Non riesco a capire" Mugolò la McGongall, e in effetti non capiva nemmeno Albus.
"Un'ora circa prima dello Smistamento, una persona ha Confuso il Cappello, così che Albus capitasse in Serpeverde. Io l'ho vista nella Sala Grande, mentre voi professori stavate nelle cucine con gli elfi per i menù del banchetto d'inizio anno. Io dovevo prendere la mia bacchetta dimenticata su un tavolo. Poi davanti al tavolo degli insegnanti l'ho vista... ho visto che metteva il Cappello sopra lo sgabello. Io ovviamente ero nascosto dietro il portone. Poi, l'ha Confuso, ed anche se non ho sentito bene quello che diceva, sono sicuro che si trattava di smistare Albus Potter in Serpeverde, non ne dubito, Minerva!"
La professoressa ed Albus si guardarono accigliati. La mente di Al cominciò a lavorare freneticamente. Quindi qualcuno aveva Confuso il Cappello affinché capitasse nella casa verde-argento... Ma chi avrebbe potuto essere?!
"Quindi tu l'hai solamente rimesso a posto? Non volevi mica far capitare Albus in Serpeverde?"
"Minerva, non farei mai una cosa del genere"
"Che ti eri dimenticato la bacchetta in Sala Grande lo sapevo..." Mormorò. "E l'unica professoressa che non era presente nelle cucine era..." Tentò di dire, ma si bloccò.
"Sì Minerva, era la professoressa Umbridge" Albus non ci credette. Il cuore gli salì in gola e per un momento parve che avesse la nausea. Poi rielaborò il discorso di Neville. La Umbridge, ad inizio anno, pochi attimi prima dello Smistamento, aveva Confuso il Cappello Parlante, affinché Albus capitasse in Serpeverde? Folle. Harry gli aveva detto che era un po' fuori di testa quella professoressa, ma Confondere il Cappello Parlante era alquanto assurdo.
"Neville... sei sicuro di quello che dici?" Chiese la McGonagall con un fil di voce.
"Ti sembro uno che gioca? Che mente? Io l'ho vista! Volevo solamente aiutare Albus! Non me lo sarei mai perdonato se fosse capitato in Serpeverde. Solamente io sapevo che la Umbridge aveva Confuso il Cappello!"
"Bene" La McGonagall tirò fuori la bacchetta e si alzò le maniche del vestito verdastro, incamminandosi verso un portone.
"La vuoi sfidare?" Neville la seguì sorridendo. Albus, un po' perplesso, lo imitò.
"Se lo merita" La preside stava entrando nel castello, la bacchetta stretta in pugno.
"Dove vai Minerva?" La Umbridge spuntò dal nulla, dietro Neville, Albus e la McGonagall.
I tre si girarono di scatto.
La Vicepreside, vestita di rosa e mocassini neri, sembrava una bambina che aspettava una merendina, le guance rosse e chili di trucco sparsi per il viso da rospo.
"Dolores, mia cara..." Sorrise la Preside "STUPEFICIUM!" Senza esitazioni scagliò lo Schiantesimo, il volto serissimo e la fronte sudaticcia.
"Protego!" La Umbridge respinse la scia rossastra.
"Rictusempra!" La Umbridge cadde a terra. Si rialzò di scatto, cercando di non mostrare segni di debolezza. Si sistemò il cardigan rosa e con una calma incredibile disse "Sine Ossa!"
"Protego!" La Preside era abile quanto veloce.
Neville e Albus si spostarono, evitando di essere colpiti. Si appostarono accanto al portone, gli occhi puntati sulle due donne che si stavano lanciando scie colorate e parole poco gradevoli.
"Che donna astuta che sei, Dolores" Ruggì la preside.
"Mai quanto te, Minerva"
"Confondere un Cappello Parlante, che saggezza! Dovresti scrivere un libro su come Confonere un Cappello"
"Non fare troppi complimenti" Squittì.
Le due professoresse avevano la bacchetta puntata l'una sull'altra, e roteavano in cerchio, mantenendo la stessa distanza tra di loro.
"Mi chiedo solamente il perché"
"Minerva, troppi Potter in Grifondoro, andiamo su! Qualcuno si deve svegliare! E Potter di là, e Potter di qua, e Potter sul Profeta, e Potter al Ministero... Non vi sopporto più. Ricordo quando 'Il Prescelto' (e si mise a ridere) frequentava Hogwarts, l'Esercito di Dumbledore, che ridicoli! I Potter, solo feccia! Il Signore Oscuro doveva uccidere tutti loro..."
"NON OFFENDERE LA MIA FAMIGLIA" Albus sfilò la bacchetta, senza pensare che la stava puntando contro una ex Preside di Hogwarts.
Che situazione!
La Umbridge rise per vari secondi senza allegria.
"E cosa vorresti farmi con quella bachetta? Mi faresti solo il solletico"
"STAI ZITTA!" Sbraitò la McGonagall sbattendo un piede a terra.
Lampi di luce rossa uscirono dalle bacchette delle due professoresse. Era incredibile quanto fossero agili, per l'eta che avevano.
"Expelliarmus!"
"Confringo!"
"Albus, ricordati queste parole: tuo padre perderà, insieme a tutto il mondo magico! Ricordatelo! Succederanno molte cose, oh, sì!" Disse la Umbridge mentre lottava con forza e determinazione. Il suo volto pallido da rospo era coperto di graffi.
Nel frattempo, il numero di studenti che si avvicinavano, in una posizione sicura, alle due professoresse, si fece notevole. Alcuni sussultarono, alcuni fecero cadere le borse a terra e si godettero lo scontro seduti sull'erba umida.
"Il Cappello è un potentissimo oggetto magico! Potresti avergli causato danni per gli anni a venire!"
"Everte Statim!" La Umbridge pronunciava gli incantesimi come se stesse ripetendo la terza declinazione latina.
"Cru..." La Preside tentò di scagliarle una Maledizione Senza Perdono, ma invano.
"Exscindo" La Preside barcollò per un attimo all'indietro, poi cascò a terra, sul prato umido. La bacchetta le scivolò dalla mano e un'espressione di puro terrore la invase.
Tentò di prenderla allungandosi il più possibile col corpo, ma il mantello verde gli si era impigliato in una gamba.
Albus era rimasto in piedi, accanto a Neville, la bacchetta abbassata. Respirava profondamente, e la testa gli pulsava come il cuore.
La Umbridge avanzò di qualche metro, poi levò la bacchetta a mezz'aria e prese la mira, un piccolo sorriso malvagio stampato in volto.
"Cosa vorresti fare, Dolores?" La McGonagall parve arrendersi. Smise di tentare di afferrare la bacchetta e guardò diritto negli occhi la sua collega. Sembrava accettare che dovesse morire quel giorno...
"Quello che avrei dovuto fare tempo fa... Avada Kedavra!"
"NO!" Improvvisamente Neville si tuffò in direzione del lampo di luce verde. La Maledizione Mortale lo colpì in pieno petto. Dopo alcuni secondi, i suoi occhi diventarono vuoti come due lunghi tunnel immersi nell'oscurità.
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