All'alba

Incisi nei duri lineamenti di Draco c'erano disgusto e odio. Ma qualcosa dentro di lui - ovvero dentro Albus - sembrava avere delle mani, delle mani che, partendo dal cuore, raggiungevano Scorpius. La sua adolescenza, sempre se si poteva definire in tal modo, era legata a Malfoy quanto quella di suo padre era stata legata a quella dei suoi zii, Ron e Hermione. Non riusciva ancora a realizzare che il ragazzo che aveva a pochi metri di distanza lo avesse tradito per sette lunghi anni, e che al primo giorno del primo anno lo avesse comandato, spingendolo ad accettare la Nota Selettiva. Immagini e ricordi saettavano da una parte all'altra della sua mente - aveva una mente o no? -.

"Padre, ma cosa..."

"Stai zitto, n-non fiatare" Quelle parole lo fecero tremare ancora di più. Voleva andarsene da quel corpo, perché era veramente una sensazione disumana, aldilà di quanto avesse mai provato prima.

Una parte di lui stava cercando di aggrapparsi a tutti i momenti vissuti con Scorpius, a tutte le risate e a tutte le notti trascorse insieme nella stessa stanza, a tutti i pasti, a tutte le lezioni e a tutti gli interminabili viaggi nell'Hogwarts Express. Non poteva ucciderlo, non ci sarebbe riuscito. Mentre un'altra parte, forse un lato malvagio che gli aveva offerto volentieri la morte, spingeva Albus a farla finita, ad ammazzare il giovane di fronte a lui e uscire dal corpo del ladro. Sempre se avesse funzionato. Ma cosa diavolo avrebbe potuto fare? Era l'unica soluzione.

I suoi occhi, ora grigi, si mossero in tutte lei direzioni. Gli venne quasi da vomitare di nuovo nel vedere il suo corpo morto, posizionato in una strana angolatura. Provò un'altra volta un miscuglio di emozioni indescrivibili, quasi morte. E solo ora si rese conto di quello che aveva il cadavere sul petto. Sembrava un disegno. Gran parte del petto non era coperto dai vestiti e qualcosa di rosso vi perdeva sangue: una cicatrice a forma di saetta.

Gli venne voglia perfino di ridere.

"Perché lo guardi in quella maniera, padre? Cos'è successo?" Gli occhi azzurri di Scorpius luccicarono sotto il bagliore rosso della ruota panoramica sopra di lui.

Albus, incapace di parlare, lo fissò a bocca aperta. Non aveva forze. Gli erano state strappate via dopo tutto quello che aveva sentito e visto. E poi notò che il suo braccio si era abbassato: non ricordava di averlo mai fatto. Spostò di nuovo lo sguardo sul petto del suo corpo morto. La cicatrice a forma di saetta continuava a perdere sangue e sembrava luccicare come gli occhi del traditore. Gli venne improvvisamente in mente suo padre, Harry, e di come anche lui si era procurato la cicatrice: dopo essere stato colpito sotto protezione da un Avada Kedavra.

Tutto torna, pensò.

Era stato colpito da una Maledizione Mortale sotto la protezione di sua sorella, la Protezione Fedele, una protezione minore rispetto a quella che aveva avuto Harry. Era stato spedito nella mente di Draco Malfoy, un luogo della battaglia completamente desolato e scombussolato. Poi era stato catapultato - forse con l'anima ancora viva - nel corpo del ladro.

Come può essere tutto vero?

La cicatrice a forma di saetta. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, come se quella fosse il simbolo di tutto, il simbolo disegnato sulla fronte del Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto.

Basta pensare, agisci!, si rimproverò da solo.

Scosse la testa e ritornò al presente.

"Padre, cos'hai intenzione di fare? Perché prima..."

Ma un urlo che Albus credette disumano, di un altro pianeta, di un'altra razza intelligente, perforò l'aria.
Si voltò di scatto: Rose correva verso di lui, la bacchetta levata, il volto rigato dalle lacrime.

"TU!" La ragazzo indicò quello che lei pensava fosse Draco. "L'HAI UCCI..." Ma si bloccò di colpo. I suoi occhi si spalancarono così tanto che per un istante avrebbe potuto essere un Infero. Fissò il volto di Draco, sconvolta, poi quello di Scorpius. Scorpius la stava guardando rosso in volto, gli occhi iniettati di sangue e le mani tremanti.

"D-Draco? N-no... non puoi essere tu..." Scorpius..." E anche lei cadde in ginocchio, esattamente allo stesso modo di Albus. Lasciò la bacchetta e questa cascò a terra, tintinnando per alcuni istanti. Poi prese a piangere, a piangere così tanto che anche Albus pianse. Era un pianto che sembrava non avere fine, un pianto di dolore e di arresa. Un pianto così intenso che Albus sentì il cuore di Draco stringersi, come una spugna macchiata di sangue nelle mani di un serial killer.

E poi dietro di lei arrivò Connor. Il suo volto era coperto di rosso, e i suoi occhi sembravano sangue su carta. Sul suo braccio fuoriusciva qualcosa di bianco, qualcosa di simile ad una scheggia, un...

Albus mise la mano sullo stomaco e si piegò in avanti. Solamente i conati ora lo soffocavano: non riusciva nemmeno a vomitare. Vedere Connor ridotto così gli faceva contorcere tutto quello che aveva nel corpo. Ma non era il suo di corpo. Era quello di Draco, e doveva uscire il più in fretta possibile.

Connor guardò prima Scorpius, poi Albus. La sua espressione non cambiò di un centimetro: rimase freddo, impassibile di fronte a quell'orribile verità.
Il mezzo lupo mannaro, col braccio sinistro sanguinante più che mai e da cui usciva una parte d'omero, puntò la bacchetta con il braccio destro verso Draco. Ma la abbassò immediatamente quando guardò la sagoma nerastra di Albus accasciata a terra. Solamente ora il suo volto mutò. I suoi occhi blu mare si incupirono e si gonfiarono di lacrime, mentre il labbro inferiore tremò. Ma non cadde in ginocchio: tenne salda la bacchetta in mano e la puntò di nuovo verso l'Albus-Draco. Sebbene avesse il viso deformato dalla rabbia, un senso di gelo gli aleggiava ancora sui suoi duri lineamenti. Per un momento, Albus pensò a sua madre Lucinda.

Rose continuava a piangere, Scorpius a fissarla terrorizzato e il fuoco alle loro sinistra a devastare gli edifici.

Albus voleva urlare, strapparsi la pelle ed uscire una volta per tutte da quel corpo, ma ora la situazione era diventata troppo, troppo complicata.

"Non avresti dovuto farlo, Malfoy" Le parole di Spartamus echeggiarono per il posto come se fossero state amplificate magicamente. Il suo tono era maledettamente calmo.

Ma quel ragazzo non si meravigliava mai?

"Stupefecium!" Albus non reagì: guardò lo Schiantesimo del mezzo lupo mannaro colpirgli il bacino. Provò un dolore atroce, ma era niente in confronto a quello che aveva provato con la Maledizione Feremort ore prima nell'isola di Bouvet.

Scorpius sembrava pietrificato: non si era mosso di un centimetro, e fissava Connor e Rose con un espressione terrorizzata e stordita.

Albus era sdraiato a terra, proprio come il suo vero corpo a qualche metro da lui. Si rialzò: il dolore dello Schiantesimo era scomparso del tutto.

"Crucio!" Urlò Connor di nuovo, e stavolta Albus, divorato dal panico, reagì. Per la prima volta in vita sua, usò la Bacchetta di Sambuco.

"Protego Horribilis!"

Anche se non del tutto stabile, lo scudo respinse la Maledizione Cruciatus del lupo. Ora Rose aveva alzato lo sguardo e teneva stretta la bacchetta di acacia nella mano sanguinante e coperta di fango.

Albus poteva voltarsi verso Scorpius, ucciderlo con l'Avada Kedavra, uscire dal corpo di Draco e...
Solamente ora gli venne in mente la domanda. Se fosse uscito da lì, la sua anima sarebbe andata diritto al suo corpo morto? E Draco avrebbe ripreso conoscenza? Dov'era il sistema nervoso di Draco? Era scomparso? Solamente Albus riusciva a comandare quel corpo avvolto dal mantello nero. Non c'era nessuna traccia del vero Draco.

"Reagisci! Maiale! Reagisci!" Le urla di Connor si fecero più intese: la rabbia schizzava dai suoi pori come il sudore. La calma sembrava essere sparita. Ma Albus avvertì ancora il gelo.

Lo guardò per un momento, incapace di fare qualcosa. Ma doveva fare qualcosa, e il più presto possibile. Connor e Rose non sapevano tutto quello che era successo. Non sapevano che Albus era dentro il corpo di Draco. Pensavano che Albus fosse morto - in realtà questo anche Al lo pensava -.

"Io ti ammazzo, lurido..."

"Connor" Niente inquietò così tanto Albus. Il suo stesso tono di voce sembrava appartenere ad un Infero. Sempre se gli Inferi sapessero parlare.

"Connor, aspetta"

"Non chiamarmi per nome, Malfoy!" Sputò a terra, mentre Rose fissava Draco con aria improvvisamente curiosa, come se lo stesse studiando per bene. Scorpius spostava lo sguardo dal lupo a "suo padre" così velocemente che sembrava stesse assistendo ad una partita di tennis.

"Aspetta, Connor!" Tentò di dire Albus cercando di mantenere un tono neutro. "Non sono quello che pensi..."

"Sei un assassino, ecco cosa sei. Feremort!" La Maledizione schizzò nella notte come un fuoco d'artificio. Albus venne scaraventato a terra, mentre il corpo in cui era intrappolato si squarciava. Fiotti di sangue fuoriuscirono dalle ferite che avevano raggiunto perfino il viso.

Ma non era quello che ad Albus importava. Quello che gli importava era solamente Scorpius. E la sua reazione. Se ne era rimasto lì, senza dire una parola, terrorizzato. Non aveva difeso il "padre". Forse stava ancora recitando di fronte a Connor e Rose? Ma era impossibile. Scorpius era il figlio del ladro, e non poteva non far trapelare sospetti. Rose non stava piangendo per Draco, ma per Scorpius. Stava piangendo per il tradimento. Per la falsa amicizia.

Sentì la voce di Connor ovattata. Vide per alcuni secondi tutto sfocato, poi si rialzò in piedi, sputando sangue. Sentì una ferita sulla coscia aprirsi ed eruttare sangue.

"Connor... ti prego... aspetta... io..."

"Perché mi parli in questo modo?!" Abbaiò Connor incuriosito.

"Io..."

Ma spostò di scatto lo sguardo verso sua cugina. Rose si alzò, camminando verso l'Albus-Draco. Sul suo volto fece comparsa un misto di confusione e pazzia.

"Rose..." Mormorò lui più meravigliato che mai.

"Albus..." Proseguì lei avvicinandosi ancora di più all'Albus-Draco.

"Come lo sai...?" Tentò di chiedere. Quasi non ci credeva. Come aveva fatto sua cugina a sapere che Draco era suo cugino? Che dentro Draco giacevano i resti incorporei di Albus?

"Sempre quel tono meravigliato" Si asciugò le lacrime mentre Connor la chiamava.

"ROSE! Ma cosa..."

"Stai zitto, Connor" Rose si voltò e puntò la bacchetta contro il suo ragazzo, ma all'ultimo cambiò di mira.

"Stupeficium!"

Scorpius cadde all'indietro e sbatté la testa sul muretto, perdendo i sensi. La sua ombra sul pavimento parve ingigantirsi quando cadde a terra.

Si girò di nuovo verso il "cugino" e trasse un profondo sospiro.

"Albus, non so cosa sia successo, e come sia successo, ma devi ascoltarmi. Merlino, quanto mi fa strano vederti sotto forma di Draco Malfoy" Si passò la manica del maglione bianco che indossava sugli occhi e poi stiracchiò le labbra. Possibile che sapesse tutto? Possibile che sapesse della Protezione Fedele? Che razza di mente aveva quella ragazza?

"Rose... Come..."

"Albus, uccidimi"

"Cosa..."

"Uccidimi, Albus, uccidimi"

"Ma che ca..."

"ALBUS, UCCIDIMI! Per favore, cuginetto" I suoi occhi si colmarono di nuovo di lacrime e il suo viso divenne ancora più rosso. Aveva il labbro tagliato e da una tempia le colava del sangue.

"Ma cosa stai dicendo!?" Sussurrò Albus preso dal panico.

"ALBUS! Uccidimi, ora!"

"NO!" L'urlo gli squarciò la gola. Sentì il corpo esplodere e qualcosa dentro di lui fuoriuscire e volare via.

"Cuginetto, per favore, cuginetto"

Connor stava fissando i due con la bocca talmente aperta che quest'ultima sembrava un grande tunnel nero. Uno spruzzo di blu chiaro stava cominciando a spuntare sull'orizzonte, accompagnato da una piccola scia aranciata.

Ma qualcos'altro distrasse Albus e Rose. Un urlo. L'urlo di una donna.

Albus guardò oltre le spalle della cugina. Hermione stava zoppicando verso di lui, mentre reggeva per il colletto del mantello un uomo. Era un Fedele.

"AL!" Urlò di nuovo.

Quella scena meravigliò Albus più di qualunque altra cosa avesse visto nei minuti precedenti. Hermione lo aveva riconosciuto esattamente come Rose, e aveva un Fedele tra le braccia. Hermione sapeva che Albus, intrappolato nel corpo di Draco, doveva uccidere qualcuno.

"Albus, sei tu, vero? Sei dentro Draco, vero?"

Albus si meravigliò di una sola cosa: sua zia non aveva reagito vedendo che il ladro era Draco Malfoy.

Stava accadendo tutto troppo in fretta. Non stava capendo più nulla.

Si limitò ad annuire, mentre guardava sbigottito la madrina di suo fratello avanzare zoppicando con il Fedele tra le braccia. Rose si ritrasse rossa in volto e cacciando ancora le lacrime con la manica. Albus non seppe cosa le fosse successo pochi secondi prima.

"Albus, le spiegazioni... tranquillo... tutto dopo" Ansimò Hermione mentre buttava a terra il corpo privo di sensi.

Connor sembrava aver sostituito Scorpius: fissava la scena sconvolto, gli occhi blu mare che sembravano grigi. Ma non era sempre lui a mantenere la calma?

"Forza, Albus, in fretta" Sospirò di nuovo Hermione in tono febbrile. Da una caviglia le colava del sangue e i suoi capelli erano del tutto coperti dal fango. Il suo sguardo si posò per un attimo sul corpo privo di vita di Albus, e una lacrima le scorse sulla guancia arrossata, poi fissò gli occhi grigi di Draco.

"Uccidi questo gran cafone di un Fedele e facciamola finita, Albus" Disse posizionandosi accanto a lui e alzandogli la mano con cui reggeva la Bacchetta di Sambuco.

"Zia... Ma come diavolo... Rose... Ma cosa..."

"Al, non c'è tempo. Fai fuori questo Fedele e torna in vita. Una volta tornato nel tuo corpo preparati ad un piccola battaglia. Il Draco che hai sommerso si risveglierà e riprenderà conoscenza"

Albus si meravigliò ancora del fatto che Hermione non avesse alzato sopracciglio vedendo il vero volto del ladro.

Ma era finito il momento delle bocche aperte e degli occhi spalancati. Doveva reagire e prendere la situazione in mano. Doveva. Si era meravigliato fin troppo. Sempre.

"D'accordo" Cercò di cambiare il tono di voce cavernoso di Draco e strinse la bacchetta più forte che poté.

Connor ora aveva aggrottato la fronte così tanto che sembrava avesse dei piccoli tagli sotto i capelli.

"Avanti, Al, tesoro..." Flautò dolcemente Hermione. Albus provò la strana sensazione di girarsi e abbracciarla, ma si concentrò sul Fedele a qualche metro dai suoi piedi. Non sapeva chi fosse, e nemmeno voleva saperlo: per lui tutti i Fedeli erano feccia che doveva solamente marcire.

Era pronto. Era pronto a tornare in vita e combattere. Era pronto a dimostrare a Draco che era più forte di quanto quest'ultimo si potesse aspettare. Se anche Hermione gli aveva detto di uccidere il Fedele, Neville aveva più che ragione. Il contorto atto per risorgere non era una farsa.

E per la prima volta in vita sua, con una strana sensazione al petto, urlò la Maledizione Mortale.

Uno zampillo di luce verde fuoriuscì dalla Bacchetta di Sambuco. Era come se Albus facesse parte della luce verde, perché anche lui, sotto forma di spirito - o almeno questo era quello che pensò per un momento - fuoriuscì dalla Bacchetta. Provò la stessa sensazione di piacere e di sollievo che aveva provato poco dopo essere morto mentre vedeva tutto nero. Rimase sospeso nel nulla per quelli che avrebbero potuto essere cinque secondi, o forse nessun secondo, poi si rese conto di avere un corpo. Respirava. Il suo cuore pompava sangue. Sentì un dolore lancinante al petto.
Aprì di colpo gli occhi: le stelle. Solo stelle accompagnate da una striscia aranciata e celestina.
Alzò di poco la testa per vedere in quale maledetto corpo si trovava.

Era il suo. Era vivo. Era sopravvissuto.

Sono risorto all'alba. Questo fu il suo primo pensiero da Ragazzo-Sopravvissuto mentre richiudeva gli occhi. Aveva funzionato. Neville aveva avuto ragione. E tutto questo era successo grazie a Lily Luna, la sua piccola sorella. Come era successo non lo sapeva, ma era successo.

E poi, improvvisamente, sentì una mano afferrarlo per il volto e qualcosa di caldo toccare le sue labbra. Aprì di nuovo gli occhi e vide gli occhi marroni e le lentiggini di sua cugina. Lo stava baciando.

"Albus, o cavolo..." Ansimò la Weasley spingendo le labbra contro quelle del cugino.

"Rose..." Sussurrò così piano che dubitò che lei lo avesse sentito. Sentì all'improvviso una scarica di adrenalina invaderlo. Il sangue gli circolò in tutte le vene e sentì la cicatrice sul petto pulsare all'impazzata.

"Hai la cicatrice..."

I suoi pensieri successivi furono un vero tornado.

Come avevano fatto Rose e Hermione a sapere che dentro Draco c'era Albus e che doveva risorgere uccidendo qualcuno? Perché Rose lo aveva supplicato di ucciderla? Perché Scorpius non aveva reagito di fronte a Connor? Perché Rose lo stava baciando?

"NO!"

L'urlo di un uomo lo fece sussultare. Staccò le labbra da quelle della cugina e si alzò, mettendosi prima su a sedere. La cicatrice sul petto sembrava avere un pugnale infilzato nella carne.

Respirò aria gelida e guardò Draco riprendere conoscenza. Si stava guardando intorno stordito, come se un Bolide lo avesse colpito ripetutamente sulla testa. Hermione e Connor gli stavano puntando entrambi la bacchetta. Scorpius era ancora accasciato a terra, privo di sensi.

"Draco Malfoy, non me lo sarei mai aspettato" Disse Hermione gelida facendo un passo avanti e guardando furtiva la cicatrice sul petto del nipote. Sembrava un soldato.

Draco la fissò con gli occhi grigi iniettati di sangue e le puntò improvvisamente la bacchetta contro, così velocemente che Al nemmeno vide il movimento.

Rose sussultò mentre Connor levò ancora di più in alto la mano.

Draco fissò Hermione per un istante, poi mosse di scatto la testa verso Albus e aprì la bocca.

"Come hai fatto? Cosa mi hai fatto? Perché non sei morto?!"

Al, seppur terrorizzato, sentì un pizzico d'orgoglio nel sentire le parole dell'uomo. Finalmente, poteva giocarsi la sua carta. Sapeva qualcosa che il ladro non sapeva.

"Be', diciamo solo che... non avresti dovuto uccidermi. Tutto qui" Sorrise e scansò da parte Rose delicatamente. Sentì il cuore pompare più sangue. Non credeva ancora a tutto quello che gli era successo, ma era stufo di meravigliarsi. Non era più un ragazzino. Doveva agire.

"Cosa diavolo stai dicendo? Tu dovresti essere morto!" Gli urlò il ladro allungando il braccio. Le ferite della Maledizione Feremort perdevano ancora un po' di sangue. Sembrava poter ammazzare tutti quanti con un solo incantesimo da un momento all'altro.

Silenzio. Nessuno parlò. Forse nell'aria aleggiava l'adrenalina e il terrore di tutti i presenti, ma nessuno fiatò. Hermione ora aveva alzato di nuovo la bacchetta.

Draco aveva chiuso gli occhi, chinando leggermente il capo.

Cosa stai facendo? Pensò Albus aggrottando le sopracciglia. Draco ora aveva cominciato a borbottare da solo, e sembrava così concentrato. Forse stava riacquisendo le forze? Stava sperimentando qualche strano incantesimo su se stesso?

Ma c'era una cosa che stava premendo sulla testa di Albus. Un pensiero. Il sistema nervoso di Draco era stato completamente oscurato durante la permanenza di Albus. Ma l'uomo sapeva che era successo qualcosa, sapeva che il suo corpo era stato sottoposto a qualcosa di strano, qualcosa che anche Al aveva definito non magico.

"E così, tua sorella ti ha lasciato una protezione?" Sussurrò Malfoy aprendo gli occhi e sorridendo. L'agitazione che pochi secondi prima lo stava divorando sembrava essere sparita.

Come diavolo hai fatto?

"Come diavolo ho fatto, dici?" Draco ripeté i pensieri di Albus con voce infantile. Aveva ribaltato la situazione. Ora era Albus quello che non sapeva, e si ricordò che Scorpius e padre potevano leggergli nella mente. Peraltro, avevano contatti visivi, e non doveva essere abbastanza difficile per loro. Erano due ottimi Legilimens, forse "i migliori in circolazione".

Albus spostò rapidamente lo sguardo sul traditore. Era ancora sdraiato a terra, una chiazza di sangue vivo sulla nuca.

"Cosa stai guarda...? Scorpius? Chi ha ridotto mio figlio così?!" Sul suo volto fece comparsa ira e malvagità.

"Albus, devi fare qualcosa, e in fretta, la situazione sta prendendo una brutta piega" Gli sussurrò Rose afferrandogli la mano.

Connor si era accorto del loro bacio?

"Al mio tre" Quelle tre parole pronunciate da Albus spiegarono tutto. Rose lasciò la mano del cugino e strinse con la mano destra la bacchetta.

"Quattro contro uno, Draco. Mi pare che sia un po' svantaggiato" Urlò leccandosi le labbra.

Ma un boato pazzesco ruppe l'aria. Tutto si fece nero, come se delle nuvole scure fossero piombate su di loro. Albus si dimenò, cercando di allontanare il fumo nero con le mani. Agitò le braccia e provò a urlare. Un rumore assordante gli spaccò i timpani e cadde in ginocchio, spinto dalla forza di...

Fedeli, pensò.

Il fumo scomparve.

Albus girò su se stesso: Rose era in ginocchio, davanti a un incappucciato. Connor era stato sospeso in aria con delle corde nerastre mentre Hermione era praticamente avvolta dalle braccia di un uomo, che teneva la bacchetta puntata contro il collo della donna.

"Dicevi?" Disse Draco, facendo un passo verso Albus; quest'ultimo non aveva Fedeli alle spalle.

"Buffo, Albus, come le cose possano cambiare in uno schiocco di dita" Sibilò.

Al lo fissò negli occhi, mentre, per la prima volta da risorto, il panico lo divorava.

"Confesso: gran mossa, Albus, ma non sufficiente. Protezione Fedele..."

"Hai la pietra, Scorpius mi ha disarmato. Cosa vuoi di più?"

"Io ti voglio morto, Albus. Dopo tutto quello che hai fatto. Hai ucciso insieme a tua cugina la mia Copia Omogenea, hai ferito mortalmente Akator, sei entrato ad Azkaban, ti sei impossessato del mio corpo. Dovrei lasciarti vivere? Dopo quello che hai fatto? Dopo tutte le scemenze? Ho passato ore e ore a studiare piani per te, Albus, ma basta, è il momento di farla finita"

"Come hai visto, sono risorto dopo che mi hai ucciso. Non ci sarà una fine, Draco, perché ricordarti: non tutto finisce!" Improvvisamente, le sue braccia si levarono, come se attratte da una calamita sopra di loro, i palmi rivolti verso l'uomo. E solamente ora Albus capì. Non aveva la bacchetta d'ebano. Ce l'aveva Scorpius. Era diventata totalmente del traditore. Tu hai doti che puoi usare anche senza una bacchetta. Ricordò le parole di Neville. Tutto gli era chiaro. Le sue doti le conosceva benissimo, e le aveva usate già varie volte, una di queste durante la battaglia al Ministero.

"Stupeficium!"

Era come se il cuore avesse pompato una grande quantità di sangue e che questa avesse raggiunto le braccia. Sentì un calore propagarsi per tutte le articolazioni - anche le gambe - e un leggero venticello avvolgerlo.

Un getto di luce rossa fuoriuscì da ciascun palmo. Lo Schiantesimo colpì in pieno petto Draco, che cadde all'indietro, di certo sorpreso e colto alla sprovvista.

Albus si guardò le mani girandole in varie posizioni. Poteva usare la magia senza bacchetta. Poteva produrre incantesimi con la sola forza delle mani.

Sotto dodici occhi spalancati dei Fedeli - ormai senza cappucci - e dei suoi amici, Albus tenne levate le mani.

Non si era mai sentito così bene prima d'allora. Sentiva la forza propagarsi per tutto il suo corpo e scariche elettriche uscirgli da tutti i pori.

Il ladro si rialzò velocemente, mentre una ferita sotto il collo cominciava a sputare sangue. I suoi occhi si posarono immediatamente sulle mani del ragazzo.

Non disse nulla, ma era ovvio che era sorpreso quanto tutte le persone che li stavano osservando. Il lontano rumore di un elicottero babbano echeggiò per il posto, mentre Albus udiva i battiti del suo cuore aumentare sempre di più.

Era arrivato il momento. Albus aprì bocca.

"TRE!"

Sentì un rumore di un cazzotto misto a un calcio sulla pancia e un tintinnio di una bacchetta cascata a terra. Rose Schiantò il Fedele alle sue spalle e corse accanto ad Albus, con la bacchetta levata.

Quella ragazza non smetteva mai di stupirlo.

I Fedeli che tenevano imprigionati Connor e Hermione non si mossero. Hermione stava sorridendo di fronte all'abilità di sua figlia.

"Credo che, dopo tutto questo tempo, i tuoi Fedeli non siano così preparati, vero?" Disse Albus sputando a terra.

Draco sembrava stesse studiando la situazione. Ridusse gli occhi a due fessure, inghiottendo aria.

Rose levò ancora di più la bacchetta e, in quel mentre, Albus udì lo stesso rumore assordante di prima. Il fumo nerastro gli coprì gli occhi e sentì la forza del vento premergli sul corpo e soprattutto sulla cicatrice. Tossì un paio di volte. Stava accadendo qualcosa di brutto.

Si voltò di scatto. Rose era sdraiata a terra pancia in giù. Il piede di Draco stava affondando nella schiena della ragazza, che prese a urlare forte, fortissimo.

"La ucciderò lentamente, che ne dici? Una Maledizione Feremort andrà bene?"

"LASCIALA STARE, SPORCO SANGUEMARCIO!" L'urlo di Hermione sovrastò qualunque cosa. Solamente ora Albus si rese conto che la battaglia ancora non era terminata.

"Tu? Granger? Come osi..."

"Stai zitto! Stai zitto, SANGUEMARCIO! Lascia stare mia figlia!"

Ma il Fedele alle sue spalle le diede una ginocchiata sul fondoschiena e lei prese a urlare dal dolore.

Come osi toccare mia zia, feccia? I pensieri di Albus stavano già vagando chissà dove. Voleva ammazzare all'istante quel Fedele.

"Vediamo" Ora era Draco a parlare, rivolto alla Weasley.

Albus levò le mani. Era pronto a scagliare qualunque Maledizione.

"Ora io ti uccido, Rose, va bene? Come la vedi?"

Le urla soffocate di Hermione echeggiarono nell'aria. Albus si voltò di scatto verso Connor. Era talmente rosso che gli si era formato un nuovo taglio sul collo e sullo zigomo. La sua bocca era imbottita dalle corde nere e l'osso che gli stava uscendo dal braccio sinistro sembrava fuoriuscire ancora di più.

Albus doveva agire, e in fretta, ma prima che potesse dire o fare qualcosa, Draco gridò.

"Avada Kedav..."

"NO!"

Albus si voltò di scatto. Scorpius era davanti a lui, la bacchetta d'ebano puntata sulla tempia. Sul suo volto una maschera di sofferenza e pazzia gli dava un'aria quasi di arresa. Le chiazze di sangue sparse qui e là per tutto il corpo lo facevano sembrare un Infero.

Albus non era spaventato. Era... curioso.

Fissò il traditore, e si rese conto che lo stavano facendo tutti.

Da quanto tempo aveva ripreso i sensi?

Dopo una pausa di silenzio, o forse una pausa in cui le orecchie di Albus avevano semplicemente deciso di non sentire nulla, Scorpius parlò. Ogni parola sembrava costargli mezza costola.

"Papà, hai superato il limite. Rose, tu hai sbagliato, per tutto questo tempo. Ti ho visto prima baciare Albus" Le sue parole risultarono gelide e senza un tono di voce ben definito, quasi spezzate dallo sforzo che stava facendo il ragazzo.

"Scorpius! Cosa stai facendo...?" Draco anticipò i pensieri di Al.

"Non dire nient'altro, papà" Disse portando l'indice sopra il naso. "Basta, non aggiungere altro, non rivolgermi più la parola. Il tempo delle recite si conclude qui. Albus, tu non sei mai stato niente per me. Rose, tu, invece, sei stata la mia vita"

E prima che qualcuno potesse fare qualcosa, Scorpius Hyperion Malfoy pronunciò la formula. Il lampo di luce verde fu breve: si andò immediatamente a infrangere sulla tempia del ragazzo. Il corpo cadde a terra, senza vita. Gli occhi e la bocca erano rimasti spalancati, come due lunghi tunnel. Solamente ora le lacrime cominciarono a uscirgli dagli occhi morti.

Non seppe il perché, ma Albus urlò il suo nome, mentre le lacrime lo affogavano. Sentì Rose liberarsi da Draco e correre verso Scorpius. Il suo volto era uno dei peggiori che Albus avesse mai visto. E per lui sembrava tutto al rallentatore... riusciva a malapena a sentire le grida.

"SCORPIUS!" Urlò Rose chinandosi su di lui e prendendolo per il viso. Lo scosse. Niente. Fu come scuotere una marionetta.

Connor era rosso in volto, mentre Hermione si era inginocchiata. Albus guardò sua cugina continuare a strattonare il ragazzo, ma niente, non si mosse. Era inutile. Era tutto inutile.

E di fronte a tutto quel trambusto, Draco non si era mosso. Era rimasto lì, immobile e in piedi, la bocca aperta e il volto coperto dalle lacrime, gli occhi grigi iniettati di sangue a rispecchiare qualcosa che, forse, era di certo lo spettacolo più brutto a cui lui avesse mai assistito.

Albus provò uno strano miscuglio di emozioni. Quello a terra era il traditore, colui che lo aveva tradito per sette anni, colui che lo aveva chiamato sempre Bibby, colui che gli aveva rubato il Mantello, il suo migliore amico. Ma con questo, continuò a urlare il suo nome, mentre qualcosa dentro di lui cadeva a terra e lo lasciava per sempre. E quel qualcosa sembrava facesse parte fisicamente del corpo di Albus, sembrava fosse una parte di lui.

Fissò con gli occhi sommersi dalle lacrime la sagoma nerastra priva di vita del ragazzo.

Scorpius se n'era andato, e stavolta non c'era nessuna recita.

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