Capitolo 5
Il giorno seguente non riuscì a non pensare a Richard. Perché Emma mi avevo detto di stargli lontano? Le persone qui sembravano così misteriose.
Decisi di schiarirmi le idee facendo un po' di jogging per il quartiere. L'aria di quella mattina era piacevolmente fresca così decisi di spingermi fino al parco ma la mia testa continuava a essere altrove. Troppo altrove per rendermi conto nell'imminente pericolo a cui stavo andando incontro e proprio mentre stavo per attraversare la strada, udì lo sfrecciare di un'auto.
Mi voltai inconsapevole di ciò che stava per accadere. La macchina si stava avvicinando sempre più verso di me ad una velocità pazzesca.
<<Mia!>>, Riuscì solo a udire. Sapevo che si sarebbe trattato solo di pochi secondi, prima che la macchina mi travolgesse ma i piedi sembravano incollati al terreno. Tutto il corpo sembrava non rispondere più ai mie impulsi. L'unica cosa che riuscì a fare, fu chiudere gli occhi ... .
<<Mia, Mia!>> udì ancora una volta, <<Mia ti prego apri gli occhi!>>, aprì lentamente gli occhi. Ciò che vidi non era esattamente quello che mi aspettavo. Il mio corpo era sdraiato a terra a pochi centimetri dalla strada e Richard era sopra di me.
<< Mia! Grazie al cielo hai riaperto gli occhi>> disse con voce tremante, <<come ti senti?>>.
<< Bene, credo>>, ero ancora sotto shock.
<< Quel farabutto non si è nemmeno fermato>> disse rivolgendo il suo sguardo verso la strada, << sei sicura di star bene?>>, sembrava molto preoccupato.
<< In realtà mi fa un po' male la gamba>>, affermai.
<< Vuoi che ti porti in ospedale?>>.
<< No, non sarà necessario>>mi affrettai a dire, <<basterà metterci un po' di ghiaccio>>, tentai di alzarmi, ma ovviamente la gamba mi faceva male.
<<Non puoi camminare in queste condizioni>> disse con decisione, <<Ti porto a casa>>.
Mi sollevò da terra e mi prese in braccio stringendomi a se. Il calore del suo corpo mi infondeva una strana sicurezza. Sentì il mio cuore battere come un tamburo impazzito. Chissà se anche Richard riuscì a sentirlo.
Mi adagiò sul letto con estrema delicatezza tanto da dimenticare il dolore alla gamba. Si assicurò che avessi tutto ciò di cui avevo bisogno prima di andare via.
<<Posso fare altro?>>, disse con dolcezza.
<< No, ti ringrazio. Credo che tu abbia fatto abbastanza>>, ammisi imbarazzata.
<< D'accordo, ma se dovessi aver bisogno di qualcosa, questo è il mio numero>>, tirò fuori un pezzo di carta dalla tasca dei suoi pantaloni e vi appuntò il suo numero.
Qualche ora più tardi, il dolore alla gamba era quasi del tutto sparito ma la notizia del mio incidente invece, si divampò come un incendio. Quello stesso giorno ricevetti una inaspettata visita da parte di Emma.
<< Mia, ma che cosa ti è successo?>>, disse in tono preoccupato.
<< Mi stai forse dicendo che hai saputo del mio incidente?>>.
<<Scherzi?! Lo sanno quasi tutti in città!, per non parlare del fatto che ti hanno vista insieme a quell'uomo>> disse mostrando del disappunto, <<Non ti avevo detto per caso di stargli alla lontana?>>.
<< Se proprio vuoi saperlo mi ha salvato la vita. Se non fosse stato lì in quel momento, quella macchina mi avrebbe di sicuro ucciso. Ma poi perché c'è l'hai tanto lui. Si può sapere che cosa ti ha fatto?>>, dissi incitandola a parlare.
<<A me proprio niente>> rispose, <<Ma girano delle brutte voci sul suo conto>>.
<< E quali sarebbero?>>.
<< Non credo spetti a me dirtelo, ad ogni modo, stai attenta ti prego>>, e mi lasciò senza dire altro. Cominciavo a non poterne più di quella storia. Perché queste persone non vedevano di buon occhio Richard? Che cosa mai poteva aver fatto di così grave? Ero intenzionata a scoprirlo.
Due giorni dopo mi ero completamente ristabilita e le visite non tardarono ad arrivare.
<< Richard che sorpresa!>> dissi aprendo la porta, <<Cosa fai da queste parti?>>.
<< Ero venuto per vedere come stavi>>, notai un lieve imbarazzo nelle sue parole.
<< Direi più che bene. Non era niente di grave. Avevo solo bisogno di stare un po' a riposo>>.
<<Mi fa piacere sentirlo>> fece una pausa, <<se non hai impegni, ti andrebbe di andare a prendere un caffè insieme?>>, tentennai per qualche secondo ripensando alle parole di Emma. Cosa poteva esserci di sbagliato in una persona che ti aveva salvato la vita?
<< Si perché no?>>, non riuscivo a capire perché Emma si ostinasse così tanto contro Richard. Era così dolce e sensibile.
Una volta giunti al caffè, tentai di girare intorno al discorso ma non ero brava in queste cose e Richard capì immediatamente dove volevo arrivare.
<< So a cosa stai pensando>> disse fissando la sua tazza di caffè, <<Ti stai chiedendo perché le persone di qui non mi vedono di buon occhio>>.
<< Richard, io non volevo essere invadente>>, dissi cercando di rimediare alla figuraccia.
<<No, va bene, non ti preoccupare. In realtà, non credo di conoscere il vero motivo del loro comportamento. Forse perché me ne sto sempre per conto mio e mi faccio gli affari miei>>, disse e abbozzò un sorriso.
<<Questo non mi sembra un buon motivo, anzi, direi piuttosto una virtù. È raro trovare persone che si fanno gli affari loro>>, e scoppiammo entrambi in una risata.
<<Forse non hanno tutti i torti>> disse continuando, <<Tu sei la prima persona con cui mi rapporto da quando ...>>.
<<Da quando?>>, tentennò per qualche secondo e poi cambiò improvvisamente discorso.
<<Perché non andiamo a fare un giro, vuoi?>>, ancora una volta Richard sfuggiva alle mie domande ma non potevo certo costringerlo a rivelarmi i suoi più reconditi segreti, se mai ne avesse avuti.
Non ostante i discorsi intrapresi, fu una giornata davvero piacevole. Sentivo di essergli più vicina di quanto immaginassi, forse perché anche lui sembrava nascondere un passato difficile.
Arrivati all'uscio di casa decisi di spingermi oltre.
<< Visto che sei qui, ti va di mangiare qualcosa con me? Ma ti avverto, non sono una grande cuoca>>.
<< Accetto volentieri>> i suoi occhi si illuminarono, <<e poi è sempre meglio che mangiare pasti surgelati>>, disse scherzando. Tutto stava andando per il meglio, Richard stava finalmente iniziando a rilassarsi quando ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
<<Aspettavi qualcuno?>>, disse irrigidendosi.
<< Non che io sappia>>, chi mai poteva essere?.
Mi avviai verso la porta e a stento riuscì a credere ai mie occhi. Cosa ci faceva Adam a Willow City?.
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