VI - Love

Mi avvicinai a lei in punta di piedi. Dormiva per davvero. Da vicino notai la sua acconciatura completamente al contrario e la scritta sugli slip, rovesciata. Il tatuaggio sulla caviglia destra non c'era più, ma ora era su quella sinistra. Dormiva serena, con un piccolo sorriso delicato. Appariva quasi più giovane, la sua pelle era luminosa, ancora più perfetta. Riposando respirava lentamente, ed era angelica, così bella e serena.

Le sparai in faccia.

Il suo sangue schizzò ovunque, e volarono anche pezzi di cervello. Sì, ovviamente ho anche il porto d'armi. Presi lo specchio ed andai via. Non mi preoccupavo di nulla: avevo usato un silenziatore, e anche il cuscino per attutire il rumore. Ed in fondo era solo un'altra prostituta uccisa. In uno squallido hotel fuori città. Tutto regolare.

Quella notte fu da incubo. Rivedevo in sogno l'"altra" Anna che usciva dallo specchio, con delle orribili movenze. Cadeva a terra, ma stavolta invece di andare dalla vera Anna veniva verso di me. Ricordo che mi svegliai di soprassalto, in un bagno di sudore. Ma non fu per colpa degli incubi; fu una realizzazione: quando ero andato a controllare la nuova Anna ero sconvolto, e mi ero completamente dimenticato dello specchio di Alfio Cristaldi. Mi ci ero sicuramente riflesso, anche se di spalle. Corsi in bagno come in preda a un raptus e mi guardai nello specchio sopra il lavandino. Mi sentivo normale, e non ero, insomma, "rovesciato". Né avevo istinti omicidi. Avevo ucciso Anna Love, è vero... ma quella non era lei. Era un abominio, qualcosa che non doveva esistere. E lo specchio che fu di Alfio Cristaldi era ancora nel mio zaino. Passai il resto della notte con un occhio chiuso e uno aperto, finché non mi venne l'idea di chiudere lo specchio in cassaforte. Era robusta e incassata nel muro, spaziosa, sapete, per i fucili, e riuscii a dormire le ultime ore di buio.

La mattina dopo aprii la cassaforte e constatai che dallo specchio di Alfio Cristaldi non era uscito un altro me stesso. Adesso... adesso so perché. Be', lo immagino. Il modo per fare uscire l'"altro" era di guardare il proprio riflesso negli occhi. Forse per stabilire un contatto di qualche tipo con... un'entità che c'è in quello specchio... non lo so. Io non mi ci ero mai guardato così, né lo avevo fatto dopo, anche se ancora non avevo realizzato questa cosa. Ma d'altronde è da molto che non lo faccio neppure in uno specchio normale.

Meglio lasciare la mia anima lì dov'è.

Credo che la signora Emma Falcone si sia salvata per questo, perché, sottomessa com'era, non aveva il coraggio di guardarsi negli occhi. "Salvata"... certo, ora è praticamente internata, ma è ancora viva.

Disturbata ma viva.

Probabilmente ha visto l'"altro" signor Falcone uscire dallo specchio, e poi buttarci dentro l'originale, proprio come io avevo visto accadere ad Anna Love.

Pensai a Martina. Le dovevo vendetta. Pensai di distruggere lo specchio, ma così non credo avrei ucciso chiunque fosse "dall'altro lato". Avrei forse chiuso una specie di portale, non so.

Dovevo fare altre prove.

Perdonatemi, se potete.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top