Capitolo 1
Era mattina, e un sottile raggio di un sole inesperto scivolava in una fessura della finestra. Il raggio ricadeva sugli occhi aperti di un ragazzo sdraiato nel letto inentento a riflettere. Era la prima mattinata delle vacanze estive, ma mentre tutti si godevano il meritato riposo il ragazzo dai capelli rosso vivo era sveglio. Quella mattina stessa sarebbe andato in un campeggio senza i suoi e ci avrebbe trascorso la prima settimana delle vacanze. Nonostante amasse il calduccio del fuoco anche in estate,aveva deciso di andarci per fare una prova. Non era mai stato in campeggio e per lui era davvero importante. I suoi genitori erano molto protettivi ed era strano per lui pensare di stare per una volta senza di loro. Non che non gli volesse bene, ma avere quel senso di libertà assoluta che non aveva mai provato lo invadeva completamente. Euforico si alzò di scatto dal letto. La valigia pronta era li vicina e sembrava lo guardasse. La scavalcò e si dirise verso lo specchio. Lo guardò soddisfatto e il solito ragazzo spettinato dai capelli rossi e il viso ricoperto di lentiggini gli ricambiò lo sguardo. Si dirise verso l'armadio e, quando si fù vestito, scese le scale per fare colazione. I suoi genitori non erano ancora arrivati, forse stavano dormendo. Il ragazzo chiamato Aidan decise di non sprecare quel momento. Prese un foglio, una penna, e incominciò a scrivere.
~08/06/16
Caro Simone,
come va? Oggi parto per il campeggio. La non conosco nessuno, ma penso che sarà divertente. Non fatico a trovare amici io. E comunque non credo che sarà male.
Quest'estate ci dobbiamo divertire un bel po', dato che l'anno prossimo abbiamo gli esami.
Ma è inutile iniziare a preoccuparci... è arrivata l'estate e dobbiamo godercela!!!
Voglio sapere come passerai questa prima settimana di vacanze.
Ci sentiamo,
Aidan~
Rilesse la lettera. Sì andava bene. La piegò e la mise in una busta.
Simone era il suo migliore amico d'infanzia e da quando si era trasferito a Londra era rimasto
il suo corrispondente.
Aidan non amava scrivere, ma quello era l'unico modo per comunicare con il suo amico. I loro genitori infatti non volevano che i loro figli si scambiassero i numeri di telefono perché per loro "era una bella occasione avere un amico di penna".
Ma infondo non gli dispiaceva, anche se era difficile intrattenere una conversazione anche perché Londra era lontana e le lettere arrivavano dopo molto tempo.
Stava ancora riflettendo quando sentì qualcuno scendere dalle scale.
Ma non erano i suoi genitori.
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