Capitolo 9

Jordan Kyle era il migliore amico di Simon, era il capitano di basket e adorava molto le arance. Ancora di più perché erano legate a un bellissimo ricordo, qualcosa che non riusciva a dimenticare o meglio qualcuno. Camminava nel corridoio, vide Jessamine travolgere qualcuno e gli arrivarono i suoi occhiali rossi. Raccolse gli occhiali, si avvicinò alla testa bionda che era raccoglieva i libri caduti dallo zaino e aveva giacca rosa con maniche bianche e colletto blu. Lo aiutò e quando il ragazzo alzò la testa, restò a bocca aperta. Quegli occhi azzurri, quei capelli biondi e quel pinguino sulla maglietta. Era lui.

- sei proprio tu! - esclamò Jordan sorpreso e contento. - ci siamo incontrati tre anni fa in estate nel frutteto sotto l'albero delle arance -
- mi hai scambiato per un altro - disse il ragazzo timido mettendo tutto nello zaino. - odio le arancia. Comunque grazie per il tuo aiuto -
Si riprese gli occhiali e scappò via come allora. Pensava di aver dimenticato ma non era così, lui era in un angolo del suo cuore e si era fatto ancora più bello. I due ragazzi ripensarono a quell'estate.
Tre anni fa...
Matt trascorreva come sempre l'ultima settimana di Agosto da suo nonno che aveva una villetta con piscina e un grande vigneto. Questa volta c'era anche suo cugino che parlava con un amico della sue avventure, Matt era imbarazzato a sentirli parlare e quando il cugino gli aveva chiesto fin dove si era spinto con una ragazza, lui era scappato via con una scusa. Lo avrebbe di sicuro preso in giro se gli avesse detto la verità. Aveva iniziato ad esplorare fuori dalla villetta per la prima volta, di solito restava sempre dentro come un uccellino in gabbia e si perse in mezzo ad un frutteto.
- serve aiuto ? - chiese un ragazzo di quindici anni.
- si mi sono perso - disse Matt confuso. - non sono mai stato fuori dalla villetta -
Il ragazzo si presentò con il nome di Jordan e gli offrì un'arancia ma lui le aveva sempre odiate fin da piccolo.
- grazie ma non mi piacciono - disse Matt seguendo Jordan.
I due camminarono e parlarono, Matt gli confidò il motivo per il quale era uscito dalla villa.
- vedi mio cugino ha avuto tante ragazze e io invece no. Non volevo che mi prendesse in giro per ciò, le ragazza non hanno mai attirato alla mia attenzione ancora. Pensa che quando mi sono ritrovato in una festa di compleanno a giocare a sette minuti in paradiso, non sono riuscito a baciare la ragazzina. C'era qualcosa che lo impediva. Per gli altri il primo bacio é un esperimento, non gli importa se é dato per gioco ma a me si. Non posso darlo così, é importante capisci - disse Matt pieno di valori.
- sono d'accordo con te. I baci ci danno per amore - disse Jordan con uno splendido sorriso.
Matt era contento di trovare qualcuno che la pensava come lui. Trascorse la giornata con lui: nuotando nel laghetto con lui, sdraiandosi vicino e si guardavano a vicenda senza farsi accorgere dall'altro. Quando i loro cugini li chiamarono si nascosero in mezzo a un cespuglio e si scambiarono i numeri. Si diedero appuntamento sotto l'albero delle arance. Jordan gli diede un bacio sulla guancia prima di andar via. Lui sorrise a quel gesto e non vedeva l'ora del giorno dopo.
Matt uscì dalla villetta un altro volta con la maglietta con il pinguino e corre all'albero delle arance dopo c'era già Jordan che mangiava un'arancia e si sorrisero per poi lasciare il frutteto e fare un giro in bici. Stata vivendo un altro bellissimo giorno, fecero un picnic nel bosco e nuotarono ancora in un laghetto. Matt adorava nuotare, non a caso faceva nuoto e invece Jordan era un appassionato di basket e arance.
- dai assaggiala. É dolcissima - disse Jordan porgendo uno spicchio.
Matt fece no con la testa, li ributto in acqua e Jordan finì l'arancia e lo raggiunse. Giocarono nel laghetto come bambini, ridevano e si steserono nel prato.
Jordan gli passò asciugamano per asciugarlo visto che era pomeriggio, era tentato di baciarlo mentre gli toglieva le gocce d'acqua dal corpo.
- non sono mai stato così bene. É l'esatta più bella della mia vita - disse Matt felice.
Jordan sorrise felice e Matt si addormentato con il silenzio della natura incontaminata. Jordan lo osservava, era così tenero, dolce e bellissimo. Matt si svegliò che era sera tra le braccia calde di Jordan e con una coperta addosso. Ora era lui che stava dormendo, era così protettivo, forte e premuroso ma anche fantastico. Vide l'ora e si allarmò, suo nonno era di sicuro preoccupato e svegliò Jordan. Si rivestirono e corserono con le bici fino al frutteto. Si diedero appuntamento sempre lì.
Quando Matt entrò in casa, suo nonno lo abbraccio con affetto, felice che stesse bene ma si prese una sgridata da sua nonna per la preoccupazione.
Tornò in stanza e c'era suo cugino ad aspettarlo.
- sei stato ancora in compagnia di quel finocchio - disse suo cugino cattivo. Cos'è vuoi diventarlo anche tu? Non mi sorprendere -
- io non lo sono e neanche Jordan - disse Matt a tono.
- davvero? Ma se lo sanno tutti che é un disgustoso finicchio - continuò il cugino.
- non é disgustoso. É mio amico e ti ripeto che non é gay - disse Matt sbattendo la porta.
La gente era proprio cattiva, lui e Jordan erano amici e si era affezionato a lui. Si sentiva libero di dire ciò che pensava.
Il giorno dopo, andò all'appuntamento e Jordan gli sorrise come sempre. Lo segui come sempre. Questa volta Jordan lo portò al molo dove c'era una barca a vela e si illuminò. Adorava andare in barca. Era proprio destino poiché oggi aveva messo un completino marinaio.
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Aveva uno zainetto a forma di pinguino. Jordan lo trovò tenero ma anche sexy allo stesso tempo. Matt salì al bordo della barca a vela, Jordan si diede il giubbotto da mettere per precauzione e iniziò a navigare. Matt si godeva la traversata e osservare il mare cristallino e sorrideva a Jordan che portava alla perfezione la barca.
Jordan gli raccontò che suo padre gli aveva insegnato quando aveva 8 anni a portare una barca. Era una cosa di famiglia.
- vuoi provare? - chiese Jordan all'improvviso.
- non vorrei fare danni - disse Matt imbranato.
- dai, ci sono io - disse Jordan spronandolo.
Matt si avvicinò a lui e al timore, Jordan lo guidò e gli spiegò tutto con calma. Lui era così timoroso ma appena iniziò a mettere le mani sul timore, guidato dalle mano dell'altro iniziò a navigare. Era una bellissima sensazione.
- ora ti lascio - disse Jordan togliendo le mani. - sei tu a guidare adesso. Non aver paura, fai tua la barca e lei ti condurrà dove vuoi e come andare a cavallo -
Jordan era un insegnante fantastico e un amico prezioso.
Matt era un po incerto all'inizio ma si muoveva con grande abilità come se il mare c'è l'aveva nel sangue.
 - bravissimo. Hai il mare nel sangue - si complemento Jordan.
Matt era felice di ciò, continuò finché Jordan gli diede il cambiò e lo portò in un isolotto.
 Jordan aiutò Matt a scendere dalla barca, presero gli zaini e si stesero sulla sabbia con i teli. Matt si tolse il completino, restando con un costume blu con un ancora a sinistra che fasciava il suo culetto. Jordan si offrì di mettergli la crema per non scottarsi ma Matt disse che non ne aveva bisogno. Lo trovò strano ma non disse nulla, si godette la sua vicinanza e la sua bellissima compagnia.
 - Kyle é il mio cognome da piccolo, sono stato abbandonato e sono finito in una casa famiglia. Pensavo di non trovare mai una famiglia ma poi sono arrivati loro, i miei genitori adottivi che per me sono quelli veri. Emma e Killian. Ho un fratellino Henry - gli confidò Jordan spontaneamente. - sono delle persone fantastiche -
Matt sentiva come Jordan amava la sua famiglia adottiva. Chissà perché i suoi veri genitori l'avevano abbandonato. Jordan non se lo chiedeva perché per lui Emma e Killian e Henry erano la sua vera famiglia e basta.
 - grazie per esserti confidato con me - disse Matt sentendosi molto onorato.
- mi viene così spontaneo - disse Jordan sincero. - come  passare il tempo con te -
 Matt gli diede un bacio sulla guancia per poi correre in acqua, Jordan lo rincorse e lo afferrò. I due risero. Matt si sentì bene con quelle braccia che lo tenevano ma sentiva qualcosa nello stomaco mentre stava in acqua con lui. Erano le cosiddette farfalle nello stomaco. Allo stesso tempo sentiva
una paura nel cuore. Era tutto così confuso.
[Usarono gli occhiali per nuotare sott'acqua, era bellissimo il fondale marino e Jordan lo prese per mano per condurlo in un posto segreto. Andarono un po in profondità e entrarono in un buco che porta a una piscina naturale racchiusa in una grotta con cristalli.
- wow! - esclamò Matt a quello scenario.
[7/9 14:12] alebasile86: - Ho scoperto questo isolotto e questa grotta a 12 anni. Mi ero perso in acqua e sono arrivato qui - gli confidò Jordan sedendosi sul bordo della piscina naturale.
 https://goo.gl/images/baB7Ay Matt salì con aiuto di Jordan e cadde su di lui, era imbarazzato e il contatto a pelle provocò brividi e farfalle in lui.
- scusami - disse Matt rosso.
- tranquillo, sei molto leggero - disse Jordan preso da lui. - ma mangi abbastanza? -
- si. Soprattutto pesce e dolci - disse Matt arrossendo, alzandosi da lui.
- stasera ci sarà una festa in costume sulla spiaggia e ci saranno fuochi d'artificio, cibo a volontà, danze e bancarelle - disse Jordan con coraggio. - ti va di venirci con me? -
Un invito alla festa del paese!! Wow! Era la prima volta che qualcuno lo invitava con lui.
- si mi piacerebbe ma non ho il costume - disse Matt triste.
Jordan lo rassicurò, aveva un'amica che aveva tanti costumi e avrebbe trovato quello perfetto.
La mattinata fu bellissima poi Jordan lo riaccompagno al frutteto e gli diede il biglietto della sua amica da contattare per il costume. Si sarebbero visti in paese. Si sorrisero, Matt era contentissimo di ciò e avvisò i suoi nonni che erano felici di vedere il nipote uscire e fare amicizia. Suo cugino invece non vedeva di buon occhio che Matt si faceva vedere con quello là.
 - non dovresti passare troppo tempo con lui, la gente ti etichettera come lui e si ripercuote sulla mia reputazione - disse il cugino afferandolo nell'uscire di nuovo.
- ai nonni mi hanno dato il permesso - disse Matt deciso. - e poi siamo solo amici -
- sei ingenuo. Di sicuro lui aspira a quello - disse il cugino ridendo. - vuole mettertelo dentro -
- non é vero. Tu non lo conosci - disse Matt irritato, uscendo dalla porta.
Contattò l'amica di Jordan, lei fu molto disponibile e gli mostrò i costumi. Gli diede tutto il tempo per decidere, Matt li vide uno ad uno e poi ne trovò uno che lo colpi molto. Anche l'amica di Jordan si congratulò per la scelta. Jordan aspettò Matt in piazza. La curiosità era tanta di sapere il suo costume e non vedeva l'ora di passare la serata con lui. Quando Matt arrivò, Jordan rimase incantato da quel costume fatto a pennello. Era vestito da sirenetto o meglio da un piccolo tritone con coda blu con dettagli di stelle e si abbinata al suo da pirata. Il tritone e il pirata. Si fecero i complimenti a vicenda, erano perfetti ben abbinati. Matt vide suo cugino da lontano con gli amici, non voleva che lui rovinasse tutto così trascinò Jordan alle bancarelle. Jordan gli regalò un pescino rosso, vince un peluche a delfino per lui e gli compro dei dolci. Matt stava vivendo senza saperlo il suo primo appuntamento. Un appuntamento perfetto.
 - grazie, Jordan - disse Matt stringendo il pesciolino in un mano e mise il delfino nella sacca a conchiglia allacciata al costume.
- tutto per il mio tritone. Ora dove vuoi andare? - chiese Jordan dolce.
- in spiaggia - disse Matt esuberante.
E spiaggia fu. Lì c'era un bel falò, luci e la gente ballava sulla sabbia a piedi nudi e loro si unirono alle danze. Il pesciolino lo lasciarono in custodia ad Henry che era con una ragazzina di nome Violet. Erano carini. Lui era vestito da poeta mentre lei da principessa. Jordan vide anche i suoi genitori vestiti da pirata e principessa ribelle.
 - wow! I tuoi sono perfetti - disse Matt vedendoli danzare.
- si, seguiamo il loro esempio - disse Jordan porgendo la mano.
- io non so ballare questo... -
 - ti guido io come il timone, lasciati andare - disse Jordan al suo orecchio.
Era indeciso, gli amici non ballano come una coppia e non sapeva cosa pensare. Jordan come lo vedeva? Lui lo vedeva come una persona speciale.  Per lui era tutto nuovo.
- preferisco guardare - disse Matt tirandosi indietro.
Non se la sentiva di ballare in pubblico con lui, aveva timore e gli dispiaceva di deludere Jordan.
Jordan sentì distante Matt come se fosse a disagio con lui. Cosa andava a pensare? Matt si trovava bene con lui altrimenti non avrebbe accettato l'invito al loro primo appuntamento.  Era stato cosi felice quando aveva detto sì, aveva pensato tutto il pomeriggio a quel momento e finora era stato perfetto. Non faceva nulla se voleva solo guardare. L'importante era stare insieme a lui.
 Mangiarono frittura di paranza, pesce arrostito, spiedini di gamberetti sulla spiaggia. Jordan prese una coppetta di cocktail di gamberi da dividere, lui e Matt lo mangiarono come due fidanzati e Matt si sporco la guancia con la salsa rosa e l'altro lo pulì con il dito e lo portò al bocca. Matt era arrossito a quel gesto audace. Jordan portò Matt sugli scogli per vedere i fuochi d'artificio, si sdraiarono su un pezzo liscio e guardarono quello spettacolo bellissimo. 
- é stato bellissimo, mi sono divertito tanto - disse Ma stringendo i regali di Jordan nel frutteto. - Questi giorni: la nuotata nel laghetto, il giro in barca, la grotta e questa serata. Tutto é stato speciale -
Jordan mangiò un'arancia accanto a lui, era contento di sentirlo così felice di quella serata e di quei giorni. Sentiva lo stesso anche lui. Arrivarono al loro albero di incontro. Jordan si avvicinò a lui per baciarlo e Matt lo abbracciò, lui lo strinse mentre i fiori d'arancio caddero dall'albero. Un caldo abbraccio tra i due.
- grazie, Jordan - disse Matt felice. - hai riempito questi giorni di allegria. A domani. Buonanotte -
Gli diede un bacio sulla guancia e poi scappò via con il cuore che gli stava uscendo dal petto per quel stretto e caldo abbraccio. Matt e Jordan si tolsero in costumi ognuno in camera propria, pensavano a quella serata con un dolce sorriso e si stesero sul letto in mutande.
Non avevano sonno, presero il cellulare e guardarono la foto fatta l'altro in un momento in cui era distratto. Perché si sentiva così? Matt non capiva. Jordan era... Cos'era Jordan per lui? Non sapeva definirlo. Sapeva solo che era felice ma qualcosa lo spaventava.
 - cosa hai da sorridere? E' un messaggio di quello là? - chiese suo cugino entrando nella stanza. - Ti ha fatto di sicuro un pompino o altro -
Perché doveva essere sempre così irritante? Prima non era così, Bright era dolce e protettivo con lui. Guai se qualcuno lo prendeva in giro, lui arrivava e lo difendeva. Dov'era finito quel Bright?
- non mi ha fatto nulla, non sono tutti porci come te.  Abbiamo trascorso una serata da amici - disse Matt spegnendo il cellulare. - comunque io vorrei dormire -
Bright non era dello stesso avviso, si avvicinò a lui e Matt ebbe paura perché non sapeva le sue intenzioni.
- che cosa vuoi, Bright? - chiese Matt mascherando la paura.
Bright gli prese il viso tra le mani, fu un attimo e sentì le sue labbra sulle proprie. Non poteva crederci, suo cugino lo stava baciando e quello era il suo primo bacio.
Bright si rese conto di quello che aveva fatto e scappò via spaventato, Matt era senza parole e si toccava le labbra. Era ancora sconvolto. Bright era gay o bisessuale o forse provata qualcosa per lui. Forse per questo il suo cambiamento, la paura di essere diverso. Matt gli corse dietro e lo trovò dove da piccoli si nascondevano, dentro un armadio. Era così ironico come se il destino si faceva beffa di lui.
- posso? - chiese Matt a Bright raggomitolato in un angolo.
- non sono un finocchio. Non lo so, Matt - disse Bright cercando più di convincere se stesso. - sarà stata la birra o qualcos'altro ma io non lo so -
Matt si avvicinò a lui, lo abbracciò per confortarlo da ciò che stata vivendo e Bright lo strinse piangendo. Rimasero dentro l'armadio tutta la notte, si addormentarono così e
Matt l'indomani si ritrovò nel letto con le lenzuola. Era stato Bright. Il suo cugino era tornato. Quando uscì fuori a giardino dove c'era la piscina, lo trovò  a nuotare e lo raggiunse.
- ciao, Bright - disse Matt con un sorriso.
- ciao, Matt - disse Bright con imbarazzo. - mi scuso per ieri, ho pianto come una femminuccia. Che spettacolo pietoso devo essere stato -
- ma non é vero. Ne avevi bisogno - replicò Matt dolce.
Bright lo abbracciò con affetto, Matt era contento che si erano ritrovati e decise di trascorrere la giornata in sua compagnia. Jordan lo aspettava come sempre all'albero come al solito ma Matt era troppo occupato con un suo cugino per ricordarsi del solito appuntamento con Jordan. Quest'ultimo provò a chiamarlo ma il cellulare era spento e triste decise di fare un giro in paese.
Era in bici quando vide Matt in compagnia di un altro ragazzo che gli accarezzava dolcemente i capelli e rideva a qualcosa sussurrata. Fece male vedere perché lui aveva rinunciato al loro appuntamento. Chi era quel ragazzo???  Matt lo vide e subito era mortificato per aver dimenticato di Jordan. Corse da lui con Bright al fianco.
- scusami, Jordan. Mi sono dimenticato ma vedi io e mio cugino ci siamo come dire appena ritrovati - disse Matt sincero e dispiaciuto.
Era il cugino di cui Matt gli aveva parlato, quello che lo trattava male ma che da piccolo era dolce e premuroso.  Doveva essere contento per lui.
 - tranquillo, é giusto che stai con tuo cugino - disse Jordan nascondendo il dolore di prima. - sono contento per te -
 - perché non vieni con noi? - chiese Matt prontamente.
- dove andate? - chiese Jordan curioso.
- al luna park - disse Bright stringendo da dietro Matt.
Il luna park era anche la sua idea per oggi. Un appuntamento a tre non era quello che aveva che aveva immaginato ma era sempre in compagnia di Matt e poi Bright gli sembrava molto affettuoso con il biondo.
 - si ci sto - disse Jordan con un sorriso.
 Così matt, Jordan e Bright si ritrovarono al luna park. Jordan e Bright accontentarono Matt in ogni richiesta di giostre, prima le tazze poi le montagne russe e perfino la giostra con i cavalli. Era così bello vederlo felice.
Catturarono peluche per lui, Jordan gli regalo quello a orca mentre Bright lo squalo. Matt mangiò crepes e sorseggio frullato, passeggiando nel luna park con loro due affianco. Quando Jordan e Matt rimasero da soli perché arrivò una telefonata per  Bright e sembrava molto lunga. Lo portò alla ruota panoramica, Matt era contento e agitato ma sorrise a Jordan.  Matt si scusò di nuovo con Jordan per averlo lasciato ad aspettare invano, l'altro lo rassicurò per l'ennesima volta e lo accarezzò il viso. Una carezza che lo fece rabbrividire, Jordan si avvicinò pian piano a lui e Matt si lasciò andare.
[7/9 19:58] alebasile86: Le sue labbra si unirono a quelle di Jordan, un bacio al sapore d'arancia. Il loro primo bacio, un bacio da farfalle bello stomaco, di felicità ma che lo spaventava anche. Era tutto insieme. Si sorrisero con le mani intrecciate per quel momento speciale. Da quel momento il sapore d'arancia divenne il suo preferito. Rimase intrecciato a lui fimo a tutto il giro, poi si staccarono una volta giù ma si guardavano felici. Ritrovarono Bright tutto irritato.
- che succede? - chiese Matt preoccupato.
- cosa ti ha fatto quel povero cellulare ? - chiese Jordan scherzando per alleggerire l'atmosfera cupa.
Il cellulare era a terra ridotto a pezzi.
- i miei amici non vogliono più avere a che fare con me. Pensano che sia uno finocchio - disse Bright furioso. - ma io non lo sono -
Matt si avvicinò a lui, gli prese la mano e gli disse: - se non ti accettano, non sono amici tuoi -
- io non lo sono perché é così difficile da capire. A me piacciono le ragazze - disse Bright allontanando la sua mano negando. 
Jordan capiva che Bright aveva serie problemi nell'accettare quella parte di sé. Bright voleva tornare a casa, Matt non riusciva a restar tranquillo lì e lasciare suo cugino in quello stato.
Si scusò con Jordan, lui capì la situazione e si diedero appuntamento il giorno. Solo che il giorno dopo Matt non si presentò e neanche i successivi. Non rispondeva alle chiamate e messaggi e quando andò alla villetta gli dissero che era partito proprio ieri. Jordan non capiva quel comportamento ma Matt capiva molto bene Bright perché anche se si era lasciato andare a quel bacio, non era pronto a quei sentimenti, a quello stravolgimento e la paura aveva preso il sopravento. Lui ebbe il rimpianto di esserne andato senza salutarlo o dargli una spiegazione o vederlo. Gli rimase impresso nel suo cuore quel primo bacio al sapore d'arancia. Era scappato dai suoi sentimenti e dal suo vero io. Jordan ne era sicuro, era Matt e per qualche strano motivo faceva finta. Poteva essere allungato un po ma quel viso era lo stesso di tre anni fa. Aveva ancora la sua foto. Si era lui. Matt come tre anni fa non era pronto, aveva tentato anche di uscire con una sua compagna di scuola ma nulla. Non gli interessavano le ragazze mentre i ragazzi si ma non riusciva ad accettarlo, non sapeva perché. Bright era nella sua stessa situazione.
Si erano trasferiti ieri in quel posto, erano il loro primo giorno in quella scuola e Bright era in quei corridoi per ricominciare. Era ripetente con tutti i problemi di concentrazione e con i compagni. Era stato etichettato come una persona aggressiva. Voleva una nuova vita e lì non lo conosceva nessuno e neanche il suo passato. Era immerso nei suoi pensieri con uno sguardo tormentato, lo zaino in spalla ma mostrava una faccia strafottente.
 - quella faccia non si addice molto ai suoi occhi. Se vuole ingannare gli altri dovrebbe usare uno sguardo deciso o criptico - disse una voce maschile all'improvviso.
Era seduto in corridoio con un fascicolo, il suo. Era l'uomo più sexy che avesse visto.
 - non so di cosa parla - disse Bright in difesa.
- oh io credi di si, signor Fox - disse lui alzandosi in modo così elegante, dandogli il biglietto.
Bright lo prese: 'Ryan Sypek consulente scolastico'
: - non ho bisogno di essere psicanalizzato - disse Bright scontroso. -
- non le sto chiedendo il permesso, ci vediamo alle 11:30 nel mio studio - disse Ryan. - se non verrà, la verrò a prendere io -
: Lo vide andare via con quella camminata che sembrava un dio sceso in terra. Era così sexy con la camicia, cravatta e quei pantaloni che lo fasciavano perfettamente ma odiava quel suo atteggiamento autoritario. Non riusciva a smettere di fissargli il sedere mentre lo trovò a bere alla fontanella. Quei pantaloni dovrebbe essere illegali a scuola. Erano molto aderenti. Michael andò per parlare un attimo con il cugino della sua partenza, guardò il nuovo studente fissare i pantaloni troppo aderenti di Ryan. Non l'aveva ascoltato.
- distrai gli studenti. Non ti avevo detto di non metterli più - disse Michael professionale. - é una scuola. Non é una discoteca -
- chi avrei distratto? - chiese Ryan curioso, voltandosi e notò subito Bright.
Bright era diventato tutto rosso e agitato, Ryan si leccò le labbra e lo guardò intenso. Il giovane studente scappò via.
- non puoi fare così. Non puoi provocarlo, é un tuo paziente - disse Michael rimprovero. - niente storie con uno di loro -
- di la verità, mi vorresti tutto per te e questi pantaloni ti eccitano tanto - gli sussurrò lui scherzando ma sempre con quel tono caldo.
Michael lo chiamò idiota in tono scherzoso, loro erano così e i loro siparietti facevano sempre ridere gli altri.
-ah no, ora stai con quel poliziotto tutti d'un pezzo con cui ha trascorso la notte a scopare al Dumort -
 - e con cui andrò in Italia, parto oggi pomeriggio. Ti volevo avvisare, dovrei far almeno di me - disse Michael felice.
- wow! Il poliziotto punta in alto. Scommetto 100 dollari che ti chiederà di sposarlo - disse Ryan molto esperto.
Michael non ci aveva pensato ma sarebbe stato lui a fargli la proposta a Robert.
 - ti sbagli, sarò io a chiederglielo - replicò Michael convinto. - ho preso un anello prima di venire -
- il mio cuginetto si sposa presto, dovrò trovare un accompagnatore e so già chi portare - disse Ryan stuzzicandolo con riferimento a prima.
Michael decise di non cadere nella sua trappola, non avrebbe mai portato un suo paziente come accompagnatore al suo matrimonio.
 - comunque non sono un incosciente, volevo vedere una cosa con quella mia provocazione e la sua reazione mi ha confermato i miei sospetti - disse Ryan rassicurandolo e tornando serio.
 - non andrei mai con un mio paziente -
Michael sapeva che prima lo stava facendo per farlo arrabbiare e ci stava riuscendo ma la sua dichiarazione lo tranquillizzava. Ryan si congratulò con lui per il viaggio e la proposta e andò nel suo studio. Sapeva com'era l'emozione della proposta e tutto il resto. Guardò il suo anello al dito con nostalgia.Trovò Bright sulla sedia, non se lo aspettava ma era un passo importante.
- signor Fox, che piacevole sorpresa - disse Ryan chiudendo la porta e arrivando alla sua poltrona.
 - cosa la porta qui prima della nostra seduta? -
 - lei mi ha... provocato...nel corridoio - disse Bright balbettando. - non é un comportamento da consulente. Potrei dirlo a qualcuno -
 - e cosa dirà? Che lei mi guardava i pantaloni e io stavo usando un metodo per verificare lo stato del mio paziente per aiutarlo al meglio- disse Ryan molto furbo.
Bright non se lo aspettava. Lui l'aveva provocato apposta.
 - io non le guardavo il se... Ciò i pantaloni - disse Bright correggendosi subito a tono.
- io penso che lei ha un problema nell'accettare -  disse Ryan alzandosi e appoggiandosi alla scrivania di fronte a lui. - che lei é gay -
 Bright si stava alzando ma Ryan lo trattenne sulla sedia.
- il suo corpo esprime ciò che la tua mente si impone di accettare. Deve ascoltare il suo corpo - gli disse Ryan con voce magnetica. - ti viene mai di voglia di masturbarti dopo aver visto un caldo ragazzo o hai desideri erotici su un attore o un compagno di scuola? -
 Bright ascoltò la sua voce che gli chiedeva quelle cose intime. Gli era successo eccome di avere desideri, aveva baciato anche Matt ma evitava di masturbarsi.
 - sei eccitato adesso, non é vero? Vorresti sfogarti. Il tuo sguardo di prima e questo chiudere gli occhi per evitare la realtà lo confermano - disse Ryan provocandolo molto per aiutarlo.
 - puoi farlo. Toccati come non hai mai fatto. Hai bisogno di liberarti da questa repressione -
Bright non si aspettava una frase del genere o meglio lui era un consulente con metodi particolari ma da qui a masturbarsi là. Anche se aveva una grande erezione a causa proprio sua. No, non poteva farlo. Voleva nel profondo ma non poteva. La sua mente lo bloccava. Si alzò da lì, Ryan lo guardava e anche se non riusciva a toccarsi, fece come con suo cugino e lo bacio un attimo. Si rese conto dalla cosa e stava per scappare ma Ryan approfondi il bacio per aiutare Ryan. Si stava liberando un po. Per fortuna le tendine erano chiuse. Fu un bacio profondo, caldo e cerca molto desiderio. Bright sentì il membro duro a quel bacio, gemette quando si staccarono e si appoggiò alla scrivania per non cadere.
- hai visto? Dovevi solo bloccati un po, baci molto bene sai e quella lingua. Farai molte conquiste - disse Ryan tornando serio. - voglio che provi a toccarti a casa, voglio che vai in discoteca e voglio che ti lasci andare. Ci vediamo domani alle 11:30 -
Bright rimase deluso da quel tono professionale.
Cosa pensava che il consulente lo volesse?
- domani mi racconterai tutto - aggiunse lui. - voglio che ti lasci andare anche nelle parole -
 Ryan gli scrisse anche il suo numero di cellulare privato su un biglietto e glielo diede.
- se hai domande o vuoi consigli in alcune situazioni chiamami. Non farti problemi -
- non ne avrò bisogno - disse lui strafottente, uscendo dallo studio.
L'attimo dopo stringeva quel numero come un tesoro. A Ryan era piaciuto molto quel  bacio ma Michael aveva ragione, mai con uno studente. Matt aveva economia domestica alla prima ora, si stava per fare una chiffon cake all'arancia e non aveva un/una partner. Erano tutti già accoppiati per la torta, lui era solo ma arrivò Jordan un po in ritardo. Prese posto nella sedia vuota. Sembrava il destino o forse solo una coincidenza.
 - ciao, Matt. Saremo partner. Guarda caso con un dolce all'arancia. Ricordi l'arancia come quella che mangiavo sempre o l'albero delle arancio in cui ci incontravamo sempre in questo giorni oppure il bacio al sapore d'arancia - disse Jordan diretto ma dolce. - io ricordo ogni singolo momento -
- ti stai confondendo, mi chiamo Matthew ma non sono quello che cerchi - disse lui negando ancora.
- cosa ti ho fatto? Sei scappato senza avvisarmi, non ti sei fatto vedere o sentire come se quel bacio e quei giorni non contassero nulla - disse Jordan perplesso e triste. - eri felice con me -
Matt non riusciva a parlare, gli stringeva il cuore a quel tono disperato e l'insegnante li interruppe. I due iniziarono la preparazione. Anche se non si parlavano, fecero un ottimo lavoro con la chiffon cake anche perché si divertirono dopo a prepararla insieme. Era inevitabile. Misero la torta nel forno, Matt e Jordan guardarono il risultato del loro lavoro e il secondo cercò un piccolo approcciò, toccò la sua mano. Matt si ritirasse a quel gesto con timore.
- perché mi respingi ? -chiese Jordan confuso.
- Jordan, io non posso. Non posso darti quello che vuoi. Non lo posso dare a nessuno - disse Matt sincero. - dimenticami per sempre -
- non posso dimenticarti - disse Jordan prendendolo dalle spalle. - perché mi dici che non puoi darmi il tuo amore? -
- perché é così, non posso farci nulla - disse Matt sincero.
Jordan non lo accettava,  lo baciò con tutto l'amore possibile ma lui lo spinse via. Matt si scontrò con un uomo dai capelli neri.
- stai bene ragazzo? - chiese Robert vedendolo agitato.
Conosceva quello sguardo, quei occhi e capelli. Sembrava Michael in miniatura.
 - si.. no... non lo so - disse lui confuso.
La somiglianza era impressionante, poteva essere il figlio di Michael ma da quello che sapeva non ne aveva. Era confuso quanto il ragazzo ma era suo compito rassicurarlo.
 - tranquillo, ci sono io. Vieni con me - disse Robert gentile.
Matt si lasciò portare da lui in ufficio, quello di un certo Michael Wayland e si sedette sulla sedia.
- da cosa scappavi? - chiese Robert sedendosi accanto.
- ma nulla, andavo in bagno - disse Matt con un imbarazzo.
Conosceva quello sguardo, era il suo di quando era ragazzo e negava l'evidenza.
 - rimarrà tra noi. Non devi aver paura, sai sono stato nella tua situazione per anni fa ma quando uno si libera, si sente meglio - disse Robert aiutandolo.
- non so di cosa parli. Io non sono in nessuna situazione - disse Matt sulla difensiva.
Un tipico comportamento di chi negava. Quel ragazzo aveva bisogno di aiuto.
 -non devi far così sai. Non c'è nulla di male, non fare gli stessi errori miei anche se ho avuto tre figli bellissimi e solo adesso ho incontrato il vero amore. La felicità é una  - disse Robert molto paterno. - dacci incontro e non ti pentirai -
 - io non so se sono pronto - disse Matt abbassando la testa.
Robert gli prese la mano e gli disse: - forse hai paura ma é normale. Tutte le cose importanti fanno paura ma se ti fai paralizzare da essa, ti perderai le cose più belle -
L'uomo aveva ragione, la paura gli stava impedendo di non essere felice con Jordan. Michael entrò in quel momento, vide Robert stringere la mano di un ragazzo. Un ragazzo che... Restò sconvolto. Era la sua copia da giovane. Com'era possibile?
Anche Matt guardandolo rimase sconvolto, quell'uomo assomigliava a lui più del suo stesso padre e Robert guardava i due che si guardavano sconvolti. Di situazioni complicate e strane le aveva viste ma una somiglianza così palese mai. non sapeva cosa fare, lui era un poliziotto ma a questo non era preparato.
 - Robert, chi é il ragazzo? - chiese Michael perplesso.
- sono Matt un nuovo studente. Lei chi é? Perché assomigliò tanto a me? - chiese Matt confuso.
- sono Michael Wayland, un insegnante e direttore del glee club - disse Michael a Matt, studiandolo bene. - ma non so perché mi assomigli -
 La mente da poliziotto di Robert iniziò a ragionare, sapeva cosa fare e si rivolse a loro facendo loro domande.
- Michael non é che 18 anni fa tu hai avuto un rapporto non protetto? - chiese Robert professionale.
Michael cercò di ricordarsi ma aveva avuto un bel po do avventure ma sempre protetto o forse no. Non ricordava.
- non ricordo Robert - disse Michael.
Non poteva essere che sua madre aveva tradito suo padre. Erano così uniti e innamorati.
- Matt, hai qualche voglia o qualcosa che ti ami molto? - chiese Robert volendoci vedere chiaro.
- amo il mare, sono un nuotatore e ho una voglia a forma di mezzaluna sul sedere - disse Matt sorprendendo Michael.
Michael tolse l'orologio e sotto di esso c'era una mezzaluna.
- com'è questa? - chiese lui mostrandogliela.
- si é uguale - disse Matt sconvolto.
Quell'uomo era un suo parente ma non poteva essere suo padre. Sua madre non poteva avergli mentito. Scappò via a quella rivelazione, Michael gli corse dietro ma lo perse per i corridoi della scuola. Quel ragazzo era suo figlio??? Era sconvolto, ritornò dentro l'ufficio si accasciò sulla sedia e Robert era lì accanto a lui a sostenerlo con un abbraccio.- potrebbe essere mio figlio - disse Michael sconvolto.- è sconvolgente lo so e ti aiuterò in tutto - disse Robert dolce. Michael ringraziava sempre il cielo che Robert era nella sua vita, in un momento del genere ne aveva bisogno e poi ora avevano il loro viaggio. Robert consolò Michael e poi i due tornarono alle loro case per fare i bagagli. Il volo era di pomeriggio, Robert era molto preciso anche troppo a fare la valigia e i loro colori erano tutti uguali mentre Michael era più libero, mise le cose più strane e colorate in valigia. Robert stava finendo la valigia quando Maryse entrò e vide i vari capi.

- Robert caro, ma non va bene. Ci vuole un pò di colore - disse Maryse togliendo molti capi dalla valigia. - io e te ora andremo a fare shopping -

- lo shopping no - disse Robert categorico.

- Invece sì - disse Maryse trascinandolo per negozi.

Maryse gli fece provare qualche capo colorato e per togliergli quell'aria sempre seria. Robert li bocciava tutti e poi c'era qualcosa di attillato, di audace e sexy. Non erano nel suo stile. Maryse insisteva con sexy e audace. - Non vuoi far impazzire il tuo bel professorino? - chiese Maryse maliziosa passandogli i capi.

- tu e Izzy siete molto uguali - disse Robert provando i capi. - ma dovresti buttarti di più sai. Senza volerlo ho sentito prima che hai rinunciato ad un'invito a cena -

 - Si perché lui è troppo giovane - disse Maryse molto responsabile.

 - Quanto giovane? - chiese Robert curioso uscendo con il primo capo.

 - Wow sei molto sexy. Michael dovrà stare attento a che non ti rubino - esclamò Maryse sapendo il fascino del suo ex marito.- guardati Robert - 

Non era del suo stile che usava ma anche lo trovava dei suoi gusti. 

 - Vedi che c'è qualcosa che può piacerti uscendo dagli tuoi soliti schemi - 

 Grazie a Maryse, prese qualche capo un po più colorato ma sempre sulle sfumature del blu e azzurro e qualche capo sexy. Fecero uno bello shopping insieme come vecchie amici.

Al McKinley

Nate e Jessamine si incontrarono in corridoio,  lei era di pessimo umore e lui era contento per suo padre ma non voleva Jessamine per sorellastre.

- Non sarà mai tuo fratello -disse lui categorico.

- e neanch'io tua sorella, non verrò a stare in quel buco che chiamate casa dove c'è quella sporca officina e non ho privacy - disse Jessamine schizzinosa.

- e non lascerò casa mia per vivere in un castello dopo mi perderò ogni giorno - disse Nate deciso. 

Per la prima volta erano d'accordo su qualcosa. 

 Camille, Jessamine e Aline andarono nell'aula in cui il glee club si riuniva per farsi ammettere e spiare per la loro coach in modo da distruggerlo una volta per tutte. In assenza di Michael, Jem era il suo sostituto nel glee club. Fu lui a giudicarle, ascoltò attentamente le tre cheerleader che volevano cambiare vita e non avere più una coach tiranno così avevano lasciato i Cheerios. Jem fu catturato prima dalla loro voce nell'esibizione del pezzo 'Say a Little Player' di Aretha Franklin e dopo dalla bravura con gli strumenti; Jessamine con il pianoforte, Aline con il violino e Camille con la chitarra elettrica. 

- siete ammesse - disse Jem colpito dal loro talento. 

Le tre lo ringraziarono molto e andarono a comunicarlo la notizia alla loro coach. 

In classe...

Magnus e Alec erano alle lavagne a risolvere un problema di algebra, Alec era bravo come sempre come sempre mentre Magnus era fermo in un punto e non riusciva ad andare avanti. Alec fece una cosa che non era da lui: controllo che la professoressa era occupata a guardare i quaderni degli altri e gli suggerì la soluzione a bassa voce la soluzione e come arrivarci facilmente. Magnus restò spaziato. Non se lo aspettava. Ogni volta era un Alec diverso. 

La professoressa si complimentò con entrambi per aver eseguito l'esercizio in modo diverso. Magnus scrisse qualcosa in un biglietto e lo passò ad Alec. Alec lo prese e lo lesse:

'Grazie, Alexader. Sei un vero mistero per me. Mi chiedo ogni volta chi tu sia. Vedrò mai il vero te?' 

Non potevano mancare i glitter e la carta era profumata. 

Neanche lui sapeva chi era veramente. Magnus lo confondeva e anche il mondo intorno.

A volte era Alec il figlio modello, altre volte il giocatore di football che tirava le granite, altre volte era uno stronzo, altre volte si lasciava andare ma poi aveva paura, altre volte infrangeva le regole. 

Non sapeva chi era veramente.

Chi era Alec??

Troppo impegnato ad essere quello che volevano gli altri o cosa si aspettassero da lui o a pensare ai sentimenti degli altri o al loro bene, non pensava ai suoi. Aveva perso sé stesso e non sapeva cosa fare per uscirne. 

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