Capitolo 2

Alec Gideon Lightwood aveva sempre saputo qual'era il posto nella società, cosa sarebbe diventato e chi avrebbe sposato ma adesso Magnus aveva metteva tutto in discussione tutto quello in cui credeva ma anche il prof Wayland aveva contributo. Si sentiva diviso in due. Non sapeva cosa fare. Ripensava a quel momento di ieri mattina nello spogliatoi. Non avrebbe dovuto pensarci, era con Lydia al Bel Grissino per il pranzo e le teneva la mano mentre aspettava la cameriera. Il bel grissino era il loro luogo preferito.
- cosa vi porto? - chiese una voce molto familiare.
Alec si girò subito, vide Magnus in divisa da cameriere e divenne rosso. Era così sexy con quella divisa. Avrebbe voluto dire 'te' ma non era il caso e poi c"era Lydia. Si sentiva così in colpa.
- cosa ci consigli? - chiese Lydia gentile.
- lo special: due panini con wustel inzuppati in una crema deliziosa o in una salsa piccante se volete, patatine sexy, due sex on the beach e due coppe di gelato cioccolato fondente al peperoncino e fragole - Magnus con una voce magnetica.
Alcune parole pronunciate da Magnus sembravano un tono sexy o certi sguardi da toccata e fuga, Alec si sentì accaldato all'improvviso e si scuso con Lydia per correre in bagno.
Al bel grissino, c'erano anche Kit e Ty a prendere un bel gelato. Si guardavano innamorati mentre sorseggiavano il fruttato per due e aspettavano il gelato.
- cosa vuoi fare dopo? - chiese Kit dolce.
- vorrei fare una bella cavalcata - rispose Ty innocente ma dentro birichino.
- bellissima idea. Andremo al maneggio Unseelie dopo - disse Kit contento. - ci sono dei bellissimi e tranquillo cavalli da montare -
Kit non aveva capito che Ty intendesse un altro tipo di cavalcata, Ty era dolce e romantico ma anche molto intraprendente e voglioso.
Qualche tavolo più in là c'era Clary in attesa di qualcosa, Jace entrò nel locale e la notò subito. Camminò verso di lei, si accomodò nel divanetto con quell'atteggiamento 'sono tutto figo io'. Clary non lo poteva sopportare.
- nessuno ti ha detto di sedersi, Herondale - disse Clary infastidita. - sto aspettando una persona -
- so che fai sono la preziosa, sei pazza di me - disse Jace con un grande ego.
- io ho altre preferenze - replicò Clary a tono. - e adesso vattene -
Jace non aveva intenzione di alzarsi così lo ignorò finché non arrivò Cho Bane, sua migliore amica e sorella minore di Magnus. Era sollevata e contenta.
Cho si avvicinò a lei con il fiatone, si scusò per il ritardo e si chinò a salutarla con un bacio a stampo sulle labbra. Jace restò sconvolto.
- mi farò perdonare dopo, cucciola - disse Cho dolce.
Clary già pregustava le coccole di Cho. Le piacevano molto ma ultimamente si sentiva strana accanto a lei. Non sapeva cos'era ma si era ritrovata più volte a disegnarla, a pensarla ma sopratutto trascorreva tutto tempo con lei, anche lei faceva parte del glee club. Avevano un rapporto molto intimo, dormivano anche insieme abbracciate con solo la biancheria e si comportavano come due fidanzatine anzi due amiche.
Jace lasciò il posto a Cho ma avrebbe fatto capire a Clary la persona giusta era lui e non Cho Bane.
Alec era in bagno, si sciacquó il viso e cercò di calmarsi per prima. Aveva una bella erezione nei pantaloni ma non voleva toccarsi. Si era promesso di non farlo dopo ieri in camera sua.
- hai bisogno di una mano? - chiede Magnus alle sue spalle, chiudendo la porta.
- no, sto bene - disse Alec a fatica restando girato.
Non voleva che Magnus vedesse l'effetto che gli faceva.
- allora perché non mi guardi in faccia? - chiese lui provocandolo.
Alec stava vivendo un momento così pieno di confusione e ormoni impazziti.
Intanto Robert era per la città con la macchina, si fermò in una via principale e stava per andare al The Rabbit Hole, quel tipo di ieri era stato fantastico e voleva ripetere l'esperienza quando la sua strada si incrociò quella di Michael.
Michael però fece finta di non vederlo, era troppo arrabbiato e cambiò strada.
Robert aspetto giusto l'attimo per non vederlo, entrò nel locale e prese il solito da bere nel frattempo. Ormai era un cliente affezionato del 'the rabbit hole'. Quel giorno c'era anche una cosa molto intrigante, ti mettevi la maschera e sceglievi qualcuno ma non si poteva parlare o dare nomi. Nessuno avrebbe saputo l'identità dell'altra. Robert mise la maschera, andò verso il corridoio che portava a più stanze e non sapeva che Michael era entrato anche lui dall'altra parte e portava la maschera.
Robert entrò in una stanza, trovò un uomo con la maschera già spogliato da capelli biondi sul letto e subito ne fu attratto. Aveva un corpo da urlo.
Robert non sapeva che era Michael e il biondo si lo sapeva, il suo corpo anche se dopo anni lo conosceva ancora a memoria e il moro si sentì subito attratto da quel bellissimo corpo. Era un po confuso di vederlo là ma poi capì che di sicuro Robert nascondeva la sua omosessualità e forse per questo che non l'aveva riconosciuto, forse il suo cervello si rifiutava di ammettere o qualcosa di simile. Se Robert aveva bisogno di sfogarsi, be lui gli avrebbe dato quello che cercava. Michael gli fece segno con il dito di avvicinarsi, Robert si avvicinò al letto e si accomodò sopra. I due si studiavano quando insieme si avvicinarono all'altro e sfiorarono le labbra dell'altro in un bacio da subito appassionato. Robert sentì qualcosa di stranamente familiare in quel bacio. Lui poteva aver anche rimosso quel ricordo dalla mente ma il corpo e l'anima ricordavano. A Michael era mancato i suoi baci ma sopratutto lui.

Al bel grissino...

- allora perché non mi guardi in faccia? - chiese Magnus provocandolo, allungando una mano verso la sua spalla.
Alec la allontanò in malo modo e gli rispose malissimo: - lasciami in pace! Mettitelo bene in testa che con quelli come te non ci voglio aver a che fare -
Magnus si arrabbio a quelle parole.
- cosa vuol dire quelli come me??? Ma chi vuoi prendere in giro, Alexander. Lo sai si che tra quelli come me ci sei anche tu -
Alec non ci vide più a quelle parole, accadde in attimo e si giro per dargli un pugno. Magnus cadde a terra con il naso che sanguinava, Alec scappò via e prese per mano a Lydia per portarla via. Lei non capiva, prima era tranquillo e adesso era inquieto.
- Alec, mi dici che ti prende? - chiese Lydia preoccupata.
Alec non rispose continuò a camminare verso un posto isolato, dopo di che bacio Lydia contro il muro e lei era così confusa. Non aveva mai visto Alec in quello stato. Lei sussulto quando sentì l'erezione dura di Alec contro di lei, lui era sempre così tranquillo e non si erano mai spinti in quella direzione. Per una ragazza era bellissimo sentite l'eccitazione del proprio ragazzo ma non sapeva il motivo di tale cambiamento. Alec non l'aveva mai baciata in quel modo. Il loro baci era dolci e a stampo. Alec non aveva mai messo la lingua nella sua bocca.
Alec non voleva che il suo mondo perfetto fosse stravolto da Magnus, non voleva sconvolgimenti e voleva solo stare tranquillo.
- Alec dovremo fermarci - disse Lydia sentendo le mani sotto la gonna. - non va bene -
- oh andiamo, Lydia. Siamo fidanzati. Possiamo divertirci un po - disse Alec audace.
Lydia non lo capiva proprio, non aveva intenzione di continuare ciò e con abile mossa lo scaraventò a terra.
- quando torni in te, Alec, chiamami. Perché questo non sei tu - disse Lydia decisa andandosene via.
Aveva ragione, non era in lui tutto ciò e sapeva a chi dare la colpa: Magnus. Era colpa sua se aveva agito così con Lydia e decise di tornare al Bel Grissino. Mentre Alec viveva quella situazione tormentata, Robert era con quel biondo sconosciuto in quel letto e sentiva quella bocca meravigliosa succhiare il suo membro. Era fantastico. Altri glielo aveva succhiato ma lui era qualcosa di incredibile, mai provato tutto quel piacere.
Robert gemeva, voleva di più ma non poteva parlare. Michael se ne rese conto, aumentò di più il ritmo con la voglia di farlo venire e sopratutto nella sua bocca. Quel succhiare più forte portò Robert in un caldo mare di piacere, fu così sconvolgente che venne subito e un getto caldo schizzò nella bocca di Michael.
Michael ingoio quel nettare, poi risalì e lo baciò con il suo sapore in bocca.
Robert non era mai stato così eccitato da un semplice bacio, quell'uomo era un Dio, un dio del sesso. Lo voleva, voleva dentro di sé e così si girò verso la testata del letto, mettendo le mani su di essa e mise in bella vista il sedere. Michael capì subito il suo desiderio era uguale al proprio. Voleva farlo suo ancora un'altra volta come quella mattina di tanti anni fa. 
Al maneggio Unseelie, Mark era là per la sua prima lezione di equitazione e il suo insegnante non era altro che il figlio del proprietario del maneggio e nonché il suo tormento al McKinley, Kieran.
- non avrei mai pensato che fossi tipo da cavalli - disse Kieran portando il cavallo nel recinto. - pensavo che eri più tipo da pecore -
Mark capì il doppio senso, lui era così e non veda nulla di gentile o di affascinante in lui.
- invece mi piacciono i cavalli, sono affascinanti a differenza di qualcun altro - disse Mark pungente.
Kieran guidò Mark verso il cavallo, gli spiegò come avvicinarsi al cavallo, come accarezzarlo e lo vide sotto un'altra luce. Lui e il cavallo sembravano connessi soprattutto quando Kieran gli fece una piccola dimostrazioni, il cavallo si fidava di Kieran e sembravano una cosa sola. Ne rimase affascinato, sembrava un'altra persona al contatto con i cavalli. Quel lato di Kieran gli piaceva. Avrebbe voluto quel Kieran al McKinley.
Cosa stava pensando??? Lui e Kieran erano nemici, non poteva essere amici o altro. Per Kieran la popolarità era troppo importante, si vedeva e non voleva essere amico o altro di qualcuno che di sicuro avrebbe tenuto segreto qualunque loro rapporto. Non sarebbe mai stato il segreto di nessuno.
Kieran scese da cavallo, cammino in modo elegante verso lui con un sorrisetto e si avvicinò.
- vuoi provare il cavallo o ti andrebbe di provare me? - chiese Kieran malizioso.
- sei incredibile, Unseelie. Per te ogni momento é giusto per fare sesso ma io non ci sto. Non sarò mai un tuo trofeo o segreto, vai a giovare con qualcun altro perché io non sono disponibile e mai lo sarò - disse Mark deciso.
Kieran guardò Mark allontanarsi da lui per andare da uno dei suoi fratelli per la lezione di equitazione. Nessuno gli aveva mai detto di no anche se poi tutti lo lasciavano. Mark era differente, questo gli piaceva di lui e lo attraeva ma ogni volta sbagliava a parlare con quelle battute. Non era bravo con le parole ma solo con i cavalli o gesti. Voleva fare qualcosa per cambiare o per farsi perdonare da lui. Per Mark ci voleva qualcosa di speciale come lui. Prima una cavalcata sotto la luna e dopo un picnic sotto le stelle. In questi giorni avrebbe preparato il tutto.
Al 'Rabbit Hole' Michael tracciò con la lingua tutta la colonna vertebrale e poi si spinse in lui per scoparselo con la lingua. Robert gemete a quella sapiente lingua, più Michael faceva così più desiderava il suo membro spingersi dentro di sé. Era fantastico sentire quei suoi gemiti, lo eccitava mentre si toccava con la mano. Lo desiderava così tanto.
Michael scese la mano verso quella di Robert, gli tolse la mano da lì e prese a toccarlo lui. Era caldo e duro per lui. Ne era felice, aumentò il ritmo per sentire i suoi gemiti e Robert sentì il membro dell'altro stropinarsi contro i suoi genitale. Quella mano e quel membro lo mandarono in estasi.
In nessun incontro sessuale passato, Robert aveva provato tutto quel piacere ma non era solo questo, sentiva una connessione con quello sconosciuto. Era strano, gli sembrava che era perfetto e familiare per lui e che poteva essere una cosa più del sesso. Robert venne nella mano di Michael violentemente, sporcando la sua mano e il letto. Non si parlavano a bocca ma i loro corpi comunicavano. Era un linguaggio segreto, non tutti sapevano decifrarlo ma era come l'altro sapeva tutto quello che voleva e desiderava a letto. Come sapeva che Robert lo voleva dentro di sé, infatti dopo essersi pulito la mano allungò il braccio per prendere lubrificante e preservativi. Scese verso i suoi piedi, deponendo piccolo baci per risalire verso il centro e nessuno delle avventure con cui era stato, gli aveva dato queste attenzioni. Quell'uomo era attento e speciale e lui sentì il suo cuore battere. Non era mai successo, non era una cosa solo fisica ma anche anche dell'anima. Era strano, ieri aveva sentito una specie di connessione con Michael per un attimo quando si erano stretti la mano e adesso questo sconosciuto. Non riusciva a capire ma non importava, voleva solo essere suo. Si baciarono ancora e ancora mentre sfioravano le loro pelle con le dita.
Intanto Isabelle si spogliò in camera di Simon senza molte cerimonie, Simon chiuse la porta ma non sapeva che la sua cara sorellina era accanto in camera con Raphael Santiago a studiare l'anatomia dei corpi sul letto.
- mi piace questo modo di studiare - disse Rebecca con voce calda. - tu rendi tutto così caliente -
- sei tu che sei una tentazione, chica. Un assaggio dei tuoi besos, del profumo della tua pelle - disse Raphael mentre scendeva giù con la bocca, baciando la pancia scoperta e accarezzando le sue gambe. - la morbidezza delle tua gambe -
Lei era così affascinata da lui, Raphael poteva sembrare freddo ma con chi meritava si scioglieva e diventava un fuoco, almeno con lei. Aveva sangue latino nelle vene.
- il tuo carattere esuberante e passionale -
- se continui così, non ti resistero molto - disse Rebecca con le braccia alla sua schiena.
- ma io non voglio che resisti - disse Raphael sexy.
Rebecca gli sorrise, lo baciò e lui ricambio appassionatamente.
Nella stanza di Simon, Isabelle era distesa nuda sul letto e Simon la disegnava molto eccitato.
Per Robert tutto questo era nuovo per lui, esplorare il corpo dell'altro in quel modo, c'era anche dolcezza in ciò mentre con gli altri era solo sesso, una botta e via. Michael aveva avuto un ragazzo stato ma non era finita bene e poi Robert e dopo di lui si divertiva fino a quando non trovava la persona giusta. Aveva trovato la persona giusta, il destino gliela aveva portata là e per era tutto quel momento, non era solo sesso e si notava bene.
Robert aveva trovato l'amore della sua vita senza saperlo invece Maryse era infelice in un matrimonio senza amore, il loro era più alleanza politica tra i Lightwood e i Trueblood e ne soffriva così tanto da buttarsi nelle braccia di un altro che l'aveva fatta sentire desiderata.
Robert sentì all'altro prepararlo con cura, lo vide mettersi il preservativo e portare le sue gambe sopra le spalle per una maggiore penetrazione. Michael entrò dentro di lui piano, Robert si sentì completo quando l'altro era in lui così duro e si baciarono felici di quell'unione. Andarono prima dolcemente e poi con passione travolgente, Robert gemete ad ogni spinta tra un bacio e all'altro. Quello era fare l'amore, fu la prima volta nella sua vita per Robert e il piacere li travolse tutti e due.
Maryse era sul divano di un una dependance, aspettava che l'altro tornasse con il vino e questa era la prima volta che si incontrava con qualcuno in segreto. Non aveva mai fatto una cosa del genere, era sempre stata fedele a Robert della quale era innamorata ma lui non era lo stesso, anche se sapeva dall'inizio che il loro matrimonio era solo l'alleanza di due famiglia potenti e da quell'unione erano nati tre splendidi figli. Lei non era solo una madre o una lavoratrice, era anche una donna con delle esigenze. Voleva anche sentirsi soddisfatta e viva anche dal lato sessuale. Il bacio con Jonathan l'aveva fatta sentire viva e desiderata come non succedeva da tempo.
- non capisco come il padre di Alec trascuri una donna come te. Sei fantastica. Non dico solo dall'aspetto fisico ma anche la tua personalità - disse Jonathan porgendole il bicchiere di vino rosso.
- grazie, Jonathan. Era da tempo che nessuno mi faceva sentire così - disse Maryse lusingata. - ma non possiamo, tu sei il migliore amico di Alec e non é giusto. Ti ringraziò per quel bacio, mi hai ricordato che non sono solo una madre e un'avvocatessa ma sono molto di più -
Jonathan capiva i freni di Maryse, era una donna con un'educazione rigida e faceva fatica a lasciarsi andare a situazione contro le regole imposte dalla sua famiglia. Lui avrebbe rotto le sue difese, l'avrebbe fatto sentire il vero piacere e ne avrebbe voluto ancora da lui. Una donna come Maryse meritava la felicità o di essere desiderata.
Intanto Simon aveva molti problemi mentre disegnava Isabelle, il suo amichetto si era risvegliato e non aveva intenzione di andarsene via. Lei se ne accorse, fece un sorrisetto e si alzò.
- cosa fai? Dovre... Dovresti stare ferma - disse Simon a fatica e con molto caldo.
- ma io ti voglio aiutare - disse Isabelle con quella voce sensuale.
Fu un attimo, Simon si trovò le mani di Isabelle che gli spacciavano i pantaloni e gli toccava il membro da sopra la stoffa. Fu incredibile, meglio dei suoi sogni erotici e l'attimo dopo la bocca di Isabelle era attorno al suo membro. Simon si era masturbato tante volte pensando a lei, invece adesso Isabelle gli stava dando piacere con quella magnifica bocca. Lei non si perdeva nessuna sfumature dei suoi occhi, faccia e quella bocca che si apriva per gemere alla sua opera.
- oh si Izzy, continua così - disse Simon gemendo. - sei una dea -
Izzy. Era la prima volta che qualcuno a parte i suoi fratelli la chiamavano così. Le piaceva, voleva sentirlo ancora dalla bocca di Simon e così aumento il ritmo nel succhiare.
- Izzy, sto per... -
Non finì la frase che una grande onda di piacere lo travolse, facendolo venire con molto anticipo nella bocca di Isabelle, lei lo guardava soddisfatta e ingoio tutto per poi accomodarsi su di lui per togliergli gli occhiali e sbottargli la camicia.
- sei davvero sexy, un nerd sexy - disse Isabelle sensuale. - ti voglio, Simon -
Lei voleva lui? Simon restò sorpreso da ciò, non se lo aspettava e neanche la definizione sexy. Non pensava di esserlo ma lei pensava di sì. Era il paradiso.
Nella camera accanto, Rebecca si tolse il top e reggiseno e Raphael le baciò il collo da dietro mentre gli toccava e palpava i seni sodi. Le gemette alle mani sapienti di lui e chiuse gli occhi, si senti bagnata e voleva fare l'amore con lui adesso.
- cosa sta succedendo qua? - chiese una voce famigliare arrabbiata.
Rebecca aprì gli occhi, era suo fratello minore Simon e il suo sguardo era veramente furioso.
Simon era con Isabelle sulla scrivania, lei gli stava baciando il petto e il resto quando aveva sentito dei gemiti dal"altra stanza e non ci vide più. Qualcuno stava toccando sulla sorella. Era un fratello molto iperprotettivo e geloso, si scusò con Isabelle con la promessa che avrebbero continuato un'altra volta e si rese presentabile.
- cosa ci fai a casa? E poi la porta era chiusa- chiese Rebecca rimettendosi il top. - potevi bussare prima -
- e tu non potarti lui qua, ci odia e tu stai fraternizzato con il nemici - disse Simon arrabbiato fulminando Raphael.
Raphael anche lui faceva parte della squadra di football, rendeva un inferno la sua vita e quella dei membri del glee fino a qualche giorno fa anche a Rebecca, anche lei nel glee. La vittima di Raphael era lui ma anche sua sorella, l'altra volta l'aveva riempita di granita viola e macchiando il suo vestito preferito.
Non capiva come Rebecca si lasciava toccare o baciare da lui dopo ciò che l"aveva fatto. Era assurdo.
- Raphael non é come pensi, é diverso ma tu non puoi capire - disse Rebecca in difesa del suo ragazzo. - tu non lo conosci come lo conosco io, Simon e poi sono più grande di te quindi posso uscire o avere rapporti con chi voglio -
- non con me in casa e con lui. Te lo proibisco - disse Simon proprio come un padre. - e tu vattene, non ti voglio vicino a mia sorella -
Raphael che era stato in silenzio fino a quel momento, si rimise la maglietta e si fece avanti.
- quello che accade a scuola, non ha nulla a che vedere con il mio rapporto con Rebecca - disse Raphael serio. - lei é una cosa a parte ma tu non puoi capirlo -
Simon non capiva proprio come sua sorella stava insieme a Raphael, non capiva le parole del suo tormento e tutta questa situazione. Giocatore di football e membri del glee non andavano d'accordo.
Alec era al Jinx Bell, un locale con karaoke a tutte le ore e ripensava a Magnus, quel posto era proprio da lui e dai quelli del glee ma lui non ci centrava con quel mondo. Non era più andato al bel grissino, aveva paura di ciò che avrebbe sentito e decise di sfogarsi da un'altra parte. Il canto lo sfogava sempre ma non era adatto ad un Lightwood. Lui era un giocatore di football. Ordinò da bere qualcosa di forte, ne aveva bisogno e lui non beveva mai. Guardava i vari ragazzi e ragazze cantare, lui n'era affascinato sotto sotto mentre beveva quel cocktail un po forte per lui.
All'improvviso il presentatore lo chiamò sul palco, lui non si era prenotato e stava per rifiutare quando tutti gridavano 'occhi blu' e salì sul palco dopo aver buttato giù tutto il cocktail.
Era agitato ma l'alcool gli diede una spinta in più e prendendo il microfono, cantò 'Don't stop Believin' e si sentì così libero e felice come mai nella sua vita. La musica era qualcosa che l'aveva sempre calmato.
Applaudirono alla sua performance, il pubblico chiesero il bis e lui cantò ancora. Era così bello, capiva i membri del glee club. Aveva cantato altre volte durante il pomeriggio, tra cocktail e altri che si esibivano e gli sembrava di stare nel suo mondo ma sapeva che una volta uscito di là, sarebbe tornato alla sua dura realtà in cui era un Lightwood.
Quando Alec si accomodò al bancone era già pomeriggio sul tardi e una cameriera gli mise davanti un cocktail e lui era confuso.
- ma io non ho ordinato nulla - disse Alec alla cameriera.
- te lo offre il ragazzo su quel divanetto - le spiegò lei indicandoglielo.
Alec si girò e lo vide, era un ragazzo asiatico molto bello ma mai quanto Magnus e il tipo gli fece occhiolino. Con il fatto dei due cocktail bevuti era un po più sciolto e non ci pensava alle sue paure, freni o a Lydia. Si sentiva così libero di fare la qualunque cosa.
Alec prese il bicchiere, si avvicinò al tipo e l'altro gli sorrise.
- ti ringraziò per il cocktail - disse Alec grato.
- Di nulla, sei stato magnifico sul palco e poi sei bellissimo - disse il tipo diretto.
- oh grazie - disse Alec lusingato. - anche tu non sei niente male -
Il tipo lo invitò a sedersi, Alec si accomodò accanto a lui e poi sentì una mano di lui sulla sua coscia.
Alec guardò il ragazzo, l'altro lo guardò con desiderio e accadde un attimo, Alec e il tipo si stavano baciando in un punto in cui più riparato.
Era il suo primo bacio con un ragazzo e gli piaceva tanto invece con Lydia non sentiva nulla mentre con lui si. L'alcool giocava anche con le sue emozioni, il viso dello sconosciuto aveva preso le sembianze di quelle di Magnus. Lui era convinto di stare con lui.
- portami a casa tua, Magnus - disse Alec audace sotto l'influenza dell'alcool.
Il tipo non capiva quello scambio di nomi ma questo non lo fermò, lo voleva a tutti i costi.
- ma certo, non mi lasciò mica scappare un bocconcino come te - disse lui lasciando i soldi sul tavolo. - seguimi -
Alec lo segui con la mano verso l' uscita quando il prof Wayland si mise in mezzo.
- tu non lo porti da nessuna parte - disse Michael protettivo come un genitore. - non ti approfitterai di lui -
- ma non é così, io voglio andare a casa con Magnus - disse Alec molto allegro.
Michael capì la situazione, Alec era interessato a Magnus e bevendo pensava che quel tipo lo fosse. Doveva farlo tornare in sé, non importava quello che era successo nell'ufficio, lui teneva ai suoi studenti ma soprattutto ad Alec. Non sapeva il perché ma sentiva qualcosa di speciale verso quel ragazzo come un padre come un figlio. Voleva proteggerlo, guidarlo e vederlo felice.
- lui non é Magnus, Alec. Vuole solo portarti a letto e io non glielo permetterò. Tu vai a casa con me - disse Michael protettivo.
- ma tu chi cazzo sei??? - chiese il tipo arrabbiato.
- sono uno che tiene molto a lui - disse Michael strappandolo dalle grinfie di quel tipo approfittatore.
Alec ne rimase colpito da ciò prima di votimare sul pavimento e il tipo scappò. Michael si prese cura di lui, lo portò nel suo appartamento e lo mise sul letto. Si prese cura di lui come un genitori. Sentiva una connessione con lui proprio come con Robert o l'uomo misterioso del Rabbit Hole.
Alec si sveglio in un letto sconosciuto, con un gran mal di testa e Michael si diede un rimedio di sua nonna per questo tipo di emergenze.
- non dovresti bere troppo se non sei abituato, se non c'ero io quel tipo ti andrebbe portato a casa e tu te ne saresti pentito qualche ora più tardi - disse Michael molto paterno.
Alec fece una cosa inaspettata, abbracciò a Michael e lui ricambiò con affetto.
- grazie per tutto, prof - disse Alec molto grato.
Il prof Wayland era così paterno, capiva perché era molto amato da molti studenti o dai suoi membri del glee e decise di fare un'altra cosa una volta sciolto l'abbraccio.
- mi dispiace per ieri nel suo ufficio - disse Alec mortificato.
- é bello che sai ammettere i tuoi errori, Alec. Tu hai un talento naturale e raro e oggi su quel palco del karaoke hai brillato tantissimo. Il canto fa parte di te e ti ho visto così libero mentre cantivi - disse Michael affascinato dal talento di Alec.
- é vero ma non posso. Sono un Lightwood. I Lightwood non cantano. Mio padre, mio nonno e le generazioni precedenti a scuola sono stato tutti dei giocatori di football e dopo la scuola hanno fatto lavori molto importanti: poliziotto, giudice, sindaco e così via. La mia famiglia non accetterà mai che io sia un membro del glee o che io desideri fare il cantante - si confidò Alec sincero e triste.
- ma non é la sola cosa che tieni nascosto dentro - disse Michael osando un po.
- io non so cosa mi succede. Ho sempre saputo qual'era la mia vita, ho programmato tutto e poi é arrivato qualcuno che mi ha fatto uscire dai binari. Mi sta facendo mettere in discussione tutto in ciò che sto facendo e ho paura di perdere tutto quello costruito e sopratutto la mia famiglia - disse Alec piangendo. - e poi c'é Lydia. Lei mi ama e non posso ferirla -
Michael capiva tutto, gli dispiaceva così tanto che Alec vivesse tutto ciò e voleva aiutarlo.
- non piangere, Alec. Tutto si sistemerà. Non sarà facile ma tu avrai la vita che ti meriti e chi ti vuole veramente bene capirà tutto - disse Michael asciugandogli le lacrime che cadevano giù corposamente. - io ti starò sempre accanto, conta pure su di me in qualunque momento e anche di notte. Io ci sarò -

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