Speciale (pt.1)
Eveline:
Sento qualcosa sul mio corpo e poi uno strano movimento.
Qualcuno sta scuotendo il mio corpo, arrabbiata tiro la coperta verso il mio viso e mugugno qualcosa di incomprensibile.
Questa persona smette di muovermi e io sorrido contenta, rilassando i muscoli, ma non dovevo reagire in questo modo.
Sento dei bisbigli e poi il pavimento freddo a contatto con il mio corpo.
"Betty sei morta!", sposto la coperta e alzo il viso.
Mia sorella trattiene una risata per poi battere il cinque con Grace.
"Anche tu piccola pulce!", punto il dito verso di lei.
Alzano entrambe le mani in segno di resa per poi scattare verso la porta della stanza.
Io mi alzo e inizio a rincorrere le mie due sorelle.
"Ora vi prendo!", scendo velocemente le scale.
"Sei lenta Evie!", Betty si gira per qualche secondo e mi fa la linguaccia.
"La vecchiaia si fa sentire", Grace inizia a ridacchiare.
"Ora vi faccio vedere io! Vecchia a chi?!", scatto in avanti quando qualcuno afferra la mia vita e mi solleva.
"É troppo difficile avere una mattinata tranquilla?", papà mi pizzica la guancia.
"Hanno iniziato loro!", gonfio le guance.
"Tu non volevi svegliarti", le mie sorelle alzano le spalle.
"Vostro papà ha ragione", la mamma pizzica le guance di Betty e Grace.
Papà mi posa per terra e lascia un tenero bacio sulla mia fronte.
Il bene che voglio ai miei genitori é indescrivibile.
Siamo una famiglia molto unita e molto particolare.
Mamma e papà sono molto orgogliosi e testardi e noi abbiamo preso il loro carattere, in realtà io sono quella più testarda tra tutte.
Ho preso la testardaggine di entrambi, ma anche la loro determinazione, la loro dolcezza, la loro generosità, insomma sono un mix tra mamma e papà.
"Giorno miei piccoli terremoti!", papà si dirige verso Betty e Grace.
Anche a loro regala lo stesso gesto per poi dirigersi verso mamma.
Afferra la sua vita e la tira verso di lui, i loro petti si scontrano e papà abbassa la testa e avvicina il suo viso a quello di mamma.
Lei sorride e afferra le guance di papà.
Si guardano intensamente negli occhi per poi baciarsi a stampo.
"Bleah, che schifo!", Grace si copre gli occhi.
"Prendetevi una stanza", Betty fa una smorfia.
"Attenta a come parli signorina", papà si gira verso la mia gemella ma continuando a tenere la mamma fra le sue braccia.
Adoro il loro legame.
É così stretto, indissolubile.
Nonostante i loro continui battibecchi, continuano a cercarsi.
Gli anni sono passati ma loro continuano ad essere la mia mamma e il mio papà, i nostri Aiden ed Abigail.
"Andate a prepararvi", la mamma ci fa l'occhiolino.
"Ricevuto", facciamo il segno dei soldati e ci dirigiamo tutte e tre verso le scale.
Entriamo nella nostra stanza e ci dirigiamo verso l'armadio.
Si, tutto vero, purtroppo devo condividere la stanza con queste due insopportabili.
Scherzo, noi abbiamo insistito nell'avere una stanza in comune.
Nonostante i nostri tre anni di differenza, io e Betty siamo molto legate a Grace.
Siamo delle gatte siamesi, facciamo tutto insieme, dove sono loro ci sono anche io e viceversa.
Mamma e papà ci hanno insegnato dei valori importanti e per me la famiglia é al primo posto, é il mio valore più importante, la cosa più bella che ho.
"Mamma e papà sono molto belli insieme ma potrebbero risparmiarci certi atteggiamenti", Grace si sdraia sul letto.
"Vero", Betty inizia a ridacchiare.
"E perché? Anche io voglio avere una persona così al mio fianco", afferro un paio di jeans.
Sento gli occhi delle mie sorelle su di me e così decido di girarmi.
Incrocio le braccia e sospiro, aspettando una loro risposta.
"Tu hai già una persona", Betty sorride maliziosamente.
"Stai zitta! Non é vero!", la guardo male.
"Evie ha ragione", Grace si alza e si dirige verso di me.
"E questa persona si chiama David", sorride soddisfatta.
I pantaloni cadono per terra e le mie guance iniziano a prendere fuoco.
Strane sensazioni avvolgono il mio cuore e il suo viso prende forma nella mia testa.
La sua altezza, il suo fisico slanciato e possente, le sue spalle larghe, le sue mani grandi e forti, la sua pelle olivastra, i suoi grandi occhi marroni, le sue labbra sottili ma carnose allo stesso tempo e il suo profumo, uff il suo amato profumo che mi fa perdere la testa ogni volta che mi passa accanto.
"Pianeta Terra chiama Evie", Betty sventola una mano davanti al mio viso.
Ma io non sento niente, ho in testa quel ragazzo che, inconsciamente, mi ha fatto perdere la testa.
"É completamente cotta", la risata di Grace mi riporta con i piedi per terra.
"Non é vero! A me non piace David!", mi giro dando le spalle alle mie sorelle.
"Hai ragione! Sei completamente cotta", iniziano a ridere entrambe.
"Non posso e voi sapete il perché", stringo l'anta del mio armadio.
"Evie é storia vecchia ormai", Betty mi gira verso di lei.
"Ma un Cooper rimane sempre un Cooper", abbasso la testa.
"Non capisco perché devi fermarti sul suo cognome e poi mamma e papà vanno d'accordo con i suoi genitori", Grace alza le spalle.
"Si, vanno d'accordo ma conoscete papà, non si fida al 100% di Tyler Cooper", la guardo.
"Ti fai troppi problemi sorella", Grace afferra un vestito.
"Dovresti lasciarti andare", mi fa l'occhiolino.
"Saggia la mia sorellina! Impara da lei mia cara", Betty mi pizzica il naso.
"Odiose!", gonfio le guance.
Mi giro e iniziamo a cambiarci.
É vero mamma e papà vanno d'accordo con Tyler e sua moglie Summer.
Abbiamo passato anche delle vacanze estive tutti insieme, ma nonostante questo, percepisco una strana tensione tra papà e Tyler.
Mamma mi ha raccontato tutta la storia, tutto quello che é successo durante la loro vita é stato svelato.
Ovviamente all'inizio ero scioccata, ma poi ho iniziato ad esaminare anche il punto di vista degli altri e devo ammettere che é stato un comportamento lecito, il dolore ti cambia, ti distrugge.
Usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso le scale.
Arriviamo davanti alla porta di ingresso e aspettiamo mamma e papà.
Io e Betty siamo al primo anno di Università e andiamo alla SOAS, stessa scuola di mamma e papà.
Che dire la tradizione continua.
Mentre Grace ha 16 anni ed é ancora al liceo.
Mamma e papà hanno aperto una loro azienda e devo dire che va a gonfie vele.
Papà e il zio Ethan sono i capi, mentre mamma é la segretaria di papà ma anche la sua traduttrice.
Anche zia Ariel, zia Stella e zia Ariana lavorano in questa azienda e sono delle traduttrici esattamente come la mamma.
Mentre zio Archie, zio Liam e zio Shawn si occupano di altre cose, come ad esempio di contabilità, economia e così via.
E zio Nate dirige la sua officina personale qui in città.
Nessuno voleva lasciare l'altro e così hanno deciso di aprire una loro attività tutti insieme.
Ammiro il loro rapporto, sono davvero molto uniti, nonostante gli anni passati.
Anche io voglio avere degli amici del genere, anche io voglio avere una bella vita, vivere come i miei genitori.
"Andiamo ragazze", papà viene verso di noi.
Apre la porta e ci dirigiamo verso la nostra macchina.
Chiudiamo la portiera e aspettiamo la mamma.
"Ma perché deve sempre arrivare in ritardo?", papà sbuffa.
Io e le mie sorelle cerchiamo di trattenere una risata.
Loro commentano noi, ma anche loro hanno i loro battibecchi mattutini.
La mamma arriva dopo dieci minuti.
Inizia a correre verso la macchina con le scarpe coi tacchi fra le mani, la giacca appoggiata sulla spalla e una fetta di pane e nutella fra le labbra.
Porto la mano verso la bocca per trattenere le risate.
Adoro il lato infantile ed imbranato di mamma, la rende una ragazzina, lei non invecchia mai, é sempre così fresca e giovane.
E questa cosa vale anche per papà, non sono cambiati di una virgola.
Mamma apre la portiera ed entra in macchina, si allaccia la cintura e si abbassa per mettersi le scarpe.
"Arriveremo in ritardo per colpa tua, ancora", papà parte.
"Scusa tanto", la mamma afferra la sua fetta di pane.
"Le tue scuse non hanno senso ragazzina! Ogni giorno é la stessa routine", papà é serio.
Avete sentito bene miei cari, papà continua a chiamare la mamma ragazzina e devo ammettere che mi piace da impazzire.
Mi da una sensazione di felicità e conforto, ferma il tempo e rimane chiuso in una bolla insieme a lei.
"Allora lasciami a piedi la prossima volta", la mamma incrocia le braccia.
"E che figura faccio?", ribatte papà.
"Ti interessa di più quello che pensa la gente?", la mamma assottiglia gli occhi.
"Lascia perdere ragazzina",
"Sei proprio odioso!", la mamma gonfia le guance.
"E non si mangia in macchina!", papà afferra la fetta di pane di mamma e inizia a mangiarla lui.
"Non ti sopporto", la mamma gli tira un pugno sul braccio.
"Nemmeno io", papà gli fa l'occhiolino.
La mamma rotea gli occhi ma la sua espressione cambia.
Cerca di trattenere un sorriso, lo so.
I suoi occhi brillano e le sue spalle si sono rilassate.
Papà le fa sempre lo stesso effetto, continua a sciogliersi in sua presenza.
Non sono cambiati per niente.
Arriviamo all'Università e papà ferma la macchina.
"Fate attenzione",si gira verso di noi.
"Si papà", baciamo le sue guance ed usciamo.
Poi ci dirigiamo verso la portiera di mamma e la apriamo.
Ci catapultiamo tutte e tre fra le sue braccia e inizio ad inspirare il suo odore al cocco.
Mamma continua ad usare lo shampoo e il bagno schiuma al cocco, questa sua essenza mi fa sorridere e mi fa andare su di giri.
La riconoscerei lontana chilometri, lei é la mia mamma.
"A più tardi mie piccole pesti", lascia un bacio sulla guancia di tutte e tre e ci saluta con la mano.
Guardiamo andare via i nostri genitori per poi dirigerci verso l'Università.
"Allora ci vediamo più tardi", Grace ci saluta con la mano.
"Mi raccomando", Betty le punta il dito contro.
"Questo vale per voi non per me", ci fa l'occhiolino e se ne va via.
Il suo liceo é esattamente dall'altro lato della strada, davanti alla nostra Università.
Io e Betty ci dirigiamo verso la nostra scuola ed entriamo.
Andiamo verso i nostri armadietti quando incontriamo nostra cugina Agnes.
"Giorno ragazze", ci abbraccia.
"Ciao mia cara", ricambiamo.
Afferriamo tutte e tre i libri e iniziamo a camminare in corridoio.
"Andiamo a fare shopping oggi?", domanda Agnes.
"Volentieri", Betty risponde contenta.
"Per forza?", domando triste.
Odio fare shopping, non mi piace andare in giro per i negozi, non trovo mai niente.
"Ma perché devi sempre...", ritrovo Agnes per terra.
"Agnes!", Betty la rialza.
Io sposto il viso e fisso il mio sguardo in quelli di Amber.
Chioma rossa e occhi azzurri, impossibile non riconoscere la sua bellezza, la sua persona non passa di certo inosservata, come quella di sua madre d'altronde.
É una rompiscatole, le cose non cambiamo purtroppo.
Mamma é stata tormentata da Anastasia e noi siamo tormentate da sua figlia Amber.
Purtroppo certe cose sono rimaste uguali.
"Ops, scusa Agnes, non ti avevo vista", si passa una mano fra i capelli.
"Sei una bugiarda!", la guardo male.
"Evie lascia perdere", Agnes mi supplica con lo sguardo.
"Andiamo in classe", Betty appoggia la sua mano sulla mia spalla.
"Esatto, ascolta queste due nullità", Amber sorride soddisfatta.
Inizio a stringere i pugni fino a conficcare le unghie nella mia carne ma io non sento niente.
L'adrenalina é alle stelle e il sangue non smette di bollire nelle mie vene.
Non sopporto questa arpia, é una spina nel fianco.
Betty afferra il mio braccio e inizia a trascinarmi lentamente.
Agnes si mette accanto a me e rimane in silenzio.
Ma quando mia cugina si avvicina ad Amber, questa arpia le fa lo sgambetto e lei cade per terra.
"Questo é troppo!", afferro le spalle di Amber e sbatto la sua schiena contro gli armadietti.
La folla inizia a circondarci e diversi fischi e urla mi fanno innervosire ancora di più, odio essere al centro dell'attenzione ma questa Barbie dei miei stivali ha toccato la mia famiglia e non va bene.
"Stai lontana da loro, intesi?", sbatto nuovamente la sua schiena contro gli armadietti.
"Si può sapere che cosa stai facendo Evie?!", qualcuno afferra le mie spalle e mi tira indietro.
Ma io so già chi é questa persona.
Tanti brividi si formano sulla mia schiena, la pelle inizia a bruciare, il cuore rischia di uscire dalla gabbia toracica e le mie narici vengono invase dal suo dolce profumo.
La mia testa perde la ragione e il mio cervello si disconnette dal mondo.
"Non finisce qui Walker!", Amber mi guarda male.
"Sparisci arpia", cerco di andare verso di lei ma lui afferra la mia vita e mi tiene stretta.
La folla svanisce e tutto torna alla normalità.
Betty ed Agnes vengono verso di noi e mi guardano preoccupate.
"Perché devi sempre farti comandare dalle emozioni?", domanda.
"Hai visto cosa ha fatto o no?", lascio la presa e mi giro verso di lui.
Non appena inchiodo i miei occhi nei suoi tutto svanisce e il mio corpo si blocca.
Maledizione!
Questo non va affatto bene!
Torna con i piedi per terra Eveline!
Si tratta solo di David e poi ricorda che lui é un Cooper.
"Non ho visto la scena ma tu devi fare attenzione! Rischi grosso", pizzica il mio naso.
"Odioso! So badare a me stessa! Non ho bisogno della babysitter", gli faccio la linguaccia e mi giro dandogli le spalle.
"Andiamo ragazze", afferro il braccio di mia sorella e quello di mia cugina e inizio a camminare con loro.
Fisso la finestra e gli alberi che circondano la mia Università.
É così bello frequentare lo stesso luogo di mamma e papà.
Ogni volta che vago per la scuola mi vengono in mente le loro storie.
Una volta papà é stato beccato nel corridoio delle ragazze ed é stato costretto a lavare le scale della scuola.
Mamma si é sentita in colpa e allora é andata ad aiutare papà.
Oppure quando mamma era al secondo anno, usciva dalla finestra e andava ad incontrare papà per non farsi beccare dalla sorvegliante.
Si incontravano sempre nel loro posto preferito: Camley Street Natural Park.
Essendo la loro figlia, questo luogo é diventato anche il mio posto preferito ma a quanto pare non é solo mio, una certa persona in particolare viene quasi ogni sera come me.
Ah ma perché devo sempre pensare a lui?
Si può sapere che ti prende Eveline?
Sembro mamma in questo momento.
Anche lei pensava sempre a papà ma la loro storia é stata diversa, la mia é particolare.
Ah che nervi!
Mi alzo di scatto spingendo la sedia all'indietro, ed eseguendo questo movimento sento un tonfo alle mia spalle.
Mi giro ed incrocio due grandi occhi marroni che mi fanno sempre venire i brividi.
"Si può sapere che cosa hai oggi?", si alza e il suo petto si instaura davanti al mio viso.
"Niente", mi giro dandogli le spalle.
"Aspetta Evie!", afferra la mia mano e mi gira verso di lui.
Essendo stata presa alla sprovvista, perdo l'equilibrio e cado fra le sue braccia, sbattendo la faccia sul suo petto e perdermi a causa del suo profumo.
Porta la mano intorno alla mia vita e il suo calore mi fa raddrizzare la schiena.
Nonostante la maglia e la felpa, percepisco la sua pelle sulla mia, un fuoco incandescente prende vita all'interno del mio corpo.
"Lasciami andare David", tengo la testa bassa.
"Perché?", afferra il mio mento e solleva il mio viso.
I suoi occhi entrano nuovamente in contatto con i miei e una marea di belle sensazioni prendono vita dentro il mio stomaco.
Uff, perché proprio tu David?
"Ho da fare", cerco di essere convincente.
"Evie...",
"Attenzione miei cari studenti!", Amber attira l'attenzione di tutti.
Si é messa in mezzo alla mensa su una sedia.
La sua gonna corta e dritta mette in risalto le sue gambe magre e slanciate, il dolce vita bordeaux evidenzia la sua vita sottile e le sue forme e il suo trucco mette in risalto i suoi grandi occhi azzurri come la madre.
Fra le mani tiene un megafono bianco e inizia a guardare tutti attentamente, fino a soffermarsi su di me e David.
Inizia a stringere la maniglia del megafono e mi fulmina con lo sguardo.
A questo gesto decido di reagire e di tirare fuori il mio lato da ragazza ribelle e scontrosa.
Afferro le mani di David e le metto intorno al mio stomaco per poi posare la mia schiena contro il suo petto e avvicinare la mia testa verso il suo cuore.
Amber inizia ad innervosirsi ancora di più, le sue guance diventano rosse e le sue nocche bianche.
Ben ti sta mia cara Amber!
Con me non puoi giocare.
"Ora non sei più arrabbiata con me?", David stringe la presa e posa la sua testa sulla mia spalla.
"Non ti gasare ora, é solo un caso", alzo le spalle.
"Non credo proprio", la sua voce inizia a solleticare il mio collo.
Sposto la testa e cerco di trattenere una risata, non voglio dargli nessuna soddisfazione, devo continuare ad essere fredda e distaccata.
"Ora che ho la vostra attenzione", inizia a parlare l'antipatica di turno.
"Ho una notizia da darvi", tutti iniziano a fischiare e a borbottare fra di loro.
"Sabato prossimo ci sarà un ballo e una rimpatriata. Tutti i nostri genitori si riuniranno qui per ricordare i bei tempi e ovviamente siamo invitati anche noi. Generazione vecchia vs generazione giovane", fa l'occhiolino.
"Evviva!", tutti gli studenti iniziano ad applaudire.
"Bene,ora trovatevi la damigella giusta miei cari ragazzi, ci sarà da divertirsi", posa il suo sguardo su di me e mi lancia una bruttissima occhiataccia.
Una strana sensazione prende possesso del mio corpo e un brutto presentimento mi scuote.
Stringo involontariamente le braccia di David e lui scioglie la presa e mi gira verso di lui.
"Okay, sei strana. Si può sapere che hai Evie?", é serio.
"Niente David, sono solo stanca", sciolgo le presa.
"Okay", allunga la frase e poi decide di avanzare verso di me.
Si abbassa alla mia statura e afferra la mia mano, intrecciando le nostre dita.
"Stasera nel nostro posto, devo dirti una cosa", sussurra questa frase al mio orecchio.
Le mie gambe diventano molli e mi aggrappo alla sua mano per evitare una caduta imbarazzante.
"Va bene, ma non era necessario venire così vicino", mando giù un groppo pesante di saliva.
"A dopo Evie", bacia la mia guancia e scioglie delicatamente la mano.
Una strana sensazione si posa sul mio petto e la nostalgia e la malinconia mi rattristano.
Noto David andare via, é sparito e con lui anche il mio cuore.
Ah David cosa mi stai facendo?
"A quando il matrimonio?", Betty mi abbraccia da dietro.
"Piantala Betty", le pizzico il braccio.
"Ahia! Sicura che sia io?", lascia la presa.
"Ovvio sei la mia gemella", mi giro verso di lei e le pizzico il naso.
"Sei proprio tremenda!", mi fa la linguaccia.
"Cosa ti ha detto David?", domanda Agnes.
"Niente", balbetto.
"Ti ha invitata al ballo di sabato prossimo?", domanda con un sorriso malizioso.
"No Agnes", gonfio le guance.
"E quel bacio?", mia sorella indica la sua guancia.
"Ma perché dovete fare tutte queste domande?", mi giro arrabbiata e vado a sbattere contro qualcuno.
"Guarda dove vai nullità", la sua voce mi fa saltare il sistema nervoso.
Alzo la testa arrabbiata e inchiodo il mio sguardo nel suo.
La sua faccia mi fa arrabbiare ancora di più e il suo comportamento mi fa alzare in piedi.
Vado verso di lei e avvicino il mio viso al suo, lei incrocia le braccia e continua a sfidarmi con lo sguardo, io ovviamente non cedo, sono una Walker e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno.
"Vedi di tenere la bocca chiusa Anderson!", la guardo male.
I suoi genitori si sono lasciati perché suo padre é andato con una ragazza più giovane di lui e così Amber ha deciso di prendere il cognome di sua madre e di cancellare suo padre dalla sua vita.
"Tanto David verrà con me al ballo", sorride contenta.
"E perché dovrebbe? Sei un'arpia", ribatto.
"Vedrai mia cara", mi spintona e io indietreggio un pochino.
"Mi sono stancata!", afferro un piatto di pasta al sugo posizionato sul tavolo alla mia destra e rovescio il tutto sui suoi capelli.
"Come osi plebea?!", il suo acuto attira l'attenzione di tutti.
Gli studenti si mettono intorno a noi e iniziano ad osservarci.
Io inizio a stringere i pugni e rimanere ferma nella mia posizione.
"Ti renderò la vita difficile plebea!", avanza verso di me.
"Ricorda che sono una Walker mia cara!", metto il mio viso davanti al suo.
Lei esita un pochino per poi indietreggiare ma continuando a tenere gli occhi fissi nei miei.
"Forza rissa", iniziano ad urlare gli studenti.
"Evie!", Betty mi richiama ma io non le rispondo.
"Si può sapere che cosa sta succedendo?", il mio corpo si blocca.
Gli studenti si spostano e la figura possente di mio zio Liam si avvicina sempre di più.
Kevin é il preside di questa Università mentre zio Liam é il vice preside.
I suoi occhi grigi iniziano a far tremare le mie ossa e il suo sguardo severo mi congela completamente.
Sono nei guai, guai grossi, ne ho combinate fin troppe in questo periodo.
"Nel mio ufficio!", guarda entrambe.
"Io sono innocente!", tuona Amber.
"Nel mio ufficio ho detto!", ripete.
Abbasso la testa e supero mio zio rimanendo in silenzio.
Mi dirigo verso il suo ufficio, ormai conosco la strada a memoria.
Posso arrivare in presidenza anche ad occhi chiusi.
Apro la porta e mi siedo su una poltrona nera davanti alla sua scrivania.
Inizio a muovere la gamba destra su e giù, ho acquisito questo tic con il tempo.
Amber si mette accanto a me e inizia a togliersi la pasta dai suoi capelli, cerco di trattenere una risata ma quando sento la sedia di mio zio scivolare sul pavimento, mando giù un groppo pesante di saliva.
Posa i gomiti sulla scrivania e porta le mani verso il suo mento.
Inizia ad osservare prima e me e poi lei per poi aprire la bocca.
"Cosa devo fare con voi due?", sospira.
"Ogni giorno ne combinate una", é serio.
Mi sento molto in colpa, davvero.
É vero ogni giorno litigo con Amber e ne combiniamo di tutti i colori, ma tolta Amber ho combinato anche altre cose.
Per esempio ho allagato il bagno delle ragazze in palestra, ho dimenticato di chiudere il rubinetto e quando abbiamo finito di fare sport, il bagno ormai era tutto allagato.
Poi in piscina stavo correndo e ad un certo punto sono scivolata e per sbaglio sono andata addosso alla nostra professoressa e siamo cadute entrambe in piscina.
Diciamo che ne ho combinate tante, ma hei sono la figlia di Abigail Walker, la sua goffaggine scorre nelle mie vene.
Ahahah, okay ora la smetto.
Quando sono nervosa rido, ma ora devo essere seria, mio zio mi ammazzerà, sicuro.
"Per oggi vi lascerò in pace", sospiriamo entrambe.
"Solo per oggi!", punta il dito contro di noi.
"La prossima volta rischierete la sospensione", sbianco.
"Sono serio Walker ed Anderson! Non tollero più la vostra maleducazione", ci guarda male.
"D'accordo signor Brooks", Amber rotea gli occhi.
"Puoi andare Anderson, Walker rimani qui!", sprofondo sottoterra.
Amber si alza tranquillamente e si dirige verso la porta senza nemmeno salutare mio zio.
La chiude e il suo sguardo si posa su di me.
"Evie cosa dobbiamo fare con te?", incrocia le braccia e appoggia la schiena sullo schienale della sua sedia.
"Niente", alzo le spalle.
"Cosa ha fatto stavolta?", domanda dolcemente.
"Nulla", abbasso la testa e mi mordo il labbro inferiore.
"Questione ragazzi?", insiste.
"Ma che dici?!", alzo la testa sconvolta.
"Ahahahah! Sei proprio uguale a tua madre! Una combina guai", inizia a ridere.
"Non é divertente", gonfio le guance.
Lui si alza e si dirige verso di me.
"Per me si", sgonfia le mie guance per poi pizzicarle.
"Zio Liam!", la mia voce é stranissima.
"Sul serio Evie ora basta, non posso fare eccezioni", diventa serio.
"Va bene", mi alzo in piedi.
"Scusa, zio Liam", faccio gli occhi da cucciola.
"Non fare così Evie", mi copre la faccia con la sua mano.
"Tanto lo so che mi vuoi un mondo di bene", tolgo la sua mano e mi catapulto fra le sue braccia.
"Certo, piccola combina guai", mi stringe.
"Su ora vai, le lezioni aspettano solo te", lascia un bacio fra i miei capelli.
"Va bene vado!", bacio la sua guancia.
"Ciao zio Liam", mi dirigo verso la porta.
"Ciao piccola", mi fa l'occhiolino.
Chiudo la porta e continuo la giornata.
Una strana vibrazione attira la mia attenzione e mi giro su un lato e con gli occhi chiusi inizio a cercare il telefono ma ovviamente non riesco nel mio intento.
"Uffi!", la mia voce é impastata dal sonno.
"É il tuo amato David", la voce di Grace mi fa saltare tutto il sonno che avevo.
Esco dalla coperta e mi metto a sedere, afferro il telefono dalle sue mani e rispondo.
"Pronto?", sbadiglio.
"Sempre a dormire Evie?", ridacchia.
"Non é vero!", ribatto arrabbiata.
"Ti do dieci minuti non di più, sbrigati!", chiude la chiamata.
"Devo uscire!", mi alzo velocemente ma il mio piede si attorciglia alla coperta e quando avanzo la coperta mi tira e così perdo l'equilibrio e cado per terra provocando un rumore forte.
Sento dei passi veloci e poi la porta aprirsi.
"Evie che cosa stai facendo?", la mamma viene verso di me.
Toglie la coperta e mi aiuta ad alzarmi.
Poi accarezza la mia guancia e inizia a guardarmi dolcemente come solo lei sa fare.
"Deve andare dal suo ragazzo", continua Grace.
"Non é vero Grace!", la guardo male.
"E questo ragazzo é David?", mia mamma sorride maliziosamente.
"David? Ma a cosa stai pensando mamma? Ahahah", rido nervosamente.
"Tesoro non sono nata ieri, ti conosco", mi pizzica il naso.
"Hei!", iniziamo a ridere entrambe.
"Prendi", Betty mi lancia le chiavi della macchina.
Le afferro e inchiodo i miei occhi in quelli di mia mamma.
"Fai attenzione e non tornare tardi, conosci papà", bacia la mia guancia.
"Grazie mamma", la abbraccio e le lascio un bacio sonoro sulla guancia.
Esco dalla stanza e inizio a correre velocemente le scale, vado verso la porta di ingresso quando qualcuno afferra la mia vita e mi solleva.
"Papà no", inizia a farmi il solletico.
"Dove credi di andare signorina?", domanda.
"Fuori?", la mia risposta suona come una domanda.
"Sputa il rospo Eveline", mi posa per terra e mi gira verso di lui.
"Lasciala andare fuori Aiden", la mamma posa la sua mano sulla spalla di papà.
"Voglio solo sapere i suoi movimenti", si gira a guardarla.
"Tranquillo papà non ti abbandonerà così presto", Betty mi fa l'occhiolino.
"Ah, quindi vai fuori ad incontrare un ragazzo?", si gira a guardarmi.
"E che ragazzo", si intromette Grace.
"Grace zitta!", la guardo male.
"Cosa mi nascondi piccola peste?", papà si abbassa alla mia statura e il suo sguardo inizia ad intimidirmi.
"E lasciala respirare Aiden", mamma afferra il suo orecchio e inizia a tirarlo.
"Vai e non fare tardi tesoro", mi fa l'occhiolino.
"Ragazzina ma che ti é preso?", papà toglie la sua mano e scatta verso di lei.
Mamma anticipa la sua mossa e inizia a correre e fu così che iniziò una loro lotta all'ultimo respiro.
Adoro i loro momenti e i loro giochetti, amo i miei genitori.
"Arriverà anche il tuo momento", Grace mi manda un bacio volante.
"Corri mia cara, dieci minuti e basta", Betty mi fa vedere l'orologio.
"Vi odio", mi metto le scarpe e apro la porta.
"Ciao Evie!", mi salutano le mie sorelle.
Corro ed entro velocemente in macchina, metto la prima e parto alla velocità della luce.
Chissà perché David mi ha chiamata nel nostro posto preferito?
Cosa mi vuole dire?
Il telefono riprende a squillare e rispondo velocemente.
"Si può sapere dove sei?", domanda.
"Cinque minuti e sono da te, ho avuto un contrattempo", svolto a destra.
"Va bene ti aspetto, ma solo perché sei tu", già immagino il suo sorriso mozzafiato.
"Che scemo! Arrivo", chiudo la chiamata.
Ma quella scema sono io perché sto sorridendo come una bambina, ho una faccia da ebete e il corpo al settimo cielo, per non parlare del cuore.
Ah, David!
Davvero mi vuoi invitare al ballo di sabato prossimo?
Davvero posso avvicinarmi a te?
Le circostanze permetteranno tutto questo?
Beh, Evie ti tocca solo scoprirlo.
Parcheggio la macchina e la chiudo.
Mi dirigo verso il cancello e lo scavalco come al solito.
Mi dirigo verso il reparto rose e non appena arrivo, quello che trovo mi lascia senza parole, letteralmente...
Non mi aspettavo questa cosa...
Ciao amici lettori❤️
Tutto bene? Spero proprio di sì🤞🏻
Ed ecco qui la mia sorpresa, ho mantenuto la promessa e ho pubblicato una cosuccia😍
Ovviamente non finisce qui, ormai questo é solo l'inizio e più avanti entreremo sempre di più nella vita di Aiden ed Abigail e delle loro figlie😉
Ci saranno sei o sette parti extra, in cui racconterò varie e cose e chissà magari ci sarà qualche colpo di scena🤭
Abbiamo visto che Eveline e Betty sono in contatto con Amber, la figlia di Anastasia.
Secondo voi le cose peggioreranno?🤔
In fondo conosciamo Anastasia e conoscete anche me🙈ci sarà qualche intoppo e più avanti scoprirete quale🤭
Anyway, sono curiosa di sapere il vostro parere?❤️
Vi piacciono Aiden ed Abigail nel ruolo di genitori?😍
Aiden é alquanto protettivo con le loro figlie, secondo voi é tenero? Fa bene?🤭
Ma cosa più importante, i nostri Aiden ed Abigail, nonostante gli anni passati, sono rimasti gli stessi😍
Il soprannome di Abigail é rimasto sempre quello e il loro comportamento non é cambiato di una virgola.
I battibecchi non mancano, ma in fondo li conosciamo, loro sono Aiden ed Abigail, così testardi ma così uniti😍
Aspetto con ansia i vostri commenti❤️
Per i prossimi sei/sette sabati rimarremo in contatto🎉
Sono ritornata e non vedo l'ora di svelarvi tutto quello che succederà nella loro vita🤭
Sono così felice, felice di essere ritornata e felice di sentirvi❤️
Grazie amici lettori, ogni giorno che passa cresciamo sempre di più e i vostri messaggi mi fanno sempre sorridere😘
Mi regalate tante gioie e mi aiutate a credere sempre di più in me stessa, ma soprattutto il vostro sostegno mi spinge a continuare a scrivere e chissà, magari più avanti verrò con una seconda sorpresa🤫
Ma, per ora bando alle ciance, concentriamoci sui nostri personaggi, perché Aiden ed Abigail sono ritornati😍
Mi raccomando scrivete e scrivete, adoro leggere i vostri commenti❤️
Beh, che dire, a sabato prossimo🎉
Buon weekend amici lettori, a presto❤️
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