Capitolo 50
Esco dal tribunale e mi siedo sulle scale.
Afferro le mie braccia e cerco di calmare i miei brividi di paura.
Il corpo trema e la paura non vuole abbandonarmi.
Rivedere gli occhi di Ace mi hanno suscitato una strana sensazione e il mio corpo lo ha avvertito.
É stata una sentenza lunga e difficile, mi ero persino bloccata.
Per la prima volta in vita mia ho balbettato, non riuscivo a comporre una frase di senso compiuto.
Ero sotto shock, la paura mi stava guidando, il mio corpo era bloccato e la mia mente spenta.
I ricordi e le sue parole erano incastrate nelle mie orecchie e le sue due pozze scure mi ricordavano il mio oblio personale.
Il nero mi circondava e il dolore mi risucchiava le energie.
La sofferenza ormai fa parte di me, questa sono io, non posso farne a meno.
Sono diventata così anche grazie al dolore, la vita mi ha giocato brutti scherzi, ma sono cresciuta e cambiata grazie a tutto questo.
"Ragazzina", si mette davanti a me.
Appoggia la sua mano calda sulla mia guancia e il mio corpo si scioglie al suo contatto.
Inchioda i suoi occhi nei miei e una espressione di paura e terrore si tinge sul suo viso.
Il cuore mi si stringe nel vedere i suoi occhi tristi e, senza pensarci due volte, mi catapulto fra le sue braccia.
Aiden avvolge la mia schiena con le sue grandi braccia e inizia a stringermi solo come lui sa fare.
"É tutto finito", parla dolcemente.
"Davvero? Ora posso vivere una vita tranquilla al tuo fianco?", alzo il viso e lo metto davanti al suo.
"Sì, ragazzina. Ora sai tutto", appoggia la sua fronte sulla mia.
"Non ti lascerò mai più", é serio.
I suoi occhi luccicano e un sorriso spontaneo si forma sul suo viso, mettendo in evidenza le sue adorabili fossette.
Sorrido anche io nel vederlo così felice e poso le mie labbra sulle sue.
Aiden afferra le mie guance e ricambia subito il bacio.
É inutile ripetere le stesse cose, le sensazioni sono sempre le stesse, non cambiano, rimangono lì.
Aiden é semplicemente Aiden, il mio uragano.
"Finalmente vi ho trovati", ci stacchiamo.
"Oh, scusate, non volevo", si passa una mano fra i capelli.
"Ormai é andata così Tyler", Aiden si alza e mi porge la mano.
Colpisco il suo braccio e lo fulmino con lo sguardo.
Lui rotea gli occhi e ritorna a guardare Tyler.
"Grazie ancora", mi guarda.
"Figurati, grazie a te", andiamo verso di lui.
Stringo la sua mano e sorrido.
"Allora ci vediamo a scuola", é imbarazzato.
"Certo, ciao Tyler", avanzo per abbracciarlo.
"Ciao ragazzi", ricambia e se ne va.
Aiden afferra la mia vita e mi tira verso di lui.
Alza il sopracciglio e inizia a guardarmi con sguardo interrogatorio.
"Cosa?", domando.
"Lo sai ragazzina", é serio.
"Non sono pronta", lascio la presa.
"Invece sì! Non puoi continuare a comportarti così per sempre", si mette davanti a me.
"Perché devi sempre rovinare i nostri momenti dolci?", stringo i pugni.
"E perché tu devi essere così testarda?!", si passa la mano fra i capelli.
"Se non ti conviene la mia testardaggine ciao!", lo supero.
Scendo le scale e inizio a camminare velocemente.
Afferro il mio elastico e mi lego i capelli in una coda disordinata, poi prendo il mio telefono e chiamo un taxi.
Dopo una decina di minuti arriva e salgo.
"Camley Street Natural Park", chiudo la portiera.
Il signore annuisce e parte.
Scendo dal suo taxi e mi dirigo verso il reparto rose.
Mi siedo sulla panchina e chiudo gli occhi, sospirando pesantemente.
L'ultimo mese é stato davvero difficile.
La convalescenza di Aiden, la verità da metabolizzare, la testimonianza in tribunale e Tyler.
Con lui le cose sono cambiate, completamente.
Quel giorno, in ospedale, dopo aver abbracciato Aiden, mi sono girata verso Tyler e ho tirato fuori tutto.
La mia rabbia verso di lui e la delusione di essere sceso così in basso.
Si é vero, era arrabbiato con mia sorella e quella parte va bene, ma il fatto di aver mandato Aiden in coma non ci stava.
Io non ero d'accordo, doveva sapere il mio pensiero, dovevo schiaffeggiarlo con il mio dolore, doveva provare quello che ho provato io.
Tyler rimase in silenzio e poi Aiden iniziò a parlare.
Non sono stati gli amici di Tyler a mandarlo in coma, ma gli scagnozzi di Ace.
Gli amici di Tyler lo hanno solo colpito un po', ma quando hanno visto che Aiden si é arreso, hanno chiamato Tyler.
Lui é arrivato e ha portato Aiden in macchina, ma in quel momento sono arrivati gli scagnozzi di Ace e hanno cercato di ricattare Tyler.
Aiden era nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Hanno picchiato sia Tyler e sia Aiden.
Il mio ragazzo, ormai, era già privo di sensi e non ha sentito niente, mentre Tyler ha sofferto.
Ha provato a salvare Aiden, ma non ci é riuscito.
Anche lui ha perso i sensi e quando si é svegliato, Aiden non c'era.
Ha provato a cercarlo, ha contattato i suoi amici e loro gli hanno comunicato che hanno portato Aiden in ospedale e Tyler a casa sua.
Quando i suoi amici hanno lasciato Aiden in ospedale, sono stati avvistati da un compagno di classe di Shawn, Archie e Aiden.
La notizia é volata e così i ragazzi hanno saputo i nomi dei colpevoli, ma erano i colpevoli sbagliati.
Tyler é stato cattivo ed insensibile, ma non é un criminale, é solo un ragazzo distrutto dal dolore.
Voleva mandare in prigione l'assassino di sua sorella e voleva vendicarsi di mia sorella, la persona che reputava colpevole della morte di sua sorella.
Eveline ha nuotato in acque pericolose, ma ha sempre lottato per i suoi amici e per la sua famiglia.
Ha tenuto la bocca chiusa e questa cosa mi ha dato tanto fastidio, ma poi ho capito il suo motivo.
Voleva proteggerci, voleva proteggermi, lei conosceva la verità, voleva solo tenermi al sicuro ed Aiden era la mia protezione, la tradizione lo era.
Incrocio le gambe e inizio ad osservare i miei fiori preferiti.
Sono così belli ma così dolorosi.
Una sola spina ti può far male, la loro bellezza e il loro profumo ti attira, ma le spine ti allontano.
É così bello ma così irraggiungibile.
E io sono esattamente così, piena di spine e irraggiungibile.
Attiro le persone, ma le allontano subito e non so per quanto tempo Aiden riuscirà a resistere.
Siamo due teste calde, nessuno dei due cede, ma dall'odio é nato un amore così forte e indescrivibile.
Siamo fuoco e acqua, siamo il sole e la luna, ma ci completiamo a vicenda, siamo un puzzle perfetto.
D'altronde gli opposti si attraggono.
Sbuffo sonoramente e continuo ad osservare i fiori.
Quanto vorrei avere Aiden al mio fianco ora.
Ormai il suo luogo preferito é diventato anche il mio.
Lui mi ha mostrato una parte importante della sua vita e io ho accolto questa parte, é diventata mia.
Ormai questo luogo é nostro.
Ogni volta che organizziamo un'uscita, alla fine veniamo sempre qui, quando litighiamo veniamo a rifugiarci qui, quando siamo tristi veniamo qui, insomma questo é il nostro luogo preferito, il nostro luogo quotidiano.
Afferro il mio viso e poggio i gomiti sulle mie ginocchia e cerco di trattenere le lacrime.
Aiden ha ragione, lo so, ma é troppo forte, non riesco ad andare avanti, mi sono bloccata e ho bisogno di tempo per riuscire a perdonarlo.
Con Tyler é stato diverso, Tyler era uno sconosciuto, lui no.
Con lui ho speso tanto tempo, lui mi ha vista crescere, mi ha vista ridere, mi ha vista piangere, mi ha vista felice, mi ha vista triste, lui mi conosce, conosce ogni mia sfaccettatura, lui assomiglia a me, io sono come lui.
Gli occhi iniziano a pizzicare e il solito dolore inizia a tenermi compagnia.
Non posso scappare, sono in trappola, lui mi tiene in pugno.
Le lacrime iniziano a scendere, ma quando sento dei passi, le asciugo e mi schiarisco la voce.
Sento una presenza davanti a me e quando afferra il mio mento fra le sue dita, dimentico tutto quanto.
"Possiamo parlare civilmente?", domanda.
Annuisco con la testa e sciolgo il contatto.
Abbasso il viso e cerco di trattenere le lacrime.
Aiden mi afferra e mi posa sulle sue gambe.
Appoggio la mia testa sul suo petto e il suo battito cardiaco inizia a regolare il mio.
Inizia ad accarezzare la mia schiena e il suo silenzio diventa il mio.
Non dobbiamo parlare per forza, riusciamo a comunicare anche così, i nostri cuori parlano, il nostro corpo reagisce, noi ci capiamo in qualsiasi modo.
"É tuo padre", inizia.
Afferro la sua giacca e inizio a stringerla forte.
Devo trattenermi, non voglio litigare con lui, non voglio rovinare la situazione.
Lui ha ceduto, non posso e non voglio rovinare l'atmosfera.
"Parlo dal mio punto di vista, ragazzina. Hai bisogno di lui, é sangue del tuo sangue", afferra il mio viso fra le sue mani.
"Non vivere nel passato, cerca di andare avanti. Io lo so che tu lo vuoi", mi guarda attentamente.
"Come fai a saperlo?", lascio la presa e mi alzo.
Mi metto davanti a lui e inizio a mordicchiarmi il labbro inferiore.
Devo mantenere la calma, devo tenere a freno la mia lingua, almeno devo provarci!
"Il tuo corpo racconta altro, i tuoi occhi parlano", si alza anche lui.
"Non é vero", stringo i pugni.
"Invece sì! Ti ho vista! Ho visto come guardi tuo padre, ho visto come ti accoccoli fra le sue braccia i primi secondi, ho visto il tuo trattenerti, il tuo essere sempre attenta al non sfiorarlo, ho visto tutto ragazzina!", avanza verso di me.
"Tu non capisci!", indietreggio.
"Hai ragione, non capisco perché io non ho avuto un padre del genere, ma ho avuto una madre amorevole e speciale", sbotta.
Il mio cuore si stringe e il mio corpo si blocca.
Abbasso il viso, mi vergogno, mi sento in colpa.
Aiden ha ragione, ha sempre ragione.
Posso oppormi quanto voglio, ma alla fine cederò, finisce sempre così.
Lui mi fa ragionare, lui ha il potere di farmi cambiare idea.
"Fa male Aiden", porto le mani sul mio viso e inizio a piangere.
"Lasciati andare, fai diventare il tuo dolore anche il mio! Non mi escludere, ti prego ragazzina", mi stinge fra le sue braccia.
Inizio a singhiozzare e mi aggrappo alla sua giacca, lui é la mia unica salvezza, il mio punto di riferimento.
"Non lottare da sola, ora hai me", afferra nuovamente il mio viso.
"Con me puoi parlare, puoi essere te stessa", sorride debolmente.
"Scusa", mi alzo in punta di piedi e circondo le sue braccia intorno al suo collo.
Lui afferra le mie gambe e io, automaticamente, le circondo intorno alla sua schiena.
Affondo la mia testa nell'incavo del suo collo e inizio ad inspirare il suo profumo, la mia droga personale.
"É stata una lunga giornata, andiamo a casa", sussurra.
Io annuisco e sento i suoi passi.
Rimando fra le sue braccia, avvinghiata al suo corpo, mentre lui si dirige verso l'uscita.
Apre la portiera della macchina e mi posa sul sedile.
Bacia la mia fronte e poi la chiude.
Entra anche lui e posa la sua mano sulla mia coscia, accarezzandola.
Il suo tocco delicato, mi fa venire la pelle d'oca e inizio a tranquillizzarmi.
Ecco il mio antidoto, il mio calmante.
Afferro la sua mano e inizio a stringerla per poi parlare.
"Mi puoi portare a casa?", domando.
"Ti porterò ovunque ragazzina", bacia la mia guancia.
Mette la prima e partiamo.
I miei genitori, Ariel e Stella, sono rimasti a Birmingham per il weekend.
Ho detto loro che andrò in tribunale con Aiden e che mi farò viva dopo il processo.
Dovevo risolvere questa cosa insieme a lui, non volevo far preoccupare la mia famiglia e farli soffrire.
Non volevo obbligarli a sentire, ancora una volta, la brutta versione.
Poso la testa accanto al finestrino e mi lascio andare.
Dei strani rumori iniziano a disturbarmi, inizio a muovermi e percepisco qualcosa di morbido sotto il mio corpo.
Apro lentamente gli occhi e noto di essere nella mia stanza.
Mi alzo e mi dirigo verso la porta.
Ho dormito per tutto il tragitto?
Chiudo la porta e attraverso il corridoio.
Quando arrivo davanti alle scale, le risate e le parole mi bloccano.
Prendo un bel respiro e decido di scendere.
Entro nel soggiorno e trovo tutti li, compreso lui.
Nate ed Ariel si catapultano verso di me, abbracciandomi, anzi, stritolandomi.
Poi arriva il turno di Stella e quello di mia mamma.
Lui rimane in silenzio a guardarmi.
Inizia a muovere la sua gamba destra, questo é uno dei suoi tick.
É nervoso, il suo corpo parla, riesco a leggerlo nei suoi occhi, il suo sguardo mi spezza in due.
Aiden afferra la mia mano e mi fa sedere accanto a lui.
Circonda le mie spalle con il suo braccio e si avvicina al mio orecchio.
"Stai bene?", sussurra.
Io annuisco e afferro la sua mano.
"Sono qui ragazzina", bacia la mia guancia e mi fissa attentamente.
Mi perdo nel suo meraviglioso mare e dimentico tutto e tutti.
Ci siamo solo io ed Aiden, le voci spariscono, la casa svanisce, tutto é andato.
Riesco a vedere solo il suo azzurro cristallino e le mie orecchie percepiscono solo i nostri battiti che accelerano all'unisono.
"É tutto risolto ora?", la voce di Ariel spezza il nostro contatto.
"Sì, tutto risolto. Ora possiamo stare tranquilli", sorrido.
"Menomale", viene ad abbracciarmi.
La stringo e cerco di placare la mia ansia e il mio terrore.
La sua presenza mi mette in soggezione.
"Hai fame tesoro?", domanda mia mamma.
"No, mamma", rispondo.
Lei rotea gli occhi e io sorrido a questa sua manifestazione, é così buffa.
La serata procede tranquillamente, abbiamo riso e parlato, tranne che con lui.
Ci alziamo tutti e ci dirigiamo verso la camera da letto.
Nate va a salutare Stella, mentre io porto Aiden verso la mia stanza.
Chiudo la porta e mi butto sul letto.
Lui si sdraia accanto a me e inizia ad accarezzarmi i capelli.
Mi sposto e mi accoccolo sul suo petto e chiudo gli occhi.
"Riuscirai a dormire?", domanda dolcemente.
"Non lo so", alzo le spalle.
"Piccoli passi ragazzina", mi stringe.
"Lo so Aiden, lo so", sospiro.
Rimango fra le sue braccia ancora per qualche minuto e poi sciolgo il contatto.
"Che fai?", fa il labbruccio.
"Devo andare a dormire", mi alzo.
"Puoi rimanere con me",
"Non posso, i miei genitori sono al piano di sotto", colpisco il suo braccio.
"Quindi mi lasci da solo?", circonda la mia vita.
"Sì", trattengo una risata.
"Crudele", abbassa il suo viso.
"Non quanto te", inizio a giocherellare con il suo naso.
"Sei perfida", lo sento sorridere sulle mie labbra.
Cerca di baciarmi, ma io indietreggio.
"Senza cuore", cerca di fare l'offeso.
"Notte Aiden", vado verso la porta.
Metto la mano sulla maniglia e continuo a guardarlo.
Sorrido vittoriosa e la apro.
Saluto Aiden con la mano ma, quando sto per chiudere la porta, lui afferra la mia mano e mi tira verso di lui.
Chiude la porta e si abbassa alla mia statura, unendo le nostre labbra.
Mi alzo in punta di piedi e porto le mie mani verso i suoi capelli, ricambiando il bacio.
Dopo qualche minuto ci stacchiamo e sorridiamo entrambi.
Adoro giocare con lui, amo questi momenti.
"Non puoi andare via senza darmi il bacio della buonanotte", sorride vittorioso.
"Invece sì che posso", faccio l'altezzosa.
"No che non puoi! Non sono d'accordo", accarezza la mia guancia.
"Okay", sorrido.
"Ora devo andare", lo guardo.
"Sei sicura?", domanda.
"Sì e poi dormirò con Ariel, stai tranquillo", lascio un bacio a stampo sulle sue labbra.
"Notte Aiden", sorrido.
"Notte ragazzina", bacia la mia mano e mi lascia andare.
Sorrido e inizio a scendere le scale con la testa fra le nuvole.
É incredibile l'effetto che mi crea ogni volta che stiamo insieme.
Lui é la mia felicità, ne sono sicura.
Vado in cucina, prendo un bicchiere e lo riempio con dell'acqua.
Inizio a bere quando qualcuno entra in cucina.
Mi giro e il mio corpo si blocca, il bicchiere cade per terra e il rumore assordante mi risveglia.
Mi abbasso e inizio a raccogliere i pezzettini caduti sul pavimento.
Lui si inginocchia e esegue il mio stesso movimento.
"Lascia fare a me, ti farai male", é tranquillo.
"Gil ascoltami", quando sento il mio nomignolo mi innervosisco e inizio a raccogliere i pezzettini alla velocità della luce.
"Perché sei così testarda?", sospira.
"E perché tu sei qui?", continuo a tenere la testa bassa.
"Gil ti farai male",
"No! Ora lasciami", punto i miei occhi nei suoi.
Fulmino mio padre con lo sguardo e continuo a raccogliere i pezzettini di vetro.
La rabbia scorre nelle mie vene e la voglia di urlare tutto il dolore che ho provato mi soffoca.
Ho tutto sulla punta della lingua, ma cerco di trattenermi, devo farlo, ho già parlato abbastanza.
Mio padre continua ad aiutarmi fino a quando la mia mano sfiora la sua.
Una scarica elettrica attraversa il mio corpo e i ricordi iniziano a venire a galla.
Mi mordo il labbro inferiore e cerco di cacciare via le lacrime.
A causa degli occhi lucidi, non riesco più a distinguere le cose e così, mi taglio il dito a causa del vetro.
"Ahia!", mi alzo a vado verso il lavandino.
Faccio scorrere l'acqua sul mio dito e rimango in piedi a fissare un punto a caso.
Sento i passi di mio padre uscire dalla cucina e solo allora mi ricordo di respirare.
Butto fuori tutta l'aria e, con la mano sinistra, afferro il bordo del lavandino e inizio a stringere la presa fino a far diventare le nocche bianche.
Il dolore mi soffoca e i ricordi mi prosciugano le energie.
La sua presenza mi sta uccidendo, i suoi occhi mi tagliano l'anima.
"Dammi la mano", sento la sua voce.
Mi giro verso di lui e inizio a farmi tante domande.
Da quando é qui?
Perché é ancora qui?
Faccio come ha detto.
Chiudo il rubinetto dell'acqua e mi giro verso mio padre.
Lui afferra delicatamente la mia mano e inizia ad osservare il taglio.
Rimango in silenzio e cerco di mantenere la calma.
Le mie gambe iniziano a tremare e così anche la mia mano.
Non posso farci niente, il mio corpo parla, reagisce.
Sente la presenza di mio padre e il fatto di stare lontana da lui, mi distrugge.
Il mio corpo lo sta chiamando, sento il bisogno di un suo abbraccio, voglio sentire il suo calore, avere il suo profumo sui miei vestiti, voglio essere avvolta da mio padre.
"Ti avevo avvertita", afferra una cerotto.
Mi mordo il labbro inferiore e cerco, nuovamente, di tenere a freno la lingua.
Apre il cerotto e lo posiziona sul mio taglio.
"Fatto", tiene la mia mano.
"Grazie, ora lasciami", rispondo acida.
Rimane fermo per qualche secondo, per poi tirarmi verso di lui e abbracciarmi.
Sono paralizzata, il mio corpo si é bloccato.
Una battaglia interiore si scatena dentro di me, inizio ad urlare nel mio interno.
Ogni cellula del mio corpo sente la sua presenza e mi porta verso di lui.
I miei muscoli prendono l'iniziativa e afferro la sua maglia.
Inizio a stringere il tessuto fra le mie mani, lo tiro verso di me e inizio a piangere come una bambina.
"Perdonami Gil", appoggia la sua testa sulla mia.
"Mi hai fatto male! Mi hai distrutta! Come hai potuto?!", lascio la presa.
Asciugo le mie lacrime e punto i miei occhi nei suoi.
Quei stessi occhi che tempo fa mi aiutavano ad uscire dal tunnel, erano la mia salvezza, il mio porto sicuro.
Occhi scuri, ma così intensi e belli.
Il marrone non mi é mai sembrato così bello fino a quando non ho notato gli occhi di mio padre e la mia somiglianza con lui.
"É stato un periodo molto difficile per me...",
"Anche per me! Smettila di ripetere le stesse cose!", stringo i pugni.
"Mi sei mancata", avanza verso di me.
"Smettila di dire queste cose!", indietreggio.
"Perché?", afferra la mia mano.
"Perché così mi porti verso di te!", sbotto.
Mi riporta nuovamente fra le sue braccia e inizia a stringermi forte, come faceva tanto tempo fa.
Ma questo abbraccio é diverso, é sentito, intenso, pieno di dolore e disperazione.
Lui mi sta cercando e io sto cercando lui.
Non posso spezzare il nostro legame, eravamo fin troppo uniti, così simili e così legati.
Io ed Eveline eravamo come lui, io in me rivedo mio padre e questa cosa mi distrugge ancora di più.
Essere come lui é un fardello, un peso fin troppo grande da portare, ma anche a me é mancato.
Fin troppo direi, mi é mancato come l'aria, non potevo vivere senza di lui.
"Dovevi rimanere accanto a noi e aiutarci", singhiozzo.
"Lo so e mi dispiace! Vorrei ritornare indietro nel tempo e sistemare le cose", la sua voce é spezzata.
"Perché hai aspettato così tanto?", alzo il viso.
"Mi vergognavo Gil! Non riuscivo nemmeno a guardarmi allo specchio. Ho rovinato tutto e voglio rimediare, davvero", i suoi occhi sono lucidi.
Mio padre non ha mai pianto, in diciannove anni di vita non ho mai visto le lacrime scendere sul suo viso, non si é mai lasciato andare davanti a noi.
Ma in questo momento, sentire la sua voce tremare e vedere i suoi occhi lucidi, mi spezza in due.
Leggo il pentimento e la disperazione nei suoi occhi, sento la necessità del perdono grazie alla stretta salda intorno al mio corpo, lo sento, sento il dolore di mio padre.
"Dovrai impegnarti tanto", appoggio la mia testa sulla sua fronte.
"Farò di tutto pur di riconquistare la tua fiducia, mia piccola Gil", mi stringe ancora di più.
"Okay", mi accoccolo.
Rimaniamo così per non so quanto tempo.
Il silenzio ci avvolge, ma non mi dispiace, anzi.
"Andiamo a dormire, é tardi", sussurra.
"Hai ragione", lascio la presa.
"Notte Gil", accarezza la mia guancia.
"Notte papà", balbetto.
Lui sorride e se ne va.
Il mio cuore batte all'impazzata, sento aumentare i battiti, li sento persino nelle orecchie.
Era da tanto tempo che non pronunciavo la parola papà.
Devo abituarmi.
Salgo le scale e mi fermo davanti alla porta della mia stanza.
Rimango ad osservarla per qualche secondo e poi decido di entrare.
Aiden aveva ragione su tutto e io, ora, ho bisogno di lui.
Voglio essere abbracciata da lui e sentire le sue dolci parole solleticarmi le orecchie.
Voglio percepire il suo calore sciogliermi il cuore.
Ho bisogno di lui, ora é indispensabile.
Apro lentamente la porta e la richiudo.
Inizio a camminare in punta di piedi verso il letto.
Mi tolgo le ciabatte e mi infilo delicatamente sotto la coperta.
Poso il telefono sul comodino, quando percepisco delle grandi braccia intorno alla mia vita.
Mi gira verso di lui e mi appoggia sulle sue gambe.
Nonostante il buio, riesco a vedere i suoi occhi chiari e luminosi.
Sono la mia luce, il mio faro, la mia guida nel buio più tenebroso.
Aiden é la mia luce in mezzo a tutto il nero che mi circonda.
"Cosa é successo?", accarezza le mie guance.
"Perché hai pianto?", le asciuga.
"Ho visto papà", balbetto.
"Vieni qui", mi porta verso di lui.
Appoggio la mia testa sul suo petto e inizia ad accarezzarmi delicatamente la schiena.
Sospiro pesantemente e inizio a raccontare l'accaduto.
"Avevi ragione", concludo.
"Come stai?", domanda.
"In che senso?", alzo la testa.
"Ho sentito e capito tutto ragazzina, ma voglio sapere il tuo stato d'animo",
"Sto bene", alzo le spalle.
"Sei sicura?", insiste.
"Non lo so Aiden, non lo so",
"Il primo passo é stato fatto, lascia passare del tempo ora. Solo il tempo ti darà delle risposte",
"Va bene", sussurro.
"Ora andiamo a dormire, é stata una giornata dura per te", bacia la mia fronte.
"Grazie Aiden", lo abbraccio.
"Quando vuoi ragazzina", mi stringe.
Mi tolgo gli occhiali e mi accoccolo fra le braccia di Aiden.
Chiudo gli occhi e mi addormento accanto alla mia ancora di salvezza.
Finisco di arricciare i capelli e poso l'ondulatore sul comodino.
Afferro il profumo e inizio a spruzzarlo sul collo.
Guardo l'ora e l'ansia prende possesso del mio corpo.
Mi siedo sul letto e cerco di regolarizzare i battiti e il respiro, ma é fin troppo difficile in questo momento.
"Abby...," mia sorella si blocca.
"Cosa? Sono orrenda, vero? Ho esagerato con il trucco? Anzi non mi sono truccata bene, vero?! Sono un disastro! Il vestito é troppo azzardato? Nel senso devo cambiarmi? Questo vestito porta a galla troppi ricordi per Aiden? E rispondi Ariel!", la guardo disperata.
"Sei bellissima", sorride.
"Non mentire", punto il dito contro di lei.
"Sono sincera", incrocia le braccia.
"É arrivata la pizza!", entrano Stella ed Ariana.
"Wow!", rimangono a bocca aperta.
"Aiden sverrà ai tuoi piedi, garantito!", Stella avanza verso di me.
"Non esagerare!", roteo gli occhi.
"É il vestito che ti ha comprato Aiden?", domanda Ariana.
"Sì, secondo te devo cambiarmi?", domando.
"E perché? Stai benissimo! Riporta a galla i ricordi", Stella sorride maliziosamente.
"Belli e brutti direi. É il vestito che ho indossato alla festa di suo padre e la sua matrigna", puntualizzo.
"Dettagli mia cara! Questo é un regalo da parte sua", Stella mi tranquillizza.
"Sei davvero bella", Ariana mi abbraccia.
"Grazie", ricambio.
Toc toc toc
Il cuore mi arriva fino alla gola e le mani iniziano a sudare.
"Buona fortuna mia cara", Stella mi spintona.
"Non dimenticare questa Abby", mia sorella mi porta la borsetta nera.
"Grazie", sono agitata.
"Ora vai!", mi spingono tutte e tre.
Aprono la porta e mi buttano fra le braccia di Aiden.
"Buona serata", parlano all'unisono.
"Mi raccomando Aiden", Ariel punta il dito verso di lui.
"Grazie e state tranquille. Arriverà a casa sana e salva", sorride.
"Bene, divertitevi", chiudono la porta.
Aiden afferra le mie spalle e mi fa indietreggiare, inizia ad osservarmi e il suo sguardo mi mette in soggezione.
Inizio a sudare e a tremare allo stesso tempo.
Possibile che mi faccia questo effetto dopo tutti questi mesi?
A quanto pare si, chissà se mi abituerò mai a questo sguardo.
"Sei meravigliosa ragazzina", afferra la mia mano e la bacia.
"Anche tu", osservo il suo completo blu scuro.
Indossa i vestiti del mio colore preferito, ha ricordato questo particolare.
Iniziamo a camminare e la serata ha inizio.
Il nostro appuntamento é andato benissimo, finalmente abbiamo avuto del tempo solo per noi.
Niente litigi, niente urla, niente complicazioni, solo io e lui.
"Ti va di andare in un posto prima?", domanda.
"Certo", ridacchio.
"Perché ridi?",
"Perché so già dove andremo", faccio l'altezzosa.
"Ah sì? E dove?", si abbassa alla mia statura.
"Nel nostro posto quotidiano", bacio la sua guancia.
"Sei incredibile", mi spettina i capelli.
Ripetiamo la solita routine e andiamo verso il reparto rose.
Mi siedo sulla panchina e inizio ad osservare Aiden.
Inizia ad essere agitato, passa la mano fra i suoi capelli e il suo viso cambia.
Mi alzo e vado verso di lui, afferro il suo braccio e lo sento sussultare.
"Tutto bene?", domando.
"Certo", é agitato.
"Mi preoccupi così", inizio a farmi dei film mentali.
Non é che mi vuole lasciare?
Per questo mi ha portata fuori a cena oggi?
É il nostro ultimo giorno insieme?
É agitato perché non trova le parole giuste?
"Mi vuoi lasciare?", domando di getto.
"Che cosa? Ma che cosa ti salta in mente?!", afferra le mie mani.
"Non é mia intenzione lasciarti! Non ti libererai di me ragazzina, sappilo",
"E allora perché sei così agitato?", domando.
"Vorrei dirti una cosa...", sospira.
"Che cosa?", alzo il sopracciglio.
"Anzi darti una cosa", mette la mano nella tasca della giacca.
"Aiden...", lascio la presa ed indietreggio.
Afferra una scatola nera e inizia a giocherellare con essa.
Il mio cuore rischia di uscire dalla gabbia toracica e le mie gambe diventano molli come la gelatina.
"Che cosa vuoi fare?", porto le mani verso la mia bocca.
Sono stupita e scioccata allo stesso tempo.
Che cosa ha in mente?
"Voglio farti una promessa e voglio sigillarla con questo", apre la scatola.
Un anello sottile con un diamante piccolo, si presenta davanti ai miei occhi.
Le lacrime iniziano a scendere sulle mie guance e la gioia mi fa scoppiare il cuore.
"Stai piangendo. Ti ho sconvolta, vero? Non mi aspettavo questa reazione. Okay, meglio lasciar perdere. Non voglio spaventarti", é imbarazzato e agitato.
Quanto amo questo suo lato, sembra un bambino, é un cucciolo.
Il mio Aiden é così dolce e snervante allo stesso tempo, ma é propio questo suo lato che io amo da impazzire.
"Stupido! Sono lacrime di gioia, ora parla!", tiro un pugno sul suo braccio.
"Aggressiva!", trattiene una risata.
Prende un bel respiro e si inginocchia.
Afferra la mia mano e inchioda i suoi occhi nei miei.
Tutto scompare, riesco a vedere solo lui, sento il mio cuore battere all'impazzata e percepisco la sua ansia.
"Voglio prometterti una cosa ragazzina...", i suoi occhi iniziano a brillare.
"Rimarrò sempre al tuo fianco, farò tutto il possibile per mantenere questa promessa. Ormai sei entrata nella mia testa e nel mio cuore e non ti lascerò uscire da esse. Sei il mio punto di riferimento Abigail", afferra l'anello.
"Voglio sigillare questa promessa con questo anello e voglio anche proporti un futuro insieme, voglio stare con te per il resto della mia vita", mette l'anello sul mio dito.
"Abigail Watson mi farai questo onore?", sorride.
"Certo che si!", mi catapulto fra le sue braccia.
Mi afferra e inizia a farmi girare insieme a lui.
Lo stringo forte, cercando di trasmettergli tutto l'amore che provo per lui.
"Ho avuto così tanta paura!", mi posa per terra.
"E per cosa? Lo sai benissimo che anche tu sei il mio punto di riferimento", accarezzo le sue guance.
"Si, ma questa é stata una decisone alquanto affrettata", é imbarazzato.
"Non per me", appoggio la mia fronte sulla sua.
"Ti amo Aiden Walker", sorrido.
"Anche io Abigail Watson", posa le sue labbra sulle mie.
Afferro le sue guance e ricambio.
Questo bacio é così magico, lento, ma intenso.
Pieno di significato e amore.
Si, lo voglio.
Voglio rimanere al fianco di Aiden per il resto della mia vita.
Lui é stato il mio primo amore e rimarrà tale per sempre.
É entrato nella mia vita ad una velocità rapida ed inaspettata, ma nonostante questo, io ho bisogno di lui.
Solo lui mi completa, solo con lui posso essere me stessa, solo lui mi capisce, insomma lui é Aiden Walker e io sono fatta per lui.
Il bacio finisce e sento il sorriso di Aiden sulle mie labbra.
"Mi hai insegnato il significato dell'amore", punta i suoi occhi nei miei.
"Mi hai portato in un'altra dimensione, mi hai fatto capire che anche io posso amare", afferra le mie guance.
"Tu, Abigail Watson, mi hai portato ai confini dell'amore", sorride.
"Anche tu Aiden Walker", mi alzo in punta di piedi e unisco nuovamente le nostre labbra.
Che dire, sono senza parole.
Questa é la miglior serata della mia vita.
Sono con la mia persona preferita, con la mia anima gemella, con il mio Aiden.
Lo amo alla follia e questo sentimento non cambierà mai.
É così vero e così reale e Aiden ha ragione, anche lui mi ha aiutata.
Ha cambiato la mia mentalità, mi ha fatto battere il cuore, mi ha trasformata, sono un'altra persona grazie a lui.
Aiden Walker mi ha insegnato ad amare e mi ha portata ai confini dell'amore...
{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}
Ciao amici lettori❤️
Come state?🙏🏻spero proprio bene😘ormai anche settembre é arrivato e con esso tutti gli impegni, speriamo bene per più avanti🤞🏻
Cosa ne pensate del capitolo?❤️
Io sto piangendo😭non posso ancora crederci. Siamo davvero arrivati alla fine della storia maaaa
Udite udite🚨
Sabato prossimo pubblicherò un capitolo extra🎉😍
Siete curiosi/e di scoprire che fine faranno i nostri amati personaggi?😌
Secondo voi che cosa riserverà il futuro per loro?😏
Ho in mente una cosa e non vedo l'ora di scriverla e pubblicarla per voi❤️quindi, mi raccomando, rimanete nei paraggi perché io ho un'ultima cosa da raccontare❤️😭
Aspetto il vostro parere per quanto riguarda il capitolo, sono curiosa di leggere i vostri commenti😍
Grazie ancora per tutto quello che avete fatto per me, vi porto nel cuore❤️
Buon weekend, vi aspetto sabato prossimo con una bella sorpresa😍🤭
Chissà cosa combineranno Aiden ed Abigail🙈😂
Alla prossima amici lettori❤️
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