Capitolo 5
"E questa scatola?", Ariel attira la mia attenzione.
"Un regalo, credo", la poso titubante sul mio letto.
"Michael Kors?", Ariel si mette la mano davanti alla bocca.
"Già", metto la mano dietro la testa.
"Da parte di chi?", domanda Stella maliziosamente.
"Dal seccatore", alzo le spalle.
"Cosa?!", Ariel é a bocca aperta.
"Vediamo cosa ti ha preso", Stella apre la scatola.
"O mamma mia!", rimane a bocca aperta.
"É magnifico", Ariel ed Ariana rimangono a bocca aperta.
"Quando dovrai indossarlo?", domandando tutte e tre.
"Domani sera. Dovrò partecipare ad una festa insieme a lui", mi torturo le dita.
"A che ora verrà a prenderti?", domanda Stella.
"Alle otto di sera", rispondo.
"Abbiamo solo quattro ore di tempo?", Ariel é turbata.
"Direi che quattro ore sono anche tante", la guardo.
"Assolutamente no! Come facciamo Stella?", la guarda.
"Non ne ho idea! Dobbiamo pensare al trucco, parrucco, le scarpe...", inizia a fare la lista.
"Ehy, ehy! Calma", le interrompo.
"Per i capelli non preoccupatevi", interviene Ariana.
Stella ed Ariel si girano subito verso di lei e lei diventa subito rossa.
"Mia cugina, la sorella di Matt fa la parrucchiera", abbassa il tono di voce.
"Davvero?", domanda Stella.
"Sì", le sue guance sono rossissime.
É così adorabile quando si imbarazza, anche se non dovrebbe più farlo con noi.
"Grandioso! Allora dobbiamo solo decidere l'acconciatura! Io penso al trucco, Ariel scarpe e accessori", le fa l'occhiolino.
"Guardate che io sono qui", le guardo.
"Lo sappiamo, ma sei pessima in questo campo, quindi...",
"Antipatica", la interrompo lanciandole un cuscino.
"Mia cugina ha detto che verrà a prenderci dal lavoro", Ariana ci fa vedere il messaggio.
"Che velocità", borbotto.
"Già mi sta simpatica", sorride Stella.
"Trovate!", Ariel sventola un paio di scarpe col tacco.
"Sono altissime", le guardo attentamente.
"Sono il giusto! Ora non ti lamentare e indossale", me le porge.
"Okay", le prendo.
Sono nere, semplici.
"Sono dei trampoli", barcollo.
"Devi solo fare pratica", Ariel si mette la mano davanti alla bocca per non ridere.
"Almeno hai tempo per farlo", Stella scoppia a ridere.
"Tenere", le guardo male.
"Grazie", ripetono all'unisono.
"Ti aiuto io", Ariana porge il suo braccio verso di me.
"Grazie", la guardo.
"Oh, smettila di fare la voce teatrale", Ariel mi prende in giro.
"Almeno Ari mi aiuta", le faccio la linguaccia.
"Devi tenere la schiena dritta", mi guarda Ariana.
"Okay", mi metto in posizione.
"Ora un piccolo passo in avanti", mi fa cenno di seguirla.
La seguo ma con scarsi risultati.
"Sembri un bisonte", Ariel ride.
"No, un ippopotamo", anche Stella ride.
"Smettetela!", mi tolgo i trampoli e salto addosso a loro due.
Inizio a fargli il solletico.
"Tregua, Abby, Tregua", urla Ariel.
"Ora chi é il bisonte?", rido anche io.
"Tu", Stella ormai é senza fiato.
"Okay", continuo a solleticarle.
"Basta, basta!", urlano entrambe.
"Smettetela di prendermi in giro", le guardo.
Loro annuiscono e lascio la presa.
Prendono fiato e si mettono a gambe incrociate.
"Domani farai pratica con il vestito", Stella sorride.
"Okay", rispondo.
"É davvero bello", interviene Ariana.
"Molto", guardo la scatola.
"Ha buon gusto il ragazzo", Ariel mi spintona leggermente.
"Forse", le pizzico le guance.
"Andiamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata", Stella mi guarda.
"Giusto", cerco di sorridere.
"A dormire, allora", Ariel si alza.
"Puoi trasferirti da noi, ormai, Ari", Stella guarda Ariana.
"Non vi da fastidio?", si tortura le dita.
"Per niente. Sei nostra amica, Ari", la abbraccio e lei ricambia.
Non capisco il perché é così chiusa in se stessa, ma farò il possibile per farla stare bene.
"Notte ragazze", spengo la luce.
"Notte", rispondono tutte.
"Sveglia belle addormentate", la voce sprizzante di Stella interrompe il mio sonno.
"Come fai ad essere così energica?", domando sbadigliando.
"Forza, Abby! Ci aspetta una lunga giornata", mi toglie le coperte.
Il freddo si impossessa delle mie gambe.
"Odiosa", borbotto.
Dopo esserci preparate, ci dirigiamo verso il bar.
"Giorno ragazze",il sorriso meraviglioso di Matt accoglie la nostra presenza.
"Giorno", ripetiamo tutte.
Ariana va verso di lui, e alzandosi sulle punta dei piedi lascia un bacio sulla sua guancia.
Matt sorride e poi ricambia.
"Ho sentito che verrà Cloe a prendervi", ci guarda.
"Vero", Ariana sorride.
"Buon divertimento allora", ci fa l'occhiolino e svanisce.
"Cloe?", domandiamo.
"É mia cugina, la sorella di Matt", risponde Ariana.
"Giusto", metto la mano dietro la testa.
"Ragazze sono le quattro in punto", Stella ci indica l'orologio.
"Di già?", faccio il labbruccio.
"Certo", sorride contenta.
"Ari!", sentiamo una voce.
Ci giriamo e vediamo una ragazza più alta di noi.
Ha le curve nei punti giusti.
Carnagione chiara, capelli corti e neri e due occhi grigi.
"Loro sono le mie amiche", Ariana lascia la presa e viene verso di noi.
"Stella, Abby ed Ariel", ci indica.
"Piacere, io sono Cloe, la sorella di Matt", ci porge la mano.
Secondo me questa famiglia viene riconosciuta dalla chioma scura e dagli occhi grigi.
Fino ad adesso sono tutti così.
Chissà da chi hanno preso.
"Andate a prepararvi?", Matt si mette accanto a noi.
"Fratellone!", Cloe gli salta addosso.
"Energica come sempre?", ridacchia.
"Sempre", lascia un bacio sulla sua guancia.
"Bene, ora andiamo", Stella saluta Matt.
"Forza, Abby", Ariel mi trascina con sé.
"Ciao Matt", metto il broncio.
"Non fare così, andrà bene", sorride.
"Certo, é in buone mani", Cloe mi fa l'occhiolino e usciamo dal bar.
"Ho parcheggiato la macchina al campus, quindi dobbiamo andare a piedi", Cloe guarda tutte.
"Non ti preoccupare, sono solo cinque minuti a piedi", Ariana le sorride.
"Ecco la nostra dimora", Stella apre la porta.
"É bello qui", Cloe esamina la nostra stanza.
"Molto", Ariel sorride.
"Niente distrazioni! A lavoro ragazze", Stella mi afferra e mi posa su una sedia girevole.
"Hai pensato all'acconciatura?", Cloe apre una sua valigetta.
Al suo interno ci sono un sacco di prodotti e attrezzi.
Piastre, arriccia capelli, phon, lacca per capelli, pinzette, elastici, insomma di tutto e di più.
"A dire il vero no", rispondo imbarazzata.
"Ci ho pensato io", Ariel le porge il suo telefono.
Cloe lo prende e inizia ad osservare le foto.
"Tu quale preferisci?", mi fa vedere le acconciature.
La prima é una treccia voluminosa mentre la seconda é uno chignon alto.
"Non saprei", le guardo.
"Secondo me lo chignon", Stella guarda la foto.
"Anche secondo me", Ariel la segue.
"Ari?", la guardo.
Viene verso di noi e guarda il telefono di Ariel.
"Anche secondo me va bene lo chignon, mette in risalto il vestito", sorride.
"Okay, vada per lo chignon. Mi fido di voi", le guardo.
"Perfetto! Ora andiamo a lavare i capelli", Cloe mi afferra la mano e ci dirigiamo in bagno.
Dopo essermi lavata i capelli, Cloe ha iniziato ad asciugarli.
"Al trucco ci penso io", Ariel posa una varietà di colori sulla scrivania.
"Okay", rispondo titubante.
"Ouch", commento.
"Scusa", Ariel ritrae il mascara.
"Vedi di non cavarmi l'occhio", la guardo.
"Scusa", alza le spalle.
"Guarda che Aiden non si deve spaventare", interviene Stella sarcastica.
"Ah ah ah", faccio una finta risata.
"Acconciatura finita", Cloe é soddisfatta.
"Per il trucco aspetta ancora cinque minuti", Ariel mi punta l'eye-liner.
"Okay", la guardo.
"Fatto", batte le mani contenta.
"Posso specchiarmi?", mi alzo.
"No", ripetono tutte.
"Siete inquietanti", scoppiamo a ridere.
"Aspetta, prima vestiti, devi vedere tutta l'opera insieme", Stella mi fa l'occhiolino.
"Okay", sorrido.
"Ecco a te", Ariana mi da il vestito.
"Grazie", lo guardo titubante.
"Forza, cambiati. Noi andiamo in cucina", Ariel spintona tutte.
"Vado in bagno", le guardo.
"No, perché in bagno abbiamo lo specchio", mi punta il dito contro.
"Giusto", sorrido.
"Andiamo", continua a spintonare le ragazze.
Guardo il vestito titubante.
Sono degna di portare un vestito del genere?
É talmente bello.
Mi tolgo i vestiti e mi infilo in questo splendore.
"Finito", urlo.
Quando le ragazze arrivano si bloccano e rimangono a bocca aperta.
"Sono così tremenda?", domando.
"Scherzi?", Stella mi fa fare una giravolta.
"Sei meravigliosa", Ariel sorride.
"Stupenda", anche Ariana sorride.
"Sei davvero bella", Cloe mi sistema una ciocca di capelli.
"Ora le scarpe", Ariel me le porge.
"Devo proprio?", le guardo terrorizzata.
"Sono solo tacchi", ridacchia.
"Trampoli assassini", le prendo.
"Non fare la melodrammatica, sù", Ariel mi porta verso il mio letto.
Mi fa sedere e mi fissa con i suoi occhioni azzurri.
"Okay", sbuffo e mi metto i tacchi.
Provo a camminare, ma sono davvero micidiali.
Come fanno le ragazze ad indossarli tutto il giorno?
"Morirò", cerco di fare pratica.
"Dai che stai andando bene", Ariel mi prende la mano.
"Che ore sono?", domando.
"Le 19:30", risponde Stella.
"Di già?", rimango a bocca aperta.
"Sai la bellezza richiede tempo", mi fa l'occhiolino.
"Questa é per te", Ariana mi porge una borsetta.
É piccola, nera ed elegante.
Ha tanti brillantini che la fanno luccicare.
"É bellissima, grazie", sorrido.
"Figurati", sorride anche lei.
"Mi raccomando, Abby. Sii elegante", Stella mi punta il dito contro.
"Okay", roteo gli occhi.
"Ora puoi andare a specchiarti", Ariel mi fa l'occhiolino.
Giusto, ha ragione.
Non mi sono ancora vista.
Prendo un bel respiro e mi dirigo verso il bagno.
Mi specchio e rimango a bocca aperta.
Cloe ha fatto un lavoro mozzafiato.
Non é il classico chignon tutto appiccicato e ordinato.
É voluminoso con qualche ciocca che ricade sul mio viso.
Ovviamente le ciocche le ha arricciate.
Il trucco anche é stupendo.
Ariel ha applicato il fondotinta, il mascara, l'eye-liner, ombretto blu notte e rossetto bordeaux.
La linea nera dell'eye-liner risalta i miei occhi marroni e L'ombretto blu notte é sfumato.
Il rossetto bordeaux fa sembrare le mie labbra ancor più grandi.
"Allora?", Stella si appoggia allo stipite della porta.
"Sono carina", sorrido.
"Carina?", Ariel mi guarda male.
"Bella, Abby", Ariana mi fa l'occhiolino.
"Grazie", le abbraccio.
Usciamo dal bagno e trovo uno specchio accanto al mio letto.
"E questo?", lo indico.
"É mio, Cloe lo ha preso e portato qui", risponde Ariana.
"Pronta?", domandano tutte.
"Sì, ma prima...", vado ad abbracciare Cloe.
"Grazie, mi piace un sacco lo chignon", sussurro.
"Figurati", mi stringe.
"Bene, ora guardati", lascia la presa e indica lo specchio.
Mi dirigo cautamente verso di esso.
Appena mi specchio rimango paralizzata.
Questo vestito é stupendo e mi calza a pennello.
Lo scollo a cuore non é profondo, non fa intravedere nulla.
Parte stretto e poi si allarga leggermente.
Il tessuto é leggerissimo e aderisce perfettamente alle curve del mio corpo.
Avanzo un po' con la gamba e si vede la spaccatura.
Non é volgare o troppo in sù.
Si ferma sopra il ginocchio.
"Sei stupenda", Ariel mi abbraccia da dietro.
"Grazie", sorrido contenta.
Sono felice.
Per la prima volta mi sento carina, mi sento una ragazza, mi sento femminile.
Toc toc toc
Il cuore si sposta direttamente alla gola.
Sento il suo battito persino all'interno delle mie orecchie.
"É arrivato", Ariel va verso la porta.
"Aspetta", la guardo.
"Sei bellissima, punto e basta", apre la porta.
"Oh, ciao", sento la sua voce.
"Abby é dentro", gli fa cenno di entrare.
"Aspetto fuori, grazie", non entra.
Meno male.
"Dai, vai", Stella mi spintona.
A questo gesto improvviso perdo l'equilibrio e cado.
"Stai bene?", domanda Ariana.
"Benissimo", fulmino Stella.
"Scusa", ride.
Mentre sta ancora ridendo mi alza in piedi.
"Vai", Ariana sorride.
"Grazie ragazze", le guardo e poi mi dirigo verso la porta.
Metto il telefono dentro la borsetta di Ariana.
"Ciao Ariel", la abbraccio.
"Stai attenta", sussurra piano al mio orecchio.
Annuisco con la testa ed esco.
Chiudo la porta e mi fermo davanti alla sua bellezza.
Indossa un completo nero, camicia bianca e papion nero.
I suoi capelli disordinati, ora sono perfettamente sistemati, tirati all'indietro.
Una rosa blu sbuca dal suo taschino.
Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi.
Mi fissa attentamente.
"Sono così tremenda?", mi mordo il labbro inferiore.
"Sei un incanto, davvero", sorride.
A questo complimento il mio cuore é completamente andato.
Le gambe iniziano a cedere e la respirazione diventa pesante.
Un semplice complimento e mi ha già mandata k.o.
"Grazie", balbetto.
Ma che mi prende?
Io sto balbettando? Sul serio?
"Questa é per te", mi porge una rosa blu.
É legata ad un elastico bianco.
Alzo la mano e lui la sistema delicatamente.
La guardo e sorrido.
"Allora ho azzeccato?", sento il suo sguardo bruciarmi la pelle.
"Che cosa?", domando.
"I tuoi fiori preferiti", mi spiazza.
"Forse", alzo le spalle.
"Ti ho vista alla riserva naturale, i tuoi occhi brillavano quando li hai visti", sorride.
"Convinto tu", cerco di rimanere lucida.
"La solita", rotea gli occhi.
Dopo avermi ancora osservata, mi porge il braccio.
"Vogliamo andare?", domanda.
"Okay", afferro il suo braccio e iniziamo a camminare.
Stranamente ho preso confidenza con i tacchi, non sono una professionista, ma diciamo che non sembro un bisonte, credo.
"Prego", mi apre la portiera della sua macchina.
Entro e lui la richiude.
Dopo essere entrato anche lui, mette la prima e partiamo.
Io rimango pensierosa.
Da quando in qua é così gentile e galante?
"A cosa pensi?", interrompe i miei pensieri.
"Da quando sei così galante?", domando.
"Ogni tanto si attiva questa modalità", si gira e sorride maliziosamente.
Roteo gli occhi e ritorno a guardare la strada.
Dopo mezz'ora di macchina, ci fermiamo davanti ad un ristorante.
É grande ed elegante.
Al di fuori un grande giardino lo circonda.
Sul prato ci sono vari tavolini coperti con una tovaglia grande e lunga bianca.
Un tavolo grande con tanti bicchieri di champagne e vari camerieri che passeggiano attraverso le persone servendo piccoli antipasti.
Aiden mi afferra la mano e la mette sul suo braccio.
Prende un bel respiro e iniziamo a camminare.
"Signorino Walker", un signore intorno ai sessant'anni si mette davanti a noi.
"Signor Smith", freddo e distaccato.
Anzi, stavolta é in modalità massima.
I suoi occhi non trasmettono niente, nessuna emozione.
Il suo corpo é rigido, persino il suo braccio sembra morto.
Non trasmette più nemmeno il suo calore.
Solo il profumo lo rende un essere umano.
Forte e meraviglioso, un po' come lui.
Ma a cosa vado a pensare?
Mi tiro mentalmente uno schiaffo e ritorno lucida.
Solo dopo aver fatto mente locale mi rendo conto che siamo all'interno del ristorante.
Grandi pareti bianche vengono illuminate da tante luci di vari colori.
I tavoli grandi e rotondi coperti da una tovaglia grande e bianca, ospitano vari piatti e varie posate.
Il grande centro tavola attira la mia attenzione.
É un grande vaso di vetro che al suo interno accoglie rose rosse e bianche.
Le sedie coperte da una tovaglia bianca con un grande fiocco rosso dietro al suo centro.
Una grande pista da ballo con piastrelle nere lucide si presenta al centro della sala.
I tavoli si trovano a destra e a sinistra della sala.
E alla fine della sala un grande palco accoglie un grande pianoforte nero e vari microfoni.
Musica classica e melodiosa rende il tutto uno spettacolo.
"Ti piace?", Aiden mi riporta alla realtà.
"Sì", continuo ad osservare la sala.
"Vieni", mi dirige verso un tavolo.
Ci dirigiamo verso un tavolo quando una ragazza abbraccia Aiden.
"Finalmente", lo stringe.
Lui ricambia.
"E lei chi é?", lascia la presa e mi guarda.
Una ragazza bellissima inizia a fissarmi.
É alta quanto me.
Carnagione chiara, capelli lunghi biondi e ricci, qualche lentiggine spruzzata qua e là sulle sue guance rosee, labbra grandi e rosse e due occhi azzurri.
Indossa un abito blu notte a sirena con lo scollo a cuore.
Mette in evidenza il suo magnifico corpo.
"Lei é Abigail, la mia accompagnatrice", avvolge il suo braccio intorno alla mia schiena.
Un brivido mi avvolge e il mio cuore alla parola mia esplode.
"Finalmente ti vedo con una ragazza", sorride.
"Io sono Blair, la sorella di Aiden", mi porge la mano.
Ora spiegati gli occhi azzurri e i capelli biondi.
"Hai visto Sophia?", una ragazza identica a Blair si mette accanto a noi.
"Hai perso Sophia?", Aiden la guarda male.
"Mi sono girata solo un secondo", abbassa il suo tono di voce.
"La solita", Aiden si mette la mano sulla fronte.
"Sarà andata da Ethan", Blair le mette la mano sulla spalla.
Anche questa ragazza indossa un abito a sirena con lo scollo a cuore, solo che il suo é bordeaux.
"Lei é Abigail", mi indica.
"Piacere, io Isabel la sorella gemella di Blair", mi porge la mano.
Ora capisco, sono due gocce d'acqua.
"E di Aiden", la corregge.
"Sì, sono anche sua sorella", rotea gli occhi.
Non sapevo avesse delle sorelle così belle.
"Frequenti la sua stessa Università?", domanda Blair.
"Sì", rispondo.
"Sei al terzo anno?", continua.
"No, primo", le guardo.
"Allora hai la nostra stessa età", mi abbraccia.
Rimango ferma, non mi aspettavo questa manifestazione.
Siamo sicure che siano imparentati?
Aiden é l'opposto.
"Aiden!", una piccola bambina avvolge la sua gamba.
"Eccoti, piccola peste", la prende in braccio.
Lei lo abbraccia e poi si gira a guardarmi.
Sembra una bambola.
Stessa carnagione chiara, stessi occhi azzurri, stessi capelli lunghi biondi e ricci, stesse labbra grandi e rosee.
Le sue guancotte sono leggermente rosse.
"É la tua fidanzata?", domanda.
A questa parola mi strozzo con la mi stessa saliva.
"No", rispondo.
"Aiden?", si gira a guardarlo.
"É la mia accompagnatrice", le pizzica la guancia.
"Fidanzata", lo corregge.
"No", lui insiste.
"Sophia al giorno d'oggi si dice così", Blair le fa l'occhiolino.
"Capito", alza le spalle.
"Io sono Sophia, la sorellina di Aiden", lo abbraccia nuovamente.
"Abigail", la guardo.
Quante sorelle ha?
"Andiamo a sederci", Aiden inizia a camminare.
"Sei davvero bella", sussurra Blair.
"Grazie", rispondo imbarazzata.
"E questa collana?", la indica Isabel.
Solo ora mi rendo conto di averla tenuta.
Sapranno della tradizione che gira nella nostra scuola?
Conoscono l'Aiden che conosco io?
"Non é niente", la nascondo con la mano.
"Qui gatta ci cova", mi fa l'occhiolino.
"Non é niente Isabel", la guardo.
"Bella", mi corregge.
"Come?", domando confusa.
"Chiamami Bella", sorride.
Ci sediamo sulle sedie e subito sento la comodità di questo oggetto.
"Sei scappata di nuovo?", un ragazzo si siede accanto ad Aiden.
É alto e fisico slanciato.
Carnagione olivastra, capelli biondi e occhi azzurri.
Indossa un completo uguale a quello di Aiden, solo che il suo é blu notte.
"Victoria mi annoiava", la piccola Sophia fa una smorfia.
Aiden inizia a ridere seguito anche dal ragazzo.
Questo ragazzo poi si ferma e inizia ad osservarmi.
I suoi occhi sono diversi da quelli di Aiden, sono più scuri.
"E tu sei?", domanda.
"Abigail", rispondo.
"Allora sei tu la famosa Abigail", sorride ma poi incurva le sopracciglia.
Sento un tonfo sotto il tavolo e inizia a guardare male Aiden.
"Io sono Ethan, il fratello di questi qui", indica tutti.
Fratello?
Sul serio, quanti sono?
"Il più grande", la piccola Sophia mi guarda.
"Signori e signore", sentiamo un ticchettio di un vetro.
Ci giriamo e sul palco si trova un signore.
Avrà intorno ai cinquant'anni.
Carnagione olivastra, occhi azzurri, capelli biondi contornati da qualche striatura di bianco.
Indossa un abito nero con la cravatta.
"Grazie per la vostra presenza, ora con il vostro permesso, do inizio alla cena", tutti applaudono.
Lui scende dal palco e va a sedersi ad un altro tavolo.
"Grazie per la vostra presenza?", sbuffa Aiden.
"Calmati", Ethan lo guarda.
"D'accordo", prende il bicchiere pieno di vino rosso e lo manda giù tutto d'un sorso.
In che cosa mi sono cacciata?
Perché sento una certa tensione attorno al nostro tavolo?
E soprattutto, perché Aiden mi ha voluta qui con lui?
{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}
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