Capitolo 47
Mi alzo e inizio a camminare.
Sono sconvolta e il mio corpo sta tremando.
Sentire la sua voce mi ha destabilizzata, fin troppo direi.
Non mi sono ancora abituata all'idea di averlo intorno a me.
Quella notte ho lasciato andare l'ascia di guerra per mia mamma, ma il giorno dopo, il dolore era fin troppo grande, troppo insopportabile.
Non riuscivo a guardarlo nemmeno negli occhi, quegli occhi che un tempo amavo così tanto.
Ma non ci sono riuscita, il dolore rimane incastrato nel mio petto e la mente continua a portare a galla i brutti ricordi.
Non posso farci niente, il passato si perdona a volte, ma non si dimentica, questo é impossibile.
Il passato é indelebile.
Rimane impresso nel tuo corpo, tatuato nella tua mente.
Col tempo cresci, ma il passato continuerà a perseguitarti.
É collaterale, non puoi sfuggire alle sue grinfie.
Ti tiene fra le sue braccia, ti soffoca fino a farti crollare del tutto.
Il passato é così, é doloroso, é silenzioso, é soffocante, é indelebile.
Semplicemente fa parte di te, tu sei il passato, il presente e il futuro.
Questa sei tu, rappresenta la tua persona.
Arrivo davanti al cancello e quando i miei occhi incontrano i suoi, sobbalzo e il mio cuore si blocca.
Scavalco e mi metto davanti a lui.
Indossa un paio di jeans blu scuro, una maglietta nera, una giacca leggera blu e le Nike nere.
La sua altezza e il suo fisico slanciato mi fanno sentire piccola piccola e i suoi occhi puntati su di me mi mettono in soggezione.
"Sono venuto a prenderti", appoggia la sua mano sulla mia spalla.
Una scarica elettrica mi sveglia e indietreggio automaticamente.
Non sono pronta al contatto fisico, é già troppo difficile accettare la sua voce, figuriamoci il contatto.
Ho bisogno di tempo, tanto tempo, devo elaborare la situazione, non posso comportarmi normalmente, non mi va e non ci riesco.
Il passato non si cancella, non si può tornare indietro nel tempo.
Il danno é fatto, deve accettare le conseguenze.
"Che cosa ci fai qui? E perché devo venire con te?", stringo i pugni.
"Mi ha chiamato Ariel",
"Quando?", interrompo mio padre.
"Tre ore fa. Mi ha detto che siete andate ad una festa e che é finita male...",
"Sono già passate tre ore?!", blocco nuovamente mio padre.
"Che cosa é successo Gil?", tocca nuovamente la mia spalla.
"Non toccarmi e non chiamarmi più in quel modo! Non ne hai il diritto!", tolgo la sua mano.
"Gil mi dispiace", mi implora con gli occhi.
"Non me ne faccio niente delle tue scuse!", sbotto.
"Non voglio litigare nuovamente con te", sospira pesantemente.
"Lo hai voluto tu! Nessuno ti ha detto di cambiare!",
"La perdita di Eveline é stata devastante!", il suo petto inizia a fare su e giù velocemente.
"Lo é stata per tutti!", alzo la voce.
"Lei era mia figlia",
"Evie era mia sorella! Anche io ho perso una persona importante, non solo tu!", lo spingo.
"Mi dispiace", rimane fermo.
"Non mi interessano le tue scuse! Sei andato via, ci hai abbandonati! Hai pensato solo a te stesso, sei stato egoista!",
"Gil...", afferra le mie mani.
"No!", lascio la presa e indietreggio.
La testa inizia a pulsare e le immagini diventano sempre più sfuocate.
Il cuore sta chiedendo aiuto e i miei polmoni pietà.
Sto per perdere il controllo del mio corpo.
Una strana sensazione inizia ad opprimere il mio petto e sento come un crack al cuore.
Non so che cosa mi stia succedendo, mi lascio andare.
Cado a terra sfinita e confusa, ma questo strano sentimento continua a crescere sempre di più.
Non riesco a decifrarlo.
É nuovo e strano.
Mi schiaccia il petto, la testa é pesante e il corpo inizia a tremare.
Strani pensieri si formano nella mia mente e la paura prende possesso di essi.
"Gil", la voce di mio padre risulta ovattata.
Nemmeno il suo contatto fisico mi risveglia.
Sento la sua mano sulle mie spalle, ma non riesco a percepire il suo calore.
La sua pelle va a contatto con il tessuto dei miei vestiti, semplicemente non provo e non sento niente.
"Ariel sta bene?", quasi sussurro.
Essendo gemelle abbiamo un legame speciale, percepisco e sento tutto quanto.
Quando sta male lei sto male anche io, quando é felice lei sono felice anche io, siamo in simbiosi, il mio cuore batte grazie al suo.
Lei é il mio respiro, il mio ossigeno.
Lei é la mia ninfa vitale, la mia vita.
Semplicemente Ariel é la mia Ariel, la mia ragione di sopravvivenza.
"Sì, é davanti all'Università. Ci sta aspettando", mi guarda preoccupato.
"Voglio andare da lei, subito", cerco di alzarmi.
Mio padre mi aiuta e mi fa entrare in macchina.
Parte e dopo una decina di minuti arriviamo a destinazione.
Noto mia sorella davanti al cancello scolastico e non appena incrocia i suoi occhi nei miei, apro la portiera della macchina e mi catapulto fra le sue braccia.
Lei mi afferra e inizia a stringermi con tutta la forza che ha.
Grazie al suo contatto mi sento al sicuro, ma questo strano sentimento continua a rimanere impresso nel mio corpo.
Non vuole andare via, anzi sta crescendo sempre di più.
"Ho uno strano presentimento Ariel", stringo la sua giacca.
"In che senso?", domanda.
"Non lo so! É una cosa brutta lo sento", inizio a piangere.
"Magari é una tua impressione", Stella si mette accanto a mia sorella.
"No Stella, non lo é! É straziante, é arrivato all'improvviso e non vuole più andare via! Se Ariel sta bene, allora perché sto provando questa sensazione?", le lacrime non cessano di scendere.
"Sarà colpa dello stress, oggi non é stata una bella giornata per voi. Hai scoperto troppe cose", Stella cerca di tranquillizzarmi.
"No, non é questo! Vi prego, dovete credermi! É successo qualcosa, davvero", le imploro.
"Ti credo Abby", Ariel mi abbraccia.
"Chiamo Nate", Stella afferra il suo telefono.
Rimane in silenzio per qualche secondo, per poi rispondere.
Parla con mio fratello per qualche secondo, per poi passarmi il suo telefono.
"Principessa cosa é successo?", domanda preoccupato.
"Stai bene, vero?", continuo a piangere.
"Certo che sto bene", é confuso.
"E la mamma?",
"Anche la mamma sta bene. Principessa mi sto preoccupando, cosa é successo?",
"Di tutto Nate!", piango ancora.
"Non mi piace per niente questa storia! Rimani lì principessa. Prendo le chiavi della macchina e vengo da te, okay?", é dolce e rilassante.
"Okay, ma fai presto", asciugo le lacrime.
"Sono già da te principessa. Passami Stella per un secondo",
"Va bene", sospiro.
"Ti voglio tanto bene, rimani lì",
"Anche io, non ti preoccupare", passo il telefono a Stella.
"Cosa ha detto?", domanda Ariel.
"Verrà da noi", sospiro.
Poso la mano sul petto e inizio a stringere la maglia.
Questa sensazione non vuole andare via.
Continua a martellarmi la mente e a torturarmi il cuore.
Non riesco a trovare le parole adatte per descrivere questo sentimento.
É stato improvviso, ma intenso.
É successo qualcosa, ma cosa?
Anche quando Eveline é andata via ho avuto uno strano sentimento, un brutto presentimento.
É arrivato all'improvviso ed é durato fin quando non abbiamo ricevuto quella chiamata.
Eravamo molto legate e una volta andata via, il nostro legame si é spezzato.
Mi sono sentita male e ho provato questo strano sentimento.
Ma ora come ora, la mia famiglia sta bene.
Perché sto riprovando questa sensazione?
Perché sento il corpo sprofondare?
Perché non riesco a fermare le lacrime?
"Finalmente ti ho trovata", ci giriamo verso di lui.
Ariel si irrigidisce, la sento.
Tutti i suoi muscoli si sono bloccati, si é pietrificata non appena ha sentito la sua voce.
"Vai via Archie, é meglio così", Stella si mette davanti a lui.
"No! Voglio risolvere la situazione", sorpassa la mia migliore amica.
"Non puoi rimediare", mi metto davanti ad Ariel.
"Fammi provare", mi implora.
Mi sposto e si dirige verso Ariel.
Si mette davanti a lei e inizia a parlare, ma mia sorella si oppone.
Non vuole ascoltarlo, solo la sua presenza la irrita e ha ragione.
Hanno sbagliato tutti, tutti sapevano la verità e hanno deciso di tenere la bocca chiusa.
Aiden o meno, potevano scegliere.
Scegliere di fare la cosa giusta e, cioè, quella di dire la verità.
Brutta o bella, bastava dirla.
Hanno aspettato fin troppo, il danno é fatto, non si può tornare indietro nel tempo.
Guardo Archie e mia sorella, ma non riesco a sentire le loro voci.
Continuo ad essere incastrata in questa strana bolla, la paura prende possesso del mio corpo e, ormai, questo brutto sentimento non vuole andare via.
Le lacrime continuano a scendere e il corpo continua a tremare.
Non mi riconosco più!
Non riesco più a controllare il mio corpo!
Si può sapere cosa mi sta succedendo?
"Archie!", le voci si fermano.
Sposto la testa e noto questa ragazza dai capelli rossi.
É sconvolta e le lacrime scendono ininterrottamente sul suo viso.
Corre e si catapulta fra le braccia di Archie, stringendo la sua giacca.
"Ania che cosa hai?", domanda preoccupato.
"É in ospedale", la sua voce trema.
"Chi? Di che cosa stai parlando?",
"Lo hanno portato via", cade a terra.
"Ania mi fai paura! Cosa é successo?", Archie afferra il suo viso.
"Aiden é stato ferito", arriva Shawn.
Non appena sento il suo nome, vado verso questo ragazzo.
"In che senso?", mi metto davanti a Shawn.
"Mi dispiace piccola Abby", la sua voce trema.
"Che cosa gli é successo?", domando disperata.
"É stato picchiato fino allo sfinimento!", sbotta la rossa.
"Che cosa?", cerco di mantenere la calma.
"Qualcuno ha aggredito Aiden e ora é in ospedale! É ferito gravemente, c'era tanto sangue, troppo sangue...", si blocca.
"Aggredito? Sangue? Aiden? No, é impossibile", porto la mano verso il mio viso.
"Piccola Abby", Shawn afferra le mie spalle.
"Ti prego, dimmi che é uno scherzo!", afferro le sua braccia.
Fa di no con la testa e io mi sento sprofondare.
Il mondo mi crolla addosso e non riesco più a percepire il mio corpo.
Tutto si blocca, tutto si rifiuta di andare avanti.
Le lacrime iniziano a scendere, fino a formare una cascata.
Il brutto sentimento di prima, cessa di esistere e così, mi rendo conto di tutto quanto.
Realizzo il perché di quel presentimento e collego questa vicenda alla perdita di Eveline.
"Ho perso anche Aiden?", balbetto.
"No! Non dirlo neanche per scherzo", Shawn mi abbraccia.
"Ho perso Aiden? No! Non voglio! Non posso perdere anche lui! Non dopo aver detto quelle brutte parole!", alzo la voce.
"Non hai perso Aiden! Stiamo parlando di lui. É forte e lo sai, combatterà, ne sono sicuro! Lotterà fino alla fine, deve farlo", afferra il mio viso fra le sue mani.
"Portami da lui", lo imploro.
"Certo, andiamo!", afferra la mia mano.
"Dove si trova?", domanda.
"St George's Hospital", colpo di grazia.
Questo nome mi butta completamente a terra.
É lo stesso ospedale in cui é andata Eveline, stesso posto, ne sono sicura.
Non potrò mai dimenticare questo nome, rimarrà impresso nella mia mente per sempre.
"Hai detto al St George's Hospital?", Ariel balbetta.
"Sì", conferma Archie.
"Abby era il suo ospedale", mi guarda.
"Lo so Ariel", sussurro.
"Stavolta andrà bene", Archie abbraccia mia sorella.
"Andiamo piccola Abby", Shawn afferra la mia mano.
"Dove state andando?", esce dalla macchina e alza la voce.
"Non sono affari tuoi!", sbotto.
"Può accompagnarci papà", Ariel mi guarda.
"Scordatelo! Io non andrò in macchina con lui!", stringo i pugni.
"Ma Abby...",
"Non iniziare! Lascia perdere questo argomento! Fai quello che ti pare, io vado da Aiden", mi giro e inizio a camminare.
Shawn mi affianca e avanziamo in assoluto silenzio, anche se in realtà non é poi così silenzioso.
Entriamo in macchina e una volta partiti, le mani iniziano a tremare.
I ricordi ritornano a galla e le brutte sensazioni non mi abbandonano.
Ho paura, tanta paura.
Non posso perdere Aiden, non ora, non dopo aver detto tutte quelle brutte parole.
Non sono nemmeno riuscita a dirgli "ti amo".
Metto le mani sul mio viso e lascio scivolare infinite lacrime sul mio viso.
Piccoli singhiozzi escono dalle mie labbra e mi sento morire dentro.
"Piccola Abby andrà bene", Shawn cerca di tirarmi su di morale.
"Non puoi saperlo e tu lo sai bene!", mi giro verso di lui.
Sospira pesantemente e rimane in silenzio.
Dopo non so quanto tempo, arriviamo a destinazione.
Il St George's Hospital é un ospedale grandissimo, con più di mille letti disponibili.
É riconosciuto anche grazie al suo programma adatto agli studenti di medicina.
Parcheggiamo la macchina davanti ad esso e scendiamo.
Shawn afferra la mia mano e ci dirigiamo verso l'entrata.
Non appena mi ritrovo dentro questo posto, mi aggrappo al braccio di Shawn.
Il cuore inizia a scalpitare e le lacrime continuano a scendere sulle mie guance.
Svoltiamo a destra e ci dirigiamo verso le infermiere.
Una signora di mezza età é seduta davanti ad una lunga scrivania bianca e schiaccia con estrema velocità i tasti del computer.
Shawn picchietta le dita sulla superficie e la signora alza la testa.
Ci guarda attentamente per poi sospirare e parlare.
"Come posso aiutarvi?", é distaccata.
Odio questo posto con tutto il mio cuore.
Le persone sono stanche, fredde e distaccate.
Sono circondate dal dolore e dalla tristezza ogni giorno e il loro carattere cambia, si adegua a questo posto senza un cuore.
"Il mio migliore amico é ricoverato qui. Si chiama Aiden Walker", risponde Shawn.
"Mi dispiace ma non posso portarvi da lui", abbassa lo sguardo verso il computer.
"E perché no? Non ha sentito?! Il mio migliore amico é ricoverato in questo maledetto ospedale!", Shawn batte il pugno.
Sobbalzo leggermente a questa manifestazione.
Lui non si arrabbia quasi mai, raramente si comporta in questo modo.
Ma ora é talmente sconvolto dalla situazione ed é cambiato, radicalmente.
"Ho capito, ma non posso portarvi da lui! Solo la famiglia é autorizzata", riporta lo sguardo su di noi.
"Io voglio vederlo ora", Shawn scandisce ogni parola.
"Non é possibile, mi dispiace", si alza in piedi e afferra una cartella blu.
"Sono sua sorella! Mi faccia vedere mio fratello", sbotto.
Questa signora si gira verso di me e inizia a squadrarmi attentamente.
Assottiglia gli occhi e rimane in silenzio per qualche secondo.
"Va bene! Lei può venire con me, lei no!", punta il dito verso Shawn.
"Anche lui può venire", parlo.
"Vuole vedere suo fratello si o no?", domanda scocciata.
"Vai piccola Abby, almeno tu", Shawn sorride.
"Davvero?", lo guardo.
Fa di si con la testa e mi bacia la fronte per poi spingermi verso la signora.
Lo saluto con la mano e inizio a seguire questa infermiera.
Andiamo a sinistra, verso gli ascensori, e aspettiamo.
Quando arriva entriamo dentro.
La signora schiaccia il pulsante con il numero tre e iniziamo a salire.
Dopo qualche secondo arriviamo al terzo piano e usciamo.
Alzo lo sguardo e una grande insegna blu mi fa venire i brividi.
Reparto di traumatologia
Le mani iniziano a tremare nuovamente e piccole goccioline di sudore si formano sulla mia fronte.
Mando giù un groppo pesante di saliva e afferro le mie braccia.
Stringo le maniche del mio maglione come per avere un po' di supporto.
Le unghie vanno a contatto con il tessuto morbido e caldo, ma io continuo a non sentire niente, non provo niente.
Percorro questo lungo corridoio e il mio sguardo viene catturato dalle infinite porte chiuse.
Ci dirigiamo verso la fine di questo corridoio e ci fermiamo davanti alla porta numero 220.
La signora la apre e mi fa cenno di entrare.
Eseguo questo movimento e non appena i miei piedi superano la soglia della porta, si pietrificano.
"Se vuole può rimanere a dormire qui stanotte, più tardi può chiedere qualche informazione alla mia collega. Buona serata", chiude la porta.
Il click improvviso mi risveglia e non appena noto quell'odioso letto di colore bianco, riprendo il mio pianto.
Mi avvicino cautamente ad Aiden cercando di placare la mia paura.
Questa stanza é piccola.
A destra si trova il muro bianco, mentre a sinistra il letto di Aiden con varie macchine intorno a lui.
Mi metto accanto a lui e quando noto il suo viso porto le mani verso la mia bocca.
La tappo e cerco di soffocare i singhiozzi.
Il suo occhio destro é gonfio, mentre l'occhio sinistro é viola.
Le sue guance sono contornate da piccoli lividi e il suo labbro inferiore é spaccato.
Sul sopracciglio destro, una ferita é stata chiusa con i punti.
Il collo é contornato da un grande livido nero.
Sposto lo sguardo e inizio a guardare le sue braccia che fuoriescono dalla coperta.
Le sue nocche sono rosse e sbucciate e le sue grandi braccia sono, anch'esse, contornate da grandi lividi viola.
Il mio cuore si ferma e il mio corpo cessa di vivere.
Con le mani tremolanti, decido di togliere la coperta ed esaminare il resto del suo corpo.
Tolgo delicatamente il piumone bianco e osservo questo camice su di Aiden.
Non mi piace, ho iniziato ad odiare anche il colore bianco.
Tutto questo mi riporta indietro nel tempo.
I ricordi riguardanti Eveline sono lucidi, vivi, fin troppo dolorosi.
Con grande fatica inizio a sbottonare il camice.
Appena noto il suo petto pieno di lividi violacei e rossi, richiudo subito i bottoni.
Rimetto la coperta sul corpo di Aiden e cado a terra senza forze.
Porto le ginocchia verso il mio viso e appoggio la fronte su di essa.
Mi copro la bocca e continuo a piangere, cercando di soffocare il mio dolore.
Lo hanno massacrato di botte!
Lo hanno quasi ucciso!
Chi é stato?
Perché lo hanno fatto?
Che cosa é successo dopo?
Tante domande si creano nella mia mente, ma una cosa mi sta divorando dentro, il senso di colpa.
Perché sono andata via?
Dovevo rimanere con lui, lasciar perdere tutto e stare con lui.
Potevo evitare questa cosa, ma non sono riuscita a trattenermi.
Io e la mia testardaggine, io e il mio orgoglio!
Ho distrutto Aiden, nel vero senso della parola.
Non doveva succedere, non ora, non a lui.
Non merita di soffrire, non più ormai.
Alzo lo sguardo e mi aggrappo all'asta posizionata sul letto di Aiden, accanto al suo braccio.
Mi alzo lentamente e continuo ad osservarlo.
"Mi dispiace così tanto", le lacrime scivolano sul braccio di Aiden.
"Ti prego svegliati, non mi abbandonare anche tu! Io sono qui, per favore apri gli occhi", poso la mia mano sulla sua.
Inizio a stringerla, ma non riesco a percepire il suo solito calore.
Non riesco più a sentire il suo battito, non riesco più a percepire il suo profumo, non riesco più a sentire Aiden.
Sollevo la sua mano e la porto accanto alla mia guancia.
Lascio un bacio su di essa e continuo a stringerla, cercando di sentire nuovamente il suo calore.
Ma non ci riesco, Aiden in questo momento é freddo come il ghiaccio.
Il suo viso e il suo corpo sono stati distrutti, i suoi occhi ora sono chiusi e io non ho più un punto di riferimento.
Continuo a piangere, quando la mia attenzione viene catturata dal click della porta.
Mi giro e vedo Ethan insieme a Blair e Bella.
Le ragazze si dirigono a tutta velocità verso Aiden e quando si fermano, iniziano a piangere disperatamente.
Ethan si avvicina e le afferra, sta cercando di consolarle.
Io mi sento male, in colpa e così decido di andare via, in silenzio.
Richiudo la porta alle mie spalle e mi lascio scivolare.
Mi siedo per terra e inizio a guardare il vuoto.
Il pavimento bianco entra nella mia visuale e io fisso un punto a caso.
Mi sento svuotata, Aiden mi ha svuotata, il suo stato di salute mi ha distrutta, il senso di colpa mi sta uccidendo dentro.
"Abby!", sento le braccia di Ariana circondarmi.
"Che ci fai qui?", balbetto.
"Mi ha chiamata Ariel", afferra il mio viso.
"Come hai fatto ad arrivare? L'infermiera ha detto che può venire solo la famiglia",
"Ethan ha risolto la situazione", asciuga le mie lacrime.
"É ferito Ari! Lo hanno massacrato di botte!", sbotto.
"Vieni qui", mi abbraccia.
"É tutta colpa mia!", singhiozzo.
"Non é vero Abby! Tu non hai fatto niente, non é stata colpa tua", mi accarezza la schiena.
"Sì, invece! Non dovevo lasciarlo da solo! Non dovevo dire quelle parole! Non dovevo andare via!", lascio la presa e mi alzo.
Inizio a fare avanti e indietro.
Mi sento esplodere, non so più che cosa fare o cosa pensare.
Il mio corpo é arrivato ad un limite di sopportazione, sto per scoppiare e questo non va bene.
Perdere Aiden mi manda in crisi.
Non posso perdere anche lui, non voglio!
Aiden é diventato il mio punto di riferimento, la mia ragione di vita.
La mia esistenza non avrebbe senso senza di lui.
Aiden mi ha aiutata ad andare avanti, mi ha aiutata a combattere, é rimasto al mio fianco nel bene e nel male, mi ha sostenuta, mi ha protetta.
Ha fatto di tutto pur di rimanere al mio fianco e io gli ho voltato le spalle al primo problema!
Sono una stupida!
Una persona insensibile!
Non dovevo trattarlo in quel modo!
"Abby, ascoltami", Ariana afferra le mie spalle.
"Non posso perdere anche lui Ari! Non voglio! La mia vita non avrebbe senso senza Aiden al mio fianco", mi catapulto fra le mie braccia.
"É tutta colpa mia! Ho distrutto l'unica gioia della mia vita! Sto per perdere la mia persona preferita! Non posso Ari, non di nuovo!", stringo la sua maglia.
"Lo so Abby, lo so! Andrà bene, deve andare bene stavolta", mi stringe fra le sue braccia.
"Abby!", sento la voce di Ariel e Stella.
Io lascio la presa e noto Shawn, Archie e Anastasia insieme a mia sorella e alla mia migliore amica.
"Come sta?", domanda la rossa.
"É stato massacrato di botte", rispondo.
"Il colpevole é già morto e sepolto per me!", sbotta Archie.
"Chi é stato? Sapete qualcosa?", domando.
"No piccola Abby", risponde Shawn.
"É vero o stai nascondendo la verità, di nuovo?", lo guardo.
"Stavolta non lo so!", sbotta.
Rimango ferma in silenzio ad osservare il mio migliore amico.
É sconvolto.
Il suo corpo é rigido e i suoi occhi lucidi.
Stringe i pugni fino a far diventare le nocche bianche e rimane con la testa bassa ad osservare il vuoto, esattamente come ho fatto io prima.
"Tieni Ariel", arriva mio papà.
Mi passa accanto e consegna il telefono a mia sorella.
Una rabbia improvvisa prende possesso del mio corpo e il sangue riprende a bollire nelle mie vene.
"Si può sapere che ci fai qui? Perché non te ne vai?", lo spintono.
"Perché voglio rimanere al tuo fianco", mi guarda attentamente.
"Adesso vuoi rimanere al mio fianco?! Ma fammi ridere! Dove sei stato nei scorsi 365 giorni, eh? Dove eri quando avevo bisogno di te?",
"Gil...",
"Non ti azzardare!", lo interrompo.
"Non sono più la tua Gil! Mi hai abbandonata, mi hai lasciata sola, ti sei dimenticato di me! Sei stato egoista e hai pensato solo a te stesso e ai tuoi sentimenti! Ma ti ricordo una cosa, mio caro padre, anche io ho perso Eveline non solo tu! Il tuo abbandono mi ha segnata, mi ha cambiata, sono diventata una persona diversa per colpa tua!", lo spingo ancora.
"Dove eri? Sei andato via e non hai più guardato indietro, hai cancellato una parte fondamentale della tua vita! Dove eri durante i miei attacchi di panico?! Dove eri mentre io mi soffocavo con le mie stesse lacrime?! Dove eri quando vagavo da sola nel buio?! Dove eri quando sono crollata e non riuscivo più a rialzarmi?! Dove eri quando mi sono chiusa in casa e mi rifiutavo di uscire fuori?! Dove eri quando abbiamo cercato di pagare i tuoi debiti?! Dove eri quando avevo solo brutti pensieri nella mia mente?! Dove eri finito?!", alzo la voce.
"Sei sparito, lasciando una voragine dentro il mio cuore! Il buio mi circonda, l'oblio mi ha risucchiata nella sua oscurità, il freddo mi congela, il dolore mi sta uccidendo! Tu dove eri? Dove sei in questo momento?!", alzo il viso e inchiodo i miei occhi nei suoi.
"Mi dispiace così tanto Gil! Non volevo ferirti! Mi sono comportato male, troppo male! Non dovevo pensare solo a me stesso. Il dolore mi ha accecato, mi ha oscurato la mente e mi ha bloccato il cuore. Non posso cambiare il passato, ma vorrei farlo. Vorrei ritornare indietro nel tempo e comportarmi diversamente! Rimanere al vostro fianco e aiutarvi, essere un vostro punto di riferimento, essere il pilastro della famiglia! Scusa Gil, perdonami", accarezza la mia guancia.
"Non é poi così facile! Sei sparito nel nulla! Sei rimasto in silenzio per 365 giorni!", tolgo la sua mano.
"Lasciami rimediare, ti prego", mi implora.
"Ora non mi va! Ho altre cose a cui pensare", mi giro dandogli la schiena.
"Ti capisco Gil, non posso pretendere il tuo perdono. Ma sappi che io ci sarò, d'ora in poi sarò al tuo fianco, non ti abbandonerò più. Non voglio rifare lo stesso sbaglio, voglio assumermi le responsabilità e lottare per te e per tutta la famiglia. Io sono qui e sarò qui al tuo ritorno. Ti aspetto mia piccola Gil", mi abbraccia da dietro.
Rimango paralizzata, non so cosa fare.
Mi ha colta di sospesa, non mi aspettavo questo contatto.
Dopo qualche minuto lascia la presa e se ne va.
Il mio cuore fa crack e il senso di colpa continua a divorarmi ancora di più.
Aiden ha ragione?
Dovrei perdonarlo?
Dargli una seconda possibilità?
Ragione o meno, ora devo pensare ad altro.
Ora Aiden ha la priorità, devo rimanere al suo fianco, deve sentire la mia presenza.
"Ragazzi!", ci giriamo tutti verso di lui.
"Liam sei qui", Ariana va verso di lui.
Lui abbraccia sua sorella e inchioda i suoi occhi in quelli di Archie e Shawn.
Rimane in silenzio per qualche secondo e dopo aver preso un po' di fiato, inizia a parlare.
"So chi é stato", é serio.
"Chi?", domando.
"Andiamo ragazzi", guarda i suoi amici.
"Arriviamo", avanzano verso Liam.
"No! Dimmi chi é stato!", afferro la mano di Shawn.
"Piccola Abby non fare così! Aiden ha bisogno di te", mi guarda.
"E Ariana ha bisogno di te e di Liam e Ariel ha bisogno di te Archie! Smettetela di proteggerci, smettetela di fare i duri! Voglio sapere la verità una volta per tutte! Chi é stato?!", guardo tutti.
"É stato Tyler?", domanda Anastasia.
Liam annuisce e il mio sangue si gela.
Come ha potuto?!
Brutto essere!
Non merita niente!
Scatto in avanti e inizio a correre.
La pagherà cara, non doveva trattare in quel modo Aiden!
Deve sparire dalla faccia della Terra!
Tyler Cooper deve cessare di esistere!
"Piccola Abby non ti azzardare!", sento la voce di Shawn in lontananza.
Mi giro per qualche secondo per vedere dove si trovano i ragazzi e quando noto che sono vicini, affretto il passo.
Giro nuovamente il volto per poi sbattere contro qualcuno.
Cado violentemente a terra, provocando uno strano suono.
"Abby, smettila di essere così impulsiva!", sento la voce di mia sorella.
"Principessa", mi abbraccia.
"Nate sei qui!", ricambio.
"Perché stavi correndo?", lascia la presa e inizia a guardarmi.
"Devo sistemare una certa persona!", sono irritata.
"Tu non farai assolutamente niente! Lascia fare a noi", mi riprende Shawn.
"No!", lo guardo male.
"Aiden ha bisogno di te qui! Non mettere la tua persona a rischio! Sono stanco di perdere i miei cari amici", sbotta.
Ariana non appena vede lo stato di Shawn, si catapulta fra le sue braccia e inizia a piangere.
Lui ricambia e inizia a stringerla forte.
"Scusa Shawn! Non dovevo reagire in quel modo", singhiozza.
"Tranquilla, la tua reazione é comprensibile", si sta rilassando.
"Non lo é! Ho sbagliato! Scusa! Ora ti prego, non essere impulsivo, non rischiare grosso! Non voglio perderti", lascia la presa e afferra il suo viso.
"Non mi perderai, promesso", lascia un bacio a stampo sulle sue labbra.
"Rimani qui con me", lo sta implorando.
Questa scena mi spezza in due.
Sono troppo belli insieme e questa loro perfezione mi fa pensare ad Aiden.
Siamo due poli opposti, siamo due testoni, siamo troppo orgogliosi, siamo il sole e la luna, siamo due persone completamente diverse, ma é esattamente questo lato che amo di noi.
Così diversi ma così simili.
Così freddi ma così coccoloni.
Così testardi ma così fragili.
Così Aiden ed Abigail.
Lui é la mia metà, non posso perderlo.
Svegliati Aiden...
{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}
Ciao amici lettori❤️
Come é andata la vostra settimana?😘spero bene🙏🏻
Vi é piaciuto il capitolo?😭
Finalmente l'identità della persona misteriosa é stata svelata🤭avete pensato al padre di Abigail?🥺
Lei, ovviamente, ha avuto una reazione molto particolare, non riesce ad andare avanti e ha ragione😔
Ha bisogno di tempo per riuscire a metabolizzare il tutto💔
Ora veniamo a noi😔
Aiden é finito in ospedale e non sta per niente bene😭lo hanno colpito fino allo sfinimento.
I colpevoli sono stati nominati, ma secondo voi sono stati davvero loro?🤔
Aiden é stato visto con loro prima della sua perdita di coscienza, ma davvero sono stati Tyler e i suoi amici a dare il colpo di grazia al nostro Aiden?🤷♀️
Abigail ora é distrutta e non sa cosa fare, la sua vita senza Aiden al suo fianco non ha senso😭
Spero di essere riuscita a trasmettere tutta la tristezza che ho provato io nel scrivere questo capitolo🙏🏻
Ho cercato di descrivere il più possibile i sentimenti di Abigail e spero di essere arrivata anche a voi🥺
Piccolo spoiler🚨
Nel prossimo capitolo, una parte della verità verrà svelata🤭
La verità riguardo Tyler, siete curiose/i?🤔
Secondo voi questa verità ha a che fare con la vicenda di Aiden?🤷♀️
Mi raccomando, rimanete nei paraggi, perché sto per svelarvi una cosa importante🤭
Un segreto che Tyler ha tenuto nascosto per tutto questo tempo e chissà, magari stavolta, le apparenza hanno ingannato tutti🤫
Grazie a tutti per il vostro sostegno😍vi porto nel cuore❤️
Aspetto le vostre teorie😍sorrido sempre nel leggere i vostri commenti❤️
Buon ferragosto a tutti😍al prossimo capitolo❤️
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