Capitolo 31

Driiin

Il mio telefono inizia a squillare.
Mi alzo ed esco dalle coperte, cerco il telefono sul comodino, ma con gli occhi ancora chiusi, non riesco nel mio intento.

"Spegni quell'affare Abby!", sbuffa Ariel.
"Abby!", anche Stella mi richiama.
"Un secondo", finalmente riesco ad afferrarlo.

Poso la testa sul cuscino e rispondo senza controllare il nome sul display.

"Pronto?", sbadiglio.
"Abigail Watson perché non mi hai avvisato?", allontano il telefono a causa della sua voce.

Decido di metterla subito in viva voce, meglio evitare qualsiasi trauma alle mie povere orecchie.

"Giorno anche a te, mamma", Ariel si alza subito dal letto e si mette a sedere.
"Ma che buongiorno, Abby? Sono le 12!", sospira.
"Come stai?", domando.
"Non provare a cambiare discorso, signorina", mi minaccia.

Sorrido nell'immaginare mia mamma arrabbiata.
Ogni volta che cerca di minacciarmi, mi punta il dito contro e arriccia il naso.
Mi manca vedere queste sue manifestazioni, mi manca la mia mamma.

"Di che cosa stai parlando, mamma?", mi metto il cuscino sopra la faccia.
"Perché non mi hai parlato della sospensione?", é seria.
"Sospensione?!", mi alzo di scatto.

E nel farlo, perdo l'equilibrio e cado col sedere per terra e con la coperta su di me.
Ariel e Stella trattengono una risata, mentre io ritorno sul mio letto tutta dolorante.

"Sì, signorina. Sospensione. Allora cosa hai combinato stavolta?", sospira.
"Come lo sai?", domando.
"Ieri sera ho ricevuto una e-mail dalla scuola con la password per poter accedere al tuo profilo e quello di Ariel e controllare i vostri voti, il vostro andamento a scuola. Poco fa sono entrata su questo sito e ho visto tutto, sei stata sospesa!", parla velocemente.

Immagino stia facendo avanti e indietro per la pasticceria.
E penso sia proprio conciata così: capelli raccolti in uno chignon ordinato all'inizio, ma ora senza speranza.
Piccole ciocche di capelli biondo cenere che contornano il suo viso angelico, gli occhi azzurri socchiusi a causa della rabbia, le labbra semi aperte, le sue guance coperte da un po' di farina e il profumo di zucchero filato che si disperde per tutta la sua pasticceria.

"Ah, ho capito", rispondo.
"Capito? Mi rispondi così?",
"Scusa mamma", sospiro.
"Che cosa hai combinato stavolta?", domanda.
"Niente", alzo le spalle.
"Abigail Watson", mi richiama.
"É vero mamma! Stavolta sono innocente", gonfio le guance.
"Ariel é vero?", domanda.

Io guardo mia sorella e la incito a rispondere, ma lei si rifiuta, ha paura, così ha detto.

"Ariel lo so che Abby mi ha messo in viva voce, avanti sputa il rospo", metto la mano sulle mie labbra.

Trattengo una risata e osservo mia sorella con gli occhi spalancati.
Mia mamma ci conosce fin troppo bene, non le sfugge niente, alla fin fine lei ci ha messo al mondo, lei ci ha cresciute, lei é la nostra mamma.

"Ariel Watson", la richiama.
"Abby ha ragione. É innocente stavolta", si tortura le dita.
"Sicura?", domanda nostra mamma.
"Al 100%", continua Ariel.
"Cosa devo fare con voi due?", la sento sospirare.
"Niente", rispondo.
"Abby", mi richiama.
"Scusa. Mi impegnerò, davvero", sono sincera.
"Lo spero. Allora perché sei stata sospesa?", insiste.

Poso il mio sguardo su Ariel e iniziamo a sentire la pressione su di noi.
Non possiamo raccontarle la verità, é tutto fin troppo complicato, devo ancora arrivare in fondo a questa storia.
Non ha senso mettere in mezzo nostra mamma.

E quindi ora cosa inventiamo?

"Quindi?", domanda.
"É stato tutto un malinteso", inizio.
"Riguardo a cosa?", insiste la mamma.

Guardo mia sorella disperatamente, ma anche lei é in un vicolo cieco, esattamente come me.

"Una rissa, signora Watson", interviene Stella.
"Che cosa? Una rissa? State bene ragazze? Vi é successo qualcosa?", mia mamma parla velocemente.

Mi giro verso Stella e la fulmino con lo sguardo.
Non é stata un'ottima scusa, beh in realtà é la verità, siamo state sospese a causa di una rissa.

"No, mamma tranquilla, stiamo bene. Eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato", concludo io.
"Menomale", sospira la mamma.
"Grazie Stella", parla.
"Si figuri, signora Watson", risponde.
"Jane, chiamami Jane, mia cara. Ormai ti conosco da una vita", ridacchia.
"Si, scusi, Jane", Stella le parla.
"Bene. Sono contenta di aver sentito le vostre voci. Mi raccomando ragazze", ci richiama.
"Si, mamma, non ti preoccupare", cerco di tranquillizzarla.
"Certo e poi scopro la sospensione", sospira.
"É stato un malinteso", puntualizzo.
"Sisi, ho capito. Fate attenzione, vi voglio bene bambine mie",
"Anche noi mamma", rispondiamo io ed Ariel.
"E ovviamente voglio bene anche a te Stella", é dolce.
"Anche io signora...Cioé...Jane", risponde Stella.
"Ora devo andare, ho dei clienti da servire. Non vedo l'ora di rivedervi la prossima settimana", é entusiasta.
"Anche noi, ciao mamma. Saluta Nate", io ed Ariel sorridiamo.
"Certo, un bacio ragazze", chiude la chiamata.

Blocco il telefono e sospiro.

"Bella idea Stella", parlo.
"Almeno vi ho salvate", incrocia le braccia.
"Forse", alzo le spalle.
"Sei proprio insopportabile", mi guarda male.
"Anche tu", ricambio.

Ci guardiamo per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
Non riusciamo ad essere arrabbiate per più di qualche minuto, ci vogliamo troppo bene per distruggerci a vicenda con i litigi.

"Che cosa dobbiamo fare oggi?", domando.
"Pulire la piscina", risponde Ariel.
"Grandioso", sbuffo.
"Attenta a non affogare", Stella mi fa l'occhiolino.
"E perché scusa?", domando confusa.
"A causa del tuo amato", sorride maliziosamente.
"Ma per favore", faccio l'altezzosa.

Passiamo il resto della giornata guardando serie tv e mangiando schifezze.
Quando si avvicinano le 18:30, iniziamo a prepararci.

Dopo aver finito, ci sediamo sui nostri rispettivi letti ed aspettiamo.
Preciso come un orologio svizzero, il preside inizia a bussare.

Andiamo ad aprire e come una routine, iniziamo a seguirlo in silenzio.

La piscina si trova accanto alla palestra.
Il preside apre la porta ed entriamo dentro.
A destra abbiamo lo spogliatoio femminile e a sinistra quello maschile.
Davanti a noi si presenta un lungo corridoio rettangolare con una porta davanti a noi.
Ci dirigiamo verso di essa e appena viene aperta, un caldo improvviso inizia a mandarmi a fuoco le guance.

Al centro abbiamo la piscina e ai lati delle panchine lunghe rettangolari.
Ci mettiamo tutti uno accanto all'altra.
Qualcuno si posiziona dietro di me e appena sento il suo profumo, mi tranquillizzo.

"Allora ragazzi, stessa identica cosa. Dovete pulire tutto quanto. Laggiù avete uno sgabuzzino con tutti gli attrezzi, mi raccomando", freddo e distaccato.
"Buon lavoro, ci rivedremo fra due ore", si abbottona la giacca del suo completo grigio e si allontana.

Appena chiude la porta, ci giriamo e iniziamo a salutarci.

"Ragazzina, non mi saluti?", le mie orecchie vengono nuovamente invase dalla sua voce profonda.
"Ciao Aiden", mi giro verso di lui.
"Tutto qui? Così mi ferisci", si mette davanti a me.
"Perché hai un cuore?", lo sfido.
"Crudele", sposta i capelli e guarda il mio collo.

Sorride nel vedere il suo "marchio" per poi inchiodare i suoi occhi nei miei.

"Ti consiglio di legarti i capelli, fa abbastanza caldo qui dentro", mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sicuro che sia solo per questo motivo?", lo guardo.
"Mmh...certo", alza le spalle.

Avanzo ancora di più verso di lui, mi alzo in punta di piedi e mi avvicino al suo orecchio.

"Scordatelo. Io faccio quello che mi pare", sorrido compiaciuta e mi allontano.

Mi dirigo verso lo sgabuzzino e trovo mia sorella insieme a Stella.
Entrambe hanno stampato sul viso un sorriso malizioso.

"Non guardatemi così", incrocio le braccia.
"Sei cotta a puntino", commenta Stella.
"Non é vero", ribatto.
"Oh sì, invece", Ariel esce e Stella la segue.

Scuoto la testa e cerco di scacciare via l'immagine di Aiden dalla mia testa.
Afferro dei guanti e un grande sacco nero e mi dirigo verso le panchine rettangolari.
Inizio a raccogliere la spazzatura, quando qualcuno afferra la mia mano e mi tira violentemente verso di lei/lui.

"Ma che modi!", lascio la presa.

Osservo meglio questa persona e quando riesco ad inquadrarla bene, dalle mie labbra esce un sonoro sospiro.

"Che cosa vuoi Anderson?", domando acida.
"Stai lontana dal mio ragazzo, nonché futuro marito", si mette davanti a me.

Nel sentire le ultime due parole, la rabbia inizia a scorrere nelle mie vene e inizio a stringere il sacco con tutta la mia forza.

"Io faccio quello che mi pare", le giro la schiena.
"No, mia cara! Non con me! Se vuoi vivere una vita tranquilla da universitaria, stai alla larga dal mio Aiden", scandisce bene ogni singola parola.

Mi faccio guidare dalla rabbia e inizio a parlare.
Avanzo verso di lei e inchiodo i miei occhi nei suoi.

"Ascoltami attentamente, Anastasia! Tu non hai valore nei miei occhi, i tuoi stupidi ordini non funzionano su di me e poi Aiden é abbastanza grande da prendere delle decisioni", sbotto.
"Devi smetterla di intralciare i miei progetti", si altera.
"Io non sto facendo niente!", la guardo male.
"Invece sì! Stai rovinando tutto! Esattamente come l'altra!", sbotta.

Ed ecco che ci risiamo!

Anche lei conosce la verità?

Chi é questa misteriosa ragazza?

"Di che cosa stai parlando?", domando.
"Ah, non lo sai?", sorride.
"Che cosa devo sapere?", la guardo male.
"Allora Aiden non si fida di te, alla fin fine", afferra una ciocca dei suoi capelli e inizia a giocherellare con essa.
"Che cosa c'entra Aiden?", cerco di placare la mia rabbia.
"Lui sa tutto, ma a quanto pare non ha voglia di parlare con te, quindi non sei poi così importante per lui. Quindi ciao ciao, mia cara! Non hai nessuna speranza contro di me", mi saluta e se ne va.

Aiden sa tutto?

Non sono importante per lui?

Non si fida di me?

Di che cosa sta parlando?

Che cosa sta succedendo?

Perché nessuno vuole parlare?

Perché nessuno dice la verità?

E, soprattutto, Anastasia come fa a conoscere tutta la storia?

Ma che stupida!

La conosce grazie ad Aiden, si conoscono da una vita ormai, hanno un legame diverso.
Forse Anastasia ha ragione, io non ho valore nei suoi occhi, sono solo una distrazione, un giocattolo personale.
Sono il suo oggetto, mi usa solo per dare sfogo ai suoi sentimenti, sta giocando con me, non gli interesso.

Per lui conta solo Anastasia, alla fin fine tutto gira intorno a loro due, lui va sempre da lei e viceversa.
Sono collegati e io non posso spezzare questo legame, é più forte di me.

Cerco di trattenere le lacrime, non devo piangere ora davanti a tutti.
Continuo a raccogliere la spazzatura in assoluto silenzio, non penso, non parlo, mi muovo e basta.

La sua immagine mi rimane impressa nella mente, i comportamenti di ieri prendono vita e si ripetono nella mia testa e mille domande continuano a crearsi.

Se non tiene a me, se non si fida di me, perché é cambiato?

Perché ieri si é comportato in quel modo?

Sembrava sincero, i suoi occhi erano diversi, brillavano nel vedermi.

Ma perché devo fasciarmi la testa?

Non ha senso, non riuscirò mai a risolvere la situazione.
Solo Aiden ha la soluzione al mio dilemma, solo ed esclusivamente lui sa la verità, quindi lui deve svelare il tutto.

Continuo a raccogliere la spazzatura, quando ad un certo punto, appoggio il piede su qualcosa e scivolo.
Perdo l'equilibrio e cado per terra, sbattendo violentemente i gomiti e la schiena.
Nel cadere ho anche lanciato il sacco con la spazzatura e a causa di tutto questo, mi ritrovo con tutta la sporcizia addosso.

"Che schifo!", sbotto arrabbiata.

Tutto a me deve succedere!

"Ragazzina, stai bene?", mi afferra la mano.

Ma io la ritraggo subito e lo fulmino con lo sguardo.

"Tu non mi toccare!", lo minaccio.
"Volevo aiutarti", si irrita.
"Non ho bisogno di te! Faccio da sola!", cerco di alzarmi.

Ma la schiena inizia a farmi malissimo.
Stavolta non sono caduta bene, per niente.

Ah! Io e la mia goffaggine!

"Piccola Abby, ma che combini?", mi prende in braccio e mi appoggia sulle panchine lunghe rettangolari.
"Sono scivolata", giro il braccio e noto i gomiti.

Il sangue inizia a scorrere lungo il mio braccio e il dolore alla schiena non ha intenzione di andare via.

"Faccio io", Ariel si mette davanti a me.

Apre il kit e inizia a disinfettare la mia ferita.

"A che cosa stavi pensando?", sospira.
"A niente", giro la testa.

Il suo sguardo mi brucia più delle ferite.
Non vuole cambiare direzione, mi spoglia con due semplici occhi.

"Fatto. Rimani qui! Non fare più niente", Ariel si alza in piedi.
"Non ci penso proprio. Non é successo niente", mi alzo anche io.

Mi arriva una fitta dolorosa alla schiena e una smorfia di dolore si forma sul mio viso.

"Abby, smettila! Ascoltami per una volta", mia sorella si irrita.
"Io continuo", afferro il sacco e riprendo a mettere le cose al suo interno.

Appena arriverò in camera, andrò dritta in bagno.
Ho bisogno di una bella doccia calda.
Afferro il mio elastico e mi lego i capelli in uno chignon disordinato.
Erano tutti appiccicosi e leggermente bagnati, a causa di una bottiglia della coca-cola.
Sbuffo e pulisco.

"Si può sapere che hai, ragazzina?", mette la mano sulla mia.

La ritraggo subito, non perché mi dia fastidio il suo contatto, ho compiuto questo gesto a causa della scossa elettrica che mi ha mandato.

"Niente", mi giro dandogli la schiena.

Lo sento sbuffare e poi percepisco la sua mano su di essa.
Sospiro pesantemente a questo contatto e il mio corpo inizia a prendere fuoco.
Non percepisco più il dolore, solo il calore che mi trasmette Aiden.

"Fa male?", domanda.
"No", rispondo.
"Dimmi la verità", afferra le mie spalle e mi gira verso di lui.
"Fallo prima tu!", alzo il viso e inchiodo i miei occhi nei suoi.
"Di che cosa stai parlando?", domanda confuso.
"Chiedi a tua moglie!", sbotto.

Afferro il sacco e inizio a camminare.
Mi dirigo verso l'entrata e appoggio la spazzatura per terra.
Tolgo i guanti e metto le mani contro il muro e abbasso la testa, chiudo gli occhi e cerco di lasciar perdere il dolore alla schiena e di scacciare via la rabbia e i pensieri negativi riguardanti Aiden.

"La tua aura negativa la percepisco persino io, zuccherino", mi giro subito verso di lui.

Ha appoggiato la schiena contro il muro e i suoi occhi sono inchiodati nei miei.
Stavolta non ho paura, sono troppo arrabbiata.
Ormai l'effetto Tyler é svanito.

"Che vuoi?", sono acida.
"Sempre il solito caratterino", alza le spalle.
"Allora?", insisto.
"Okay", alza le mani.

Toglie la schiena dal muro e si mette davanti a me.
Si avvicina piano piano e io indietreggio, fino ad arrivare contro il muro.

Perfetto!
Sono in trappola e stavolta ho fatto tutto io!

"Per sbaglio ho sentito la conversazione che hai avuto con Anastasia", sorride.
"Per sbaglio?", puntualizzo.
"É importante?", domanda.
"No", rispondo.
"Bene. Perché io ho la soluzione al tuo problema", stende il braccio accanto al mio viso.

Si abbassa e si avvicina piano piano.

"Posso raccontarti tutta la storia", sussurra questa frase nel mio orecchio.
"Quale storia?", domando confusa.
"La storia delle sorelle Watson", si alza e sorride compiaciuto.

Ancora con questa storia?

Sorelle Watson?

Ma cosa vuol dire?

Io ed Ariel siamo al primo anno, non conosciamo nessuno!

"Racconta", lo guardo male.
"Non così in fretta", afferra una ciocca dei miei capelli ribelli.
"Prima voglio una cosa da te", la arriccia fra le sue dita.
"Cosa?", la paura inizia a crescere piano piano.
"Ormai la tradizione con Aiden non vale più, quindi...", mi guarda attentamente negli occhi.
"Quindi?", domando con il groppo in gola.
"Sarai la mia bambolina", sorride divertito.
"Scordatelo!", sbotto.
"Vuoi la verità, giusto?", si irrita leggermente.
"E con questo?", domando.
"Tutto ha un prezzo e questo é il tuo!", afferra le mie mani e le alza.

Poi si abbassa e sento il suo respiro sul collo.
Inizio a dimenarmi, ma non riesco a sciogliere la presa.

Io e la mia forza da neonato!

"Che cosa vuol dire questo?", lascia la presa.

Abbasso le mani e inizio a massaggiarmi i polsi.
Tyler é davanti a me e indica il mio collo.
Porto subito la mano verso di esso e sorrido nel ricordarmi L' accaduto.

"Allora?", domanda irritato.
"Sei arrivato troppo tardi", alzo le spalle.
"Chi ti ha sottoposto alla tradizione?!", sbatte le mani contro il muro.

Chiudo gli occhi a questa manifestazione, ma appena sento il suo respiro sul mio viso li riapro.
Le sue braccia sono stese e le sue mani sono vicine alle mie guance.

Sono in trappola, di nuovo.

"Chi é stato?", domanda.
"La stessa persona", cerco mantenere la voce ferma e decisa.
"Non può!", si sta agitando.
"Deve smetterla di intralciare i miei piani! Basta mandare all'aria tutto quanto per colpa sua!", indietreggia e inizia a fare avanti e indietro.

Perché Tyler é così ostinato?

Perché vuole ferire Aiden?

Perché lui ed Anastasia si comportano così?

Ma, soprattutto, Tyler come fa a conoscere la verità?

Davvero siamo tutti collegati?

Se sì, con cosa?

"Vattene via Tyler!", si mette davanti a me.
"Ma per piacere! Ora pure tu?", ridacchia.
"Ora Tyler", la sua voce é fredda.
"Stanne fuori Archie", avanza verso di lui.

Aspetta, Archie?

La persona davanti a me é proprio lui?

Quanti colpi di scena...

"Non voglio", risponde.
"É una questione tra me ed Abigail, vai a proteggere quella insulsa di Ariel", cerca di oltrepassare Archie.

Ma lui afferra il suo braccio e lo mette davanti alla sua visuale.
Io mi sposto e inizio ad osservare Archie.

La sua postura é rigida, i suoi occhi sono spalancati e la bocca semichiusa.
Con la mano destra stringe il braccio di Tyler, ma il pugno della mano sinistra, ormai é diventato bianco a causa della sua stretta salda.

Non finirà bene, ne sono sicura.
A quanto pare Tyler ha toccato un tasto sbagliato.

Aspetta!

Questo tasto é Ariel!

"Ritira quello che hai detto!", la presa si stringe intorno al braccio di Tyler.
"Mai! Anzi, quasi quasi cambio obiettivo. La tua bambolina é più debole, più docile, più...divertente", sorride maliziosamente.

Nel sentire le sue parole, la rabbia inizia a bollire dentro di me.
Stringo i pugni e avanzo decisa verso di lui.

"Come osi? Non parlare mai più di mia sorella!", alzo il braccio per tirargli uno schiaffo.

Ma qualcuno afferra le mie spalle e mi tira verso di lui.

"Stai ferma, piccola Abby", sento la sua voce.
"Non posso! Hai sentito?!", mi giro furiosa verso di lui.
"Purtroppo si, ma lascia fare ad Archie. Non ricordi più l'ultima volta?", mi pizzica leggermente il naso.
"Sì, Shawn. Ma ha tirato in ballo mia sorella!", stringo i pugni.
"Lo so", sospira.
"Impara a tenere la bocca chiusa, Cooper!", la voce di Archie attira la nostra attenzione.

Mi giro verso di lui e continuo ad osservare la scena.

"Ho notato che soddisfa tutte le tue richieste, a me servirebbe una ragazza del genere. Sai, un po' di divertimento non guasta mai", Tyler sorride.

Nel sentire tutto questo, Archie diventa un'altra persona.
Afferra Tyler e lo sbatte per terra, poi si mette sulle sue gambe e inizia a colpirlo.
Shawn mi fa indietreggiare e poi si catapulta verso il suo amico.
Cerca di afferrarlo, ma con scarsi risultati.

É un'altra persona...

Poi arriva anche Liam ad aiutare Shawn e, finalmente, riescono ad afferrare Archie.
Il suo petto fa su e giù ad una elevata velocità, i suoi pugni continuano ad essere stretti, i suoi capelli ricadono sulla sua fronte e gli occhi sono spalancati.

"Tieni chiusa quella boccaccia che ti ritrovi, Cooper!", sbotta Archie.
"Interessante", si alza e si massaggia le guance.
"Che cosa hai appena fatto?!", mia sorella si catapulta verso Archie.
"Niente", alza le spalle.
"Certo, niente! Ho visto! Allora?", domanda.
"Lascia stare", Archie lascia la presa e si allontana.

Guardo Ariel.
Le sue guance sono rosse, i pugni stretti e inizia a fare avanti e indietro.
Brutto segno, sta per scoppiare.

"Ariel", metto la mano sulla sua spalla.
"Non ora Abby! Ho una questione da risolvere!", si allontana.

Avanza decisa verso Archie.
Afferra la sua mano e si dirige verso lo sgabuzzino.
Fa entrare prima Archie e poi lei, chiudendo la porta con se.

Che giornata!

Questa sospensione inizia a pesare parecchio.
Metto la mano sulla mia fronte e sospiro.

"Stai bene, piccola Abby?", domanda.
"Credo di sì", alzo le spalle.
"Cosa ti ha detto Tyler?", mi guarda.
"Lui sa la verità?", taglio corto.
"Ecco...", si agita.
"Shawn", lo richiamo.
"Sì, la sa", sussurra.
"E come? Aiden parla con tutti e non con me? Perché ha raccontato la verità a tutti voi e a me no?", sbotto.
"No! Stai sbagliando", afferra le mie spalle.
"In che senso?", domando.
"Aiden non ha raccontato niente! Semplicemente eravamo tutti coinvolti", mi guarda attentamente.
"Coinvolti in cosa?", insisto.
"Non posso, piccola Abby. Vorrei ma non posso", sospira.
"Tocca ad Aiden, giusto?", sbuffo.
"Sì. Non posso rompere la promessa", é triste.
"D'accordo! Lasciamo perdere", rispondo sconfitta.

Poi inizio a cercare con lo sguardo varie persone, ma di loro nessuna traccia.
Ora che ci penso che fine hanno fatto Stella ed Ariana?
E poi, anche Aiden ed Anastasia sono spariti.

Dove sono andati?

"Stella ed Ariana sono andate a pulire gli spogliatoi", risponde Shawn.
"Leggi nel pensiero?", mi giro verso di lui.
"Magari. Semplice intuito e poi ti conosco, piccola Abby", afferra la mia testa e inizia a spettinarmi i capelli.
"E...Aiden ed Anastasia?", sussurro.
"Fuori. Dopo che hai detto quella frase ad Aiden, é andato da Anastasia. Sono usciti fuori per parlare", lascia la presa.
"Ah", divento triste.
"Non farti strane idee! Smettila con questi film mentali. Aiden non tiene ad Anastasia, fidati di me", mi abbraccia.
"Come fai a saperlo?", ricambio.
"Sono il suo migliore amico, piccola Abby. E poi non ci vuole una scienza per capire che lui é preso da altro", appoggia la sua testa sulla mia.
"E da cosa?", domando.
"Sul serio? Devo fare tutto io? Ragazzi, siete abbastanza grandi! Svegliatevi", mi pizzica la guancia.
"Ehy!", lascio la presa e gli tiro un pugno sulla spalla.

Poi la mia attenzione viene catturata da un rumore.
Sposto la mia visuale e noto Anastasia.
Si dirige a passo spedito verso l'ingresso, apre la porta e la sbatte con tutta la forza che ha.
Poi noto Aiden, si siede sulle panchine lunghe e rettangolari.
Appoggia i gomiti sulle sue ginocchia e afferra la sua testa fra le mani.
Sembra così affranto e dispiaciuto.

Vederlo così, mi spezza il cuore.
La tristezza cala anche su di me, é come se fossi in simbiosi con lui.
Quando lui é felice lo sono anche io e quando lui é triste lo sono anche io.
Non posso farci niente, ormai sono la sua ombra.

"Dovresti andare", Shawn mi riporta con i piedi per terra.
"No, grazie", alzo le spalle.
"Quanto siete testardi ed orgogliosi! Vai!", inizia a spintonarmi.
"Shawn, smettila!", cerco di opporre resistenza.
"Imparate a comunicare! Basta farsi del male a vicenda. Vi state distruggendo", le sue parole mi fanno pensare.
"Ora vai, piccola Abby. Fai tu il primo passo", ormai siamo vicinissimi.
"Ma...", balbetto.
"Buona fortuna!", sussurra questa frase al mio orecchio.
"Aiden!", poi mi spinge e, contemporaneamente, chiama il suo migliore amico.

Perdo l'equilibrio e cado, ma non per terra, atterro nel mio posto preferito, fra le braccia di Aiden.

{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}

Ciao amici lettori❤️

Come state?😘

La vostra settimana é andata bene?🙏🏻

Come anticipato la scorsa settimana, sono successe varie cose🙈ormai sono stati svelati vari intrecci e abbiamo capito che tutti quanti sono coinvolti😓ciò vuol dire che c'entra anche Tyler😕

Secondo voi in che cosa consiste tutta questa storia?🤔

Come fanno tutti ad essere collegati?🤔

Qualche teoria?😍

La testardaggine e l'orgoglio di Abigail ed Aiden ha preso di nuovo il sopravvento🤦‍♀️ma fortunatamente, il nostro Shawn, é intervenuto😍

Secondo voi il suo gesto porterà qualche cambiamento?😏

Tyler é ostinato e non vuole arrendersi.
É completamente fissato con la tradizione e vuole sottoporre Abigail ad essa a tutti i costi, perché secondo voi?🤔

Ma, fortunatamente, Abigail é protetta da Aiden e da tutti gli altri ragazzi, ma secondo voi riusciranno a proteggerla per sempre senza dire la verità?🥺

Archie si é mostrato molto protettivo nei confronti di Ariel, qualcosa bolle in pentola?😍🤭

Spero di aver catturato la vostra attenzione e di aver acceso la vostra curiosità❤️nel prossimo capitolo succederanno altre cose e chissà, magari ci sarà qualche momento tenero tra Abigail ed Aiden😏

Non vedo l'ora di leggere le vostre teorie😍grazie ancora per tutto❤️vi portò nel cuore❤️

Buon weekend, al prossimo capitolo😍

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top