Capitolo 22
Siamo nella macchina di Aiden e lui sta andando a tutta velocità, fin troppo direi.
Metto le mani sul sedile e inizio a stringere il tessuto.
La pelle ruvida viene a contatto con la mia e sento pressione sotto le mie unghie, quasi come se le avessi conficcate all'interno del tessuto.
Sbatto velocemente le palpebre e cerco di calmarmi, non voglio dare di matto, non ora, praticamente non avrebbe senso.
Mi giro a guardare Aiden per qualche secondo e a giudicare dalla sua postura e dalla sua espressione, é alquanto agitato.
Tiene le mani ben salde sul volante, le sue braccia sono dritte e rigide e il suo respiro affannoso.
I suoi occhi sono spalancati, non sbatte nemmeno le palpebre, la sua bocca é serrata e la sua mascella contratta.
Piccole ciocche di capelli ricadono sulla sua fronte, ma non le sposta, é troppo concentrato nel vedere la strada.
Attraversiamo un grande cancello aperto ed entriamo in un giardino.
Aiden continua ad accelerare, ma quando vede l'entrata della grande villa, frena bruscamente e la macchina si ferma.
Chiudo gli occhi e li apro solo quando sento sbattere la portiera.
Noto la porta alla mia destra, esco dalla macchina e mi dirigo verso l'entrata con le gambe tremolanti.
La voce di Aiden riesco a sentirla anche da qui, procedo lentamente cercando di capire la provenienza del suo timbro.
La individuo e mi ritrovo subito in cucina.
Aiden stringe i pugni e guarda suo fratello Ethan, mentre Blair e Isabel sono sedute sullo sgabello, rimangono in silenzio ad osservare i loro fratelli.
"Come ha fatto a scappare?", Aiden é su tutte le furie.
"Non lo so! La conosci, si nasconde ovunque", anche Ethan é agitato.
"Che cosa é successo?", domanda Aiden.
"Questo", Blair tiene in mano una busta color crema.
Aiden la afferra, la apre e appena legge il contenuto, la accartoccia e la lancia contro il muro.
"Stiamo scherzando?!", guarda la sua famiglia.
"No! É tutto reale!", sbotta Isabel.
"Certo, tipico di nostro padre!", si passa una mano fra i capelli.
"Avete contattato le sue amiche?", domanda Aiden.
"Fatto, non é andata da loro", Blair si lega i capelli.
"Io vado a cercarla!", Isabel si alza dallo sgabello.
"Aspetta!", Aiden le afferra la mano.
"Lasciami stare! Sono stanca di questi drammi! Stanca di questa famiglia!", lascia la presa e corre via.
"Io vado con le ragazze", Ethan prende le chiavi della macchina.
"D'accordo. Teniamoci in contatto", Aiden afferra la mia mano e inizia a trascinarmi.
Io non ho capito niente, sono ancora più confusa.
Che cosa conteneva quella busta?
Perché la piccola Sofia é scappata?
Perché Isabel era così arrabbiata?
Perché Aiden non dice niente?
Entriamo in macchina e partiamo a tutta velocità.
Metto le mani sulle mie gambe e inizio a stringere i jeans.
Odio non capire le cose, odio essere confusa, odio essere messa da parte.
Voglio sapere le cose, voglio aiutare Aiden a trovare sua sorella, ma devo sapere.
Lui dice che devo stare lontana da lui, che é meglio non sapere nulla, ma continua a trascinarmi ovunque, continua a farmi affogare nei suoi drammi.
É contorto!
Vuole stare lontano da me, ma é sempre con me.
Rimane in silenzio, ma il suo silenzio in un certo modo mi parla, i suoi occhi e il suo comportamento mi mandano in crisi.
Continuo a farmi un sacco di problemi per colpa sua, ma basta tenere le cose dentro, non voglio impazzire.
Mi mordo il labbro inferiore e decido di sputare il rospo.
"Cosa é appena successo?", mi giro a guardarlo.
Rimane in silenzio, inizia a fare di no con la testa e le sue nocche diventano bianche.
Il suo comportamento inizia a darmi fastidio, se non vuole parlare con me, perché si ostina a portarmi sempre con lui?
Perché mi rende partecipe delle sue vicende?
"Aiden, parla", metto la mano sulla sua spalla.
Al mio contatto sobbalza, ma continua a rimanere in silenzio.
Forse devo comportarmi diversamente.
"Accosta", lo guardo.
Niente, nessuna risposta, nessun muscolo in movimento.
"Aiden accosta, ti prego", metto le mani sulle sue.
Sbuffa sonoramente, ma decide di fermare la macchina.
Accostiamo ad una fermata del pullman, mette le quattro frecce ed esce dalla macchina e io lo seguo.
Chiudo la portiera e vado nella sua direzione.
La sua schiena é appoggiata contro la portiera della macchina, la testa china e le mani sono sul suo viso.
Il suo petto fa su e giù ad una velocità elevata e il suo respiro continua ad essere affannoso.
Mi avvicino cautamente verso di lui, metto una mano sul suo petto e aspetto.
Lui non si muove, non pronuncia una parola, allora decido di andare avanti.
Avvolgo le mie braccia dietro la sua schiena e appoggio la mia testa sul suo petto.
Inizio a stringerlo e tramite questo contatto voglio trasmettergli tutto il mio calore e tutto il mio appoggio.
"Io sono qui Aiden", parlo dolcemente.
Cosa alquanto strana per me, ma onestamente non so come comportarmi in questo momento.
Non ho mai visto Aiden in questo stato, é troppo silenzioso, é ancora più freddo e distaccato del solito.
Si é completamente isolato, si é richiuso in una sua bolla personale.
É come se fosse entrato in un tunnel senza una via di uscita, esattamente come me.
Ma voglio aiutarlo, voglio stare accanto a lui, voglio prendere la sua mano e portarlo verso l'uscita.
So cosa vuol dire trovarsi in questa situazione e non voglio che lui provi queste brutte sensazioni.
Ti divorano giorno dopo giorno, ti isolano, ti distruggono, in poche parole, ti disumanizzano.
"Sono un casino", lo sento sospirare.
"Siamo in due", alzo la testa e inchiodo i miei occhi nei suoi.
Finalmente riesco a vedere questo meraviglioso azzurro cristallino, mi perdo in questo infinito, annego in questo mare così pericoloso ma così attraente.
"Allora?", domando.
"La busta...", si ferma.
Inizia a stringere i pugni, io lascio la presa e metto le mani su di essi.
Li sciolgo e intreccio le nostre dita, alzo la testa e sorrido, lui ricambia per qualche secondo e mi sembra di aver notato anche una luce diversa all'interno dei suoi occhi.
"La busta conteneva un invito ad un matrimonio", sospira.
"Di chi?", domando.
"Adam e Victoria", risponde irritato.
Lo guardo confusa, chi sono queste persone?
"Adam é mio padre e Victoria la sua fidanzata", rotea gli occhi.
Nel sentire queste parole mi viene in mente un flashback.
La festa!
Aiden mi ha portata ad una festa elegante, lì ho conosciuto suo fratello e le sue sorelle e, oh mamma!
Lì ho conosciuto anche suo padre!
Era il tizio che ha parlato davanti a tutte le persone, e quella donna giovane accanto a lui era lei, Victoria.
"E la piccola Sofia é scappata a causa dell'invito?", lo guardo.
"Sì, lei sperava in un annullamento", sospira.
"É normale, é una bambina, continua a sperare",
"Purtroppo sì! Ma non ha senso! Adam se ne frega dei suoi figli, lo ha sempre fatto! Mia mamma era il nostro mondo, lei e solo lei riusciva a tenerci uniti!", lascia la presa e inizia a fare avanti e indietro.
"Dobbiamo trovarla, ragazzina! A tutti i costi! La mia vita senza di lei...",
"Non dirlo! Non pensarlo! La troveremo e visto che é tua sorella, sangue del tuo sangue, sono sicura che sta bene, che ha già trovato un posto perfetto dove riflettere", mi metto davanti a lui.
"Sicura?", la sua espressione cambia.
É preoccupato e sta soffrendo molto in questo momento.
I suoi occhi mi stanno implorando, il suo colore sta cambiando, é più scuro, una tempesta si sta formando al suo interno.
Sta affogando e io voglio salvarlo.
"Sì. É tua sorella Aiden, é forte", metto le mani sulle sue guance.
"Io non sono forte", la sua voce si spezza.
Odio vederlo così, ma da un lato sono contenta.
Finalmente si sta aprendo, sta mostrando il suo lato debole, riesco a percepire la sua umanità, riesco a sentirlo.
E provando tutte queste sensazioni, trovo la forza per andare avanti e per riuscire ad aiutarlo.
É freddo e testardo, ma é pur sempre un essere umano, e come tutti, può anche essere debole, fragile.
"Lo sei Aiden, fidati di me. Troveremo la piccola Sofia e tutto andrà bene", accarezzo le sue guance.
"Le cose non andranno bene, non con me, non nella mia famiglia", gira la testa.
Queste parole fanno male, é brutto sentirle, ma comprendo il loro significato, conosco ogni singola sfaccettatura di questa frase, perché so cosa vuol dire.
"Ti capisco e anche tanto in questo momento. Ma non pensare a queste cose, focalizzati sulla piccola Sofia. Aiuta lei, mantieni i tuoi fratelli uniti, vai avanti per loro", i miei occhi diventano lucidi e la mia voce si spezza.
Abbasso la testa e sento le sue caldi mani sulle mie guance.
Alza il mio viso e cattura qualche lacrima solitaria.
"Ragazzina...", pronuncia dolcemente il mio soprannome.
All'inizio non mi piaceva per niente, mentre ora lo adoro, mi fa battere il cuore ogni volta che lo sento, mi rende felice e mi fa sentire speciale.
"Fallo Aiden. I fratelli non ti abbandoneranno mai", altre lacrime cadono sulle sue dita.
Questa frase é vera.
Durante il nostro periodo buio, Nate si é preso cura di me, Ariel e di nostra mamma.
Non ci ha fatto mancare nulla, ci ha aiutate, supportate, consolate e soprattutto, ci ha protette.
Non si é mai arreso, non ha mai mostrato il suo lato debole, appena entrava in casa, portava con se la gioia di vivere, la solarità, emanava una luce calda e accogliente.
Lui é stato il nostro eroe, il nostro sole, la nostra guida, la nostra ancora di salvezza, il nostro collante.
Ha tenuto tutti uniti, ha reso il nostro legame ancora più indistruttibile, ci ha rese forti, ci ha cambiate.
"Lo farò! Grazie, ragazzina", mi tira verso di lui e inizia a stringermi.
Ricambio subito il suo abbraccio.
Sento il suo cuore battere all'impazzata, esattamente come il mio, percepisco il suo profumo entrare nelle mie narici, sento le sue mani calde sulla mia schiena, i movimenti delle sue dita a contatto con il tessuto dei vestiti, mi fa venire la pelle d'oca.
Sento tutto, percepisco tutto, con Aiden non mi sfugge nulla, con lui riesco a sentirmi viva.
"Andiamo a cercare Sofia", lascia un bacio fra i miei capelli e lascia la presa.
Sento il freddo entrare nel mio corpo, ma scaccio via questo pensiero e questa sensazione.
Non é stato il nostro ultimo abbraccio, spero.
Ah! Ma a cosa vado a pensare?
Concentrati sulla piccola Sofia, Abby, lascia perdere questo ragazzo!
Entriamo in macchina e partiamo, inizia così la nostra ricerca.
"Da dove iniziamo?", domando.
"Non ne ho idea! I ragazzi hanno controllato tutti i posti preferiti di Sofia e niente", stringe il volante.
"Magari é nel posto preferito di tutti?", cerco di essere di aiuto.
"Camley Street Natural Park!", svolta velocemente a destra.
Presa alla sprovvista, vado a sbattere la spalla destra contro la portiera della macchina.
"Scusa, stai bene?", si gira per qualche secondo verso di me.
"Sto bene, vai avanti", metto la mano sulla sua spalla.
La rilassa un pochino e continua a guidare.
Arriviamo dopo una decina di minuti, parcheggia la macchina e usciamo subito.
Scavalchiamo nuovamente il cancello e iniziamo a cercare la piccola Sofia all'interno di questa riserva naturale.
Io ed Aiden ci dividiamo e cerco con lo sguardo una chioma riccia e bionda.
Controllo ogni centimetro di questo posto, ma di lei nessuna traccia.
Perché hanno tutti questa abitudine?
Non possono rimanere a casa o almeno avvisare qualcuno della loro uscita improvvisa?
Sbuffo sonoramente e ritorno indietro.
Trovo Aiden appoggiato al cancello di entrata, é triste e arrabbiato.
I suoi pugni continuano ad essere serrati e le nocche ormai sono bianche come la neve.
Vado verso di lui e afferro le sue mani, lascio la presa e noto piccoli taglietti nel palmo.
Ha stretto così tanto i pugni, da conficcare le unghie all'interno della carne.
"Ci deve essere un'altro posto", lo guardo.
"Non lo so", la sua voce é spezzata.
Stavolta é completamente a terra, non trova la forza per andare avanti, sta mostrando il suo lato debole in tutte le sue sfaccettature.
Ha smesso di fare il ragazzo testardo ed orgoglioso, ora é semplicemente una persona normale.
"Un posto suo, esclusivamente suo", afferro il suo viso fra le mie mani.
"Hanno già controllato", risponde.
Toglie le mie mani e inizia a fare avanti e indietro.
É sconvolto, non sa cosa fare.
"Dovevo proteggerla! Lei non merita tutto questo!", si gira e tira un pugno contro il muro accanto al cancello di ingresso.
La sua pelle si é sbucciata e le sue nocche cominciano a sanguinare.
Non mi piace vedere queste manifestazioni, questi comportamenti mi fanno paura, mi mandano in tilt.
Ma cerco di calmarmi e di pensare ad altre cose.
Devo distrarmi e nel farlo la mia mente mi riporta un ricordo diverso dal solito.
Non é la prima volta che lo vedo con le nocche sbucciate, sarà questo il suo modo di sfogare la rabbia?
Di certo é una cosa che succede spesso.
Vado verso Aiden e mi metto davanti a lui.
Afferro la sua mano e inizio a guardarla.
"Dobbiamo disinfettarla, hai il kit del pronto soccorso in macchina?", domando.
"Lascia stare", la ritrae.
"Scavalca e vai verso la tua macchina, ora", lo guardo attentamente.
Rotea gli occhi, ma esegue la mia richiesta.
Quando arriviamo verso la macchina, Aiden apre il bagagliaio e prende una scatola rossa, é il kit del pronto soccorso.
"Siediti", lo afferro e lo apro.
Aiden si appoggia e io cerco il necessario per disinfettare la mano.
Trovo una fascia e...ah! Trovata!
Prendo l'acqua ossigenata e la metto sulla sbucciatura.
Fa una piccola smorfia, ma continua a rimanere in silenzio.
Fascio la sua mano e alzo la testa per guardarlo negli occhi.
"Smettila di incolparti! Stai facendo tutto il possibile per la piccola Sofia. Ora alzati e combatti per lei, questo non sei tu. L'Aiden che conosco é un ragazzo forte, che non si arrende mai, che fa di tutto per la sua famiglia! Ora prendi un bel respiro e ritorna in te, la piccola Sofia ha bisogno del suo fratellone", lo abbraccio.
Esita per qualche secondo per poi avvolgere le sue braccia intorno alla mia schiena.
Appoggia la sua testa nell'incavo del mio collo e la pelle d'oca inizia a formarsi su di esso.
Il suo respiro inizia a farmi il solletico, ma lascio perdere questa sensazione, in fondo mi piace essere solleticata, mi piace questo contatto, mi piace avere Aiden al mio fianco.
"Grazie ragazzina", lascia un tenero bacio sul mio collo.
Questo gesto mi provoca altri mille brividi e mi lascia una scarica elettrica lungo la schiena.
Il cuore inizia a battere all'impazzata e il mio respiro si dimezza.
Le farfalle iniziano a svolazzare all'interno del mio stomaco, e una sensazione calda e piacevole si piazza sul mio petto.
"Andiamo, la piccola Sofia ti sta aspettando", sorrido.
"Il London Brigde!", lascia la presa e afferra il mio viso fra le sue mani.
"Cosa?", domando confusa.
Prima era così triste e debole, ora invece si é ripreso.
Una piccola scintilla si é accesa nei suoi occhi e il suo meraviglioso sorriso é ritornato sul suo viso.
"Sofia adora essere sospesa, un giorno vorrebbe volare. Sul London Bridge si sente libera, adora osservare le cose da lassù", lascia un bacio sulla mia guancia e mi fa indietreggiare.
Chiude il bagagliaio e poi afferra la mia mano e mi tira verso di lui.
Apre la mia portiera e mi fa entrare, la chiude e si dirige a tutta velocità verso la sua parte.
Mette la prima e partiamo.
Inizia a guidare, e stavolta é più tranquillo, più rilassato.
La sua presa é leggera e il sorriso continua a rimanere sul suo volto.
Questa scena mi scalda il cuore, finalmente é ritornato, é riuscito a fare mente locale e a capire la situazione.
Spero che vada tutto bene, spero che abbia ragione e che la piccola Sofia sia lì.
Ti prego, fa che sia lì.
Non voglio che a Aiden si spezzi il cuore, voglio che vada bene, deve andare tutto bene, almeno stavolta, una piccola gioia.
Chiama i suoi fratelli tenendogli informati della sua prossima tappa, erano tutti preoccupati, ma nel sentire la teoria di Aiden, si sono calmati e hanno iniziato a dirigersi verso questo luogo.
"Grazie ragazzina, davvero", mette la mano sulla mia coscia.
Sobbalzo a questo contatto, il mio stomaco inizia a contorcersi, le guance prendono fuoco e la mia gola si secca.
Inizio a sudare freddo a causa di questo suo movimento, queste sue manifestazioni mi mandano sempre in tilt il cervello.
"Figurati", tolgo la sua mano.
Lui inizia a ridacchiare.
Mi giro a guardarlo e sono contenta di vederlo tranquillo.
Si passa la mano fra i capelli e continua a sorridere come un bambino.
Stampo questa immagine nella mia mente e la metto nei miei ricordi, vorrei ricordare così questo ragazzo.
Sono cosciente che dopo questa vicenda, prenderemo due strade diverse.
Lui ormai appartiene ad Anastasia e io non voglio problemi, non voglio stare male.
Starò accanto a lui ancora per qualche ora e poi volterò la mia schiena e proseguirò per la mia strada.
Anche se mi sorge una domanda spontanea.
Perché ha portato me e non Anastasia?
Che legame hanno loro due?
Perché non escono allo scoperto?
"Siamo arrivati!", la sua voce mi riporta sul pianeta Terra.
Annuisco ed esco dalla macchina, iniziamo a camminare e a cercare con lo sguardo la piccola Sofia, ma di lei nessuna traccia.
Aiden inizia ad agitarsi, indietreggio leggermente e continuo a cercarla.
Vado verso la macchina e dietro di essa si trova una grande area verde.
Inizio a dirigermi verso di essa e nell'avvicinarmi, noto una ombra.
Continuo a camminare e riesco a decifrare una chioma riccia e bionda.
Sorrido e corro verso di lei.
"Piccola Sofia", mi fermo davanti a lei.
"Gail?", domanda confusa.
Mi catapulto fra le sue braccia e inizio a stringerla.
Finalmente siamo riusciti a trovarla!
"Ti abbiamo cercata ovunque", la stringo.
"Scusa", inizia a piangere.
"No, tranquilla. Va tutto bene, sono qui", accarezzo la sua schiena.
Inizia a stringere la mia maglia e si lascia andare in un pianto disperato.
Le sue lacrime bagnano il mio tessuto, ma non ci faccio caso, non mi importa, l'importante é averla trovata.
Mi dispiace vederla in questo stato, lei é così piccola ed indifesa, non merita tutto questo dolore.
Deve pensare ad altre cose, come ad esempio alle bambole, ai pupazzi, alle principesse, insomma deve avere in mente cose da bambini non da adulti.
Non merita di crescere troppo in fretta, ha il diritto di godere la sua infanzia, questa é la tappa migliore della vita.
Senza pensieri, senza preoccupazioni, senza problemi, beh, almeno dovrebbe essere così.
"Sofia! Sei tu?", sento la voce di Aiden.
"Stai tranquilla, é Aiden", lascio la presa e sorrido.
Indietreggio e guardo la scena.
Aiden corre verso Sofia e appena arriva verso di lei, la afferra fra le sue braccia.
La alza e le fa fare una giravolta, le lascia diversi baci fra i capelli e i suoi muscoli sono più rilassati.
La stringe forte, quasi come se avesse paura di lasciarla andare via.
"Sofia!", sento altre voci.
Socchiudo gli occhi e cerco di individuare tre ombre.
Finalmente riesco a capire, sorrido nel vederli tutti e tre.
Si dirigono verso Aiden e Sofia e iniziano ad abbracciarsi tutti insieme.
Sofia va verso le braccia di Blair e Isabel e Aiden e Ethan iniziano a stringere le loro sorelle.
É una scena così dolce, da togliere il fiato.
Una lacrima solitaria scivola sulla mia guancia e io la catturo subito.
Non sono triste, anzi sono davvero felice in questo momento, talmente tanto che mi sono commossa.
Vedere queste manifestazioni mi scalda il cuore, l'amore fraterno é il mio punto debole.
Continuano ad abbracciarsi per qualche minuto per poi lasciare la presa.
Sofia bacia le guance di tutti e poi si gira verso di me.
Inizia a correre e salta fra le mie braccia, io la afferro e un grande sorriso si forma sul mio viso.
"Grazie Gail", lascia un bacio sulla mia guancia.
"Di nulla piccola Sofia", sorrido.
"Vuoi venire a casa con me?", domanda.
"Ehm...é tardi e dovrei tornare al campus", i suoi occhi diventano lucidi.
"Sei la benvenuta Abby", Ethan si mette davanti a me.
"Hai sentito? Eth ha detto che va bene!", batte le mani contenta.
"Ma...",
"Bella?", si gira verso la sorella.
"Certo che va bene", mi fa l'occhiolino.
"Si! Blai?", guarda Blair.
"Ovvio", sorride anche lei.
"Evvai! Aid?", si gira verso di lui.
Nel sentire questa sua abbreviazione, il mio cuore si ferma.
Sono talmente in imbarazzo che non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, ormai la situazione si é risolta e non mi va di affrontarlo, non ora, anzi mai più.
Non voglio ascoltare la sua parte, anzi non voglio sapere la verità, perché la verità fa male e io non voglio più stare male, sopratutto per un ragazzo.
"Per me va bene", sento il suo sguardo bruciarmi la pelle.
"Grandioso! Andiamo Gail!", afferra la mia mano e inizia a tirarla.
Esito per qualche secondo, ma poi guardo il suo tenero visino e tutte le mie ragioni per non andare a casa loro svaniscono.
"D'accordo, andiamo", mi mordo il labbro inferiore e inizio a camminare.
Fortunatamente, vado in macchina insieme ad Ethan e la piccola Sofia.
Blair e Bella hanno insistito nell' andare con Aiden, sembravano irritate per qualcosa, non hanno fatto altro che guardarlo male, chissà cosa é successo fra di loro...
"Grazie Abby per il tuo aiuto", Ethan mi guarda dallo specchietto retrovisore.
"Figurati, é stato un piacere", sorrido.
Poi abbasso la testa e controllo la piccola Sofia.
Ha insistito nel stare tra le mie braccia e ora si é addormentata.
La sua testa é appoggiata sul mio petto e piccole ciocche ricce ricadono sul suo tenero visino.
Le sposto e osservo la sua espressione sorridente e tranquilla, sono contenta di vederla serena, merita di rimanere così per molto tempo.
Arriviamo a casa di Aiden.
Prendo in braccio sua sorella ed esco dalla macchina.
"Faccio io", Ethan si avvicina a me.
Vedo uscire Aiden dalla macchina e l'ansia prende possesso del mio corpo.
Non voglio parlare con lui, perché a giudicare dalla sua espressione, sta aspettando solo questo e io non sono pronta in questo momento, anzi non sarò mai pronta nel sentire la sua versione.
"Nono, tranquillo! Dove si trova la stanza di Sofia?", domando agitata.
"Primo piano, seconda stanza a destra", sorride.
"Grazie", inizio a seguirlo.
Ethan apre la porta e io mi dirigo subito verso le scale e arrivo davanti alla stanza di Sofia.
Guardo il corridoio e noto cinque stanze e riconosco l'ultima stanza a sinistra, é quella di Aiden.
Uffi!
Sono in trappola!
E ora come faccio ad uscire e a stare tranquilla?
La sua stanza é solo a qualche metro di distanza da questa.
Mai una gioia per te Abby, mai.
Apro la porta e cerco di individuare il letto, non voglio accendere la luce perché non voglio svegliare Sofia.
Noto una sagoma grande e deduco che sia il letto.
Mi avvicino cautamente, ma sbatto il piede contro qualcosa.
"Ahia!", sussurro.
Io e la mia solita goffaggine.
Mi abbasso accanto al letto e con una mano cerco di sfilare la coperta.
Dopo qualche tentativo, riesco nel mio intento.
Poso la piccola Sofia e la copro bene con la coperta.
Ormai i miei occhi si sono abituati al buio.
Mi metto in ginocchio e accarezzo piano piano le sue guance.
"Buonanotte piccola Sofia", lascio un bacio sulla sua fronte e mi dirigo cautamente verso la porta.
La apro e mi giro qualche secondo per controllare questa tenere bimba.
Nel vedere che sta dormendo beatamente, decido di uscire, chiudendo a rallentatore la porta.
Tolgo la mano dalla maniglia e prendo un bel respiro, mi giro e vado a sbattere contro qualcuno.
"In camera mia, ora", alzo la testa e lo vedo.
"Scordatelo", stringo i pugni.
Ecco, lo sapevo!
Ormai il momento magico é finito!
Siamo ritornati quelli di sempre, siamo ritornati ad essere testardi ed orgogliosi.
"Non mi interessa quello che vuoi! Ora andiamo", mi afferra la mano e mi alza.
"Ho detto di no!", cerco di dimenarmi.
"Quanto sei noiosa!", si gira e si abbassa.
Mi appoggia nuovamente sulla sua spalla e io stavolta decido di stare ferma, tanto é tutto inutile.
Lui é troppo forte, io troppo debole, punto.
Apre la porta e la richiude velocemente, accende la luce e poi si dirige verso qualcosa.
Mi butta sul letto con una tale educazione che mi fa saltare il sistema nervoso.
"La delicatezza non esiste nel tuo vocabolario?", domando irritata.
"Non con te", si mette davanti a me.
"Non ti avvicinare", metto la mano sul suo petto.
"Altrimenti?", il suo viso é vicinissimo al mio.
E hai pure il coraggio di porre questa domanda?
Altrimenti cederò alla tua tentazione!
Sai, non é facile resistere al tuo bel viso e alla provocazione di baciarti!
Oh, mamma!
Cosa ho appena detto?!
Io voglio baciare Aiden Walker?
Ahahah, certo come no!
É solo la stanchezza a parlare, sicuramente.
Mi mordo il labbro inferiore, ma rimango in silenzio.
Non posso dire tutto questo ad Aiden, mi prenderebbe per pazza, a meno che non mi abbia già etichettata in questo modo.
"Mi fai impazzire quando fai così", mette la mano sulla mia guancia destra.
E con il pollice inizia a seguire il perimetro delle mie labbra.
Il mio cuore sta per scoppiare dalla gabbia toracica e la mia mente ormai si é sciolta.
Il suo dito a contatto con le mie labbra, fa crescere sempre di più questo desiderio.
Non so quanto tempo riuscirò a resistere, é troppo per me.
Insomma, guardatelo!
É così bello e irresistibile e le sue labbra sono così grandi e rosee, insomma perfette.
Okay, sto impazzendo, riprenditi Abby!
Ricorda che ha una fidanzata!
Ecco, sì!
Lui é Anastasia stanno insieme!
Fatti da parte prima che sia troppo tardi!
"Fai così anche con la tua fidanzata?", tolgo la sua mano.
Nel sentire questa frase, si alza e si rimette in posizione eretta.
Sbuffa e si passa la mano fra i capelli.
Bene, ora é agitato, lo dimostra l'ultimo movimento.
Ormai ho iniziato a capire questo ragazzo.
"Ania non é la mia ragazza!", sbuffa.
"A giudicare dal vostro comportamento, non sembra", sono acida.
"Perché devi rendere il tutto così complicato?", si gira verso di me.
"E perché tu ti ostini a mentire?", mi alzo in piedi.
"Pensi che sia divertente per me? Pensi che mi faccia piacere? Beh, ti sbagli! Non mi ha fatto stare bene vedere te insieme a quella vipera!", lo spintono.
"Ti ha dato fastidio?", afferra le mie mani e inchioda i suoi occhi nei miei.
Certo che mi ha dato fastidio!
Sono stata male per colpa tua, anzi sto ancora male per te!
Mi distruggi ogni giorno che passa!
Ormai hai preso in ostaggio il mio cuore e lo stai tagliando in mille pezzi!
Ogni tua mossa, ogni tuo gesto, ogni tua parola, contribuiscono nella sua rovina, nella mia distruzione interiore.
Sei entrato nel mio cuore e nella mia mente e non so come farti uscire!
Mi stai mandando in crisi, mi stai facendo impazzire!
Ma ovviamente, non voglio dire tutto questo ad Aiden, non ha senso.
Peggiorerei solo la situazione, anzi avrebbe una cosa in più da usare contro di me.
"Lascia stare", lascio la presa e mi dirigo verso la porta.
"Devi credermi! Io non sono il ragazzo di Ania", afferra il mio braccio.
"Sono stanca delle tue bugie! Ammetti la realtà e lasciami libera, libera dall'incantesimo Aiden Walker!", i miei occhi diventano lucidi.
"Non sto mentendo! É solo una situazione complicata, ma che riuscirò a risolvere!", accarezza le mie guance.
"Non mi interessa! Risolvi da solo i tuoi problemi, non coinvolgermi più! Ne ho abbastanza!", lo spingo.
Lui indietreggia e rimane fermo a guardarmi.
Lo osservo per qualche secondo per poi uscire dalla sua stanza.
Inizio a camminare a testa bassa, cercando di trattenere le lacrime.
Stringo i pugni e continuo ad osservare il pavimento, ma poi vado a sbattere contro qualcuno, di nuovo.
"Finalmente ti abbiamo trovata!", sento le loro voci.
Alzo la testa e qualche lacrima solitaria scivola sulle mie guance.
"Io lo torturerò prima o poi", Blair mi porge la sua mano.
La afferro e mi alzo in piedi.
"Anche io", Isabel sbuffa.
"É stato quello stupido di nostro fratello vero?", domandano entrambe.
"Non ha importanza", le lacrime continuano a scendere.
"Sì, é stato lui", Blair rotea gli occhi.
"É tempo di sapere la verità", Isabel mi abbraccia.
"Cosa?", domando confusa.
"Basta segreti! Visto che lui si ostina a tenere la bocca chiusa, saremo noi a raccontare la sua vicenda", Blair mi guarda.
"Non dovete farlo", lascio la presa.
"E invece sì! Ci stai troppo simpatica e ormai tu ed Aiden siete la nostra coppia ideale, quindi...", Isabel mi fa l'occhiolino.
Coppia ideale?
Stiamo scherzando?
Non riusciamo a mantenere una tregua per più di qualche oretta e loro ci considerano la coppia ideale?
Una coppia non si comporta in questo modo, non litiga ogni tre per due, non si ferisce a vicenda, non nasconde le cose.
Insomma io ed Aiden facciamo tutto il contrario, quindi siamo completamente fuori strada.
"Vieni", Blair apre la porta.
La sua stanza é accanto a quella di Sofia.
Accende la luce e mi fa segno si sedermi sul suo letto.
Lei prende la sua sedia posizionata davanti alla sua scrivania e la trascina verso di me.
Si siede e poi entra anche Isabel, con un'altra sedia in mano.
Chiude la porta e si dirige verso di noi, si siede anche lei e fa un cenno a sua sorella.
Blair annuisce e si gira a guardarmi.
"Ti spiego la situazione Aiden e Anastasia", inizia.
Nel sentire il suo nome, la rabbia prende possesso del mio corpo, ma la curiosità é più grande di essa.
Lo so che prima ho detto che non voglio sapere la verità, ma visto che ora mi é stata offerta su un piatto d'argento, perché rifiutare?
Prendo un bel respiro e apro bene le mie orecchie, sono pronta, voglio sapere la verità, almeno credo.
{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}
Ciao amici lettori❤️
Come state?😘
Scusate, il capitolo é davvero lungo🙈ma avevo bisogno di fare una piccola impostazione per il prossimo capitolo😅
Siete pronti/e nel scoprire la verità tra Aiden e Anastasia?🤭
Il vostro parere riguardo a questo capitolo é positivo o negativo?😘
Finalmente Aiden é riuscito a mostrare il suo lato debole, ma purtroppo si é subito tirato indietro🤦♀️
Lui e il suo orgoglio😣
Ma...le sue sorelle non hanno intenzione di tenere la bocca chiusa🤭ecco le nostre eroine😍magari sveleranno qualcosa di davvero interessante😌
(Sono loro le persone misteriose di cui vi ho parlato nello scorso capitolo😉)
Mi raccomando, rimanete nei paraggi, perché scoprirete un paio di cosine🤭
Grazie per il vostro continuo sostegno, mi rendete davvero felice❤️
Buon weekend, e come sempre, al prossimo aggiornamento❤️
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