Capitolo 19

Finisco di fare la doccia e inizio a vestirmi.
Afferro il mio pigiama con gli unicorni ed esco dal bagno.

Anche Ariel e Stella sono confuse e preoccupate, é da ben due ore che non abbiamo notizie di Ariana.
Inizio ad essere davvero agitata, le sarà successo qualcosa?

É troppo buio fuori e fa persino troppo freddo, dove si é cacciata?

Perché non é ancora ritornata?

Stella é andata a controllare la sua stanza un'ora fa, ma ha aperto la sua coinquilina, dicendo che oggi non é proprio entrata dentro la loro camera.

Vado in cucina a bere un po' d'acqua.
La mia mente inizia a viaggiare, i film mentali prendono forma e questa cosa mi manda in bestia.
Ho sempre avuto la tendenza di pensare a cose negative e in questo momento me ne stanno venendo in mente fin troppe.

Si é persa? Impossibile, lei é nata e cresciuta a Londra.

Si é fatta male? Beh, dai Abby, non é mica una bambina.

Ha incontrato qualcuno? Spero di no.

Qualcuno le ha fatto male?

É stata colpita o rapita?

Poso con forza il bicchiere sul piano del lavandino e inizio a stringerlo con tutta la forza che ho.
Basta, così non va affatto bene, devo fare qualcosa, non ha senso rimanere qui e torturarsi la mente.

Metto il bicchiere nel lavandino e vado dalle ragazze.

"Dobbiamo andare a cercare Ari", le guardo.

Stella é seduta sul letto e sta messaggiando, mentre Ariel é al telefono.

Ma come fanno ad essere così tranquille?

Una nostra cara amica é appena scomparsa e loro pensano solo ai fatti loro?

Inizio a stringere i pugni e cerco con tutta me stessa di calmarmi, ma non funziona.
Vado verso Stella e le afferro il telefono e poi faccio la stessa cosa Ariel, li blocco e mi giro verso di loro.

"Che cosa state facendo? La nostra amica é sparita e voi pensate ai fatti vostri?", le guardo male.
"Ma che problemi hai Abby?", Ariel riprende il suo telefono.
"Stavo parlando con Shawn!", mi fulmina con lo sguardo.
"E io stavo messaggiando con Matt! Stiamo facendo tutto questo per Ari!", Stella alza la voce.

Un senso di colpa inizia ad espandersi dentro di me, non ne avevo idea.
Abbasso la testa in segno di colpevolezza e inizio a torturarmi le dita.
Loro hanno preso posizione, mentre io no.
Sono andata a fare la doccia per placare i miei pensieri e ho continuato a rimanere in silenzio, avvolta dalle mie paure e paranoie.
Mentre Ariel e Stella si sono date da fare.

"Vi chiedo scusa", sussurro.
"Oh, dai! Non fare così", entrambe vengono ad abbracciarmi.
"Non lo sapevi, ora cerca di stare tranquilla, okay? Andrà tutto bene", mi consola Stella.
"Stavolta andrà bene Abby, fidati", la voce di Ariel si spezza.

So a cosa si sta riferendo, ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Quelle 24h rimarranno impresse nella mia mente per il resto della mia vita, ripercorrerò l'accaduto vivendo gli stessi sentimenti di allora, ancora e ancora.
Questa vicenda mi lacererà dentro e il dolore mi consumerà la vita.

Stringo Ariel e metto la mia testa nell'incavo del suo collo, respirando il suo dolce profumo: il miele.
Ha sempre amato questo odore, i suoi capelli e la sua pelle hanno questa fragranza.

"Andrà bene", sussurra dolcemente.

Annuisco e poi decido di farmi forza.
Ariana ha bisogno di noi, non posso e non devo abbandonarla in questo momento.
Non deve stare da sola, non la lascerò sola.
Ha bisogno di aiuto e farò tutto il possibile per salvarla, per farla sorridere sempre.

So cosa vuol dire stare male, non voler andare avanti e non voglio che succeda anche ad Ariana.
Voglio sostenerla, ormai fa parte della mia vita e non ho intenzione di lasciarla andare via.
Non mi va, ma sopratutto non voglio farlo.

Lascio la presa e prendo un bel respiro, cerco di lasciar scorrere i brutti ricordi e concentrarmi solo su Ariana.

Toc toc toc

Questo suono fa girare tutte e tre.
Ariel si catapulta verso la porta, aprendola.
Entra un Shawn tutto preoccupato e su di giri.

"Dobbiamo andare fuori a cercare Ari", inizia a gesticolare.

Anche stavolta é in pigiama, lo stesso di quella sera.

"Matt ci aspetta all'uscita del campus", Stella blocca il telefono.
"Perfetto, andiamo", prendo la mia giacca e il telefono.

Anche Ariel e Stella fanno la stessa cosa, ci mettiamo le scarpe per poi uscire fuori.

"Ci divideremo", Shawn sta correndo.

Le sue gambe sono lunghe e i suoi passi troppo grandi rispetto alle mie piccole gambette.
Tutte e tre iniziamo a correre dietro di lui per raggiungerlo.

Quando usciamo dal campus noto tre macchine e la terza, ormai, mi é fin troppo familiare.
Mi blocco e in questo istante sta uscendo proprio lui.

"Ariel e Stella in macchina con Matt, Archie e Liam sono con me, mentre tu piccola Abby...",
"Con me", Aiden interrompe Shawn.
"Perfetto, andiamo!", Ariel afferra la mano di Stella e la trascina verso la macchina di Matt.

Shawn corre subito verso la sua, mentre io rimango ferma come una statua davanti ad Aiden.
Anche lui indossa il pigiama.
Pantaloni neri e camicia nera larga, credo sia di seta, é molto luccicante il materiale e sembra anche leggero.
Indossa solo questo, la giacca non esiste nel suo abbigliamento.

Ma perché non la indossa?

Fa un freddo cane qui fuori.

"Andiamo ragazzina", la sua voce mi riporta con i piedi per terra.

Annuisco e inizio a seguirlo.
Entro in macchina, mi siedo e mi metto la cintura.
Anche Aiden fa la stessa cosa, mette la prima e partiamo.
Inizia a guidare e il silenzio cala su di noi.

Questa tensione mi mette ancora più in ansia.
Odio questi momenti, non so mai come rompere il ghiaccio e poi con Aiden é sempre difficile fare conversazione.
Ho sempre paura di una sua brutta reazione.

Ma questo silenzio mi fa riflettere e tanto, più del solito.
Le domande iniziano a formarsi nella mia mente e la voglia di dirle ad Aiden cresce sempre di più.
Mi mordicchio la lingua, ma la curiosità continua ad aumentare sempre di più.

La testa inizia a pulsare e sono sul punto di esplodere.
Lasciamo perdere la sua reazione, che mi importa?
Devo parlare, ho bisogno di porre queste domande.

Mi giro a guardarlo per qualche secondo, apro la bocca ma non esce niente.
Improvvisamente la saliva é scomparsa, la gola si é seccata e le corde vocali si sono raggelate.

Che cosa mi sta succedendo?

Ho davvero paura di parlare con lui?

Mi mordicchio il labbro inferiore e inizio a torturarmi le dita, perché sto reagendo in questo modo?

Ho paura di rovinare la piccola tregua che si é creata tra di noi.
Nonostante i nostri grandi malintesi, siamo riusciti ad aprirci l'un l'altro e non voglio ritornare al punto di partenza.
Abbiamo litigato abbastanza per oggi, sono volate già troppe parole dolorose.

Uffi, non so proprio cosa fare.

Sono bloccata!

E cerca di scongelarti, Abby!

Non é proprio il caso di farsi intimidire da un ragazzo!

E poi, stiamo parlando di Aiden, di Aiden Walker!

Tiro la manica della mia felpa e inizio a torturarla, creo piccoli cerchi cercando di allentare la mia ansia continua, ma non funziona.

Questo silenzio mi tormenta ancora di più, il non saper cosa dire mi martella la testa.
Riprendo a mordermi il labbro inferiore e a furia di compiere questo movimento, dopo qualche secondo sento il sapore metallico del sangue.

Brava Abby, ti sei morsa il labbro!

Io e la mia perenne ansia, ormai siamo migliori amiche, mi accompagna ovunque, non mi abbandona mai.

"La troveremo", Aiden finalmente rompe il silenzio.
"Cosa?", mi giro a guardarlo confusa.

Ero troppo assorta nei miei pensieri, ho solo sentito la sua voce e basta, le sue parole non hanno attraversato i miei timpani.

"Troveremo Ariana, non ti preoccupare", si ferma al semaforo e si gira a guardarmi.
"Lo spero", si forma un nodo nella mia gola.

Aiden parte nuovamente e il silenzio ritorna fra di noi.
L'ansia mi divora sempre di più, una brutta sensazione mi chiude i polmoni e un brutto presentimento entra nel mio corpo.

Odio questa emozione, odio questi pensieri, mi riportano indietro nel tempo e questi ricordi non sono per niente piacevoli.

Aiden ferma la macchina ed esce fuori, poi arriva dalla mia parte e mi apre la portiera.

"Andiamo", mi porge la mano.
"Dove siamo?", esco dalla macchina senza afferrare la sua mano.

Lui mi guarda con aria triste e poi la ritrae.

"Al London Eye, é il suo luogo preferito. Liam ci ha fatto la lista", inizia a camminare.
"Capito", inizio a cercare Ariana con lo sguardo.

Facciamo il giro, ma di lei nessuna traccia.
Proviamo ad andare anche verso il Big Ben, ma niente.

Questo brutto presentimento inizia a crescere sempre di più e la paura ormai ha preso il sopravvento.
Devo trovarla, non posso perdere un'altra persona, non voglio.
Con Ariana ho legato molto, non voglio perderla.

Dovevo stare zitta, non dovevo dire niente.
Io e la mia boccaccia hanno fatto scappare un'altra persona importante della mia vita.

Il senso di colpa pesa sul mio cuore e il respiro inizia a mancare.
La mia vista si offusca e il mio corpo inizia a tremare.
Sta succedendo di nuovo, ho perso ancora una volta il controllo del mio corpo.

"Ragazzina", sento la sua voce.

Cado a terra sbattendo le ginocchia, ma senza sentire dolore.
Ormai non provo più niente, la vita scorre sotto ai miei occhi senza nemmeno farmi provare qualche emozione.
Sono uno zombie che cammina, vivo ma non vivo allo stesso tempo.
Sono qui con il corpo ma non con la testa o con il cuore.
Non sono presente su questo mondo, esisto e basta.

"So che puoi sentirmi. Ti prego, reagisci! Sei una ragazza forte e determinata, non farti abbattere, alzati e combatti! Ariana é qui da qualche parte e noi la troveremo, promesso", mi accarezza la guancia.

Ma io non rispondo, non ci riesco.
Il tremolio aumenta sempre di più e ormai il respiro inizia a mancare.
Odio questa sensazione di impotenza, odio perdere il controllo del mio corpo.

"Non mi piace vederti così, ti prego Abigail, reagisci", mi abbraccia.

Finalmente ha detto questa parola.
Nel sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce, il mio cuore riprende a battere.
Il suo calore a contatto con la mia pelle, scalda la mia anima e il tremolio si placa piano piano.

Mi stringe e il mio corpo viene completamente a contatto con il suo petto, le sue grandi braccia avvolgono completamente la mia schiena e il suo profumo inizia a riportarmi con i piedi per terra.

Alzo le mani e inizio a stringere la sua felpa, chiudo gli occhi e cerco di tranquillizzarmi, mi aggrappo ad una piccola speranza, cerco di catturare questo raggio di sole.
Inizio a respirare, inspiro ed espiro lentamente.

"Così brava", sussurra dolcemente.

Il suo tono di voce mi tranquillizza ancora di più, questo suo lato mi aiuta a combattere contro me stessa.
Questi momenti mi piacciono, li custodisco gelosamente dentro di me, non voglio condividerli, sono nostri e basta.

Vorrei fermare il tempo e rimanere così per sempre, voglio vedere Aiden così ogni giorno, questo lato dolce mi fa andare in tilt il cervello, quando si comporta così entra sempre di più nel mio cuore.

"Andrà tutto bene", continua.

Lascia leggermente la presa e afferra il mio viso con entrambe le sue mani.
Sono così grandi e calde, questo suo contatto mi manda i brividi.

Avvicina il viso e lascia un tenero bacio sulla mia guancia.
Questo gesto mi ha completamente riportata sulla Terra, mi ha tranquillizzata.
Lui ha il potere di calmarmi, ma allo stesso tempo ha un dono naturale nel farmi arrabbiare.

"Ora andiamo a cercare Ariana, insieme", sorride.

E questo suo meraviglioso sorriso scatena in me una reazione inaspettata, nuova.
Accende una scintilla nel mio cuore e i muscoli prendono vita.
Abbasso le mani e le avvicino alle sue, ne afferro una e inizio ad intrecciare le mie dita alle sue.

A questo gesto lui rimane stupito, ma dopo qualche secondo stringe la presa e sorride nuovamente.
Mostra i suoi denti e i suoi occhi si illuminano, questo é un quadro perfetto, un dipinto che voglio imprimere nella mia mente.
Il suo dolce viso messo in risalto dal suo meraviglioso sorriso, e poi quei magnifici occhi che mi fanno sempre battere il cuore, li incido nei miei ricordi.

"Va meglio ora?", domanda mentre ci alziamo.

Annuisco e stringo di più la presa, voglio continuare a sentire il suo calore sulla mia pelle, voglio rimanere con i piedi per terra e adesso, solo lui riesce a mantenermi lucida.
Ora solo lui é riuscito a farmi uscire da questo stato, da questo mio oblio quotidiano.

Abbiamo deciso di continuare ad andare a piedi, con la macchina é più difficile trovarla o semplicemente individuarla.

Ormai é passata un'ora da quando siamo fuori e di Ariana nessuna traccia.
La tristezza e il senso di colpa mi lacerano il cuore, mi taglia il respiro, non so per quanto riuscirò ad andare avanti.

Voglio solo rivedere i suoi occhioni grigi e chiederle scusa.
Da ora in poi terrò la bocca chiusa, non insisterò più, non toccherò più questo argomento con lei.
Prometto di farlo, ora però voglio solo riavere la mia amica.

Le strade sono così vuote e buie, esattamente come il mio stato d'animo.
É freddo e distaccato dal mondo reale, sono incastrata in questo continuo tunnel.
I chilometri aumentano ogni giorno di più e il buio diventa sempre più scuro col passare del tempo.
La paura mi divora e l'ansia mi accompagna nel mio eterno cammino.

La forte stretta di Aiden mi fa girare verso di lui, é da più di mezz'ora che il suo cellulare squilla.
Ogni volta che legge il nome scritto sul display si arrabbia e riattacca subito.
Sento il suo respiro affannoso e i suoi passi aumentano sempre di più fino a farmi correre.

Decido di fermarmi e di parlare con lui.
Tiro la mano e lui si ferma, si gira verso di me e noto i suoi occhi.
Ormai sono scuri, vuoti, non brillano più come prima.
Le sua posizione é rigida e noto il suo pugno sinistro stretto fino a far mettere in evidenza le sue nocche bianche.

Perché é sempre così arrabbiato?

Chi lo sta trattando male?

Che cosa sta succedendo nella sua vita?

"Puoi andare via", lo guardo.
"Perché?", domanda irritato.
"Qualcuno ti sta cercando", indico la sua tasca.

Porta subito la mano verso di essa quasi per controllare il cellulare, dopodiché abbassa la mano e riprende a parlare.

"Non é importante. Lascia perdere questa cosa, ora andiamo", tira la mia mano verso di lui.

La sua risposta e la sua freddezza colpiscono ancora una volta il mio cuore.
Prima mi ha aiutata mentre ora mi sta buttando giù.

Arrabbiata sciolgo la presa e riprendo a camminare da sola, per la mia strada.

"Si può sapere cosa ti é preso?", la sua voce mi blocca per qualche secondo.

Ma poi inizio a pensare al perché sono qui in giro a quest'ora e decido di lasciar perdere quella testa di rapa.

"Fermati", continua a parlare.

Ma io non ascolto, faccio finta di niente.
Lascio perdere i suoi continui sbalzi d'umore e mi concentro sulla mia amica, lei ha bisogno di me in questo momento non Aiden.
A lui non serve il mio aiuto, e poi perché io continuo ad insistere?
É la sua vita ed é abbastanza grande da prendere le proprie decisioni.

"Ho detto fermati, ragazzina!", afferra il mio braccio e mi ferma.
"Lasciami", decido di parlare.
"Non voglio", é deciso.

Mi faccio guidare dalla rabbia.
Lascio la presa e mi giro infuriata verso di lui.

"Fai quello che ti pare! Sono stanca dei tuoi continui sbalzi d'umore! Ora lasciami in pace! Voglio trovare la mia amica!", sbotto.
"Sei incredibile! D'accordo! Ti lascio stare!", si gira e inizia a camminare.

Il suo corpo si allontana sempre di più, fino a scomparire nel buio.

Testone odioso!

Urlo stringendo i pugni, ma é tutto invano.
Lui non mi ha sentita, nessuno ha sentito, é tutto così calmo e scuro.
Questo silenzio assordante mi fa venire i brividi.
Ma cerco di essere forte, devo esserlo.
Prendo un bel respiro e riprendo a camminare.

Esamino ogni centimetro, ogni strada, ogni vicolo, ma di Ariana nessuna traccia.
Gli occhi iniziano a pizzicare, non reggo più.

Ho tanta paura, non voglio rivivere il passato, é troppo doloroso.
Ti prego Ariana, fatti trovare!

Dove sei?

Che cosa ti é successo?

Una lacrima solitaria inizia a scivolare sul mio viso, ma il suono del mio cellulare mi fa sperare un po'.
Afferro subito il mio telefono e leggo il nome sul display: Ariel❤️

"Allora? Sei riuscita a trovarla?", domando subito.
"É con noi Abby", riprendo a respirare normalmente.
"Dove siete?", domando.
"Stiamo tornando al campus...",
"Lei sta bene?", interrompo mia sorella.
"Sì, sta bene Abby, tranquilla. Ora prendi un bel respiro e cerca di calmarti. É tutto finito, ci vediamo fra poco, okay?", la sua dolce voce mi calma completamente.
"D'accordo, ti voglio bene", sorrido.
"Anche io", chiudiamo la chiamata.

Alzo la testa e inizio a guardare le stelle, una in particolare attira la mia attenzione.
É così grande e luminosa.
Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso e un sorriso si forma su di esso.

"Sei proprio la nostra stella luminosa", continuo a guardarla.

Sorrido e le mando un bacio volante.

"Mi manchi Eveline", abbasso la testa e inizio a camminare.

Nel compiere questo gesto, mi ricordo di quello che é successo con Aiden e che sono senza una macchina.

E ora cosa faccio?

Come torno al campus?

Sbuffo sonoramente e poi afferro il telefono, entro nella rubrica e decido di chiamarlo.
Al secondo squillo risponde.

"Piccola Abby, tutto bene?", domanda preoccupato.
"Sì, io sto bene. Ma é successa una cosa con Aiden", sussurro.
"Dove sei?", domanda.
"Come fai a saperlo?", sono confusa.
"Conosco quello stupido, allora dove sei?", sorrido nel sentire questa sua frase.

Sì, il tuo migliore amico é proprio stupido.

Come fa a sopportarlo?

Che storia hanno?

"Ecco...sono fuori", non ho la più pallida idea di dove sono.
"Ti sei persa?", ridacchia.
"No", mi mordo il labbro inferiore.
"Piccola Abby?", mi riprende scherzosamente.
"Sì, Shawn, mi sono persa", abbasso la testa imbarazzata.
"La solita!", inizia a ridere.
"Non é divertente", gonfio le guance.
"Invece lo é! Sto immaginando persino la tua faccia! Hai gonfiato le guance, vero?", continua a ridere.
"No", faccio finta di niente.
"Certo, come no! Dai, ora chiudi la chiamata e mandami la tua posizione su whatsapp", piano piano si sta riprendendo.
"D'accordo, grazie Shawn", sorrido.
"Tutto per te piccola Abby, aspettami e non ti muovere",
"Ricevuto", iniziamo a ridere entrambi per poi chiudere la chiamata.

Faccio quello che mi ha detto Shawn e dopo metto il telefono nella tasca della giacca e appoggio la mia schiena contro il lampione.

Sono contenta che sia tutto apposto ora, non vedo l'ora di rivedere Ariana.
Dopo una decina di minuti arriva Shawn.
Entro in macchina e saluto lui, Archie e Liam.

"Cosa é successo stavolta?", domanda Shawn.
"Non ne ho idea! Il suo telefono continuava a squillare e io gli ho detto di andare a via, lui si é arrabbiato e io anche", sono irritata.
"Siete proprio due testoni", Shawn fa di no con la testa.
"Prima o poi vi distruggerete", é Archie a parlare.

Abbasso la testa imbarazzata.
Shawn e Archie hanno ragione, siamo troppo testardi, ci stiamo distruggendo a vicenda, chi di più e chi di meno, ma comunque lo stiamo facendo.
Risucchiamo le nostre forze, portiamo i nostri corpi e i nostri nervi allo sfinimento.
Dobbiamo smetterla, é troppo per entrambi.

Devo trovare una soluzione, devo allontanarmi da lui.
É il mio veleno quotidiano, mi intossica sempre di più, mi inquina la mente, devo stare lontana da lui.

Arriviamo al campus e ci dirigiamo tutti verso la mia stanza.
Apriamo la porta e troviamo Ariana seduta sul letto di Ariel.
Corro verso di lei e mi catapulto fra le sue braccia.

"Scusa Ari, non volevo! D'ora in poi terrò la bocca chiusa, promesso", la stringo forte.

Lei avvolge le sue braccia intorno alla mia schiena e inizia a parlare.

"Non é stata colpa tua Abby, anzi. Mi dispiace davvero tanto, non volevo farvi preoccupare", sussurra.
"Ormai non importa! L'importante é che tu stia bene", lascio la presa e le sorrido.

Lei annuisce e sorride a sua volta.

"Mi hai fatto prendere un colpo", la voce di Liam fa girare tutti.
"Scusa", Ariana inizia a piangere.
"No, non farlo", Liam va subito verso di lui.

La afferra e inizia a stringerla con le sue grandi braccia.
Ariana inizia a singhiozzare e lui le sussurra qualcosa all'orecchio.
Le accarezza delicatamente la schiena e mette la sua testa nell'incavo del collo di Ariana.

Nel vedere questa scena mi giro subito verso Ariel, lei mi guarda e mi sorride debolmente.
Questa cosa porta alla luce tanti ricordi, i nostri pianti disperati, le nostre urla di dolore.
Anche noi ci siamo aggrappate a Nate, lui ha aiutato entrambe ad andare avanti, lui e la sua forza ci ha fatte crescere.
Liam mi ricorda tanto mio fratello.
L'amore fraterno é grande e incondizionato, siamo legatissimi.

Dopo aver salutato Ariana, lei decide di andare a dormire nella stanza di suo fratello.
Shawn le ha dato la sua giacca, per non farsi beccare dalla guardia notturna.
Era così buffa, praticamente non si vedeva nemmeno più.
Sembravano tutti degli agenti segreti, le loro mosse e i loro movimenti mi hanno fatto morire dalle risate.

Ora sono sotto le mie coperte, ormai sono le due del mattino.
Stella ed Ariel sono crollate, questa giornata é stata pesante anche per loro.
Mi giro dando la schiena alle ragazze e chiudo gli occhi.

Quando sto per addormentarmi, la vibrazione del mio telefono sveglia completamente il mio corpo.
Con ancora gli occhi chiusi, cerco con la mano questo aggeggio, appena riesco a prenderlo socchiudo gli occhi cercando di mettere a fuoco il nome.
Ma non riesco nel mio intento e così decido di rispondere e basta.

"Pronto?", parlo a bassa voce.
"Mi hai risposto", la sua voce é triste.
"Aiden, sei tu?", mi alzo e mi metto a sedere.
"Sì", sussurra.
"Stai bene? Ti é successo qualcosa?", domando preoccupata.

Questa giornata non ha intenzione di finire, i colpi di scena continuano a sbucare dal nulla.

Non ricevo nessuna risposta, sento solo il suo respiro affannoso.
Che cosa sta succedendo?

"Aiden, rispondi! Dove sei?", mi alzo dal letto e cerco di afferrare i miei occhiali.

Ma essendo buio, non riesco ad individuarli.

"Al solito posto", la sua voce é così bassa e delicata.

É la prima volta quando sento questo timbro di voce e non mi piace per niente.

"Arrivo subito, aspettami lì", chiudo la chiamata.

Accendo la torcia del telefono e, finalmente, prendo i miei occhiali.
Li metto e poi vado a prendere la giacca e le scarpe, infilo il telefono nella tasca ed afferro le chiavi della stanza.

Esco e inizio a correre.
Il freddo entra dentro il mio corpo, ma non ci faccio caso.
Ho altro in mente.
La voce di Aiden e la sua improvvisa chiamata mi stanno facendo preoccupare.
Per la prima volta in due mesi mi ha chiesto aiuto e io, come ogni volta, non riesco a tirarmi indietro.

Ormai é così, non riesco a stare lontana da Aiden Walker, semplicemente é la mia calamita.

{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}

Ciao amici lettori❤️

Come é andata la vostra settimana?

E anche in questo capitolo sono successe un po' di cose🙈

Fortunatamente Ariana sta bene😍ma abbiamo visto anche un lato debole di Abigail.
Aiden é riuscito a tirarla sù per un pochino, ma si sa che la pace non regna fra di loro😅

Secondo voi cosa é successo ad Aiden?

Come mai ha chiamato Abigail?

Che sia la volta buona?🙈

Riuscirà ad aprirsi con lei?

Risponderò a tutte queste domande nel prossimo capitolo😍
E come sempre, alla prossima❤️

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