Capitolo 16
Mi rigiro e rigiro fra le coperte, ormai il sonno é svanito.
Decido di alzarmi, mi guardo intorno e le ragazze non ci sono.
Vado verso la cucina e prendo un bicchiere, mi avvicino al lavandino e faccio scorrere l'acqua.
Riempio il bicchiere e inizio a bere.
Poi vado verso il frigo e prendo il latte, inizio a preparare la mia colazione ideale: latte e cereali.
Mi siedo sulla sedia e inizio a mangiare.
Il silenzio mi tiene compagnia, ma non mi dispiace, anzi, in questo momento mi piace, voglio essere sola.
Rinchiusa in cucina con i miei pensieri e il suono dei cereali.
Finito di mangiare, lavo la ciotola e il cucchiaio.
Mentre poso queste due cose, la mia attenzione viene catturata da una voce, quella voce.
"Piccola peste, dove sei?", la sento.
Corro subito verso la stanza e la trovo seduta sul mio letto.
"Eveline!", vado verso di lei e inizio a stringerla nuovamente fra le mie braccia.
"Così mi soffochi", la sento ridacchiare.
"Scusa", mi stacco subito.
"Ti sono cresciuti i capelli", inizia ad accarezzarli.
"Sì, volevo cambiare look", sorrido.
"E continui ad usare lo shampoo al cocco", mi guarda negli occhi.
"Sempre", rispondo.
"La solita", iniziamo a ridere.
Finalmente, riesco a sentire nuovamente il suono della sua risata, le mie orecchie accolgono questo suono melodioso e genuino.
"Come stai?", domanda poi.
"Bene", alzo le spalle.
"Non mentire", mi punta il dito contro.
"É vero", mi mordo il labbro inferiore.
"Bugiarda, hai fatto quella cosa", alza il sopracciglio.
"Quale cosa?", cerco di sembrare confusa.
"Non ha importanza, avanti sputa il rospo piccola peste", mi guarda dolcemente.
Nel sentire questa frase le lacrime iniziano a scendere involontariamente sul mio viso.
Eveline si alza e mi abbraccia, riesco a sentire il suo calore, il suo profumo, percepisco mia sorella, la sento vicino a me.
La stringo e mi godo questo momento, vorrei fermare il tempo e rimanere così per sempre, voglio stare accanto a mia sorella.
"Cosa é successo?", domanda dolcemente.
"Tante cose, Evie, troppe da raccontare", sposto la testa per guardare mia sorella.
"Parla, ti ascolto", sorride.
"Beh, ecco, da dove posso iniziare?", penso.
"Dalle origini", mi pizzica il naso.
"Ehy!", scoppiamo nuovamente a ridere.
"Allora, il primo giorno di scuola...", inizio a parlare.
Ma la figura di Eveline inizia a svanire ancora una volta.
Il panico prende possesso del mio corpo e le lacrime sfuocano l'immagine di mia sorella.
"Non di nuovo!", scatto in avanti e cerco di afferrarla.
"Mi dispiace", inizia a piangere anche lei.
"Ti prego, non ancora! Ho bisogno di te", urlo.
"Sono nel tuo cuore, piccola peste", sorride.
"Non basta, ti voglio al mio fianco, Evie ti prego!", le rimane solo il volto.
"Ti voglio bene piccola peste, continua a sognarmi, non dimenticarmi", svanisce.
"Evie! Evie! Non lasciarmi sola, Eveline!", urlo.
Mi alzo in piedi e inizio a prendere tutte le cose intorno a me.
Le butto e le lancio in aria.
Afferro i quaderni, le penne, le coperte, i vestiti, tutto quanto, tutto quello che riesco a vedere viene lanciato.
Ma nonostante questo, il dolore continua a divorarmi da dentro.
Mi risucchia tutta l'energia vitale, mi lacera il cuore, mi taglia il respiro.
Questa cosa non mi porta sollievo, mi distrugge ancora di più.
Mi fa notare quanto sono debole e piccola.
Lascio cadere le ginocchia a terra, ma non provo niente, il nulla totale.
Ormai questo dolore mi ha distrutta, ha annientato il mio corpo, mi ha resa uno zombie vivente.
Continuo a fissare il vuoto, in silenzio, sola con la mia esasperazione.
Un tonfo improvviso mi sveglia, sobbalzo dal letto e mi metto a sedere.
Muovo ripetutamente la testa e cerco di fare mente locale.
Metto la mano sul petto e realizzo di aver avuto un altro incubo, o sogno, se si può chiamare così.
Era da un po' che non sognavo mia sorella, ma ultimamente, Eveline é ritornata e ha ripreso a riapparire nella mia testa.
Prendo gli occhiali e poi afferro l'elastico legato al polso e mi faccio uno chignon improvvisato.
Mi tolgo le coperte e quando mi giro per scendere dal letto, vedo la sua figura statuaria.
Indossa dei pantaloni della tuta neri, una maglietta a maniche corte grigia e scarpe nere.
I suoi capelli sono scompigliati come sempre e il suo sguardo inizia a bruciarmi la pelle.
Vedendo il suo viso, l'ansia inizia a prendere possesso del mio corpo e la scena di ieri sera riprende a girare nella mia mente.
Il dolore si insinua nuovamente nel mio petto e le mani iniziano a sudare.
Fa male rivederlo.
"Dovevi essere nella mia stanza alle 7", la sua voce é fredda.
"Stai calmo! Ho ritardato solo di qualche minuto", sbuffo.
"Qualche minuto? Sono le 12:30, ragazzina", afferro il telefono appoggiato sul condomino accanto al mio letto.
Guardo l'ora e ha ragione!
Non ho messo la sveglia!
Perché le ragazze non mi hanno svegliata?
E dove é finito mio fratello?
Dove si sono cacciati tutti?
E cosa ci fa Aiden in camera mia?
Come ha fatto ad entrare?
"Mi scusi tanto, padrone!", mi alzo arrabbiata.
Lo supero, ma lui afferra subito il mio braccio.
Mi tira verso di lui e inizia a guardarmi il viso.
Porta la mano sulle mie guance e inizia ad accarezzarle.
"Perché hai pianto?", domanda.
Il suo timbro di voce cambia, non é più freddo, sembra quasi dolce.
"Non sono affari tuoi!", mi divincolo e indietreggio.
"Stesso incubo?", si avvicina.
"Di che cosa stai parlando?", sono confusa.
Come fa a sapere dei miei incubi?
Solo Ariel, Stella, Nate e la mamma ne sono a conoscenza.
Io non ho mai parlato con nessuno di questo problema, soprattutto con questo ragazzo.
Possibile che sia un libro aperto per lui?
"A casa mia", parla.
Alzo il sopracciglio, sono ancora più confusa di prima.
"Anche a casa mia hai pianto durante il sonno", nel sentire questa frase mi viene in mente quel calore.
Allora quella sensazione calda e piacevole era reale.
Non era un sogno, lui era accanto a me, mi ha stretta a lui, era presente, non mi ha lasciata sprofondare negli abissi del dolore.
"Beh, non sono affari tuoi", mi metto sulla difensiva.
"Che cosa hai sognato? Cosa turba il tuo sonno?", ormai é davanti a me.
I suoi occhi fissi su di me mi fanno tremare le ossa, ma il movimento delle sue labbra, mi ricorda ancora una volta il bacio con Anastasia.
Abbasso subito lo sguardo e lo supero nuovamente.
"Vai via Aiden", parlo dandogli le spalle.
"No, parlami ragazzina", sento il suo sguardo bruciarmi la pelle.
"Non devi intrometterti nella mia vita privata! Ora vattene!", stringo i pugni.
"Non voglio, devi svolgere il tuo lavoro", ma quanto é testardo?
"Il mio lavoro? Per questo sei venuto qui?", mi giro verso di lui.
"Sì, non hai rispettato l'orario", incrocia le braccia.
Mi faccio guidare dalla rabbia e inizio ad avanzare verso di lui.
"Qui la gente sta male e tu te ne freghi!", lo spintono, ma senza risultati.
"Pensi solo a te stesso e ai tuoi comodi!", altra spinta.
"Non ti interessi a niente e a nessuno!", ancora un'altra.
"Sei una persona fredda, senza sentimenti!", i miei polsi vengono afferrati da lui.
"É questo che pensi di me?", domanda.
Non rispondo, non ho la forza necessaria per continuare questa discussione.
Ho già detto abbastanza, mi sono spinta troppo avanti, mi sono lasciata andare.
Tutta la rabbia e il dolore di ieri sera stanno uscendo fuori ora che é davanti a me.
Ne approfitto per sputargli contro tutto quello che ho provato, ma tanto lui non capirà, lui non prova niente.
"Rispondi ragazzina", stringe leggermente la presa.
"Sì! Sì! É questo quello che penso di te", lo guardo negli occhi.
"Non capisci niente", lascia la presa e si dirige verso la porta.
"Io non capisco niente?", alzo il tono di voce.
"Esatto", apre la porta.
No, ora basta farsi mettere i piedi in testa da lui!
Mi dirigo verso Aiden, afferro la sua maglia e chiudo la porta, mi posiziono davanti ad essa e cerco di farlo indietreggiare.
Si sposta leggermente e io riprendo a respirare.
A causa dell'adrenalina in circolo, ho dimenticato di prendere fiato.
"Spostati", freddo e distaccato.
"Non voglio", rispondo.
"É un ordine! Spostati ragazzina", anche lui alza il tono di voce.
"Sono stanca dei tuoi ordini!", stringo i pugni.
"Non mi interessa, dovrai obbedire per tutto l'anno scolastico", mi guarda male.
"Per te sono solo un giocattolo, vero?", domando.
Lo so, non dovevo farlo.
Ma in questo momento mi lascio guidare dalle emozioni e dai miei sentimenti, voglio sapere la verità, voglio sapere cosa lega Aiden ad Anastasia.
"Perché mi fai questa domanda?", dovevo aspettarmi questa mossa.
"Tu rispondi e basta", lo guardo dritto negli occhi.
Inizio a non respirare a causa del suo sguardo, le gambe diventano sempre più molli, il cuore batte all'impazzata e le mie orecchie sentono solo questo bum bum continuo.
"Rispetta la tradizione, punto e basta", mi sposta ed esce dalla mia stanza.
Quando sento la porta chiudersi, mi butto a terra, posiziono la schiena su di essa e riprendo a respirare, ma le lacrime iniziano a rigare nuovamente le mie guance.
Mi lascio andare ancora una volta.
La sua non riposta mi ha aperto ancora di più la ferita, il suo silenzio mi ha confermato il tutto.
Per lui sono solo un semplice giocattolo, la sua pedina personale, non gli importa di me, lo ha dimostrato anche poco fa.
I suoi momenti di tenerezza erano causati solo dalle circostanze, ha solo provato pietà e basta.
A lui servo carica, in forze, sono inutile in questo momento, forse é per questo che é andato via.
Si é stancato di vedermi in questo stato, si é stufato di rispondermi, si é stancato di me.
É andato via e mi ha lasciata sola, in preda al dolore e avvolta dal silenzio.
Devo rialzarmi e questa volta al 100%.
Aiden per me non esiste più, eseguirò solo i suoi ordini perché voglio proteggere me stessa e basta.
Niente conversazioni, niente momenti teneri, niente discussioni, niente sguardi, niente di niente, solo ed esclusivamente "professionalità", se si può chiamare così.
Mi alzo da terra e mi dirigo verso il mio armadio.
Inizio ad osservare i miei vestiti e una lampadina si accende all'interno della mia testa.
Oggi voglio cambiare del tutto.
Addio Aiden, benvenuta nuova me.
Sarò più forte di prima, ancora più fredda, ancora più distante, basta farsi coinvolgere emotivamente da un ragazzo, non é salutare per la mia persona.
Prendo un vestito attillato nero, regalo di Stella, e poi delle calze sottili color pelle.
Mi dirigo in bagno e vado dentro la doccia.
Inizio a lavarmi e dopo aver finito passo al trucco.
Stavolta esagero un pochino, applico il fondotinta, una linea sottile di eye-liner e il mascara.
Esco dal bagno e afferro i vestiti, dopo averli indossati, afferro le mie Dr Martens, ma quelle bordeaux stavolta.
Prendo una borsa nera, metto al suo interno l'occorrente più il mio telefono ed esco dalla stanza.
Quando esco dal reparto femminile, tutti iniziano a fissarmi, ma non mi importa, continuo a camminare.
Mando un messaggio ad Ariel chiedendole dove si trova in questo momento.
Dopo qualche secondo mi arriva la sua risposta, é in mensa, così mi ha scritto.
Mi dirigo a passo svelto e deciso verso la mia meta.
Appena arrivo al suo interno, le persone si girano a guardarmi, inizio a sentirmi un pochino a disagio, ma quando vedo il suo sguardo, l'imbarazzo inizia a prendere il sopravvento.
No, Abby, basta!
Non devo più farmi condizionare da lui.
Posiziono una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi dirigo verso la mia famiglia.
"Chi sei tu e cosa ne hai fatto di mia sorella?", Ariel mi guarda stupita.
"Sono sempre io Ariel", rispondo.
"O mamma mia! Abigail Watson stai indossando il mio regalo!", Stella posa il suo vassoio e viene verso di me.
Mi afferra la mano e mi fa fare una giravolta.
"Sei una bomba!", é entusiasta.
"Non esagerare", credo di essere arrossita.
"Stella ha ragione, sei bellissima Abby", Ariana sorride.
"Grazie Ari", mi siedo accanto a lei.
"E mi sa che qualcuno é d'accordo con noi", Ariel guarda un punto fisso.
"Chi?", mi giro.
Appena i miei occhi incrociano i suoi, una scarica elettrica attraversa la mia spina dorsale.
Purtroppo, mi provoca ancora lo stesso effetto.
Odioso Aiden Walker!
Mi giro subito e inizio a torturarmi le dita.
"A cosa dobbiamo questo cambiamento radicale?", domanda Stella.
"A niente", mi mordo il labbro inferiore.
"Hai fatto quella cosa! Parla Abigail Watson, non mentire a tua sorella", Ariel mi riprende.
Nel sentire la sua frase mi spunta un leggero sorriso, anche Eveline riusciva sempre a capire le mie bugie.
Non ho ancora capito quale movimento confermi le mie menzogne, ma fatto sta che non posso mentire in questo momento.
"É successo qualcosa?", domanda Ariana posando la sua mano sopra la mia.
"Sono successe tante cose", sussurro.
"Che cosa?", domanda dolcemente.
"Non qui ragazze, é troppo affollato", mi sento a disagio in questo posto.
Soprattutto sotto lo sguardo indagatore di Aiden.
"Okay, dopo mangiato andiamo in camera", Ariel mi fa l'occhiolino.
"Grazie", la guardo.
Le ragazze iniziano a mangiare e io mi alzo per andare a prendere qualcosa da sgranocchiare, anche se non ho molta fame.
Prendo un piatto di pasta al sugo e della macedonia, afferro il vassoio e mi dirigo verso le ragazze.
Ma una figura dai capelli rossi entra nel mio mirino visivo e senza pensarci inizio a seguire i suoi movimenti.
Mi siedo accanto ad Ariana continuando a tenere d'occhio Anastasia.
Si avvicina con passo deciso verso Aiden.
Una strana sensazione nasce dentro di me, non é rabbia o delusione, é fastidio, si questa scena mi da fastidio.
Si siede sulle sue gambe e senza accorgermene, inizio a stringere i pugni e anche forte.
Lo guarda negli occhi e iniziano a parlare.
Quanto vorrei essere una mosca in questo momento e ascoltare la loro conversazione.
Ma cosa mi prende?
"Sento puzza di gelosia", Stella attira la mia attenzione.
"Ti sbagli", rispondo subito.
"Non credo proprio, stai uccidendo Anastasia con lo sguardo", mi punta la forchetta.
"Io non sono gelosa, a me Aiden non interessa", stringo ancora di più i pugni.
"Certo", Stella allunga questa parola.
Mi giro e continuo ad osservare la scena.
Anastasia si avvicina all'orecchio di Aiden e il mio cuore non riesce più a reggere.
Mi alzo di scatto, afferro la borsa e mi dirigo verso l'uscita.
Non ci riesco, non posso farcela.
Lui é qui, é dentro di me, continua ad essere un pensiero fisso, mi risucchia tutte le energie, mi fa male, mi fa andare fuori di testa, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi fa bene, lui mi fa provare un sacco di emozioni.
Mi sta distruggendo, ma al tempo stesso mi sta fortificando, é un continuo combattimento con me stessa.
Lui é la mia guerra personale, il mio scompiglio quotidiano.
Entro nella mia stanza e chiudo la porta.
Appoggio la fronte sulla sua superficie liscia e inizio a fare piccoli respiri accelerati.
"Calmati Abby", continuo a ripetere questa frase a me stessa.
Ma il cuore continua ad aumentare di battito e non so come placarlo.
La scena del bacio riprende a girare nella mia mente e il fatto che Anastasia si sia seduta sulle gambe di Aiden non mi aiuta per niente.
Perché non si sposta?
Perché non reagisce?
Questa sensazione continua a rimanere nel mio petto, questo fastidio aumenta e non so cosa fare.
Non riesco a decifrare tutto questo, é così nuovo e indescrivibile.
Tolgo la fronte dalla porta e inizio a fare avanti e indietro per la stanza.
Cosa devo fare?
Come faccio ad evitare Aiden?
Ovunque vado é presente, lui non mi aiuta, mi mette sotto pressione.
L'ansia inizia a farmi compagnia e le mie emozioni non hanno intenzione di darsi una regolata.
Ma il mio cuore sobbalza non appena sente un rumore.
Toc toc toc
"É aperto", parlo pensando che siano le ragazze.
"Cosa ti é saltato in mente?", non può semplicemente sparire?
"Che cosa vuoi ora?", mi giro irritata verso di lui.
"Come ti sei vestita?", indica il mio abbigliamento.
"Decido io come vestirmi", sbuffo.
"No,non puoi. Ti proibisco di indossare questo genere di outfit", incrocia le braccia.
"E perché scusa? É il mio corpo! Decido io come abbellirlo!", la rabbia continua a salire, ormai sono al limite, di nuovo.
"Non decidi tu...",
"Ah, scusa devo obbedire ai tuoi ordini", interrompo la sua frase.
"Esatto", si passa una mano fra i capelli.
"Comunque io non ti ascolterò, ora esci dalla mia stanza", indico la porta.
"Perché sei così testarda?", si altera.
"E perché tu sei così insopportabile? Lasciami vivere!", porto le mani sui miei fianchi, ormai esasperata.
"Cambiati e subito", mi fissa.
"Non voglio", incrocio le braccia.
"Ora", mi guarda male.
"Assolutamente no", rispondo.
Nessuno dei due cede, non abbiamo intenzione di perdere, questo continuo tenerci testa esaurisce le nostre forze, ma allo stesso tempo ci tiene legati.
I nostri caratteri sono incompatibili in questi momenti, ma nei momenti teneri si incastrano alla perfezione.
"D'accordo!", é il primo a cedere.
Wow, non mi aspettavo questo risultato.
Perché ha ceduto?
Si é davvero stufato di me?
Mi lascerà sola ancora una volta?
"Verso le quattro vieni da me", mi guarda.
"Va bene", stavolta sono io a cedere.
Ogni tanto dobbiamo abbassare l'ascia di guerra, abbiamo bisogno di un po' di tregua.
Aiden non risponde, mi fissa ancora per qualche secondo per poi uscire dalla stanza.
Quando apre la porta si ritrova Ariel, Stella e Ariana davanti a lui.
Tutte e tre lo guardano malissimo, ma fortunatamente rimangono in silenzio.
Lui esce e loro entrano, chiudono la porta e mi guardano con sguardo interrogativo.
"Sedetevi", sono esasperata.
Loro mi ascoltano e io inizio a raccontare tutto quanto, partendo da ieri sera.
"Non ci posso credere! Si sono baciati!", Ariel alza la voce.
"Shhh! Non urlare", vado verso di lei per tapparle la bocca.
Lei inizia a borbottare qualcosa, ma io non riesco a capirla e dopo qualche secondo lecca la mia mano.
"Che schifo!", la guardo male.
"Lo hai voluto tu", mi fa la linguaccia.
"Sei gelosa Abby?", domanda Stella.
"Ma cosa dici?", mi passo una mano fra i capelli.
Inizio ad avere caldo e non capisco il motivo.
Afferro l'elastico e mi lego i capelli.
"Abby, sei gelosa?", ripete Stella.
"No, affatto. Aiden non mi interessa",mi mordo il labbro.
"Ancora! Bugia!", Ariel e Stella pronunciano la stessa frase.
"Vi odio in questo momento", faccio loro la linguaccia.
"Allora?", domanda Ariel.
"Non lo so ragazze, sono confusa", mi siedo affranta sulla sedia a rotelle davanti alla scrivania.
"Secondo me, dovresti parlare con lui", interviene Ariana.
"No, Ari, non se ne parla. Io non mi mostrerò debole davanti ai suoi occhi", mi torturo le dita.
"Questo non é essere deboli, anzi, chi ammette i propri sentimenti é forte", mi scruta con i suoi occhioni grigi.
"Io non provo niente", puntualizzo.
"Certo, come dici tu", Ariel e Stella roteano gli occhi.
Le fulmino con lo sguardo e poi mi alzo in piedi.
"Dove vai?", domanda Ariel.
"Dal suo amato", Stella parla in modo teatrale.
"Piantala!", la guardo male.
Lei fa finta di zittirsi la bocca e io mi dirigo verso la porta.
"Vado da lui", le guardo.
"Buona fortuna", Ariel mi fa l'occhiolino.
"Fai attenzione", Ariana viene ad abbracciarmi.
"Grazie", sussurro.
La sento annuire.
Lascio la presa ed esco dalla stanza.
Inizio a camminare verso il reparto maschile.
Un sacco di domande iniziano a formarsi nella mia testa.
Questo fastidio a cosa é dovuto?
Più cerco di evitarlo e più voglio stargli accanto, lui é il mio collante e questa cosa mi spaventa e tanto.
Ho paura di quello che sento nei suoi confronti, non voglio legarmi sentimentalmente ad una persona, non voglio soffrire come ha sofferto la mamma.
Ne ho abbastanza del dolore, ma Aiden non mi rende la vita facile.
Sta abbattendo il mio muro e non va bene, si insinua lentamente dentro di me, piccoli passi alla volta, piano piano sta conquistando il mio cuore e non va bene.
Sono in pericolo, il mio cuore é in ostaggio, la mia mente é andata.
Tutto per colpa di questo ragazzo.
Arrivo davanti alla sua porta, prendo un bel respiro e busso.
Stranamente non sento niente, molto strano.
Insisto ancora per qualche secondo, niente.
Starà dormendo?
Metto la mano sulla maniglia e inizio ad avere una battaglia interiore.
Non devo aprirla, infrango la sua privacy.
Ah! Ma quale privacy?
Lui invade sempre la mia, per esempio stamattina é entrato senza bussare.
Decido di abbassare la maniglia, é aperta, quindi entro dentro la sua stanza.
É vuota, lui non é qui.
Allora perché la sua porta é aperta?
Dopo qualche secondo sento un rumore.
Mi giro di scatto ed é dietro di me.
"Cosa ci fai qui?", domanda stranito.
"Volevo vederti", rispondo.
"Senti già la mia mancanza, ragazzina?", sorride maliziosamente.
Nel vedere questo suo bel faccino da prendere a schiaffi, dimentico il motivo del perché sono qui.
La rabbia inizia a scorrere nuovamente nelle vene e addio calma.
"Lascia perdere", mi dirigo verso la porta.
"Scherzavo, allora cosa é successo?", non si sposta.
Non mi lascia libero accesso, sono intrappolata nella sua stanza.
Bella mossa Abigail, davvero, ti sei incastrata da sola.
"Niente, lascia perdere", cerco di mettere la mano sulla maniglia.
Ma Aiden si mette davanti ad essa, impedendomi la via di fuga.
"Sto aspettando", incrocia le braccia.
Pensa Abby, pensa.
Devo trovare una scusa, ma una scusa intelligente.
"Sono venuta ad eseguire i tuoi ordini", spero vada bene.
"Sei in anticipo", alza il sopracciglio.
"Volevo iniziare prima così da poter finire presto", mi mordo il labbro inferiore.
"Okay", allunga questa parola.
Basta domande, ti prego, basta, dammi solo degli ordini, piccoli ed insignificanti ordini.
"Allora...", si sposta dalla porta e inizia ad andare verso il suo letto.
"Devi pulire la stanza, la cucina e il bagno", mi guarda attentamente.
"Okay, dammi l'occorrente per pulire", alzo le spalle.
Si dirige verso l'armadio, apre una porta e tira fuori una scatola grigia.
La apre ed estrae l'aspirapolvere, compone i pezzi per poi porgermelo.
Afferro questa cosa e lo ringrazio.
"Inizia, io rimarrò qui a controllarti", si sdraia sul letto.
"Non é necessario, so fare le pulizie", lo guardo male.
"Non devi scappare, per questo rimango qui", alza le spalle.
"Bene. Allora inizierò a pulire la sua stanza, padrone", afferro il filo e attacco la spina.
"Così si ragiona", afferra il suo telefono.
In che guaio ti sei cacciata Abby?
Io e la mia boccaccia!
Devo smetterla di seguire il mio istinto, mi sta rovinando la vita.
{Prendimi per mano e portami lontano, nel nostro posto quotidiano}
Ciao amici lettori!
Come state?
Cosa ne pensate di questo capitolo?😘
Onestamente non é granché, non mi piace molto🙈ma volevo fare un capitolo di passaggio, nel prossimo succederà davvero qualcosa🥰
Siete curiose di scoprire cosa succederà tra Anastasia ed Aiden?
Lo scoprirete presto😘
Piccolo spoiler: l'atteggiamento di Aiden avrà una piccola svolta nei confronti di Abigail🤭succederà una cosa inaspettata, okay per ora basta🤭
Vi aspetto al prossimo aggiornamento❤️
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