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È un'ora amara quella che segna l'orologio: le otto e venticinque. I numeri verdi che campeggiano su tutti gli schermi, indicano che mancano solo cinque minuti alla partenza della flotta. È tutto pronto per lo scattare dell'ora X: non c'è niente di peggio che il dover aspettare. Che sia per partire o l'inizio della battaglia è sempre un sentirsi in un limbo che non sembra avere via di uscita.
Non possiamo più aspettare su Lemuria: se gli Altri non attaccano, saremo noi a stanarli dal buco in cui si nascondono: hanno tolto di mezzo facilmente la nave che avevamo mandato, non potranno far fuori l'intera Astrea - almeno spero.
Volto lo sguardo verso il lato della pista: Sayth tiene gli occhi fissi sulla Starfall, continua a tenere la mano di Cyd che tiene Jacob in testa mentre Erix le accarezza lentamente i capelli. Mi si stringe il cuore a vederla: mi sembra così indifesa e così lontana. L'idea di non poterla rivedere, di non essere con lei mentre cresce mi dà i brividi.
Kase saprà sicuramente dove ci troviamo, confido nelle difese del pianeta per la protezione di chi rimarrà a terra: non potrei mai perdonarmi se a Sayth succedesse mentre io non ci sono.
Axel mi mette una mano sulla spalla. «Vai a salutarla, potrebbe essere...» si blocca, mordendosi un labbro.
«L'ultima volta. Lo so».
Scendo velocemente e subito Sayth mi viene incontro, prima con qualche passetto incerto, poi a corsa e la stringo il più forte che posso non appena è tra le mie braccia. Mi mordo un labbro, cercando di non piangere, di ricacciare indietro le lacrime e il pensiero che potrebbe essere l'ultima volta che la vedo, che l'abbraccio. Le bacio la fronte, vorrei tanto non doverla lasciare su Lemuria: so che c'è Erix con lei, ma forse avrei dovuto lasciare a qualcun altro il comando della flotta.
"Non essere scema" mi avrebbe risposto lui.
Sayth mi passa un sacchettino rosa, la guardo confusa, poi alzo lo sguardo verso Erix, in piedi dietro di lei. Si limita ad alzare le spalle, sorridendo appena, ma ha gli occhi lucidi.
Prendo il pacchettino, lo rigiro tra le mani varie volte e poi mi decido ad aprirlo. C'è un braccialetto all'interno fatto di perline di legno, dipinte di bianco, tranne una nera, al centro.
«Così non saremo lontane» sussurra lei mostrando il polso dove indossa un braccialetto uguale, con solo i colori scambiati. Le do un bacio sulla fronte.
«È stupendo».
Lei sorride, andando poi a stringersi a una gamba del padre; sento gli occhi pizzicare mentre mi alzo sospirando. Erix mi accarezza una guancia.
«Non staccherò gli occhi dal cielo, voglio vedervi tornare con la testa di Kase». Annuisco: per quanto possa essere difficile, è l'unica cosa che possiamo fare. Se proprio dobbiamo morire, almeno proviamoci. «Comandante... No, amore mio... Mi mancherai».
«Anche tu, cretino, anche tu» gli rispondo stringendogli una mano.
Così, il momento è giunto.
Non credevo potessimo lasciare di nuovo Lemuria, che potessimo tornare in guerra: fa male vedere il pianeta allontanarsi sempre di più, ma soprattutto fa male sapere che c'è qualcuno che mi aspetta lì sopra.
«Che vita di merda» sbotta Axel non appena siamo in volo. «Per una volta che ti sistemi e devi sempre tornare nei guai. Che famiglia perfetta che ho, poi».
Aesta scuote la testa. «Gelatina, chetati».
«Ti tiro un ceffone» ribatte lui.
«E io vi dimezzo gli stipendi se continuate» dico passando alle loro spalle. Ho pure ricominciato a portarmi dietro i fogli arrotolati con cui poterli colpire in testa. Mi sembra di aver fatto tra passi verso il passato, con Aesta e Axel ai comandi della Starfall, pronti a mettere tutti nei guai.
«No, ti prego. Ah, comunque una cosa, Vivi».
«Che c'è, Axel?» chiedo sospirando. Immagino stia per chiedere un aumento.
«Quando tutto sto casino finisce, tu mi devi un aumento».
Come volevasi dimostrare. «Prima dobbiamo concludere la guerra. Ed è appena iniziata, razza d'idiota. Non voglio sentire parlare di stipendi finché non torniamo! E non è nemmeno detto che ci si riesca: Minerva contro Thanatos è quasi inutile. Hanno distrutto un intero sistema di pianeti. Noi cos'abbiamo fatto esplodere?»
Aesta e Axel si guardano, iniziano poi a elencare una lista di pianeti e basi che effettivamente abbiamo fatto esplodere con Minerva.
«Ok, ok. Ho capito! Qualcosa è esploso davvero!»
«Vivi, guarda solo di farti andar bene un'idea. Sappiamo tutti che da quando è nata Sayth sei più... malleabile però siamo in guerra adesso. Rifiutare di uccidere porterà alla nostra distruzione. Se c'è da far esplodere qualcosa...» Interrompo Aesta con un gesto secco della mano.
«Siete autorizzati a buttarmi fuori bordo il giorno in cui mi rifiuterò di far esplodere qualcosa».
«Allora dovremmo proprio aspettare l'eternità» borbotta Axel. «Mai una volta che si possa avere una gioia su questa nave».
Gli tiro i fogli in testa - dire che non aspettavo il momento da giorni sarebbe una bugia.
«Portati sulla rotta, che abbiamo già fatto far troppi danni agli Altri». L'intera flotta è dietro di noi, il radar non mente. Quanti altri pianeti dovranno fare la stessa fine dell'Atlantis e dei suoi satelliti, quante altre vite si dovranno perdere prima che si arrivi a una soluzione? La via pacifica è stata bloccata da Kase prima che potesse anche essere percorsa, l'unica strada percorribile è quella della guerra. Ci hanno distrutto quella pace che avevamo costruito, possiamo solo rimboccarci le maniche e iniziare di nuovo a costruirla. Non so quanto tempo ci vorrà o se riusciremo a vedere la fine di questa guerra.
«Se proprio dobbiamo morire, almeno proviamoci!» strilla Balee. Nemmeno con il comunicatore mi vuole dare tregua. «Andiamo, Vivi. Aspettiamo i tuoi ordini da minuti interi, muoviti a dire qualcosa invece di pensare a maltrattare il tuo equipaggio».
Sospiro. «Zavis, avverti tutte le navi. Facciamo rotta verso il sistema 9051 Centauri IV. È arrivata l'ora di finirla».
«Coordinate inserite, sistemi completamente operativi. Nave 5930 pronta al salto» annuncia Aesta. Di nuovo quelle parole. «Procediamo».
Axel annuisce, abbassa la leva: è un attimo prima che le stelle si allunghino davanti a noi. Lancio uno sguardo allo schermo con le posizioni delle altre navi: una dopo l'altra, l'intera Astrea si allinea alla frontiera del 9051 Centauri IV.
«Quindi che facciamo? Giochiamo a carte?» chiede Axel. Aesta gli tira un pugno sulla spalla, poi si volta verso di me. Annuisco con un cenno del capo. Non ci coglieranno impreparati.
«Caricate Minerva» ordino portando le braccia dietro la schiena: non voglio trovarmi a doverlo sistemare all'ultimo secondo, ognuno di essi è importante contro gli Altri.
«Sissignore» mi rispondono gli addetti al sistema. Gli ignoro, notando che Nayla si è alzata, tenendo il PC in mano; sembra preoccupata a morte.
«Il segnale è sparito».
«Come sarebbe a dire "Il segnale è sparito"?» le chiedo deglutendo a vuoto: non è proprio quello che avrei voluto sentire da lei.
«Sembra si sia spostato rispetto al 9051, come se Kase si fosse allontano da qui, in un punto dove il segnale non può raggiungerci».
«Siamo in trappola?» chiede Zavis.
«L'unica cosa è andare a controllare di persona» gli rispondo. Eppure dovrebbero sapere che per me essere in trappola è solo quando effettivamente non c'è via di uscita: finché si può fuggire facendo esplodere qualcosa, non siamo in trappola. Ma gli Altri sono nemici di cui conosciamo troppo poco per capire quale effettivamente sia la nostra condizione.
«Potremmo anche posizionare qualche ripetitore in modo da avere più possibilità di segnare il suo percorso» dice Nayla chiudendo il computer. «Hai qualche parabola a bordo? Posso cercare di creare qualcosa».
«Sì... credo di sì... non ho idea di quel che ci sia a brodo: controlla pure tra i pezzi meccanici».
«Datemi qualche ora di tempo: assemblo qualcosa e scendiamo».
Annuisco, guardandola allontanarsi: non vedo motivo di fermarla se è qualcosa che può aiutarci. Non ho idea di quel che voglia creare, ma ora come ora mi sembra di avere il vuoto in testa. Guardo fuori: Rama è da qualche parte davanti a noi. Siamo ai limiti dei territori della Lega e, anche se queste zone si sono sempre definite neutrali, la realtà era che commerciavano sia con la Federazione che con l'Alleanza. Kase è andato a scegliere una zona davvero ottima nel campo della metallurgia, vorrei proprio sapere cosa sta progettando...
«Scendiamo con la Starfall o con una LWSS?» chiede Aesta grattandosi una guancia riscuotendomi dai miei pensieri.
«Andiamo con questa. Con una LWSS non avremmo molte difese, strano che l'abbia chiesto proprio tu, Aesta» risponde Axel al posto mio.
«Sai, rischiare di perdere tutta l'ammiraglia non mi pareva il caso» ribatte lei scoccandogli un'occhiataccia
«Le LWSS si usano per attaccare. Qui probabilmente dovremmo difenderci».
«La smettete di litigare per una buona volta?» urlo loro voltandomi di scatto mentre continuano a battibeccare. Porteranno di nuovo la mia salute mentale al limite della sopportazione.
«Ho fatto» annuncia Nayla dopo un paio di ore all'interfono.
Non è successo niente in questo lasso di tempo, il che ha contribuito ad aumentare la mia ansia. Vorrei tornare su Lemuria, poter dire a Sayth che va tutto bene, che presto saremo di nuovo a casa, ma non ho idea se la rivedrò un'altra volta, non so nemmeno se la Starfall farà ritorno questa volta.
Siamo in guerra, ma non può essere tutto così calmo: è inquietante essere da soli nello spazio sapendo che il nemico potrebbe essere ovunque. Anche quando eravamo diretti a sistemare Minerva sembrava tutto calmo – poi per poco Erix non mi fece fuori.
«Passate l'ordine alla flotta. Rimarranno qua tutte le navi a eccezione di questa, la Star Fury e la Star Opal. Se abbiamo bisogno di copertura, quelle sono le migliori».
«Sissignore» risponde Aesta passando il messaggio.
L'interfono gracchia, è una chiamata dalla Star Fury.
«Vivi, aspetta». Dal tono della voce, Balee sembra preoccupata. «Vado io in avanscoperta. Se c'è proprio qualcuno che deve essere tirato giù, tocca a noi. Era casa nostra questa, non chiederemo niente di meglio che finire la vita qui».
Stringo le mani sul bordo della giacca. Non so nemmeno come risponderle: morire sull'Atlantis, per come si erano evolute le cose, poteva essere quasi allettante, ma ci sono anche io dietro al piano di evacuazione... ed Erix ha la sua grande parte di responsabilità nella trattativa fallita – ci basterebbe veramente poco per dover fronteggiare un processo.
«Va bene, Brigan» dice Axel al posto mio. La Star Fury ci passa davanti, Axel aspetta che sia abbastanza lontana prima di muoversi. La Star Opal è al nostro fianco: entrambe le navi avanzano a pari velocità, ma vorrei sapere a che sta pensando De Algy... Prima della partenza, mi è sembrato più scontroso del solito: so che non mi sopporta, ma avrei pensato che almeno in guerra avrebbe deposto le antipatie personali.
«Dici che De Algy ti sta infamando per averlo fatto smuovere?» chiede Aesta facendo ridacchiare Axel.
Annuisco con un cenno del capo. «La sua nave, mio malgrado, ha un sistema di attacco ottimale e lasciarla qui ad aspettare, quando la situazione è tranquilla, non ha molto senso».
Atterriamo su Rama dopo un volo tranquillo, non abbiamo incrociato nessuna nave. È questo quello che mi preoccupa: non c'era nemmeno una nave commerciale. È strano, dal momento che Rama si tratta di uno dei centri commerciali più fiorenti insieme a Clovis YG-Δ.
Comincio a essere sempre più preoccupata: abbiamo privato la flotta dell'ammiraglia e la Starfall è l'unica in grado di provare a reggere un confronto con le Battle Cruise dei nostri avversari. Forse è stata una mossa avventata venire qui con la Starfall, ma non possiamo tornare indietro, non adesso.
Non ci è permesso fare due passi avanti e uno indietro: qualsiasi azione dovrà avere una logica, o almeno, essere pensata come tale.
Ma gli Altri sono imprevedibili, nemici sfuggevoli di cui non possiamo conoscere le vere intenzioni. Potremmo inseguirli anche per tutta la galassia senza capire veramente ciò che vogliono.
«Non ci vorrà molto»dice Nayla non appena mettiamo piede su Rama.
L'angolino buio e misterioso
Finalmente ci siamo. Ormai è tempo di guerra e le cose peggioreranno. Vi dico solo che sono arrivata a correggere il capitolo 15 e ho dovuto smettere perché ero sul punto di piangere.
Forse sono stata un po' cattiva.
Forse.
In ogni caso, ansia ne abbiamo?
Se volete, c'è pure il secondo extra con la Playlist aggiunto l'altro giorno dopo che il mio cervello è andato ha fatto shut down post parziale✨✨
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