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«Iniziamo» dico al microfono davanti a me. 

È così strano avere il consiglio riunito di nuovo su Lemuria: lascio vagare lo sguardo sulla sala e sui presenti, ma riguardo al fatto che non sia cambiato molto non so se essere triste perché tutto mi sta riportando a galla i ricordi della guerra precedente o felice perché almeno una certezza è rimasta nella mia vita. Aspetto che cali il silenzio prima di riprendere a parlare. 

«La situazione è delicata: gli Altri ci hanno dichiarato guerra nel momento stesso in cui hanno distrutto l'Atlantis. Noi abbiamo perso un importante centro di controllo per sviluppare e testare armi, tuttavia, abbiamo il progetto dell'Operatio Mortis. Troveremo il modo per vincere questa guerra, anche se il nostro obbiettivo, piuttosto che ingaggiare battaglia, deve essere scoprire il loro punto debole. Conoscete tutti Minerva ormai, per capire cos'è Thanatos – la loro arma – basta immaginare quella potenza raddoppiata e assegnata con lo stesso valore a più navi al posto di una. Non esiteranno certo a tirare giù con Thanatos qualsiasi nave della Lega che si avvicini ai loro territori, qualunque essi siano. Siamo fuggiti due volte dal B8, tornarci potrebbe essere un viaggio di sola andata per chiunque: benché l'idea di togliere di mezzo la loro base sia allettante, ci sono equilibri che non possiamo permetterci di alterare. Quindi, prima di proporre il piano "mandiamo la Starfall a fare esplodere qualcosa come al solito", pensateci bene. Non dico di trovare qui e adesso un piano di guerra, ma almeno la direzione in cui muoversi, sì. Attaccare senza un piano, chi ha servito sotto la Federazione, lo sa benissimo che ha funzionato in più di una volta. Voglio sapere per cosa propendete, voglio che tutto si decida insieme. Ormai non è più una cosa che riguarda solo un piccolo gruppo, adesso riguarda tutti. L'Astrea può farcela, a patto di non fare cazzate. So benissimo che alcuni equipaggi siano anche esperti nel ficcarsi nei guai, io stessa ne comando uno, forse il più abile nel trovarsi in essi. In ogni caso, l'unica opzione è quella di combattere: qualsiasi trattativa sarà inutile, non è quello che vogliono, pur di arrivare alla fine del loro piano non si fermeranno davanti a niente».

«Cos'è che vogliono?» 

Riconosco all'istante la voce che ha parlato nel momento stesso in cui mi sono fermata: si tratta di Balee Brigan, colei che comanda la Star Fury ed è capace di essere più in ritardo di Axel. 

«Non ne sono sicura, ma credo vogliano conquistare la galassia» le rispondo abbozzando un sorriso. Non ho mai capito quale sia veramente  l'obbiettivo di Kase e nemmeno Nayla è riuscita a capirlo. Quello che le ho detto sembra il motivo principale, ma potrebbe avere secondi fini che adesso ci risultano nascosti.

«Che palle, sempre i soliti motivi del cazzo. In ogni caso, se c'è da prendere a botte qualcuno, conta pure su di me». Sospiro, non so più cosa fare con lei: tra noi c'è sempre stata una giocosa rivalità sull'ingaggiare più battaglie possibili e nei primi tempi ci siamo ritrovate a rendere conto delle nostre azioni azzardate più di una volta. È l'unica cosa che sarà diversa in questa guerra: non c'è più spazio per le bravate o per le azioni avventate. Gli Altri seguono una logica, ne sono certa! Ma noi non possiamo partire senza avere un piano...

Dopo ore di dibattito, ci siamo trovati tutti concordi nel tracciare la mappa delle zone toccate da Kase: se non se ne accorge, potremmo sfruttare l'occasione per colpirlo. In questi primi tempi, manderemo una nave con a bordo dei robot, almeno non rischieremo vite umane.

De Algy, al solito, era contrario, a questo punto ho perso le speranze verso di lui dal momento che non ho idea di cosa voglia ottenere con quel comportamento di negazione continua: esporci troppo senza avere informazioni certe sugli Altri è inutile e pericoloso.

Inoltre, adesso che senso ha gettare calunnie su Nayla? È stata una decisione del governo a inserirla nell'equipaggio della Starfall, che colpa ne abbiamo noi?

«Io vado a prendere un caffè, vieni con me?» mi chiede Axel alzandosi in piedi e stiracchiandosi. Buona parte dei membri del consiglio sono giù usciti, rimaniamo in pochi nella sala. Annuisco distrattamente, senza pensarci troppo, poi ripiego il foglio con l'abbozzo del piano e mi alzo. Ci avviamo lungo le scale, la strada la conosciamo a memoria: prima rampa a sinistra, scendere di due piani, corridoio sulla destra ed ecco il punto di ristoro preferito da me,  Axel e Aesta.

Lui si appoggia al muro, stringe la tazza fra le mani mentre io aspetto che il tè finisca di scendere.

«Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo» mormora all'improvviso dopo aver gettato il bicchierino nel cestino.

«Anche a me... anche se... almeno con Erix sapevo come muovermi» sussurro guardando il liquido scuro nella mia tazza. «O meglio, che piano di riserva usare».

«Vivi».

«Sì?»

Axel stringe appena le mani, abbassa lo sguardo. «Credi che se distruggiamo gli Altri farò anch'io la stessa fine?»

Lo guardo alzando entrambi i sopraccigli. Non credevo potesse avere così tanta paura di morire.

«Te l'ho già detto: farò di tutto per proteggerti. E poi, non mi pare tu sia come loro... non sei una gelatina».

«In parte sì, Kase è mio padre».

Getto la tazza nel cestino e poi gli metto una mano sulla spalla. «Io non ti abbandonerò per nessun motivo. Troveremo il modo di salvarti se qualcosa va storto, non esiste codice che non abbia qualche difetto. La chiave per vincere sta nei progetti scritti da mia madre e Nayla, abbiamo con noi la seconda, non credo sia un problema srotolare la matassa. È il tempo che gioca a nostro sfavore».

Axel annuisce, ma è preoccupato. Lo abbraccio, sembra irrigidirsi per un attimo prima di ricambiare la stretta. Sorride appena, appoggia una mano sopra i miei capelli. Gli arrivo al petto e mi sembra di scomparire quando mi ritrovo in questa posizione, ma mi fa sentire protetta. Non cambierei per niente al mondo il legame che si è creato fra noi.

«Ah, siete qui» ci dice Aesta passandoci nel mezzo quando mi allontano da Axel. «Non ho dovuto nemmeno cercarvi, tanto, lo immaginavo. Riunione e caffè... o acqua pazza, tipico di Vivi» ridacchia mentre rimane ferma davanti alla macchinetta, cliccando poi il tasto del solito caffè. È strano vederla di nuovo in divisa, è tutto diventato strano da dopo la distruzione dell'Atlantis.

«Ho avuto da ridire con De Algy» esordisce soffiando sul caffè. «Si lamentava del fatto che fossi tornata sulla Starfall insieme a Nayla e di quanto fosse inconcepibile che ci fossimo sposate» annuncia dopo averlo bevuto d'un fiato.

«Ha da ridire su tutto e tutti, lascialo stare. Ha detto anche che il fatto che io abbia sposato Erix sia stata solo una mossa politica per togliere lui di mezzo e impedirgli di avanzare di grado».

«Che razza di idiota» borbotta Axel. «Se gli dico che frequento Zavis, forse esplode».

«Eh, a proposito dell'ammiraglio burbero e misterioso» esordisce Aesta avvicinandosi con il busto ad Axel e abbozzando un ghigno.

«Andiamo» sibilo loro dopo aver guardato l'orologio: non ho tempo da perdere con il gossip e non mi pare il posto giusto per parlarne. Axel apre la bocca per protestare, ma lo zittisco ancora prima che parli. «Siete ai miei ordini. Entrambi».

Loro due si guardano, alzano le spalle e mi seguono non appena mi avvio.

«Affari militari?» chiede Erix non appena ci incrociamo in un corridoio. Sayth gli saltella al fianco, Nayla la tiene per mano, ma si vede quanto la piccina sia impaziente di mangiare: non sarebbe così agitata se avesse la pancia piena.

«Diciamo di sì» gli rispondo. Ho bisogno di parlare con gli ufficiali, ma credo che qualcuno abbia idea di sballarmi i programmi. Sayth, infatti, mi ha afferrato la gamba. «Biscotto!» strilla guardandomi.

«Non ho niente, tesoro, mi dispiace» le dico mordendomi un labbro e cercando con lo sguardo un aiuto in Erix, ma che si limita a grattarsi una guancia. Sayth mette su lo sguardo da cucciolo ferito, scoppiando poi a piangere.

«È che non so dove sia il cibo in questa base, stiamo girando da prima» mi dice tutto d'un fiato Erix mentre cerco di calmare la bambina che si agita sempre di più.

«Io te l'avevo detto di chiedere in giro» sbuffa Nayla. «Avrei evitato volentieri di girare tutti i corridoi... ma le soluzioni più logiche tu le odi proprio, vero?»

«Credevo di riconoscere la strada... Vivi me l'ha spiegata una volta quando venni qui per la prima volta»

«Erix, sei un cretino».

«Lo so» risponde lui. «È che...»

«Mi sembrate davvero imbranati nel crescere una figlia» dice De Algy interrompendo Erix. Mi rimetto in piedi, stringendo una mano di Sayth - quell'uomo dai capelli biondo sporco sempre tenuti indietro dal gel non deve avvicinarsi a mia figlia.

Non mi ero accorta che fosse alle nostre spalle – che ci stesse seguendo? Sta ghignando, ma cosa si aspetta da noi? Più di così, cosa possiamo fare? Non è l'Atlantis, non possiamo lasciarla da sola per troppo tempo. È una bambina.

Axel mi mette una mano sulla spalla. «Perché non gli provi a dare Sayth per un'intera giornata? Forse scappa e non lo rivediamo mai più» sussurra facendosi sentire anche da Aesta che scoppia a ridere mentre io mi trattengo a stento.

«Ma che carina che è tua figlia!» strilla Balee arrivando alle spalle di Erix. Molla il pacco di fogli che aveva in mano ad Axel che la guarda confuso mentre lei si china alla sua altezza. Le sfiora il naso con un dito, poi la prende in braccio; Sayth la guarda inclinando la testa, allungando poi le mani verso il viso di Balee. «Ed è cresciuta tanto dall'ultima volta che l'ho vista!»

«Blep!» urla Sayth spiaccicando la propria mano sul naso di Balee.

«Che amore che sei!» le dice dandole vari bacini sulla faccia, facendola scoppiare a ridere. 

De Algy incrocia le braccia dietro la schiena e poi si allontana, borbottando qualcosa che non riesco a capire: meglio così, un pensiero in meno. Sarà difficile dover sopportare un altro periodo a stretto contatto con lui, ho davvero paura che le cose degenerino tra noi e, sinceramente, la divisione della flotta è l'ultima cosa che desidero. 

Sayth sorride, anche se si vede che è impaziente di mangiare: continua a infilarsi le manine in bocca, vuole quel biscotto e tormenterà chiunque pur di averlo. Probabilmente Erix gliel'ha promesso per farla stare buona.

«Che ha?» mi chiede Balee voltandosi di me. «Sapevo che fosse un terremoto, ma non immagino che si agitasse così tanto. Credevo esagerassi nei racconti, davvero».

«Vuole un biscotto» le rispondo. «Se ha fame, si agita il triplo».

«Dovevi vederla da piccola nella settimana in cui Vivi ci ha lasciato da soli a casa» aggiunge Erix. «Ha sempre fatto valere le sue ragioni, però».

«Oh, piccina! Ti lasciano senza mangiare? Che cattivoni...» la appoggia in terra, prendendo poi un pacchetto dalla tasca della giacca, lo apre e passa uno dei due biscotti a Sayth. «Ti assomiglia davvero tanto, Vivi» dice alzando lo sguardo verso di me quando Sayth glielo strappa dalle mani, iniziando a mangiucchiarlo.

Erix sbuffa. «Sempre e solo a lei assomiglia!»

Nayla fa un mezzo sorriso, poi gli tira un pugno sul braccio. «Meglio, dei cretini in famiglia ne basta uno».

Balee sorride, continuando a guardare la piccina. 

«Biscotto!» 

«Ne vuoi ancora?»

Sayth annuisce, allungando le manine verso Balee.

«Perché dovete foraggiare tutti di biscotti mia figlia?»

«Perché tu non lo fai, Vivi. Ed eravamo d'accordo che il comando sul cibo l'avrei avuto io» risponde Erix prendendo in braccio Sayth che gli si è avvicinata tenendo il biscotto in bocca.

«Se non li avessi finiti, foraggerei anche te» risponde Balee alzandosi senza difficoltà da terra. «Bene, io vado ad allenarmi un po', fammi sapere quali sono gli ordini».

Annuisco, salutando con una mano Balee che si allontana dopo aver fatto un buffetto sulla guancia a Sayth. 

«Ma io che me ne faccio dei suoi fogli?» chiede Axel. «Non sembrano nemmeno qualcosa di ufficiale...»

«Non mi stupisco più di niente da quando Aesta mi ha portato i preventivi delle scorte del caffè al posto di quelli per il carburante, portali con te, glieli renderò senza farmi troppe domande» gli rispondo.

Axel annuisce. «D'accordo... be', almeno io non ho fatto niente di scemo come lei».

«Dimentichi quella volta in cui hai gettato nel trita carta il rapporto che avevo preparato e quasi consegnato al consiglio un volantino pubblicitario?» rimbecca Aesta. Mi passo una mano sul volto mentre Erix e Nayla si guardano confusi. 

«Muovetevi. Non voglio sentire altre idiozie da parte vostra». Non voglio sapere quanti altri disastri hanno combinato negli anni e di cui io non sono a conoscenza.  Axel e Aesta sbuffano, continuando a guardarsi male.  «Dimezzo gli stipendi di entrambi se date origine a una rissa» aggiungo avviandomi lungo il corridoio. «Vi ricordo che siamo qui per lavorare, non per perdere tempo».

L'angolino buio e misterioso

Il primo capitolo pubblicato con una versione di Wattpad non 2010😍che cosa strana essere al passo con i tempi AHHAHA (se qualcuno mi segue su Instagram sa già che ho cambiato telefono - qualcuno ha detto "finalmente")
Anyway! Finalmente sono entrati in scena anche quei due. Che ne pensate?a me De Algy sta altamente sulle scatole ma non quanto il padre di Erix 🤣
Axel e Aesta che litigavano mi mancavano. Davvero. Sono così primo capitolo di ACDV1. Ow tra 11 giorni è un anno che sono su Wattpad. Rido.
È niente. Ci vediamo presto✨

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