36
«Ormai sono quasi due anni che siamo qua». Alzo gli occhi al cielo, appoggiandomi alla balaustra in riva al lago. «Però... è bello» dico voltandomi verso Erix che annuisce.
«Fate attenzione, voi due» riprende i bambini mentre Sayth cerca di coinvolgere Cyris nei suoi giochi.
«C'è qualcosa che ti preoccupa?» chiedo appoggiando una mano sul suo braccio. Non è da lui starsene così in silenzio.
«La capitale è quasi conclusa, le altre città ormai sono completate e i civili continuano ad arrivare. L'economia di Q'atis comincia a girare e ormai non dormiamo più sulla Starfall... però si sente che non è l'Atlantis, che non è la nostra terra. Cosa ci è rimasto?»
«L'orgoglio e la libertà. La nostra unica fortuna è che Sayth fosse piccola, non ricorderà molto. Possiamo solo insegnare alle generazioni future a non commettere gli stessi errori. L'importante è essere uniti, non credi?»
Sayth mi interrompe, aggrappandosi alla mia gamba.
«Cosa c'è, tesoro?» le chiedo abbassando lo sguardo.
«Vogliamo un gatto».
«Cosa?» chiede Erix. «Hai già un robot».
«Ma noi vogliamo un gatto. Cyd è mia».
Sospiriamo entrambi: ho paura che la cosa degeneri se non li accontentiamo.
«Dovresti viziarli meno».
«Io? Chi è quello che accontenta ogni loro richiesta in cucina?» rispondo mettendo le mani sui fianchi.
Erix scuote la testa, poi abbassa lo sguardo verso Sayth. «Ci penseremo, va bene?»
Lei sorride, sa di avere la vittoria in pugno: perché se non è per mano nostra, ci penserà Axel ad accontentarla, visto che lo fa già con Ysaac e non sono poche le volte in cui lo sentiamo litigare con Zavis dal piano di sotto. L'unica cosa peggiore di avere Aesta e Axel a bordo, è averli come vicini di casa e ritrovarseli autoinvitati a pranzo e cena quasi ogni giorno.
Cyris appoggia la testa sulla spalla di Erix quando lo solleva da terra mentre sbadiglia.
«Andiamo a casa?»
Annuisco, prendendo per mano Sayth. Non ci sono molte persone in giro a quest'ora, è piacevole avere un po' di calma di tanto in tanto. Aiuta a non pensare.
Sayth corre su per le scale appena può, la raggiungo poco dopo, chiavi in mano.
«No sonno!» strilla lei quando cerco di prenderla in braccio, scivolando dietro al divano.
«Non urlare, c'è gente che dorme!»
Lei sorride, sale su una poltrona e mi guarda mettendosi a testa in giù. Mi passo una mano sul volto: perché deve fare i capricci ogni volta che cerco di metterla a letto? Perché non può fare come Cyris che dopo due coccole si addormenta?
«Non lamentarti, avevi lo stesso comportamento nelle trattative: zero collaborazione» sorride Erix passandomi alle spalle.
«Vai a quel paese, cretino, che nemmeno tu aiutavi. Andiamo, tesoro. È tardi» le dico sibilando.
Lei sbadiglia. «No sonno» mi dice prima di correre via.
Sospiro: è una battaglia persa in partenza. E dire che tutti ci dicevano che eravamo fortunati ad avere una bambina, non hanno considerato la genetica... e forse i postumi di anni di caffè e tè. Erix la prende in braccio all'improvviso, mettendosela sulle spalle. «Cyris sta dormendo, ora tocca a te».
Sayth scuote la testa, continuando a strillare per interi minuti.
«Testarda come tua madre» lo sento dire mentre mi infilo sotto le coperte, Sayth sta ancora strillando, cederà prima o poi.
Appena arriva, Erix si butta di schiena sul letto. «Ora dichiaro guerra ad Harvel, è più facile che mettere tua figlia a letto».
Scuoto la testa, girandomi verso di lui. «Allora, il gatto?»
«Tra due settimane è il suo compleanno, ce la farà ad aspettare?»
«La terremo occupata».
Erix annuisce. «Non è una buona idea portare i bambini a cena fuori. È stancante».
«È stata tua l'idea visto che non avevi voglia di cucinare».
Erix si alza sospirando, indossa il pigiama e poi si infila sotto le coperte anche lui, stringendomi una mano. «Forse hai ragione, abbiamo mantenuto qualcosa di più importante di un pianeta».
«Non l'avrei mai detto, ma devo ammettere che Nayla è fantastica al comando».
«Lo so, mia cugina avrà sbagliato tanto, ma ha anche tante buone qualità: farà di tutto adesso per Aesta, avevi ragione anche a dirmi che non era solo una cotta».
«Io ho sempre ragione».
Erix sbuffa. «Non è vero».
«Sì che lo è».
Scuote la testa, stringendomi a sé. «Di che colore lo prendiamo il gatto?»
«Direi di far scegliere a loro».
«Ma non farà del male a Cyris?»
«Jacob gli si è letteralmente seduto in testa e lui non ha detto una parola».
«Si fa fare di tutto quel bambino. Sei impegnata domani?»
Mi giro su un fianco e afferro il datapad. «Non ho convocazioni del consiglio e la Starfall è in ordine, quindi direi di no. Poi è il fine settimana, ora che ci penso. Che vuoi fare?»
«Dici si offenderanno se invitiamo gli altri a pranzo solo domani mattina?»
«Si offenderanno solo se cucino io».
«Evitiamo, dobbiamo ancora finire di pagare le tasse e non sono basse».
«Tu le hai messe alte, cretino».
«Era necessario per far partire l'economia, basterà qualche sacrificio».
Nayla ci guarda come se fosse sul punto di compiere un omicidio.
«Abbiamo interrotto qualcosa, vero?» chiede Erix sottovoce. Lei annuisce, lo guarda socchiudendo gli occhi, stringendo la cintura dell'accappatoio in vita.
«Chi c'è, pasticcino?» chiede Aesta appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Indovina, chi verrà mai a rompere le scatole alle nove di mattina».
«Immaginavo fosse Vivi».
«E c'è anche quel cretino, ovviamente».
Aesta sorride. «Pranziamo da voi?»
«L'idea era quella, se Nayla non ci fa fuori».
Lei gli fa il verso. «Allora ci vediamo dopo, abbiamo da fare ora» sibila prima di chiuderci la porta in faccia.
Ci guardiamo alzando le spalle, poi ci allontaniamo il più velocemente possibile cercando di non ridere. Chissà quanto ci sta maledicendo l'Orlan per averla interrotta.
«Dici che anche gli altri due stiano...»
«No, è ancora troppo presto per Axel».
Come immaginavo, l'unico sveglio è Zavis. Ci saluta con un cenno del capo, poi ci fa segno di entrare.
«Axel non si è svegliato e Ysaac è con lui. Volete qualcosa?» chiede dopo aver chiuso la porta e averci raggiunto in cucina.
«Una tazza di tè, ti ringrazio».
«Sono in quella mensola, l'acqua è già calda, ho appena finito di fare colazione».
«Tu l'hai fatta mezz'ora fa, Vivi».
«Stai zitto, cretino. La qualità del tè che ha lui è la migliore, io non ci rinuncio. Ed è sempre l'ora giusta per un buona, soddisfacente tazza di tè».
Zavis sorride, Erix si siede, scuotendo la testa. «Posso farmi un caffè o mi ammazzate?»
«Fai pure» gli risponde Zavis prendendo la caffettiera. «Tanto prima o poi lo pretenderebbe anche quel dormiglione del primo ufficiale».
«Ma la smettete di piombarmi in casa ogni volta?» mugola Axel non appena arriva in cucina, visivamente innervosito per averlo svegliato con le nostre chiacchiere. «E date il caffè anche a me» borbotta mentre Ysaac lo segue passo passo.
«Buongiorno anche a te» gli dice Zavis e Axel sorride, gli da un veloce bacio sulla guancia, poi si volta a guardare Erix.
«Se sei qui per un invito a pranzo bene, altrimenti tornatene via senza consumare il mio caffè».
«L'idea è quella, se il tempo regge potremmo anche pranzare in terrazza» gli dico appoggiando la tazza sul tavolo.
«Vuoi una mano a cucinare, Erix?» chiede Zavis.
«Non dico di no, lei la tengo ben lontano visto che mi farebbe scoppiare la cucina dopo aver rischiato un'altra guerra».
«Solo perché ho avuto da ridire con Damaris riguardo alle zone da pattugliare?» sbuffo alzando gli occhi al soffitto. «Non è colpa mia se non sono state definite e nel turno di guardia della Starfall ho incrociato la sua nave... e la discussione stava per degenerare».
«Stavate discutendo sul tè, Vivi» fa notare Axel. «Sul tè».
«Il rapporto ufficiale dice altro» aggiunge Erix grattandosi la testa.
«Ha falsificato con te tutti quelli delle vostre missioni con la Coalizione, credi che abbia avuto problemi a farlo con Damaris? L'ha detto lei, eh».
«Axel, sei un idiota. Avevamo detto che Erix non lo doveva sapere. Ma che figura ci facevo a consegnare un rapporto con la scritta "Stavamo litigando sul tè"?»
Erix scuote la testa. «Pessima, tipica della Starfall».
«Mi vesto e ti raggiungo subito allora, porto Ysaac da Sayth?» chiede Zavis.
«Se gli va» risponde Axel passando un biscotto a Ysaac che sorride, poi annuisce. «Com'è che non sta urlando, a proposito?»
«Ha la pancia piena e i suoi cartoni preferiti alla televisione. Ormai sappiamo come tenerla ferma».
«Ma cosa avete combinato ieri sera? L'abbiamo sentita strillare tutti» dice Zavis. «Se l'avesse sentita De Algy probabilmente sarebbe venuto a fare qualche discorso sul vostro essere pessimi genitori».
«Siamo andati a cena fuori e ha fatto i capricci perché non voleva dormire per poi crollare all'improvviso» gli rispondo sospirando. «Come al solito».
«E vuole un gatto» aggiunge Erix. «Se ve lo chiede anche a voi, ci penseremo noi per il suo compleanno. Cercate di sviare il discorso, non possiamo sopportarla per due settimane».
«Nel caso arrivasse una missione improvvisa, tranquilli, andremo solo a perdere tempo nello spazio».
«Vivi».
«Che c'è, cretino?»
«Ti odio».
Axel scoppia a ridere, prende in braccio Ysaac. «Che fortuna avere un figlio, eh?»
Zavis scuote la testa. «Poca, visto che sei più immaturo tu di lui».
«Non è vero» protesta Axel e Zavis si alza e gli spettina i capelli.
«Vado a cambiarmi, mi aspettate?»
«Non ci sono problemi».
«Dite che se vado da quelle due è un problema?» chiede Axel mettendo in terra Ysaac che corre via, richiamato da Zavis.
«Non ti conviene se ci tieni alla vita. Nayla per poco non ha fatto fuori noi due».
«È nei suoi momenti no?»
Erix scuote la testa. «Credo che le abbiamo interrotte».
«In che?»
«Ma sei proprio idiota. Non ci vuole un genio a capire che stavano facendo l'amore» gli rispondo alzando gli occhi al cielo.
«Ah. No, allora vengo con voi di sopra, sarebbe capace di colpire di nuovo il motore con la Star Opal e farci precipitare».
«Allora muoviti» gli dice Zavis tornando in cucina.
«Com'è essere sposati con il primo ufficiale della Starfall?»
Zavis alza lo sguardo verso Erix dopo aver sistemato le scarpe a Ysaac. «La verità? Rompe le scatole il doppio e non gioca a mio favore avere un grado più basso del suo, ma, soprattutto, lascia caffè ovunque».
«Sempre meglio del vostro tè sparso qua e là» sorride Erix.
«Dì un po', tu: lei in casa minaccia quanto sulla Starfall?» chiede Zavis.
«Si comporta bene, ma qualche volta è restia a smettere di comandare a bacchetta».
«Lo faccio solo perché tu mi ascolti, Axel non esegue gli ordini nemmeno con la pistola puntata alla testa... con qualcuno mi devo pur sfogare».
«Cos'è che non è successo su quella nave?» chiede Erix passandosi una mano sulla faccia.
Zavis alza le spalle. «Le leggenda narra... di tutto. Se provi a sparare qualche idea, probabilmente è successa e senza dubbio nel mezzo c'erano loro due e Aesta».
«Vediamo... gente lasciata per sbaglio su un pianeta?»
«Sì, è successo almeno dieci volte. In un anno» sospira Zavis. «E in tutte l'unica certezza è che io ero tra quelli lasciati a terra».
«Mh... qualcuno che è rimasto bloccato in bagno?»
«Più di una volta: c'è una porta leggermente difettosa e grazie alle manovre azzardate di un certo pilota, in fase di atterraggio spesso si incastra. La volta più esilarante fu quando Aesta rimase bloccata: mentre cercavamo di aprirla, urlava le peggiori minacce ad Axel, non appena riuscì a uscire fuori, lo inseguì per tutta la pista lanciandogli insulti e sassi».
Scuoto la testa, Axel mi abbraccia da dietro, appoggia il mento sulla mia testa. «Cosa vi aspettate dalla Starfall?»
«Niente di diverso» mormora Erix rassegnato. «Purtroppo...»
Sayth si volta non appena si apre la porta e corre subito incontro a Ysaac, trascinandolo sul tappetto; Cyris si limita ad agitare una mano.
«Li abbiamo soprannominati terremoto e camomilla» mormora Erix entrando.
«Sono nomi adatti» sorride Axel prima di sedersi con loro.
Sayth gli si precipita addosso, Cyris si avvicina, un po' diffidente, alza lo sguardo fissando me ed Erix.
«Vieni qui, tesoro» gli dico prendendolo in braccio.
«È riuscita ad accettarlo?» chiede Zavis guardando Ysaac e Sayth contendersi le attenzioni di Axel.
«Abbastanza, non del tutto, ma almeno non lo guarda più con sguardo omicida».
«Allora... volete qualcosa di particolare per pranzo?»
«Fai tu» risponde Nayla entrando all'improvviso tenendo Aesta sotto braccio mentre Jacob le si struscia alle gambe.
Axel si volta. «Vi siete divertite?» chiede con un sorriso e Nayla lo guarda male.
«Metto te in pentola».
«Su, su, calma, polpettina».
«Aesta. Smettila» sibila Nayla. «Ho un dannato nome, usalo».
Jacob va subito da Axel, iniziando a miagolare e strusciarsi alla sua schiena prima di saltare su un mobile e sbadigliare.
«Quindi ci siamo tutti. Direi di preparare qualcosa. Volete un caffè intanto?»
«Erix abbiamo appena fatto colazione, non essere più cretino del solito».
«Chiedevo».
«Vai a cucinare, da bravo» gli dico indicandogli la cucina con un dito.
Annuisce, poi si allontana seguito da Zavis. Aesta si lascia cadere sul divano - trovato a tentoni -, poi si distende, ma Nayla si fa posto a forza mentre mi siedo sulla poltrona con Cyris in braccio che mi guarda sorridendo come al solito.
Sayth e Ysaac hanno messo nel mezzo la maggior parte dei giochi della bambina, c'è un vero casino adesso sul tappeto e Axel è al centro di quello.
«Quindi cosa si fa? Circolo di cucito?» chiede Aesta.
«Oh, potremmo anche spettegolare come ai vecchi tempi».
Nayla guarda male Axel. «Che intendi con spettegolare?»
«Parlare di varie persone. Abbiamo cercato per mesi di farci dire da Vivi se c'era qualcuno».
«Quello fu mettermi sotto interrogatorio, Axel».
«Dettagli. Be', avete in mente qualcuno? Mica è venuto fuori del gossip su qualche comandante ultimamente?» chiede lui
«Non ho intenzione di sentirmi i vostri discorsi, vado a dare noia al cretino» sbuffa Nayla alzandosi.
«Dicci un po', Aesta. Ti sei svegliata bene?»
Axel sogghigna, immaginavo volesse cadere su quel discorso, ma gli tiro un cuscino in faccia e Sayth scoppua a ridere. «Ci sono tre bambini. Parla di altro».
«Del tipo? Che potresti darmi un aumento?»
«Axel, no!» urla Zavis dalla cucina. «Basta aumenti!»
«Che noioso che sei, lo facevo per noi» risponde lui con lo stesso tono.
«Hai speso l'ultimo stipendio solo in caffè!»
Scoppio a ridere, chissà perché lo immaginavo.
«Nayla, la smetti di assaggiare? Non è ancora pronto!» urla Erix. «Vai di là e lasciaci lavorare!»
«Che palle che sei anche te, spero che a letto tu non sia così».
«Chiedilo a chi mi porto a letto da quando avevo meno di vent'anni».
Nayla gli fa il verso tornando in salotto. Scuoto la testa, Cyris si sposta e tende una mano verso Sayth.
«Vuoi andare da lei?» gli chiedo guardando la bambina che inclina la testa.
Annuisce e, quando lo appoggio in terra, gattona verso di lei, cercando di abbracciarla non appena le arriva vicino; Sayth lo guarda quasi disgustata, mi fissa per un attimo prima di mettergli la mano in faccia.
«Blep!»
Axel la prende in braccio. «Ma che brava sei diventata!»
Sayth lo abbraccia, Ysaac fissa incuriosito Cyris che gattona qua e là, che poi si ferma davanti a lui, inclinando la testa mentre Jacob miagola cercando di richiamare l'attenzione di qualcuno, ma Nayla è troppo presa dal zittire Aesta, Axel da Sayth e io non ci vado d'accordo. L'unica che lo considera è Cyd che se lo sistema sulla testa, raggiungendo poi Erix in cucina.
Scuoto la testa, sistemandomi in poltrona. È bello essere di nuovo in pace, avere la certezza di un periodo di tranquillità in cui l'unica guerra è quella per mettere a letto i bambini.
Axel si alza e prende in mano due foto incorniciate appoggiate sul tavolino di vetro. «Le hai tenute entrambe?»
Annuisco. «Non è cambiato poi così tanto».
«Sono praticamente uguali quelle foto» mormora lui.
«Che foto?» chiede Aesta.
«Una è quella del primo volo della Starfall, la prima foto che abbiamo fatto con tutto l'equipaggio. Quella con Axel che tiene un braccio in testa ad entrambe» le rispondo.
«Sì, ho capito. L'altra?»
«Quella di quando siamo arrivati, Axel è nella stessa posizione, si è solo aggiunto qualcuno».
Aesta sorride. «Vorrei tanto vedere quanto ti assomigliano i tuoi figli... non avrei mai pensato che tu potessi diventare madre».
Scuoto la testa. «Nemmeno io. Non avevamo programmato niente... è solo successo. E forse è meglio così».
«Hai anche quella con solo noi tre?»
«L'ho anche sulla Starfall, razza di idiota, credevo lo sapessi».
Axel si volta, ha le lacrime agli occhi. «Credevo di essere l'unico».
Aesta scuote la testa. «Siamo in tre ad averla ovunque».
«Menomale s'era detto di non avere segreti tra noi».
«Vivi, zitta che non ci hai detto per anni che ti vedevi con Erix!»
«Axel, tu non parlare che per sapere che uscivi con Zavis ci sono voluti secoli. Io almeno ve l'ho detto subito».
Sospiro, poi scoppiamo a ridere: Aesta ha perfettamente ragione, non possiamo darle torto.
Axel si alza, prende il bicchiere e lo solleva. «Io direi di fare un brindisi».
«A cosa?» gli chiede Erix.
«All'essere sopravvissuti all'Alleanza».
«O alla Federazione» borbotta Nayla.
«A Kase e gli Altri» riprende Aesta.
«Alle due gravidanze di Vivi» aggiunge Erix guardandomi con un mezzo sorriso prima che gli tiri uno schiaffo sul braccio.
«A non aver ancora divorziato un tale serpente».
«Politico, prego» mi corregge lui.
«Ad Axel come primo ufficiale» aggiunge Zavis. «E come marito...»
«A un fratello!» strilla Sayth ed Erix le accarezza la testa.
«Direi anche alla Starfall». Axel e Aesta annuiscono alle mie parole.
«Alla conclusione felice della Missione Terra Nova» conclude Erix alzando il proprio bicchiere.
Mi volto un attimo verso l'esterno: il cielo azzurro fa la sua bella presenza sopra la capitale, quasi finita di costruire. Hanno ragione, hanno ragione tutti a voler brindare a quelle cose.
Sorrido appena, voltandomi di nuovo verso questo branco di idioti che ormai è parte della mia vita.
Abbiamo distrutto volutamente tutto quello che era il nostro passato, rimane la flotta, con la Starfall al comando e il suo motto, quella scritta sulla fiancata: Oltre i cieli, noi ci alziamo.
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