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È strano sentire Sayth e Ysaac ridere mentre si rincorrono fuori dalla Starfall. Siamo rimasti solo io ed Erix, con Cyris in braccio, a bordo: gli altri hanno preferito scendere, ma le urla di Axel e Aesta, che stanno già discutendo sull'impiantare una nuova piantagione di caffè, ci raggiungono comunque; Nayla sostiene la loro scelta, Zavis disapprova. Vorrei scendere solo per tirare loro tutti gli schiaffi che si meritano per quella decisione molto idiota.
«Dovremmo esplorare il pianeta prima di decidere qualsiasi cosa... non sappiamo se c'è qualche pericolo che ci aspetta. Sappiamo solo i dati sull'atmosfera e sul suolo, insomma, quelli raccolti da Minerva. Mi sembra strano che non ci sia nemmeno un briciolo di fauna».
Annuisco alle parole di Erix, continuando a sfogliare i documenti nella cartellina mentre Cyris allunga le manine verso l'ologramma. «Be', è vero. Prima di atterrare, i sensori hanno contrassegnato questa zona come sicura, più che la fauna, però, a preoccuparmi sono batteri e virus che possono trovarsi sul pianeta. Non è mai stato esplorato dall'uomo. Sarà una ripartenza lenta: le analisi chimiche richiederanno giorni con la strumentazione delle navi. In ogni caso, dovremmo rischiare e sperare che quelli che sono già scesi non abbiano contratto malattie che potrebbero decimare gli uomini e, peggio, spazzare via la civiltà prima che nasca».
«Sempre molto positiva...»
«Ehi, la vita non è un valore assoluto. Non posso non considerare i casi negativi... in ogni caso, visto che Q'atis ha un diametro doppio rispetto a Lemuria e ci sono varie zone emerse dici che è meglio un governo centrale o tanti regionali?»
«La cosa migliore è lasciare le istituzioni come i civili ricordavano: noi ci siamo abituati a non avere un pianeta, ma pensa alla gente che non ha mai lasciato l'Atlantis durante la guerra. Tutto ciò che conoscevano - tradizioni, calendario, luoghi di culto - è stato distrutto insieme al pianeta. Cambiare anche le istituzioni politiche sarebbe il colpo di grazia. Avremo un governo centrale, più quelli regionali a diretta collaborazione, un po' com'è stato per l'Atlantis e i suoi satelliti. Dovremmo scegliere il luogo per la capitale».
L'ologramma del pianeta ruota davanti ai nostri occhi, un puntino rosso indica la posizione della Starfall.
«C'è un lago qua vicino» mormora Erix.
«Direi di non discutere oltre allora» si intromette Nayla salendo a bordo seguita da Axel, Aesta e Zavis. «Siamo tutti sono stremati, vogliamo un posto dove stare. Dobbiamo iniziare a costruire la città, non perdere tempo».
Forse vogliono mettere su davvero una piantagione di caffè...
«Non sarà facile, non conosciamo per niente la zona» ribatte Erix.
«Sei a bordo della Starfall, nomina solo una cosa che abbiamo fatto conoscendo tutti i dettagli» gli rispondo guardandolo.
Erix alza le spalle, mi guarda. «Almeno una?»
«Nessuna» rispondo. «Perché è questo che ci ha salvato sempre: conoscere quanto bastava a sopravvivere, osservare come si sviluppavano gli eventi e solo allora reagire. Possiamo esplorare tutto il pianeta, raccogliere dati sulle forme di vita, sulla fauna e sulla flora, possiamo passare anni così, a cercare risposte a domande astratte. O possiamo dar vita a un nucleo cittadino, rimettere in piedi quella che era la civiltà dell'Atlantis e ricominciare da capo le nostre vite. Qui, sulle altre navi, non ho idea di quanti vogliano tornare ai loro pianeti: ci siamo uniti sotto quella bandiera» indico quella della Federazione. «Abbiamo lottato per guadagnarci la libertà dall'Atlantis, non è finito tutto come speravamo, ma l'unica cosa che ci è rimasta è il futuro. Volevano toglierci di mezzo con la Missione Terra Nova, otterranno probabilmente un centro di commercio che sorpasserà Lemuria. Non hanno capito che i rapporti commerciali si basavano sulle persone e non sul pianeta: sapevamo che era pericoloso legarle a un luogo che poteva essere conquistato. Non so se Harvel l'ha letto fino in fondo il trattato, probabilmente no, altrimenti ci avrebbe costretto a rimanere su Lemuria visto che si stabilisce chiaramente che i commerci avverranno tra i pianeti della Federazione e il luogo dove si trova la flotta. A volte basta davvero poco a mettere nel sacco i politici, non guardate quasi mai i dettagli».
Erix mi guarda sconvolto. «Chi c'è dietro lo stratagemma?»
«Zavis, chi altro potrebbe esserci?» rispondo alzandomi.
Axel abbraccia da dietro Zavis che sussulta. «Io l'ho sempre detto che avevi belle trovate».
«Veramente hai sempre detto che dicevo cose insensate e che sarebbe stato meglio deviare i fondi sulle scorte di caffè» ribatte quello senza battere ciglio e Axel sbuffa e poi chiede: «Mettete un piede fuori o volete continuare a restare qui?»
«Nessuno ti vieta di andare a controllare quel terremoto di mia figlia, ma in effetti hai ragione, non ci distraiamo da mesi, forse una passeggiata nei dintorni è l'ideale» gli rispondo stiracchiandomi. Più che il volo in sé per sé, è il peso emotivo quello sotto cui ci pieghiamo. Cyris si agita, gorgoglia qualcosa e allunga un braccio verso di me.
«Credo abbia fame» mormora Erix cercando di farlo calmare.
Annuisco prendendolo in braccio, poi mi siedo. «Non strilli come tua sorella, eh?»
Quello mi guarda sbattendo le palpebre e sorridendo. Gli accarezzo una guancia, sbottonando poi la divisa.
«Siamo sicuri sia nostro figlio?» chiede Erix in piedi alle mie spalle, un braccio appoggiato al sedile.
«Non lo so, Sayth strillava e si dimenava, lui... niente» mormoro guardandolo mentre continua a poppare tranquillo.
Erix sorride, mi accarezza una guancia. «Preferivi avere un altro terremoto?»
Scuoto la testa. «Vanno benissimo così, anche se non l'avrei mai detto che il padre saresti stato tu».
Ridacchia. «Io ci speravo tanto di essere insieme a te nel controllo della galassia. Non è andata come pensavo, ma almeno sono felice di essere insieme a te».
Cyris sorride e appoggia la testa sulla mia spalla, lasciando che un rivolo di saliva cada sulla divisa.
«Raggiungiamo gli altri?»
Annuisco, mi alzo, passandogli il bambino e risistemandomi la giacca. Axel è troppo agitato rispetto al solito, continua a strattonare Aesta che sembra sul punto di ammazzarlo a mani nude.
«Perché mi ricorda la prima volta che siete saliti sulla Starfall?» chiedo loro massaggiandomi le tempie tra pollice e indice della mano sinistra.
«Dici quando mi ha trascinato per un braccio e io gli ho tirato un pugno nello stomaco?»
«Sì» rispondo ad Aesta.
Axel si allontana di qualche passo e prende in braccio Ysaac. «Non ci tengo a ricevere altri pugni o calci da parte di voi due».
«Che altro è successo tra voi?» chiede Nayla allargando le braccia.
Axel guarda Aesta, poi me e sospira. «All'inizio ci provai con Vivi: bastò una volta per ricevere, oltre al due di picche, un calcio nello stomaco e da lì lasciai perdere l'idea, non... non credevo che tu e lui vi conosceste già». Erix lo guarda e scuote la testa. «Poi pensai di provarci con Aesta. Mai fatto errore più grave. Stette al gioco per un po', poi quando provai a baciarla mi ritrovai con un occhio nero e testuali parole "Axel. No". Vivi per poco non soffocò con il tè quella volta e io ho capito che era bene lasciare stare comandante e primo ufficiale della Starfall» conclude Axel grattandosi un orecchio. «Mi hanno preso in giro per anni».
Nayla lo fulmina con lo sguardo, Erix ci guarda sconvolto, Zavis scuote la testa, disapprovando tutto.
«Tu ci hai provato con mia moglie?» strilla Nayla.
«Sarà stato almeno dieci anni fa!»
«Uguale!»
«Non vi conoscevate nemmeno!»
«Fa lo stesso».
«Pasticcino, calmati» sussurra Aesta.
«E non chiamarmi pasticcino!»
«Tesoruccio?»
«Smettila!»
Aesta sorride, Nayla stringe i pugni imbarazzata. «Batuffolo?»
«Ti ho detto basta!» sibila Nayla avvicinandosi ad Aesta.
«Polpettina?»
Nayla sbuffa, prendendole il viso fra le mani. «Smettila».
«Altrimenti?»
Nayla ghigna, baciandola all'improvviso. «Altrimenti ti zittisco io».
«Dovresti farlo anche tu, piuttosto che togliermi il caffè» si lamenta Axel e Zavis scuote la testa. «Ricominceresti subito».
Il primo guarda Erix. «Tu come la zittisci?» chiede indicandomi.
«Di solito con il cibo, ma in genere è lei che zittisce tutti». Indica Sayth, seduta accanto a lui, che sorride innocente.
«Sono adorabili tutti e tre» sorride Axel. «E soprattutto non avrei mai una tale fine».
«Che fine?»
«Intende il matrimonio» sospira Zavis. «Non fa altro che ripeterlo da mesi, ancora non si è reso conto della cosa».
Axel incrocia le braccia. «Oh, ma via! Lo so benissimo!»
«L'altro giorno sei arrivato in camera mia urlando: "Oh, merda, oggi ci sposiamo" alle sei di mattina».
«Tu mi hai tirato uno schiaffo e per poco non mi hai centrato con la sveglia».
«Te ne meritavi dieci di schiaffi e venti di sveglie in faccia».
«Come se non fosse piaciuto quando sono tornato a letto».
Zavis sospira, si passa una mano sul volto. «Axel, sei un completo idiota».
«Sicuri di non essere fratelli, tu e lui?» mi chiede Erix.
«Nessuno in famiglia aveva gli occhi verdi, tantomeno la carnagione scura».
«Veniamo da due pianeti completamente diversi» aggiunge Zavis. «Inoltre, da me nessuno era più basso di uno e settanta».
Erix appoggia un braccio sulla mia testa. «Nana».
Sbuffo, alzando gli occhi. «Cretino».
L'angolino buio e misterioso
Capitolo assolutamente di passaggio che, emh, davvero, il livello di idiozia è pari ai picchi che si raggiungono in take me away. Also ogni volta che mia mamma fa le polpette a casa e mi chiede se per cena mi vanno bene le polpettine io devo cercare di non ridere.
Anyway
Ho scaricato the sims per il telefono e ho deciso di rovinare di nuovo le vite dei vari pg.
Punto uno: Erix ha già preso l'hobby della cucina
Voglio dire, guardate che uomo di casa. PECCATO CHE QUELLA SIA LA CASA DI BRIYA (Discordia, nda) E NON LA SUA. È rimasto a cucinare nella casa della vicina quando lei è andata a lavoro. Okay.
Poi ho creato pure Vivi e mi sono resa conto che ho conciato Erix peggio che male. Lo stile fa invidia, proprio. Sono migliori amici adesso ma io già li vedo sposati e con figli, ceh ovvio, no?😂
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