33

«Non credevo che avremmo dovuto lasciare Lemuria seriamente». mormora Erix quando si appoggia al davanzale della finestra mentre lo osservo seduta sul letto a gambe incrociate.

«Saremmo dovuti partire un mese fa: sai che è stato per Cyris che ci hanno lasciato rimanere qui... un viaggio del genere per un bambino così piccolo sarebbe stato pericoloso. Tu con Harvel non hai trovato una soluzione e la nostra ribellione non poteva passare sotto silenzio, ma Minerva ha trovato un pianeta, non è molto lontano: partire è la soluzione migliore per tutti... seppur dolorosa». Rivolgo uno sguardo ai due bambini: Sayth sta dormendo abbracciata al suo pupazzo, Cyris stringe la coperta in una manina, Cyd li tiene sott'occhio entrambi, anche se è evidente la sua predilezione verso Sayth.

Erix sospira. «Se solo Nayla l'avesse detto quale fosse il suo piano ci saremmo risparmiati vari grattacapi. Gran parte del vecchio governo della Lega viene con noi, siete sicuri di volere noi a capo dopo che abbiamo provocato un fallimento del genere?» chiede voltandosi verso di me.

Alzo le spalle. «Penseremo a dare una stabilità in futuro, all'arrivo avremmo bisogno di una mano politica e non ci sarà il tempo di organizzare elezioni politiche fatte in modo degno del nome. I pianeti che facevano capo alla Federazione sono dei nostri, avremmo una rete di commerci fiorente in poco tempo, ci sostenteranno nei primi tempi ora che la Lega si è sciolta e molti pianeti sono tornati autonomi, ci sarà un assetto politico completamente diverso da quello che conosciamo adesso, ma non devi preoccuparti per le relazioni politiche, la Federazione aveva una rete di supporto molto ampia».

«L'unica cosa che ho strappato ad Harvel è stato un patto di non aggressione reciproca, si terrà Lemuria, ma avremmo la nostra libertà».

«Non è questo quel che conta alla fine? Lemuria era la nostra base, non la nostra casa. Per anni non ho voluto nemmeno dire quale fosse il mio pianeta natale, Axel è nato su Kalea, Aesta non ricordo nemmeno dove, forse non me l'ha mai detto. L'equipaggio della Starfall raccoglie uomini da tutta la galassia, in molti hanno perso la propria casa o sono fuggiti da situazioni opprimenti, avremo anche perso l'Atlantis, ma guardaci, ci abbiamo guadagnato una famiglia. Non mi interessava vincere, mi interessava sopravvivere. Per te, per Sayth, ora anche per Cyris».

Erix si avvicina, si siede sul letto e mi accarezza una guancia. «Non hai mai fatto niente per te stessa...»

«Che senso aveva? La Starfall era l'ammiraglia, avevo la responsabilità del mio equipaggio e degli altri e un nostro errore poteva portare alla rovina completa, quando la guerra con l'Alleanza è finita, avevo la responsabilità della flotta, domani sarà la Starfall a guidare le altre navi verso quel pianeta. Che senso aveva comportarsi in maniera egoistica quando l'unico modo per vincere era sacrificare la propria identità a un qualcosa di più grande?»

Quando mi stringe, appoggio la fronte sul suo petto. «Sono fiero di te, Vivi. Hai saputo svolgere egregiamente il tuo lavoro, mi hai stravolto la vita, ma non potevo chiedere di meglio».

«Una figlia agitata e un figlio che non si sazia nemmeno a nutrirlo».

«Ma con il cibo li tengo fermi entrambi. Avremo modo di conoscere un po' di pace senza preoccuparci che una gelatina modificata venga a rapirci la figlia?»

Sospiro. «Kase è morto, la galassia è in pace. Sarà meglio dormire: è tardi e domani ci aspetta una giornata pesante».

Erix annuisce, poi sposta lo sguardo al muro. «La bandiera della Federazione?»

«Sulla Starfall, dove avrebbe dovuto sempre essere. Abbiamo deciso di dare lo smacco finale ad Harvel e i suoi. Partiamo con le insegne della Federazione... credo le abbiano già sostituite».

È strano pensare che sulla fiancata della Starfall, accanto al nome, ci sia tornato lo stemma della Federazione - un sole stilizzato, tagliato a metà con quindici raggi, sotto a esso, il nostro vecchio motto Oltre i cieli, noi ci alziamo.

Erix sorride, mi accarezza la schiena. «Ma come si chiama il pianeta?»

«Q'atis» gli rispondo sbadigliando.

«Ne ho sentito parlare da mio padre... avete scomodato Minerva per trovarne uno relativamente vicino all'Atlantis?»

«Il problema è che la zona è costellata di detriti di ben undici pianeti. Minerva è comunque più potente di qualsiasi sistema si possa trovare su Lemuria. Vogliamo una convivenza pacifica, ma non ci allontaneremo di troppo dai nostri luoghi. Ricominceremo da zero, ma non l'avrei mai voluto per Sayth. Speravo... speravo di poter tornare ad amare l'Atlantis attraverso i suoi occhi».

Erix sorride appena. «Neanche io. Ma non è colpa tua, lo sappiamo benissimo: hai fatto il possibile, come tutti i tuoi uomini. Vedrai, comandante, ce la faremo. Hai la Starfall, di cosa hai paura?»

«Di finire in un buco nero mentre Axel e Aesta litigano sul caffè» sbuffo sistemandomi sotto la coperta e chiudendo gli occhi.

Non credevo che potesse arrivare l'ultima notte su Lemuria, sapevo sarebbe arrivata prima o poi, ma adesso, con la partenza fissata, è così strano. Abbiamo preso tutto quello che ci rimaneva dai tempi della Federazione, è brutto pensare che si debba essere noi a dover cercare un altro pianeta dopo aver passato anni a fare le cavallette sulla superficie di Lemuria, ma è vero anche che siamo stati noi a ribellarci al governo, mossa che non poteva non avere conseguenze.

«Ma dove troveremo tutto il necessario per ricostruire ogni cosa?»

Riapro gli occhi: Erix sta guardando il muro con le scatole impilate - tutto ciò che ci rimane dell'Atlantis, di quei due anni di vita insieme.

«Se c'è una cosa che la Federazione ha sempre fatto è stato coprirsi le spalle a vicenda. Non ci siamo mai tirati indietro dall'aiutare i pianeti in difficoltà. Adesso abbiamo bisogno noi di loro, ci aiuteranno fornendo il possibile. Avrai la tua cucina, cretino, non preoccuparti».

Erix si volta a guardarmi, vuole sembrare arrabbiato, ma è sul punto di scoppiare a ridere.

Si sistema sotto la coperta, mi stringe a sé. «Non è un vicolo cieco il matrimonio con te» mormora. «Diciamo che è una pista di atterraggio sulla pazzia».

Harvel non sta sorridendo come pensavo, sembra piuttosto deluso: partiremo tra poco visto che le operazioni di imbarco sono quasi concluse.

Aesta se ne sta seduta su un pilozzino di cemento a lato della pista, Nayla le tiene una mano sulla spalla mentre Jacob se ne sta acquattato ai suoi piedi.

«Sicura di non voler venire sulla Star Opal?»

«Sono sempre stata sulla Starfall, non posso lasciare Lemuria su un'altra astronave».

«Capisco» mormora Nayla dandole un bacio sulla fronte.

Axel è fin troppo silenzioso: non ha voglia di partire, lui, quel figlio considerato un male, ormai senza patria e senza padre.

Erix cerca di tenere a bada Sayth che vorrebbe giocare con Cyris, ma lui sta dormendo, nonostante il rumore che ci circonda. È così diverso da lei, così calmo che mi fa quasi spaventare quando non si sveglia la notte.

«Operazioni di imbarco concluse» annuncia Axel con una nota di tristezza nella voce. Q'atis ci aspetta.

«Salite a bordo».

Harvel si avvicina, non sorride, non gioisce - non c'è da festeggiare.

«La Missione Terra Nova è nelle vostre mani. Spero di avere vostre notizie, non voglio che sia l'odio a unirci di nuovo».

«Le avrete, presidente» gli rispondo prendendo la cartellina rossa, il titolo scritto in bianco spicca in modo visibile, sotto, il motto della Lega in grigio - combattere o lavorare: lo faremo - si legge male . Bianco, grigio e rosso i tre colori che ci hanno accompagnato negli ultimi anni.

Passo una mano sul testo, poi guardo Harvel.

«Non avrei voluto finisse così».

«Lo è stato, ma una soluzione non si poteva trovare. Sa, non è un'equazione differenziale a variabili separabili che può trovare sempre almeno la soluzione costante».

Abbozza un sorriso, probabilmente non ha capito una parola di quel che ho detto.

«Buona fortuna, comandante Davith».

«Nave 5930 a linea di difesa esterna. Chiediamo il permesso di decollare».

«Qui linea di difesa esterna. Decollo consentito».

Stringo i pugni, mi sento come un nodo in gola. «Darinell, decolla».

Axel non risponde, armeggia sui comandi.

«Sfiora solo la velocità luce e giuro che ti lascio su Minerva senza caffè».

Axel gonfia le guance. «Ma ci avete mai pensato a buttare lei fuori bordo?» chiede Erix e Zavis scuote la testa.

«Finiremmo in un buco nero mentre qualcuno litiga sul caffè. Lo sappiamo, è quasi successo una volta, grazie al cielo me ne sono accorto, ma Aesta non voleva smettere di litigare con Axel e non c'era Vivi sulla Starfall quindi era lei la prima in comando e non mi dava ascolto».

Aesta sorride, io mi passo una mano sul volto, giuro che me ne vado su un asteroide, lontano da tutti, lontano dalla Starfall.

«Fate i seri e andate su Q'atis! Che figura ci facciamo a essere l'ammiraglia se vi comportate come bambini? Sanno essere più educati quei tre!»

Axel mi fa il verso, lo colpisco in testa. «Ora che ci penso è abbastanza che non cambio primo ufficiale, vuoi che ti sostituisca all'istante?» gli sibilo. «O preferisci ti dimezzi lo stipendio?»

«Erix, cerca di calmare i nervi di Vivi prima che il mio stipendio prenda a diminuire esponenzialmente» stilla Axel.

Erix scoppia a ridere, Sayth mi corre incontro, aggrappandosi alla mia gamba. «Braccio!»

«Inserite le coordinate, stiamo solo perdendo tempo» dico all'equipaggio prendendo in braccio Sayth.

«Ci penso io, comandante» mi risponde Zavis.

Ho tre certezze nella vita: Erix è un cretino, Axel vorrà un aumento e Zavis farà il suo lavoro, qualsiasi cosa accada.

«Grazie, ammiraglio».

Erix si alza, Sayth si volta, sporgendosi verso di lui e la rimetto a terra, sperando che non combini niente: a volte sembra che non abbia ancora accettato il fatto che Cyris sia suo fratello e fa di tutto per avere la nostra attenzione - ficcarsi nei guai in primis. Ysaac guarda incuriosito Axel, attaccato al bracciolo del suo sedile e indicando i vari pulsanti.

«Ma le ferie?» chiede Axel sistemando il proprio cappello in testa al bambino.

«Le avrai, le avrete tutti appena ci sistemiamo, te l'ho già detto!»

Aesta scoppia a ridere. «Dovrebbero darlo a te l'aumento solo per sopportare giornalmente queste scene».

«Non ci sono abbastanza soldi» risponde subito Erix.

Scuoto la testa, ogni tanto mi chiedo come sarebbe avere un equipaggio normale, ma poi mi ricordo che questa è la Starfall e la normalità qui è semplicemente una normalità meno normale di quella degli altri.

L'interfono gracchia, è Nayla.

«Le navi sono in posizione. Siamo pronti al salto».

Axel si volta verso di me, faccio un cenno con la testa.

«Procedete. Mandate avanti i ricognitori e comunicate al più presto com'è la situazione» risponde lui.

«Agli ordini».

«Vivi».

«Cosa c'è ora, Erix? Possibile che tu non riesca a farmi lavorare in pace?»

«Credo inizi ad avere fame».

Sospiro, prendendo in braccio il bambino e accarezzandogli la testa. «Come lo fai a capire? Sayth strillava» gli dico prendendo il biberon.
La piccina si volta, sorride, inclina la testa e si incupisce vedendo Cyris tra le mie braccia. Si dirige velocemente verso Aesta, che la prende in braccio dopo vari tentativi. «Scusa, non ti vedo».

«Fa male?» chiede Sayth sistemando si sulle sue gambe.

«No, sono triste perché non posso vedere quanto tu stia crescendo». Fa una pausa, sospira. «E quanto faccia schifo la nuova acconciatura di quel pasticcino di Nayla».

Immagino che l'Orlan sia sul punto di esplodere. «Sono carini» urla in chiamata. «E non sono un pasticcino!» aggiunge poco dopo, evidentemente imbarazzata da quel soprannome.

«Sei dura all'esterno e morbida dentro. E il tuo profumo sa di crema. Quindi sei un pasticcino» ribatte Aesta senza battere ciglio.

«Tu sei una brioche: tanto buona, ma quando arrivi alle estremità vuote sembra un tradimento» sibila Nayla in risposta.

«Secondo questa logica Axel è una caramella gommosa» aggiunge Zavis. «Morbido fuori e dentro. E metà gelatina».

«E tu un biscotto troppo cotto, rompi le scatole se sei presente» ribatte Axel immediatamente. Non c'è che dire, hanno subito incarnato il concetto di coppia sposata.

«Seguendo il filo logico, Vivi è un sufflè: credi di averlo preparato per bene, ma è pronto a regalarti amare sorprese».

«Tu rimani una caramella troppo dolce, lasci sempre un cattivo sapore in bocca».

Erix scuote la testa, qualcuno ridacchia, chissà che sono andati a pensare.

«E io?» strilla Sayth.

«Tu sei un tortino al cioccolato, tesoro» le risponde Erix spettinandole i capelli.

Sayth sorride, sa che è il piatto che riesce meglio a Erix, poi indica Ysaac, Cyris e Cyd. «E loro?»

«Lui è una sfogliatella, piccola e croccante» risponde Zavis prendendo in braccio Ysaac, divertito dalla discussione.

«Lui è un budino alla vaniglia, morbido e carino... per Cyd decidi tu» le rispondo mentre Cyris sorride, agitando appena le gambe.

Sayth guarda il robottino, poi le corre incontro.

«Torta alle fragole». Non avevo dubbi visto che è la sua preferita.

«Mi è venuta fame. Qualcuno mi porta un caffè?» chiede Axel.

«La logica di ciò quale sarebbe?» gli chiedo esasperata.

«Il caffè è il tutto» ribatte lui e io lancio un'occhiata a Zavis: abbiamo entrambi la stessa espressione disgustata mentre Aesta ed Erix annuiscono alle parole di Axel. Ripeto, lo stipendio gli va dato sotto forma di chicchi di caffè.

Sospiro, tornando a rivolgere la mia attenzione a Cyris, ma Sayth mi afferra la giacca, facendomi voltare: tiene in mano un biscotto che mi passa con riluttanza, continuando a fissare Erix.

«Mangialo pure tu, il biscotto. Cyris ancora è troppo piccolo».

Il volto di Sayth si illumina, poi corre via da Ysaac con il suo tesoro.

L'interfono gracchia. «Ricognitori in posizione. Q'atis è davanti a noi. La situazione è sgombra. Potete procedere».

Mi siedo al mio posto, tenendo Cyris sulle gambe, gli bacio la fronte; Sayth mi guarda male continuando a mangiare biscotti dal pacco che Erix le porge senza accorgersene mentre continua a osservare Ysaac disegnare.

Una dopo l'altra ci arrivano le comunicazioni delle altre navi, sono tutte arrivate nell'orbita di Q'atis.

«Prendete posto e preparate i sistemi al salto».

Lemuria è alle nostre spalle, così come il nostro passato.

«Nave 5930 pronta al salto».

«Procedete» ordino stringendo Cyris al petto.

È un questione di secondi prima di abbandonare tutto ciò che è stata la nostra vita prima di adesso.

Ora è Q'atis davanti a noi, un pianeta disabitato, intoccato dalla tecnologia e il nostro arrivo potrebbe distruggerlo, un po' come accadde a Clovis, un po' come è successo all'Atlantis.

Atterriamo per ultimi, dopo esserci assicurati che nessuna nave della flotta fosse rimasta indietro.

Siamo in una zona pianeggiante, una distesa di erba a non finire. Il cielo è limpido, nessun problema nell'atmosfera - o così registrano i sistemi di bordo della Starfall.

Axel spegne i motori, poi si volta a guardarmi. «Che senso ha aver combattuto per ottenere un pianeta su cui ripartire da zero quando su Lemuria c'era la storia? La nostra storia».

«La libertà» gli risponde Erix. «Harvel non vuole voltare pagina, non ha il coraggio che avete dimostrato voi nell'affrontare la situazione. Rimanere su Lemuria a chi avrebbe giovato? Un intero popolo ha perso il proprio pianeta, ha conosciuto Lemuria come nemico. Quanti civili sarebbero stati disposti a vivere sul pianeta che hanno sempre visto contro in guerra, secondo te? Hai visto qual è l'astio che ancora divide le navi della Federazione e quelle dell'Andromeda. Noi eravamo abituati a vincere, voi a non perdervi d'animo. Credi che Lemuria fosse il posto adatto per crescere un figlio? Volevate la pace, è là fuori, aspetta solo voi. È la nostra possibilità di ricominciare, ci abbiamo provato una volta, ma la Lega è fallita... siamo stati abbastanza fortunati da avere un'altra possibilità».

L'angolino buio e misterioso

So, yeah, i feels mi colpiscono alla grande sapendo che il documento di word è quasi giunto alla fine T.T mi manca da finire il discorso di Vivi e poi, beh, it's all over.

È... strano, ecco. Strano quanto il fatto che il mio cervello riesca a risolvere cose complicate ma si blocchi su un discorso per Erix... che mi serve tra due capitoli. I miei bambini sono così cresciuti però ho un cactus che sta rifacendo dei fiorellini quindi yay.

E niente, la fine si avvicina ;_;

Però vi mostro una cosa

il loro ultimo discorso molto intelligggggente sui cibi è stato rappresentato sempre da potatosum in questo adorabile schemetto:

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