31

Mi sveglio di soprassalto: qualcuno sta bussando insistentemente alla porta e il datapad suona come se fosse impossessato. Axel.

Scosto la coperta, mi butto addosso la camicia da notte e rifiuto la chiamata. Erix si gira dall'altra parte, continuando dormire.

Quando apro la porta, Sayth mi viene subito incontro e la prendo in braccio mentre Ysaac rimane fermo accanto a Zavis.

«Hai i capelli in condizioni pessime» ridacchia Axel. «Hai di nuovo sbattuto contro quel povero albero?»

Sospiro, so quale sia il motivo. «Passiamoci sopra. Che vuoi?»

«Si sta facendo tardi, dormiglioni. Abbiamo pensato uno, di riportarvi la bambina che ha già mangiato e due, portarvi la colazione. Ti sei dimenticata la sveglia?»

«Sì. Grazie mille».

«Com'è andata con Harvel?» chiede Zavis.

«Bene, sembrava quasi non ci fosse».

«Cosa?» esclama Axel grattandosi una guancia.

Sorrido. «Era solo una scusa di Erix per andare fuori a cena e sì, puoi immaginare come sia finita stanotte».

Axel sorride. «Avremo di che parlare». Lo fulmino con lo sguardo, poi metto in terra Sayth. «Vai a svegliare tuo padre». Lei sorride, dirigendosi subito verso il letto.

Zavis mi passa la busta con la nostra colazione. «Spero di aver azzeccato i gusti di entrambi».

«Non ci sono problemi, grazie mille».

«Papà!» strilla Sayth ed Erix sobbalza, si mette a sedere e la prende in braccio. «Non urlare, tesoro».

«Vi lasciamo mangiare, ci vediamo dopo».

«Dopo? Cosa c'è?»

Axel mi guarda confuso. «Nayla ci ha inviato un messaggio ieri sera. Non l'hai letto?»

«Era impegnata a guardare me» sorride Erix. Scuoto la testa, che cretino.

«Comunque diceva che essendo pronto il fluido, non voleva perdere altro tempo».

«Ma non è rischioso?» gli chiedo.

«Il problema è che il fluido è instabile, quindi più aspettiamo, più sarà rischioso, ma dato che Aesta adesso è in condizioni... be', un po' migliori, Nayla crede sia il momento opportuno» risponde Zavis.

«Ho capito. Faccio il prima possibile, aspettatemi a lato della pista».

Non ci siamo scambiati una parola da quando siamo arrivati in ospedale: i medici hanno preso il fluido e ci hanno lasciato in mezzo al corridoio. Non sappiamo quanto tempo ci metterà a fare effetto e, soprattutto, se funzionerà perché le condizioni di Aesta sono – e rimangono – critiche.

«Credo che metteremo radici su queste sedie» mormora Axel reclinando la testa all'indietro e lasciandosi scivolare appena in avanti dopo aver allungato le gambe.

Saranno passate solo un paio di ore, ma l'attesa è snervante: possiamo solo fissare la porta chiusa davanti a noi, cercare di captare qualche rumore dall'interno e, in caso, costruire una qualche teoria in testa.

Torna il silenzio fra noi mentre Axel incrocia le braccia dopo un sospiro, io la crepa nel soffitto e Nayla stringe tra le mani il bicchierino in simil plastica del caffè che ha preso prima, ormai quasi distrutto.

«Cosa fa quel fluido?» chiede Axel voltandosi all'improvviso.

«Si tratta di un fattore di sicurezza progettato per Kalea nel caso in cui ci fossero stati problemi con qualche cavia... è circa l'inverso del fluido che ha creato gli Altri, ma non è mai stato usato da quanto so... quindi non ho idea se ha effetti collaterali. Combatte quello che Kase le ha iniettato, l'ideale sarebbe che annullasse gli effetti, ma, non sapendo né la composizione né quanto fosse forte l'altro, l'ho preparato di potenza media. Non avevo molti dati a disposizione... posso solo pregare... il che sarebbe il colmo, visto che non ho mai preso parte alla vita religiosa».

Axel annuisce, non so quanto abbia effettivamente capito. «Vado a prendere una tazza di caffè, torno subito».

«È la quarta che prendi» gli faccio notare abbassando lo sguardo.

«Ne prenderò altre quattro se necessario per calmarmi» sibila lui alzandosi, poi si allontana con le mani in tasca e io lo seguo con lo sguardo finché non svolta l'angolo.

Anche Nayla si alza e si appoggia al muro, accanto alla porta. «C'è qualche problema?» le chiedo notando che mi sta fissando, soffermando lo sguardo sul braccialetto che mi ha regalato Sayth.

«Ne ha fatto uno uguale per tutti» mormora passandosi una mano sui capelli.

«Cosa? Non ho capito, scusami».

«Sayth ha fatto un braccialetto tipo quello per tutti».

Sorrido, scuotendo appena la testa. «È il suo modo per ringraziare. Erix ne ha almeno cinque, li mette solo quando la piccina li può vedere, ma so che li considera osceni».

«Sono verdi?»

«Sì, il colore che odia di più».

Nayla abbozza un sorriso. «Erix è cambiato tanto, non sembra più lui».

Annuisco. «Farebbe di tutto per Sayth».

«E per te. Fidati, Davith, gli hai cambiato la vita».

Abbasso lo sguardo, fissando le mani abbandonate sulle ginocchia: non avevo mai pensato che il rapporto con Erix potesse prendere una piega del genere.

«Non credo che se Aesta non avesse tradito saremmo arrivati a questo punto...»

«Ti riferisci al fatto che uno, siamo qui a parlare in modo civile; due, tu ed Erix vi siete sposati e tre, l'equipaggio della Star Opal abbia fatto una mini divisa per Jacob?»

«Sì, per le prime due. Per la terza... non ne sapevo niente».

Nayla scuote la testa, sorride appena. «Dovresti vederli mentre cercano di chiamarlo perdendo tutta la serietà che hanno. Hanno fatto fare una divisa su misura, anche se odia il cappellino e ha graffiato in faccia l'ufficiale che gliel'ha sistemato in testa. Credevo che sarebbero stati meno gentili nei miei confronti, ma durante il volo di prova è andato tutto bene».

«State complottando per prendere il controllo della galassia e decimare gli stipendi di chi è al vostro fianco?» chiede Axel tornando da noi e spostando lo sguardo tra me e Nayla che fa per rispondergli, ma viene preceduta da uno dei medici che richiama la nostra attenzione con un colpo di tosse.

Stringe tra le mani una cartellina rossa che passa a Nayla mentre io mi alzo mordendomi un labbro: non so cosa sperare, non so cosa dire. Axel appoggia il gomito sulla mia spalla, abbozza un sorriso e mormora: «Ce la farà».

«Il tentativo è andato a buon fine. Il fluido ha funzionato».

Nayla appoggia la testa al muro, sospira, poi nasconde la faccia fra le mani non appena il medico finisce di parlare. Axel mi abbraccia, poi lo sento singhiozzare.

«Ha bisogno di riposo adesso, abbiamo da finire gli accertamenti, vi faremo avere notizie al più presto. Purtroppo, la probabilità che recuperi la vista è molto bassa, prossima allo zero».

«Aesta sarà fiera di te, hai fatto un ottimo lavoro. Grazie».

Nayla mi guarda, ha gli occhi lucidi, sembra sul punto di piangere.

«Io... io mi ero rassegnata... se non fosse stato per Erix non avrei mai messo mano a quel siero».

«Hai fatto la scelta giusta, adesso non ci resta che aspettare notizie».

«Dubito arriveranno presto. Era in condizioni gravissime».

«Ora è salva: è ciò che conta. E poi, sei stata tu a salvarla. Non sei così senza cuore come credevo».

«Neanche te sei così male. Forse ti ho giudicato male sapendo solo le voci che mi arrivavano in guerra».

Sorrido appena. «L'importante è non ammazzarsi a vicenda».

«Per voi sarà difficile» si intromette Axel. «Però c'è da dire che per una s Aesta si è salvata».

«Che intendi?» gli chiede Nayla.

«Che è meglio abbia perso la vista piuttosto che la vita!»

Nayla lo guarda, poi mi fissa male. «Perché non l'hai mai buttato fuori bordo?»

«Perché un pilota mi serve...» le dico alzando gli occhi al cielo prima di colpirlo sul braccio con un pugno. «E soprattutto ora che è il primo ufficiale... avevo pensato a Zavis, ma poi ho cambiato idea: in quella posizione tu avresti avuto molta più iniziativa e sinceramente a guardare adesso, mi pare di aver fatto la scelta giusta».

«Non ho mai fatto niente di particolare, solo il mio dovere... e qualche cazzata».

Sono passati due mesi e, tranne qualche visita sporadica concessa a Nayla, nessuno ha avuto modo di rivedere Aesta: si è svegliata, ma le sue condizioni restano tali da rischiare che anche la più banale delle malattie possa essere fulminante perché, da quel che ho capito, il sistema immunitario le si è abbassato troppo.

«Prendi solo quello?» mi chiede Axel notando quanto poco rispetto al solito abbia sul vassoio.

«Non ho molta fame...» gli rispondo sedendomi al tavolo. Il refettorio è quasi vuoto, in molti dormono ancora e noi siamo qui a colazione solo perché dovremmo fare le visite mediche di routine.

«Ti senti male?»

«No, no. Credo sia per la cena di ieri che era veramente schifosa e mi è rimasta sullo stomaco».

Annuisce, poco convinto. «Be', in effetti è vero. Ieri si sono superati nel peggio. Comunque, notizie da Minerva?»

«Nessuna. Sta ancora cercando»

Nayla si lascia cadere accanto a me, ha le occhiaie parecchio evidenti, come se non avesse dormito affatto.

«Te che hai combinato?» le chiede Axel divorando il suo panino.

«Non ho dormito: quel bastardo di Jacob si è messo a correre e a saltare sul letto alle tre di notte, poi ha pensato bene di distruggere un barattolo di vetro e non contento ha iniziato a camminare sul cuscino miagolando a squarciagola. Alla fine ha graffiato tutto il tavolo». Sbadiglia, prende la tazza di caffè di Axel e la beve.

«Ehi! Era la mia!»

«Vanne a prendere un'altra» borbotta lei.

«Dovrei ricordarti che sono io il primo ufficiale? Sono io a darti ordini».

«Io comando la Star Opal e ho bisogno di caffè, quindi stai zitto, Darinell».

Li lascio a discutere, ho paura che la cosa degeneri con Axel privato del caffè e Nayla che non ha dormito... non voglio trovarmi nel mezzo a una discussione di prima mattina.

«Vivi».

Mi fermo nel mezzo del corridoio, voltandomi verso l'altra parte, saluto Erix con un cenno della mano e lo raggiungo.

«Non ti ho chiesto se hai da fare oggi, sei scappata via prima che mi svegliassi del tutto».

«Se non ti ho aspettato per colazione, secondo te? Comunque sì, è una solo burocratica: esami medici, quelli fissati. Volenti o nolenti siamo sempre su Lemuria e nella flotta».

«Allora li porto da solo i bambini ai laghi. Axel, Nayla e Zavis sono con te immagino».

«Sì, mi raccomando: non farli prendere freddo».

«Siamo su uno dei pianeti più caldi».

«E con questo? Ci tengo alla loro salute!»

Scuote la testa. «Ci vediamo stasera allora» sorride prima di baciarmi la fronte.

«A stasera, cretino».

Axel e Nayla mi raggiungono poco dopo, il primo ha un evidente segno rosso sulla guancia.

«Guarda che non è Aesta lei. Non puoi impiantarci risse senza subirne conseguenze» gli dico incrociando le braccia.

Axel si massaggia la guancia. «Lo so, ho capito: se mi prende il caffè glielo lascio».

Nayla ghigna, gli spettina i capelli. «Ecco, meglio. Sai essere intelligente».

«Andiamo, non possiamo fare tardi, i medici ci ammazzano».

Annuisco, ci avviamo in silenzio, con Axel che borbotta per il caffè e Nayla che sbadiglia di continuo.

«Quando li abbiamo i risultati?» chiede Nayla all'improvviso durante il pranzo.

«Siamo stati i primi, quindi anche in giornata, non ci mettono tanto di solito».

Quando Sayth si distende per l'ennesima volta sulle mie gambe e cerca di prendere la collana, sospiro rassegnata. Appoggio la forchetta sul vassoio, ma prima che possa fare qualcosa Erix la prende in braccio e la stringe a sé, mentre Axel blatera di non so cosa, Nayla lo fissa male e Zavis cerca di far mangiare Ysaac che fa i capricci.

Il solito insomma.

«Va tutto bene?» mi chiede Erix quando allontano da me il vassoio con ancora mezzo piatto pieno.

«Non lo so a questo punto... ho ancora la nausea e mi sembra strano che sia stato il cibo».

«Non è detto, Ysaac è stato male per una settimana abbondate».

Annuisco. «In ogni caso, quando arriveranno i risultati si avrà la risposta». Anche se, in realtà, ho già una mezza idea di quel che possa essere la causa.

«Detto fatto» sorride Axel tirando fuori il datapad. «È arrivata la comunicazione, ci sono i risultati da prendere».

«Buono a sapersi» borbotta Nayla.»«Dovrei chiedere anche un sedativo per gatti».

«Vuoi che ti accompagni?» mi chiede Erix. «Non ho nulla da fare».

«Se vuoi perdere tre ore per prendere una cartellina fai pure».

«Troverai il modo di passare il tempo con lui» sorride Axel, versandosi un'altra tazza di caffè visto che oggi ha optato per tenere l'intera caraffa sul tavolo. Storco il naso: caffè.

«Ore? Ci abbiamo messo nemmeno venti minuti» sbotta Erix prendendo Sayth in braccio.

«Non credevo ci fosse così poca gente subito dopo pranzo... forse perché ho sempre aspettato Axel che ci andava nel momento di punta».

Erix scuote la testa. «Allora, che hai?»

Sfoglio i risultati, sono elenchi interminabili di cose di cui non avevo idea, mi soffermo su un punto, squadrando poi Erix da capo a piedi mentre le mani mi tremano.

«Cretino».

«Che ho fatto ora?»

«Leggi» mormoro mettendogli davanti agli occhi il foglio. «Sono incinta».

Sayth si sporge per prenderlo, ma Erix la appoggia in terra, mi strappa il foglio di mano e subito abbraccia singhiozzando.

«Cretino» gli sussurro stringendolo.

Sayth mi afferra la giaccia, non capisce. «Mamma?»

La prendo in braccio e, sorridendo, le bacio la fronte. «Avrai un fratellino... o una sorellina... sei contenta?»

Lei mi guarda confusa, poi annuisce con un cenno del capo. «Fratellino...» ripete lentamente, come se dovesse rendersi conto della cosa.

Erix accarezza una guancia. «Tremo al pensiero di sentire nuovamente le tue richieste assurde alle tre di notte... lo diciamo agli altri?»

Sorrido, gli stringo la mano. «Io aspetterei. Insomma, è comunque poco...»

«Vuoi lasciare loro il caffè per un altro po'?»

«Si ammutinerebbero in massa se non lo faccessi. Ho già rischiato una volta». Sorrido, scuotendo la testa. «Fortunatamente siamo in pace... mi preoccupa più il discorso della Missione. Ho paura che... possa essere pericoloso per un bambino così piccolo».

«Minerva non ha trovato ancora niente... ci penseremo a tempo debito, non credo sia l'ideale fasciarsi la testa adesso. Nel caso, cercherò di convincere Harvel a rimandare la partenza».

Appoggio la testa sul suo braccio. «Vorresti fosse un maschio o una femmina?»

«Fratellino» strilla Sayth all'improvviso, afferrandomi la collana. «Quando?»

Erix le accarezza una guancia. «Ancora è presto».

«Io lo voglio ora».

«Adesso no, tesoro» sospira Erix. 

Sayth mette il broncio, incrocia le braccia mentre la stringo: ho paura per come la possa prendere lei, ho paura per la Missione.

Erix mi mette un braccio sulle spalle. «Stai tranquilla, Vivi. Per ora cerca di non sforzarti. Troveremo una soluzione anche a questa cosa».

Annuisco, ma non sono affatto tranquilla.

«Aesta sta meglio adesso, non devi più preoccuparti troppo per lei».

«Ha le difese immunitarie bassissime, ha praticamente perso la vista, come posso non preoccuparmi?»

«Perché siete forti entrambe. Vedrai, si risolverà tutto».


L'angolino buio e misterioso 

*lancia fluff in giro* F L U F F 

Sì, dopo aver fatto passare le pene dell'inferno, ho dato qualche gioia. Non sono totalmente crudele anche se in realtà (a sto punto lo posso dire) la prima idea era quella di far schiattare Aesta. Per un certo periodo ho pensato pure a far morire pure Zavis. LOL viva le stragi proprio. Il fatto è che ho avuto... non pietà, ma ho cambiato tutto per evitare che qualcuno mi ammazzasse.

Ah, se volet andare in ansia sappiate che mancano altri 5 capitoli 💚 ho finalmente sistemato i numeri (dopo il 30 avevo il 34, segno proprio che non so più né scrivere né contare), anche se credo che l'aria da "finale" cominci a tirare 😢

Però se pensate che questa banda di cretini smetta di torturarvi, vi sbagliate di grosso.
Le idee per il prequel e il sequel ci sono già, allo spin off devo ancora trovare un titolo quindi forse sarà l'ultimo ad arrivare.

In ogni caso, non me ne vogliate, ma dato che ho bisogno di staccare un po' da questa galassia, quando arriverò alla conclusione, inizierò a pubblicare una storia fantasy. È giunto il momento che la cosa veda la luce.

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