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Il solo vedere Kase mi da la nausea, ho ancora i brividi a pensare che abbia tenuto in braccio la mia piccina. Mi volto indietro: la Starfall è un puntino luminoso sopra le nostre teste nel mezzo dello spazio - è lontana, troppo lontana. Vista da qui, mi pare davvero irraggiungibile. Stringo i pugni: l'aria è calda e umida, ma il peggio è la gravità più alta di quella a cui siamo abituati - ogni passo sembra una tortura.
Erix mi mette una mano sulla spalla, mi volto verso di lui e fa un piccolo cenno con la testa. Non ci faremo mettere nel sacco un'altra volta, ho già rischiato troppo a perderli una volta... ed è stato solo per qualche giorno. Impazzirei a saperli lontani da me - o peggio, morti.
Kase è da solo, sta ghignando, tiene le mani dietro la schiena e non perde di vista ogni nostro movimento: è quasi sicuro di vincere. Ha dimostrato di poter distruggere più di un pianeta, per lui la Starfall è solo un moscerino da schiacciare in questo momento.
Ci sta aspettando in piedi vicino a un cratere - è uno dei tanti che costellano la superficie dello 0ZLZ, ma molti sono di causa non naturale: per anni qui l'Alleanza ha testato le proprie armi, me l'ha detto Nayla dopo aver proposto il luogo.
«Sciocchi che siete. Parlamentare è inutile, ormai è guerra» dice Kase non appena ci troviamo di fronte a lui.
Erix aggrotta la fronte. «Potremmo sempre trovare un accordo».
«L'avevamo, ma è saltato» sibila Kase portando le mani sui fianchi.
Nayla, rimasta in silenzio fino a ora, mi lancia un'occhiataccia, ma non è colpa mia se tra le specialità spicca il saper saltare gli accordi... ma stavolta, più che un capriccio personale, l'ho fatto per salvare la vita di Sayth.
«Nessuna possibilità di accordo» sentenzia Kase prima di voltarci le spalle e avviarsi verso la sua navicella. Accordo breve, ma senza scampo. Almeno ci abbiamo provato... Abbasso lo sguardo: ormai è guerra, non possiamo più tirarci indietro: e da una parte lo dobbiamo a tutti coloro che sono morti nell'esplosione. Erix mi mette una mano sulla spalla, mi stringo a lui istintivamente - non posso fare altro adesso.
Io, Nayla ed Erix ci guardiamo confusi: non abbiamo avuto nulla, ma qualsiasi cosa avessimo potuto ottenere non sarebbe stato niente di utile a nostro vantaggio. Tuttavia non possiamo biasimare Kase: ha perfettamente ragione sul fatto che l'accordo sia saltato, dal momento che avevamo scambiato i progetti con Sayth e ci aveva intimato di non tornare sul B8.
«Il problema non è combattere» dico guardando gli altri due. «È vincere».
Nayla annuisce, poi si passa una mano tra i capelli, disfacendo la crocchia che aveva. «Diciamo che avevo idea che sarebbe finita così. So che parlamentare con Kase è come parlare con un muro, lo so, ci ho già provato una volta. Ma l'idea di Zavis mi ha dato modo di portare a termine un piccolo progetto: avevo bisogno di arrivare abbastanza vicino a lui in modo da attivare un rilevatore di posizione. Credete seriamente che mi sia comportata in quel modo arrendevole solo per sfizio? Mi fanno schifo gli Altri, non paura. Hanno spostato il sistema che li controlla da Kalea, non era nemmeno sul B8 - credendo che volessi collaborare, Kase non ha messo parola sul fatto che curiosassi in giro. Non volevo fuggire per paura, bensì perché volevo trovare quella cosa. Se ho ben capito, l'unico che può avere accesso a quel sistema è Kase, quindi è lui che controlla tutti gli Altri. Non è difficile a dirsi».
Erix la guarda alzando un sopracciglio. «Qui l'unico mostro sei tu».
Nayla si mette le mani sui fianchi. «Sta' zitto, traditore».
«Credevo avessimo già discorso su quella cosa» rimbecca lui.
«Se proprio volete bisticciare, fatelo a bordo della Starfall» dico inserendomi tra loro e allargando le braccia. «Non abbiamo tempo da perdere. Poi vorrei sapere per quale motivo non hai detto niente nemmeno di questa cosa».
«Sono dell'idea che le cose funzionano bene solo se non vengono sparpagliate ai quattro venti. E soprattutto, non dicendo niente avrei avuto meno possibilità di una fuga di informazione - niente di personale, ma so che Axel chiacchiera troppo e avrebbe potuto metterci nei guai».
Appena torniamo a bordo Nayla si fionda al proprio computer, iniziando a digitare sulla tastiera. «Funziona, abbiamo il tracciato della sua nave. Se mi date un po' di tempo, posso cercare di capire quale sia la loro base».
«Tienilo d'occhio, allora» le dico passandole alle spalle. «Voi due, torniamo su Lemuria» sibilo ad Axel e Aesta, intenti a parlare tra loro come se fossero in un bar. «Zavis, per favore, invia quel messaggio che ti avevo detto alla base di Lemuria». Faccio una pausa, guardandomi intorno. «E dov'è mia figlia?»
Aesta alza le spalle, Axel non considera nemmeno la domanda. Io li lascio senza caffè su Minerva.
«Stava curiosando in giro mentre loro due giocavano a carte, nessuno l'ha seguita, c'era Cyd con lei» mi risponde Zavis mentre prepara il messaggio. «Voglio sperare che non sia uscita».
Mi tolgo gli occhiali, massaggiandomi le palpebre: perché proprio su questa nave doveva esserci una così elevata percentuale di cretini?
«Aspetta a fare il salto, devo trovare prima il terremoto» dico ad Axel che si è rimesso ai comandi. Erix mi si affianca, non riesce a tenere ferme le mani e continua a guardarsi intorno quasi a scatti: è preoccupato a morte.
«E se si è fatta del male?»
«Sta' zitto, cretino. Non ho messo un rilevatore di posizione su Cyd solo per sorbirmi le tue preoccupazioni».
Seguo il tracciato giallo per i corridoi della Starfall sul piccolo schermo sul braccio con Erix che mi tallona alle spalle, elencando una serie infinita di possibilità in cui la piccina si possa fare del male. Alla fine troviamo Sayth in un piccolo anfratto, dove ci teniamo alcuni pezzi di ricambio: sta giocando con le ruote dentate mentre Cyd toglie oggetti dai loro posti e glieli sistema intorno. Scuoto la testa, Erix sospira; lei, quando ci nota, lascia cadere a terra quello che aveva in mano e poi trotterella verso di noi allargando le braccia. Erix la solleva, dandole un bacio sulla fronte. «Tale e quale la parte materna della famiglia... da me non hai preso proprio niente, eh, tesoro?»
Gli tiro un pugno sul braccio. «Sì, la possessività».
Lui scuote la testa. «Che idiozia, non è vero».
«Andate di sopra, io risistemo la roba. Non possiamo lasciarla a giro mentre si esegue il salto, potrebbe essere pericoloso». Mi chino, raccogliendo i pezzi metallici sparsi sul pavimento e sistemandoli ai loro posti. Erix mi guarda poco convinto, non ama proprio queste cose, mentre Cyd mi passa ciò che va rimesso a posto. Mi rialzo allungandomi appena per poi lisciare una piega della giacca.
«Non sembrano pezzi del motore» mormora Erix cercando di tenere ferma Sayth che vorrebbe tornare a giocare.
«Oh, no, non lo sono, infatti. Diciamo che la piccina ha trovato i pezzi di ricambio più svariati che tenevo da parte come passatempo. Mi ero dimenticata della loro posizione da anni, almeno adesso so dove mettere l'area giochi».
Mi rivolge un'occhiataccia, non mi guardava così male da quando eravamo nelle fazioni opposte. «Scherzavo!» Forse.
«Prepara i sistemi per il salto verso Lemuria, Axel. Ho ritrovato il terremoto» gli dico all'interfono.
Sayth ridacchia, allunga una mano verso di me, sospiro, prendendola in braccio e lei subito afferra la collana - ormai non ci do più peso, è diventata un'abitudine.
Rimango seduta con la piccina in braccio, che cerca di saltare in terra per andare a spiaccicare la faccia al vetro: le piace vedere le stelle allungarsi, mentre io odio quella sensazione. Forse è qualcosa che ha preso da Erix, io sembro essere l'unica persona nella flotta a non essersi mai abituata a quella sensazione.
«Avete cambiato i codici?» chiede Aesta quando Lemuria si staglia davanti a noi.
«Mi pare ovvio, dopo il tuo tradimento credevi li lasciassimo uguali?» le dice Axel sfoderando uno dei suoi soliti sorrisetti da presa in giro. Aesta si lascia sfuggire un grugnito, poi si volta a guardarmi.
«Sì, insomma, quale devo mettere? Ho solo il terzo tentativo».
Non ho avuto il tempo di avvertirla, sarà meglio prima che combini qualche guaio.
«SF1.5930» le rispondo mentre cerco di pettinare Sayth che agita la testa.
Aesta sospira, inserisce il codice senza fiatare, poi torna a guardarmi. «Dimmele queste cose, Vivi. Non posso fidarmi di Axel che dimentica anche il suo compleanno».
«Non è vero! So benissimo quando è!» protesta mentre sistema l'assetto di atterraggio.
Aesta lancia un'occhiata a me e Zavis, noi annuiamo. Staremo a vedere cosa spara questa volta. L'ultima volta che gliel'abbiamo chiesto, l'ha spostato di un mese in avanti quando era passato da due settimane.
«È tra due giorni!»
«Cretino!» gli urliamo in coro. Erix sussulta, ormai si è abituato che quello sia il suo secondo nome ed è strano per lui sentir chiamare qualcun altro in quel modo.
«Sapevo che l'avresti sbagliato! È oggi, idiota» gli urla Zavis tirandogli un colpo sulla testa. Axel si guarda intorno confuso, poi alza le spalle, completando l'atterraggio. Solo quando la Starfall è ferma, si volta a guardare me e Zavis. «Ma siete sicuri?»
«Ecco, come volevasi dimostrare. Sei un completo idiota» gli dice Aesta. «Vivi, dammi quell'aumento di stipendio che mi dicevi». Ho avuto la certezza che potrebbe finire il mondo, ma Aesta e Axel rimarrebbero comunque due idioti pronti a chiedere aumenti e bere caffè.
Sayth mi guarda, poi tira fuori dalla tasca della felpa che indossa un pacchettino. La appoggio in terra e gli si avvicina, poi gli passa il suo tesoro. Non ha fatto altro che farcelo ammirare nei giorni scorsi, voleva far vedere quanto fosse stata brava a farlo tutto da sola: non è un capolavoro di precisione, ma si è impegnata davvero tanto e non vede l'ora di darlo ad Axel.
«Cosa me ne faccio di una gelatina verde?» sussurra Axel per non farsi sentire da Sayth, ferma davanti a lui con le manine intrecciate. Non ha cambiato posizione per un secondo, osservandolo mentre scartava il pacchetto. «Grazie, è stupendo» le dice rivolgendole un gran sorriso. Lei torna da Erix sorridendo, io mi avvicino a lui. «Ha sentito me ed Erix parlare degli Altri, li abbiamo chiamati gelatine, abbiamo fatto anche il tuo nome, ma lei deve aver capito che tu ami le gelatine verdi. Perdonaci».
Axel annuisce, poi si toglie l'auricolare. «Andiamo, c'è il consiglio che ci aspetta» mi dice alzandosi.
Zavis scuote la testa. «È convocato per domani mattina: la BC Aries non può rientrare prima di stanotte, stanno completando le operazioni di controllo in un altro sistema, ha ricevuto un po' di danni nell'esplosione dell'Atlantis e su Lemuria non c'è più la base attrezzata per danni di quella entità».
«E quindi?» chiede Axel grattandosi una guancia.
Aesta si alza, gli spettina i capelli. «Quindi ti portiamo fuori a cena».
Axel mi guarda, abbozza un sorriso: so quello che sta pensando, ma io scuoto la testa, indicando Erix. «Ha perso lui, era l'unico convinto tu potessi azzeccare il giorno. Paga per tutti e sette».
Axel conta mentalmente sulle dita della mano, poi fa un cenno affermativo. «E dove andiamo a cena, scusate? Su Lemuria non c'è nulla!»
L'interfono gracchia, immagino quale sia la comunicazione.
«Comandante Davith, la LWSS richiesta da voi è pronta da almeno due ore».
Quella voce odiosa: è De Algy. È sempre ostile nei miei confronti, soprattutto da quando ho preso il comando dell'ammiraglia e stavolta non so se stia stizzito del fatto che abbia chiesto un permesso nel pieno delle operazioni militari e soprattutto che me l'abbiamo accordato.
«Arrivo, arrivo» gli rispondo con lo stesso tono scocciato. «Completate le operazioni di sbarco, noi saremo di ritorno tra qualche ora» ordino al resto dell'equipaggio mentre Aesta strattona Axel per un braccio, costringendolo a scendere. Gli altri rimangono a sistemare la nave, ho dato a tutto la serata libera, ma non credo cambi tanto - siamo su Lemuria, non possiamo allontanarci nemmeno troppo.
«Ma siamo in guerra...» mormora Axel. «Kase è stato chiaro da quel che mi avete detto». Sospiro: non l'avevo mai visto così zelante nei confronti del lavoro, ma la situazione è tale che siamo tutti preoccupati.
«Non è per una cena che perderemo la guerra!» strilla Aesta salendo sulla LWSS. «Tesoro, mi fai da copilota?» chiede poi a Nayla dopo aver spinto Axel su uno dei sedili per i passeggeri.
«Volentieri» mormora Nayla, leggermente imbarazzata: so che Aesta spande il suo affetto a quintali, ma non credo che l'altra ci sia abituata.
«Ma... ma...» protesta Axel allargando le braccia. Zavis gli si avvicina, gli da un veloce bacio sulla bocca. «Buon compleanno». Aesta si volta lentamente.
«Quindi è con lui che te la intendi, sottospecie di idiota che non sei altro. Quando cazzo avevi intenzione di dircelo?»
Axel si mette una mano dietro la testa, sorride imbarazzato. «Mai, a te. Vivi lo sapeva già da quando eravamo prigionieri di Kase, poi ci ha beccato in mezzo al corridoio». Senza contare che tutte le volte che sono comparsi sui filmati delle telecamere di sicurezza della Starfall.
«Perché non mi hai detto niente, Vivi?» chiede Aesta lanciandomi una delle sue solite occhiatacce.
«Perché mi avresti trascinato in qualche tuo piano per beccarli in momenti intimi quando avevo da lavorare».
«Punto a favore. Ma quando vi sposate?» incalza Aesta mentre decolliamo.
Axel e Zavis si guardano confusi. Probabilmente è proprio l'ultimo dei loro pensieri in questo periodo. Erix scuote la testa, Sayth ci guarda, poi si distende su di noi, allunga le braccia verso il suo pupazzo preferito che ho appoggiato al mio fianco e glielo passo subito. Lei stringe continuando a sorridere: sembra tranquilla adesso, però...
Mi torna in mente improvvisamente l'Atlantis. Nessuno ne ha parlato nelle ultime ore: per molti non era nemmeno il pianeta natale, ne sono stati toccati per la tangente, ma io, Erix e Nayla ci siamo cresciuti lì sopra. Buona parte dei nostri ricordi sono ancorati lì. Ho perso tanto su quel pianeta, ci ho visto morire mia madre, ma è anche il luogo in cui ci siamo sposati, dove è nata Sayth.
«Ehi, va tutto bene?» mi chiede Erix accarezzandomi una guancia. «Ti sei fatta triste d'un tratto... credevo volessi festeggiare Axel...»
Avevamo questa idea da giorni, siamo stati tutti d'accordo nel portarla comunque a termine: sarà un sorriso amaro quello che si dipingerà sui nostri volti, ma inevitabile.
Annuisco. «Mi è solo tornato in mente l'Atlantis...» gli rispondo con un sussurro.
«Troveremo una nuova terra, non preoccuparti, comandante. La missione Terra Nova è sul tavolo del governo da anni, invece che una colonia sarà una nuova casa. Rilassati, Vivi. Ce la faremo».
Sorrido appena, appoggiando poi la testa sul braccio di Erix; Sayth mette in mostra i suoi dentini poi lancia a terra il pupazzo e si mette a pancia in giù cercando di arrivare al mio braccio. Sospiro, ma ho già capito che sarà un viaggio lungo.
L'angolino buio e misterioso
Dai, i capitoli di mezzo passaggio ogni tanto ci stanno, avevano bisogno di rilassarsi pure loro- ho avuto un dejavù sul fatto di aver messo la scena di Axel nel 2, ma forse è dovuta al fatto che stavo controllando questa parte mentre pubblicavo il 2. WHATEVER. Se fosse una scena doppia (nel caso qualcuno se lo ricordi), fatelo pure notare, provvedo a cambiare il tutto u.u
Anyway, non ho molto da dire. Vivi ha idee strane, Nayla nasconde cose come al solito, Axel è un completo idiota e Sayth è troppo amorosa. In pratica, il capitolo si può riassumere così-
Quindi, ci vediamo domenica con il consiglio~
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